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Open Court: la differenza e il viaggio di Jannik Sinner (di Marco Mazzoni)

135. Non è un numero buttato lì a caso, è il ranking di questa settimana di Jannik Sinner dopo la splendida vittoria nel Challenger di LexingtonIl 17enne azzurro continua a macinare risultati, a crescere in classifica, ma soprattutto a crescere sul piano tecnico, agonistico ed umano. I numeri sono sotto gli occhi di tutti, troppo evidenti per esser ignorati. Dal Challenger di Bergamo una cavalcata impetuosa, fatta di successi (e sconfitte) in torneo, l’esordio vincente gli Internazionali d’Italia, settimane d’allenamento top come quella passata a Monte Carlo col team Shapovalov, assai impressionato dal talento e cultura del lavoro del ragazzo. Se poi un certo Federer, appena scende dall’aereo, chiede proprio di te per tirare le prime palle in allenamento, beh, vuol dire che sei entrato “in the zone”, in quell’area riservata a pochissimi. Quei pochi dotati di talento e della considerazione nell’ambiente top di essere uno di quelli “veri”.

Strepitosa normalità

Ma l’aspetto più interessante di questo tourbillon di eventi ed emozioni è che Jannik non è cambiato di una virgola rispetto a quel ragazzo sereno e pacato che da qualche anno si allena con grande applicazione, consapevole che per scalare l’Everest sportivo è necessario partire da molto lontano, ed affrontare la scalata passo dopo passo. Nessuna corsa disperata, il baratro è lì a fianco a te, col rischio di cadere altissimo. Altissima è la sfida: arrivare al tennis che conta, senza scappatoie, affrontando le problematiche necessarie a capire dove stanno i tuoi limiti e lavorare per migliorarli. Il team che lo supporta è probabilmente il migliore possibile, e lui lo segue ed esegue con disciplina totale. Il loro treno corre veloce, e per ora non sbanda, come dimostra l’ingresso nella top150 prima dei 18 anni.

Numeri da campione

Ieri è girata su twitter una statistica significativa, che andava ad investigare sull’età in cui i giovani più forti del panorama attuale sono entrati nei migliori 150 della classifica. Sinner è al quarto posto, con i suoi 17 anni e 11 mesi. Il più precoce è stato Sasha Zverev, 17 anni e 5 mesi, quindi Coric e Auger Aliassime, anche lui come Jannik. Seguono Shapovalov, Ruud a già 18 anni compiuti e quindi altri nextgen. A parte i numeri assoluti, per quanto significativi, l’aspetto più interessante è che mai nell’era del tennis Open abbiamo avuto un talento così cristallino e precoce. L’ingresso nella top150 ATP è un passo molto importante, perché ti permette di entrare direttamente in diversi tornei e di fare le qualificazioni pressoché ovunque. Oltre i numeri, è assai interessante vedere quanto il tennis di Jannik sia evoluto in pochi mesi di attività internazionale.

Tennis in continua evoluzione

Dal “mitico” Challenger di Bergamo alla vittoria negli States, Sinner ha compiuto passi in avanti enormi, sotto ogni punto di vista. Non c’è un solo aspetto del tuo tennis che sia rimasto fermo, dal servizio alla continuità, profondità e velocità dei colpi da fondo. La posizione in campo è più avanzata, sbaglia di meno e gioca con una intensità superiore, costringendo i rivali ad un pressing ad altissima velocità che ti sfianca e porta all’errore. Per dirla alla Brad Gilbert, Sinner applica lo schema “boa constrictor”, ti porta nella sua ragnatela di scambi rapidi fino a stritolarti, palla dopo palla. Altra cosa che ti stupisce quando lo vedi giocare da bordo campo, è come la palla esca bene dalle sue corde: veloce, pulita, impatto secco con grande timing e soprattutto con un equilibrio MOSTRUOSO anche nelle fasi di scambio in cui non è in controllo. La coordinazione delle gambe e gli appoggi (migliorati già in gioventù grazie allo sci) oggi pagano dividenti a molti zeri. È un’affermazione forte, ma nella mia piccola esperienza tennistica, era dai tempi del sig. Djokovic che non vedevo un giovane con doti simili negli appoggi. Sarà un caso che pure Nole è nato sulle piste da sci? No.

Altro aspetto notevole del Sinner attuale è come migliori settimana dopo settimana. Riesce ad inserire nel suo tennis piccole cose: qualche scherma diverso nello scambio per uscire dal palleggio se il rivale non molla; lavora sugli angoli delle prime di servizio per diventare meno prevedibile (pazzesco come in finale vs. Bolt abbia trovato moltissimi angoli stretti con la prima, senza l’effetto slice ma colpendo pieno!); lavora col polso per trovare l’angolo stretto. Questa penso sia, insieme alla risposta, il settore di gioco in cui deve insistere per crescere. Sinner non avrà mai il cambio di ritmo “alla Fognini”, non è nel suo DNA tennistico. Il suo cambio di ritmo può essere trovare l’angolo stretto, col dritto ma anche col rovescio, grazie a cui spostare improvvisamente l’avversario quando è in comando nello scambio, quindi tagliare il campo ed affondare nell’angolo aperto o con un improvviso contropiede.

Insieme a questo schema, Jannik deve migliorare la qualità e continuità della risposta. A volte perde lunghezza e precisione, e per uno dotato del suo tennis razionale e di pressione, perdere campo o finire in difesa è mortale.

Capacità di apprendimento superiore

Tutto questo dimostra quanto Sinner abbia una capacità di apprendimento incredibile. È davvero “una spugna”, attento e preciso nel capire i problemi, applicarsi per imparare e ripetere in allenamento e quindi in partita, dove davvero si cresce. E il giovane azzurro cresce match dopo match, torneo dopo torneo. Per il resto del 2019 ha una manciata di punti da difendere, la stagione in corso è la sua prima nel mondo pro. L’ingresso nella top100 già quest’anno è molto probabile, anche perché il suo gioco è ideale per il cemento indoor, dove può esaltare le sue doti di spinta e precisione. La speranza è che il suo fisico, ancora acerbo, tenga lo sforzo di una stagione molto intensa, in cui non si è risparmiato ed ha pensato in grande, andando a prendere punti in tornei importanti ed affrontando difficoltà, invece di scegliere altre vie più “comode”. La programmazione ambiziosa è un altro degli aspetti che sottolinea la sua forza: nessuna scappatoia, se vuoi diventare uno di quelli forti, devi aver il carattere per giocare al limite del tuo livello ed apprendere da chi è abituato ad un tennis superiore per intensità.

Un futuro da scrivere giorno per giorno

Jannik Sinner sta entrando nel Grande Tennis per la porta principale. Seguiamo con grande passione – e senza isterismi – la crescita del nostro gioiello. Potrebbe vivere dei momenti di stallo, dei mesi in cui i risultati non arrivano. Niente panico. La traiettoria di crescita non è mai lineare, è una scalata, certi passi sono agili, altri saranno difficili. Personalmente sono molto fiducioso, perché in fondo Sinner è arrivato già ad un livello altissimo a nemmeno 18 anni senza aver fatto “niente di incredibile”, con un tennis ancora acerbo sotto molti punti di vista ma perfetto in quelle che sono le basi su cui costruire futuri vincenti, le fasi grazie a cui fare la differenza. Voglio godermi questo momento come bambino che si trova per la prima volta davanti ad un parco giochi bellissimo, colorato, immenso. Tutto da scoprire. È da una vita che aspetto un possibile campione azzurro. È bellissimo oggi vivere questo viaggio giorno per giorno, come una scoperta, insieme a Jannik.

Marco Mazzoni

@marcomazz


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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