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    Focus: Andrea Giani ci parla di Amir Tizi-Oualou, oggetto del desiderio di molti

    Mentre si fanno frenetiche le voci di mercato riguardanti diversi palleggiatori del nostro campionato, vi aiutiamo a conoscerne meglio uno, giovanissimo, di cui si parla un gran bene e che potrebbe diventare presto l’oggetto del desiderio di alcuni top club di Superlega: stiamo parlando del francese Amir Tizi-Oualou.Classe 2005, 197 centimetri, Amir sta facendo faville con il Tourcoing Lille Métropole nel massimo campionato francese. È un giocatore che va regolarmente a punti: in undici giornate sin qui disputate ha messo a terra 72 punti, con una media di 6,5 a match, oltre a 13 ace e 12 muri vincenti. Agli ultimi Europei Under 22 si è messo la medaglia d’oro al collo con la Francia, battendo in finale al tie-break proprio l’Italia, portandosi a casa anche i titoli di MVP e miglior palleggiatore dell’intera rassegna continentale.foto Volleyball WorldA raccontarcelo è nientemeno che Andrea Giani, ct della Francia campione olimpico a Parigi 2024.UN GIOCATORE DI CARATTERE“Di Amir, a prescindere dalle qualità tecniche e dal talento, è il carattere che è interessante perché aiuta i compagni in primis, e secondo me per il ruolo che ha deve essere la prima caratteristica”.PERSONALITA’ E AUTOREVOLEZZA“Ha fatto tre settimane con noi l’anno scorso e, nonostante sia giovane, gli altri senior lo rispettavano. Quindi questo è già un primo passo importante. Nella nazionale giovanile è proprio nel centro della squadra, come deve essere il palleggiatore”. CARATTERISTICHE DA TOP“Ha proprio caratteristiche da palleggiatore di primissimo livello. Sta facendo una stagione importante nel suo club, la prima per lui da titolare e questo significa che ha anche grande sicurezza. E poi, partendo proprio dal palleggio, ha caratteristiche che sono molto importanti per un palleggiatore. Molti guardano al fatto che abbia il fisico, il muro, la battuta, e li ha sicuramente, ma il palleggiatore deve palleggiare e lui secondo me ha talento proprio nelle mani, ha la testa per migliorarsi tatticamente e per riconoscere le situazioni di gioco. Nonostante sia molto giovane, in questo credo sia già abbastanza avanti, quindi è un palleggiatore che ha proprio i mezzi per diventare di primo primo livello”.Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    L’estate leggendaria di Andrea Giani: “Ho atteso 40 anni per vivere un momento così”

    Con la mente e con il cuore, quando ho visto Andrea Giani incapace di trattenere l’emozione di fronte al traguardo storico della sua prima medaglia d’oro olimpica, sono tornato a quel primo pomeriggio del 1996, quando tutti noi, sintonizzati su Raidue, ricordiamo le lacrime di diversa natura dello stesso Andrea dopo l’ultima palla caduta a favore dell’Olanda e il conseguente argento della nazionale italiana.Il metaverso della vita stavolta ha rovesciato le regole, catapultato le emozioni, tanto che ventiquattro ore dopo il suo maestro, Julio Velasco, che sedeva in panchina per quell’argento olimpico che la nostra generazione, inventrice della nostalgia, difficilmente dimentica, si è aggiudicato la medaglia più ambita della pallavolo femminile.Un dettaglio, da perfetto civis mundi, che trascuro e spero trascuriate anche voi è che Velasco abbia vinto vestendo i colori della nazionale azzurra, mentre Giangio abbia ottenuto la sua prima medaglia da tecnico della Francia. È una sfumatura del racconto, se mi permettete, perché gli eroi veri non hanno nazione, e perché i miti dello sport, come lo è Andrea Giani da quando possiedo memoria (avevo sette anni e quella pagina pubblicitaria che è il suo spot della Maxicono resta uno dei momenti più iconici degli anni ’90), restano tali a prescindere dalla bandiera e dall’appartenenza. Foto WikipediaSono trascorsi due lunghi mesi da quel pomeriggio. Andrea è in Polonia, con la propria famiglia, perché le circostanze della vita (non anticipo troppo) lo hanno portato ad allenare lo Zaksa e proprio nella nazione che ha sconfitto nella finalissima. È il destino, sono gli incroci, è il crossroad della vita, come diciamo io e lui.“Ho atteso quarant’anni per vivere un momento così. Ho rincorso quella medaglia, quel titolo con tutto ciò che avevo e con tutte le risorse che la Francia aveva in corpo. Quando giochi una finale olimpica più volte, indipendentemente dal ruolo, ad intervalli di anni, vivi qualcosa di personale che è difficile spiegare”.Mi rendo conto sia molto difficile toccare certe corde, perché essere colui che gioca l’ultimo punto nel 1996, è stato un fantasma che ha portato dietro tutta la vita. Dopo l’oro conquistato in panchina, si riesce a far pace con quello scheletro nell’armadio?“È difficile, non impossibile, ma è un traguardo. In Italia, rispetto alla Francia, viviamo tutto diversamente. Accumuli sempre quel peso di essere stato colui che non ha messo a terra la palla contro l’Olanda. Posso dire che dopo ventotto anni, salire sul podio con i miei ragazzi è stato certamente liberatorio”.Credo che l’aggettivo ‘personale’ sia il più corretto per descrivere il suo 10 agosto.“Sì, diventa qualcosa di personale per come la viviamo noi. Velasco ha sempre detto che le cose possono arrivare e c’erano le potenzialità affinché noi conquistassimo il titolo, giocato tra l’altro a Parigi e l’Italia femminile riuscisse a vincere l’oro. Ma si doveva compiere un percorso di un certo tipo. La pallavolo mondiale di oggi non pone più solo una favorita contro l’altra. Siamo arrivati a Parigi 2024 con diverse squadre di grande qualità che avrebbero potuto aggiudicarsi il titolo, sia da una parte che dall’altra”.Julio Velasco. Lei ha detto scherzosamente che è riuscito a vincere qualche ora prima di lui.“Quando ero in conferenza stampa dopo la vittoria mi ha mandato un messaggio bellissimo. Ho pensato nei giorni successivi che ci sono stati degli incroci incredibili durante questo percorso che ha portato alla vittoria di entrambi. Abbiamo giocato il terzo girone della VNL a Manila e al ritorno ci siamo incrociato con la squadra di Julio e con Barbolini ci siamo fatti i complimenti e l’in bocca al lupo. Noi da lì ci siamo spostati in Polonia, nazione che poi abbiamo battuto in finale e abbiamo vinto la VNL. Quando mi ha scritto il messaggio, ho pensato subito che il karma ci avrebbe riunito tutti, e ho pensato che anche Julio, Lollo Bernardi e Barbolini ce l’avrebbero fatta il giorno dopo”.foto Volleyball WorldA Velasco è stato attribuito il merito di aver saputo gestire il gruppo. Possiamo dire che Giani ha fatto lo stesso straordinario lavoro nel maschile in Francia?“Lo abbiamo fatto tutti il lavoro, sia a livello personale che a livello tecnico, dove questa squadra ha sovraperformato per il grande sforzo fatto. È un lavoro di staff, è un qualcosa su cui la squadra ha preso coscienza ed è risalita di livello dopo alcuni cambi tecnici che abbiamo fatto. Mi sono preso la responsabilità di Boyer che ha avuto un brutto infortunio e quindi l’ho sostituito, così come ho lavorato sulla presa di coscienza che questo gruppo fosse costituito da tutti i giocatori della stessa importanza. Ho lavorato con Earvin, che era colui a cui avevano affidato tutti la responsabilità di vincere le partite, perché per questa squadra fosse anche altro per la squadra. Sono davvero felice che questa squadra sia riuscita nella sua missione”.Giocare le Olimpiadi in casa per loro, cosa ha significato per Giani?“Bella domanda. È stato difficile per me fare la cerimonia di apertura, stupenda tra l’altro, indossando una maglia diversa da quella azzurra. L’Olimpiade è qualcosa di molto particolare. Lo dico a livello di ciò che rappresenti con una maglia, un colore, un’identità. Me ne rendevo conto quando incrociavo le delegazioni italiane anche di altre discipline, soprattutto perché quando le ho disputate da giocatore io ero dall’altra parte”.L’emozione dei suoi di giocare dinanzi al proprio popolo?“La pressione è dettata dalla qualità del gioco e te la autoattribuisci. Se hai qualità di gioco la gestisci meglio e fai le cose meglio. Per me ha sempre contato molto l’aspetto emotivo. Anche su questo abbiamo lavorato molto con i ragazzi e hanno gestito tutto benissimo”.L’incrocio in semifinale con l’Italia?“Siamo riusciti nel difficile intento di metterli a dura prova tecnicamente. Abbiamo fatto la gara che ci eravamo immaginati. Difficilissima”.“Mi piacerebbe che il nostro straordinario presidente della Repubblica dicesse: ma come mai un italiano così lo mandiamo all’estero e non possiamo averlo in Italia? Nel mondo del lavoro i grandi professionisti hanno più incarichi, invece noi del volley ci rinchiudiamo in noi stessi in questo modo”.ANSA/US/QUIRINALE PAOLO GIANDOTTIDopo quella partita a Flavio Vanetti del Corriere della Sera lei ha parlato della questione del doppio incarico. Cosa c’era in quell’appello Andrea?“Noi viviamo un po’ il paese Italia, dove ci sono club che votano per la femminile in un modo e per la maschile in un altro. Perché? Ho chiesto l’intervento di Mattarella proprio perché nel mondo del lavoro non si ragiona con queste logiche anacronistiche”.Lei cosa propone?“Che si riparta da zero e che questa decisione venga demandata al singolo club. Se una società maschile vuole mettere un allenatore che si occupa di nazionale durante il corso dell’anno, ma che seguirà quella stessa nazione al termine degli impegni del club come accade a me in Polonia, perché non può farlo? Ho fatto l’esempio di Santarelli nel femminile a cui è consentito. Perché non deve, anche per il maschile, essere una decisione della società che sceglie di ingaggiare me o un altro. Arricchire un movimento significa aprire il movimento, non rinchiuderlo dentro sé stesso”.foto @zaksaofficialTorniamo agli incroci della vita. Primi mesi in Polonia, la nazione a cui lei ha sottratto l’oro olimpico. Mi faccia sorridere.“Sembra strano, ma ogni persona che incontro, e la cosa riempie di orgoglio, mi fa i complimenti per la vittoria della Francia. È una bella soddisfazione e mi stupisce parecchio”.Come ha trovato la Polonia del volley?“L’ho trovata con l’entusiasmo e la passione dei nostri anni ’90. Tante persone che affollano i palazzetti, una bella organizzazione del campionato e del club, una televisione presentissima e attenta. Certo, gioco tutta la settimana, avendo un campionato da sedici squadre, ma è un bellissimo livello. Devo migliorare il polacco, ma c’è tempo (ride n.d.r.)”.Ha portato la famiglia con sé. Mi sembra felice Giani.“Sì, vedo loro sereni e sono felice e soddisfatto anche io per la scelta fatta”.Di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Parigi 2024: finale pazzesca, Francia stellare, Andrea ‘Giangio’ Giani è medaglia d’oro olimpica

    La Francia l’ha rifatto, dopo Tokyo 2021 sale sul gradino più alto del podio anche a Parigi 2024. Soprattutto, e di questo c’è solo da essere immensamente felici, il nostro ‘Giangio’, Andrea Giani, leggenda del nostro volley, giocatore immenso che ha ispirato intere generazioni di pallavolisti italiani e non, ragazzo che è impossibile non amare, è medaglia d’oro! Giani è medaglia d’oro olimpica!

    Una finale chiusa in tre set (25-19, 25-20, 25-23) contro la Polonia da una Francia stellare, assolutamente perfetta, ingiocabile in ricezione, ingiocabile in difesa, ingiocabile a muro, ingiocabile in attacco. Leon e compagni le hanno provate davvero tutte, Grbic le ha provate tutte, ma oggi questa squadra non era battibile. Giani ha portato la sua Francia a giocare, soprattutto tra semifinale e finale, una pallavolo spaziale! Il titolo di MVP noi lo daremmo a lui, senza ombra di dubbio.

    foto Volleyball World

    Monumentali tutti i suoi giocatori: da Brizard (3 muri devastanti, 4 punti totali) a Patry (top scorer con 17 e il 65% in attacco), da Clevenot (11) al solito funambolo e trascinatore Ngapeth (8), da Chinenyeze (8) al libero Grebennikov fino a Jouffroy, pescato dalla panchina e autore di 4 punti, tutti ace, tutti cruciali. I numeri di squadra, anche loro, confermano una finale di livello stratosferico: 9 muri a 4, 8 ace a 4. E ancora 47% in attacco e 57% in ricezione per la Francia, rispettivamente 30.7% e 54% per la Polonia.

    Menzione d’onore anche a Stefano Cesare, il migliore dei fischietti italia che ha arbitrato questa finale olimpica maschile.

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    SESTETTI – Grbic parte con Kurek opposto a Janusz, Leon e Fornal in banda, Kochanowski e Huber al centro, Zatorski libero. Giani risponde con Brizard in regia in diagonale con Patry, Ngapeth e Clevenot in posto 4, Chinenyeze e Le Goff coppia centrale, Grebennikov libero.

    1° SET – Grande spettacolo sin dai primi punti, ma questo ce lo aspettavamo tutti. Il primo mini-break lo piazzano i francesi (11-8). Subito protagonisti i due liberi Grebennikov e Zatorski, meglio la Francia in attacco con bande e centrali e il gap aumenta (14-10, 17-11).

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    Grbic brucia due timeout in rapida successione, ma la squadra di Giani continua a spingere tanto al servizio e ora è in totale controllo, grazie anche a una ricezione stellare sulle bordate che dai nove metri tirano anche i polacchi (20-15, 23-18).

    Extra rotazione di Patry, palla a terra e Francia avanti 1-0. Leggasi 14 su 16 in attacco per i transalpini (!), 12 su 24 per Leon e soci.

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    2° SET – In avvio di secondo set Janusz arma ancora Kurek e Leon (2-3). Ace fotonico di Wilfredo da 1 a 1, murone su Ngapeth e Polonia avanti di due (4-6). La pressione ora sale e entrambe le squadre sporcano le loro percentuali al servizio forzando fin troppo, ma i padroni di casa non fanno comunque scappare via gli avversari: la seconda e la terza stampata personale muro a uno consecutive di Brizard valgono la parità ai 12 e il sorpasso.

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    Sotto rete il primo arbitro Cesare vede troppi scambi di sguardi di sfida e richiama giustamente i due capitani. Mani-out di Kurek e contro sorpasso Polonia (16-18). Time out tutto ‘in italiano’ del Giangio, dentro Jouffroy alla battuta, ace e altra parità. Fischione di Kurek e l’ago della bilancia si sposta ancora (20-19).

    A segno Clevenot, Patry (ace), 22-19 Francia e sugli spalti parte un italico ‘po-po-ro-popopò’. Ace e pipe di Clevenot e la Polonia gira campo sotto due set a zero.

    3° SET – Leon prova a suonare la carica sparando palle disumane, ma la Francia oggi è ingiocabile: troppo forte in ricezione, troppo attenta in copertura, troppo solida a muro, troppo efficace in attacco, troppo poco fallosa dai nove metri. Insomma, tutto molto, molto, troppo (7-5).

    foto Volleyball World

    Il bilanciere di Ngapeth fa venire giù l’Arena Sud e vale il 14-12 per i suoi, ma i polacchi non ci stanno, pareggiano e tornano avanti (14-16). Pronta risposta dei francesi con un primo tempo di un infallibile Chinenyeze, muro e attacco di Patry (17-17). Ma che finale stiamo guardando? Spettacolo assoluto!

    foto Volleyball World

    Ancora Jouffroy al servizio, ancora due ace, ancora Francia che se ne va (23-18). Grbic va in tilt, li cambia e li ruota tutti, ma la sua Polonia ora è all’angolo, alle corde, vicina al knock out. 24-19, Boladze da posto 2 annulla il primo match point. Leon in battuta, Clevenot tiene, Cesari fischia una doppia a Ngapeth e se ne va anche la seconda palla match. Giani ferma il gioco e carica i suoi: “Attenti su difesa e pallette”. Ace di Leon su Ngapeth e siamo 24-22. Altra mazzata, primo tempo vincente di Kochanowki e Polonia a -1. Wilfredo questa volta forza troppo, tira lungo, la Francia è ancora medaglia d’oro olimpica!

    foto Volleyball World

    FRANCIA-POLONIA 3-0(25-19, 25-20, 25-23)FRANCIA: Patry 17, Clevenot 11, Ngapeth 8, Chinenyeze 8, Brizard 4, Le Goff 4, Grebennikov (L), Jouffroy 4, Toniutti, Tillie, Louati, Faure. All. GianiPOLONIA: Kurek 10, Leon 9, Kochanowki 9, Huber 7, Boladz 5, Fornal 4, Śliwka 2, Janusz, Zatorski (L), Kaczmarek, Lomacz, Semeniuk. All. Grbic.Arbitri: Cesare Stefano (ITA), Alrousi Alhammadi Hamid Mohamed Ahmed (UAE)

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    Ufficiale, Andrea Giani è il nuovo allenatore dello Zaksa: “Con lui torneremo grandi”

    Dalla stagione 2024/2025 l’allenatore dello ZAKSA sarà Andrea Giani, “una figura eccezionale nel mondo della pallavolo, una leggenda della pallavolo mondiale, sia come giocatore che come allenatore” si legge nell prime righe del comunicato ufficiale della società polacca, che poi ne tesse le lodi ripercorrendo la lunga carriera e lo sconfinato palmares che tutti noi italiani amanti di questo sport ben conosciamo.

    Le capacità di coaching, l’esperienza e l’approccio strategico al gioco hanno reso questo italiano uno dei principali allenatori al mondo – prosegue il comunicato -. Senza dubbio, Giani è uno degli allenatori più riconosciuti nel mondo della pallavolo, si unisce alla nostra squadra per continuare la tradizione del club e lottare per nuovi successi a livello nazionale e internazionale.

    “Siamo estremamente entusiasti che Andrea Giani si unisca al nostro club come nuovo allenatore – sottolinea poi il presidente di ZAKSA, Jadwiga Cichoń – I suoi impressionanti risultati in veste di coach e la sua esperienza al più alto livello di pallavolo saranno cruciali per l’ulteriore sviluppo della nostra squadra. Andrea Giani è un altro allenatore italiano nella storia di ZAKSA, che sottolinea il nostro impegno a costruire una squadra con l’aiuto dei migliori allenatori del mondo. Crediamo che la sua conoscenza, passione e determinazione ci porteranno a un livello ancora più alto. Andrea Giani non è solo un allenatore eccezionale, ma anche un eccellente leader che può motivare e ispirare i suoi giocatori a raggiungere gli obiettivi più alti. Il suo ruolo nel nostro club sarà inestimabile e siamo convinti che insieme otterremo molti successi“.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Andrea Giani si racconta: “Quest’anno ho fatto il papà. Francia? Vogliamo fare una stagione concreta”

    Una stagione “in panchina” a godersi la famiglia e a prepararsi con ancora più carica in vista dei Giochi Olimpici dove la sua Francia , campione in carica, sarà protagonista anche come paese ospitante. Questo l’anno di Andrea Giani che spiega: “Mi è mancato allenare, è stata la prima volta per me ma ho fatto tante altre cose in cui, in primis, il papà a tempo pieno e poi ho studiato il francese.”

    Giani, pur non essendo protagonista diretto, ha seguito comunque la pallavolo italiana: “Trento ha fatto una stagione senza sbavature come Perugia un anno fa. Mi è piaciuto il gruppo, hanno perso il palleggiatore titolare, Acquarone è entrato subito nel sistema di gioco grazie anche alla disponibilità dei compagni. La Sir è cresciuta con Lorenzetti che sta facendo bene. Monza ha fatto una stagione super, Civitanova invece, con un gruppo meno consistente, un passo indietro. Milano però è la squadra che è cresciuta di più.”

    Ed è proprio di Milano il giocatore che ha colpito maggiormente il tecnico della nazionale francese: “Ferre Reggers, giovane e talentuoso, si è trovato ad essere responsabilizzato dalle assenze di Dirlic e ha risposto in modo convincente.”

    Quanto alla nazionale, come detto sopra, la Francia a Parigi dovrò difendere il titolo: “Partiamo con le idee chiare. Vogliamo fare una stagione concreta. Questo vuol dire qualità di gioco, costanza, consapevolezza. La VNL sarà importante per costruire questa impalcatura. Sarà decisiva per le nostre Olimpiadi, poi ci sono gli avversari.”

    Rispetto alla fine, burrascosa, del rapporto con Modena, Giani spiega: “Una società ha il diritto di muoversi per realizzare le sue strategie ma penso che lo debba fare con i tempi giusti.”

    Il “Giangio” chiude poi con uno sguardo al futuro che, secondo alcuni rumors, lo vede in Polonia: “é un campionato che mi piace, ci sono contatti ben avviati. Anche perchè in Italia non si può avere il doppio incarico.”

    (Fonte: TuttoSport) LEGGI TUTTO

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    Giani: “Dispiace, ma abbiamo dato tutto”. Botti: “La personalità dei ragazzi è stata determinante”

    La Gas Sales Bluenergy Piacenza espugna ancora una volta il PalaPanini e stacca il suo primo storico pass per le Semifinali Scudetto. Contro la Valsa Group Modena arriva una vittoria al tie break dopo oltre due ore di gara e dopo uno svantaggio di due set per Piacenza.

    Massimo Botti (allenatore Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza): “Sono orgoglioso di questo gruppo, di questi ragazzi, non era facile vincere tre partite consecutive con Modena, abbiamo fatto una grande cosa. Nei primi due set abbiamo giocato tesi e siamo stati troppo fallosi, poi ci siamo sciolti e ci siamo espressi come si deve, abbiamo giocato a pallavolo. È stata una partita strana, finita ancora al tie break, ma questa volta una squadra vinceva due set a zero, la personalità di questa squadra è stata determinante per vincere questa partita”.

    Andrea Giani (allenatore Valsa Group Modena): “Essere arrivati fino a qui è stato un passo davvero importante, abbiamo avuto la forza di saper partire con vigore, dopo ci è mancato qualcosa, forse anche per una questione di inesperienza. Abbiamo giocato contro una grande squadra con grandi giocatori che anche dopo un momento di difficoltà hanno la capacità di saper rientrare in partita. Và dato merito a loro che sotto 2-0 sono venuti fuori dimostrando il livello che hanno. Dispiace ma non c’è rammarico, perché abbiamo dato davvero tutto quello che avevamo. Magari dispiace perché usciamo ai quarti, ma lo facciamo a testa alta e io sono fiero e orgoglioso di quello che abbiamo fatto”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Stankovic: “Qualificazione ipotecata”, ma quel secondo set “apatico” non va giù a Giani

    Di Redazione

    Missione compiuta per Modena in Cev Cup: vittoria da tre punti a Lubiana nell’andata dei quarti di finale di Cev Cup e passaggio del turno “ipotecato”. “Il risultato è buono, ma è evidente che loro non abbiano giocato al loro massimo – commenta Dragan Stankovic in vista del match di ritorno –. Si è visto che avevano qualche problema interno, comunque sono tre punti importantissimi perché tra sette giorni in casa nostra ci basteranno due set per passare alla fase successiva”.

    L’accento sull’unica nota stonata della serata lo pone coach Andrea Giani: “Abbiamo fatto un secondo set veramente apatico, dove siamo stati anche poco squadra, ci siamo disuniti. Dopo abbiamo ripreso il nostro cammino, ma sono segnali che non piace vedere. Una squadra che vuole vincere sempre non può mollare un set così ed essere anche brutta dal punto di vista emozionale”.

    “Dopo è stata una partita un po’ strana – aggiunge –, ma siamo stati bravi a interpretarla. In Europa se non ti adatti a dei cambi di situazioni rischi di perdere. Noi lo sappiamo bene, l’anno scorso abbiamo perso in coppa contro il Tours in questa maniera, sbagliando l’approccio, quindi sappiamo che a prescindere da come stiamo fisicamente, in campo dobbiamo avere la testa giusta. Oggi abbiamo più solidità – conclude –, all’inizio della stagione non l’avevamo“.

    (fonte: YouTube Modena Volley) LEGGI TUTTO

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    Giani contro la sofferenza: “Bravi ad uscire dai momenti bui. Rinaldi ha saputo crescere”

    Di Redazione

    Dopo la vittoria da 3 punti contro l’Emma Villas Aubay Siena, seppur molto più che sofferta per 3-1, il tecnico della Valsa Group Modena, Andrea Giani, ha parlato a “Il Resto del Carlino Modena“.

    Il coach si è dimostrato soddisfatto soprattutto della crescita del suo giovane opposto Rinaldi: “Ha avuto un inizio di campionato molto difficile, ma ha sputo rialzare la testa, crescendo molto e ritagliandosi i suoi meritati spazi. Ed oggi, quando l’ho chiamato in causa, ha saputo rispondere alla grande“.

    Sulla partita, invece, l’allenatore gialloblu ha così commentato: “Siamo entrati in campo sapendo che sarebbe stata una partita sia difficile che strana, ed infatti è andata così. Abbiamo sbagliato alcuni colpi facili, senza sviluppare quello che è il nostro gioco. Siena è abituata a stare sotto, ma l’importante è che abbiamo vinto. I nostri 2 set conquistati ai vantaggi, poi, sono un bel segnale“.

    Infine la chiosa è per la condizione fisica dei suoi: “Non abbiamo il fiato corto. L’unico a patire qualche acciacco è Ngapeth, ma gli altri stanno bene. Uscire da situazioni complicate fortifica le tue sicurezze. La SuperLega è un campionato davvero tosto e questo lo sappiamo“.

    Dopo il coach, è intervenuto anche l’MVP dell’incontro, ossia Dragan Stankovic: “Siena non era un avversario facile, dato che gioca davvero una pallavolo di buon livello. Nonostante questo, però, siamo riusciti a portarla a casa con caparbietà. Non abbiamo sbagliato l’approccio in campo, ma non siamo stati abili a concretizzare le numerose opportunità che ci sono capitate“.

    (fonte: il Resto del Carlino Modena) LEGGI TUTTO