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    “Premium Tour” e fondi sauditi, lavori in corso. Si parla anche di un “Contender Tour”

    Il tour nei prossimi anni potrebbe essere rivoluzionato

    Il tennis si muove verso un futuro nuovo e diverso, ma nessuno ancora conosce quale sarà la meta finale. Mentre il tour maschile e femminile avanzano sulla terra battuta in Europa, non si sono affatto fermate le manovre politiche dietro le quinte. ATP-WTA, gli Slam, i ricchi fondi sauditi, 3 attori principali intenti a scrivere la sceneggiatura di un film in continuo divenire, senza sapere quale sarà il porto d’arrivo ma una sola certezza: entro qualche anno, forse il 2027, la stagione tennistica non sarà più come la conosciamo oggi. Troppi i nodi al pettine, le questioni irrisolte, per l’insoddisfazione generale. I tennisti vogliono giocare di meno (spingono soprattutto per due mesi di totale off-season al termine dell’anno), ATP e WTA sono convinti che il prodotto tennis generi molto meno denaro di quanto sia il suo potenziale, con i sauditi pronti a portare fiumi di dollari a patto di cambiare lo status quo almeno in parte; gli Slam – leader della stagione – non ci stanno, non vogliono assistere passivamente ad un’eventuale rivoluzione che rischia di svalutare il loro potere sportivo ed economico.
    È inappropriato parlare di “guerra”, visto quello di terribile che sta davvero accadendo in più regioni del mondo, anche a due passi a casa nostra… ma è sicuro che da mesi le riunioni tra i leader del tennis sono state molte e piuttosto agitate. Il collega Russel Fuller è tornato sull’argomento con un dettagliato articolo sulla BBC nel quale parla degli sviluppi più recenti. Secondo il britannico la situazione è in totale divenire, non c’è ancora un piano prevalente, pronto per essere approvato e implementato, ma sembra che le forti tensioni vissute all’inizio del 2024 si siano un po’ placate. Tutte per parti in causa convengono sul fatto che uno scontro frontale non conviene a nessuno, quindi la situazione sarebbe un po’ più distesa, anche se le posizioni non sono ancora così vicine da portare ad un prossimo accordo.
    Il primo passo ufficiale è stato l’annuncio delle WTA Finals nella capitale saudita Riyadh per i prossimi tre anni. Nel corso del torneo di Madrid si svolgeranno altre riunioni che potrebbero sfociare nella fumata bianca di un altro successo per i sauditi: l’annuncio del decimo Masters 1000, da svolgersi a Riyadh. La creazione di un decimo mille – originariamente destinato alla prima settimana dell’anno o sull’erba prima di Wimbledon – ha subito una notevole accelerazione negli ultimi mesi. Il mese scorso, l’ATP ha emesso un invito a presentare offerte ad Arabia Saudita, Dubai, Doha, Abu Dhabi e Australia. Fuller riporta che la scadenza per le offerte è stato il 24 aprile, poche ore prima che il consiglio dell’ATP inizi due giorni di riunioni in cui sarà possibile identificare un vincitore o optare per un secondo round di offerte. Una volta chiaro il candidato prescelto, per un evento che non inizierà prima del 2027, potrebbero essere necessari almeno 18 mesi per selezionare una data nel calendario.
    È molto probabile che questa sia tra gennaio e febbraio. Organizzarlo in Arabia Saudita nella prima settimana dell’anno sarebbe considerato un gesto ostile da parte di Tennis Australia: comporterebbe la morte della United Cup e perderebbe il suo cast maschile di punta nelle due settimane precedenti gli Australian Open. Organizzarlo a febbraio, in Arabia Saudita, non causerebbe problemi a Tennis Australia ma potrebbe mettere in pericolo l’esistenza dei tradizionali eventi indoor europei e sudamericani sulla terra battuta che si svolgono in quel periodo. Già l’ATP sta affrontando pesanti critiche per l’ulteriore decurtazione degli eventi America Latina, e i tornei indoor in Europa – Rotterdam su tutti – hanno una tradizione assai radicata, forte anche dalla voglia dei moltissimi tennisti europei di tornare per qualche settimana nel vecchio continente dopo la lunga trasferta “down under”.
    Un’altra complicazione viene dal fatto che se i sauditi avessero successo ottenendo il decimo 1000 annuale, vorrebbero creare un evento combined. Il potere politico nel paese spinge per tornei ed eventi femminili, per mostrare al mondo i progressi sociali a livello di diritti e libertà. Specchietto per le allodole? Può essere, ma tant’è. Al momento non ci sono ulteriori licenze disponibili per gli eventi WTA 1000 e, a meno che non ne venga venduta una, i proprietari esistenti – compresi quelli di Doha e Dubai – avrebbero la possibilità di porre il veto a qualsiasi piano di espansione.
    Questa la faccenda politica vista dal lato ATP-WTA e sauditi. Ci sono gli Slam, forti dei 4 tornei più prestigiosi e ricchi dell’anno, che spingono per il loro Premium Tour, lanciato da Craig Tiley di Tennis Australia e ritenuto molto interessante dai suoi tre “colleghi” di categoria. Un piano definito “molto aggressivo”, poiché comporterebbe una vera rivoluzione dell’annata rispetto allo status quo, ma anche assai intrigante per i giocatori che vedrebbero la nascita di un tour sul modello della F1, meno tornei, molto ricchi, con buone pause. Giocare di meno, giocare “meglio”, guadagnare di più… difficile non essere attratti da un piatto del genere. Ma quelli che ambiscono ad entrare in questo Premium Tour senza averne la classifica? Si verrebbe a creare una spaccatura netta, nettissima, che all’ATP non piace affatto.
    Dopo alcuni discreti incontri iniziali tra i tornei del Grande Slam, incluso uno a Londra nella settimana prima degli Australian Open di quest’anno, tutti gli interessati sono stati invitati a un summit a Indian Wells a marzo. Fuller racconta che in quell’incontro il presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi rivelò un’offerta alternativa di 1,3 miliardi di dollari da parte dell’Arabia Saudita. Quella particolare offerta non è più sul tavolo, a causa dell’inizio del processo di offerta ATP e della conferma che Riyadh ospiterà le finali WTA. Ma il modo in cui è stato presentato all’incontro è stato accolto molto male dagli Slam. Da allora, sembra che le discussioni siano diventate più collaborative e cordiali. Si riporta che Gaudenzi e i presidenti dei quattro Grandi Slam hanno recentemente iniziato a incontrarsi regolarmente. Sono stati lanciati vari modelli del Premium Tour: il prototipo prevedeva una stagione con 10 tornei oltre ai quattro Grandi Slam, oltre alle ATP e WTA Finals e alla Coppa Davis e alla Billie Jean King Cup. Tutti gli eventi da svolgersi all’aperto, tabelloni da 96 con una durata di 12 giorni. La novità sarebbe la creazione una sorta di play off e play out con tabelloni da 64 giocatori per determinare chi possa entrare (e uscire) dai tornei Premium. Un secondo livello, a cui è stato dato il nome provvisorio di Contender Tour, che gestirebbe eventi che attualmente possiedono lo status ATP e WTA 500. Ci sarebbero in pratica promozioni e retrocessioni ogni stagione, oltre a spareggi di fine anno, prima di otto settimane di vacanze. 
    La proposta è allettante per i migliori, ma subito è stata sollevata una critica assai corretta: la proposta di impedire ai giocatori del Premium Tour di competere altrove (in quelli che sono oggi i tornei 500) non regge poiché 14 o 15 eventi in una stagione non affatto sarebbero sufficienti per i giocatori sconfitti ai primi turni del tour maggiore, che rischierebbero di giocare una manciata di partite in un anno. Come ritrovare condizione giocando poco o nulla? Non si può fare. Una via di mezzo potrebbe esser quella di consentire l’accesso ad almeno una manciata di tornei del Contender Tour, come ancora di salvezza. Basterà?
    Se questo piano verrà mai alla luce, di fatto gli attuali ATP e WTA 250 verrebbero declassati a eventi Challenger, con molti proprietari delle date attuali che vedrebbero il loro prodotto – pagato a carissimo prezzo – totalmente svalutato. Alcuni hanno già ventilato cause milionarie nel caso. Insomma, comunque la si guardi, le acque sono e restano agitate, trovare una soluzione che accontenti tutti sembra impossibile. “I giocatori non saranno d’accordo, perché i giocatori hanno bisogno di giocare. Un tennista classificato 50 o 60 perderà ogni primo o secondo round, quindi non sarà in grado di mantenere la sua posizione in classifica. Il loro obiettivo è quello di avere il maggior numero di posti di lavoro durante l’anno. Il Premium Tour sarà riservato ai migliori 20 giocatori, tutto qui” afferma un non identificato proprietario di un evento ATP 250 alla BBC. “Il tennis è fatto di prossimità e diversità. Quindi la diversità è che puoi giocare ovunque; la vicinanza è che anche in una piccola città puoi incontrare i giocatori. È la forza del tennis.”
    La situazione al momento sembra questa. C’è voglia di cambiamento, di maggiore unione nella governance del tennis. C’è la voglia di alzare il giro economico grazie all’apporto dei soldi sauditi o della rivoluzione degli Slam. Ma c’è anche la presa di coscienza che una guerra frontale non serve a nessuno. Forse ancora siamo lontani da quel che sarà il futuro. La ragione porterebbe a un compromesso tra le 3 grandi parti in causa – Slam, ATP-WTA, Sauditi, ma con “billions” sul tavolo, la ragione avrà la meglio? Staremo a vedere. Quel che sembra ormai certo è che dal 2026 o forse 2027, la stagione del tennis sarà molto, molto diversa.
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    Djokovic rilancia: “Ho ancora il fuoco dentro, la stagione è lunga”

    Il serbo alla cerimonia Laureus di Madrid

    Novak Djokovic si dice fiducioso per il resto della sua stagione, ancora molto lunga, forte di un fuoco dentro tutt’altro che spento. Il n.1 del mondo sta vivendo il suo peggior inizio stagionale da molti anni a questa parte, senza la sua “classica” vittoria agli Australian Open e con qualche sconfitta sorprendente, come quella patita da Nardi a Indian Wells. Parlando alla CNN a latere dei Laureus Award – dove ha ricevuto il premio di sportivo del 2023 – il serbo afferma di credere assolutamente nelle sue possibilità di vincere qualcosa di importante nel 2024, magari partendo dalla difesa della coppa dei Moschettieri di Roland Garros.
    “Roland Garros? Sono campione in carica, sto lavorando per questo”, afferma Nole parlando con la leggenda della NFL Tom Brady. “Quando si parla di Slam, non pretendi altro che la vittoria. Questa è la mentalità. Quest’anno è un po’ diverso, ma va bene. Sento ancora energia dentro, il fuoco non si è spento, voglio fare ancora molto in questo sport, mi godo il brivido della competizione e vedo quanto lontano posso arrivare. Siamo appena al quarto mese della stagione. L’anno del tennis è molto lungo, ci sono ancora tre Slam, le Olimpiadi e tanti altri tornei. Quindi mi preparo e cerco di vincere di più”.
    Così sente la sfida con la nuova generazione, che con Alcaraz e Sinner ha dimostrato di aver un livello adeguato a batterlo: “Mi piace competere con generazioni diverse. Ci sono i giovani che stanno emergendo – Alcaraz, Sinner – sono tutti incredibilmente affamati, in forma e veloci, ma uso la mia adattabilità per adeguare la mia tattica e il mio gioco a loro e capire cosa serve per rimanere al top e competere con questi ragazzi e provare a vincere più titoli”.
    Il 2024 non è partito bene: “Non è stato l’inizio che ho avuto per gran parte della mia carriera. Sono stato davvero benedetto ad iniziare la maggior parte delle stagioni negli ultimi 20 anni della mia carriera con una vittoria in Australia. Ovviamente quando inizi l’anno con una vittoria in un torneo del Grande Slam hai il vento in poppa e dà il tono per il resto della stagione.”
    Djokovic ha confermato la propria presenza al Masters 1000 di Roma del mese prossimo per testare la sua condizione in vista di Roland Garros. Con il suo 37esimo compleanno ormai alle porte, il serbo resta fiducioso: “Sento l’importanza di ricordare sempre a me stesso di vivere nel presente, ricordare da dove vieni, il viaggio, il percorso, anche le persone che ti circondano. Ho molte persone intorno a me, oltre alla mia famiglia. C’è una grande squadra che mi aiuta a dare il meglio. Persone che mi aiutano a preparare la prossima sfida”.
    Parole ferme, che sembrano confermare la sua voglia di giocare e vincere ancora. Lo ritroveremo al Foro Italico, sarà l’ultimo banco di prova prima di Parigi, dove dovrà difendere il titolo 2023. Contro Sinner, Alcaraz, Medvedev e altri forti competitor, servirà una versione di Novak migliore rispetto a quella vista finora nel 2024.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La presentazione degli Internazionali BNL d’Italia all’interno del Colosseo. Binaghi: “Supereremo ogni record di presenze. Wild card a Berrettini, Fognini, Gigante, Zeppieri e Vavassori”

    Il Presidente della FITP Binaghi nel corso della presentazione 2024 degli IBI

    Nell’iconica cornice del Colosseo, si è svolta la presentazione dell’edizione 2024 degli Internazionali BNL d’Italia. A prendere parola per primo il Presidente della FITP Angelo Binaghi: ha illustrato gli straordinari risultati economici e di presenza di pubblico al torneo, una crescita costante e consolidata, soffermandosi poi anche su progetti e prossime iniziative per sostenere il momento eccezionale del tennis in Italia.
    Binaghi ha approfittato dell’evento per annunciare le Wild Card: “Trevisan, Errani, Stefanini, Pedone, Brancaccio e la giovane Paoletti nel femminile, mentre nel maschile salutiamo con grande piacere il rientro di Berrettini, a cui daremo una Wild Card. Le altre sono per Fognini, due giovani come Gigante e Zeppieri, l’ultima la daremo a Vavassori. Se Berrettini entrerà in tabellone grazie alla classifica, la wild card sarà assegnata a Napolitano”. Per il tabellone di qualificazione, le wild card sono state assegnate a Maestrelli, Passaro e Vincent Ruggeri nel maschile, Ambrosio, Pigato, Rocchetti e Ruggeri nel femminile.

    Annunciate le wild card per gli #IBI24
    Tabellone principale maschile 🔵
    Matteo #BerrettiniFabio #FogniniGiulio #ZeppieriMatteo #GiganteAndrea #Vavassori#tennis | @InteBNLdItalia pic.twitter.com/dRP2wC3iY1
    — FITP (@federtennis) April 23, 2024

    Queste alcune frasi del Presidente Binaghi nel corso della presentazione.
    “È la presentazione che ho sempre sognato. Non so se sia merito del valore degli #IBI24, di Sinner e delle nostre squadre campioni e finaliste mondiali, o della popolarità del tennis. So che noi, Sport e Salute e BNL dobbiamo essere fieri”.
    “La prevendita è lo specchio più fedele del valore che creiamo. Il record di incasso non è più una notizia, a testimonianza di una crescita sana e continua degli #IBI24 e del tennis italiano. La notizia è la velocità di crescita, che è del 36% anno su anno. Domani raggiungiamo e superiamo il risultato di 22 milioni di euro di incasso e lo facciamo con molti giorni di anticipo rispetto alle finali del torneo, per le quali i biglietti sono già esauriti. Mai è stata così alta la prevendita. Cresciamo anche con gli stranieri, 29mila biglietti. La crescita dei biglietti è dovuta una crescita alla domanda interna, si vive un’atmosfera frizzante. Abbiamo vinto nel 2024 ben 4 tornei di livello uguale o superiore agli Internazionali”.
    “Il torneo sarà trasmesso in chiaro dalla Rai in tutti i giorni del torneo. Non ci sarà la sessione serale l’ultimo sabato del torneo”.
    “Supereremo agevolmente i 300 mila spettatori paganti e puntiamo a superare quota 350 mila; l’impatto economico sul territorio supererà il mezzo miliardo di euro dello scorso anno”
    “Faremo vedere a tutto il mondo le bellezze del nostro paese e la nostra capacità organizzativa, generando un importante impatto sociale, e speriamo anche la performance dei nostri atleti”.
    “Insieme a Sport e Salute non utilizziamo un euro di fondi pubblici, paghiamo l’affitto dell’impianto. Tutto questo venendo da un passato con milioni di debito. L’obiettivo è continuare con investimenti che possono far crescere il nostro sport. Siamo partiti con la televisione, Supertennis, quindi il rilancio del settore tecnico, all’epoca fu criticato ma oggi è studiato e copiato. Ci siamo dedicati anche alla scuola, dove il tennis non riusciva ad entrare. La nuova frontiera è l’impiantistica, i nostri campi – da tennis e padel – hanno un eccesso di domanda e quindi dobbiamo pensare all’offerta. Vogliamo realizzare qualche migliaia di campi da tennis, padel e pickleball”.
    “Se Sinner diventasse n.1 al mondo agli Internazionali faremo una festa. Lo sport insegna a cercare di vincere. Credo che la vittoria di Jannik Sinner possa trascinare il tennis italiano a raggiungere grandi obiettivi. Lavoriamo per cercare di vincere”.
    Ci sarà un evento di tennis a Piazza del Popolo, il sorteggio di tabelloni principali si svolgerà alla Fontana di Trevi, annuncia il sindaco di Roma Gualtieri.
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    Schwartzman, ritiro imminente?

    Diego Schwartzman (foto Getty Images)

    “Fine del viaggio”. Con questo sibillino post sul social X l’argentino Diego Schwartzman ha commentato la sua terribile sconfitta patita nel match di qualificazione al Masters 1000 di Madrid. Un commento che allarma i suoi sostenitori: il suo ritiro è imminente?

    Final del viaje… 🙌✅😆
    — diego schwartzman (@dieschwartzman) April 22, 2024

    Diego, 31 anni ed ex n.8 ATP, da molto tempo attraversa una crisi nerissima (attualmente è n.142 nel ranking mondiale). Non gli è proprio andata giù l’ennesima battuta d’arresto subita dal veterano catalano Albert Ramos Viñolas (105esimo nel ranking, 36 anni) per 3-6 7-6(3) 6-2 al termine di una battaglia di quasi tre ore, con due match point non sfruttati dall’argentino nella fase finale del secondo set. Schwartzman, che ha giocato sei volte nel main draw del torneo di Madrid, non l’ha presa affatto bene, scrivendo quell’amaro commento e senza dare ulteriori spiegazioni nemmeno ai colleghi del suo paese.
    Potrebbe esser stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Diego infatti da molto tempo non riesce a ritrovare il suo miglior tennis, nonostante garantisca di allenarsi con grande intensità e di fare le cose al suo meglio, come sempre aveva fatto in carriera, arrivando nella top10 e togliendosi grandi soddisfazioni, come per esempio battere Nadal sul rosso al Foro Italico nel 2020. Così aveva parlato al recente ATP di Buenos Aires dopo esser stato sconfitto da Daniel Galan: “È diventato molto difficile quando le cose vanno male in torneo. Faccio uno sforzo molto grande ogni giorno e mantenermi mentalmente con i risultati che ho ottenuto è complicato (…) Se non tornano le vittorie, la felicità di stare in campo, è difficile. Mi è rimasto ben poco nel serbatoio”.
    Purtroppo per lui, da lì in avanti il suo 2024 non è proseguito nel migliore dei modi, anzi: ha perso all’esordio nei tornei di Los Cabos, Acapulco, Indian Wells e Montecarlo.
    È curioso che poco prima del triste commento di Diego, sempre sul social X la PTPA (nuovo sindacato creato da Djokovic insieme ad altri colleghi) aveva annunciato con un post che proprio Schwartzman e l’americana Taylor Townsend sono stati scelti come nuovi membri del Comitato Esecutivo. “Schwartzman e Townsend contribuiranno con le loro diverse prospettive ed esperienze all’organo dirigente della PTPA, offrendo una guida strategica per portare avanti la missione della PTPA di proteggere e migliorare i diritti dei giocatori”.
    Vedremo se quel post social è stato uno sfogo a caldo per l’amarezza di una vittoria che ha solo accarezzato, oppure se il suo serbatoio si è totalmente svuotato e ha alcuna voglia di provare a riempirlo di nuovo. Certamente nella sua carriera ha compiuto grandi sforzi per arrivare ad un livello altissimo, partendo tra l’altro da una posizione tutt’altro che facile. Mille i sacrifici vissuti da giovane – anche dalla sua famiglia – per arrivare nel tennis che conta. Fatiche fisiche e mentali importanti, che probabilmente l’hanno progressivamente prosciugato.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Preoccupazione in Serbia per il futuro di Djokovic: ha “mollato la presa”?

    Novak Djokovic (foto Getty Images)

    La decisione di Novak Djokovic di non partecipare al Masters 1000 di Madrid ha diviso l’opinione pubblica in Serbia. Da un lato la constatazione che il n.1 del mondo non ama particolarmente il torneo spagnolo, l’ha disertato già altre volte, considerando le sue condizioni – in altura – troppo diverse da quelle di Parigi, dove nel 2024 si concentrano i suoi obiettivi: la difesa del trono di Roland Garros e il torneo Olimpico, l’unico vero vuoto rimasto nella sua incredibile carriera. Dall’altro lato alcuni dei commentatori più noti del paese dei Balcani sottolineano come la scarsa continuità di gioco non aiuterà il campione a ritrovare il suo miglior tennis. L’esempio è arrivato a Monte Carlo: dopo aver saltato Miami ed essersi allenato a casa sua sul rosso che conosce meglio, Novak ha giocato un tennis molto lontano dai giorni migliori, finendo battuto per la prima volta da Ruud, tennista che in carriera non l’aveva mai impensierito severamente.
    Sul media Sport Klub, il più seguito in Serbia, si è aperto un dibattito sulla situazione attuale di Djokovic. Mettendo sul tavolo tutti gli elementi, si ipotizzano scenari tutt’altro che rosei. Nel 2024 non ha ancora vinto un torneo; è arrivata l’improvvisa separazione da Goran Ivanisevic, personaggio di grande carattere e non sempre in linea col pensiero del suo assistito, ma indubbiamente grande professionista, decisivo nel miglioramento del servizio di Nole e grande motivatore; a questo, la scelta – vedremo se temporanea – di non ingaggiare un vero allenatore, affidandosi all’amico Zimonjic, che oggettivamente sembra più uno sparring che un’ipotesi di vero coach. Secondo alcuni osservatori, su Nova k ha pesato terribilmente la sconfitta patita da Sinner in Coppa Davis a Malaga: era il suo grande obiettivo di fine 2024, oltre alla delusione l’aver finito molto tardi l’annata l’ha portato a ritardare la ripresa della preparazione, con il risultato di essersi presentato in Australia con una forma deficitaria, un torneo non brillante terminato in semifinale ancora sotto i colpi poderosi di Jannik.
    In pratica in Serbia molti pensano che Novak abbia perso motivazione, quel fuoco sacro che nonostante l’età ormai avanzata gli permetteva di allenarsi meglio di tutti e far valere la propria immensa classe contro le nuove leve. Tutti a Belgrado si aspettavano un avvio di 2024 simile a suo post Wimbledon 2023: dopo la dura sconfitta patita da Alcaraz, Novak su spettacolare per come si riprese, alzò il livello e con grandissima grinta e classe dominò l’estate USA, vincendo a Cincinnati e US Open. Stavolta la “risposta” in campo di Djokovic all’avvento di Sinner è stata flebile e perdente.
    Djokovic ha sempre detto di voler continuare a giocare per scrivere nuovi record, non parlando mai di ritiro e anzi prendendo ad esempio campioni come gli statunitensi LeBron James o Tom Brady, due icone dello sport USA che hanno dominato ben oltre i 35 anni d’età. Tuttavia molti in Serbia hanno tirato fuori dal cassetto una frase sibillina pronunciata qualche tempo da Djokovic, nella quale affermava “tutto può cambiare repentinamente, dipende da come sta il mio corpo. Ammetto che a volte recuperare la fatica all’interno di un grande torneo non è più come anni fa, a volte hai dolore è non è facile ripresentarsi in campo al massimo. Sarà il mio corpo a indicare quando è il momento di smettere”. Giustificando il suo momento attuale, tra il non scegliere un nuovo coach e saltare alcuni tornei, Djokovic ha parlato del bisogno di stare di più in famiglia, e fanno notare in patria come nei suoi canali social ultimamente dominano le attività con i due figli e la moglie, o eventi ai quali prende parte, piuttosto che allenamenti o tornei.
    In Serbia non si parla d’altro. Siamo alle supposizioni, ovviamente, ma considerato tutti questi elementi c’è la sensazione che dopo quasi 20 anni di carriera a grandissimo livello, scrivendo record assoluti e praticamente imbattibili, forse Djokovic per la prima volta abbia un po’ mollato la presa. Con un tennis basato su grandi colpi ma soprattutto grandissima intensità fisica e durezza mentale, un quasi 37enne Nole può giocarsela alla pari con Sinner, Alcaraz e gli altri migliori, senza spingersi al suo 100%? Roma e soprattuto Parigi ce lo diranno.
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    Coria: “Se Gaudenzi venisse all’ATP di Buenos Aires capirebbe cos’è il tennis in America Latina”

    Il torneo di Buenos Aires

    Mentre la stagione su terra battuta entra nel vivo in Europa, non si placano in Sud America le polemiche per la decisione dell’ATP di degradare la già breve stagione di tornei nel continente. Con la scomparsa del 250 di Cordoba il prossimo anno, saranno solo tre i tornei disputati in America Latina: i 250 di Buenos Aires e Santiago, e il 500 di Rio in Brasile. Davvero una miseria su 46 settimane di tour, considerando anche l’alto numero di giocatori provenienti dalla regione impegnati tra tour maggiore e Challenger, e la passione di milioni di appassionati, forgiata in anni e anni di presenze e grandi campioni. Proprio la nascita, ormai alcuni anni fa, di un tour Challenger molto forte e strutturato grazie a un ricco sponsor statunitense ha dato l’input per un bel rilancio dei giocatori latini. Oggi ci sono diversi argentini e cileni di buon livello, con la possibile esplosione di Fonseca come vero fenomeno per il tennis latino americano. L’ATP tuttavia ha altri piani: gli interessi ormai sono stati spostati nel medio oriente, dove ci sono risorse enormi. Così che la pressante richiesta dalla capitale argentina di ospitare un torneo 500 per alzare il livello e l’interessa è stata rispedita al mittente, e la cosa non è stata presa esattamente bene.
    I tennisti e commentatori di Argentina, Brasile e non solo hanno scritto fiumi di articoli, descrivendo una situazione per loro tutt’altro che positiva. A loro dire non mancano nemmeno soldi e sponsor, ma la volontà di far crescere il tennis al massimo livello nell’area. Quindi una questione prettamente politica. In questo solco rientrano le parole piuttosto polemiche pronunciate da Federico Coria, che al collega Sebastian Varela ha rilasciato una lunga intervista su Clay nella quale si sofferma anche su questo tema.
    “Per me quello che bisognerebbe fare, non so se sia già stato fatto, è invitarlo (Gaudenzi, ndr) e fargli vedere la passione che ha il tifoso sudamericano, come vive lo sport, come lo colora” afferma Coria. “Credo che se fosse stato presente alla partita di Wawrinka a Buenos Aires, avrebbe sicuramente capito come vive questo sport un sudamericano. Perché uno svizzero e un cileno (Nicolás Jarry) giocano a Buenos Aires e il campo ha un tempo spettacolare e poi un ragazzo che ha già vinto tre Slam se ne va praticamente piangendo per aver perso un secondo round di un ATP 250… è incomprensibile per qualcuno che non è di queste parti. Un ragazzo che ha vinto tutto, gli ha fatto così male. Tutto l’amore che aveva ricevuto dalle persone lo ha portato a questo, e non lo dimenticherà mai. Quindi spero che l’anno prossimo lui (Gaudenzi, ndr) possa venire al tour così potrà vedere com’è”.
    Chiedono a Coria se il Presidente è vicino ai giocatori. Secca la risposta di Federico: “Non lo vedo quasi mai. Di tanto in tanto l’ho incontrato nei grandi tornei. Sicuramente chi sta più in alto deve avere più contatti con lui, almeno credo”.
    Ultima nota per le pressioni ricevute dai social network. Anche Coria è soggetto a insulti parte di scommettitori frustrati, confermando come il mondo del betting sia il cancro dello sport: “Ormai non apro più i social o quasi, e nemmeno guardo nelle richieste di messaggi di Instagram, perché sono praticamente tutti insulti da scommettitori, sia che abbiano vinto o perso le loro giocate. Le poche volte che ho letto ultimamente ho trovato un ragazzo che mi ringrazia e mi ama, dopo la partita successiva mi augura che tutta la tua famiglia muoia”. È la foto esatta di un fenomeno orrendo, al quale il mondo del tennis dovrebbe mettere un freno.
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    Carbonell: “Nei giovani vedo meno passione, ad eccezione di Sinner. Alcaraz? Manca continuità”

    Tomas Carbonell

    Il torneo 500 di Barcellona ha visto in Spagna il ritorno come commentatore per il canale Teledeporte di Tomas Carbonell, catalano 55enne ex n.40 ATP negli anni ’90. Era una delle voci più apprezzate del tennis iberico, quindi il suo ritorno ai microfoni per l’edizione 2024 del “Godò” è stata salutata con soddisfazione dal pubblico nazionale. Il media puntodebreak ha approfittato per intervistarlo, spaziando su vari temi. Oltre a varie faccende più personali e relative alla Spagna, Carbonell ha parlato anche del momento del tennis attuale, soffermandosi su di un punto a lui molto caro. Ritiene infatti che il tennis oggi sia cambiato troppo per colpa delle valanghe di dollari ricevute dai giocatori di altissimo livello, e questo ha portato ad una minore passione in loro, con l’eccezione di Jannik Sinner che secondo Carbonell invece è un professionista serissimo animato da un amore totale per il gioco e la sua professione, esattamente come gli immortali della disciplina.
    “Negli ultimi anni alcune cose stanno migliorando molto, come i premi e la qualità dei tornei. Anche i giocatori si evolvono con il loro tennis” commenta Carbonell. “Di negativo direi che vedo sempre meno passione, mi piacciono i giocatori che giocano per la gloria, ma quando sei miliardario… uno zero in più o uno zero in meno cambia poco, un successo in più o uno meno ugualmente. Resto dalla parte di giocatori che hanno passato la loro vita a giocare come ha fatto Federer, o anche come continua a farlo Djokovic, tennisti che giocano per vincere gli Slam, che continuerebbero a farlo anche gratuitamente. Questo si sta un po’ perdendo con le nuove generazioni, ad eccezione di Jannik Sinner. Gli altri stanno perdendo quella visione romantica che ho di questo sport”.
    Ecco cosa distingue Sinner dagli altri per Carbonell. “Come dicono gli americani, Sinner è un tennista h24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Lo vedi parlare e ti rendi conto che per lui non esistono martedì né domeniche, non esistono giorni festivi né giorni feriali: vuole essere un mito. Ciò che conta per lui è migliorare ogni giorno, avvicinandosi ai suoi idoli. Se farà la storia? In questo momento ti dico di sì. Jannik ha l’intelligenza per riuscirci. Non solo devi amare quel che fai, devi anche essere intelligente. Rafa, Roger e Novak lo hanno sempre dimostrato: non solo sono stati molto bravi, sono stati anche molto intelligenti e questo li ha portati ad essere quel che sono diventati”.
    “È difficile paragonare le epoche, sono discorsi affascinanti ma che lasciano il tempo che trovano. Prima parlavamo di Sampras come del migliore della storia, ma ora ne abbiamo avuti tre contemporaneamente superiori a lui. Questo è molto difficile da ripetere, qualunque epoca paragoni a quella che sta terminando finisce per essere peggiore. Ma questo non significa che non ci si possa emozionare di nuovo. Per me Sinner è un’ispirazione che mi fa emozionare nuovamente“.
    Immancabile la domanda su Alcaraz, nuovo fenomeno del tennis spagnolo: “Quello che mi piace di più di Carlos è quello che trasmette in campo, proprio quello che Sinner non ha. Col tempo Sinner sarà un giocatore di cui si parlerà molto per via dei suoi titoli, ma Alcaraz ha qualcosa che nessun altro ha: quando gioca, viene voglia di giocare con lui. Partecipi alle sue partite, quando fa un punto ti fa alzare dalla sedia. Sinner ha altre cose molto buone, ma Alcaraz ha una passione irrefrenabile. Spero che la sua salute sia dalla sua parte. Non sono preoccupato per la sua carriera, ma sono preoccupato per le sue disconnessioni. Carlos è un giocatore che ha bisogno di giocare tanto, che corre molti rischi, un giocatore che è tutto o niente. La continuità lo aiuterebbe a essere un giocatore migliore. Veniamo da un periodo in cui si diceva che Alcaraz non raggiungeva i suoi obiettivi e, all’improvviso, vince Indian Wells. Ma ora, all’improvviso, smette di giocare di nuovo. Questo è ciò che mi preoccupa, questo andirivieni può impedire ad Alcaraz di essere un tennista capace di fare lo storia”.
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    Musetti cede a Carballes Beana all’ATP 500 Barcellona al termine di una dura battaglia

    Lorenzo Musetti (foto Getty Images)

    Lottare su ogni palla non basta quando hai di fronte un avversario più dinamico e aggressivo, pronto ad attaccare su ogni traiettoria più corta o interlocutoria e non regalarti quasi nulla. Questa la triste sentenza per Lorenzo Musetti, uscito di scena all’esordio (per lui secondo turno) dell’ATP 500 di Barcellona per mano di un irriducibile Roberto Carballes Baena. 7-6(4) 6-4 lo score per il nativo di Tenerife al termine di 2 ore e 14 minuti di grande lotta, tennis intenso da “vera” terra battuta, fatto di lunghi scambi costruiti su spinta, rotazioni, cambi di ritmo, rincorse difensive e affondi vincenti. Musetti non ha disputato nemmeno una brutta prestazione, ha corso e lottato molto, trovando alcune delle sue perle tecniche che tutti adorano, ma la partita l’ha condotta Carballes, assai più offensivo dell’azzurro grazie a una posizione in campo più vicina alla riga di fondo e mediamente più incisivo in risposta. Lo dimostrano le 13 palle break ottenute da Roberto (due sfruttate, nel secondo set), contro le 5 di Musetti.
    Alla fine la partita è girata su pochi punti, tra il finale del primo set e quello del secondo. Il rammarico per Lorenzo viene dal set point non sfruttato sul 6-5 (ottimo servizio del rivale) e un tiebreak nel quale ha avuto un momento no con 4 punti persi di fila che non è riuscito a recuperare. È stato bravo invece a reagire nel secondo set, quando è scivolato sotto 3-1 recuperando immediatamente lo svantaggio. Quel game, giocato con risposte non solo bloccate e un diritto in spinta meno carico di spin e assai più veloce e profondo, è stata la dimostrazione che da questa partita si poteva ricavare di più con un’attitudine meno difensiva. Vero che Carballes è stato un vero martello, con il suo pressing asfissiante col diritto, palle continue e cariche di spin nell’angolo del rovescio, ma Musetti da quel lato ha assolutamente le contro mosse per disinnescare il forcing dell’avversario. Per farlo tuttavia serve crollare meno all’indietro, dove devi affidarti alle gambe e/o giocate al limite.
    Musetti ha affrontato un ottimo giocatore da terra battuta, in grande condizione fisica, sui campi a lui preferiti, ma era consapevole fin dal pre partita di che schemi avrebbe dovuto fronteggiare, e così infatti è andata. Carballes ha servito con buone percentuali, 75% di prime, non per fare il punto ma guadagnare spazio, in modo da attivare il suo diritto in spinta dal centro, muovere Musetti e quindi aprirsi il campo dopo alcuni scambi condotti a buona velocità, forte di piedi davvero rapidi nel cercare la palla. Ha tenuto questa condotta in modo quasi fanatico, senza alcuna variazione se non qualche palla corta. C’era spazio per trovare una contromossa: la risposta. Questo è stato il peccato originale della sconfitta dell’azzurro, la difficoltà nel tenere fermo l’avversario con la risposta, e spesso pure con una seconda di servizio troppo centrale e prevedibile. L’imprevedibilità è una delle chiavi del tennis di Lorenzo, ma oggi purtroppo non c’è stata, o solo a tratti. Si è affidato a schemi troppo lineari da terra, classici, con palle discretamente lavorate per riguadagnare campo e quindi poter entrare con un colpi più rapidi; ma l’avversario è stato mediamente più efficace e incisivo, tanto che Musetti è finito per gran parte del match a contenere e contrattaccare. E facendolo da troppo dietro, sempre per colpa dei colpi d’inizio gioco, tutto è diventato difficile.
    Musetti quando è riuscito ad avanzare la posizione e scatenare la potenza col diritto si è spesso preso ottimi punti, ma c’è riuscito troppo poco, vittima di troppe fase di costruzione diventate attendismo e quindi alla lunga perdenti. Un film già visto, purtroppo, nel quale non è riuscito a cambiare la sceneggiatura. Chiaramente c’è stato il set point, e la buona reazione nel secondo set, le occasioni per girare l’incontro a suo favore c’erano, ma il vero rammarico è per una partita che andava affrontata con più veemenza e colpi più aggressivi. Il contrattacco è un’arte splendida ma complicata. Il miglior Musetti è quello che aggredisce e comanda, oggi sul rosso in Catalogna s’è visto solo a tratti, e non è bastato.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il match inizia con Musetti al servizio e lunghissimi scambi, con Lorenzo che rallenta e taglia col back e Roberto a pressare dalla riga di fondo. L’italiano ha difficoltà a tenere fermo lo spagnolo, rapidissimo a girarsi sul diritto e spingere con una palla consistente. Ai vantaggi Musetti concede e annulla tre palle break, la terza con un Ace al centro. 14 punti, per l’1-0 Musetti, in una giornata disturbata da forti folate di vento. Più incisivo in risposta Lorenzo, con un’accelerazione straordinaria di rovescio lungo linea strappa il più bel punto di quest’avvio e il 15-40, due palle break. Le gioca bene Carballes, ottima una smorzata e poi chiusura sulla rete. Anche lo spagnolo, a fatica, vince il suo primo turno di battuta, 1 pari. È una vera partita da terra battuta, Carballes spinge con spin, Musetti contiene e poi cambia ritmo con accelerazioni piatte improvvise o smorzate. E si lotta, su ogni palla, in ogni game. Alcune perle tecniche di Lorenzo, come la volée fantastica nel sesto game, mentre Roberto è assai consistente e continuo nel suo martellamento di pressione. Complicato il settimo game per l’azzurro: Carballes spinge con il diritto trovando grande profondità. Strappa due palle break sul 15-40, ma le gioca bene l’azzurro, restando freddo e paziente, 4 punti di fila e via 4-3. Si avanza sui turni di servizio, fino al 6-5. Lorenzo trova una splendida accelerazione col diritto da sinistra, gli vale lo 0-30. Poi gli esce di pochissimo un passante di rovescio che sarebbe stato vincente (e tre set point!). Anche il passante seguente – di diritto – gli esce di un niente, poco fortunato in questi due punti l’azzurro. Il set point per “Muso” arriva ai vantaggi, con un cambio di ritmo maestoso col rovescio lungo linea. Lo annulla Carballes con una prima palla esterna non gestita da Lorenzo (terza palla break non sfruttata nel set). Il parziale si decide al tiebreak. Roberto trova una volée bassa incredibile sull’1 pari, colpo di una difficoltà inimmaginabile visto l’ottimo passante basso e lento dell’azzurro. Musetti esterna la frustrazione per la giocata del rivale, ad annullare il suo ottimo passante, e la rabbia genera una pallata di rovescio lunga, che costa all’azzurro il mini break, 1-3. Più dinamico lo spagnolo, spinge di più passando da difesa ad attacco, con un diritto vincente da tre quarti campo che gli vale il 4 punti a 1. Scappa anche un altro rovescio a Musetti, sotto 5-1. Ritrova efficacia nella spinta, si riprende un mini break e poi anche un Ace, torna sotto sul 4-5. Gestisce ottimamente Roberto gli ultimi due punti, attacco ben costruito e poi diritto pesante sul primo set point, per 7 punti a 4. Peccato per il set point, ma in generale Lorenzo poteva prendersi qualche rischio in più in risposta, dove è stato spesso troppo conservativo.
    Carballes inizia con un buon turno di servizio il secondo set. Anche Musetti serve bene, a 15 impatta 1 pari. La partita svolta nel quarto game. Musetti smarrisce la prima di servizio, soffre l’aggressività e dinamismo del rivale che vola 0-40. Annulla tre le chance Lorenzo con un buon piglio e anche un pizzico di buona sorte con un nastro mortale di un tocco sotto rete. Purtroppo capitola alla quarta chance del game (e nona palla break complessiva per lo spagnolo), gioca un drive carico ma corto, è rapido Roberto nel girarsi col diritto inside out e trovare l’affondo vincente. È il primo BREAK del match, 3-1 e servizio avanti l’iberico, più offensivo e pronto a prendersi il rischio. Musetti cerca la reazione, finalmente avanza un po’ la sua posizione e spinge con maggior anticipo col diritto, colpo un po’ mancato nelle fasi chiave. Ha una palla del contro break ai vantaggi, ma gestisce male lo scambio, con una sua palla che pensava finisse lunga, finendo per fermarsi un attimo e quindi perdere lo scambio. Un raro errore col diritto di Roberto regala la seconda chance al toscano. Stavolta il BREAK arriva, con un passante di rovescio lungo linea, dopo una piccola deviazione del nastro. Si torna in equilibrio, 3-2. Una bella reazione, ma complessivamente resta sempre a rincorrere l’azzurro, con lo spagnolo più attivo e offensivo. Eppure appena Lorenzo attiva il diritto con i piedi nei pressi della riga trova colpi molto incisivi. Anche l’ottavo game va ai vantaggi, “si mangia” il campo Carballes palla dopo palla, molto aggressivo su ogni seconda palla di Musetti. Proprio un’altra seconda di servizio troppo docile costa cara all’azzurro, risponde forte lo spagnolo, apre il campo e chiude con il doppio smash. C’è una palla Break cruciale. Attacca con coraggio Musetti, chiude con la seconda volée. Con un altro gran punto, vinto in modo acrobatico, Musetti impatta 4 pari, ma quanta fatica, con il cronometro che ha superato le due ore di intensa battaglia. Sul 5-4, Musetti è di nuovo in difficoltà al servizio. Carballes trova un gran vincente col diritto dal centro, troppo lento il drive di Lorenzo (15-30), quindi Musetti sbaglia il diritto sulla risposta profonda del rivale. Lo score è 15-40, Due Match Point Carballes. Annulla primo di prepotenza, servizio e poi smash di “cattiveria”, 30-40. Sul secondo Roberto trova una risposta d’incontro in allungo che genera una traiettoria stretta e velocissima, imprendibile. Vince Carballes, con tanta sostanza e pressing. Più di un rammarico per Musetti, che ha avuto un set point e ha gestito la partita più sulla rimessa che sul piano offensivo.

    [10] Lorenzo Musetti vs Roberto Carballes Baena ATP Barcelona Lorenzo Musetti [10]64 Roberto Carballes Baena76 Vincitore: Carballes Baena ServizioSvolgimentoSet 2L. Musetti 15-0 15-15 15-30 15-40 30-404-5 → 4-6R. Carballes Baena 15-0 30-0 30-15 40-154-4 → 4-5ServizioSvolgimentoSet 1R. Carballes Baena 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40L. Musetti 15-0 30-0 30-15 df 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 ace A-400-0 → 1-0

    🇮🇹 Lorenzo Musetti vs 🇪🇸 Roberto Carballes Baena**SERVICE STATS**
    | Statistica | 🇮🇹 Musetti | 🇪🇸 Carballes Baena ||——————————|—————–|———————|| Serve Rating | 269 | **290** || Aces | **5** | 2 || Double Faults | 2 | **0** || First Serve % | 66% (57/87) | **75% (60/80)** || 1st Serve Points Won % | 67% (38/57) | **73% (44/60)** || 2nd Serve Points Won % | **53% (16/30)** | 50% (10/20) || Break Points Saved % | **85% (11/13)** | 80% (4/5) || Service Games Played | 11 | 11 |
    **RETURN STATS**
    | Statistica | 🇮🇹 Musetti | 🇪🇸 Carballes Baena ||——————————|—————–|———————|| Return Rating | 106 | **114** || 1st Serve Return Points Won %| 27% (16/60) | **33% (19/57)** || 2nd Serve Return Points Won %| **50% (10/20)** | 47% (14/30) || Break Points Converted % | 20% (1/5) | **15% (2/13)** || Return Games Played | 11 | 11 |
    **TOTAL STATS**
    | Statistica | 🇮🇹 Musetti | 🇪🇸 Carballes Baena ||——————————|—————–|———————|| Service Points Won % | 62% (54/87) | **68% (54/80)** || Return Points Won % | 33% (26/80) | **38% (33/87)** || Total Points Won % | 48% (80/167) | **52% (87/167)** | LEGGI TUTTO