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    La “legione straniera” in serie A può arruolare 130 extracomunitari

    Di Redazione La Federazione Italiana Pallavolo ha ricevuto come ogni estate dal Coni – attualmente ancora in via ufficiosa – il numero dei “visti” riservati ai giocatori extracomunitari che potranno giocare nella serie A maschile e femminile.Si tratta di 130 ingressi autorizzati, 65 nel maschile e altrettanti nel femminile. Per quanto riguarda la Lega Pallavolo maschile di serie A, sono già state divise le quote tra Superlega (48, 4 per club) e Serie A2 (14, una per club). Non sono previsti extracomunitari in serie A3. Tre ingressi verranno tenuti di riserva.Le società che vogliono avere nel proprio roster un giocatore extra Ue devono rispettare le direttive contenute nella circolare del luglio 2018, pubblicata e scaricabile dal sito del Coni (qui il link) Per quanto riguarda gli allenatori le regole sono ancora più stringenti perché sono disponibili i visti solo per tecnici impegnati nei campionati di massimo livello, con requisiti verificati direttamente dal Settore Formazione della Fipav. LEGGI TUTTO

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    Questione professionismo: “Il calcio femminile sì, Paola Egonu no?” Per Malagò è discriminazione

    Di Redazione Dal 1° luglio 2022, il calcio femminile in Italia diventa professionistico. Una decisione storica, presa dal Consiglio Federale della FIGC lo scorso 26 aprile. Una decisione che potrebbe aprire le porte ad altre discipline e chiudere una questione aperta da anni. Ma anche una decisione che crea non pochi dubbi a, primo fra tutti, Giovanni Malagò. Il presidente del CONI, come riporta il Corriere dello Sport nella edizione odierna, infatti, solleva un paio di problematiche che il calcio femminile, inteso come professionismo, crea. Innanzitutto, come in ogni contesto, sono i soldi il motore dietro qualsiasi macchina: “Complimenti alla Federcalcio, ma c’è un problema: i fondi stanziati non sono sufficienti neppure per la prima stagione e dunque tutto va a carico delle società. Molti fanno fatica ora già senza obblighi contributivi, figuriamoci col professionismo”. Il dubbio che molte società possano fallire è portato avanti anche dallo stesso Gravina, presidente della FIGC. Nel 2020 è stato creato un fondo triennale di 12 milioni atto a sostenere gli sport femminili che volessero passare al professionismo, ma: “12 milioni sono un supporto, ma non risolvono il problema. Chiediamo concretezza al governo, perchè il processo è costosissimo”. In secondo luogo, Malagò parla di discriminazione. L’Italia è una fucina di talenti in molti sport e le competizioni iridate della scorsa estate, Europei e Olimpiadi, lo hanno dimostrato. Il Bel Paese ha portato a casa decine di medaglie, in decine di competizioni, tanto maschili quanto femminili. Ma l’argomento del professionismo potrebbe creare una spaccatura nell’universo femminile che per Malagò risulterebbe inaccettabile: “Con tutto il rispetto, perché la 21° calciatrice del Tavagnacco deve essere professionista e atlete del calibro di Federica Pellegrini, Paola Egonu e Sofia Goggia no? È impensabile”. La soluzione potrebbe essere quella di aprire al professionismo anche le altre discipline femminili? E come conciliare questa soluzione con il problema della mancanza di fondi? Alla luce di queste domande, la questione del professionismo nel femminile sembrerebbe ben lontana dall’essere risolta. LEGGI TUTTO

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    Malagò (CONI): “Djokovic agli Internazionali d’Italia? Assolutamente no”

    Giovanni Malagò

    Il n.1 dello sport italiano, Giovanni Malagò, ha espresso la sua totale contrarietà alla possibilità che il n.1 del mondo Novak Djokovic possa giocare a Roma gli Internazionali BNL d’Italia da non vaccinato. Questo ha dichiarato il Presidente del CONI: “Se è giusto che Djokovic partecipi agli Internazionali di tennis a Roma da non vaccinato? Assolutamente no. Perché ammesso e non concesso che uno si faccia la doccia in un camper, che mangi e dorma da solo e in situazioni di fortuna, è il messaggio che è sbagliatissimo. Ogni giorno ricevo mail di mamme e papà imbufaliti per il fatto che i loro figli non possono fare sport per le regole sul green pass. Spiegatemi come facciamo a dire a queste persone che c’è una legge dello Stato che impedisce di fare sport ai loro figli e invece autorizza chi viene dall’estero“.
    Un parere a dir poco autorevole, che va in direzione totalmente opposta a quanto aveva affermato Valentina Vezzali, ex campionessa olimpica nella scherma e oggi impegnata in politica come sotto segretaria con delega allo sport.
    Mancano ancora oltre due mesi agli IBI22, ma la faccenda sicuramente farà ancora molto discutere. Djokovic ha affermato a Dubai che non crede di poter giocare i Masters 1000 americani di primavera, visto che negli USA potrebbe entrare solo se vaccinato. LEGGI TUTTO

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    Caso Dalfovo, nuovo ricorso di De Togni al Collegio di Garanzia del CONI

    Di Redazione Ennesimo capitolo nella querelle giudiziaria che oppone Giorgio De Togni, presidente di AIP – Associazione Italiana Pallavolisti, alla Federazione Italiana Pallavolo sul tema dell’eleggibilità di Massimo Dalfovo, attuale consigliere federale in quota atleti. Dopo che per due volte – l’ultima a gennaio – la Corte Federale d’Appello ha confermato l’ammissibilità della candidatura di Dalfovo, De Togni ha presentato nuovamente ricorso al Collegio di Garanzia del CONI, che nella sentenza di luglio 2021 aveva sottolineato come non fosse provata la sussistenza dei requisiti di eleggibilità. Nel ricorso De Togni chiede al Collegio di Garanzia chiede di cassare senza rinvio la pronuncia della Corte d’Appello e, quindi, di dichiarare l’invalidità della presentazione delle candidature e dell’elezione di Dalfovo come rappresentante degli atleti. In subordine, nel caso in cui il Collegio di Garanzia ritenga che nel 2021 sussistessero le condizioni per l’elezione, il ricorso chiede di prendere in considerazione la possibilità della decadenza del consigliere dalla carica, in quanto nella stagione agonistica 2021-2022 Dalfovo non è più tesserato per nessuna squadra (cosa a cui invece aveva provveduto nella stagione precedente, partecipando al campionato di Serie D). (fonte: Coni.it) LEGGI TUTTO

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    Premiati dal CONI i giornalisti Flavio Vanetti e Giorgio Marota

    Di Redazione Si è svolta oggi nel Salone d’Onore del CONI la cerimonia annuale per la consegna dei Premi Letterari e Giornalistici CONI. La cerimonia, alla presenza del presidente Giovanni Malagò e del segretario generale Carlo Mornati, ha visto la partecipazione di Paolo Garimberti, presidente del Concorso Letterario, di Giulio Anselmi, presidente del Racconto Sportivo, di Mimma Calligaris, vicepresidente vicario dell’USSI, e di Ivana e Daniele Tosatti, moglie e figlio dell’indimenticato Giorgio, cui è intitolato il Premio speciale “Una penna per lo sport”. Tra i premiati figurano due colleghi particolarmente legati al mondo della pallavolo: Flavio Vanetti, storica firma del Corriere della Sera, secondo classificato nella sezione Narrativa con il libro “Tonfi e trionfi” edito da Minerva, e Giorgio Marota, giornalista del Corriere dello Sport e ufficio stampa della Fipav Lazio, che si è aggiudicato il premio CONI-USSI 2021 nella sezione Under 35. Ai due colleghi vanno le sincere congratulazioni della redazione di Volley NEWS. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Caso Dalfovo, il CONI: “Non è provata la sussistenza dei requisiti di eleggibilità”

    Di Redazione Il Collegio di Garanzia del CONI ha pubblicato il testo integrale della decisione con la quale, lo scorso 5 luglio, ha rinviato alla Corte d’Appello della Federazione Italiana Pallavolo la decisione sull’eleggibilità di Massimo Dalfovo, attuale rappresentante degli atleti in Consiglio Federale. Fin dal momento della presentazione della candidatura, Giorgio De Togni, presidente di AIP-Associazione Italiana Pallavolisti e a sua volta candidato per la stessa carica, ne aveva contestato la legittimità, ritenendo che Dalfovo non fosse in possesso dei requisiti previsti (in particolare, aver partecipato a competizioni di livello almeno regionale per almeno due stagioni sportive negli ultimi 10 anni). Il Tribunale Federale e, in seguito, la Corte Federale d’Appello avevano rigettato il ricorso di De Togni, ma il Collegio di Garanzia ha ribaltato la decisione: “(…) Affinché la piena regolarità delle condizioni di eleggibilità del sig. Dalfovo sia effettivamente tale – spiega la sentenza – è necessario che essa venga indagata, non soltanto alla luce della singola disciplina federale, ma attraverso un attento e integrato confronto con il compendio complessivo delle regole e dei principi di rango primario e costituzionale che vengono in rilievo nella fattispecie“. Il CONI si richiama, in particolare, ai “principi costituzionali di democrazia, uguaglianza e parità di trattamento“, ricordando che “presenza e attualità dei requisiti specifici, che connotano la funzione per la quale avviene la candidatura e la successiva elezione in seno agli organi direttivi dell’ente, costituiscono un momento indefettibile di estrinsecazione della rappresentatività all’interno dell’ordinamento federale“. Scendendo nel dettaglio, la sentenza rileva poi che “l’art. 22 dello Statuto FIPAV (…) richiede, oltre al mero ‘tesseramento’, degli elementi ulteriori, e nello specifico: l’essere ‘in attività’ e partecipare alle competizioni di livello quantomeno regionale ovvero, per i soli atleti ‘non più in attività’, che quest’ultimi abbiano partecipato alle medesime competizioni per almeno due stagioni nell’arco dell’ultimo decennio“. Nel caso di specie, invece, “emerge che la posizione del sig. Dalfovo non sia adeguatamente corredata da alcuna prova in ordine alla sua attività nel contesto agonistico di riferimento, al di là del mero tesseramento preceduto da visita medica“. “Le norme – insiste il CONI – chiariscono come quello dell’atleta non sia uno status permanente, che si acquisisce una volta e per sempre, essendo strettamente dipendente dall’attualità e della concretezza dello svolgimento dell’attività sportiva agonistica, per un lasso di tempo anteriore alla candidatura tale da consentirne un’apprezzabilità in termini di effettiva preparazione e presenza alle competizioni nazionali o regionali“. Mentre per Dalfovo “non pare affatto incontroverso né provato (…) che i requisiti della candidabilità in qualità di atleta ‘attivo’ sussistessero nella fattispecie concreta. Anzi, pare che il pressoché nullo lasso di tempo intercorrente tra tesseramento e candidatura, a fronte della precedente comprovata inattività del resistente, confermino il contrario“. La sentenza prosegue parlando di “convergenti circostanze temporali e ambientali nel senso di ritenere che il sig. Dalfovo abbia artificiosamente precostituito le condizioni affinché, non potendo più candidarsi come atleta ‘non in attività’, per aver terminato la carriera oltre il decennio precedente, potesse giovarsi dei requisiti per l’eleggibilità come atleta di nuovo ‘in gioco’“. Ancora più severa la conclusione: “Il tesseramento e la relativa iscrizione dell’atleta nel campionato, al solo fine di conseguire l’elezione in Consiglio Federale, non supportata nei fatti da alcuna volontà di prendere parte all’attività o da alcuna forma di partecipazione concreta alla preparazione atletica, non solo rappresentano un vulnus per gli altri concorrenti candidati e per l’intera categoria che si intende rappresentare, ma costituiscono altresì una potenziale turbativa al corretto funzionamento e alla regolare organizzazione delle competizioni sportive. Che detta evenienza fosse da escludersi senza ombra di dubbio nella fattispecie concreta, il giudice del merito non ha fornito logico e puntuale riscontro in motivazione“. La decisione finale è quindi rinviata nuovamente alla Corte d’Appello, che (in diversa composizione) dovrà decidere nuovamente sulla candidabilità di Dalfovo. (fonte: AIP) LEGGI TUTTO

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    Tokyo 2020, Malagò insiste: “Vorrei l’oro dalla pallavolo”

    Di Redazione Lo aveva detto pochi giorni fa alla presentazione della programmazione olimpica di Discovery+ e lo ribadisce oggi nell’intervista di Daniele Dallera sul Corriere della Sera: per Giovanni Malagò, la pallavolo (femminile, anche se non lo specifica) è il primo pensiero quando si parla di medaglie a Tokyo 2020. “Vorrei tanto una medaglia d’oro dal volley” ribadisce il presidente del CONI, che più in generale commenta: “Abbiamo la squadra più numerosa e forte di sempre. Può accadere di tutto, mi aspetto che si vada meglio di Rio 2016 (28 medaglie). Questo è il mio auspicio“. Le Olimpiadi di Malagò saranno particolarmente emozionanti: “Le vivo come se fossi un atleta, con la stessa carica di chi ha lavorato anni e adesso ha di fronte la competizione. È un’Olimpiade diversa, questo è poco ma sicuro. Ma è l’Olimpiade più importante della storia, perché il fatto che si disputi, che si faccia, ha salvato il principio, il valore, l’evento, ha salvato l’Olimpiade“. LEGGI TUTTO

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    Caso Dalfovo: il CONI accoglie il ricorso di Giorgio De Togni

    Di Redazione Nuovo capitolo nella vicenda giudiziaria che coinvolge Massimo Dalfovo, consigliere federale della Fipav eletto alle ultime elezioni come rappresentante degli atleti. Il Collegio di Garanzia del CONI, nell’udienza di oggi, ha accolto il ricorso di Giorgio De Togni, presidente di AIP – Associazione Italiana Pallavolisti, contro la sentenza della Corte Federale d’Appello che aveva confermato la candidabilità del dirigente trentino, pur chiedendo maggiore chiarezza sulle norme di ammissione alle elezioni. Il CONI ha dunque rinviato il procedimento alla Corte d’Appello, che dovrà nuovamente pronunciarsi sui fatti. De Togni, a sua volta candidato per la stessa carica, aveva presentato ricorso sostenendo che Dalfovo non fosse in possesso del requisito principale, quello di aver partecipato a competizioni di livello almeno regionale per almeno due stagioni sportive negli ultimi 10 anni. A favore del neo-consigliere si erano però espressi sia il Tribunale Federale, sia appunto la Corte d’Appello. Nel frattempo Dalfovo era tornato in campo nel corso della Coppa Italia di Serie D con la squadra per la quale è tesserato, la Pallavolo C9 Arco Riva. (fonte: Coni.it) LEGGI TUTTO