Il gran premio che ha consacrato il suo talento cristallino; una sensibilità di guida senza pari in condizioni difficili che ha ricordato, agli addetti ai valori, quella di Ayrton Senna, tra l’altro il suo idolo indiscusso sin da bambino.
In quel gran premio di Gran Bretagna F1 2008 Lewis, da grezzo, si è trasformato in un diamante pregiato, davanti a quello che, da quel 6 luglio, sarebbe diventato il suo pubblico. A Silverstone non si aveva un tale coinvolgimento attorno ad un pilota dai tempi di Nigel Mansell, il leone inglese che trascinava e faceva infiammare le folle a suon di sorpassi e manovre al limite; Hamilton non avrà la pazza gestione gara di Nigel, ma ha abbastanza talento e personalità per ottenere gli stessi riscontri di audience. Come ha dimostrato 10 anni fa.
Il sabato, sull’asciutto, il finlandese Heikki Kovalainen, compagno dell’inglese alla McLaren, conquista la sua prima pole position in carriera con un super giro, distanziando di ben mezzo secondo il sorprendente Mark Webber su Red Bull e di sette decimi il suo connazionale Kimi Raikkonen sulla Ferrari. Hamilton parte quarto, preoccupato dal poco feeling che sente in macchina e, soprattutto, dall’impietoso confronto col suo meno quotato compagno di squadra; a casa sua, peraltro. Non può esistere una cosa del genere, non per uno che sa di essere superiore alla concorrenza.
Il famoso pazzo meteo inglese da una mano a Lewis visto che la gara parte con pista bagnata e sotto il cielo plumbeo di Silverstone, con tutti i piloti che partono con le intermedie: il più veloce allo scatto è proprio Hamilton che supera i primi tre prima di dover ricedere la posizione a Kovalainen, mentre tutto lo schieramento fatica a rimanere in pista. Il più disastroso, da questo punto di vista, è Felipe Massa con la Ferrari che va in testacoda per ben due volte nei primi tre giri, attirando anche qualche coro di scherno nei suoi confronti da parte del goliardico pubblico inglese; anche David Coulthard e Sebastian Vettel vanno in difficoltà, terminando la loro corsa al primo giro dopo un contatto. Al quinto giro, Hamilton riesce a superare Kovalainen alla curva Stowe per la leadership della corsa, aumentando subito il suo gap sul secondo.
Finlandese che va, finlandese che trovi: è Kimi Raikkonen il più veloce in pista, guadagnando tantissimo sulla McLaren di Hamilton fino al pit stop di quest’ultimo per montare gomme intermedie nuove; non cambia gli pneumatici la Ferrari che è fiduciosa sul rapido asciugamento della pista, ma viene smentita poco dopo quando, sul Buckinghamshire, si abbatte un violento acquazzone che rende ancora più scivolosa la pista, vanificando gli sforzi della Rossa. La corsa dell’inglese, a questo punto, si trasforma in una cavalcata trionfale, senza errori, se non qualche spavento, mentre il resto della griglia è impegnato nel tenere in pista la macchina e nella gestione gomme: Massa finirà la gara con ben quattro testacoda all’attivo; se non è un record poco ci manca.
Nel gruppo, con i giri che passano, comincia a risalire posizioni Rubens Barrichello grazie alle gomme da bagnato estremo che gli permettono di girare addirittura più veloce del leader della corsa; corsa che termina, ironicamente, senza pioggia per suggellare il successo strepitoso di Lewis Hamilton davanti alla BMW di Nick Heidfeld e alla fantastica Honda di Barrichello, distanziati entrambi di oltre un minuto. Doppiati tutti gli altri. Distacchi che non si vedevano da 13 anni, a dimostrare la qualità di guida di Lewis, la cui stella ha cominciato a brillare più che mai:
“E’ stata la gara migliore che abbia mai fatto: negli ultimi giri vedevo il pubblico che cominciava ad alzarsi in piedi. Sono incredibili le emozioni che ho provato, tanto da non voler quasi più scendere dalla macchina”.