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    La consistenza di Sinner e Medvedev: non perdono da oltre un anno contro un giocatore fuori dalla top50

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Battere i big è segnale inequivocabile di classe. Non perdere mai contro gli ottimi giocatori è segnale di costanza di rendimento ad alto livello, e quindi enorme consistenza e continuità. In questo nessuno è come Jannik Sinner e Daniil Medvedev negli ultimi dodici mesi. Infatti se prendiamo i tennisti inseriti nell’attuale top20 e andiamo a vedere quando questi hanno perso da un giocatore al di fuori della top50 ATP, solo il nostro n.1 azzurro e il moscovita sono senza macchia negli ultimi 12 mesi. Una statistica curiosa ma allo stesso tempo significativa, che conferma quanto Jannik e Daniil siano assai consistenti e difficilmente si facciano sorprendere nelle prime fasi di un torneo, o da un giocatore appena al di fuori dell’élite dei migliori cinquanta, quelli che presenziano costantemente nei maggiori eventi.
    Riportiamo la lista delle ultime sconfitte dei top20 contro un rivale non inserito nella top50 ATP, da quella più lontana a quella più recente:
    Medvedev – giugno 2023 – battuto a S’Hertongenbosch da Mannarino (n.52 in quel momento)
    Sinner – agosto 2023 – battuto a Cincinnati da Lajovic (n.66)
    Djokovic – marzo 2024 – battuto a Indian Wells da Nardi (n.123)
    Rune – marzo 2024 – battuto a Miami da Marozsan (n.57)
    Zverev – aprile 2024 – battuto a Monaco da Garin (n.106)
    De Minaur – aprile 2024 – battuto a Madrid da Nadal (n.512)
    Fritz – maggio 2024 – battuto a Ginevra da Michelsen (n.65)
    Draper – maggio 2024 – battuto a Roland Garros da De Jong (n.176)
    Musetti – giugno 2024 – battuto a Stoccarda da Berrettini (n.95)
    Ruud – luglio 2024 – battuto a Bastad da Monteiro (n.85)
    Tiafoe – luglio 2024 – battuto ad Atlanta da Nishioka (n.86)
    Dimitrov – agosto 2024 – battuto a Montreal da Popyrin (n.62)
    Hurkacz – agosto 2024 – battuto a Montreal da Popyrin (n.62)
    Korda – agosto 2024 – battuto a Montreal da Popyrin (n.62)
    Rublev – agosto 2024 – battuto a Montreal da Popyrin (n.62)
    Shelton – agosto 2024 – battuto a Montreal da Popyrin (n.62)
    Paul – agosto 2024 – battuto a Montreal da Nakashina (n.52)
    Alcaraz – agosto 2024 – battuto da US Open da Van De Zandschulp (n.74)
    Tsitsipas – agosto 2024 – battuto a US Open da Kokkinakis (n.86)
    Humbert – agosto 2024 – battuto a US Open da Comesana (n.108)

    Da segnalare l’incredibile cavalcata di Popyrin a Montreal, Masters 1000 vinto dall’australiano che ha sorpreso molti big in quel torneo. Sinner quest’anno ha raggiunto almeno i quarti di finale in ogni torneo disputato, mentre Medvedev pur con qualche difficoltà contro i top resta uno durissimo da battere per tutti gli altri. Iron man, oltre che campioni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    US Open: un buon Cobolli battuto da Medvedev. Arnaldi falloso, cede a Thompson

    Flavio Cobolli (foto Getty Images)

    Si ferma al terzo turno la corsa a US Open per i due italiani impegnati nella serata di sabato, Flavio Cobolli e Matteo Arnaldi. Cobolli gioca una partita tutt’altro che negativa ma non riesce a battere Daniil Medvedev, ex campione del torneo e n.1, uscendo sconfitto per 6-3 6-4 6-3. Arnaldi invece cede in tre all’australiano Jordan Thompson per 7-5 6-2 7-6(5). Nel tabellone maschile quindi per i colori azzurri resta in gara agli ottavi di finale solo Jannik Sinner.

    Quando giochi una partita coraggiosa, affrontando di petto un tennista solido e forte come Daniil Medvedev, lottando alla pari per quasi due ore e mezzo e forzando l’ex n.1 a giocare al suo miglior livello per batterti, puoi uscire dal campo non felice ma assolutamente soddisfatto della tua prestazione. Questa la sintesi della partita buonissima giocata da Flavio Cobolli sull’Ashe nel terzo turno di US Open 2024. Ha corso tantissimo il romano, ha retto gli scambi e spesso imposto la sua fisicità e velocità di approccio alla palla, confermandosi un grande agonista, davvero mai domo. Un solo dato è negativo per Flavio nel match: la percentuale di prime palle in campo. Pensare di battere Medvedev servendo solo il 39% di prime è assurdo, e questo dall’altro lato spiega anche che razza di partita abbia fatto nello scambio, per restare comunque in gioco e competitivo nell’arco del match.
    Cobolli è partito a spron battuto: piedi molto vicini alla riga di fondo e via, spinta a tutto braccio cercando di imporre i suoi ritmi e aprire l’angolo per l’affondo. Come sempre Medvedev staziona un po’ dietro, e questo ha dato il tempo all’azzurro di forzare i colpi e comandare vari scambi. Ovviamente la difesa e contro mossa del moscovita è da campione, ma c’è match, c’è intensità e anche scambi divertenti. Flavio è il primo ad andare in vantaggio con un break nel terzo game. C’è uno scambio di oltre trenta colpi, vinto dal russo, ma forse lo paga sulle gambe tanto che il romano spinge a tutta col diritto e si prende due grandi punti, uno sulla palla break che lo manda avanti 2-1. Immediata la reazione del campione di US Open 2021, sfrutta anche un doppio fallo del nostro e forza gli errori con la sua ragnatela e pure un passante di rovescio da cineteca, 2 pari. Cobolli subisce un altro break, andando sotto 4-2, e sotto soprattutto ai colpi di un Medvedev salito in cattedra. Bellissimo il diritto che gli vale il break. Ha alzato il livello Daniil, è dura per Flavio in questa fase stargli dietro, tanto che nell’ottavo game concede altre tre palle break (non consecutive), ma in qualche modo respinge l’assalto del rivale, un fulmine in campo e molto deciso con le sue accelerazione. Medvedev chiude il set 6-3 con un turno di servizio ingiocabile ben tre ace.
    Anche il secondo set è molto combattuto, ma gira su di un solo break, strappato da Medvedev nel terzo game. Tuttavia Cobolli è in crisi nera già nel sul primo turno di servizio, salvato per i capelli dopo esser scivolato sotto 0-40 per colpa di suoi errori. È bravo a ritrovare un minimo di servizio e focus nella spinta, con scelte giuste. Purtroppo nel terzo game invece Medvedev strappa il break sul 30-40, con un buon passante che sorprende l’attacco coraggioso ma non perfetto dell’azzurro. Medvedev gioca sicuro nei suoi game, il servizio è in ritmo e in risposta pressa molto, non è facile per Cobolli restare aggrappato al set, ma ci riesce con la sua notevole intensità. Non è mai domo, nonostante diversi punti eccellenti del rivale continua a spingere a tutto a braccio e si prende molti rischi, e questo esalta il pubblico by night di NY, che lo sostiene a scena aperta – suscitando anche qualche reazione non simpatica di Daniil. Nell’ottavo game Medvedev si imballa al servizio, commette due doppi falli di fila e si ritrova sotto 0-40. Cobolli purtroppo non riesce a sfruttare la grande occasione per riaprire il set, e nemmeno una quarta chance (rischia con successo il S&V Daniil, primo assoluto dell’incontro). Nel successivo è Flavio a crollare 0-40, con tre set point da difendere. Riesce a restare a galla, con grande grinta, ma non a riaprire il set, chiuso dal russo per 6-4.

    F. Cobolli vs D. Medvedev Slam Us Open F. Cobolli [31]343 D. Medvedev [5]666 Vincitore: D. Medvedev ServizioSvolgimentoSet 3F. Cobolli 0-15 0-30 15-30 15-40 30-403-5 → 3-6D. Medvedev 15-0 30-0 40-0 40-15 df3-4 → 3-5F. Cobolli 0-15 0-30 0-403-3 → 3-4D. Medvedev 0-15 0-30 15-30 30-30 ace 30-40 df 40-40 40-A 40-40 40-A2-3 → 3-3F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A df 40-40 40-A df 40-40 40-A df 40-40 A-40 40-40 40-A df2-2 → 2-3D. Medvedev 15-0 30-0 40-0 ace2-1 → 2-2F. Cobolli 0-15 15-15 30-15 30-30 30-402-0 → 2-1D. Medvedev 15-0 15-15 15-30 15-40 df1-0 → 2-0F. Cobolli 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 ace0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2D. Medvedev 15-0 15-15 15-30 30-30 40-304-5 → 4-6F. Cobolli 0-15 0-30 df 0-40 df 15-40 30-40 ace 40-40 A-403-5 → 4-5D. Medvedev 0-15 0-30 df 0-40 df 15-40 30-40 ace 40-40 A-40 ace 40-40 40-A 40-40 A-40 ace3-4 → 3-5F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 40-152-4 → 3-4D. Medvedev 15-0 30-0 40-0 40-152-3 → 2-4F. Cobolli 15-0 15-15 30-15 40-151-3 → 2-3D. Medvedev 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 df1-2 → 1-3F. Cobolli 15-0 30-0 30-15 30-30 30-401-1 → 1-2D. Medvedev 0-15 df 15-15 30-15 30-30 40-301-0 → 1-1F. Cobolli 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1D. Medvedev 15-0 ace 30-0 ace 40-0 ace3-5 → 3-6F. Cobolli 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-402-5 → 3-5D. Medvedev 15-0 30-0 40-02-4 → 2-5F. Cobolli 0-15 0-30 0-402-3 → 2-4D. Medvedev 15-0 15-15 30-15 40-15 ace 40-302-2 → 2-3F. Cobolli 15-0 15-15 15-30 df 30-30 30-402-1 → 2-2D. Medvedev 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A1-1 → 2-1F. Cobolli 0-15 0-30 15-30 30-30 40-300-1 → 1-1D. Medvedev 15-0 30-0 30-15 40-150-0 → 0-1

    Non una serata da ricordare per Matteo Arnaldi in chiusura di programma sul Grand Stand di US Open. Il ligure infatti gioca una partita nervosa e poco dinamica per i suoi notevoli standard, in particolare nei primi due set, finendo battuto dall’australiano Jordan Thompson per 7-5 6-2 7-6(5). Un dato numerico ben spiega l’andamento del match: 49 errori di Arnaldi, un dato enorme che sottolinea quanto sia stato falloso e incerto il nostro giocatore, in particolare nei primi due set. Thompson ha badato al sodo, conducendo una partita più solida con buon ritmo, portando così l’azzurro a sbagliare tanto. Un po’ di fretta nel cercare di uscire dallo scambio per Arnaldi, situazione che ha già vissuto più volte in questa stagione e sulla quale sicuramente dovrà lavorare. Pure 9 doppi falli per Matteo, contro i 9 ace dell’australiano (e zero doppi falli). Un altro dato molto negativo per Matteo è l’aver vinto solo il 37% dei punti con la seconda palla di servizio, mentre Thompson ha portato a casa due punti su tre, e questo spiega sia una maggio efficacia del colpo che il rendimento in risposta dei due.
    Arnaldi non era partito male: ha subito una palla break nel secondo game, ma Thompson la gioca con attenzione. Poi il set prosegue sui turni di servizio, con la prima palla del ligure che va e viene, e qualche doppio fallo di troppo. La spinta è discreta, con il rovescio apre il campo appoggiandosi bene, ma troppi errori, soprattutto in risposta. Purtroppo l’australiano concede poco e in risposta sul 5 pari approfitta di un turno di battuta pessimo dell’azzurro, che commette un doppio fallo e sbaglia per troppa fretta due diritti, uno sulla palla break per che manda avanti Jordan 6-5. Serve bene l’australiano, chiude a 15 il set, 7-5.
    La confusione tattica e incertezze nelle scelte di “Arna” si aggrava nel secondo set, quello giocato peggio dal nostro tennista. Infastidito, commette tantissimi errori e si lamenta col suo team, ha perso focus e non trova il modo di riprendere il filo del suo miglior tennis. Una negatività che non aiuta, mentre Thompson continua a servire con continuità e giocare sereno, approfittando dei tanti unforced del nostro. Arnaldi cede due turni di servizio tra quinto e settimo game, giocati proprio male sia come scelte e che come attitudine. L’australiano con un altro turno a zero chiude il parziale per 6-2.
    Nel terzo set finalmente Arnaldi si scuote. Inizia a servire meglio, è anche più attivo in campo arrivando sulla palla con più convinzione e commette molti meno errori. Il set scorre fluido sui game di servizio, ed è Matteo a scappare avanti trovando finalmente il primo break a favore nel match nel sesto game. Purtroppo il vantaggio dura un alito di vento: Arnaldi pareva più sciolto, invece torna a sentire la pressione e affretta i tempi di gioco, sbagliando sotto il pressing costante e preciso di Thompson, che si prende l’immediato contro break per il 4-3. Non ci sono altri scossoni, il parziale approda rapidamente al tiebreak. Scatta bene Arnaldi, vola avanti 3-0 con due mini break, ma Jordan se li riprende subito – uno con un punto clamoroso. Matteo sembra esserci mentalmente, torna avanti 4 punti a 2 con un bello schema dalla risposta, ma purtroppo commette un doppio fallo e poi un altro errore evitabile. Il nono doppio fallo dell’incontro, sul match point, gli è fatale.
    Una sconfitta complessivamente meritata, visto che Thompson ha affrontato e condotto la partita con più sicurezza e continuità. Un vero peccato, perché a livello di gioco e colpi Arnaldi può assolutamente battere un rivale come l’australiano e correre nella seconda settimana di uno Slam.

    M. Arnaldi vs J. Thompson Slam Us Open M. Arnaldi [30]526 J. Thompson767 Vincitore: J. Thompson ServizioSvolgimentoSet 3Tiebreak1-0* 2-0* 3*-0 3*-1 3-2* 4-2* 4*-3 4*-4 df 5-4* 5-5* 5*-6 df6-6 → 6-7J. Thompson 15-0 30-0 40-06-5 → 6-6M. Arnaldi 15-0 30-0 40-05-5 → 6-5J. Thompson 15-0 30-0 30-15 40-155-4 → 5-5M. Arnaldi 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-4 → 5-4J. Thompson 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 ace4-3 → 4-4M. Arnaldi 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 df4-2 → 4-3J. Thompson 15-0 15-15 15-30 30-30 30-403-2 → 4-2M. Arnaldi 15-0 ace 30-0 30-15 40-15 40-302-2 → 3-2J. Thompson 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2M. Arnaldi 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-1 → 2-1J. Thompson 0-15 15-15 30-15 ace 40-151-0 → 1-1M. Arnaldi 15-0 30-0 40-00-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2J. Thompson 15-0 30-0 40-02-5 → 2-6M. Arnaldi 0-15 0-30 0-40 15-40 30-402-4 → 2-5J. Thompson 15-0 ace 30-0 40-02-3 → 2-4M. Arnaldi 15-0 15-15 15-30 30-30 30-402-2 → 2-3J. Thompson 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2M. Arnaldi 15-0 ace 15-15 df 30-15 30-30 40-30 40-40 A-401-1 → 2-1J. Thompson 15-0 30-0 40-01-0 → 1-1M. Arnaldi 15-0 15-15 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1J. Thompson 15-0 15-15 30-15 40-15 ace5-6 → 5-7M. Arnaldi 15-0 15-15 15-30 df 15-405-5 → 5-6J. Thompson 15-0 30-0 40-0 40-155-4 → 5-5M. Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 df4-4 → 5-4J. Thompson 15-0 15-15 30-15 40-15 ace4-3 → 4-4M. Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-15 df 40-30 df 40-40 A-403-3 → 4-3J. Thompson 15-0 30-0 40-0 ace3-2 → 3-3M. Arnaldi 15-0 15-15 df 15-30 30-30 ace 40-30 ace2-2 → 3-2J. Thompson 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 ace 40-40 A-40 ace2-1 → 2-2M. Arnaldi 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-1 → 2-1J. Thompson 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 ace1-0 → 1-1M. Arnaldi 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 ace0-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Sorprese a Montreal: Medvedev eliminato da Davidovich Fokina. Tsitsipas da Nishikori

    Kei Nishikori nella foto – Foto Getty Images

    Kei Nishikori, ex top 5 mondiale e uno dei tennisti più significativi e carismatici della sua generazione, sembra non aver ancora rinunciato alla sua carriera. Questo giovedì, il giapponese 34enne si è assicurato la qualificazione agli ottavi di finale dell’ATP Masters 1000 di Montreal, in Canada, a spese di uno dei migliori giocatori al mondo.In un duello tra due ex finalisti di questo torneo, Nishikori, finalista nel 2016 e attualmente al 576° posto del ranking ATP, ha sconfitto il greco Stefanos Tsitsipas, 11° del ranking ATP e finalista in Canada nel 2018, con il punteggio di 6-4, 6-4, in un incontro che ha controllato quasi totalmente, dimostrando di avere ancora il tennis per competere con i migliori giocatori del mondo se il suo corpo glielo permette. Questa è la migliore vittoria di Nishikori in termini di ranking dai Giochi Olimpici di Tokyo del 2021 e la prima volta che raggiunge gli ottavi di finale di un Masters 1000 da Roma sempre nel 2021.Per gli ottavi di finale di venerdì, Nishikori attende il numero uno portoghese Nuno Borges. Il giapponese è il terzo giocatore con il peggior ranking di sempre a raggiungere gli ottavi di un Masters 1000.
    ATP Montreal Kei Nishikori66 Stefanos Tsitsipas [8]44 Vincitore: Nishikori ServizioSvolgimentoSet 2K. Nishikori 0-15 15-15 15-30 30-30 40-305-4 → 6-4S. Tsitsipas 15-0 15-15 30-15 40-15 40-305-3 → 5-4K. Nishikori 15-0 30-0 30-15 40-15 40-304-3 → 5-3S. Tsitsipas 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 ace4-2 → 4-3K. Nishikori 15-0 ace 30-0 40-0 40-15 40-30 df3-2 → 4-2S. Tsitsipas 15-0 40-0 ace3-1 → 3-2K. Nishikori 0-15 15-15 30-15 40-152-1 → 3-1S. Tsitsipas 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 df1-1 → 2-1K. Nishikori 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1S. Tsitsipas 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1K. Nishikori 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-405-4 → 6-4S. Tsitsipas 15-0 30-0 40-0 ace5-3 → 5-4K. Nishikori 15-0 15-15 15-30 15-405-2 → 5-3S. Tsitsipas 15-0 30-0 40-0 ace5-1 → 5-2K. Nishikori 15-0 30-0 40-04-1 → 5-1S. Tsitsipas 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 ace 30-403-1 → 4-1K. Nishikori 0-15 15-15 30-15 40-152-1 → 3-1S. Tsitsipas 15-0 30-0 ace 30-15 30-30 30-401-1 → 2-1K. Nishikori 15-0 15-15 30-15 ace 30-30 40-300-1 → 1-1S. Tsitsipas 15-0 30-0 ace 40-0 ace0-0 → 0-1

    Daniil Medvedev, numero cinque del mondo e campione del torneo nel 2021, è stato sorpreso questo giovedì al secondo turno dell’ATP Masters 1000 di Montreal, in Canada, confermando un inizio di giornata sorprendente che aveva già visto il trionfo di Kei Nishikori su Stefanos Tsitsipas.Il russo 28enne è caduto di fronte allo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, ex top 25 e attualmente 42° ATP, con il punteggio di 6-4, 1-6 6-2, in un incontro in cui il russo è apparso completamente fuori forma di fronte a un tennista che sta crescendo notevolmente. Davidovich attende negli ottavi il vincitore tra Karen Khachanov e Matteo Arnaldi.
    ATP Montreal Daniil Medvedev [3]462 Alejandro Davidovich Fokina616 Vincitore: Davidovich Fokina ServizioSvolgimentoSet 3A. Davidovich Fokina 15-0 15-15 30-15 40-15 40-302-5 → 2-6D. Medvedev 0-15 15-15 30-15 40-15 40-301-5 → 2-5A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 40-0 40-151-4 → 1-5D. Medvedev 0-15 0-30 15-30 15-401-3 → 1-4A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 40-01-2 → 1-3D. Medvedev 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 df 40-A df 40-40 40-A0-2 → 1-2A. Davidovich Fokina 15-0 30-0 40-0 40-150-1 → 0-2D. Medvedev 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A df0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2A. Davidovich Fokina 0-15 df 0-30 0-40 15-405-1 → 6-1D. Medvedev 15-0 ace 30-0 40-0 ace4-1 → 5-1A. Davidovich Fokina 15-0 15-15 15-30 15-40 df3-1 → 4-1D. Medvedev 15-0 40-0 ace ace2-1 → 3-1A. Davidovich Fokina 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 df1-1 → 2-1D. Medvedev 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 ace0-1 → 1-1A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 30-40 40-40 ace A-40 ace 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1D. Medvedev 0-15 15-15 15-30 30-30 30-404-5 → 4-6A. Davidovich Fokina 0-15 df 0-30 0-40 15-403-5 → 4-5D. Medvedev 0-15 15-15 30-15 40-15 ace2-5 → 3-5A. Davidovich Fokina 0-15 0-30 df 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-402-4 → 2-5D. Medvedev 0-15 0-30 0-402-3 → 2-4A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 30-15 40-152-2 → 2-3D. Medvedev 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 ace1-2 → 2-2A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2D. Medvedev 30-0 40-0 ace0-1 → 1-1A. Davidovich Fokina 0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1

    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Medvedev parla da Montreal: “Il 2024 è un buon anno per me, ma è l’ora di vincere un titolo”

    Daniil Medvedev (foto Getty Images)

    Estate, cemento …quindi è l’ora di vincere. Così Daniil Medvedev parla da Montreal, sbarcato in Nord America dopo un torneo Olimpico tutto sommato deludente, ma sul quale non riponeva grandissime aspettative visto il campo in terra battuta che non ama affatto. Il moscovita ha tracciato con il sito ufficiale ATP un primo bilancio del suo 2024, 7 mesi nei quali è stato piuttosto consistente (35 vittorie e 11 sconfitte) raggiungendo una finale Slam a Melbourne e la semifinale a Wimbledon, ma quello zero alla casella titoli insieme a diverse sconfitte “dolorose” è un boccone amaro che vuol assolutamente mandar giù, sorseggiando un calice di champagne da un bel magnum ricevuto insieme al trofeo del vincitore. Daniil è esploso nel grandissimo tennis nell’estate 2019, dove impose il suo gioco unico, servizi imprendibili abbinati a grandi difese, diventando uno dei migliori tennisti al mondo sui campi in duro all’aperto. Proprio a NY ha vinto il suo unico Slam e generalmente nelle settimane tra agosto e settembre esprime sempre il proprio meglio. Normale che le sue aspettative per il Masters 1000 canadese e gli appuntamenti successivi siano molto alte.
    “Generalmente quando arrivo a questo punto, in Canada, tutto ciò che è successo prima non ha troppa importanza perché di solito inizia la parte migliore della mia stagione“, afferma Medvedev. “Alla fine sono abbastanza contento della mia annata. Ho avuto dei buoni risultati e delle buone strisce, alcune vittorie davvero importanti. Ciò di cui non sono contento è il non aver vinto ancora un titolo, ma sto giocando bene nei tornei più importanti e ho perso contro dei grandi avversari”.
    Già, le sconfitte… questo forse il punto dolente per il russo. Nel 2024 infatti Daniil ha perso da Sinner a Melbourne e Miami, da Alcaraz a Indian Wells e Wimbledon, vendicandosi su Jannik a Wimbledon, ma di top 10 battuti in stagione (oltre all’azzurro a Londra) solo Rune a Indian Wells, Zverev e Hurkacz a Melbourne ad inizio anno. Buono, ma il miglior Medvedev ci aveva abituato a più vittorie e titoli. Un livello di gioco piuttosto alto, ma forse non più abbastanza a riportarlo al vertice o molto vicino a Jannik, Carlos e Novak. Lo testimonia anche la posizione n.5 nel ranking, scavalcato da Zverev rispetto ad inizio stagione. E lo racconta soprattutto il campo, dove contro i migliori tre (e anche Zverev) si è avuta la sensazione di una certa fatica e difficoltà ad imporsi. Forse Daniil è arrivato ad un punto nel quale il suo “classico” gioco non basta più, gli altri sanno come affrontarlo e alla fine la sua tenace resistenza non basta. Lo dimostra forse anche il crescente nervosismo che da tempo lo accompagna in campo.
    Tornare a Montreal, dove è iniziata la sua scalata al grande tennis, potrebbe rendergli la spinta di cui ha bisogno. Quella cavalcata estiva 5 anni fa gli cambiò la vita: “Al cento per cento, perché prima sapevo di poter giocare bene, ma non avevo mai ottenuto grandi risultati e quello è stato il periodo in cui ho raggiunto la prima finale del Masters 1000, ho vinto quella successiva a Cincinnati e sono arrivato in finale agli US Open, il che è stato incredibile”, continua Medvedev. “Quello è stato il primo torneo, insieme a Washington, dove ho giocato davvero al mio meglio, in cui ho iniziato a capire ancora di più cosa dovevo fare in campo per battere i giocatori migliori”.
    Quest’anno Medvedev è terza testa di serie nel primo 1000 estivo, aspetta il vincente di Safiullin – Davidovich Fokina nel secondo turno. “Cercherò di arrivare fino alla fine dell’anno con il mio miglior tennis. Voglio vincere un grande titolo e ottenere più punti, è sempre importante. Più in alto arrivi alla fine, più si vede quanto è stata grandiosa la tua stagione. Sono abbastanza soddisfatto della stagione finora, ma voglio decisamente di più” conclude.
    Il russo dovrà difendere anche la pesante cambiale della finale 2023 agli US Open. Ma ascoltando le sue parole, non ha assolutamente in testa la difesa di quel che ha già ottenuto, ma un unico solo pensiero: vincere. Ce la farà? Montreal è il primo grande obiettivo. Sinner e Zverev, i primi due del seeding, sono avvisati.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Medvedev (prossimo avversario di Sinner): “Cercherò di sorprenderlo”

    Daniil Medvedev (foto Getty Images)

    Nei quarti di finale di Wimbledon andrà in scena una nuova sfida tra Sinner e Medvedev. Sarà il loro dodicesimo confronto diretto, gli head to head sono ancora a favore del moscovita con 6 vittorie e 5 sconfitte, ma la tendenza è nettamente a favore dell’italiano che dopo aver perso i primi sei match ha vinto gli ultimi cinque di fila, due disputati quest’anno tra Australian Open e Miami. L’ultimo incontro – disputato in Florida sul cemento – è stato vinto in maniera netta da Jannik, un 6-1 6-2 senza appello, con un dominio totale del gioco e una sensazione di superiorità totale. Per la prima volta i due si affronteranno su erba (nemmeno si sono affrontati su terra battuta); che la superficie possa scombinare le carte in tavola? Daniil ha sempre affermato di detestare il gioco sui prati, ma il suo tennis è migliorato col passare degli anni. Anche Sinner ha iniziato stentando su erba, poi ha capito come correre, le dinamiche e tempi di gioco, tanto che oggi il suo tennis sulla più antica delle superfici è molto efficace. Parlando alla stampa dopo la partita di ottavi di finale, vinta per lo sfortunatissimo ritiro di Dimitrov, Medvedev ha focalizzato l’attenzione sulle difficoltà del giocare contro Sinner.
    “Non abbiamo ancora parlato, ma ci siamo allenati con Jannik qui prima del torneo. È stato un set fantastico” afferma Daniil. “La cosa particolare è che ho perso cinque volte. Ma se ricordo bene, quattro di queste sfide sono state molto lottate. Sono stato sfortunato o no? Anche a Pechino ci sono stati due tiebreak, a Vienna è stata una partita davvero pazzesca e a Torino è stata una partita equilibrata. Poi a Miami lui ha vinto facilmente, ma non credo che fossi troppo lontano. Jannik ha fatto ottimo lavoro vincendo cinque volte di seguito. Ora giocheremo sull’erba sono sicuro che cercherò qualcosa di nuovo, spero di giocare bene. Il servizio è importante sull’erba, più servi bene, meglio ti senti in partita e sarà così sia per entrambi. Cercherò di sorprenderlo e di metterlo in difficoltà. Sono sicuro che lui farà lo stesso. Spero che sia una bella partita. Cercherò di dare il massimo per vincere.”
    Così Medvedev parla di come sia cambiato il gioco di Sinner dai loro primi incontri: “Gioca meglio e sbaglia di meno. Quando Jannik è arrivato sul circuito, tutti sono rimasti un po’ sorpresi, non per la potenza dei colpi, ma per quanto velocemente corre e per come colpisce bene da tutte le posizioni in campo. Ma sbagliava troppo e quindi ha perso tante partite. Appena ha smesso di commettere tanti errori spingendo, è migliorato, ora è molto difficile batterlo, non solo per questo e non solo per me. Ha grandi qualità. Di solito gioco al mio meglio contro il numero 1 del mondo. Vediamo se questo mi aiuta contro Jannik. Prima il suo servizio non era così buono. Senza dubbio è più difficile giocare contro di lui rispetto a prima. Inoltre, come ho detto, le nostre partite sono state molto combattute, ho avuto le mie occasioni, cercherò stavolta di sfruttarle meglio” conclude il russo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ranking ATP: se Djokovic non raggiunge la finale a Roland Garros, Sinner sarà n.1 del mondo anche non giocando a Parigi

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    La sconfitta a sorpresa di Novak Djokovic al Masters 1000 di Roma per mano di uno scatenato Tabilo, apre nuovi interessanti scenari per il Ranking ATP a Jannik Sinner. Infatti il serbo, già uscito di scena, non può rafforzare la sua leadership in classifica con nuovi punti a Roma.
    A questo punto Jannik Sinner quando inizierà Roland Garros scavalcherà al n.1 della classifica Live, con il serbo che scarterà ben 2000 punti, quelli del suo titolo 2023, mentre l’azzurro solo quelli del secondo turno dell’anno scorso, soli 45 punti. Novak Djokovic per mantenere la prima posizione in classifica dovrà necessariamente arrivare in finale al Roland Garros.
    Infatti Djokovic quando scatterà lo Slam “rosso” avrà 7860 punti nella classifica Live, Sinner 8725, + 865 punti di vantaggio sul serbo, un gap che Noval può colmare solo se arriverà almeno in finale. E questo anche se Sinner decidesse precauzionalmente di non giocare a Roland Garros.
    C’è un terzo incomodo: Medevdev. Tuttavia il russo avrà una strada assai complicata per ambire a tornare in cima al ranking: arrivare almeno in finale a Roma e vincere a Parigi. In questo caso infatti sommerebbe 8835 punti, con un sorpasso anche su Sinner che non gioca a Parigi.
    In conclusione, Sinner è fermo ai box per curare il problema all’anca, ma nonostante tutto ha eccellenti probabilità di essere il 29esimo n.1 del tennis mondiale il prossimo lunedì 10 giugno. Anche senza giocare il Roland Garros.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Medvedev dopo l’infortunio a Madrid: “Ho sentito l’anca bloccarsi. Roma? È a rischio”

    Daniil Medvedev col trainer a Madrid

    Prima Alcaraz, poi Sinner, quindi Medvedev. Il vertice del tennis mondiale ha vissuto in poche settimane una catena terribile di infortuni. L’ultimo in ordine di tempo è stato Daniil, costretto al ritiro al termine del primo set a Madrid contro Jiri Lehecka. Il russo ha sentito un dolore forte e improvviso all’anca, e dopo aver consultato il fisioterapista del torneo, ha preferito fermarsi poiché il problema rischiava di aggravarsi continuando il match. Nel dopo partita, a caldo, Medvedev non riesce a trovare una spiegazione. Ha affermato di dover approfondire la sua situazione attraverso esami, ma di non aver la minima idea di quale possa essere il suo futuro prossimo, inclusa la reale possibilità di dover rinunciare al 1000 di Roma, dove è campione in carica. Così Daniil si è espresso, visibilmente affranto, nella press conference di ieri sera.
    “Ho sentito la fitta dolorosa subito dopo una risposta, lui aveva appena provato un serve and volley. Non ricordo se l’ho sentito al momento in cui ho fatto lo scatto per rispondere oppure quando Jiri ha colpito di volo, ricordo perfettamente che quando ho fatto lo scatto in avanti provando ad accelerare per andare verso la volée, in quel movimento, all’improvviso, ho sentito che la mia anca si bloccava. Non potevo sprintare, come quando hai uno stiramento o uno spasmo, è davvero difficile sapere quale sia tra le due. È arrivato il fisioterapista e gli ho chiesto se continuando il problema poteva peggiorare. Mi ha detto che se fosse stato uno stiramento, sì, ero a rischio. Se era solo uno spasmo, no. Ho provato a continuare a giocare ma la testa non mi lasciava tranquillo, pensavo solo a cosa potesse essere successo, così a fine set ho provato a fare uno sprint verso rete: se non avessi sentito nulla avrei provato a continuare a giocare e andare oltre per vedere cosa sarebbe successo, ma ho capito che no, non era possibile continuare, non mi sentivo bene. Non posso dire molto di più adesso. Spero che la risonanza magnetica dia una risposta per capire di cosa si tratta e vedere se ho bisogno di cinque giorni, due settimane, non ne ho idea. Non posso dire altro”.
    A ieri sera, secondo Daniil il torneo di Roma è a serio rischio: “In questo momento sì, senza dubbio. Ho bisogno di vedere la risposta degli esami e parlare con la mia squadra. Sarebbe fantastico poter tornare dopo aver vinto il titolo l’anno scorso, ma devo vedere che infortunio ho, perché in questo momento non ho idea se sia qualcosa di molto serio, appena serio o per niente serio”.
    Nei giorni scorsi non aveva accusato alcun tipo di problema: “Solo oggi. C’è sempre una certa tensione nel corpo, vengo da due partite in tre set, anche quella contro Bublik ha generato un po’ di tensione: è chiaro che puoi sentirti un po’ rigido, ma non era dolore. Ho iniziato la partita al 100% e sono deluso, sentivo molto bene all’inizio della partita, sentivo di essere entrato molto bene in campo. Purtroppo tutto è finito molto velocemente. È un peccato, era la mia prima partita contro Jiri, che sta giocando ad un livello magnifico, quindi mi interessava affrontarlo e cercare di analizzare e adattarmi al suo gioco. Non avevo dolori prima della partita”.
    Infortunato, come Sinner e Alcaraz. Medvedev riflette sulla situazione: “È complicato dire come mai. Penso che gli infortuni facciano parte dello sport. È chiaro che più giochi bene, più partite giochi e più rischi di stancarti e infortunarti. La transizione tra le superfici è molto veloce. Se giochi bene a Miami, hai quattro o cinque giorni prima di Monte Carlo per allenarti sulla terra. Allo stesso tempo, ora che non siamo più a Montecarlo, ho già un po’ di allenamento sulla terra, ma sì, più giochi, più sei a rischio di infortuni. Di solito mi prendo molta cura del mio corpo. Perché è successo questo? Non lo so. Fa molto freddo, non è facile per il corpo adattarsi…”.
    Quindi Medvedev come uniche ipotesi a questi infortuni, oltre a una perversa coincidenza, indica le condizioni mutevoli e il giocare molto. Non sarà forse il tipo di tennis ormai dominante sul tour, troppo fisico e stressante per il corpo, il vero imputato di questi molteplici infortuni?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Medvedev & Rublev, quando la frustrazione è il nemico

    La furia di Medvedev contro il supervisor di Monte Carlo

    Daniil Medvedev e Andrey Rublev sono vicini da sempre. Moscoviti, quasi coetanei, hanno percorso le vie intricate e per niente facili dell’ascesa verso il tennis che conta fin da piccoli, condividendo gioie e dolori in lunghe trasferte lontano da casa. Un’amicizia vera, inscalfibile ai rigori del tempo e delle sfide in campo, tanto che Andrey è pure padrino della figlia di Daniil e i due passano spesso del tempo insieme nelle pause del tour, tra Costa Azzurra e Spagna. Diversi come carattere, diversissimi nel gioco in campo, ultimamente i due sono accomunati seppur con declinazioni differenti da un problema piuttosto serio: la difficoltà nella gestione della frustrazione. Nelle ultime settimane Rublev prima e Medvedev poi sono stati protagonisti di episodi tutt’altro che positivi, nei quali la loro rabbia è esplosa con virulenza incontrollabile, una fragilità mentale che sta penalizzando in modo pesante il rendimento sportivo.
    Il fatto di Dubai ha sdoganato Rublev oltre i confini tennistici: la squalifica contro Bublik per aver insultato pesantemente un giudice di linea in una fase calda del match ha fatto il giro del mondo. Non è stata la prima volta che Andrey se l’è presa con un membro dello staff tecnico, pure nell’esibizione UTS di Oslo (in un match per così dire “amichevole”) era arrivato a scalare il seggiolone dell’arbitro per perorare la propria causa con un piglio non proprio cordiale. Urlacci contro se stesso, contro il suo angolo e il mondo intero, racchettate sulle le proprie gambe o scarpe con la stessa potenza del suo diritto, telai scaraventati a terra con altrettanta forza, tutti episodi ai quali assistiamo da tempo e che confermano quanto il russo sia in difficoltà nella gestione della propria ansia, frustrazione e delusioni, una tensione che lo manda fuori controllo e ovviamente ne penalizza le prestazioni. Dopo la squalifica di Dubai ha fatto mea culpa, ha scritto sui social di aver capito dove ha sbagliato promettendo il massimo impegno per migliorarsi e affermando di aver intrapreso un percorso specialistico ad hoc. Da allora ha vinto un solo match (vs. Murray a Indian Wells), poi solo sconfitte, inclusa quella dolorosissima di questa settimana a Monte Carlo contro Popyrin, mesta uscita di scena da campione in carica. Sembra che di strada per svoltare ce ne sia ancora parecchia, e bella ripida…
    Non va poi così meglio all’amico Daniil, che nelle ultime due prestazioni a Monte Carlo ha brillato più per la furia in campo che per quei colpi ineguagliabili che lo rendono uno dei più forti al mondo. Già contro Monfils non era stato calmo, ma nella sconfitta negli ottavi vs. l’amico Khachanov ha messo in scena un teatro dell’orrore: prima una racchetta scagliata violentemente sui teloni (pardon, oggi sono dei maxi monitor), comportamento inaccettabile che per regolamento, vista la violenza del gesto coi i giudici di linea nei pressi, sarebbe già da sola stata passibile di immediata squalifica, poi ha inscenato una protesta terribile tra giudice di sedia e supervisor. Per quel che aveva scatenato la questione poteva anche aver un minimo di ragione a protestare, ma non così, con tanta virulenza e vigore. Anche Daniil, come l’amico Andrey, ha in questa fase della sua carriera un’enorme difficoltà nel gestire lo stress in campo e la frustrazione di situazioni che girano male. Anche Medvedev ha affermato di esser consapevole del problema, che fuori dal campo è un ragazzo assai affabile sereno, ma che in campo si trasforma e diventa difficile per lui gestire le emozioni. Ricordiamo quando coach Cervara un po’ di mesi fa decise di mollare il box nel corso di un match del suo assistito, stanco di esser offeso dopo ogni punto…
    La situazione dei due più forti tennisti russi è diversa, ma con molti punti contatto. Rublev da sempre ha nella gestione delle emozioni uno dei punti deboli, forse ancor più negativo di un tennis potente ma monocorde e un rovescio instabile. È sicuro che l’impatto scatenato dai fatti di Dubai l’ha segnato duramente, il suo tennis sembra depotenziato, ancor più grigio del solito. Qualcosa non sta andando affatto bene dentro di lui, probabilmente sta attraversando una sorta di lotta contro i suoi demoni che gli toglie energia e focus. Come dagli torto… Medvedev invece sembra esser quasi peggiorato, è sempre stato uno “scattoso”, pronto ad esplodere quando una situazione gli girava contro, ma erano momenti che riusciva a gestire e superare con discreta abilità, tornando a giocare bene e spesso vincere. Gli ultimi mesi di Daniil l’hanno visto affrontare molte sconfitte contro i rivali più forti, a partire da Sinner, che l’ha battuto nelle loro ultime 5 sfide, con le ultime due particolarmente dolorose (la rimonta da due set di vantaggio a Melbourne, e la batosta di Miami in semifinale). Lungi da me affermare che sia stato Jannik a “mandare in analisi” Daniil, ma se aggiungiamo anche la battuta d’arresto subita dal russo a Indian Wells per mano di Alcaraz, la sensazione è che Medvedev stia pagando a caro prezzo il peso di molte sconfitte importanti. Arriva lì a un passo e perde, tutto questo pesa sulle sue spalle e manda in tilt la sua testa al primo episodio negativo e nel quale si sente come scippato di qualcosa. Poca lucidità e zero serenità.
    Sono situazioni alquanto comuni nel tennis, dove per dirla alla Sinner “quasi ogni settimana perdi e se va bene ogni tanto vinci un torneo ed è bellissimo”. Jannik aveva pronunciato queste parole dopo il successo a Toronto la scorsa estate, ora come ora l’azzurro vince quasi sempre… ma in realtà è la foto esatta della vita del tennista. Saper ripartire il giorno dopo la sconfitta e nel torneo successivo, con l’abilità di cancellare la negatività accumulata a far fruttare i punti di forza sotto stress è la dote dei campioni e dei giocatori forti mentalmente. Rublev non ha mai posseduto questa dote, e l’avanzare della sua carriera sembra confermare una netta difficoltà nel maturare e migliorare; ora anche Medvedev, noto scacchista in campo e nella vita, sembra zoppicare non poco. Sono due grandi tennisti, nel pieno della propria carriera, hanno sicuramente la possibilità di invertire il trend e riprendersi, soprattutto Daniil che già in passato ha attraversato fasi non positive con poche vittorie e molte sconfitte pesanti, riuscendo a rialzare la testa e alzare trofei prestigiosi. Resta il fatto che la frustrazione e la gestione dell’ansia in campo sia uno dei massimi nemici per i tennisti di vertice. I due russi ne sanno qualcosa…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO