Di Roberto Zucca
La caparbietà unita ad una grande intelligenza emotiva. Tommaso Stefani avanza nel panorama pallavolistico italiano, e lo fa con uno stile che ricorda quello dei grandi campioni. Parla poco di sé, dimostra tutto col suo lavoro, ed è sempre presente là dove è importante esserci. Seconda stagione per lui alla Gioiella Prisma Taranto con tanti obiettivi e con gli amati sogni nel cassetto:
“Quando mi è stato offerto il rinnovo con la possibilità di giocare da titolare ne sono stato molto felice. Ho accettato e mi sono messo a lavorare duramente, come faccio sempre. Poi un problema fisico in amichevole con la nazionale mi ha tenuto lontano dal campo per quattro mesi. Ora sono di nuovo qui“
Sedici punti con Monza. La stampa l’ha definita il nuovo trascinatore di Taranto.
“Io non leggo tantissimo ciò che scrivono su di me, ma la parola trascinatore non mi dispiace (ride, n.d.r.)! La squadra sta prendendo le misure, sicuramente potevamo prenderci qualche punticino in più nelle prime due partite. Ma abbiamo risposto bene alle due sconfitte con Civitanova e Cisterna, e ora la testa è tutta alle prossime gare“.
Cisterna e Verona rivelazioni, un inizio particolare.
“Come ogni anno c’è sempre qualcosa di non calcolato, ma è il bello del nostro campionato. Anche Padova che vince a Civitanova dà la misura del fatto che non c’è nulla di scritto in questa Superlega. Soprattutto è il segnale che questa stagione sarà un tutti contro tutti. Non si potrà mai abbassare la guardia e bisognerà essere costanti“.
L’impressione è che Taranto faccia molto sul serio. Conferma?
“Siamo una squadra che può fare tanto. Ripeto, stiamo cercando di trovare il nostro assetto migliore. Ovviamente io ragiono partita dopo partita, non riesco a fare altrimenti. Possiamo toglierci qualche soddisfazione? Io credo di sì“.
Ventuno anni ed è già opposto titolare in Superlega. Il merito paga.
“Io ho fatto il mio percorso, e ho sempre fatto capire, da quando sono uscito di casa a 14 anni, dove volessi arrivare con la pallavolo. Ho lavorato tanto, e ho saputo aspettare senza sgomitare il mio tempo, la mia occasione. Sono felice che Taranto mi abbia offerto un’opportunità così importante. L’età è relativa, e soprattutto ogni domenica bisogna cercare di confermarsi“.
L’intesa con Falaschi è innegabile.
“Io mi trovo molto bene. Quando mi è stato detto che Marco restava a Taranto, ho avuto una spinta in più per firmare il rinnovo. È un giocatore sempre presente, che trova sempre la parola giusta, il consiglio, il suggerimento nelle fasi più delicate dell’incontro“.
L’impressione è che tra di voi ci sia coesione. È sempre facile costruire una squadra?
“Qui a Taranto ci siamo riusciti e tra di noi il tempo trascorso assieme anche fuori dal campo è tanto. Per me anche una pizza in spogliatoio, una cena preparata assieme a qualcuno di loro, oltre a farmi sentire l’aria di casa, è un’occasione in più per costruire qualcosa. Credo non sia facile, ma sono felice se da fuori si percepisce questo sentimento“.
Dicono che sia lei l’elemento di coesione fuori dal campo. Prende ancora i compagni per la gola con la cucina?
“(ride, n.d.r.) Mi diletto, anche se poi non faccio più tante foto perché mi concentro un po’ di più sulla preparazione dei piatti. Quest’anno mi sono dato ai secondi piatti. Hanno gradito tutti le mie grigliate!“.