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    La festa delle Pantere: “Ci vorrà qualche anno per capire davvero cosa abbiamo fatto…”

    Di Redazione Di festeggiamenti in casa Prosecco DOC Imoco Volley Conegliano se ne sono visti tanti in questi ultimi anni, ma quello per la vittoria consecutiva numero 74, che vale il record mondiale, ha qualcosa di speciale. Incontenibile l’emozione delle ragazze gialloblu a fine partita: ecco le loro dichiarazioni raccolte dai colleghi de La Tribuna di Treviso e Il Gazzettino Treviso. Monica De Gennaro: “Siamo molto felici di questa vittoria, perché forse ci siamo rese conto solo ora di essere arrivate a 74 e sinceramente è stato bellissimo festeggiare con il nostro pubblico qui al Palaverde. Forse dovrà passare qualche anno prima di capire veramente che cosa abbiamo fatto, un’impresa assolutamente non scontata né facile, per questo sono orgogliosa della squadra e della società“. Joanna Wolosz: “Sapevo di arrivare in una società e squadra importante, che poteva regalare tante emozioni, ma non mi è mai venuto in mente di poter arrivare a un traguardo simile. Sono molto contenta, anche perché a questo record hanno contribuito tante ragazze in questi anni, e questo festeggiamento è anche per loro. Il record lo abbiamo fatto, adesso basta parlarne: ci concentriamo su Champions e Mondiale, provando ovviamente a continuare questa striscia vincente, però ci siamo liberate di un pensiero“. Robin De Kruijf: “Forse non è quello a cui abbiamo puntato, ma è sicuramente un bel festeggiamento da fare qui in casa con il nostro pubblico. Specialmente dopo il Covid è una gran bella sensazione poter sentire di nuovo questa atmosfera. È stato abbastanza difficile arrivare fin qui, so quanto forte è la concorrenza, non voglio guardare troppo avanti“. Paola Egonu: “Il nostro obiettivo più che il record sono i trofei stagionali, ma sicuramente siamo contenti di questo risultato e di come abbiamo giocato in questa stagione“. Loveth Omoruyi: “È bello sapere di far parte della storia, siamo contente e siamo grate per tutto questo. Sappiamo di aver fatto un bel percorso che però deve ancora finire, il campionato è solo all’inizio e ci aspettano tante partite“. Kathryn Plummer: “Quando mi sono unita alla squadra avevano già vinto serie impressionante di gare, mi sento semplicemente onorata di aver potuto contribuire ad aggiungerne un po’. È una tappa fondamentale del percorso di questa squadra ed è fantastico poterne far parte“. Piero Garbellotto: “È una cosa che non ci saremmo mai aspettati né immaginati, veramente una giornata da sogno. Un bel risultato non solo per conegliano, ma per tutto il movimento della pallavolo italiana. Siamo contenti di averlo festeggiato qui in casa nostra“. (fonte: La Tribuna di Treviso, Il Gazzettino Treviso) LEGGI TUTTO

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    Daniele Santarelli: “Mai avuta così tanta pressione come per questo record”

    Di Redazione Neanche il tempo di ricevere una targa celebrativa (consegnata a inizio gara dalla vicepresidente di Lega Carla Burato) che è già ora di sostituirla: la Prosecco DOC Imoco Volley Conegliano frantuma tutti i record e resta sola nel Guinness dei Primati con la vittoria consecutiva numero 74, una striscia positiva mai raggiunta prima d’ora. Indescrivibile la gioia di dirigenti, staff e giocatrici, e i festeggiamenti finali dimostrano quanto contasse per le gialloblu questo simbolico traguardo, al di là delle dichiarazioni di facciata. Un sentimento espresso con estrema sincerità dal coach Daniele Santarelli in conferenza stampa: “Ci siamo tolti un peso… forse non è la parola giusta, ma se ne stava parlando con insistenza incredibile ovunque, e noi questa cosa ovviamente la percepiamo. Credo di non aver avuto mai così tanta pressione come per questo record, in nessun trofeo: mancava pochissimo e siamo andati molto vicini a farcela sfuggire. Sono convinto che adesso ci esprimeremo molto meglio“. “Se guardo indietro a questi tre anni – confessa Santarelli – quello che abbiamo fatto è stato incredibile. Da quando è arrivata Egonu eravamo consapevoli di essere una squadra fortissima e del fatto che avremmo potuto vincere tutto o quasi tutto, ma al record ho cominciato a pensare un po’ solo all’inizio di quest’anno. Non ne ho mai parlato alle ragazze, se non dopo la partita con Busto, quando sentivo che c’era bisogno di qualcosa che le spronasse. Se ne sono rese conto lì, forse qualcuna neanche lo sapeva. Dopo Cuneo, quando ho presentato il cartellone celebrativo del record, l’hanno quasi rifiutato perché volevano che la festa potesse essere al Palaverde: io ho festeggiato molto di più, perché mi sentivo quasi colpevole di aver messo in difficoltà la squadra con qualche scelta azzardata“. Ora il momento di festeggiare è arrivato: “È stato bello – commenta il tecnico – regalare una giornata speciale a tutti i tifosi, così tanti anche per una partita sulla carta un po’ scontata. Volevo che fosse una festa per tutti e ho cercato di dare spazio a tutte le persone che hanno caratterizzato in questi anni la nostra cavalcata vincente: mi è dispiaciuto non far entrare Sylla, ringrazio solo a parole Kim Hill, e alla fisioterapista Ilenia Marin (oggi a Trento, n.d.r.) ho detto che il successo è un po’ anche suo. La partita non è stata forse bellissima, ma noi l’abbiamo interpretata in maniera esemplare, nonostante un piccolo problema a Courtney“. Le tre vittorie più belle della striscia da record? Santarelli ci pensa un po’, poi risponde: “L’anno scorso a Scandicci e gara 1 della Finale Scudetto contro Novara, la terza quella di Cuneo, perché tutto il merito è stato della squadra“. Infine lo sguardo si sposta al futuro: “Ora che il record è nostro proveremo ad allungarlo, ci teniamo tantissimo e proviamo a portarlo più avanti possibile. Certo, senza quell’incredibile sconfitta a Perugia staremmo parlando di quasi 100 vittorie (94 per l’esattezza, n.d.r.)… ma ora cerco di non pensarci più“. (fonte: Facebook Imoco Volley) LEGGI TUTTO

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    Il record di Fausto Giulioni, l’uomo che vinse un set con 15 ace

    Di Redazione Se c’è una costante nell’evoluzione della pallavolo degli ultimi 30 anni è sicuramente la crescente importanza del servizio, sempre più un fondamentale determinante per il risultato e portatore di punti diretti. Ma molto prima delle serie killer di Zaytsev o Egonu, e ancora prima che si cominciasse a parlare di “attacco dai nove metri“, nell’era del cambiopalla c’è stato un giocatore capace di vincere un intero set grazie alla battuta, letteralmente senza far toccare palla agli avversari. La nostra storia si svolge nella stagione 1981-82: dal punto di vista pallavolistico si parla di diverse ere geologiche fa, con il rally point system ancora di là da venire. Ma il volley italiano aveva già iniziato l’ascesa verso quella che sarebbe stata la sua stagione d’oro e anche la Serie B maschile (allora la terza categoria nazionale) era un campionato di tutto rispetto, con interpreti di qualità e nomi molto noti. Tra questi Giorgione Barbieri, un’icona della pallavolo emiliana, che da allenatore vinse poi tra l’altro due scudetti e una Coppa dei Campioni femminile a Matera. Quell’anno Barbieri giocava a Mantova e difficilmente potrà dimenticare il set che Fausto Giulioni, schiacciatore antesignano della battuta in salto, decise di vincere da solo. A raccontarcelo è un suo compagno di squadra dell’epoca, Giovanni Righetti: “Allora si poteva murare la battuta, e dopo i primi ace che Fausto piazzava negli angoli del campo, Barbieri studiò la strategia di murare a tre, ma non ci fu verso. Ricordo un paio di servizi che finirono con un mani-out e altri due che scardinarono la ricezione“. “Mantova tornò a ricevere a 4 – ricorda ancora Righetti – ma ogni tentativo fu nullo. Poi chiamò entrambi i time out a disposizione, per cercare di distrarlo, ma ancora niente da fare: ogni volta Fausto tornava in battuta e riprendeva la sua raffica. Noi compagni di squadra eravamo esterrefatti e facevamo a gara per consegnargli il pallone! Il pubblico lo acclamava dopo ogni ace, mantenendo il silenzio assoluto durante la preparazione del gesto atletico. Ci sono ancora ragazzi e ragazzini di allora che ricordano quell’impresa, fu una serata indimenticabile“. Il set, inutile dirlo, si chiuse con lo stratosferico punteggio di 15-0, ma Mantova riuscì comunque a riprendersi e vincere la partita per 3-2, e a fine anno conquistò la promozione in Serie A2; Verona, invece, chiuse al terzo posto. Giulioni non fu più in grado ripetere un filotto del genere, anche se portò a casa ancora diversi punti in battuta: “Era alto 1,95, ma aveva una coordinazione in battuta eccezionale. Faceva un doppio passo e si alzava la palla quel tanto da poter coordinare rincorsa e braccio, era una battuta potente ed incredibilmente varia” conclude l’ex compagno di squadra. Nella storia resterà scolpito il suo record senza precedenti e soprattutto insuperabile, almeno con il vecchio sistema di punteggio… Nella foto di copertina, la squadra di Verona che partecipò al campionato 1981-82: Fausto Giulioni è il terzo dall’alto. Gli altri, da sinistra: Nicola Sboarina, Marco Gibin, Corrado Dall’Ora, Marco Bonazzi, Giovanni Righetti, Nicola Norbiato; da sinistra in basso, Sergio De Agostini, Luca Cecconi, Marco Piva, Edgardo Gudenzi, Walter Guerra e l’allenatore Cesare Gozzi. LEGGI TUTTO

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    Ons Jabeur nella storia: sarà top10 dopo Indian Wells, prima “racchetta araba” tra le migliori

    Ons Jabeur, prima tennista araba in top10

    Ons Jabeur ad Indian Wells ha scritto una nuova pagina di storia del tennis. Con la sua vittoria (6-2 6-2) sulla russa Anna Kalinskaya nel quarto turno del WTA 1000 californiano, ha accumulato i punti necessari per entrare nella top10 del ranking la prossima settimana. La talentosa tunisina diventa così la prima tennista araba varcare la soglia dei migliori 10 nel ranking ATP/WTA. Un record assolutamente meritato, conquistato con una crescita continua ed un tennis di talento.
    Jabeur si trova questa settimana al numero 14 in classifica, una posizione che già pareggiava il miglior ranking mai ottenuto da un tennista arabo nella storia delle classifiche ATP o WTA, quello del marocchino Younes El Aynaoui, 14esimo nel 2003 e nel 2004.
    Ons nella sua continua ascesa verso il vertice del tennis femminile ha stabilito diversi primati assoluti per una tennista di origine araba. Fu la prima a raggiungere un quarto di finale in un torneo del Grande Slam agli Australian Open 2020 (da allora ne ha disputato un altro a Wimbledon 2021); è stata la prima ad entrare nella top 50 WTA (grazie all’ottimo Australian Open 2020); è stata la prima donna araba ad alzare un titolo WTA al 250 di Birmingham quest’anno. Un successo su erba, per una ragazza nata e cresciuta su terra battuta, segnale evidente del suo talento tecnico e di quella grande “mano” che le permette di toccare la palla in sicurezza, variare angoli e rotazioni, producendo così un tennis vario, completo e divertente.
    Dopo il successo di ieri, la tunisina ha dichiarato: “Sono davvero contenta della mia prestazione e di tutto quel che sto raggiungendo nella mia carriera. Agli inizi sognavo di vincere gli Open di Francia, sono riusciva a vincerlo da junior, e poi ho sempre detto a mia madre che voglio essere la numero 1. Ci ho sempre creduto, ma vincere sul WTA tour è un sogno che si avvera ogni volta. Spero di poter ispirare la nuova generazione, non giocano così tanti ragazzi nel mio paese, ma io sono la dimostrazione che anche in Tunisia ce la possiamo fare, a crescere e diventare ottimi tennisti. Lavorando duro, credendo in te stesso, ce la farai”.
    Davvero una bella storia e carriera quella di Ons, tennista tutt’altro che banale, orgogliosa delle sue radici ed esempio straordinario per tutto il mondo arabo, di cultura sportiva, di successo e libertà.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    La vittoria di Martina Trevisan (3h 52 minuti) è il settimo match femminile più lungo dell’era Open

    Martina Trevisan

    Grande, grandissima soddisfazione per la vittoria di Martina Trevisan ad Indian Wells. Un match che vale oro per la toscana, e le permette di continuare la sua strada nell’importante torneo statunitense, e allo stesso tempo stabilisce anche un piccolo record personale.
    Infatti la battaglia vinta sulla Bouzkova diventa il settimo match femminile più lungo dell’era Open. Riportiamo la curiosa statistica dei match più lunghi segnalata dal collega Diego Barbiani.
    1 – Nelson-Dunbar b. Hepner 6-4 7-6 (11) – 6h 33′ – Richmond 1984 (1t)
    2 – Schiavone b. Kuznetsova 6-4 1-6 16-14 – 4h 44′ Australian Open 2011 (4t)
    3 – Strykova b. Kulikova 7-6 (5) 6-7 (10) 6-3 – 4h19′ – Australian Open 2010 (1t)
    4 – Buisson b. Van Lottum 6-7 (3) 7-5 6-2 – 4h 4′ – Roland Garros 1985 (1t)
    5 – Melville Reid b. Teeguarden 7-6 (7) 4-6 16-14 – Roland Garros 1972 (3t)
    6 – Kukova b. Gorgodze 6-7 (4) 7-6 (7) 7-6 (3) – 3h 55′ Gydnia 2021 (1/4)
    7 – Trevisan b. Bouzkova 6-4 6-7 (8) 6-4 – 3h 52′ – Indian Wells 2021 (1t)
    8 – Sorribes Tormo b. Giorgi 7-6 (4) 6-7 (7) 7-5 – 3h 51′ – Roma 2021 (1t)
    9 – Schiavone b. Kuznetsova 6-7 (11) 7-5 6-4 – 3h 50′ – Roland Garros 2015 (2t)

    Da notare che Francesca Schiavone compare due volte in questa classifica, curiosamente sempre contro Svetlana Kuznetsova, e che 3 di questi match record-maratona sono stati disputati in questa stagione.
    5 di questi 9 match sono stati disputati in tornei dello Slam, e ben 6 su 9 su terra battuta.
    Sottolineamo l’unicità del match record, in cima a questa classifica. L’unico giornalista presente contò uno scambio 643 colpi (sì, 643!). Il punto durò la bellezza di 29 minuti. Ma anche il tiebreak, vinto 13 punti ad 11, durò la cifra record di 1h e 47 minuti. Impossibile batterlo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Feliciano López diventa il tennista con il maggior numero di presenze nella storia del Masters 1000

    Feliciano Lopez nella foto

    Feliciano López ha stabilito un record questa settimana con la sua presenza nel torneo di Indian Wells.
    Il giocatore spagnolo è nel main draw di un Masters 1000 per la 139esima volta in carriera, in questo modo ha superato le 138 presenze di Roger Federer e si colloca in cima in questa speciale classifica che riguarda le presenze nei Masters 1000. LEGGI TUTTO

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    Nuovo record per Djokovic: 700 settimane in top10, è il quinto nella storia

    Settimana dopo settimana Novak Djokovic inanella record su record. Saldo al n.1 del ranking ATP (è il recordman assoluto nell’era Open con 339 settimane in vetta alla classifica), il serbo ha raggiunto ieri la settimana n.700 in carriera nella top10. Diventa così il quinto nella storia del tennis moderno a toccare questa cifra ragguardevole. Ecco […] LEGGI TUTTO