consigliato per te

  • in

    Le pagelle 2022 degli italiani: Jannik Sinner

    Jannik Sinner

    Tracciare un bilancio della stagione 2022 di Jannik Sinner è esercizio complicato. Tanti, persino troppi i fattori da considerare, tra infortuni ripetuti, cambi di rotta repentini, partite esaltanti e altre deludenti. Lui stesso in alcune recenti interviste considera la sua annata in modo ambivalente: da un lato la frustrazione per i troppi problemi fisici e la necessità di darsi del tempo per le importanti scelte tecniche fatte con il nuovo percorso avviato; dall’altro aver “tenuto” in classifica e aver migliorato il proprio andamento medio negli Slam e Masters 1000 in mezzo a una discreta “tempesta” non è qualcosa da buttare.
    I numeri come sempre non dicono tutto ma aiutano a capire i fenomeni. L’importante è analizzarli in profondità. Infatti se ci fermiamo ai dati principali del 2022 di Jannik, troveremo elementi negativi rispetto al 2021, annata di enorme crescita per l’altoatesino. Sinner nella stagione appena terminata ha vinto 1 torneo (il 250 di Umag) contro i 4 del 2021 (il 500 Washington, i 250 di Melbourne 1, Sofia, Anversa, segnò un record assoluto per un italiano sul tour Pro). Aveva chiuso il 2021 al n.10 del mondo dopo aver giocato un ottimo Master entrando al posto di Berrettini; il ranking di fine 2022 dice n.15, miglior italiano appena prima di Matteo ma con un -5 e il sorpasso da parte di altri emergenti (Rune, Auger-Aliassime, e pure Fritz).
    Altri numeri tuttavia sono in assoluta controtendenza e ci raccontano che nel 2022 Sinner, nonostante troppe difficoltà fisiche, ha avuto un rendimento migliore, o almeno più solido, nei grandi appuntamenti. Ha giocato complessivamente meno tornei (19, contro i 26 del 2021) chiudendo con 47 vittorie e 16 sconfitte, quindi una percentuale positiva del 74,6%; nella scorsa stagione era al 69% di vittorie. Inoltre ha migliorato nettamente il proprio percorso negli Slam e nei Masters 1000. Quest’anno ha raggiunto i quarti agli Australian Open (nel 2021 perse subito), confermato gli ottavi a Roland Garros, ha giocato i quarti a Wimbledon dove è stato due set avanti contro Djokovic (nel 2021 aveva perso all’esordio), ha disputato i quarti agli US Open (nel 2021 si fermò agli ottavi), e che quarti contro Alcaraz. Nei 1000 eccetto Miami, dove aveva disputato la sua prima finale di categoria, nel 2022 ha migliorato ovunque il proprio percorso. È però mancato l’acuto, come Miami 2021.
    Ultima categoria di numeri, quelle delle prestazioni tecniche, ossia il rendimento dei colpi. Cresciuto il numero degli Ace e dei doppi falli, con un’efficacia della battuta ancora lontano dall’essere ottimale; eccellente la risposta, dove è complessivamente l’ottavo al mondo nel 2022; straordinaria la resa di Jannik “under pressure”, ossia la somma dei numeri nelle fasi decisive (palle break trasformate e salvate, tiebreak vinti e set decisivi conquistati), è il secondo miglior tennista in stagione, nel 2021 era undicesimo. La conferma di quanto la testa di Sinner sia forte nei momenti delicati. La somma dei numeri, quindi, non è proprio da buttare e la possiamo sintetizzare in una parola: consolidamento
    Eppure… se dovessimo racchiudere l’intera stagione di Jannik in match, la scelta sarebbe facile e obbligata: US Open, quarti di finale vs. Alcaraz. Il match dell’anno a detta di tutti, una partita indimenticabile, tanto bella quanto crudele. Se l’azzurro avesse messo in campo quella prima di servizio esterna sul match point che tanti punti gli ha procurato nella partita, beh, sarebbe stata semifinale vs. Tiafoe, una partita tutt’altro che impossibile, con la prospettiva di ritrovarsi per il titolo Ruud, non Djokovic o Nadal. Una partita giocata in modo pazzesco, fatta e condotta da Jannik. Una partita che l’ha segnato terribilmente, tanto che la sua stagione si è di fatto chiusa lì. Non è riuscito a confermare il titolo a Sofia e giocare il suo miglior tennis in autunno, colpa dei “soliti” problemi fisici. Tuttavia, per capire cosa sia successo a Jannik nel 2022 è necessario riavvolgere il nastro della sua annata e tornare a Melbourne.
    Dopo la straordinaria presenza alle Finals di Torino, Sinner si è presentato nel 2022 con un programma ben definito: giocare tanto e vincere continuando il solido percorso di crescita pluriennale impostato con il coach di una vita, Riccardo Piatti. Si ostentava sicurezza, c’era la ferma convinzione che le meraviglie di fine 2021 potessero sbocciare in altre grandi vittorie nel 2022. Il servizio migliorato, un tennis di pressione sempre più stabile e solido, con l’arma “nuova” di quel diritto cross stretto improvviso che ha tagliato le gambe ai migliori rivali. In realtà, sotto um mare apparentemente calmo, forse covava una tempesta di cui non c’eravamo accorti.
    Sul centrale di Melbourne Sinner gioca una partita orrenda contro Tsitsipas nei quarti di finale. Stefanos vola, serve da Dio e chiude col diritto ogni palla. Jannik non la vede mai. Quella sconfitta è un detonatore. Sinner probabilmente stava riflettendo da tempo su cosa volesse essere “da grande”, forse non era del tutto convinto del piano impostato dal team Piatti, cercava qualcosa di diverso dal proprio gioco. Si becca il Covid e dalla sua Monte Carlo in febbraio fa sapere di aver interrotto il primo rapporto con Piatti. Boom. Si allena con Simone Vagnozzi, che diventa il suo allenatore, affiancato poi in estate da Darren Cahill, uno dei coach più stimati al mondo, che ha sposato con grande fiducia il “progetto” Sinner.
    Questa svolta è il vero fatto dell’annata di Jannik, una scelta così grossa che era scontato portasse mesi complicati, di assestamento, di novità. Di dubbi. Difficile giudicarla non conoscendo a fondo le motivazioni di questa rivoluzione. Di sicuro Sinner ha messo mano pesantemente al suo gioco, cercando un tennis meno ancorato dalla pressione “a-la-Djokovic” da fondo, spostando più in avanti il suo baricentro. Meno colpi prima di cercare l’affondo, meno tennis percentuale e più brillantezza. Solo il futuro ci dirà se questa sia stata la decisione giusta. È la sua carriera, la visione di se stesso e della sua vita. Evidentemente Jannik non era contento di quel che stava producendo, si è preso l’enorme rischio di cercare una via diversa. In alcune interviste aveva dichiarato di sognare un tennis più “divertente” e imprevedibile. Il futuro ci dirà se è stata la scelta giusta o meno, tutti ci auguriamo di sì. L’unica nota che mi permetto di scrivere, è che forse aspettare ancora un anno per “svoltare” sarebbe stata una scelta più prudente, per un fatto molto elementare: la seconda parte del 2021 aveva dimostrato che le novità e affinamenti introdotti con Piatti stavano funzionando benissimo (servizio, schemi nuovi, intensità). Dare a questo gioco ancora un anno per consolidarsi, e anche al fisico di formarsi di più, averebbe forse tutelato maggiormente il suo corpo dai troppi problemi sofferti, e avrebbe consolidato anche automatismi tecnici che nel corso del 2022 ha invece rivoltato. La sua incredibile elasticità innata e il suo senso geometrico per il campo erano esaltati dal “Sinner-a-la-Piatti”, era la scelta più efficiente per massimizzarne le abilità. Tutto è stato rimesso in discussione.
    Infatti molte sue sconfitte nel 2022 sono venute soprattutto per difficoltà fisiche, per scelte di gioco non efficaci (palle corte, discese a rete con tempo errato e posizione rivedibile, affondi affrettati e poca pazienza nel lavorare lo scambio col rovescio, poca efficacia al servizio con un movimento di nuovo cambiato) e per la mancanza di sicurezza nei “nuovi” automatismi. Vedremo che accadrà nel 2023. Lui nelle ultime interviste si è detto convinto di star lavorando molto bene sul proprio fisico. “Il gioco ce l’ho, la testa ce l’ho, ora devo mettere a punto la parte atletica per arrivare dove voglio”, questo il sunto del suo pensiero. Tutto giusto, anche se sul piano squisitamente tecnico del gioco, questa svolta ha portato finora più dubbi che certezze. Probabilmente in allenamento sente progressi importanti che necessitano solo di tempo per esplodere in colpi più incisivi e vincenti. Quando si mette mano pesantemente al gioco, serve tempo e pazienza. Un esempio: il Djokovic di fine 2009 e 2010, cambiò il diritto e il servizio, vivendo un’annata così così. Tutti sappiamo che è successo nel 2011…
    Come dicevamo all’inizio, il 2022 di Jannik ha visto troppe cose, troppi problemi fisici, troppa complessità per dargli risultati eccezionali, quelli che tutti noi sogniamo e gli auguriamo per il 2023. E poi, se mai a NY quel “maledetto” match point l’avesse chiuso, sarebbe stata prima semifinale Slam, forse prima finale, o addirittura primo Slam… e oggi staremmo stilando tutt’altro bilancio. Non dimentichiamoci mai che il tennis resta sempre uno sport di situazione, nel quale le sliding doors sono lì ad aspettarti ogni settimana. Auguriamo a Jannik di aver preso quella giusta, di lavorare in modo eccellente sul proprio corpo per giocare un 2023 sano e competitivo, facendo esplodere il suo talento fisico e tecnico in prestazioni da campione. Come a US Open. Come nei primi due set contro Djokovic a Wimbledon. Quello è il Sinner che ci esalta e ci piace.
    Voto al 2022 di Jannik Sinner: 6
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Berrettini: “Vogliamo vincere l’ATP Cup”. Italia in esclusiva su Supertennis

    Il team azzurro in campo a Sydney

    Quale miglior capodanno per l’appassionato di tennis dello stappare lo spumante e accendere la tv, per l’inizio della stagione 2022? Sarà possibile, grazie all’ATP Cup, che scatta proprio domani. Le prime sfide saranno Serbia vs Norvegia e Grecia vs Polonia. Gli azzurri, finalisti nel 2021, scendono in campo il 2 gennaio contro i padroni di casa dell’Australia. C’è molta attenzione sul team italiano, che forte di 2 top 10 come Matteo Berrettini e Jannik Sinner, oltre a Lorenzo Sonego e Simone Bolelli, è considerato tra i favoriti per il primo torneo della nuova stagione. Non ci nascondiamo, sappiamo di essere una squadra molto forte, come ha confermato Matteo Berrettini al sito ufficiale dell’evento.
    “Siamo felici di essere qui”, ha detto Berrettini nella conferenza stampa pre-torneo. “Penso che sia possibile vincere il titolo, la squadra è ancora più forte quest’anno, quindi sicuramente il nostro obiettivo è vincere. Sappiamo che sarà un lavoro duro. Ogni partita sarà difficile, ma crediamo di potercela fare”.
    Alex De Minaur sarà il primo avversario del nostro miglior giocatore dopo domani. “Alex è un giocatore davvero difficile da affrontare, soprattutto qui a Sydney, nel suo paese d’origine”, afferma Berrettini. “Ha giocato il suo miglior tennis qui. Penso che questa atmosfera lo porti a giocare al massimo, quindi sarà una partita molto dura. Ma mi piace quando l’atmosfera è così. Mi piace quando gli stadi sono pieni e la gente fa il tifo per te o contro di te. Non vedo l’ora che arrivi quella partita”.
    Anche Jannik Sinner è fiducioso: “È un grande onore giocare in questo gruppo speciale. Abbiamo una squadra incredibile. Ognuno di noi cerca di fare del proprio meglio. Non vedo l’ora di cercare di portare la squadra 1-0 ogni volta che giochiamo. E poi vediamo. Abbiamo un secondo giocatore incredibile e abbiamo anche grandi, grandi doppi”.
    Il capitano dell’Italia in Australia, Vincenzo Santopadre, che ha guidato anche lo scorso anno gli azzurri, non si nasconde: “Il nostro obiettivo è fare sempre meglio dell’esperienza precedente. Quindi, ovviamente, non dobbiamo essere timidi per dire che siamo qui per cercare di vincere”.

    Gli incontri dell’Italia sono trasmessi in esclusiva su SuperTennis, mentre Sky trasmetterà in simulcast con SuperTennis le altre sfide
    Questa la programmazione dell’ATP Cup su SuperTennis
    Sabato 1 gennaiodalle ore 07:30 Serbia vs Norvegia e Grecia vs Polonia
    Domenica 2 gennaiodalle ore 00:00 Canada vs USA Livedalle ore 07:30 Italia vs Australia Livedalle 13:30 circa Germania vs Gran Bretagna (differita)dalle 19:00 circa Italia vs Australia (replica)
    Lunedì 3 gennaiodalle ore 00:00 Norvegia vs Spagna Livedalle ore 07:30 Grecia vs Argentina Live
    Martedì 4 gennaiodalle ore 00:00 – Italia vs Francia Livedalle ore 07:30 – Canada vs Gran Bretagna Livedalle ore 13:30 circa Italia Francia (replica)
    Mercoledì 5 gennaiodalle ore 00:00 – Polonia vs Argentina Livedalle ore 07:30 – Serbia vs Spagna Live
    Giovedì 6 gennaiodalle ore 00:00 – Italia vs Russia Livedalle ore 07:30 – Canada Germania Livedalle ore 13:30 – Russia vs Italia
    Venerdì 7 gennaiodalle ore 07:30 – Semifinale 1
    Sabato 8 gennaiodalle ore 03:00 – Semifinale 2
    Domenica 9 gennaiodalle ore 07:30 Finale

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Luci e ombre nell’incredibile “Italian Day” a Flushing Meadows

    Il 31 agosto 2021 resterà una data speciale per il tennis azzurro, ben 10 italiani (più Martina Trevisan, splendida e meritatissima vittoria per la toscana!) tutti in campo, per colpa di un sorteggio quantomeno bizzarro che li ha collocati dalla parte di Re Djokovic, stanotte vittorioso vs. il giovane Rune. Il bilancio parla di 4 […] LEGGI TUTTO

  • in

    Ciao, e grazie, grande Paolo Lorenzi (di Marco Mazzoni)

    Paolo Lorenzi, classe 1981

    “È stato il viaggio più bello della mia vita. Ogni volta in campo era un sogno diventato realtà”.
    Parole e musica di Paolo Lorenzi, che con la sconfitta nelle “quali” di US Open chiude la sua carriera da professionista.  A quasi 40 anni il senese (nato a Roma) esce di scena con la stessa classe, leggerezza e quel sorriso che ha accompagnato le più grandi vittorie e, ancor più importante, anche le peggiori sconfitte. Sì, perché saper perdere, saper imparare dai momenti difficili analizzando ogni partita con lucidità e umiltà, ed aver la forza di ricominciare con ancor più determinazione e convinzione di potercela fare è merce rara. È esattamente l’abisso che separa la grande persona e sportivo dai mediocri, da chi si lagna di non avercela fatta accampando scuse, non prendendosi responsabilità. Lorenzi è stato un Gigante in tutta la sua lunga carriera proprio per il modo in cui ha saputo viverla, superando montagne invalicabili e andando oltre i propri limiti. Ce l’ha fatta perché ha vissuto tutto questo sentendosi come uno che vive un sogno, uno che ha lottato con tutto se stesso per cavalcare quell’onda che lo attirava più di ogni altra cosa, ripagando la possibilità di vivere il proprio sogno con sudore e fatica. In una semplice parola: Lorenzi è stato un Esempio, per tutti.
    Paolo prima che un ottimo tennista è un grande uomo, l’ha dimostrato in campo e fuori mille volte. È un ragazzo umile, sincero, rispettatissimo da tutto l’ambiente del Tour e sempre benvoluto. Ho avuto il piacere di conoscerlo, bastano poche parole e qualche sguardo per aver la conferma di che razza di persona sia. Colto, arguto, è uno che pensa prima di parlare, pensa veloce e non ti dice mai cose banali. Non uno è che biascica “gioco dove vuole Mister”, no. Lorenzi ha sempre un pensiero interessante, che sia sul tennis o altro. Ogni sua partita è stata una piccola enciclopedia di acume tattico per massimizzare i propri mezzi e mettere in difficoltà l’avversario. In questo sta molta della sua grandezza, umana e sportiva, perché il buon Paolo è stato tutt’altro che baciato dal “talento” tecnico. Ma nonostante tutto possiamo affermare serenamente che ce l’ha fatta. Ha scalato montagne invalicabili, ha sputato sangue nei circuiti minori, diventando enorme in quello Challenger dove ha vinto 21 titoli. Ma è riuscito a dire la sua anche nel Tour maggiore, dove si è tolto l’enorme soddisfazione di vincere a Kitzbuhel e toccare un best ranking di n.33. Impensabile quando fece i primi passi sul tour.
    Non ricordo quando lo vidi giocare per la prima volta, ma avrà avuto già almeno 24 anni, in qualche Challenger in Italia. La prima impressione che ebbi fu a dir poco negativa sul piano tecnico. Col diritto la palla non gli andava proprio, l’apertura del gesto era spropositata, lo forzava a centrare la palla sempre in ritardo e mai con decisione lontanissimo dalla riga di fondo, con traiettorie lente e prevedibili. Per non parlare del servizio, una sorta di catapulta al contrario che lo costringeva a “mettere l’elmetto” per ripararsi dalla bordata in risposta del rivale. Ma lui con l’elmetto c’era nato, perché è sempre stato prontissimo alla pugna, a rimettere ogni palla oltre la rete ed in campo a costo di immolarsi. Questo mi aveva intrigato di lui, l’attitudine e la voglia di sprintare in ogni difesa, come di buttarsi avanti dopo aver sfiancato l’avversario. Era lucidissimo nel capire il momento per l’attacco e la posizione sulla rete era discreta, perché fisicamente pareva “una bestia”, resistente e fortissimo. Il rovescio spiccava, colpito bello pulito, sicuro nel cross e assai pericoloso quando si avventurava in un lungo linea improvviso. In quel lontano 2005 il tennis italiano viveva un bel momento di “stallo”, con i soli Volandri e Starace a tirare la carretta oltre la top 30. Che quel Lorenzi, posizionato oltre il n.250, con tutte quelle lacune tecniche, potesse diventare un “fattore” per il tennis azzurro sembrava ardito. Davvero nessuno si curava di lui.
    Non è importante oggi ripercorrere i tanti passi della sua lunga vita sul tour. È fondamentale invece sottolineare come passo dopo passo Lorenzi sia cresciuto in modo esponenziale, riuscendo a migliorare in modo clamoroso ogni aspetto del suo tennis. Mattone dopo mattone, da un piccolo fortino ha costruito un’Alhambra stupefacente, arrivando a meritarsi il diritto di giocare i grandi tornei, gli Slam, e pure di giocare parecchie partite alle pari contro i migliori. Una su tutte. Lo ricordo nitidamente a Roma contro Nadal sul Centrale. Rafa era “quello vero”, il tiranno del rosso. Paolo l’ha sfidato senza alcuna paura, reggendo in modo misterioso contro il suo diritto, riuscendo a neutralizzare per buona parte del match lo spin allora vigorosissimo del “Rey” e attaccandolo appena possibile. Lorenzi giocò una delle partite più “garibaldine” ed efficienti che io abbia mai visto nella mia vita, tanto che lo sguardo torvo di Rafa in diversi punti persi, e l’aver portato cotanto rivale a dover giocare al 100% per superarlo, vale quanto una grandissima vittoria. Lorenzi quel giorno Monumentale. Ma lo è stato in tantissime occasioni, anche su campi non coperti dalla tv o in Challenger in giro per il mondo.
    Lorenzi è stato come i migliori vini (da senese, poi…), è migliorato invecchiando. Ha preso sempre più fiducia dei propri mezzi, ha lavorato in modo incredibile per affinare corpo e testa, ha limato sino alla fine aspetti tecnici che parevano impossibili da stravolgere. Ha passato oltre 7 anni di fila nei top 100 ed ha raggiunto il best ranking il 15 luglio 2017 (raggiungendo poco dopo gli Ottavi a US Open, miglior piazzamento in uno Slam), a 35 anni “suonati”, se non è classe e testa questa non so cosa lo sia… È stato un esempio per l’intensità che è riuscito ad esprimere in campo, lottando contro avversari troppo più attrezzati sul piano tecnico o fisico, ma senza mai darsi per vinto, entrando sempre in partita con l’idea giusta per provare a vincere. Ha battuto tutto il mondo in lungo e in largo andando a giocare una quantità di tornei enorme, infaticabile, per racimolare punti preziosissimi ad entrare negli Slam e nei grandi tornei.
    Paolo Lorenzi è patrimonio del nostro tennis e del nostro sport. È un ragazzo che coltiva molti interessi, d’ora in avanti potrebbe fare mille cose e ha tutto quel che serve per farle benissimo. Ma mi auguro fortemente che resti nel mondo del tennis, che metta a servizio dei giovani la sua enorme esperienza e capacità di analisi, di lavoro, tattica e mentale. È una vera Treccani 2.0 di come si sopravvive nei mari agitatissimi del tennis Pro, trovando anche nelle peggiori tempeste la rotta migliore per scappare verso il sole. Il tennis azzurro sta vivendo un momento magico, ma proprio nei momenti magici si deve costruire il futuro. Non possiamo assolutamente permetterci di perdere un “ammiraglio” così capace, intelligente e lucido.
    Grazie di tutto Paolo, per la montagne di ore che ho passato ammirandoti in campo, sorprendendomi ogni volta.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Masters 1000 Miami: Musetti supera Paire in due set. Solido Lorenzo, a tratti indisponente Benoit

    Lorenzo Musetti

    Lorenzo Musetti gioca un match solido e concreto, superando per 6-3 6-3 il francese Benoit Paire ed accedendo al terzo turno del Masters 1000 di Miami, dove aspetta il vincente di Garin – Cilic. Una buona prestazione dell’azzurro, bravo a giocare il suo tennis senza guardare “dall’altra parte della rete” e non farsi travolgere dalle fasi di non-gioco del francese, a tratti davvero indisponente.
    Non è facile commentare una partita del genere, perché dalla metà del primo set in avanti quasi non s’è giocato. Dopo un discreto inizio, il punto di svolta dell’incontro è stato il settimo game del primo set. Musetti è andato sotto nel game ma ha tenuto, giocando con ordine e raziocinio, e quindi ha approfittato dell’improvviso black out dell’avversario, uno show al contrario di solo errori. Infatti Paire, persa quella chance, ha praticamente lasciato la partita per almeno 20 minuti, lasciando campo aperto all’azzurro per chiudere il set e scappare via nel secondo set, per l’allungo decisivo.
    In una partita del genere, a maggior ragione quando non hai molta esperienza e giochi un tennis creativo, il rischio era quello di farsi risucchiare dalla spirale negativa del rivale. Invece Musetti è stato freddo, lucido, molto presente. Ha pensato solo al suo gioco, non è mai andato fuori giri o in confusione tattica contro un rivale che tirava pallate senza un filo logico, non dando alcun tipo di ritmo. Ma anche all’inizio, quando il francese “giocava”, Lorenzo è stato bravo a macinare il suo tennis, reggendo al mix caotico del rivale fatto di accelerazioni fulminanti, errori, discese a rete, con ogni volta una palla diversa, spesso nemmeno ben centrate.
    Difficile per non dire impossibile commentare la prestazione di Benoit, solo nei primi sette game aveva prodotto qualcosa di buono, poi ha deciso che bastava così, e se n’è di fatto andato dal campo.
    Resta per Musetti un’esperienza, una vittoria facendo pochissima fatica, e un bel test dal punto di vista dell’attenzione e del focus. Ha servito discretamente, ha commesso pochi errori, è stato lucido a capire su che direzione stava andando la partita e non regalare niente all’avversario per non riaccendere “la luce” e rimetterlo in partita. Era un rischio concreto, bravo Lorenzo a non concedere niente e portare a casa un successo che vale oro e gli regala un’altra bella partita in questo primo Masters 1000 stagionale.

    Ecco la cronaca della partita.
    Musetti lancia in aria la prima palla alle 18.10. Paire super aggressivo: risposta precisa e via, accelerazione di rovescio lungo linea. Segue un doppio fallo di Lorenzo, 0-30. Una stecca del francese regala il primo 15 del match all’azzurro, ma poi trova una risposta di rovescio d’incontro clamorosa, con la palla che esce velocissima e imprendibile. 15-40, due palle break immediate per Benoit. Sulla seconda un rovescio di Lorenzo termina lungo. Break Paire, avanti 1-0. C’è molto vento oggi su Miami, potrebbe essere un fattore per due tennisti che amano accelerare a tutta il braccio in anticipo. Il francese serve alternando Ace a 210 km/h a doppi falli con la palla che arriva a rete a malapena… in pieno “Paire-Style”. Un attacco avventato costa a Benoit la palla del contro break sul 30-40. Bravo Musetti ad aggredire la seconda di Paire, un po’ morbida, trovando un lungo linea che Paire non controlla. Contro break Musetti, 1 pari. 7 minuti di tennis, e già si capisce che questa partita potrebbe vivere su cambi di direzione repentini, con due tennisti così creativi ma non costanti. Cerca la prima smorzata del match Lorenzo, ma Benoit arriva e controlla con la sua “manina”, altra palla break. Bravo Musetti a trovare un passante di diritto in corsa e respingere l’assalto del rivale. 2-1 Musetti. Gli scambi sono rarefatti, la palla corre con angoli e velocità di ogni tipo. Paire accelera, smorza, chiude col vincente o l’errore. 2 pari. Anche l’azzurro accetta questo tennis rarefatto, cercando soluzioni rapide e creative, come alcune smorzate pregevoli che castigano una posizione di Paire abbastanza arretrata. Il set scorre rapido sui turni di servizio in questa fase centrale. Settimo game, Benoit prima rigioca una smorzata (n0n perfetta) in modo vincente, poi trova una risposta di diritto fulminante. Sale 15-40, due palle break. Solido Lorenzo, prima in campo e via incrociato a far correre l’avversario. Con un Ace esterno Musetti fa il quarto punto di fila e si salva, salendo 4-3. Ottavo game, Paire parte bene ma poi si incarta letteralmente, con tre errori manda Musetti a palla break sul 30-40. Lorenzo prova un passante lungo linea, ma finisce largo. Segue un doppio fallo orrendo del francese, seconda lunga di un metro, altra chance di break per Musetti. Altro doppio fallo! Musetti ringrazia e va servire sul 5-3 per chiudere il primo set! Paire ha staccato la spina, tira pallate e prova anche una smorzata senza né capo né coda. 40-0 e tre Set Point. Ok il secondo, un rovescio di Benoit in scambio muore malamente in rete. 6-3 Musetti, un set ben giocato dall’azzurro, bravo a tenere nel settimo game, quando è andato sotto, e quindi approfittare con ordine degli errori dell’avversario. Nel primo parziale Lorenzo ha vinto 2 punti su 3 con la prima, e ha convertito due palle break due tre (Paire 1 su 5).
    Secondo set, inizia Paire alla battuta. A 30 muove lo score nel set, senza dar la sensazione però di una scossa rispetto al bruttissimo finale del primo set, tanto che alla risposta nel game seguente quasi non gioca, pigro al limite dell’indisponente. Nel terzo game Benoit sbaglia l’impossibile, inclusa una volée da sopra la rete più difficile da mandare in rete che tirare in campo. Segue un’altra soluzione tattica senza senso, 0-40 e tre palle break Musetti (7 punti di fila per l’azzurro). Completa il disastro Paire con un doppio fallo, è letteralmente uscito dal match con la testa. 2-1 e servizio Musetti, in controllo del secondo set quasi senza giocare, solo tenendo la palla in campo. I punti di fila per l’azzurro diventano 11, e Lorenzo vola 3-1, consolidando il break. Paire continua nel suo show al contrario, sbagliando l’impossibile. Finalmente trova una prima sullo 0-30, interrompendo la striscia di 13 punti di fila per Musetti. Si accende il servizio del francese, con quattro pallate vince un game che pareva perso, restando in scia 2-3. L’azzurro resta concentrato: pensa solo al suo gioco, macina discrete prime e lavora col diritto, attento a non sbagliare e far giocare l’avversario, prontissimo a sbagliare con giocate al limite, spesso senza un filo logico. Il set avanza seguendo i servizi, ma lo spettacolo onestamente non è bello perché Paire continua con il suo atteggiamento scostante, anche se il servizio lo sostiene. Nell’ottavo game all’improvviso Benoit torna a giocare, corre e si impegna, costringendo Musetti a due soluzioni molto difficili per vincere i punti. Con un bel passante basso di rovescio, una vera rasoiata, Lorenzo vince il 15 del 5-3, ad un passo dalla vittoria. Il francese cammina per il campo, ha buon gioco Musetti ad accelerare e trafiggere il rivale. Con un bel lungo linea si guadagna il 15-40 e doppio Match Point. L’ennesimo errore del francese consegna il successo a Musetti. Una vittoria importante, perché gli apre il terzo turno di Masters 1000, e conferma la forza mentale del giovane italiano, capace di restare sempre focalizzato sul proprio gioco.
    Marco Mazzoni

    Lorenzo Musetti vs [23] Benoit Paire ATP ATP Miami Musetti L.66 Paire B.33 Vincitore: Musetti L. ServizioSvolgimentoSet 2Paire B. 15-0 15-15 15-30 15-40 30-405-3 → 6-3Musetti L. 15-0 15-15 15-30 30-30 40-304-3 → 5-3Paire B. 15-0 30-0 40-0 40-15 40-304-2 → 4-3Musetti L. 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-2 → 4-2Paire B. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-303-1 → 3-2Musetti L. 15-0 30-0 40-02-1 → 3-1Paire B. 0-15 0-30 0-401-1 → 2-1Musetti L. 15-0 30-0 40-00-1 → 1-1Paire B. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Musetti L. 15-0 30-0 40-0 40-155-3 → 6-3Paire B. 15-0 30-0 40-0 40-15 30-0 40-15 40-304-3 → 5-3Musetti L. 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-403-3 → 4-3Paire B. 15-0 30-0 40-03-2 → 3-3Musetti L. 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 3-2Paire B. 0-15 15-15 30-152-1 → 2-2Musetti L. 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-1 → 2-1Paire B. 15-0 15-15 30-15 30-30 30-400-1 → 1-1Musetti L.0-15 0-30 15-30 15-40 30-400-0 → 0-1
    3 Aces 71 Double Faults 573% (38/52) 1st Serve 49% (25/51)76% (29/38) 1st Serve Points Won 72% (18/25)50% (7/14) 2nd Serve Points Won 35% (9/26)80% (4/5) Break Points Saved 33% (2/6)9 Service Games Played 928% (7/25) 1st Serve Return Points Won 24% (9/38)65% (17/26) 2nd Serve Return Points Won 50% (7/14)67% (4/6) Break Points Converted 20% (1/5)9 Return Games Played 969% (36/52) Service Points Won 53% (27/51)47% (24/51) Return Points Won 31% (16/52)58% (60/103) Total Points Won 42% (43/103) LEGGI TUTTO

  • in

    Musetti “Il mio colpo è il rovescio lungo linea”. Vero, ma c’è molto altro (di Marco Mazzoni)

    Lorenzo Musetti, gran rovescio a Miami vs. Mmoh

    “Il mio colpo migliore credo sia il rovescio ad una mano, soprattutto lungo linea. Ho migliorato molto il colpo stando dietro la riga di fondo campo, questo ha permesso di fare un salto di qualità a tutto il mio gioco”. Lorenzo Musetti ha commentato così la bella vittoria di ieri al suo esordio nel Masters 1000 di Miami. L’americano Mmoh era un avversario alla portata dell’azzurro, ma con quel “fisico bestiale” e conoscendo alla perfezione le condizioni di gioco di Miami e quel tipo di campo, era un avversario non così banale. Musetti ha giocato una buona partita, elevando al massimo la sua qualità e intensità nelle fasi che contano.
    È davvero presto per fare un’altra analisi del gioco di Musetti, aspettiamo ancora qualche match per valutare la sua evoluzione in quest’inizio di stagione ATP dopo la parentesi Challenger. Evoluzione notevole, in moltissimi aspetti. Ma quel che vorrei già sottolineare, e che ritengo assai superiore rispetto al bellissimo rovescio ad un mano di Lorenzo, è la sua capacità di giocare bene, anzi benissimo, nei momenti importanti. “Una qualità che ti dà madre natura” sottolineava in telecronaca l’ottimo Paolo Bertolucci su Sky, giustamente.
    Se andiamo a prendere le varie componenti necessarie a forgiare un grande giocatore o un campione, l’elenco può essere discretamente lungo. Imprescindibili sono un’eccellente tecnica di gioco, una qualità atletica importante, una forza mentale e lucidità che ti consente di giocare bene nei momenti chiave, con quest’ultimo aspetto per me decisivo. Puoi essere il tennista più potente e più veloce sulla terra, puoi avere i colpi più terrificanti, fluidi ed esplosivi, ma se non riesci a sentire il momento, gestire la tensione e vedere come piazzare la giocata, beh, tutto è inutile. Nella partita di ieri (e nella settimana magica di Acapulco), Lorenzo Musetti ha mostrato segnali importanti di possedere tutte queste qualità, inclusa l’ultima e più importante. Ha compiuto l’allungo alzando il livello, non sfruttando gentili regali dell’avversario. Quando è andato a servire per il match, con la tensione al massimo e con il rivale che ha provato l’ultimo disperato assalto, è crollato 0-40. Qua è venuto fuori il progetto di campione che cova in lui: 5 punti di fila, tra servizi precisi, diritti esplosivi, e soprattutto sul 30-40 un’improvvisa accelerazione di rovescio lungo linea – quella che gli piace tanto! – che ha illuminato la notte di Miami e flirtato con la riga, bellissima e imprendibile. Un grande rischio, un grande colpo, un’esecuzione impeccabile che testimonia tutta la freddezza, lucidità e classe di Lorenzo.
    Riavvolgendo il nastro dei suoi ultimi incontri, è bello anche sottolineare come Musetti abbia affrontato avversari molto diversi tra loro.  Tennisti di grande intensità e pressione (Schwartzman), “picchiatori” che ti danno poco ritmo (Tiafoe), tennisti completi e creativi (Dimitrov), tennisti fortissimi sul piano atletico (Mmoh), campioni completi (Tsistipas). Lorenzo li ha affrontati tutti cercando di imporre il suo tennis ma allo stesso tempo trovando il modo di impensierirli con lucidità tattica, mettendoli a giocare in posizioni a loro scomode. È un altro segnale di grande qualità: il vero campione riesce ad imporre il proprio gioco ma è anche pronto a cambiare qualcosa perché il nostro amato tennis resta uno sport di situazione, saper gestire il momento e massimizzare l’equazione rischio-rendimento è decisivo al successo.
    Il diritto è tornato stabile, cancellando i dubbi emersi nei primi Challenger stagionali, e anzi pare più versatile grazie ad un movimento con un’ovalizzazione maggiore che gli consente di coprire di più la palla all’occorrenza, senza però perdere di velocità quando entra deciso (c’è ancora da lavorare, e bene che sia così). Resta ancora parecchio arretrata la posizione nello scambio, credo fin troppo; soprattutto in risposta, dove parte davvero dietro. Lui ha “punch”, quindi riguadagna velocemente un po’ di campo, ma al salire del livello questa condotta è assai rischiosa (personalmente la lascerei a Nadal e Thiem… che hanno altre caratteristiche e potenza). Piace però vedere che anche nella vittoria di ieri, i momenti migliori nel suo match sono venuti proprio quando ha fatto il passo avanti andando ad anticipare e tagliare il campo. Ha sfruttato poche palle break, ma se l’è conquistate. Con l’esperienza, migliorerà anche in questo aspetto, decisivo.
    Tante piccole cose nel tennis di Musetti, belle e preziose. Lorenzo sta facendo esperienze importantissime crescendo match dopo match. Il prossimo vs. Benoit Paire è sulla carta affascinante. Se il francese sarà con la testa in campo, potremo assistere ad uno spettacolo divino sul piano tecnico. Ma sarà soprattutto un bel test per l’azzurro visto che avrà di fronte un rivale tecnicamente fortissimo ma imprevedibile, che non ti dà mai ritmo, che può distrarti e innervosirti con il suo atteggiamento strafottente.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    L’impressionante progresso del tennis azzurro negli ultimi 10 anni

    Matteo Berrettini, Fabio Fognini, Jannik Sinner, Lorenzo Sonego, Stefano Travaglia, Salvatore Caruso, Marco Cecchinato, Lorenzo Musetti, Andreas Seppi. I Magnifici 9 dell’Italtennis maschile. Tutti nei primi 100 del ranking ATP, record storico assoluto di presenze per nostri giocatori nell’elite del tennis mondiale. Una classifica letteralmente da incorniciare e tenere lì, anche se tutti noi ci […] LEGGI TUTTO

  • in

    Musetti – Dimitrov in replica stasera alle 20.30 su Supertennis

    Lorenzo Musetti, prima semifinale in un ATP 500 ad Acapulco

    Lorenzo Musetti sta incantando ad Acapulco, per il suo tennis di qualità ma anche il carattere con cui ha vinto le sue partite. La bellissima vittoria di stanotte contro Grigor Dimitrov lo proietta alla prima semifinale un torneo ATP 500 (vs. Tsitsipas, stanotte alle ore 5.00), e gli regala l’accesso nella top100 del ranking ATP da lunedì prossimo.
    Il canale monotematico tennistico Supertennis (64 del digitale terrestre, 224 Sky o tramite il sito e app) stasera alle ore 20.30 passerà la replica integrale della vittoria di Musetti su Dimitrov.
    Un match che consigliamo assolutamente di vedere o rivedere a tutti gli appassionati della racchetta. LEGGI TUTTO