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    Il record di Fausto Giulioni, l’uomo che vinse un set con 15 ace

    Di Redazione Se c’è una costante nell’evoluzione della pallavolo degli ultimi 30 anni è sicuramente la crescente importanza del servizio, sempre più un fondamentale determinante per il risultato e portatore di punti diretti. Ma molto prima delle serie killer di Zaytsev o Egonu, e ancora prima che si cominciasse a parlare di “attacco dai nove metri“, nell’era del cambiopalla c’è stato un giocatore capace di vincere un intero set grazie alla battuta, letteralmente senza far toccare palla agli avversari. La nostra storia si svolge nella stagione 1981-82: dal punto di vista pallavolistico si parla di diverse ere geologiche fa, con il rally point system ancora di là da venire. Ma il volley italiano aveva già iniziato l’ascesa verso quella che sarebbe stata la sua stagione d’oro e anche la Serie B maschile (allora la terza categoria nazionale) era un campionato di tutto rispetto, con interpreti di qualità e nomi molto noti. Tra questi Giorgione Barbieri, un’icona della pallavolo emiliana, che da allenatore vinse poi tra l’altro due scudetti e una Coppa dei Campioni femminile a Matera. Quell’anno Barbieri giocava a Mantova e difficilmente potrà dimenticare il set che Fausto Giulioni, schiacciatore antesignano della battuta in salto, decise di vincere da solo. A raccontarcelo è un suo compagno di squadra dell’epoca, Giovanni Righetti: “Allora si poteva murare la battuta, e dopo i primi ace che Fausto piazzava negli angoli del campo, Barbieri studiò la strategia di murare a tre, ma non ci fu verso. Ricordo un paio di servizi che finirono con un mani-out e altri due che scardinarono la ricezione“. “Mantova tornò a ricevere a 4 – ricorda ancora Righetti – ma ogni tentativo fu nullo. Poi chiamò entrambi i time out a disposizione, per cercare di distrarlo, ma ancora niente da fare: ogni volta Fausto tornava in battuta e riprendeva la sua raffica. Noi compagni di squadra eravamo esterrefatti e facevamo a gara per consegnargli il pallone! Il pubblico lo acclamava dopo ogni ace, mantenendo il silenzio assoluto durante la preparazione del gesto atletico. Ci sono ancora ragazzi e ragazzini di allora che ricordano quell’impresa, fu una serata indimenticabile“. Il set, inutile dirlo, si chiuse con lo stratosferico punteggio di 15-0, ma Mantova riuscì comunque a riprendersi e vincere la partita per 3-2, e a fine anno conquistò la promozione in Serie A2; Verona, invece, chiuse al terzo posto. Giulioni non fu più in grado ripetere un filotto del genere, anche se portò a casa ancora diversi punti in battuta: “Era alto 1,95, ma aveva una coordinazione in battuta eccezionale. Faceva un doppio passo e si alzava la palla quel tanto da poter coordinare rincorsa e braccio, era una battuta potente ed incredibilmente varia” conclude l’ex compagno di squadra. Nella storia resterà scolpito il suo record senza precedenti e soprattutto insuperabile, almeno con il vecchio sistema di punteggio… Nella foto di copertina, la squadra di Verona che partecipò al campionato 1981-82: Fausto Giulioni è il terzo dall’alto. Gli altri, da sinistra: Nicola Sboarina, Marco Gibin, Corrado Dall’Ora, Marco Bonazzi, Giovanni Righetti, Nicola Norbiato; da sinistra in basso, Sergio De Agostini, Luca Cecconi, Marco Piva, Edgardo Gudenzi, Walter Guerra e l’allenatore Cesare Gozzi. LEGGI TUTTO

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    Ons Jabeur nella storia: sarà top10 dopo Indian Wells, prima “racchetta araba” tra le migliori

    Ons Jabeur, prima tennista araba in top10

    Ons Jabeur ad Indian Wells ha scritto una nuova pagina di storia del tennis. Con la sua vittoria (6-2 6-2) sulla russa Anna Kalinskaya nel quarto turno del WTA 1000 californiano, ha accumulato i punti necessari per entrare nella top10 del ranking la prossima settimana. La talentosa tunisina diventa così la prima tennista araba varcare la soglia dei migliori 10 nel ranking ATP/WTA. Un record assolutamente meritato, conquistato con una crescita continua ed un tennis di talento.
    Jabeur si trova questa settimana al numero 14 in classifica, una posizione che già pareggiava il miglior ranking mai ottenuto da un tennista arabo nella storia delle classifiche ATP o WTA, quello del marocchino Younes El Aynaoui, 14esimo nel 2003 e nel 2004.
    Ons nella sua continua ascesa verso il vertice del tennis femminile ha stabilito diversi primati assoluti per una tennista di origine araba. Fu la prima a raggiungere un quarto di finale in un torneo del Grande Slam agli Australian Open 2020 (da allora ne ha disputato un altro a Wimbledon 2021); è stata la prima ad entrare nella top 50 WTA (grazie all’ottimo Australian Open 2020); è stata la prima donna araba ad alzare un titolo WTA al 250 di Birmingham quest’anno. Un successo su erba, per una ragazza nata e cresciuta su terra battuta, segnale evidente del suo talento tecnico e di quella grande “mano” che le permette di toccare la palla in sicurezza, variare angoli e rotazioni, producendo così un tennis vario, completo e divertente.
    Dopo il successo di ieri, la tunisina ha dichiarato: “Sono davvero contenta della mia prestazione e di tutto quel che sto raggiungendo nella mia carriera. Agli inizi sognavo di vincere gli Open di Francia, sono riusciva a vincerlo da junior, e poi ho sempre detto a mia madre che voglio essere la numero 1. Ci ho sempre creduto, ma vincere sul WTA tour è un sogno che si avvera ogni volta. Spero di poter ispirare la nuova generazione, non giocano così tanti ragazzi nel mio paese, ma io sono la dimostrazione che anche in Tunisia ce la possiamo fare, a crescere e diventare ottimi tennisti. Lavorando duro, credendo in te stesso, ce la farai”.
    Davvero una bella storia e carriera quella di Ons, tennista tutt’altro che banale, orgogliosa delle sue radici ed esempio straordinario per tutto il mondo arabo, di cultura sportiva, di successo e libertà.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La vittoria di Martina Trevisan (3h 52 minuti) è il settimo match femminile più lungo dell’era Open

    Martina Trevisan

    Grande, grandissima soddisfazione per la vittoria di Martina Trevisan ad Indian Wells. Un match che vale oro per la toscana, e le permette di continuare la sua strada nell’importante torneo statunitense, e allo stesso tempo stabilisce anche un piccolo record personale.
    Infatti la battaglia vinta sulla Bouzkova diventa il settimo match femminile più lungo dell’era Open. Riportiamo la curiosa statistica dei match più lunghi segnalata dal collega Diego Barbiani.
    1 – Nelson-Dunbar b. Hepner 6-4 7-6 (11) – 6h 33′ – Richmond 1984 (1t)
    2 – Schiavone b. Kuznetsova 6-4 1-6 16-14 – 4h 44′ Australian Open 2011 (4t)
    3 – Strykova b. Kulikova 7-6 (5) 6-7 (10) 6-3 – 4h19′ – Australian Open 2010 (1t)
    4 – Buisson b. Van Lottum 6-7 (3) 7-5 6-2 – 4h 4′ – Roland Garros 1985 (1t)
    5 – Melville Reid b. Teeguarden 7-6 (7) 4-6 16-14 – Roland Garros 1972 (3t)
    6 – Kukova b. Gorgodze 6-7 (4) 7-6 (7) 7-6 (3) – 3h 55′ Gydnia 2021 (1/4)
    7 – Trevisan b. Bouzkova 6-4 6-7 (8) 6-4 – 3h 52′ – Indian Wells 2021 (1t)
    8 – Sorribes Tormo b. Giorgi 7-6 (4) 6-7 (7) 7-5 – 3h 51′ – Roma 2021 (1t)
    9 – Schiavone b. Kuznetsova 6-7 (11) 7-5 6-4 – 3h 50′ – Roland Garros 2015 (2t)

    Da notare che Francesca Schiavone compare due volte in questa classifica, curiosamente sempre contro Svetlana Kuznetsova, e che 3 di questi match record-maratona sono stati disputati in questa stagione.
    5 di questi 9 match sono stati disputati in tornei dello Slam, e ben 6 su 9 su terra battuta.
    Sottolineamo l’unicità del match record, in cima a questa classifica. L’unico giornalista presente contò uno scambio 643 colpi (sì, 643!). Il punto durò la bellezza di 29 minuti. Ma anche il tiebreak, vinto 13 punti ad 11, durò la cifra record di 1h e 47 minuti. Impossibile batterlo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Feliciano López diventa il tennista con il maggior numero di presenze nella storia del Masters 1000

    Feliciano Lopez nella foto

    Feliciano López ha stabilito un record questa settimana con la sua presenza nel torneo di Indian Wells.
    Il giocatore spagnolo è nel main draw di un Masters 1000 per la 139esima volta in carriera, in questo modo ha superato le 138 presenze di Roger Federer e si colloca in cima in questa speciale classifica che riguarda le presenze nei Masters 1000. LEGGI TUTTO

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    Nuovo record per Djokovic: 700 settimane in top10, è il quinto nella storia

    Settimana dopo settimana Novak Djokovic inanella record su record. Saldo al n.1 del ranking ATP (è il recordman assoluto nell’era Open con 339 settimane in vetta alla classifica), il serbo ha raggiunto ieri la settimana n.700 in carriera nella top10. Diventa così il quinto nella storia del tennis moderno a toccare questa cifra ragguardevole. Ecco […] LEGGI TUTTO

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    I record battuti da Djokovic allo scorso US Open

    Novak Djokovic, n.1 del ranking ATP

    La sconfitta in finale allo scorso US Open resterà probabilmente il boccone più amaro nella straordinaria carriera di Novak Djokovic. Tuttavia il serbo ha scritto altri record storici durante il torneo newyorkese. Vediamoli.
    Dal 1969, nessun tennista nel singolare maschile era arrivato così vicino a completare un Grande Slam, con 27 successi consecutivi dall’Australian Open a US Open, fermandosi ad un solo match dall’impresa;
    Djokovic a NY ha disputato la sua nona finale a US Open, record assoluto nell’era Open (staccati Lendl e Sampras con 8);
    È stata per Novak la 31esima finale Slam, pareggiando i conti con Federer (Nadal è il terzo, a 28). Nessun altro tennista eccetto i tre big dell’epoca attuale è arrivato a 20 finali in un Major;
    La vittoria in semifinale contro Sasha Zverev è stata per Djokovic la n.225 in carriera contro un top10. Ha così stabilito il record assoluto nell’era Open, passando Federer fermo a 224. Seguono in questa prestigiosa classifica Nadal con 178, Lendl con 166, Connors con 131.
    Nella corsa verso la finale di US Open, Djokovic ha perso in quattro match di fila il primo set (vs. Nishikori, Brooksby, Berrettini e Zverev) finendo per vincere poi gli incontri ed approdare alla finale. Non accadeva da 132 anni, 1889 Quincy Shaw.

    In tutto questo, riportiamo anche una statistica molto interessante a favore di Daniil Medvedev. Djokovic da n.1 ha giocato almeno due volte contro 82 tennisti. L’unico di questi ad aver un record positivo vs. il serbo è proprio Medvedev, avanti 4-2 negli scontri diretti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Pubblico da record a Belgrado? In Brasile dicono di no…

    Di Redazione Anche se le cronache di sabato 4 settembre sono ovviamente concentrate sulla strepitosa vittoria dell’Italia nei Campionati Europei femminili, la finale della Stark Arena di Belgrado verrà ricordata anche per un altro motivo: i 20.565 spettatori presenti sulle tribune costituiscono, secondo la CEV, un record assoluto di pubblico per una partita di volley femminile a livello mondiale. O forse no? Il portale Web Volei fa notare che in realtà esisterebbe un precedente con un’affluenza ben superiore: la partita tra le nazionali femminili di Brasile e Cina disputata nel 1994 al “Mineirinho” di Belo Horizonte, che fu seguita da ben 26.500 persone. “Non avevo mai visto niente di simile in nessuna parte del mondo” aveva detto l’allora CT verdeoro Bernardinho, e in effetti il primato non sarebbe più stato superato. Se non al maschile, con la sfida di World League tra Brasile e Italia dell’anno successivo, che toccò i 27mila (record indoor, mentre all’aperto rimangono insuperabili i famosi 100mila del Maracanà per la partita-evento del 1983 con l’URSS). La Confederazione europea, invece, cita come precedente primato un match di NCAA tra Nebraska e Florida, disputato nel 2017 allo Spring Center di Kansas City, con 18.516 spettatori. In riferimento all’intera giornata di gare, Europei maschili compresi, la CEV parla inoltre di “super Saturday“, conteggiando un totale di 55.149 persone nei palazzetti del continente: un motivo di vanto abbastanza discutibile, sia per la scarsa coerenza con le restrizioni anti-Covid che caratterizzano in questo periodo gran parte degli eventi sportivi in Europa, sia per l’inopportuna sovrapposizione tra le due manifestazioni (basti pensare che la nazionale femminile e quella maschile della Serbia sono scese in campo contemporaneamente!). (fonte: Web Volei) LEGGI TUTTO