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    Tommaso Barotto: “Porto Viro c’è, non abbiamo perso la testa”

    Il curriculum, a prima vista, non è quello di uno che deve ancora compiere diciannove anni. Scudetti, titoli da miglior giocatore, e non ultimo, domenica scorsa, una partita da quasi 20 punti che ha sancito la prima vittima eccellente dei Play Off Promozione di A2, ovvero Cuneo. Tommaso Barotto, classe 2005, è uno dei protagonisti dell’armata della Delta Group Porto Viro, che ora sta affrontando la semifinale con Siena, un’altra grande ambiziosa del campionato:

    “È certamente un momento di grandi gioie per me. Giocarsi una semifinale Play Off a 18 anni è bellissimo ed è una conquista, fatta assieme ad una squadra che ha disputato un girone di ritorno davvero incredibile“.

    Siena è in vantaggio dopo Gara 1.

    “Giovedì sera abbiamo perso, ma non abbiamo perso la testa e la concentrazione che ci serve per giocare Gara 2 perché è ancora tutto aperto“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Che aria si respira dopo Gara 1?

    “L’aria di chi vuole arrivare in fondo. Di chi non ha tanto voluto pensare a guardarsi indietro o a festeggiare troppo un primo tassello, ma a focalizzarsi subito sull’obiettivo successivo“.

    Perché Porto Viro ha eliminato Cuneo ai quarti?

    “Perché ha saputo fare un cammino all’interno delle prime tre partite di Play Off, in cui è stata in grado di superarsi e di giocare una grande pallavolo. Siamo riusciti a vincere per ben due volte su un campo difficilissimo, come è quello di Cuneo, esprimendo un bel gioco fatto di combattimenti, bei break che ci hanno fatto raggiungere questo importante risultato“.

    Durante i Play off ha giocato alcune delle gare più importanti della sua carriera?

    “Sicuramente Gara 3 dei quarti entra di diritto nelle prime tre, dopo la finale dell’Europeo Under 19 disputata con la nazionale e la semifinale scudetto Under 17 che ho disputato con Brugherio contro il Vero Volley“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Porto Viro come Brugherio. Il colore rosa, un po’ l’atmosfera dei diavoli.

    “Sicuramente è famiglia, ed è una squadra in cui capisci che i risultati non si antepongono alla persona e al giocatore. Come ai Diavoli Rosa, periodo bellissimo della mia vita da giocatore e non solo, mi sono ambientato subito ed è davvero un’esperienza positiva. Trovarsi in una società con una squadra così mi aiuta tanto per il percorso che sto facendo“.

    Lei va via di casa che non aveva finito nemmeno le medie.

    “A 13 anni ho lasciato casa. Sono stato disposto a lasciare il Veneto, che ho ritrovato quest’anno e che per me ha quel qualcosa in più che forse è proprio l’ambiente familiare, ma è anche una regione nella quale ci sono davvero tante ottime realtà pallavolistiche nel quale poter crescere“.

    foto Delta Volley Porto Viro

    Ora che lo ha ritrovato, ha paura di rimanerne stregato?

    “No, sono consapevole del fatto che la vita potrà ancora portarmi lontano da casa e dalla mia famiglia. Ne siamo tutti consapevoli perché quando un giocatore fa una scelta come la mia, la lontananza è un fattore che devi prendere in considerazione. Sono nato a Rovigo e casa mia è a Stienta, un paesino di 3000 abitanti. Lei capisce bene che se non considero normale dovermi allontanare, mi prendono per pazzo (ride, n.d.r.)!“.

    Pensa tanto al suo futuro ora che tutti parlano di lei?

    “Sono molto capace di disinteressarmi a tutto ciò che si dice di me. La determinazione e l’ambizione ci sono, ma non ci penso troppo e sono bravo a non prendere per oro colato tutto ciò che viene detto, nel bene e nel male. Passo per passo. Ragiono così“.

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    Claudio Cattaneo: “Il pubblico di Grottazzolina meriterebbe la Superlega”

    Nella scalata della Yuasa Battery Grottazzolina verso un campionato vissuto da eterna capolista ci sono alcune delle sue zampate migliori. Non è un caso che, dopo le prove di collaudo di una A2 da protagonista, cominciate a Motta di Livenza e proseguite a Castellana Grotte, nel suo terzo anno nella seconda serie nazionale Claudio Cattaneo appare nella stagione di grazia. Le misure sono prese, le conferme sono arrivate settimana dopo settimana. Ora lo schiacciatore si avvia verso un finale di campionato inedito e i progetti e le ambizioni sembrano essere tante:

    “Sapevo cosa andavo a firmare qui a Grottazzolina, nel senso che gli ottimi presupposti c’erano sin dall’estate. Una bella squadra composta da ottimi elementi, una società ottima che aveva degli obiettivi chiari. Sapevo anche cosa avrei trovato in A2 durante questo terzo anno consecutivo, perché il livello cresce stagione dopo stagione. Non pensavo, tuttavia, di restare primo per tutta la stagione“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Due anni di rodaggio. Ora Cattaneo è una certezza della serie A2.

    “In Serie A bisogna fare un po’ di stagioni ad alto livello per farti notare e per far capire che ci sei anche tu. Io sono passato da Motta a Castellana con tre schiacciatori e sono arrivato qui con l’obiettivo di continuare a crescere e di costruirmi una bella continuità di gioco e di risultato. Credo di poter affermare che quest’anno ho aggiunto un tassello importante al mio percorso come giocatore“.

    Agli italiani si chiede sempre tanta gavetta, altrimenti forse lei sarebbe più in alto.

    “Diciamo che tutta la gavetta è stata snervante da un lato, ma dall’altra è servita per maturare consapevolezze. Quando penso alla Superlega vedo sempre i soliti nomi circolare, quando basta vedere chi gioca in A2 per capire che ci sono degli ottimi elementi su cui appoggiarsi“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Si pesca troppo dall’estero?

    “Penso con onestà che spesso si tende a scommettere su alcuni giocatori che poi devi adattare ad un contesto come la pallavolo italiana, quando magari potresti dare più occasioni a giocatori che hai la possibilità di vedere la domenica vicino a casa. Per me è stato doppiamente difficile perché non avevo il cosiddetto pedigree, nel senso che non provenivo da un settore giovanile importante e conosciuto. La pallavolo per me è iniziata a Finale Ligure. Quindi ho cominciato la salita partendo dal primo gradino“.

    Ha avuto meno chance. Ma le poche se le è giocate benissimo.

    “Dal mio primo allenatore a Finale ho imparato a giocarmi le possibilità che mi venivano presentate. Ho cercato di coglierle ed eccomi qui a giocare una bella stagione con una squadra davvero fantastica“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Se le dico Superlega, lei è in grado di continuare?

    “È un obiettivo nostro e di altrettante ottime squadre. Penso proprio a Ravenna, la nostra avversaria, che si è anche rinforzata in vista della seconda fase. Non possiamo nasconderci e dire che Grottazzolina non punterà a giocarsela. Però, lei saprà bene che la scaramanzia c’è sempre. Io ad esempio sono molto scaramantico“.

    Perché Grottazzolina la meriterebbe?

    “Non voglio parlare di squadra, ma di mille persone che affollano il palazzetto, e quando succede diventa una bolgia e diventa soprattutto qualcosa di magico. Ecco, quei tifosi che ci seguono con così tanto affetto meriterebbero qualcosa di importante“.

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    Marco Novello verso lo spareggio: “Ci prepariamo con grande serenità”

    Quando ti sintonizzi sulla sua stessa lunghezza d’onda, Marco Novello cala subito il velo e viene fuori come l’uomo spogliatoio che da più fonti mi è stato descritto. Pallavolista sui generis, attorniato da un mondo curiosamente freak, Novello è una bella rivelazione di quella Gabbiano Mantova che quest’anno è stata in grado di stupire tutti e di vincere contro quasi tutti. 14 punti sulla seconda in classifica, 21 vittorie in regular season e un’avanzata inarrestabile verso lo Spareggio Promozione che giocherà dal 7 aprile contro Macerata. Se non è la continuazione di un sogno partito lo scorso anno dalla serie B per la società lombarda, cosa è?

    “È la continuazione di un progetto, quello della Gabbiano Mantova, che come diceva lei, parte lo scorso anno ed è stata una bellissima cavalcata, della quale io ho avuto il piacere di fare parte da questa stagione“.

    C’è l’emozione da spareggio?

    “Sì, c’è l’emozione dei Play Off e la voglia di dare il 100%. Diciamo che ad inizio stagione non pensavamo di fare così bene, quindi alla gioia per la stagione che è stata c’è la soddisfazione per il modo in cui tutta la squadra l’ha condotta“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Ha detto bene. Una squadra. Ed una società grata per il punto in cui si è arrivati.

    “Un bellissimo gruppo, dico sul serio. La società all’inizio dell’anno ci ha chiesto una bella e tranquilla salvezza. Una volta che gli obiettivi sono diventati quelli che sono oggi, ossia giocarsi uno spareggio, la stiamo vivendo con la grande serenità di viverci e goderci il momento, dandoci la possibilità di giocarcela e di fare bene. Cerchiamo di restare con i piedi per terra su quello che c’è oltre questa possibilità di spareggio“.

    Scaramantico?

    “(ride, n.d.r.) Moltissimo!“.

    Però negli spogliatoio qualche battuta si farà?

    “La battuta ci sta sempre. Ma, più che il clima felice, c’è la serenità con cui ci stiamo preparando, dando tutti l’anima durante queste settimane di preparazione alla sfida“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Cosa diciamo di Macerata?

    “Conosco molto poco, a parte Lazzaretto con cui mi sono sfidato qualche anno fa. Sarà sicuramente motivante trovarseli davanti ed è una bella sfida, perché anche loro hanno fatto una bella stagione ed arriveranno a questo appuntamento molto agguerriti“.

    Novello è un altro veneto doc, cresciuto nelle giovanili di Treviso.

    “Un bellissimo momento della mia carriera“.

    In generale so che è molto attaccato alla sua terra.

    “Ho sempre cercato di rimanere vicino a casa. In Veneto ho sempre giocato una bella pallavolo. Poi le scelte della carriera possono portarti lontano. Nel mio caso, se arriveranno, sono pronto a sacrificarmi. Per ora, a parità di condizioni, mi piace restare vicino o approssimativamente vicino alla mia famiglia, agli amici e a Treviso“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Viene sempre fuori una grande nostalgia di quella società.

    “Sarebbe bello tornasse la grande pallavolo in città. Spero ce ne sarà la possibilità in futuro. Siamo in tanti a sperarlo“.

    Da bravo veneto, lei ha studiato agraria.

    “Ed ho proseguito in scienze ambientali alla Ca’ Foscari a Venezia. Mi piacerebbe lavorare nel settore della trasformazione dei prodotti“.

    Nella pallavolo invece, vuole investire? Ha ancora 21 anni.

    “Certamente. Sono qui per questo“.

    Superlega?

    “Magari. Passo dopo passo spero un giorno di giocarmi anche quella pallavolo“.

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    Enrico Lazzaretto: “Sono uno che vuole vincere sempre, anche alla Playstation…”

    Quanto tempo è passato da quando, sbarbatello e con la convinzione di chi si sarebbe ritagliato uno spazio all’interno della Serie A, Enrico Lazzaretto esordiva a 20 anni con la maglia dell’allora Tonazzo Padova. Quasi dieci anni in cui Enrico ha girato in lungo e in largo i campionati nazionali, lasciando una traccia importante nelle società, Porto Viro su tutte, che come la Banca Macerata gli hanno dato la possibilità di essere qualcosa di importante. Da primo in classifica, in una compagine che ha dominato il Girone Blu della A3, ora “Lazza” si ritrova in procinto di giocarsi uno Spareggio Promozione contro la Gabbiano Mantova:

    “Dalla prima giornata siamo sempre stati al comando della classifica. Solo nell’ultimo periodo abbiamo forse accusato un calo di rendimento, con risultati altalenanti. Capisco che sia stato un mesetto in cui la stanchezza generale di una stagione può emergere all’improvviso, il tutto condito da qualche infortunio di troppo. Nell’ultima gara contro Modica siamo tornati ad avere un buon ritmo, e sicuramente ci ha aiutato moralmente parlando“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Terzo anno a Macerata. Forse la sua miglior stagione.

    “La cosa che mi ha colpito sin dai primi giorni è stata il fatto che sembriamo una squadra che gioca assieme da una vita. È un ottimo organico che nella fase di Play Off dovrà mantenere la consapevolezza di squadra maturata e le individualità che devono affermarsi nelle fasi importanti. Penso ad uno come Bara Fall, che quando è in palla può essere devastante“.

    C’è un fattore individuale e anche affettivo, ovvero il ritorno di Nicolò Casaro come compagno di squadra.

    “(ride, n.d.r.) Siamo anche coinquilini quest’anno! Sì, Nicolò è un elemento che ha portato certamente un bel valore alla squadra. Con lui e Gozzo a Padova si è costruito un rapporto di amicizia e una fiducia importante. Certamente tornare a giocare assieme, oltre a divertirmi perché rivivo quei momenti trascorsi assieme dalle giovanili, è molto bello“.

    Foto Mauro Pianesi/Pallavolo Macerata

    Macerata ha costruito una squadra di esperienza, ma anche una società che merita di salire.

    “Da un po’ di anni si è costituita una delle migliori società della Serie A3. Lavorano molto, e non lo dico perché ormai sono qui da tre anni, ma perché ho trovato una bella organizzazione e un bel progetto nel quale mi ha fatto piacere essere confermato. Sulla questione del merito, credo anche io che questa piazza si meriti la A2“.

    Il suo rendimento è apparso decisivo in questa stagione. Un po’ come quello dell’anno della promozione a Porto Viro.

    “Speriamo che possa indirizzarsi verso quell’obiettivo finale. Diciamo che a Porto Viro mi sentivo una specie di profeta, arrivato per portare la squadra in una serie superiore assieme a tanti amici. Quest’anno a Macerata mi sento parte di un gruppo in cui ognuno ha le proprie responsabilità e ognuno sa bene cosa deve fare“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Sente la pressione dello spareggio contro Mantova?

    “Mi piace essere al massimo della concentrazione. Castellano ci tiene a bada e ci tiene focalizzati sull’obiettivo. Io, in un contesto nel quale c’è tanta competitività, riesco a fare meglio. Quindi la pressione mi fa solo bene perché sono uno che vorrebbe vincere sempre anche quando sta giocando con la Playstation!“.

    Sta anche giocando molto bene. È uno dei migliori nel suo ruolo.

    “Sono soddisfatto, è vero. Sto giocando un buon campionato sotto tutti gli aspetti, anche in ricezione“.

    Foto Pallavolo Macerata

    Il prossimo anno compirà 30 anni. Si sente il richiamo del Veneto?

    “Qui sto molto bene. Mi manca solo Livia, la mia compagna. Può scrivere che sarebbe ora che si trasferisse qui con me?“.

    Ci proviamo, Lazzaretto. Quindi possiamo dire che la quarta a Macerata vorrebbe farla.

    “Sì, mi piacerebbe restare, e mi piacerebbe terminare il campionato nel migliore dei modi“.

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    Antonino Russo: “A Ravenna mi sono sentito subito parte del progetto”

    La sorpresa del campionato. La squadra da battere. La Consar Ravenna dei ragazzi terribili. Si sprecano gli epiteti per la squadra romagnola, che io definirei più come un grande e vincente laboratorio del volley. Di oggi e domani. Fra i casi di successo della stagione non si può non citare il palleggiatore Antonino Russo, vent’anni e quell’aria di mare e di innocenza che fa subito isole Flegree, dove Russo ama passare le estati, se non fosse che negli ultimi anni anche la nazionale ha bussato alla sua porta:

    “Casa mi manca, è inevitabile durante il primo anno passato fuori. Lei deve immaginare che sono cresciuto con mamma e papà che mi hanno allenato al Volley Meta, che è la mia società sin da piccolo. Ho lasciato gli amici, i miei genitori. Sono arrivato in una squadra che mi ha accolto come in famiglia. Sono da sempre molto legato ad Alessandro Bovolenta, poi. Siamo praticamente cresciuti assieme“.

    Bovolenta, un po’ il condottiero di alcune delle future stelle della pallavolo.

    “Per me Ale è un fratello, davvero. Sono molto molto felice per lui e per la strada che sta facendo. Posso dire che a questo gruppo di ragazzi mi sento particolarmente legato. Alessandro è il collante tra il gruppo dei giovanissimi e quello dei più esperti, con i quali ci siamo tutti integrati alla grande e che ci hanno messo a nostro agio dal primo giorno“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Lei è perché ha deciso di lasciare casa e approdare a Ravenna?

    “Per il progetto che mi ha presentato Marco Bonitta. Un bellissimo progetto tecnico del quale mi sono sentito subito parte, con Marco e la società che mi hanno fatto capire quanto volessero puntare su di me. Questo è stato certamente un bel motivo per caricarsi e dare il 100%“.

    Per lei è il primo anno assoluto in serie A.

    “Sì, in un anno in cui Ravenna ha deciso di continuare ad investire su una squadra molto giovane. Il segreto di questa squadra penso sia quello di puntare su una squadra così, che nonostante non sia sottoposta a pressioni o ad obiettivi particolari, cerca comunque di dare il massimo sempre“.

    Come si affrontano i Play Off, adesso?

    “Tutti noi abbiamo una grande voglia di dimostrare qualcosa. Molti di noi non hanno mai giocato dei Play Off in Serie A, quindi personalmente ad esempio cerco di captare informazioni o di prendere esempio da compagni come Mengozzi o Goi, che già conoscono questa fase del campionato. Marco poi ci sta mettendo sotto per affrontare quei momenti. Siamo tutti molto carichi“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Nessuno vuole incrociarvi.

    “Il nostro essere un’incognita forse preoccupa gli avversari (ride, n.d.r.)!“.

    Con Prata vi giocherete la bella in casa.

    “Sapevamo che sarebbe stata una serie lunga e dopo un’ottima gara abbiamo sfiorato il colpaccio. Al tie break, la differenza è stata di una palla, che poteva essere buona per noi, ma che alla fine è stata buona per loro. Detto questo, siamo già proiettati alla prossima e determinati a fare bene. Così come loro hanno fatto valere il fattore campo, noi cercheremo di avere dalla nostra tutte le persone che ci vogliono bene e che verranno al Pala Costa a sostenerci“.

    Lei dopo questa stagione come se lo immagina il proseguimento?

    “L’obiettivo è cercare di mantenere la categoria e giocare titolare in A2“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Per ora niente Superlega?

    “Per ora mi piacerebbe acquisire certezze nel mio campionato“.

    Posso chiederle chi sono i suoi modelli in campionato?

    “Mi piace molto De Cecco, e anche Cachopa. Poi in generale ci sono tutti ottimi elementi in Superlega, a cominciare da Trento e passando per Perugia“.

    Cosa è disposto a sacrificare per la pallavolo?

    “Sono disposto a tutto per inseguire un sogno in cui credo“.

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    Francesco Dutto: “A Savigliano non c’è spazio per gli individualismi”

    Il vero merito del Monge Gerbaudo Savigliano in queste stagioni di Serie A3 è stato quello di costruire una storia, più che uno storytelling: la squadra piemontese è stata in grado di cementificare un senso di appartenenza al territorio, alla società, alla squadra, trasformando ogni elemento in un mattoncino al suo interno. Non si può non riconoscere nella capacità del suo capitano Francesco Dutto un valore aggiunto importante. Ripartito quattro anni fa dalla Serie B, Francesco è stato in grado di costruire attorno a sé delle certezze che oggi hanno creato nella squadra piemontese un grande entusiasmo, rendendola di fatto una delle compagini più forti dell’intera categoria:

    “Noi partiamo tutti gli anni con l’obiettivo di salvarci. Quest’anno, con Van de Kamp in più, siamo partiti fortissimi. Purtroppo ci ha dovuto lasciare per un recupero fisico che richiede ancora tempo. Questo non ci ha impedito di fare quadrato attorno alla squadra, di riprendere un buon ritmo e di centrare l’obiettivo dei Play Off“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Obiettivo che ora diventa un’occasione per fare davvero bene…

    “Siamo arrivati quarti e troveremo sulla nostra strada Motta. Un’avversaria che in campionato è stata sempre molto ostica e composta da giocatori di grande esperienza. Sarà un altro campionato e cercheremo sicuramente di dire la nostra, oltre a far contare il fattore casalingo“.

    Savigliano è una storia di appartenenza. Di giocatori che si sono fermati qui.

    “Io ho scelto di vivere qui e di fare sì che la mia vita fosse a pochi km dal palazzetto. Lo stesso negli anni hanno fatto giocatori come Galaverna o Pistolesi, che come me negli anni hanno rinforzato la rosa, assieme a Rainero o Rabbia. Si è creato in generale un affiatamento con tutti gli elementi. Da noi non c’è spazio per gli individualismi. Si entra in un gruppo molto coeso che nello stesso crea il suo punto di forza“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    La vostra realtà ricorda in parte Mantova. Stupiscono storie così?

    “Sono squadre che si costruiscono attorno ad un’ossatura solida. Loro sono partiti davvero bene e quando li abbiamo incontrati ci siamo resi conto di quanto giocassero bene assieme. Hanno una banda, un palleggiatore e un libero che hanno saputo amalgamarsi alla grande e hanno tenuto un livello altissimo. Ora sono la squadra migliore della Serie A3, sarà difficile batterli per Macerata. Penso che siano molto determinati a fare sì che si porti a termine un doppio salto nel giro di due stagioni. Se ci pensa è anche una storia di sport molto bella“.

    Come giudica il rendimento di Dutto, invece?

    “Sono contento di reggere ancora a 33 anni (ride, n.d.r.)! In questa categoria riesco a sempre a ritagliarmi il mio spazietto. Sono stati utili in questo senso gli anni a Cagliari o Corigliano, nei quali ho giocato schiacciatore. Ho avuto modo di maturare un indole diversa ed ora riesco a risolvere determinate situazioni di gioco con più facilità rispetto a chi fa da sempre il mio attuale ruolo. La grande adattabilità e la completezza mi permettono di sopperire ai 2.10 metri che non ho!“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    I vostri cugini di Cuneo si giocano la Superlega.

    “Speriamo per loro che sia l’anno buono, anche se non sarà semplicissimo. Mi fa piacere che la nostra zona investa così tanto nel movimento“.

    Voi come affronterete le sfide decisive?

    “Staremo uniti e costituiremo il nostro zoccolo duro con le certezze e le consapevolezze che abbiamo maturato in questi anni“.

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    Andrea Canella e il sogno di Grottazzolina: “Non ci penso, ma ci credo…”

    A prima vista resti colpito dalla serenità con cui attraversa tutta la fase del pre-partita. Sorridente, se vogliamo anche sornione, e soprattutto circondato da un’aura di bontà che lo contraddistingue nel ruolo. Quando l’arbitro fischia e lo ritrovi dall’altra parte della rete fa vedere quella scuola di inarrendevolezza che è stata Padova, la sua casa pallavolistica per tanti anni; e allora il sorriso scompare, ed entra in campo l’Andrea Canella più combattivo e più audace.

    Con quella stessa audacia, Andrea è arrivato alla Yuasa Battery Grottazzolina, ed ha cominciato una stagione che lo ha visto, assieme ad una squadra che oggettivamente sta esprimendo davvero una bella pallavolo, ottenere il primo posto in classifica e la qualificazione diretta alle semifinali dei Play Off Promozione:

    “È un anno molto positivo e siamo tutti molto felici di ciò che abbiamo raggiunto sinora. Il clima che si respira è quello di chi è soddisfatto del lavoro fatto. In campo riusciamo ad esprimere il meglio e la forza è tutta in un gruppo di persone molto affiatato che insieme riesce a dare il massimo“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Tutti a Grottazzolina con obiettivi e ambizioni, se vogliamo, diverse. La sua?

    “Ho deciso di spostarmi da Padova, squadra nella quale ad eccezione di un anno fatto a Piacenza ho giocato sin da quando ho cominciato le giovanili, con la speranza di giocare e di fare bene. Andando nello specifico, volevo certamente mettere a frutto l’esperienza fatta e anche migliorare le cose sulle quali ancora devo lavorare un po’ nel mio gioco“.

    Cosa le ha lasciato Padova?

    “Anni in cui ho giocato con persone come Travica, o Randazzo, o Volpato. Ragazzi che mi hanno trasmesso sicuramente un metodo, e che ho potuto osservare nel loro approccio alla pallavolo. Ed è stato un bell’insegnamento da portarmi dietro“.

    La cultura del gruppo?

    “Anche. Qui a Grotta è certamente parte integrante dell’esperienza. È bello perché, anche al di fuori del contesto gara, ho trovato persone con le quali riesci a darti supporto dentro e fuori dal campo. Avere dei compagni di squadra con i quali affrontare i momenti difficili e poter contare sul loro apporto è certamente importante, quando magari resetti e in alcuni momenti dell’anno riparti da zero su alcune cose“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Altra nota positiva, abbiamo scoperto un giocatore nuovo.

    “Cerco di sfruttare le occasioni per mettere in luce ciò che so fare e colgo le opportunità che mi fanno mettere in mostra. Non esagero se dico che sono così soddisfatto dell’anno qui che credo di raggiungere gli stessi obiettivi che mi ero prefissato a Piacenza, uno degli anni più importanti della mia carriera“.

    È presto per parlarne. Però qualcuno parla di voi come i favoriti. Mi dica almeno se ci pensa un pochino alla fine.

    “Ad una fine positiva io non ci penso tanto, ma ci credo tanto. Diciamo questo! (ride, n.d.r.)”.

    Giochiamo al fantavolley. La squadra che le fa più paura? Un nome secco.

    “Direi Ravenna. Essendo giovani, e non avendo davvero nulla da perdere, possono essere insidiosissimi. Sono una squadra davvero tosta“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    L’avversario contro cui vorrebbe giocarsi la finalissima?

    “Marco Volpato. Compagno di tanti anni, e collega di ruolo. Mi piacerebbe molto giocarmi la finale contro di lui“.

    La Superlega cosa è per Canella?

    “Le dico che è un obiettivo. E se arrivasse con Grottazzolina, mi piacerebbe poterla affrontare qui“.

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    Davide Cester: “Acqui ha superato il momento buio, siamo pronti ai Play Off”

    Si arriva ad un punto della carriera in cui si sceglie se essere opportunità o risorsa. Davide Cester penso sia entrambe le cose. Arrivato due anni fa in quella che è oggi la Negrini CTE Acqui Terme, Cester ha dapprima conquistato una promozione in Serie A3 con una squadra che nel suo campionato lo scorso anno ha fatto faville, conquistando anche la Coppa Italia di Serie B, e successivamente, con la matricola neopromossa in A, si è fatto ampiamente largo in un nuovo campionato in cui ha saputo affermarsi:

    “Siamo partiti molto carichi ed entusiasti. Il periodo più buio lo abbiamo superato con la sfida contro Bologna. Ma è un momento che personalmente metti in conto, soprattutto quando arrivi in un campionato per la prima volta e devi un po’ prendere le misure. Il calo c’è stato, ma siamo riusciti ad uscirne ed ora siamo certi di dover affrontare anche i Play Off Promozione“.

    Come si presenta Acqui Terme alla seconda fase?

    “In maniera completamente diversa rispetto a questa ultima parte di campionato. Certamente siamo più consapevoli delle nostre risorse e dei nostri limiti, ma abbiamo anche capito quali tipo di avversari potremo incontrare sulla nostra strada. Siamo stati capaci di affinare alcuni meccanismi di squadra che non ci hanno permesso di dare il meglio in alcune gare del girone di ritorno ed ora è necessario fare un reset per ripartire e concludere questa stagione al meglio“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Lo scorso anno ha affrontato Mantova nelle finali per la promozione. Cosa pensa dell’exploit di quest’anno della neopromossa?

    “Ho avuto modo di conoscerli lo scorso anno e si vedeva come fossero una squadra che lavorava già molto bene. Sono stati bravi nel completare una squadra che giocava già con un ottimo affiatamento di elementi armonici, che la squadra l’hanno solo aiutata a crescere. Hanno uno degli opposti più forti del campionato e Yordanov ha dato un contributo importante al gioco d’attacco. Serviva un giocatore come lui, e Mantova è diventata un’ottima compagine“.

    Nel proseguimento, mi dica con onestà chi le piacerebbe incontrare.

    “Mi piacerebbe giocarmela contro Macerata, anche se non è possibile data la posizione in classifica, perché con Sebastiano Marsili, il palleggiatore ho condiviso parte del mio percorso delle giovanili a Treviso, e sarebbe bello ritrovare l’emozione di sfidarsi, anche se a parti invertite, come tanti anni fa“.

    Foto Pallavolo La Bollente

    Treviso è rimasta nel suo cuore.

    “Sono rimasto legatissimo alla società, così come molti di noi. È una società che mi ha insegnato tutto, dalla disciplina al senso del sacrificio. Ho iniziato lì, guardando la pallavolo giocata da grandi campioni che un po’ tutti abbiamo sognato di emulare“.

    Si parla da anni di un ritorno sulle scene di Treviso nella pallavolo di Serie A maschile. Cester ci sarebbe?

    “Beh, mi piacerebbe moltissimo. È la mia terra, una città a cui comunque resti legato. Perché no!“.

    Curiosità: a Treviso è legata anche la sua tesi di laurea.

    “Sì, ho lavorato sull’analisi di bilancio di una società sportiva e mi sono occupato della Sisley, venendo a contatto con parti di quella realtà che non conoscevo appieno. Mi sono laureato in Economia Aziendale ed è stato bello occuparmene“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Tra le squadre del suo girone, ho visto che ha vissuto particolarmente la sfida con Sarroch.

    “Perché ho ritrovato alcuni amici come Ntotila, con cui ci conosciamo da una vita, praticamente dai primi incontri di Under 14 e dalle varie selezioni regionali. C’è Sideri, che per me come Flo è un fratello maggiore, conosciuto quando esordivamo in categoria, o Fortes, con cui ho vissuto due anni assieme, o Agostini con cui ho giocato un anno. Quando incontro gli amici, anche se sono dall’altra parte della rete, ritorna ad essere sempre un momento di confronto, che poi è una piacevole sfida“.

    La A3, per quello che sta vedendo, è il suo campionato? O l’obiettivo è salire più in alto?

    “Sicuramente è un campionato in cui mi trovo bene e a cui sento di appartenere. L’obiettivo di salire in A2 c’è. Non lo nego“.

    Può provarci anche quest’anno?

    “La volontà c’è ogni anno. Vedremo“.

    di Roberto Zucca LEGGI TUTTO