Una Gara 5 pazzesca premia una Monza spettacolare, che si regala la prima Finale Scudetto della sua storia con una prova maiuscola del collettivo, dimostrando ancora una volta come nella pallavolo non esistano risultati scontati. Trento crolla sul più bello, messa in difficoltà dall’assenza forzata di Sbertoli, ma anche da un sestetto che non ha mai tirato il fiato durante l’anno. E ora per la Mint Vero Volley si aprono le porte del Paradiso, con una finale tutta da scrivere. Ma vediamo il pagellone di giornata, ricordando che, al di là del singolo voto, tutti i ragazzi in campo hanno regalato due ore e mezza di grande pallavolo.
MINT VERO VOLLEY MONZA
Maar voto 7,5. Alla lunga paga il grande sforzo fisico e mentale per trascinare Monza nei primi due set, ma è il cuore di questo gruppo, che guida con potenza in attacco e anche con una prova di sostanza in seconda linea.
Loeppky voto 8,5. Alzi la mano chi, dopo la stagione tarantina, se lo sarebbe aspettato così decisivo per tutto l’anno. Parte lento, poi si scatena e diventa ingiocabile dimostrandosi pericolosissimo anche da seconda linea. Giocatore cresciuto in maniera esponenziale.
Takahashi voto 8. Dovrebbe essere il giocatore di equilibrio, forte in ricezione e poco usato in attacco. Ma il suo traduttore probabilmente non gliele ha spiegate queste cose, e lui attacca 38 palloni con il 50% come fossero noccioline. Spettacolare!
Galassi voto 8. Perfetto in attacco, con il suo braccio veloce e la sua mano educata a far impazzire il muro trentino. Bene anche al servizio, manca qualcosa a muro, ma intanto si porta a casa 14 punti ed un altro gran match.
Cachopa voto 9. Se questa Monza 3.0 col modulo a tre bande vola a velocità ipersoniche, il merito è dei suoi polpastrelli che sprigionano energia ed esaltano i suoi attaccanti. E adesso lo aspetta la sfida con Giannelli per entrare nel gotha dei palleggiatori mondiali.
Di Martino voto 7,5. Un’altra prova concreta sia in attacco che a muro per un ragazzo che non trema mai e che si prende tante responsabilità anche nei momenti caldi del match.
Gaggini voto 7,5. La prova in ricezione è di quelle da applausi, con quasi il 60% di positive e un solo ace subito, ma è in copertura e difesa che si dimostra uomo ovunque sdoppiandosi e triplicandosi per il campo.
Eccheli voto 10. Tre sole stagioni di serie A sulle spalle, ma il tecnico lombardo dimostra che esistono ancora allenatori capaci di costruire squadre facendole crescere tecnicamente e tatticamente. In tre anni ha centrato tutte le finali possibili con un gruppo di certo non di prima fascia… Superlativo.
ITAS TRENTINO
Rychlicki voto 8,5. Partita mostruosa per il lussemburghese, che nel match più caldo della stagione gioca in maniera assolutamente perfetta, chiudendo con oltre 30 punti. Di più non gli si può chiedere.
Kozamernik voto 8. Al centro dà il via ad un bellissimo duello con Galassi, fatto di attacchi e muri. E chiudere una semifinale scudetto con 7 block è davvero tanta, tanta roba!
Michieletto voto 5,5. Nella serata del dentro-fuori, offre una gran prova in seconda linea, mentre davanti fatica a trovare continuità, anche se va detto che non sempre gli arrivano palloni precisi.
Lavia voto 6,5. Al servizio e in ricezione è una macchina, pungente dai 9 metri e determinante nel rallentare lo sforzo monzese al servizio. Però tutto questo lavoro extra lo sfianca e alla fine in attacco perde di lucidità.
Podrascanin voto 5,5. Ottima prova in attacco per l’esperto centrale serbo, ma a muro fatica tanto, anche perché gli avversari cercano sempre le mani del più debole Acquarone.
Acquarone voto 6. Partito fortissimo nelle prime due gare di semifinale, alla lunga viene letto con facilità dal muro monzese e perde di precisione. Di più però non gli si poteva chiedere, anzi merita un grosso plauso per come ha saputo gestire questo mese senza tremare.
Laurenzano voto 5,5. Nonostante una prova di cuore in difesa e in copertura, in ricezione subisce la potenza monzese e risulta il più in difficoltà dei tre ricettori.
Soli voto 6. Giocare un mese senza il palleggiatore titolare toglierebbe il sonno a chiunque… Per 20 giorni sembra riuscire a quadrare il cerchio centrando finale di Champions e semifinale Play Off, poi qualcosa si inceppa e il piano va a rotoli, distrutto dalla grinta di Monza. Gli alibi sono tanti, spiace non avergli visto usare di più la panchina durante l’anno.
di Paolo Cozzi