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Mazda, sfide senza tempo in 100 anni di storia

Quando un nome riesce a racchiudere un senso, una filosofia, un significato. Mazda, cioè lo “spirito che crea con il pensiero“, quello dell’unico Dio della religione zoroastriana, è la perfetta carta di identità di un costruttore di auto appena entrato nel ristretto club dei centenari. E che continua a vivere, ideare e costruire vetture non omologabili alle altre, seguendo quello spirito “esaltato”, si fa per dire, dal suo percorso esistenziale unico.

Mazda e Hiroshima: legame storico

Bisogna esserci stati a Hiroshima, aver passeggiato per i viali incantati di fiori fino al Memoriale della Pace o aver attraversato anche solo una stanza del Museo della bomba atomica, per provare a capire meglio la “diversità” di Mazda. Lo spirito figlio del pensiero, trasformato in sfida – per loro Mukainada – e che sfida! Quel 6 agosto del 1945, quando gli americani decisero di porre fine al secondo conflitto mondiale, lanciando il loro primo ordigno nucleare dal B-29 Enola Gay, solo la presenza di una generosa collina, il Monte Hiyiyama, evitò la distruzione di stabilimenti e uffici della Mazda. Allo stesso tempo, però, riuscì a generare una compenetrazione totale tra costruttore e città. Le fabbriche Mazda divennero ospedali di emergenza, le linee di produzione corsie stracolme di letti e sofferenza e il Mazda-Go, il primo automezzo prodotto dal costruttore nipponico, una sorta di scooterone a tre ruote con annesso cassone tipo pick-up, l’insostituibile veicolo con il quale trasportare feriti e detriti, prima; mattoni per la ricostruzione dopo.

Mazda, divertimento e sostenibilità fattori sempre presenti

L’unico museo Mazda a cielo aperto

Una trasformazione rapida, già avviata negli anni ’30, dopo la fondazione che risale al 30 gennaio 1920, quando Mazda si chiamava Toyo Cork Kogyo Co. Ltd. e produceva sughero artificiale. Cento anni dopo, a 75 da quella tragedia e dalla successiva rinascita, lo spirito di Mazda non solo è ancora vivo e vegeto, ma se ne avverte ancora il potenziale senza fine. Così, quando siamo entrati nell’unico museo aperto al pubblico di Mazda, quello della famiglia Frey, papà Walter e i figli Joachim e Markus, ad Augusta, o Augsburg, in Baviera, abbiamo avuto la piena consapevolezza dell’importanza del patrimonio di design, motoristico e concettuale di Mazda, compresi gli ultimi tre gioielli in bella vista per l’occasione. L’icona MX-5 e la Mazda3, in versione Centenario e la stessa MX-30, la prima elettrica della Casa. Poi, l’incanto del lunghissimo tuffo nel passato che comincia proprio con la Mazda-Go, per poi scivolare nella leggenda del brand giapponese con la R360 Coupé del 1960, con la Cosmo Sport del 1967, la Luce R130 Coupé del 1969, la RX-4 Coupé, la RX-7, prima e terza generazione, 1978 e 1991, fino all’icona delle icone, la Mazda MX-5, la roadster più amata al mondo. Insomma, cento anni di storia dell’automobile in pochi metri quadrati di una collezione, quella dei Frey ,che arriva a 160 pezzi anche se di esposti ce n’erano “solo” 55.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori


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