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    MyMazda, l'app si aggiorna e introduce nuove funzioni

    Mazda ha ufficialmente lanciato la nuova app MyMazda, scaricabile gratuitamente da Apple AppStore e da Google Play Store. La versione aggiornata dell’app introduce servizi di connessione attraverso l’Europa con funzionalità in grado di eliminare le barriere fra auto e conducente per offrire un’esperienza ancora più diretta.
    MX-30: l’elettrica è la prima a utilizzare la nuova app
    La prima auto del marchio a beneficiare dell’app sarà Mazda MX-30 (gli altri modelli verranno coinvolti a partire dai primi mesi del 2021). L’elettrica godrà, grazie alla tecnologia, di alcune nuove funzionalità, tra cui le notifiche in caso il conducente dimentichi di collegare il cavo di ricarica, la possibilità di gestire la ricarica utilizzando un timer, il monitoraggio dell’avanzamento della ricarica, un indicatore di autonomia, informazioni in tempo reale sulla disponibilità e la posizione dei punti di ricarica, visualizzando dati fondamentali come i tipi di presa e gli orari di apertura, oltre a inviare in pochi secondi la destinazione direttamente al sistema di navigazione. Ma Mazda MX-30 godrà in esclusiva anche di un’altra funzione: gli utenti potranno scegliere fino a tre destinazioni contemporaneamente e inserirne le posizioni da remoto (anche da app di terzi) direttamente nel sistema di navigazione. I conducenti potranno così pianificare un viaggio sul proprio dispositivo quando non sono in auto e di avere immediatamente a disposizione le indicazioni del percorso una volta acceso il veicolo.

    Climatizzazione: batteria e marcia ottengono benefici
    Altre utili funzioni dell’app aggiornata consentono di gestire da remoto le impostazioni della climatizzazione. Nel caso di MX-30, non essendo necessario il motore termico, gli utenti possono definire la temperatura dell’abitacolo, attivare o disattivare la ventilazione del parabrezza e regolare il riscaldamento del lunotto prima di salire a bordo. Con effetti positivi sulla mobilità: la capacità di preriscaldare o preraffreddare l’auto mentre è collegata alla rete elettrica riduce infatti la richiesta alla batteria durante la marcia. LEGGI TUTTO

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    Mazda e l'elettrico con motore rotativo Wankel: su strada nel 2022

    Tratti di originalità tecnica in un pacco batterie “giusto”. Di cosa stiamo parlando? Dell’idea Mazda dell’elettrico a batteria, il cui debutto è segnato dal crossover MX-30. L’autonomia di marcia che serve davvero nell’utilizzo quotidiano, premiante perché varia anche l’incidenza del peso sull’intero progetto. E dell’equilibrio, tra architetture leggere e motori “right-sizing”, il marchio di Hiroshima ha avuto ragione negli anni con la produzione sviluppata intorno a motori e piattaforme SkyActiv.
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    Obiettivo 2022
    Ecco, Mazda MX-30, in Giappone, viene commercializzato adesso in versione mild-hybrid e sarà nel 2021 che debutterà con motore elettrico. La notizia più interessante, tuttavia, con riflessi potenziali sui mercati globali, è la conferma data dall’a.d. Akira Marumoto che nel 2022 verrà commercializzato il sistema elettrico con motore rotativo Wankel impiegato quale range extender.

    Un progetto tratteggiato da Mazda negli ultimi anni, che l’a.d. indica applicabile in primis sui modelli dei segmenti compatti e urbani.
    Allo statore e rotore del motore elettrico, così, si “sommerà” lo statore e rotore del Wankel, ottimizzato in chiave di generatore d’energia, ruolo nel quale rientra in gioco dopo le storiche parentesi sportive sulle varie generazioni di coupé RX.
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    Una strategia di elettrificazione Mazda che conferma l’originalità tecnica distintiva e sulla quale Marumoto ha sottolineato l’idea di “multi-electric”, più strade tecniche da proporre in base all’impiego dell’auto da parte dei clienti e le regioni di commercializzazione. LEGGI TUTTO

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    Mazda, robusta come una quercia

    Una delle tante espressioni che sentiamo utilizzare spesso nella quotidianità è “Sei forte come una quercia”. Simbolo di solidità, longevità e radici profonde, quest’albero ben si presta a raccontare storie che trovano, proprio in questi valori, le loro ragioni più profonde. Come quella di Mazda, che delle proprie radici ha fatto una linea guida, consapevole dell’importanza di piantarne di nuove per affrontare le sfide future. E non soltanto in senso metaforico. La Casa di Hiroshima celebra i cento anni della propria storia dando vita al Bosco Mazda di querce da sughero, che verrà piantumato all’interno del Parco Regionale dell’Appia Antica. Un’iniziativa a favore dell’ambiente che coincide con l’inizio della commercializzazione della nuova MX-30, la prima vettura 100% elettrica del brand.
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    Continuità
    Per la precisione, saranno 78 le querce da sughero che verranno piantate, ciascuna a rappresentare ogni membro della comunità Mazda in Italia, ovvero 77 concessionari e riparatori autorizzati e l’azienda Mazda Italia, per testimoniare l’impegno nel preservare il pianeta per le generazioni future. Ma anche un “patto di continuità” col passato simboleggiato dal sughero, visto che Mazda, nel 1920, nasce proprio come azienda impegnata nella produzione e nella lavorazione del sughero, materiale richiamato (non a caso) anche all’interno dell’abitacolo della crossover MX-30.

    Iniziativa all’insegna del green
    Il Bosco mazda nascerà nell’area della Farnesiana, all’interno dei 4.580 ettari del Parco Regionale dell’Appia Antica. Una MX-30 messa a disposizione da Mazda, consentirà inoltre ai guardiaparco di muoversi al suo interno a emissioni zero; e grazie alla collaborazione della Sunerg Solar Energy, società italiana da oltre 40 anni nel settore del fotovoltaico, sarà possibile ricaricare l’auto grazie a un’installazione di pannelli fotovoltaici all’interno della Ex Cartiera Latina (sede dell’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica), che fornirà l’energia necessaria in maniera totalmente pulita e rispettosa dell’ambiente.
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    Mazda, sfide senza tempo in 100 anni di storia

    Quando un nome riesce a racchiudere un senso, una filosofia, un significato. Mazda, cioè lo “spirito che crea con il pensiero”, quello dell’unico Dio della religione zoroastriana, è la perfetta carta di identità di un costruttore di auto appena entrato nel ristretto club dei centenari. E che continua a vivere, ideare e costruire vetture non omologabili alle altre, seguendo quello spirito “esaltato”, si fa per dire, dal suo percorso esistenziale unico.
    Mazda e Hiroshima: legame storico
    Bisogna esserci stati a Hiroshima, aver passeggiato per i viali incantati di fiori fino al Memoriale della Pace o aver attraversato anche solo una stanza del Museo della bomba atomica, per provare a capire meglio la “diversità” di Mazda. Lo spirito figlio del pensiero, trasformato in sfida – per loro Mukainada – e che sfida! Quel 6 agosto del 1945, quando gli americani decisero di porre fine al secondo conflitto mondiale, lanciando il loro primo ordigno nucleare dal B-29 Enola Gay, solo la presenza di una generosa collina, il Monte Hiyiyama, evitò la distruzione di stabilimenti e uffici della Mazda. Allo stesso tempo, però, riuscì a generare una compenetrazione totale tra costruttore e città. Le fabbriche Mazda divennero ospedali di emergenza, le linee di produzione corsie stracolme di letti e sofferenza e il Mazda-Go, il primo automezzo prodotto dal costruttore nipponico, una sorta di scooterone a tre ruote con annesso cassone tipo pick-up, l’insostituibile veicolo con il quale trasportare feriti e detriti, prima; mattoni per la ricostruzione dopo.
    Mazda, divertimento e sostenibilità fattori sempre presenti
    L’unico museo Mazda a cielo aperto
    Una trasformazione rapida, già avviata negli anni ’30, dopo la fondazione che risale al 30 gennaio 1920, quando Mazda si chiamava Toyo Cork Kogyo Co. Ltd. e produceva sughero artificiale. Cento anni dopo, a 75 da quella tragedia e dalla successiva rinascita, lo spirito di Mazda non solo è ancora vivo e vegeto, ma se ne avverte ancora il potenziale senza fine. Così, quando siamo entrati nell’unico museo aperto al pubblico di Mazda, quello della famiglia Frey, papà Walter e i figli Joachim e Markus, ad Augusta, o Augsburg, in Baviera, abbiamo avuto la piena consapevolezza dell’importanza del patrimonio di design, motoristico e concettuale di Mazda, compresi gli ultimi tre gioielli in bella vista per l’occasione. L’icona MX-5 e la Mazda3, in versione Centenario e la stessa MX-30, la prima elettrica della Casa. Poi, l’incanto del lunghissimo tuffo nel passato che comincia proprio con la Mazda-Go, per poi scivolare nella leggenda del brand giapponese con la R360 Coupé del 1960, con la Cosmo Sport del 1967, la Luce R130 Coupé del 1969, la RX-4 Coupé, la RX-7, prima e terza generazione, 1978 e 1991, fino all’icona delle icone, la Mazda MX-5, la roadster più amata al mondo. Insomma, cento anni di storia dell’automobile in pochi metri quadrati di una collezione, quella dei Frey ,che arriva a 160 pezzi anche se di esposti ce n’erano “solo” 55. LEGGI TUTTO

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    Mazda e l’ingegneria Kansei: la forza delle emozioni

    Ha senso applicare categorie tipiche delle scienze umanistiche alle metodiche di sviluppo ingegneristico? Ci si può spingere talmente oltre, da arrivare a parlare di vero e proprio illuminismo tecnologico? Beh, quando una Casa produttrice dichiara di mettere l’uomo al centro del processo di sviluppo, diventa quantomeno opportuno approfondire la questione.
    PAROLA D’ORDINE: UMANOCENTRICO
    In Mazda la chiamano ingegneria umanocentrica, e affonda le sue radici in un concetto per molti versi pionieristico, l’ingegneria Kansei, che potremmo tradurre con “ingegneria sensoriale”. Una metodologia che considera le emozioni generate dall’azione di guida, e captate dai sensi, come cruciali per lo sviluppo di un’auto. Un approccio che ha svolto un ruolo rilevantissimo per la Casa di Hiroshima, guidandone le scelte di progettazione nel corso degli anni, in particolare nello sviluppo della prima MX-5.
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    EVOLUZIONE DEL CONCETTO
    I primi vagiti dell’ingegneria Kansei risalgono all’epoca della Toyo Kogyo, che fu in un certo senso la “culla” dell’attuale Mazda, per quanto riguarda l’impegno nell’industria automobilistica. Al tempo, erano gli ‘30, il motocarro a 3 ruote Mazdago già incarnava i valori dello Jinba Ittai, che considera il mezzo come un’estensione del corpo del conducente, la perfetta fusione tra “cavallo e cavaliere”.  Un concetto esploso, in tempi moderni, durante il lavoro di progettazione che ha portato allo sviluppo della Mazda MX-5. A farsene portavoce fu in particolare l’allora CEO Kenichi Yamamoto, fermamente convinto che l’ingegneria Kansei dovesse essere alla base della filosofia Mazda. Yamamoto riteneva che il progresso tecnologico non avrebbe dovuto distogliere l’attenzione dall’esperienza di guida e dal piacere dalla stessa generato. Per lui, un’auto doveva essere in grado di generare, nel guidatore, una reazione psicologica, catturandone l’immaginazione attraverso la stimolazione dei cinque sensi; e doveva possedere soprattutto carattere e personalità, senza temere di correre il rischio di non essere captata dai radar del consumo di massa. 
    LA PROVA PROVATA
    Fu sotto questo “cappello concettuale” che partì lo sviluppo della Mazda MX-5, un’auto sportiva leggera, vera e propria mossa audace in un momento in cui il mercato sembrava andare in tutt’altra direzione. Il team di sviluppo studiò a fondo le esperienze sensoriali che emergevano dal prototipo della MX-5 con motore anteriore e trazione posteriore, identificando valori come “unità”, “guidabilità” e “immediatezza”. Dall’azione del cambio manuale al comportamento dell’auto in frenata, questi valori furono integralmente applicati alla MX-5 definitiva, che esordì nel 1989. E il suo successo, è probabilmente la migliore risposta a tutti i nostri quesiti iniziali: l’illuminismo tecnologico c’è… e lo puoi pure guidare! LEGGI TUTTO