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Di Roberto Zucca
È trascorso soltanto un anno dal nostro ultimo colloquio, ma Tommaso Rinaldi ha addosso una scorza di maturità in più in ogni tratto del corpo e nel viso. Nelle prime immagini con la “nuova” maglia di Modena Volley, la grande promessa di posto quattro porta i capelli raccolti come un Casoli degli anni d’oro, e due occhi in cui del piccolo e timido giocatore di qualche anno fa è rimasto poco, per dare spazio ad un fuoco che comunica qualcosa di più di una semplice emozione:
“Questa è la vita che voglio. È la gioia di essere ritornato dove tutto è cominciato e dove spero di poter vincere tanto. È il luogo che chiamo casa ed è il palazzetto più bello di tutti. Forse si legge questo nell’entusiasmo di ritrovarmi a lavorare di nuovo a Modena“.
Bentornato Tommaso. Lo avranno detto i familiari in primis.
“Loro sono certamente felicissimi, assieme alla mia ragazza. E io sono tornato ancor più volentieri a casa, visto che ci sono sempre stato benissimo“.
È stato fuori casa, ossia fuori Modena, soltanto un anno.
“Ed è stato un anno fondamentale, perché per il mio percorso di crescita mi ha aperto diversi orizzonti. Sono qui per dimostrare ciò che sono le mie consapevolezze e ciò che ho maturato in questi anni, nei quali non mi sono fermato“.
A parte quest’estate. Ne è uscito indenne?
“Ne sono uscito più forte. Caratterialmente e mentalmente un giocatore deve essere in grado di imparare a vivere un infortunio e il suo decorso. Ho pensato solamente a tirare il fiato e a farmi trovare pronto e carico di aspirazioni per il mio futuro. Ho fatto per la prima volta due mesi di pausa e ho cercato di curarmi anche con l’affetto delle persone che mi circondano. Ora sono pronto per ricominciare“.
Cosa significa condividere il campo con Bruno o Ngapeth?
“Un privilegio, e anche una misura per capire a che punto del tuo percorso tu sia arrivato. Bruno è una persona davvero in gamba. Earvin ha dimostrato anche durante l’ultima VNL di essere il migliore. Il suo estro e la sua forza sono davvero trascinanti“.
Lei dov’è, in tutto questo mosaico?
“Io sono uno a cui piace esaltarsi in campo. È un aspetto che mi appartiene fin dalle giovanili. Mi piace caricarmi e caricare la squadra e avere i palloni decisivi e la responsabilità di metterli a terra. Tutto questo dovrà coincidere con il gioco che imposteremo con la squadra. Io ci sono e mi piace che si senta armonicamente la mia voce assieme al resto del coro“.
Chiudiamo con la nazionale. Mi dica cosa pensa quando vede il nuovo gruppo targato De Giorgi.
“Lo guardo, e penso che sto lavorando per esserci anche io in quel nuovo assetto. L’azzurro è una questione importante per me. Voglio davvero dare il massimo per indossare ancora quella maglia“.