La 24enne Elise Mertens (attualmente n.23 del ranking) ha rilasciato una breve intervista al sito ufficiale WTA, raccontando il suo quotidiano in questa fase di “lockdown”, trovando qualche aspetto positivo ma soprattutto la voglia di tornare a competere appena possibile.
“Spesso quando sei in giro sul tour da diverse settimane pensi “vorrei tanto tornare a casa”, ma… adesso con la situazione che stiamo attraversando sogno soltanto di poter tornare a viaggiare appena possibile! Sto vivendo, come tutti, delle sensazioni davvero strane, perché non mi era mai accaduto di fermarmi a casa così a lungo. Da quando gioco a tennis il break più lungo che mi ero concessa era stato di due settimane prima di ricominciare”.
In Belgio le misure restrittive per colpa della pandemia sono scattate lo scorso 18 marzo, e da allora Elise è chiusa in casa con la propria famiglia a Leuven, l’ottava città del suo paese per numero di abitanti. Un posto abbastanza tranquillo in genere ma “è strano vedere le strade così vuote, di solito qua sono piuttosto trafficate. Passano davvero poche auto di fronte a casa mia, e ogni tanto qualcuno a piedi, c’è davvero calma, e questo non poi così male”.
Nonostante la quarantena imposta, la Mertens sta cercando di tenersi in forma, adattando il suo allenamento a quel che è possibile fare in casa. “Sto cercando di tenermi in forma almeno sul piano atletico con un po’ di esercizi, così passo anche il tempo. Ho una piccola palestra in casa, mi aiuta a fare degli esercizi sulla potenza, agilità e velocità. Non è come la mia routine classica, ma così facendo mi tengo attiva e pronta a ricominciare senza aver perso il tono muscolare e la resistenza”.
E la racchetta? “Mi sembra di esser tornata bambina, gioco contro il muro!”.
Quel che più l’ha colpita è stata la cancellazione di Wimbledon, dove l’anno scorso era approdata al quarto turno: “Perdere Wimbledon è stato un vero shock, già siamo a tre mesi senza tennis, e ora lo stop si è allungato in modo consistente. Il tutto senza alcuna certezza di quanto tempo passerà prima che si possa tornare a competere. Abbiamo le mani legate, possiamo solo stare in casa e sperare che la gente faccia lo stesso, aiutando tutti a tornare alla normalità. Questo del virus è un problema più grande di noi, assai più critico rispetto ai problemi del nostro tennis. Quando senti alla tv le notizie di quel che sta accadendo in tutto il mondo, capisci la gravità della situazione. E’ una grandissima sfida per tutti, la speranza è che venga trovata una soluzione prima possibile”.
Marco Mazzoni