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    Fipav: protocollo aggiornato, ma per le serie minori c’è da aspettare

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    Di Redazione
    La Federazione Italiana Pallavolo ha aggiornato oggi il protocollo di ripresa degli allenamenti in base al nuovo decreto della Presidenza del Consiglio emanato il 7 settembre. Così come nel testo governativo, le variazioni rispetto alla versione precedente sono poche: non c’è ancora un protocollo per le gare di Serie B e delle categorie inferiori – la Fipav rende noto che è in preparazione e sarà validato nel Consiglio Federale del 24 settembre – mentre per la Serie A si sta lavorando a un nuovo aggiornamento in accordo con le Leghe.
    Le novità riguardano soprattutto la validità dell’autodichiarazione, che diventerà di 14 giorni, salvo che nel periodo di validità cambino gli elementi autocertificati; la gestione degli spazi palestra, con la possibilità di far allenare più gruppi contemporaneamente negli impianti che prevedono la presenza di più campi, a patto che ci siano percorsi di ingresso e di uscita, servizi e spogliatoi separati; e, infine, il cambio del numero riguardante il rapporto allenatore/giocatore.
    Nel Beach Volley, se prima era necessaria la presenza di un allenatore ogni 4 atleti, ora si passerà a 8; nel Sitting Volley da 4 a 7 per gruppi di soli disabili e da 6 a 12 per gruppi misti/normodotati; nella pallavolo indoor da 7 a 14 (mentre per gruppi superiori sarà necessaria la presenza di un ulteriore figura tecnica o dirigenziale regolarmente tesserata).
    La Federazione Italiana Pallavolo ribadisce che “resta di fondamentale importanza l’adottare comportamenti di buon senso sempre nel rispetto delle prioritarie esigenze di tutela della salute connesse al rischio di diffusione da Covid-19; così come è di primaria importanza la tutela dei rappresentati legali delle società. La prevenzione e il rispetto dei regolamenti rimangono presupposti fondamentali per la salvaguardia dei singoli e conseguentemente dell’intera comunità pallavolistica. A tal fine è sempre vivamente raccomandato il ricorso ad un test sierologico preventivo per la ricerca IgG/IgM/IgA, la misurazione della temperatura e la presentazione dell’autodichiarazione“.
    Il testo completo del nuovo protocollo è disponibile online.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    La Lombardia riapre i palazzetti, ma non per la pallavolo

    Di Redazione
    La tanto attesa ordinanza della Regione Lombardia che riapre lo sport ai tifosi è arrivata, ma non è una buona notizia per gli appassionati di volley. Per il momento, infatti, dal provvedimento sono interessati soltanto due eventi: la Supercoppa Italiana di basket (a Milano, Varese, Desio, Brescia e Cremona) e il Gran Premio di Formula Uno a Monza. Nel primo caso, le porte dei palazzetti si riapriranno per un numero massimo di spettatori pari al 25% della capienza dell’impianto, a patto che sia possibile rispettare il distanziamento minimo di un metro. Per il GP monzese, invece, l’accesso sarà consentito simbolicamente soltanto a una delegazione di 300 medici e infermieri protagonisti della lotta al coronavirus.
    La pallavolo resta per il momento a porte chiuse (fatta salva la possibilità di accesso alle singole partite per un massimo di 200 persone, almeno secondo l’interpretazione della legge data dalla Federazione) ma in molti sperano che le norme applicate al basket possano essere estese a breve anche al nostro sport, considerando che in alcuni casi si parla addirittura degli stessi impianti (come il PalaRadi di Cremona). Le disposizioni da seguire, in ogni caso, resteranno molto rigide: biglietti in vendita soltanto online, varchi di accesso e uscita separati, rilevazione della temperatura all’ingresso, mascherina obbligatoria per tutta la durata dell’evento e divieto di apertura ai servizi di bar e ristoro.
    (fonte: Regione Lombardia) LEGGI TUTTO

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    L’appello della Lube alla Regione Marche: “Speriamo di avere almeno 1000 spettatori”

    Di Redazione
    I temi del protocollo Fipav per la ripresa dell’attività e dell’obbligo di disputare le partite a porte chiuse continuano a far discutere il mondo della pallavolo e dello sport in generale. Sull’argomento interviene anche Beppe Cormio, direttore sportivo della Cucine Lube Civitanova: “Immagino ci sia tanta attesa da parte di chi, magari per la prima volta da quando si è appassionato al nostro sport, non vede volare palloni da un campo all’altro da più di sei mesi. Purtroppo siamo ancora in una fase in cui non abbiamo tante certezze“.
    “Stamattina – prosegue Cormio – abbiamo discusso in una Consulta della Lega Pallavolo Serie A il protocollo per la ripresa, partendo dal momento in cui tutte le società si faranno carico di alcuni esami che attestino il buon stato di salute non solo dei giocatori e degli allenatori ma dell’intero staff e delle persone che entrano al palasport. È uno sforzo importante che i club di volley dovranno fare, lo è dai punti di vista economico e fisico perché, come abbiamo già fatto, si tratta di sottoporsi ad esami continui e tamponi piuttosto fastidiosi, ma credo che per il bene e la salute di tutti noi sia un atto dovuto. Così stamattina abbiamo licenziato un protocollo in attesa di approvazione da parte del Comitato Tecnico-Scientifico, ovviamente insieme alla Federazione e alla Lega”.
    “Per quanto riguarda il pubblico, invece, ci sono ancora situazioni molto più complicate – prosegue il ds biancorosso –. Quello che abbiamo saputo e di cui siamo certi è che circa 200 potrebbero essere le persone per gli spettacoli sportivi al chiuso, però c’è una deroga che riguarda gli eventi. In occasione della gara all’Eurosuole Forum del 20 settembre si tratterà di un evento, è la Supercoppa e non la routine delle giornate del campionato italiano. Contiamo di poter avere un pubblico intorno alle 1000 unità nel nostro palasport di Civitanova“.
    “Quello che stiamo chiedendo come Lega e come società – spiega Cormio – è infatti che ci venga data la possibilità di far entrare, naturalmente con un protocollo rigidissimo che abbiamo già approvato, il 25% delle persone che potrebbero sostare all’interno per la capienza dell’impianto. Non dipende da noi, per questo serve una deroga della Regione, del nostro Governatore: in molte Regioni è stata già fatta questa deroga, c’è nel Trentino, in Veneto, ci sono notizie di un accordo quasi fatto anche per l’Umbria. Ci sono dunque molte Regioni dove il volley verrà giocato davanti ad un consistente numero di spettatori, ci auguriamo che anche il nostro Governatore raccolga questa nostra richiesta e ci dia questa opportunità per la Supercoppa”.
    “Non sarebbe giusto – conclude il dirigente di Civitanova – andare a giocare a cospetto di 1000 tifosi avversari, ad esempio il 13 settembre a Trento, e poi trovarsi con un palasport vuoto nella gara di ritorno, dobbiamo far sì che questo non avvenga. Siamo molto fiduciosi che la Regione Marche capirà e crederà soprattutto al protocollo che presenteremo. Successivamente invece, per quanto riguarda il campionato, sarà una discussione più ampia che riguarderà tutti e spero che si trovi una soluzione per poter giocare ugualmente all’inizio davanti almeno a 1000 persone e che poi, andando avanti, qualcosa cambi e ci sia data l’opportunità di tornare a giocare in tranquillità e serenità davanti a un pubblico entusiasta”.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Protocollo Fipav: l’AIP invita i giocatori a non firmare l’assunzione di responsabilità

    Di Redazione
    Scende in campo l’Associazione Italiana Pallavolisti contro il protocollo per la ripresa dell’attività di Serie A emanato nei giorni scorsi dalla Fipav. A suscitare la “profonda preoccupazione” dell’associazione di categoria dei giocatori è l’Allegato 3 del documento, una “Dichiarazione di assunzione di responsabilità in conseguenza dell’emergenza sanitaria Covid-19” che atleti e atlete dovrebbero compilare e firmare prima delle partite.
    L’allegato, sottolinea l’AIP, “contiene una manleva nei confronti dei club per eventuali conseguenze che dovessero derivare ai giocatori dalla partecipazione alle gare e, comunque, in ogni altra attività connessa (lettera j), e per eventuali conseguenze che dovessero derivare alla persona degli atleti e a quelle dei loro colleghi e di tutti coloro che saranno presenti all’interno del palazzetto nel corso degli allenamenti e delle gare (lettera k)“.
    Il documento, perciò, “non risulta essere una semplice autocertificazione nella quale si dichiara di non essere Covid-positivi e di non avere avuto contatti, per quanto di conoscenza degli atleti, con persone Covid-positive negli ultimi 14 giorni (come prescritto a pagina 9 e come richiesto, sempre alla medesima pagina del protocollo Fipav, per le persone che non appartengono al Gruppo Squadra e al Gruppo Ufficiali di Gara), ma è una vera e propria manleva di responsabilità firmata dagli atleti nei confronti dei propri Club/datori di lavoro“.
    “A tal proposito – continua l’AIP – ci risulta che tali esoneri di responsabilità siano presenti solo all’interno del protocollo Fipav, mentre non se ne rinviene traccia nei protocolli adottati da altri sport di squadra quali ad esempio quelli della FIGC, della FIP e della FIR. I pallavolisti, al pari dei calciatori, dei cestisti e dei rugbisti, intendono riprendere al più presto la loro attività sportiva e intendono farlo nel pieno rispetto delle vigenti prescrizioni sanitarie e, proprio a tal fine, AIP ha più volte espresso la propria volontà di poter collaborare in maniera fattiva alla stesura del sopra menzionato protocollo. Tali richieste non hanno avuto riscontro e, di fatto, i pallavolisti, firmando l’allegato 3, potrebbero essere oggi gli unici lavoratori in Italia a manlevare i propri datori di lavoro da eventuali responsabilità derivanti dalla propria attività lavorativa“.
    L’associazione invita quindi i giocatori a “produrre una mera autocertificazione nella quale si dichiara di non essere Covid-positivi e di non aver avuto contatti, per quanto di loro conoscenza, con persone Covid-positive negli ultimi 4 giorni“, e a “non sottoscrivere l’Allegato 3 o, semmai, a sottoscriverlo barrando le lettere j) e k) e i capoversi posti prima delle due firme, contenenti le manleve sopra menzionate“.
    “All’interno del mondo sportivo – conclude la nota – l’armonia è quell’elemento che non dovrebbe mai mancare, anche in virtù dei principi propri di lealtà, probità e correttezza sportiva che permeano (o dovrebbero permeare) il nostro amato sport e che insegnano che l’unità di un gruppo è la forza di una vera squadra. La squadra Fipav è composta, oltre che dagli organi sportivi di governo, anche dalle società, dai giocatori, dagli agenti sportivi, dagli staff tecnici e sanitari e dagli ufficiali di gara. Tale armonia, pertanto, non può prescindere dal coinvolgimento degli atleti nelle decisioni che li riguardano direttamente. Tale mancato coinvolgimento, ne siamo certi, è figlio senza dubbio di una non voluta dimenticanza e proprio per tale motivo si chiede nuovamente e pubblicamente alla FIPAV di voler ascoltare la voce di AIP, unica associazione di categoria in Italia, costituita solamente da atleti e atlete, che sono l’anima pulsante della pallavolo italiana e i principali protagonisti di questo sport“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Il protocollo Fipav “dimentica” gli arbitri: un solo controllo per tutta la stagione?

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Di Redazione
    Tra le disposizioni del nuovo protocollo per la ripresa delle attività della Serie A, pubblicato ieri dalla Federazione Italiana Pallavolo, ce n’è una che salta all’occhio e non ha mancato di attirare l’attenzione di diverse società della massima categoria nazionale. Si tratta del regolamento relativo agli arbitri, che a quanto si comprende dal testo del documento sono soggetti a un livello di controllo notevolmente inferiore rispetto a giocatori e staff delle singole squadre.
    Questi ultimi, infatti, dovranno sottoporsi a due tamponi per il coronavirus a inizio stagione e poi reiterare il test almeno ogni 15 giorni; ai direttori di gara, invece, dopo aver superato uno screening (test sierologico e tampone) prima dell’inizio del campionato, basterà consegnare al Covid manager un’autocertificazione prima di ogni gara, dichiarando di non aver ricevuto una diagnosi di Covid-19, sintomi riferibili alla malattia o contatti con soggetti positivi. Una sostanziale differenza, anche perché il primo e il secondo arbitro sono le uniche persone che il protocollo autorizza a togliere la mascherina durante l’incontro, a parte i componenti del “gruppo squadra”.
    Perché questa disparità di trattamento? Eppure gli ufficiali di gara, a differenza dei giocatori, non sono professionisti neppure “de facto”: svolgono quotidianamente altri lavori, incontrano molte persone esterne al mondo del volley e sono sulla carta più a rischio di contagio dei giocatori. Non pochi si sono posti questo interrogativo rilevando le disposizioni federali, che del resto potrebbero avere anche una motivazione economica: se infatti gli esami medici effettuati su atleti e membri degli staff societari saranno interamente a carico delle società, quelli destinati agli ufficiali di gara graveranno sul bilancio federale… LEGGI TUTTO

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    AIP critica sul protocollo per la ripresa: “Quali sono le regole per le amichevoli?”

    Di Redazione
    Dopo l’uscita del protocollo ufficiale per la ripresa delle attività delle squadra di Serie A arrivano le prime posizioni critiche: tra di esse c’è quella dell’Associazione Italiana Pallavolisti, che lamenta di non essere stata chiamata in causa dalla Fipav in fase di redazione del documento e solleva alcuni dubbi sul periodo di preparazione alla nuova stagione.
    “Nonostante AIP abbia agito attivamente con il proprio contributo – scrive l’associazione –, ponendo quesiti agli enti istituzionali e richiedendo aggiornamenti al fine di informare gli associati e le associate sulle evoluzioni del protocollo di ripresa, non ha mai ricevuto alcun documento ufficiale da poter analizzare e condividere. Lo staff di AIP nelle prossime ore si dedicherà a leggere e comprendere con attenzione quanto autonomamente deciso, pur nella consapevolezza che gli atleti e le atlete hanno diritto di conoscere, comprendere e condividere tutto quanto è strettamente attinente alla loro salute“.
    “Ancora una volta – prosegue la nota – si chiede: fino a quando non verrà stabilita la data ‘tempo zero’, quali regole bisogna seguire per lo svolgimento degli allenamenti congiunti o amichevoli, e quali sono i controlli a cui gli atleti e le atlete devono sottoporsi, visto che nel sopracitato protocollo si rimanda alla Versione 7 del protocollo per la ripresa degli allenamenti della Fipav (aggiornato al 10 agosto), in cui non si regolamentava lo svolgimento delle amichevoli/allenamenti congiunti? Per il momento si hanno solo indicazioni verbali dalle Leghe e nessun contatto dalla Federazione“.
    “Si chiede chiarezza alle istituzioni – conclude l’associazione di categoria –, perché la ripresa dell’attività è interesse comune, e AIP si spenderà per creare coscienza e informazione“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    L’Itas Trentino ritrova il suo pubblico: fino a 1000 persone alla BLM Group Arena

    Di Redazione
    In attesa di novità a livello nazionale, c’è almeno una squadra italiana che può tornare ad accogliere il pubblico nel suo palazzetto: è l’Itas Trentino, che dovrebbe giocare a porte aperte (con tutte le limitazioni del caso) già la prima partita ufficiale della stagione. Come riportato da L’Adige e da altri media locali, infatti, la Provincia di Trento ha dato l’ok alle due società di casa (l’Itas e la Dolomiti Energia di basket) per sperimentare l’accesso dei tifosi alla BLM Group Arena.
    Il primo incontro aperto al pubblico dovrebbe essere proprio una partita di basket, quella di mercoledì 2 settembre tra l’Aquila e la Reyer Venezia, valida per il girone eliminatorio di Supercoppa. In quell’occasione sarà concesso l’ingresso a 500 persone. Se tutto andrà bene, dalla partita successiva il numero potrà essere incrementato fino a 1000 spettatori, mantenendo attive tutte le disposizioni per il contenimento della pandemia: sarà necessario indossare la mascherina e mantenere il distanziamento. Inoltre l’ingresso sarà consentito solo ai possessori di biglietti nominativi e non sarà prevista la presenza di tifosi ospiti.
    Si potrebbe dunque giocare a porte (semi)aperte anche la semifinale di andata della Supercoppa Italiana tra Itas e Cucine Lube Civitanova, in programma domenica 6 settembre. Per averne la certezza si attende l’ordinanza del presidente della Provincia autonoma, anche se la scelta è già stata condivisa dalle autorità, dalla Protezione civile e dall’Azienda sanitaria locale. Il provvedimento riguarda al momento solo la BLM Group Arena e pertanto ne rimane esclusa la Delta Despar Trentino femminile, anche se il Comune sta lavorando per ottenere l’apertura di tutti i palazzetti ed è tra i firmatari della lettera inviata in tal senso al ministro Spadafora.
    (fonte: L’Adige) LEGGI TUTTO

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    I sindaci scrivono a Spadafora: “Riapriamo i palazzetti al pubblico”

    Di Redazione
    I sindaci “di serie A” scrivono al Ministro dello Sport: a Vincenzo Spadafora è stata inviata ieri una lettera siglata dai primi cittadini (o dagli assessori competenti) di diversi comuni italiani che ospitano squadre di massima serie di pallavolo e basket, con la richiesta di riaprire i palazzetti al pubblico nel rispetto delle norme di sicurezza. A firmare la missiva sono stati i rappresentanti di Trento, Padova, Roma, Ravenna, Cremona e Casalmaggiore.
    Questo il testo della lettera, come riportato da Cremona Oggi: “Noi, amministratori delle città delle squadre di basket e volley, maschile e femminile, che militano in A1, vorremmo richiamare la Sua autorevole attenzione sul momento di particolare difficoltà vissuto dallo sport in questi ultimi mesi. Il quasi totale stop alle attività, imposto dall’emergenza sanitaria in corso, ci ha fatto comprendere, semmai ce ne fosse stato bisogno, la funzione fondamentale dello sport agonistico, sia di quello giocato sia di quello vissuto da spettatori: si tratta di un ruolo ricreativo, sociale e anche economico, si tratta di una componente determinante della vita delle nostre città a cui non vorremmo dover rinunciare nei mesi che verranno.
    Alla vigilia della ripartenza dei campionati, siamo preoccupati per l’attuale clima di incertezza. Anche se la quasi totalità degli sponsor ha confermato il proprio sostegno, dimostrando sensibilità e vicinanza alle squadre, la campagna abbonamenti è ferma, in attesa che vengano definite le opportune regole per disciplinare la presenza del pubblico. Pubblico che è un pilastro imprescindibile per le società sportive e che, avendo dimostrato già in passato di essere maturo e responsabile, siamo sicuri potrà garantire, anche in questa circostanza, il massimo rispetto dei protocolli che verranno definiti in funzione anti Covid.
    Egregio Ministro, sicuri del Suo sostegno e del Suo impegno in materia, Le scriviamo per chiederLe di agevolare la ripartenza dei campionati e la riapertura dei nostri palazzetti considerando la necessità di prevedere regole diversificate a seconda dei contesti; ci riferiamo in particolare al numero dei posti a disposizione del pubblico, che deve essere proporzionato alla capienza della struttura e non può né essere definito a priori né essere uguale per tutti. A questo proposito, riteniamo che le società sportive e i Comuni possano essere responsabilizzati nell’elaborazione di un piano cittadino capace di garantire il distanziamento fisico e insieme di tradurre in pratica tutte le precauzioni raccomandate dagli esperti.
    Ingressi scaglionati, riduzione della capienza in base al numero di posti disponibili, gestione del pubblico per settori, potrebbero garantire quelle condizioni di sicurezza che stanno a cuore non solo alle autorità sanitarie, ma anche alle società sportive e alle istituzioni pubbliche di cui, in quanto assessori e sindaci, siamo rappresentanti. Sollecitiamo pertanto la definizione tempestiva di protocolli in grado di salvaguardare insieme la sicurezza sanitaria, gli aspetti economici e quelli legati allo spettacolo. Conoscendo la serietà delle nostre società e il fair play del nostro pubblico, riteniamo che sia un’impresa possibile, a cui i Comuni sono pronti a dare il proprio contributo favorendo tutti gli adeguamenti organizzativi che si renderanno necessari“.
    (fonte: Cremona Oggi) LEGGI TUTTO