Matteo Berrettini ha parlato a Radio Radio.
“Sono rientrato dalle vacanze, mi sto allenando in vista del prossimo anno.
Quest’annata è stata lunga ed intensa, ma sicuramente un anno da ricordare. La partita che ricordo di più? Il ricordo più bello è quello della partita con Monfils a New York. Avevo il poster di Federer e lui come riferimento? Beh, il poster no.
Non ero così appassionato. Lo seguivo e lo tifavo, però da ragazzo non seguivo tantissimo il tennis. Ci giocavo molto, ma guardavo altri sport. Lui è stato un modello da seguire e lo tifavo, ora non posso più farlo perché gioco gli stessi tornei.”
“Non siamo grandi amici, ma dopo Stoccarda è venuto a fai i complimenti e si è congratulato con me per la stagione sull’erba. Mi fa impressione, prima lo guardavo in TV e non avrei mai pensato che mi avrebbe rivolto la parola”.
“Top 10? Io ho vinto la mia prima partita Atp nel 2018, sognavo di essere tra i primi 10 ma non avrei mai pensato di arrivarci così velocemente. All’inizio del 2019 ho festeggiato la posizione numero 46 nel ranking, ma per fortuna sono uno ambizioso.”
“La fissa per la palla corta? Quando ero piccolo Santopadre mi diceva di non farla ed io la facevo per andare contro di lui, è così che l’ho imparata. Per la prossima stagione vorrei puntare ad andare più spesso a conquistare il punto a rete”.
“Ero insopportabile alle Finals? Ero io il primo a dirlo, diciamo che sono un ragazzo di 23 anni che sta vivendo velocemente tutte queste cose. A volte mi sentivo un po’ schiacciato e mi serviva un po’ di spazio per stare tra me e me, ci sono stato degli episodi in cui mi sono isolato ed ho chiesto più tempo libero al mio staff”.