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    Sospeso per 5 mesi Emanuele Monduzzi, ex presidente della Fipav Ravenna

    La “mannaia” del Tribunale Federale si abbatte anche su Emanuele Monduzzi, ex presidente del Comitato Territoriale Fipav Ravenna, commissariato nello scorso mese di dicembre per presunte irregolarità amministrative. Dopo la pioggia di squalifiche ai danni dei dirigenti della Fipav Modena, altro Comitato oggetto di commissariamento, anche Monduzzi è stato colpito da una sospensione di 5 mesi per aver rilasciato un’intervista “dal contenuto apertamente denigratorio e offensivo nei confronti della Federazione“.

    Nel testo dell’intervista, riportato peraltro anche sui canali social della stessa Fipav Ravenna, accusava il Consiglio Federale e il Segretario Generale di aver assunto “comportamenti contrari ai propri doveri istituzionali, dettati da logiche politiche di parte, in danno del movimento pallavolistico regionale e nazionale“, e definiva l’organizzazione federale “feudale, burocratizzata, elefantiaca, inefficiente e affatto virtuosa“. Affermazioni sufficienti, secondo la giustizia sportiva, a debordare ampiamente dai limiti del legittimo esercizio del diritto di critica.

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    Stangata sulla Fipav Modena: lunghe sospensioni per presidente e consiglieri

    È arrivata la sentenza del Tribunale Federale sul caso della Fipav Modena, il Comitato Territoriale commissariato dalla Federazione Italiana Pallavolo dopo che l’intero consiglio si era dimesso a seguito dell’apertura di un’inchiesta per presunti rimborsi irregolari erogati a due dei suoi membri. Le sanzioni decise dall’autorità giudicante sono estremamente severe: puniti con 14 mesi di sospensione Alessandro Clò ed Eugenio Gollini, gli ultimi due presidenti in ordine di tempo del Comitato (Gollini era stato poi consigliere nazionale e si era dimesso a maggio 2023, in aperta polemica con la presidenza Manfredi) e con 12 mesi gli altri consiglieri Manuel Armaroli, Alberto Guidetti, Simone Tassoni, Andrea Bergamini, Luca Rigolon, Silvano Pellegrini, Elisa Pedroni e Maurizio Marinelli, gli ultimi due al centro del “caso” che ha generato il procedimento disciplinare.

    Sintetizzando la lunga sentenza, infatti, il Tribunale Federale sostiene che i componenti del Consiglio avrebbero “violato i propri doveri istituzionali” nel deliberare un compenso economico a favore di Pedroni e Marinelli per “attività connesse all’organizzazione del Comitato“: compiti a cui, secondo il giudice, i consiglieri “avrebbero dovuto attendere a titolo gratuito in adempimento dei rispettivi doveri statutari“. Così facendo, gli incolpati avrebbero “concorso consapevolmente a sottrarre consistenti risorse economico-finanziarie al Comitato, altrimenti impiegabili per il perseguimento dei fini propri di quello, e a una gestione non corretta e inefficiente delle stesse“.

    Il Tribunale rigetta in toto, quindi, la linea difensiva secondo la quale i compensi erogati ai due componenti del Comitato si riferivano “ad attività svolte al di fuori dell’incarico istituzionale“: secondo il giudice “le delibere richiamate negli atti di deferimento nulla contengono sull’oggetto del contratto e sui compiti affidati; (…) la mancanza dell’oggetto non rende certo che si tratti di attività al di fuori dei compiti istituzionali, risultando al contrario che alcune delle attività che le difese affermano compiute dagli incaricati ben potessero rientrare in quelle istituzionali“.

    Numerose le reazioni alla “stangata” che tra l’altro, essendo le sanzioni erogate superiori ai 12 mesi, inibisce gli incolpati da qualsiasi incarico federale, per 10 anni. “Impugneremo senza dubbio questa assurda sentenza” ha scritto su Facebook l’ex presidente Eugenio Gollini. Anche il Comune di Modena, come riportato da Il Resto del Carlino, si è esposto con le parole dell’assessore allo Sport Grazia Baracchi: “Non ci aspettavamo certo una sentenza così pesante nei confronti dei due presidenti, Gollini e Clò, e nei confronti di tutti i consiglieri che hanno sempre lavorato con energia, entusiasmo, generosità. Con loro abbiamo costruito un rapporto, fatto iniziative sulla città, intrapreso un percorso di formazione per tutto il mondo sportivo sul tema della riforma dello sport. Accanto a ciò tantissime e belle iniziative, come le premiazioni in piazza Grande. Il rapporto era estremamente collaborativo, per questo siamo stupiti e preoccupati per la sentenza della Fipav nazionale“.

    (fonte: Federvolley.it, Il Resto del Carlino Modena) LEGGI TUTTO

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    Sergio Di Meo (Aversa) sospeso per due mesi dopo un post contro gli arbitri

    Ancora una volta le esternazioni sui social network costano care a un dirigente di Serie A: a essere sanzionato dal Tribunale Federale in questo caso è stato Sergio Di Meo, presidente della Wow Green House Aversa, per un post su Instagram “denigratorio” nei confronti degli arbitri di una partita di Serie A2 della sua squadra. L’episodio risale al lontano 4 novembre 2023, quando Aversa perse in tre set sul campo della Tinet Prata, ma soltanto oggi è arrivata la sentenza che infligge due mesi di sospensione al numero uno di Aversa e 200 euro di multa alla società.

    Di Meo si era difeso, attraverso i suoi legali, sostenendo che le sue critiche fossero “tutt’al più dirette ad esprimere, in maniera decisa, il disappunto per alcune decisioni della coppia arbitrale, senza ledere in alcun modo la loro dignità“. Non la pensa così però il Tribunale, secondo cui “risulta a dir poco insostenibile affermare che termini quali ‘scandaloso’ o ‘disonesti’, peraltro esplicitamente rivolti all’arbitraggio e alla coppia arbitrale, non abbiano portata offensiva e non siano idonei a ledere la dignità degli ufficiali di gara“.

    “Dichiararsi ‘indignato’ e ‘amareggiato per l’atteggiamento della coppia arbitrale’ – continua la sentenza – denunciare ‘errori grossolani’ in danno della propria squadra ‘fortemente penalizzata’ e giustificare la sconfitta con ‘alcuni fischi’ che avrebbero ‘indirizzato la gara verso i padroni di casa’ sono tutti comportamenti che debordano in maniera palese ed inaccettabile dal legittimo esercizio del diritto di critica e integrano senza dubbio alcuno le violazioni disciplinari richiamate nel capo di imputazione, recando offesa non solo ai due Ufficiali di Gara, ma anche all’intera Federazione“.

    (fonte: Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    Due mesi di squalifica a Giuseppe Pirola per le dichiarazioni su Velasco

    Due mesi di squalifica e 200 euro di multa alla società: questa la sanzione inflitta dal Tribunale Federale della Federazione Italiana Pallavolo a Giuseppe Pirola, presidente della UYBA Volley Busto Arsizio, per le sue dichiarazioni successive al divorzio dal tecnico Julio Velasco in occasione della sua nomina a CT della nazionale femminile. Un (prevedibile) strascico disciplinare che si riferisce, in particolare, ai commenti contenuti in un’intervista della testata giornalistica Primo Piano Italia TV dello scorso 26 novembre, in cui Pirola accusava la Federazione di aver “abusato della nostra società provocando danni importantissimi dal punto di vista sportivo ed economico“. Il presidente della UYBA aveva inoltre parlato di “vicenda schifosa“, invitando gli organi di stampa a continuare a dare rilievo all’accaduto perché non cadesse nel dimenticatoio.

    Secondo il giudice, che ovviamente non si esprime sul merito della questione Velasco, l’atteggiamento assunto da Pirola sarebbe stato “quantomeno irriguardoso e diffamatorio nei confronti dei vertici federali e di tutto il movimento pallavolistico, oltrepassando così ogni diritto di critica pacificamente riconosciuto” nonché “i limiti della continenza espressiva, formale e sostanziale“. La sentenza prosegue affermando che Pirola avrebbe “accusato pubblicamente di mendacio la Federazione e i suoi rappresentanti, così violando palesemente la normativa federale” e definisce “ancora più grave” l’appello rivolto ai media, “in distonia con ogni principio di lealtà e probità“.

    La conclusione è lapidaria: “Le personali e plateali affermazioni rese dal signor Pirola devono considerarsi, indubbiamente, gravi, irrispettose, diffamatorie e lesive del decoro, reputazione e immagine dell’intera Federazione, e possono indurre erroneamente l’opinione pubblica a dubitare, impropriamente, dell’onestà e trasparenza dell’intero movimento pallavolistico e dei suoi organi“. Conclusioni da cui discende l’inevitabile sanzione a due mesi di sospensione da ogni attività federale. Un provvedimento che però, come accade purtroppo spesso in questi casi, finisce per assumere le sembianze di una punizione esemplare, senza fare alcun passo nella direzione della risoluzione di un dissidio che non è mai stato realmente affrontato, se non con poche e faticose parole dei protagonisti. E da cui la Fipav, comunque la si voglia vedere, è uscita danneggiata nell’immagine e nella credibilità.

    (fonte: Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    Caso Travica: il Tribunale Federale sospende per 7 giorni Earvin Ngapeth

    Di Redazione

    A distanza di quasi un anno dai fatti, arriva la sentenza del Tribunale Federale nei confronti di Earvin Ngapeth per le accuse pubblicate su Instagram contro Dragan Travica (dopo la furibonda lite verificatasi con Yoandy Leal durante la semifinale scudetto). Ed è una sentenza che non fa certo piacere alla Valsa Group Modena: lo schiacciatore è stato infatti sospeso dall’attività per 7 giorni (a partire da lunedì 27) e dunque dovrà saltare la prossima partita di campionato, in programma domenica 5 marzo al PalaPanini contro la Vero Volley Monza.

    La società puntualizza che la sanzione scadrà il giorno successivo e dunque il giocatore potrà essere regolarmente impiegato nella semifinale di andata di CEV Cup, in programma mercoledì 8 marzo contro lo Skra Belchatow. La nota prosegue annunciando che “nel rispetto del provvedimento la società e il giocatore, patrocinato dall’avvocato Benazzi Piani del Foro di Modena, comunicano che non rilasceranno ulteriori dichiarazioni in merito alla vicenda“.

    Secondo il Tribunale Federale i commenti pubblicati sui social network da Ngapeth (e poi rimossi) sono “oggettivamente ingiuriosi” nei confronti di Travica, che in seguito ha anche querelato il francese e lo stesso Leal per le accuse di razzismo. La Procura Federale aveva chiesto inizialmente una sospensione di 3 mesi, riducendo la richiesta a un mese al termine della fase istruttoria (nella quale sono stati ascoltati anche Leal e il dg Andrea Sartoretti).

    La sentenza rileva che “accusare di essere uomini ‘piccoli’, ‘razzisti’ e ‘traditori’ all’interno di una collettività dove in maniera commendevole si contrasta a tutto campo l’odioso fenomeno del razzismo e dove la lealtà viene considerata, a ben vedere, un primario valore non solo di carattere sportivo, configura un comportamento antiregolamentare“. Ngapeth si era difeso imputando il suo comportamento a “una presa d’atto circa l’esistenza del razzismo nello sport in generale e nella pallavolo in particolare“, avendo lui stesso “aver dovuto fare i conti a sfondo razziale“.

    Secondo il Tribunale, però, questa giustificazione è poco credibile perché contraddetta dall’immediata rimozione dei post: non si è trattato, quindi di una “battaglia contro il razzismo – che si sarebbe combattuta nel giro di un solo giorno“, ma di “offese – benché rimosse (quasi nell’immediatezza) rivolte a un altro tesserato“. Tuttavia, proprio la cancellazione dei post, nonché le parole di Ngapeth che ha ammesso di aver compiuto “un gesto istintivo” e di non aver voluto offendere Travica, hanno portato il giudice a ridurre la sanzione a una sola settimana.

    Vale la pena ricordare, infine, che il procedimento intentato nei confronti di Travica per le presunte offese razziste si era concluso con l’archiviazione da parte della Procura Federale.

    (fonte: Comunicato stampa, Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    L’arbitro Bruno Frapiccini sospeso per due mesi per irregolarità nei rimborsi

    Di Redazione

    Un’altra sospensione “eccellente” nel settore arbitrale: il Tribunale Federale della Fipav ha sospeso per due mesi dall’attività Bruno Frapiccini, direttore di gara di Falconara Marittima (Ancona) con una ventennale carriera in Serie A, oltre che internazionale di Beach Volley. L’arbitro è stato sanzionato per aver richiesto un rimborso chilometrico per 4 trasferte lavorative tra il 2021 e il 2022, per le quali avrebbe dovuto utilizzare la propria autovettura, ma si era in realtà servito di un’auto a noleggio (circostanza che è prevista solo dietro concessione di un’apposita autorizzazione).

    Frapiccini non ha negato l’accusa, specificando di aver richiesto il rimborso alla Fipav in quanto “non avevo ravvisato differenze di costi tra l’una e l’altra procedura e (…) non avevo più il tempo di poter inoltrare la richiesta di autorizzazione per l’uso dell’auto a noleggio“. Va precisato che l’arbitro integralmente ha sostenuto di tasca propria i costi del noleggio e, di conseguenza, non ha richiesto per due volte lo stesso rimborso, come ipotizzato dalla Procura Federale.

    Il giudice, tuttavia, ha ritenuto che Frapiccini abbia “di fatto aggirato la procedura cui era tenuto, e della cui prassi o ancor meglio disciplina, prevista anche dalle apposite circolari sui rimborsi arbitrali, era perfettamente a conoscenza” e che, comunque, dal confronto tra le due spese emerga un “indubbio vantaggio economico a favore dello stesso Frapiccini, che neanche ha mai provveduto a rimborsare alla Fipav la differenza indebitamente percepita“. Per questi motivi il Tribunale Federale ha riconosciuto la violazione disciplinare a carico dell’arbitro e ne ha decretato la sospensione.

    Sempre per una presunta irregolarità nei rimborsi delle trasferte (anche se il caso era decisamente diverso) nei mesi scorsi era stato sanzionato anche l’ex arbitro Fabrizio Pasquali, peraltro non più in attività e neppure tesserato per la Fipav.

    (fonte: Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    Doppio incarico: il Tribunale Federale rigetta il ricorso degli allenatori

    foto Federvolley Di Redazione Nulla di fatto nella prima tappa della “battaglia” degli allenatori di Serie A contro il divieto di doppio incarico stabilito dalla Lega. Il Tribunale Federale della Fipav ha infatti rigettato, dichiarandosi incompetente, il ricorso presentato da una pattuglia di tecnici rappresentati dall’avvocato Elisabetta Frate: nello specifico si tratta di Andrea Giani […] LEGGI TUTTO

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    Nuove squalifiche nel Beach Volley, sospesa per due mesi anche Giulia Toti

    Foto Facebook Giulia Toti Di Redazione Non è finita la battaglia legale tra la Federazione Italiana Pallavolo e AIBVC, l’Associazione Italiana Beach Volley Club, che ormai da alcuni anni organizza attività di Beach Volley “alternative” a quelle federali. Malgrado i tentativi di riavvicinamento tra i due enti, continuano infatti a piovere squalifiche sui giocatori “rei” […] LEGGI TUTTO