Il Gran Premio d’Austria F1 2018 ha senza dubbio portato il sorriso in casa Ferrari che, dopo la tappa di Spielberg, è tornata in vetta sia al mondiale piloti che costruttori. Un Gran Premio pazzo, in cui è successo davvero di tutto e in cui non sono mancati i colpi di scena, a partire dal doppio ritiro delle vetture Mercedes per problemi di affidabilità.
Il weekend era iniziato bene per il team di Maranello, complici i riscontri positivi durante le libere per quanto riguardava il passo gara, non lontano da quello dei rivali della Mercedes. A complicare la situazione un sabato negativo, tra qualifiche in cui era stato mancato l’obiettivo della prima fila e una “sciocca” penalità che avrebbe portato Sebastian Vettel a partire dal sesto posto (su cui si sono alzate parecchie polemiche per la severità dei giudici nel valutare la situazione). Sul il giro secco la SF71H si era dimostrata davvero competitiva nei primi due settori, giocandosela alla pari con la Mercedes nel primo tratto della pista e facendo segnare tempi record in quello intermedio: alla monoposto di Maranello era mancato solamente un po’ di performance nel terzo settore, quello delle curve veloci, in cui i piloti delle Frecce d’Argento riuscivano a portare più velocità in ingresso e a risultare più veloci all’apice della stessa. Una situazione non piacevole ma che, come accaduto in altri appuntamenti, non si è poi rivista in gara. Ma come la Ferrari stessa diceva sabato pomeriggio, mai mollare.
Mai mollare, perché non si sa mai cosa potrebbe accadere, come in questo pazzo Gran Premio d’Austria, a partire dal primo giro. Primo giro che si era aperto con un grande scatto di Kimi Raikkonen dalla terza posizione, il quale lo aveva portato a lottare per la vetta alla terza curva: una partenza in cui il finlandese aveva dimostrato di voler davvero conquistare il primo posto, infilandosi tra le due Mercedes nei primissimi metri, senza alcun timore reverenziale. Ma, appunto, questo era un Gran Premio pazzo e non poteva mancare il colpa di scena, con Raikkonen che si è ritrovato da lottare per il primo posto al quarto posto nel giro di pochissime tornate. Come se non bastasse anche per Sebastian Vettel la situazione non era delle più rosee, a causa di alcuni lunghi (sfortunatamente si era trovato in zone di poco grip) che lo aveva costretto a perdere alcune posizioni. Il primo colpo di scena arriva con il ritiro di Bottas al tredicesimo giro, causato da problemi idraulici: questo ha comportato l’entrata in pista della VSC, dando la possibilità a Verstappen, Raikkonen, Ricciardo e Vettel di effettuare il proprio pit stop e salvare tempo. Opportunità però non sfruttata da Hamilton e dal suo team a causa di un errore stratetico di cui poi la stessa Mercedes si è scusata con il pilota e con i tifosi. Ma ciò ha cambiato radicalmente la gara, ponendo l’inglese in una situazione in cui è stato costretto ad inseguire piuttosto che a fare la lepre. Nel primo stint di gara le Rosse hanno avuto un inizio complicato, dato che nei primi giri entrambi i piloti hanno avuto problemi a trovare il giusto grip e a far funzionare le gomme nel modo corretto. Ma una volta stabilizzata la situazione, sia Raikkonen che Vettel hanno trovato il giusto ritmo, non dissimile da quello della Mercedes.
Più complicata la situazione nel secondo stint in cui i colpi di scena non sono di certo mancati, sia lato gomme che piloti. Tutti i piloti dei top team montavano gomma soft, la più dura portata da Pirelli per l’appuntamento austriaco. Un compound che, però, ha denotato la presenza di blister soprattutto sulle gomme di Mercedes e sulle Red Bull, mentre le Ferrari ne sembrava immune. Ed è proprio su questo aspetto che si è giocata la gara, sulla gestione gomme e sul come riuscire a portarle sino alla fine corsa. Chi ha riscontrato i maggiori disagi sono stati Lewis Hamilton e Daniel Ricciardo, costretti entrambi ad effettuare due soste, dato che ormai le loro coperture (in particolar modo quelle posteriori) erano davvero alla frutta al momento del secondo pit stop. Situazione nettamente migliore, invece, per Max Verstappen: anche sulla vettura del giovane olandese c’erano dei segni di blister, in questo caso sulle gomme anteriori, ma notevolmente più contenuti rispetto al compagno di squadra. Questo, unito al buon margine che aveva sui suoi diretti inseguitori, ha permesso al pilota della Red Bull di gestire bene la gara e le gomme, riuscendo a resistere alla rimonta di Kimi Raikkonen negli ultimi giri e a portare a casa il trionfo finale.
Giustamente, però, durante le interviste post-gara Maurizio Arrivabene aveva specificato come questa vittoria avrebbe potuto portarla a casa anche la Ferrari. Come si può vedere dal grafico riguardare i passi gara e il distacco dal leader, la Rossa ha perso molto tempo nei primi giri di entrambi gli stint, come poi confermato anche dallo stesso Kimi Raikkonen: “Oggi la gestione delle gomme è stata un fattore chiave: era difficile capire quando era il momento di spingere a fondo restando, allo stesso tempo, sul sicuro. Con i due set di pneumatici ho fatto un po’ fatica all’inizio, per trovare aderenza e farli funzionare, ma poi le cose sono migliorate e alla fine avevamo gomme davvero buone”. Una volta trovato il modo di funzionare gli pneumatici si è effettivamente visto come la SF71H fosse tranquillamente capace di tenere il passo dei rivali, incluso quello della Mercedes. Probabilmente c’è del rammarico per quelle prime fasi dello stint in cui il pilota finlandese ha perso ulteriore tempo a causa del sorpasso subito nei confronti di Daniel Ricciardo: dietro l’australiano Raikkonen ha perso almeno 2/3 secondi da Verstappen, portandolo a trovarsi a 7 secondi dalla vetta nel momento del controsorpasso sul pilota della Red Bull. Da quel momento in poi il campione del mondo 2007 ha iniziato a spingere per chiudere il gap dal primo posto, anche se dal box, nonostante non fossero proccupati per il blister, c’era comunque uno stato di cautela per essere sicuri di far riuscire arrivare le gomme fino alla fine della gara, evitando una seconda sosta, tanto che ad entrambi i piloti era stato detto via radio di salvare gli pneumatici posteriori all’uscita dalla curva 9 e 10, ovvero quella sequenza di tratti veloci in cui la mescola era messa sotto stress. In quel momento, probabilmente, da una parte c’era anche l’interesse da parte della Ferrari non forzare troppo la situazione per non impattare sull’affidabilità delle vetture, date le buone performance di Verstappen e la situazione di Hamilton. Come si può vedere dal grafico, però, successivamente al secondo stop dell’inglese, entrambi i piloti della squadra di Maranello hanno iniziato a recuperare in modo consistente rispetto al numero 33, portandosi quasi a ridotto nei giri finali. Un segnale importante sull’ottima gestione gomma da parte della Ferrari è arrivata proprio durante l’assedio finale, in quanto sia Raikkonen che Vettel sono riusciti a far segnare i giri più veloci della gara proprio in quei frangenti, nonostante la gomma avesse già oltre 50 tornate alle spalle.
Chiaramente il potenziale mostrato in gara dalla Rossa è senza dubbio qualcosa di positivo, perché la SF71H ha gestito ancora una volta al meglio gli pneumatici e si è dimostrata, a pari condizioni, la monoposto più competitiva in pista, quantomeno in gara. A questo si aggiunge l’affidabilità mostrata dal propulsore di Maranello nonostante la alte temperature (quasi 50 gradi sull’asfalto e quasi 30 ambientali), riuscendo a portare tutte e sei le Power Unit Ferrari nei primi 10 posti, al contrario di Renault e Mercedes che hanno visto parte delle loro vetture costrette al ritiro. D’altra parte sicuramente è rimasto un po’ di rammarico per non essere riusciti a conquistare quella vittoria che era alla portata: la penalità rimediata al sabato da Vettel e i primi giri “caotici” dei due stint non hanno di certo aiutato i due alfieri della Rossa. Ma la Ferrari può indubbiamente lasciare l’Austria con il bicchiere (quasi) pieno, essendo riuscita a riconquistare la vetta di entrambe le classifiche.
GP AUSTRIA F1 2018 ORDINE D'ARRIVO - Domenica 1 Luglio 2018 Pos Pilota Team Giri Tempo/Gap 1 Max Verstappen Red Bull/Renault 71 1h21m56.024s 2 Kimi Raikkonen Ferrari 71 +1.504s 3 Sebastian Vettel Ferrari 71 +3.181s 4 Romain Grosjean Haas/Ferrari 70 1 Giro 5 Kevin Magnussen Haas/Ferrari 70 1 Giro 6 Esteban Ocon Force India/Mercedes 70 1 Giro 7 Sergio Perez Force India/Mercedes 70 1 Giro 8 Fernando Alonso McLaren/Renault 70 1 Giro 9 Charles Leclerc Sauber/Ferrari 70 1 Giro 10 Marcus Ericsson Sauber/Ferrari 70 1 Giro 11 Pierre Gasly Toro Rosso/Honda 70 1 Giro 12 Carlos Sainz Renault 70 1 Giro 13 Lance Stroll Williams/Mercedes 69 2 Giri 14 Sergey Sirotkin Williams/Mercedes 69 2 Giri 15 Stoffel Vandoorne McLaren/Renaul t 65 - - Lewis Hamilton Mercedes 62 Ritiro - Brendon Hartley Toro Rosso/Honda 54 Ritiro - Daniel Ricciardo Red Bull/Renault 53 Ritiro - Valtteri Bottas Mercedes 13 Ritiro - Nico Hulkenberg Renault 11 Ritiro CLASSIFICA PILOTI F1 2018 1 Sebastian Vettel 146 2 Lewis Hamilton 145 3 Kimi Raikkonen 101 4 Daniel Ricciardo 96 5 Max Verstappen 93 6 Valtteri Bottas 92 7 Kevin Magnussen 37 8 Fernando Alonso 36 9 Nico Hulkenberg 34 10 Carlos Sainz 28 11 Sergio Perez 23 12 Esteban Ocon 19 13 Pierre Gasly 18 14 Charles Leclerc 13 15 Romain Grosjean 12 16 Stoffel Vandoorne 8 17 Lance Stroll 4 18 Marcus Ericsson 3 19 Brendon Hartley 1 20 Sergey Sirotkin 0 CLASSIFICA COSTRUTTORI F1 2018 1 Ferrari 247 2 Mercedes 237 3 Red Bull/Renault 189 4 Renault 62 5 Haas/Ferrari 49 6 McLaren/Renault 44 7 Force India/Mercedes 42 8 Toro Rosso/Honda 19 9 Sauber/Ferrari 16 10 Williams/Mercedes 4