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Le pagelle della Finale Scudetto: Haak imprescindibile, Zhu discontinua

La pallavolo è quello sport che si gioca sei contro sei, ed alla fine vince la Prosecco DOC Imoco Conegliano. La formazione allenata da Daniele Santarelli chiude la serie con la Savino Del Bene Scandicci sul 3-1 e mette in bacheca il suo sesto scudetto consecutivo, confermando quella fama di cannibale che le permette di alzare ogni trofeo in Italia dal 2019. Da maggio di quell’anno infatti non c’è alcuna competizione nazionale che sia stata vinta da un’altra squadra, e questo offre la misura della grandezza dell’epopea della compagine gialloblu, che si conferma ancora una volta quella da battere.
Ecco le nostre pagelle per scoprire le migliori e le peggiori della Finale Scudetto.

Foto Rubin/LVF

PROSECCO DOC IMOCO CONEGLIANO

Joanna Wolosz voto 8,5. Quante altre cose nuove si possono dire su una palleggiatrice del genere? La grandezza di “Asia” rende difficile anche solo cercare qualche nuovo spunto per raccontare la sua legacy, e trovare qualcosa che non sia stato osservato, analizzato e sviscerato è una discreta impresa. A fare la differenza è ancora una volta la sua distribuzione del gioco, che si adatta perfettamente alle diverse circostanze proposte dai match. E poi una voglia di trascinare, uno spirito di sacrificio e una dedizione per la causa che non hanno eguali (per lei anche 12 punti di cui 2 ace e 7 muri).

Isabelle Haak voto 9. Decisiva, determinante, imprescindibile. L’opposta svedese legittima il premio di MVP con una serie di livello assoluto (131 punti con il 50,9% di positività in attacco, 6 ace, 13 muri), impreziosita da una prestazione in gara 3 che resterà negli annali del campionato italiano (41 punti con il 64% di efficacia offensiva, 2 ace e 4 block): si tratta della legittimazione definitiva del talento di “Bella”, un fenomeno sbarcato direttamente da Marte. Infatti, non importa la qualità della ricezione, la velocità dell’alzata, la posizione da cui attacca, né la possibilità di eseguire o meno la rincorsa; il risultato è quasi sempre un colpo vincente. Non importa neppure la composizione del muro, perché la numero 11 sa sempre trovare delle traiettorie e degli angoli indifendibili per potenza e precisione.

Kathryn Plummer voto 8. Il martello statunitense conferma la qualità di gioco mostrata nel corso della stagione, ed è una fortuna per Conegliano in una serie così combattuta. Non c’è un solo match nel quale Plummer finisca sotto il 40% di positività in attacco (50%, 42%, 56% e 50%) perché, nonostante la grande mole di palloni ricevuti (132) e la stretta marcatura delle toscane, sa estrarre dal cilindro bordate che passano sopra al muro, diagonali stretti, pallonetti, palle piazzate e mani out, un intero campionario da posto 4 di altissimo livello. In ricezione se la cava abbastanza bene (54,1% di positiva e 27,4% di perfetta), pur subendo 9 ace (di cui 5 in gara 1), ma al di là dei numeri bisogna considerare che si prende carico di ben 135 tocchi sui 357 complessivi.

Kelsey Robinson-Cook voto 7,5. In una Finale Scudetto servono le qualità tecniche e i nervi saldi di chi questi incontri ad alta tensione li ha già giocati. L’esperta schiacciatrice statunitense dimostra di possedere entrambe le doti. Più che i 39 punti e il 38,9% di positività in attacco, comunque non disprezzabili contro un avversario forte come Scandicci, va evidenziato il suo contributo nei fondamentali di seconda linea: in ricezione è una garanzia assoluta (59,5% di positiva e 38,1% di perfetta) e in difesa è sempre attenta e compie recuperi importanti. Insomma, “Kesh” è l’elemento meno dedito ai virtuosismi in grado di tenere saldo l’equilibrio della squadra.

Foto Rubin/LVF

Marina Lubian voto 8. Le sue buone prove stanno diventando una consuetudine, da quando ha iniziato a vestire la maglia gialloblu l’anno scorso ad ora, e questa serie non fa eccezione. Contro la sua ex squadra raggiunge ancora una volta un rendimento molto alto, anche grazie alla grande fiducia che ripone in lei Wolosz, come dimostra l’ottimo 59,3% di positività in attacco su una discreta quantità di assist (59). A muro riesce a raccogliere 5 block pur non essendo sempre composta, mentre al servizio si conferma un’arma importante (al netto di 12 errori), non solo per i 9 ace conquistati, ma anche per i 19 break point avviati.

Sarah Fahr voto 7,5. Viene utilizzata meno di Lubian come attaccante, probabilmente perché aveva sempre davanti Carol e quindi era preferibile fare correre la brasiliana che sfidarne le mani sul posto, ma il numero 19 gialloblu sfrutta comunque bene le occasioni che le sono capitate (24 attacchi vincenti, 5 errori e 2 muri subiti su 40 tentativi). A muro è la migliore delle centrali in campo con 11 stampate e un patrimonio di tocchi decisivo quando conta, mentre in battuta non riesce ad incidere granché, dato che mette a segno 1 ace a fronte di 7 errori.

Monica De Gennaro voto 8. Prestazioni top per il libero dell’Imoco, che si mette in lustro tirando su pure gli acari. Il suo contributo è determinante sia in ricezione (64,4% di positiva e 43,8% di perfetta) sia in difesa, dove riesce a prendere alcuni palloni che favoriscono le rigiocate delle compagne: acrobata senza paura, capace di opporsi agli attacchi dei frombolieri di Scandicci, ma anche di regalare alzate in bagher molto precise. Tecnicamente spaventosa.

Foto Rubin/LVF

Alessia Gennari voto 7. La schiacciatrice emiliana si conferma l’asso nella manica di coach Santarelli: chiamata in causa nel momento più delicato di gara 2, Alessia non sente pressione e nel tie break riesce a mettere in campo una prova di lucidità e carattere (1 attacco vincente, 1 ace e un grande lavoro in difesa). In più, nel resto della serie, entra per portare qualità in seconda linea: detto fatto (54,8% di ricezione positiva).

Khalia Lanier voto 6. Una fugace apparizione in gara 1 (1 punto) e un ingresso timido in gara 2 (2 punti con il 22% in attacco e il 57% di efficienza in ricezione) sono troppo poco per assegnarle un voto più alto. Per il martello statunitense rimane la soddisfazione di aver vinto il primo Scudetto in carriera.

Robin De Kruijf voto 6. Nei momenti più delicati di gara 2 e gara 3 entra col piglio di chi non ha nulla da dimostrare. La sua fast non è sempre graffiante (3 su 7 in fase offensiva), anche se a muro porta centimetri importanti nella metà campo dell’Imoco.

Anna Bardaro voto 6,5. Chiamata in causa per il servizio e il giro dietro, assolve il suo ruolo in maniera ottimale facendo respirare Plummer e dando maggiore solidità alla squadra (56,3% di ricezione positiva e 18,8% di perfetta su 16 palloni).

Foto Rubin/LVF

SAVINO DEL BENE SCANDICCI

Maja Ognjenovic voto 7,5. Se la Savino Del Bene mette in mostra una buona pallavolo in queste Finali Scudetto, parte del merito va sicuramente all’esperta regista serba, che riesce a trasformare in oro qualsiasi tipo di ricezione e gestisce le compagne capendone i momenti e le fasi nel corso delle partite. Poi, come al solito, Maja risulta preziosa con altri fondamentali: qualche bella difesa, 2 muri e battute corte o arrotate con cui prova a creare scompiglio nel sistema di ricezione veneto (3 ace e 1 errore dai nove metri).

Ekaterina Antropova voto 8,5. Non si può parlare di consacrazione totale perché quella, di fatto, è già arrivata nel corso della stagione. Semmai la conferma a un livello dove troviamo poche altre opposte in Italia. La numero 17 rappresenta il braccio armato di Scandicci, un elemento che a tratti risulta quasi immarcabile: vive un passaggio a vuoto nel tie break di gara 2 (solo 1 punto dopo averne messi a segno 33 nei set precedenti), ma per il resto è sempre presente, si dimostra una garanzia per le compagne, una spalla su cui si può contare in tutti gli aspetti del gioco (113 punti complessivi con il 46,6% di positività e 11 errori in attacco, 13 ace, 23 errori al servizio e 10 block).

Foto Rubin/LVF

Zhu Ting voto 6,5. Quando tutto fila liscio dà l’impressione di essere un buon fattore (16 punti con il 42% di positività in attacco e 1 ace in gara 1), ma quando il gioco si fa duro non riesce sempre a mettere la palla a terra denotando la mancanza del killer instinct di qualche anno fa: alterna colpi ottimi a colpi meno efficaci, insiste tanto, talvolta con poca lucidità (36,3% di efficacia in fase offensiva, 4 errori e 11 muri subiti). Inoltre, il suo gioco risente di alcune imprecisioni nei fondamentali di seconda linea (35,4% di ricezione positiva e 22% di perfetta), che finiscono per condizionare anche le compagne di squadra.

Britt Herbots voto 7,5. Senza le sue prove “anema e core” la Savino Del Bene probabilmente non sarebbe riuscita a dare filo da torcere alle Campionesse d’Italia. In generale, la giocatrice belga se la cava bene in attacco, chiudendo con 53 punti e il 40% di efficacia. Numeri interessanti per il ruolo, pur essendo annacquati da 2 errori e 8 murate. Nulla di drammatico, soprattutto se si considera il contributo in ricezione: destinataria di 66 servizi avversari, ne serve alla sua palleggiatrice il 57,6% in maniera precisa e il 36,4% perfetta.

Foto Rubin/LVF

Carol voto 7. Impiega un po’ a calarsi nella battaglia con il giusto spirito: è forse l’unica nota stonata della compagine toscana in gara 1 (4 punti con il 37% di positività e il 12% di efficienza in attacco e 1 muro). Poi la centrale brasiliana si riscatta e si mette in evidenza con prestazioni molto solide: in attacco fa vedere buone cose (16 su 27 con 0 errori e 3 stampate subite), a muro ruggisce 5 volte, mentre in battuta è efficace soprattutto nelle ultime due partite della serie (3 ace).

Linda Nwakalor voto 6. Non fosse per gli 8 muri che mette a segno, la Finale della giovane centrale sarebbe addirittura negativa perché al servizio non porta molto alla causa di Scandicci (0 ace e 2 errori dai nove metri) e in attacco fatica a trovare il ritmo. D’altronde la palla tesa che le serve Ognjenovic non crea alcun tipo di preoccupazione alla gabbia muro-difesa avversaria, che le lascia solo 9 volte (su 27 assist) la gioia di festeggiare il punto. Quindi, urge trovare il modo di dare maggiore efficacia a quel colpo.

Beatrice Parrocchiale voto 6,5. Quando si ricevono i siluri di Lubian e Haak spesso bisogna pensare a limitare i danni, cercando di evitare di subire almeno il punto diretto e il libero milanese questo non lo fa sempre bene, dato che incassa 10 ace su 158 interventi e tocca positivamente il 51,2% dei palloni e il 28,5% in maniera perfetta. In difesa, però, ci mette grande determinazione prolungando tante azioni.

Lindsey Ruddins voto 5,5. In campo nei momenti di maggior appannamento di Zhu Ting, la schiacciatrice statunitense mette a referto complessivamente 5 punti (38,5% di positività in attacco) e incappa nell’errore che decide il terzo set di gara 3.

Haleigh Washington voto 6,5. Chiamata in causa al posto di Ana Carol nel corso di gara 1, dimostra di avere tanta personalità: le sue fast sono un fattore che Scandicci sfrutta a dovere (6 attacchi vincenti con l’85% di efficienza offensiva). Tuttavia, nelle partite successive i suoi ingressi in corso d’opera non sono dei migliori e così piano piano si spegne (2 su 10 in attacco e 3 muri).

Sara Alberti voto 5,5. Viene schierata titolare in gara 3 (complice una Nwakalor non al meglio), ma la centrale bresciana è poco coinvolta dalla regia di Ognjenovic e fatica ad ingranare: in attacco prova a cavarsela con un po’ di mestiere (2 punti e 1 errore su 5 tentativi), mentre a muro non riesce ad essere molto efficace (1 block).

di Alessandro Garotta


Fonte: http://www.volleynews.it/feed/


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