Luciano Darderi, uno dei migliori giocatori a livello Juniores nel 2020, si è raccontato ai microfoni di Livetennis in un’intervista esclusiva: il diciottenne romano, classe 2002 e n.9 delle classifiche mondiali ITF (nonché n.1315 ATP), ha cominciato la stagione con un “triplete” in Sudamerica ma ora, a causa dell’emergenza COVID-19, è stato ovviamente costretto ad interrompere la sua attività, al pari degli altri colleghi. Attualmente a Roma con la famiglia, il giovane di origini argentine ha tracciato un bilancio sui primi mesi del 2020, strizzando l’occhio al futuro, pur senza conoscere quali saranno gli scenari tennistici nei prossimi mesi.
Il Coronavirus ha fermato il circuito almeno fino al 12 luglio: quando si ripartirà, secondo te? Come sono cambiate le tue giornate?
“E’ una situazione molto dura, contro il Coronavirus c’è veramente poco da fare. In questo momento sono a Roma, mi sto concentrando sulla preparazione atletica mentre nel tempo libero ne approfitto per stare insieme a mio padre e mio fratello. Guardo alcuni film, leggo libri e mi riposo un po’. Penso che i tornei internazionali possano riprendere verso la fine dell’anno, ma non escluderei nemmeno un arrivederci direttamente al 2021“.
Hai aperto la stagione con tre titoli consecutivi (J1 di Cuenca, J1 di Lambare, J1 di Porto Alegre) e il conseguente ingresso in Top-10 tra gli Juniores. Ti saresti mai aspettato un inizio così?
“Non credevo di partire così bene, ma sapevo di poter fare buoni risultati. Certo, entrare subito nei primi dieci è stato un po’ sorprendente: adesso punto ad arrivare nei primi 3-4 del ranking e a migliorarmi il più possibile per poi concentrarmi anche sui tornei Futures“.
Difficile dire cosa accadrà alla ripresa dell’attività: se si dovesse riprendere nel 2020, continuerai a giocare tornei U18? Oppure ti concentrerai su altro?
“E’ complicato pensare ad una programmazione perché non so se sarò ancora under 18, personalmente spero di sì per fare qualche altro torneo e giocare il Masters Giovanile di fine anno, un mio obiettivo insieme a quello di far bene nei tornei dello Slam. A lungo termine, infine, sarà importante fare buoni risultati nei Futures“.
Ci sono tanti altri giovani italiani in rampa di lancio, come ad esempio Musetti e Sinner. Che rapporti hai con loro? I loro progressi influiscono positivamente su di te?
“Lorenzo Musetti ha la mia stessa età, è già fortissimo e infatti fa solo attività ATP. Non conosco molto bene Jannik Sinner, ma so che è un gran giocatore, molto forte anche dal punto di vista mentale. Mi fa bene vedere un livello così alto e questi miei connazionali così bravi, è sicuramente uno stimolo per migliorarmi sempre di più“.
A proposito di miglioramenti, qual è il colpo su cui senti di dover lavorare maggiormente? A che giocatore ti ispiri?
“Beh, sono un po’ tutti da migliorare ma quello su cui dovrò lavorare di più è il rovescio: è un colpo molto buono, sul quale però ho ancora margini di miglioramento. Il giocatore a cui mi ispiro è Juan Martin Del Potro, l’ho sempre ammirato fin da piccolo“.
Hai avuto modo di giocare due tornei dello Slam a livello giovanile (Australian Open e Us Open, entrambi nel 2019). Quali sensazioni si provano a “vivere” accanto ai top-players?
“La cosa più bella è il poter stare vicino ai migliori giocatori al mondo in un ambiente accogliente e, per me, anche nuovo: le due parentesi dell’anno scorso sono state molto importanti, è stato bellissimo poter mangiare con loro, condividere gli spazi comuni, seguire i loro allenamenti e vedere come si comportano in campo e durante le sessioni di atletica. Sono esperienze che sicuramente mi torneranno utili in futuro“.