Di Roberto Zucca
Nel ruolo di capitano lo si ritrova con la stessa determinazione con cui ha affrontato le stagioni precedenti. Anni in cui Riccardo Goi ha vinto molto, tra l’altro una Challenge Cup proprio con Ravenna, di cui adesso è il punto di riferimento assieme a Manuel Coscione, e una promozione in Superlega con la Prisma Taranto:
“Sono le stagioni che ricordo di più e che sicuramente, assieme ad alcune altre, mi porterò nel cuore. A Ravenna nel 2018 eravamo una squadra spettacolare, con la quale abbiamo costruito dei rapporti di amicizia solidi e con la quale, oltre a vincere, mi sono davvero molto divertito. Quel clima l’ho ritrovato a Taranto in occasione di un anno nel quale sono partito col dispiacere nel cuore, per aver lasciato la Superlega. Invece è stata un’annata in cui abbiamo festeggiato con una promozione storica e con una squadra davvero unita“.
La Ravenna di quest’anno?
“Una squadra giovane e promettente, che ha all’interno tante individualità che da questa annata possono tirare fuori qualcosa di bello. Una squadra che magari in me e Manuel che siamo i più grandi, può trovare un supporto. Le confesso che quando Bonitta mi ha contattato ho detto subito sì per la A2 a Ravenna, a patto che avesse un bel progetto. Devo dire che le idee che mi ha espresso mi hanno convinto a scegliere di scendere di categoria e affrontare un anno in cui magari non siamo i favoriti, ma da cui trarre profitto per il futuro“.
Ravenna ormai è casa.
“Sì, non nego che la mia vita futura sto cercando di costruirla proprio qui. Dopo tutti questi anni, rimane la squadra e la città che pallavolisticamente mi ha dato tutto. Quindi anche quando magari avrò raggiunto l’età per appendere le scarpette, vorrei che fosse questa la casa da cui ripartire“.
Laureato in Economia Aziendale. Fuori dalla pallavolo si vede bene?
“Spero di rimanere all’interno, con un ruolo da definire. Ho compiuto 30 anni quest’anno e anche se inizio ad avere una certa età, voglio ancora dire la mia in campo. Quindi per ora i progetti futuri li vedo ancora lontani“.
La ricordiamo tutti nell’anno della Challenge a Ravenna con Orduna e Raffaelli sui social.
“Diciamo che ci sono delle immagini che ho nel cuore e che hanno per protagonisti non solo Santi e Raffa, che sono degli amici, ma tutta la squadra. Quell’anno ci siamo divertiti molto anche fuori dal campo. Non pensi male, nel senso che come a Taranto, si creavano occasioni per stare sempre tutti assieme“.
L’immagine di voi che battete Perugia in casa e ai play off ottenete Gara 3 è storia.
“Giocavamo col cuore certe partite. I risultati arrivavano perché era una squadra che si dava molto in campo e tutti davamo in campo più di quello che avevamo“.
Tra i giovani, spicca la promessa Bovolenta. Che ragazzo ha trovato in squadra?
“Un ragazzo volenteroso, serio, che ha tanta voglia di fare bene“.
Lei è percepito come l’uomo dello spogliatoio. Dicono che in lei oltre a trovare un compagno di squadra, si trova una persona amica.
“Se lo hanno detto, la cosa, oltre a farmi enormemente piacere, mi onora. Ho conosciuto tantissime belle persone nelle squadre in cui ho militato, e di ognuna di loro porto un ricordo“.
Proprio i suoi vecchi amici Orduna e Buchegger, ex di Ravenna, sono andati a Vibo. È la squadra da battere?
“Sulla carta sì, anche se sono partiti con un tie break a Lagonegro. Il campionato all’inizio riserva sempre delle sorprese. Penso anche a Cuneo con la gara d’esordio contro Brescia. Ci sono tante squadre che hanno voglia di dire la loro in questo campionato, e la vittoria dello scorso anno di Reggio Emilia ci dice molto sul fatto che non sempre la favorita in A2 riesce ad ottenere la promozione. La stagione ha tante facce, ed è piuttosto lunga. Vedremo“.