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    Fiat 126 Vision, ecco come sarebbe la citycar oggi

    Ne è passato di tempo dal 1972, anno in cui Fiat lanciava la sua 126. Nel tempo, la citycar si è fatta apprezzare, così tanto da diventare una delle piccole del marchio più iconiche. A lei si è voluto ispirare lo studio di design Ma-De per realizzare un rendering che ne attualizza le forme. Le linee della popolare utilitaria italiana sono state riprese per realizzare un nuovo concetto di citycar, compatta, moderna e naturalmente a zero emissioni.
    Nuova Fiat 500 elettrica, che successo al “Red Dot Award 2020”
    Linee fluide e pulite
    La Fiat 126, con i suoi 4,6 milioni di esemplari prodotti, è entrata a far parte della cultura italiana dell’automobile. E sebbene non abbia avuto un’erede spirituale come avvenuto con la 500, sono tanti coloro che non si sono dimenticati di questa utilitaria. Tra loro anche i membri di Ma-De, studio di design fondato da Andrea della Vecchia e Woody Chui, e vincitore di numerosi premi.

    I giovani designer hanno ripreso lo stile inconfondibile della 126 originale e lo hanno traslato nel presente, ammorbidendone le linee e applicandole a un corpo vettura moderno. Inserendo dettagli come le luci a Led e il nuovo logo che Fiat sta introducendo sui suoi nuovi modelli. Il risultato è una citycar compatta e moderna, dalle linee fluide e pulite, che ricorda sotto alcuni aspetti la concept Centoventi.
    La 126 Vision, questo il nome del progetto, è un esercizio di stile realizzato in autonomia dallo Studio Ma-De. Ma sognare di rivedere un giorno, sulle strade, una nuova generazione della piccola Fiat, non costa nulla.
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    Nuova Audi e-tron GT, l'elettrica si mostra

    La gamma e-tron di Audi si appresta ad aggiungere un nuovo tassello, ad una famiglia di vetture che muta in modo radicale l’ideale di prestazione. È l’elettrico l’unico protagonista, ma non sono solo i Suv a beneficiarne. Infatti il brand dei Quattro Anelli ha in rampa di lancio la nuova e-tron GT, coupé a quattro porte realizzata sulla medesima piattaforma di Porsche Taycan, con cui condivide parte della componentistica e della meccanica.
    Diverse invece sono le strade quando si tratta di produzione. Audi ha infatti allestito un reparto dedicato presso la fabbrica di Neckarlsum, polo di eccellenza all’interno del Gruppo, specializzato nella lavorazione di materiali come l’alluminio. Elemento che fa parte del complesso Audi e-tron GT, accoppiato però con l’acciaio alto resistenziale. Una soluzione, quella di accoppiare elementi differenti, che fa riferimento al modello dual-frame (una pratica di uso comune soprattutto nel segmento premium e sportivo).

    Insieme alla R8
    La particolarità del modus operandi della catena di costruzione della nuova e-tron GT, è che sia condivisa con quella di una altra vettura Audi ad alte prestazioni: la R8. Due automobili agli antipodi sotto il profilo meccanico, che possono invece convivere quando si tratta di processo produttivo. I modelli sono infatti movimentati dagli stessi carrelli e da un’unica monorotaia elettrica sospesa. La cosa particolare è che per progettare tutti i processi di assemblaggio della nuova e-tron GT sia stata impiegata esclusivamente la realtà virtuale. Lungo la linea ci sono 34 robot dediti al montaggio della vettura. L’auto si completa in 36 cicli di lavoro, ciascuno dei quali comporta un tempo di 15 minuti. In alcune fasi l’uomo affianca i robot. Come ad esempio nel comparto dove vengono applicati parabrezza e lunotto della e-tron GT.
    Questione di sound
    Al di là di come viene costruita, una parte della progettazione che ha meritato uno studio approfondito è certamente quella del rumore. Va da sé che una vettura elettrica sia particolarmente silenziosa. Per questo il sound artificiale che viene costruito in modo puntuale si pone l’obbiettivo di valorizzare in qualche modo la vettura, enfatizzando anche l’aspetto sportivo.
    Il Sound Designer di Audi, Rudolf Halbmeir è, tra le altre cose, un musicista. Dopo aver analizzato il suono di diversi strumenti musicali, ha scelto una strada decisamente più alternativa, più vincolata al rumore che alla musica “tradizionale”. Lui stesso ha infatti dichiarato: “Ho visto un tubo di plastica per terra. Era lungo tre metri e con un diametro di 80 millimetri. Ho posizionato un ventilatore a un’estremità e da quella opposta ho ascoltato il suono che ne derivava. Era un suono speciale, profondo e intenso. Ho capito immediatamente che avevo trovato la base sonora che cercavo”.
    Per quanto la storia possa apparire stravagante, prima di giungere alla definizione definitiva del suono da associare alla e-tron, c’è stato un profondo lavoro di ingegnerizzazione. Di fatto sulla sportiva Audi il “rumore” non si limita ad una sola frequenza e a un solo grado di intensità. Ma muta in funzione del fatto se si stia accelerando oppure no, ma anche se si viaggia a velocità costante. Condizioni che da un certo punto di vista riprendono il modo di “suonare” di un motore termico.

    L’esperienza acustica può essere “amplificata” optando per il pacchetto audio opzionale. La conformazione di tale sistema prevede due centraline con amplificatore posizionate nel bagagliaio a gestire il sound digitale dentro e fuori l’abitacolo. Oltre all’altoparlante esterno anteriore, Audi e-tron GT viene dotata di uno speaker nella zona posteriore e di due altoparlanti interni.
    Di serie invece, come prescritto dalla normativa vigente, l’avvisatore acustico (AVAS o Acustic Vehicle Alert System) che segnala i movimenti della vettura a bassa andatura. Il suono emesso dall’AVAS viene prodotto da un altoparlante collocato nella zona anteriore dell’auto.
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    Hamilton,il futuro nell'elettrico

    Lewis Hamilton si fa promotore della mobilità a zero emissioni e lo dimostra pubblicamente attraverso il suo attivissimo profilo Instagram da oltre 20 milioni di follower. In una delle ultime foto postate dal campione, si può leggere una luga didascalia: “Recentemente ho apportato molti cambiamenti nella mia vita per ridurre il mio impatto sull’ambiente. Il primo passo in questo viaggio è stato capire il mio impatto personale sul pianeta in modo da poter apportare modifiche per migliorarlo”. Nella foto, infatti, il pilota è immortalato il prototipo Mercedes Vision EQS, prototipo che anticipa come saranno le Mercedes a batterie del prossimo futuro.

    “Fuori dalla pista guido auto elettriche”
    Sempre su Instagram, Lewis Hamilton scrive: “Fuori dalla pista cerco di utilizzare le auto elettriche ove è possibile”. E aggiunge: “Voglio anche usare il mio ruolo di pilota da corsa per cercare d’imporre un cambiamento positivo e permanente, motivo per cui lavoro a stretto contatto con la Mercedes affinché orientino gradualmente la loro flotta di auto verso l’elettrico”. E poi arriva la presentazione della Mercedes Vision EQS: “Questa è la mia nuova auto da sogno, si tratta della Mercedes Vision EQS completamente elettrica. Non vedo l’ora che sia disponibile! Nella vita di tutti i giorni non è facile essere sempre d’esempio, ma cerco di migliorare tenendomi informato per fare la mia parte. Piccoli passi portano a grandi cambiamenti…”. LEGGI TUTTO

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    Polestar, la sportiva elettrica a quattro porte sul mercato dal 2023

    Polestar, Marchio green ed esclusivo di Volvo, porterà sul mercato una berlina elettrica entro tre anni. Il prototipo Precept, presentato a febbraio, ha riscontrato favori generali e convinto la dirigenza a realizzare una sportiva a quattro porte.
    Sarà assemblata in Cina, sfruttando ovviamente la tecnologia di Volvo e di Lynk & Co. Ma soprattutto nascerà sulla nuova piattaforma del Gruppo Geely, la Spa2 (Scalable Product Architecture) e i relativi powertrain.
    Polestar Precept, informazioni e caratteristiche
    Lo stile, originale, sarà una delle caratteristiche della vettura. Estremamente tecnologica, ma votata alla sostenibilità.

    Dovrebbe conservare parti dell’abitacolo realizzate con materiali riciclati da lino, plastica, sughero, reti da pesca (questo però già lo fanno le piccola ibride di FCA), mentre le motorizzazioni non sono state ancora prospettate.
    Una calandra molto speciale
    Al vertice, qui il retaggio di Volvo è decisivo, i sistemi di sicurezza e di assistenza alla guida, concentrati in gran parte nella inedita calandra, che, oltre a definire il design, accoglie sensori: un lidar però è presente sul tetto.
    Curata nella aerodinamica, all’interno presenterà una plancia interamente digitale, con i due grandi display di strumentazione (12,5 pollici) e multimedia (15 pollici) affiancati da altri tre monitor al posto dei retrovisori, interno ed esterni.
    La collaborazione tra Polestar e Koenigsegg LEGGI TUTTO

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    La vittoria delle e-bike a pedalata assistita: non sono ciclomotori

    Dopo anni di battaglie, insieme alle aziende produttrici, ai negozianti e ad alcuni proprietari di bici a pedalata assistita, l’ANCMA si fa portavoce di una grande vittoria: “Le e-bike con walk assist non sono equiparabili ai ciclomotori”. A deciderlo una sentenza della quinta sezione civile del Tribunale di Palermo. Un fenomeno, quello delle e-bike, in continua espansione, e che ora vede marchi come KTM impegnati anche nella realizzazione di modelli per bambini.
    La controversia che ha dato origine alla sentenza è scaturita dopo una serie di multe e sequestri ritenuti sul territorio nazionale e in particolare nella città di Palermo, nei confronti dei possessori delle e-bike a pedalata assistita, che venivano multati per guida senza casco o per mancanza di assicurazione.  
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    L’equivoco si chiama walk assist
    A causare l’equivoco è il walk assist, un dispositivo che consente di avviare il motorino elettrico senza usare i pedali con l’obbiettivo di muovere la bici fino a una velocità massima di 6 km/h. In pratica una leggera assistenza alla spinta per spostare a mano il veicolo in condizioni di difficoltà come, ad esempio, ripartenze in salita, presenza di fondi viscidi o movimentazione delle bici a pieno carico.
    La presenza di questo dispositivo su molte e-bike ha indotto la Polizia Locale ad accomunare questi mezzi ai ciclomotori.
    “Questa episodica ed errata interpretazione”, si legge in una nota diffusa stamane dall’associazione ANCMA, “ha prodotto multe per svariate centinaia di euro e sequestri (per guida senza casco e mancanza di assicurazione), colpendo soprattutto gli ignari utenti della strada e indirettamente anche le imprese costruttrici che hanno messo sul mercato le loro bici rispettando le norme europee e nazionali vigenti”.
    Finalmente giustizia
    “Sono quasi tre anni che seguiamo questa vicenda a fianco delle consociate, con interlocuzioni serrate a tutti i livelli istituzionali”, prosegue il comunicato. “Oggi possiamo dire finalmente di avere ottenuto giustizia in un ambito della mobilità su due ruote in forte espansione che, con immutata fiducia nell’operato delle Forze dell’Ordine, richiede comunque attenzione per i fenomeni di illegalità legati alla manomissione dei motori elettrici per aumentare potenza e velocità”.
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    Hyundai RM20e, l'elettrica sportiva Hyundai N alla prova

    Il motore rimane in posizione centrale, mentre la scocca è della Veloster. Ma Hyundai RM20e è diversa. E lo è per via di quella lettera che segue la sigla Racing Midship. Un prototipo diventato negli anni – con il progetto avviato nel 2012 – un laboratorio viaggiante per sperimentare tecnologie legate alle Hyundai sportive.
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    E l’elettrificazione sarà uno dei passaggi che affronterà Hyundai N, per proporre numeri da supercar in un modello che, nei piani del marchio, fino allo scorso anno, dovrà essere la punta di diamante della produzione. 
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    Hyundai coltiva la sportività N tradizionale, con il rinnovamento della i30; Hyundai ad annunciare il brand delle elettriche Ioniq, destinato a portare su strada l’esaltante concept Prophecy e la Concept 45.
    Prestazioni: i dati
    Il progetto RM20e dichiara 810 cavalli e 960 Nm, ottenuti da un motogeneratore in posizione posteriore-centrale, valori di potenza e coppia scaricati sulle ruote posteriori, elettrificazione in grado di portare tempi sullo zero-cento orari inferiori ai 3” e un 9”88 sullo 0-200 orari da supercar termica di un certo livello. La velocità massima del prototipo è superiore ai 250 orari.

    Più dei numeri, tuttavia, conta registrare lo sviluppo portato avanti con la collaborazione di Rimac Automobili. Nell’azienda croata, il gruppo Hyundai ha investito nel 2019 80 milioni di euro, tra apporti del marchio Hyundai e Kia. Rimac specialista nella realizzazione di motori e sistemi elettrici, alla recente cronaca per il possibile ingresso nella proprietà del marchio Bugatti.
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    Motore e batteria tradiscono, con l’architettura a 800 volt, quella che sarà la tecnologia – su piattaforma e-GMP (diversa ovviamente dal prototipo) destinata alle Hyundai elettriche dei prossimi anni, i modelli spiccatamente votati alla prestazione. RM20e alimentata da un pacco batterie da 60 kWh, da 605 volt nominali di tensione (705v di picco) e sistema di raffreddamento a liquido. LEGGI TUTTO

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    Sul monopattino elettrico fa 10 km sulla A14: fermato dalla Polizia

    Doveva recarsi ad un colloquio da Rimini a Cesena e ha deciso di imboccare l’autostrada A14 direzione Bologna a bordo di un monopattino elettrico. L’incredibile vicenda è avvenuta nei giorni scorsi: l’assurda idea ha visto protagonista un 20enne riminese, che ha percorso una decina di chilometri a bordo del mezzo elettronico prima di venire fermato dalla polizia stradale.
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    La Polizia ha sequestrato il monopattino
    Non è la prima volta che accadono episodi del genere, dove alcuni individui, consapevoli o meno, del fatto che il monopattino elettrico non possa circolare in autostrada si ritrovano sulle corsie insieme ad auto e motociclette. Si tratta di un gesto pericoloso, sia per se stessi che per gli altri. A segnalare il giovane riminese sono stati infatti gli automobilisti presenti sulla A14, stupiti di vedere una persona su un monopattino sulla corsia d’emergenza dopo il casello di Rimini Nord.
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    Il 20enne è stato quindi rintracciato e fermato dalla Polstrada, e il veicolo sequestrato. La motivazione fornita alle autorità è stata quella di dover arrivare in orario a Cesena per sostenere un colloquio. Nulla, quindi, che possa giustificare l’atto irresponsabile. LEGGI TUTTO

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    Volkswagen ID.4, SUV elettrico di Wolfsburg

    Per una ID.3 che si candida a vestire i panni di Golf del mondo elettrico, c’è un progetto Volkswagen ID.4 che interpreta l’architettura MEB in chiave suv. Segmento compatto, dalle vocazioni necessarie di abitabilità e spazio interno, che portano a misurare 4,58 metri in lunghezza e i vantaggi già nell’architettura, che permette di accorciare gli sbalzi, espandere il passo fino a 2,77 metri, e ricavare tanto spazio a bordo, per passeggeri e bagagli.
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    Così, anche, andrà sui mercati europei da fine 2020, per cominciare lo farà con due edizioni speciali, ID.4 1st Edition e la full optional ID.4 1st Max. Ventisettemila esemplari in tutto, poi sarà la gamma con gli allestimenti ordinari a prendere il testimone e, nel 2021, portare a una Volkswagen ID.4 ad alte prestazioni.

    ID.4, scheda tecnica
    Debutta proponendo uno schema con singolo motore elettrico anteriore, 204 cavalli e 310 Nm i numeri dichiarati, grazie ai quali può vantare un scatto sullo 0-100 orari piuttosto rapido (8”5) e raggiungere i 160 orari di velocità massima, autolimitata.
    Quanti km con una ricarica
    Motogeneratore alimentato da una batteria da 77 kWh, con celle a sacchetto – ovviamente composizione chimica agli ioni di litio – e una massa complessiva di 493 kg: in condizioni di utilizzo quotidiano permetterà di coprire fino a 520 km prima di dover ricaricare. E le operazioni saranno possibili sia da postazioni a corrente alternata, con i Wallbox da 11 kW proposti da Volkswagen, sia dalla tradizionale presa da 230 v.

    Dalle postazioni veloci, pubbliche, poter accedere a punti fino a 125 kW di potenza permette, in 30 minuti, di ricaricare l’equivalente d’energia necessario a percorrere 320 km. Ricarica attuata anche in marcia, durante le fasi di coasting, con la frenata rigenerativa e una specifica funzione Eco Assistant a suggerire al guidatore quando sollevare il piede dall’acceleratore, per ottimizzare abbrivio, decelerazione e ricarica, in base alle condizioni di traffico e del percorso.
    Caratteristiche dell’infotainment
    Prodotto e servizi procedono di pari passo, le soluzioni We Charge ID. permettono l’accesso a 150 mila punti di ricarica in tutta Europa con un singolo account.
    Servizi connessi che, in We Connect Start, inseriscono il suv in rete, dati via cloud scambiati per una navigazione ottimizzata, individuare stazioni di ricarica, permette il controllo di funzioni dell’auto via app: dalla climatizzazione dell’abitacolo a motore spento fino alla programmazione della ricarica.
    Grande come una Tiguan
    I tratti di ID.4 sono quelli di un suv dalle linee fluide, evidenziate in chiave dinamica nei punti distintivi: passaruota posteriori, linea di cintura, coda rastremata. In 161 centimetri d’altezza di trovano le quote del suv, in un profilo nel quale la cura aerodinamica è evidente e coinvolge anche il design dei gruppi ottici posteriori, per staccare i flussi aerodinamici ed evitare turbolenze in coda.
    Fari con luci dinamiche, effetti 3D, dove l’anteriore propone i led Matrix adattivi IQ.Light. Della dotazione standard dell’edizione speciale 1st Max faranno parte anche il tetto panoramico in vetro e il portellone posteriore ad azionamento automatizzato: via gesture o tasto per l’apertura elettrica. Un bagagliaio da 543 litri, 1.575 abbattendo i sedili posteriori e caricando al tetto. Doti di versatilità estese con la capacità di trainare un rimorchio fino a 1.000 kg.
    Infotainment, touch e comandi vocali per interagire
    All’interno il minimalismo del design è nell’assenza di tasti fisici, per un’interfaccia uomo-macchina mediante comandi vocali – istruzioni il cui riconoscimento è potenziato dallo scambio dati via cloud – o il touchscreen dell’infotainment: da 10 pollici di diagonale nella proposta standard, da 12 pollici in edizione speciale Max.

    A integrazione è possibile optare per un head up display con realtà aumentata, sfruttata per indicare la corretta navigazione e altre info a sovrapporre virtuale e reale, nel campo visivo del guidatore.
    Adas, dall’assistente alle manovre fino al Travel Assist
    Touch non è solo l’infotainment o i comandi a sfioramento, anche il volante ha sensori necessari a rilevare la presenza delle mani del guidatore, in chiave Adas. L’elettrico ID.4 offre il Travel Assist per una guida assistita di Livello 2, sistema affiancato da altre funzioni: sensori di parcheggio acustici di serie, con funzione freno automatico in manovra; Front Assist con assistente alle manovre di scarto di un ostacolo e operativo anche in curva; cruise control adattivo con stop&go; Lane Assist.
    Sfoglia il listino Volkswagen: tutti i modelli sul mercato
    Sicurezza, in chiave passiva, dove l’airbag centrale aumenterà la protezione dei passeggeri anteriori in caso di collisione laterale.

    Volkswagen ID4 suv Auto elettriche
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