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    Caso Pasquali: l’ex arbitro squalificato per un rimborso… autorizzato dalla Fipav

    Di Redazione Una squalifica di tre mesi per l’indebito rimborso di un pedaggio autostradale farebbe già notizia di per sé. Lo fa a maggior ragione se a subirla è uno degli arbitri più in vista del movimento internazionale, direttore di gara di due finali mondiali, poi referente e designatore degli arbitri di Serie A e pretendente alla guida della Commissione Arbitri della FIVB, prima delle sue improvvise dimissioni nel 2021. Stiamo parlando di Fabrizio Pasquali, sanzionato dal Tribunale Federale della Fipav per la seconda volta in pochi mesi, dopo la sentenza a suo carico del dicembre 2021. La motivazione della decisione del giudice è circostanziata quanto curiosa: Pasquali avrebbe richiesto indebitamente il rimborso del pedaggio autostradale per la sua trasferta a Treviso in occasione della gara di Champions League di marzo 2021 tra Conegliano e Novara, a cui aveva partecipato come delegato arbitrale. Alla Federazione, spiega la sentenza, spettava soltanto il pagamento del rimborso chilometrico per la distanza percorsa, mentre dei pedaggi si sarebbe dovuta occupare la società di casa (l’Imoco, appunto). Appare piuttosto curioso, si diceva, che nessuno degli organi competenti della Fipav abbia ravvisato l’irregolarità e che il rimborso sia stato corrisposto a Pasquali senza mai fargli rilevare l’errore, salvo poi contestarglielo in sede giudiziaria. Ma c’è di più: quel pagamento era stato autorizzato direttamente dal responsabile del settore ufficiali di gara, Luigi Roccatto. È infatti documentato uno scambio di mail tra l’allora referente degli arbitri di Serie A e lo stesso Roccatto, nel quale il numero uno del settore arbitrale dava il suo “via libera” al rimborso di una serie di trasferte elencate da Pasquali per il mese di marzo, tra le quali anche quella “incriminata”, autorizzandole esplicitamente. Nella lista, per di più, l’ex arbitro specificava chiaramente che per la trasferta di Conegliano avrebbe richiesto il solo rimborso autostradale: nessuna possibilità di equivoco, dunque. La corrispondenza è stata prodotta come prova dalla difesa di Pasquali nel corso del procedimento contro l’ex arbitro, ma il Tribunale Federale non l’ha considerata rilevante, ritenendo che neppure un eventuale errore altrui potesse esimere l’incolpato dalla sua violazione. Al di là dei tecnicismi giudiziari, appare del tutto evidente la sproporzione tra una presunta svista, mai rilevata da nessuno dei soggetti coinvolti e neppure dal responsabile della arbitrale Fipav, e una punizione così severa, inflitta peraltro a un soggetto non più tesserato e privo di qualsiasi incarico ufficiale. Il tutto nel quadro dell’improvvisa sparizione dal panorama del volley internazionale di uno degli esponenti più illustri della classe arbitrale italiana. LEGGI TUTTO

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    Altri tre mesi di sospensione per l’ex referente arbitri Fabrizio Pasquali

    Di Redazione Arriva un’altra sanzione dal Tribunale Federale per Fabrizio Pasquali, già referente e designatore degli arbitri di Serie A. Dopo la squalifica di un mese comminatagli a dicembre 2021 – e confermata in appello a febbraio – l’ex direttore di gara internazionale, che è stato anche componente della Commissione Arbitri della FIVB, ora viene punito con altri tre mesi di sospensione dall’attività. La motivazione? Aver chiesto e ottenuto dalla FIPAV il rimborso dei pedaggi autostradali relativi al suo viaggio a Treviso in qualità di delegato arbitrale per la gara di Champions League tra Conegliano e Novara (marzo 2021). Rimborso che, secondo il regolamento CEV, sarebbe spettato alla società ospitante e non alla Federazione. Inizialmente a Pasquali era stata contestata anche la richiesta del rimborso chilometrico per la distanza percorsa, che al contrario è in capo alla Fipav: il procedimento, in quel caso, è stato archiviato. Il giudice federale non ha accolto l’eccezione presentata dalla difesa, secondo cui l’incolpato sarebbe stato perseguito due volte “per gli stessi fatti e gli stessi addebiti“, circostanza espressamente vietata dal regolamento giurisdizionale. Al di là del merito della vicenda, colpisce inevitabilmente il singolare accumulo di procedimenti a carico di uno dei più noti e celebrati arbitri italiani avvenuto subito dopo le sue improvvise dimissioni dal ruolo di referente a luglio 2021. Sentenze che, oltretutto, non sembrano avere possibili ricadute pratiche, dal momento che Pasquali non ricopre più alcun ruolo all’interno della Federazione e non è neppure tesserato… (fonte: Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    AIP contro il vincolo sportivo: “Porta gli atleti ad allontanarsi dallo sport”

    Di Redazione In attesa dell’entrata in vigore della riforma del vincolo sportivo, che – se tutto andrà secondo i piani – dovrebbe avvenire a gennaio 2023, AIP – Associazione Italiana Pallavolisti torna sul tema in un comunicato per ribadire la sua posizione. Da sempre, infatti, l’associazione di categoria di giocatori e allenatori è in prima linea per l’abolizione del vincolo. “Nei giorni scorsi – scrive AIP nella sua nota – diversi associati ci hanno contattato per il medesimo problema; in particolare un nostro associato ci ha comunicato e documentato che, nonostante abbia smesso di giocare a pallavolo nel 2017 e risulti svincolato al compimento dei 24 anni, qualora ad oggi, decorsi 5 anni dall’ultima gara, volesse riprendere a praticare sport quale tesserato FIPAV, sarebbe costretto a corrispondere alla precedente società di vincolo l’indennizzo previsto dalle tabelle federali. Questo atleta, con ogni probabilità, non riprenderà a giocare a pallavolo“. “In identiche condizioni – continua il comunicato – si trovano atleti ed atlete più o meno giovani che vorrebbero prender parte a campionati minori, dove l’aspetto economico costituisce un fattore secondario, dove si gioca a pallavolo per pura passione e, soprattutto, dove il dover pagare necessariamente un indennizzo per poter scegliere la propria squadra rappresenta la causa principale di abbandono. Quanto ci viene riferito, se non smentito, dimostra, ancora una volta, come il vincolo sportivo, nella forma attualmente vigente, porti gli atleti ad allontanarsi dallo sport e come, invece, sia necessaria e improcrastinabile quella riforma che prevede la totale abolizione di un istituto, vogliamo ricordare, ritenuto incostituzionale da molti esperti della materia“. AIP comunica inoltre di aver inviato una richiesta di chiarimento sul tema alla Federazione Italiana Pallavolo: “Ad oggi la Fipav non ha ancora riscontrato la nostra comunicazione ma siamo fiduciosi che ciò presto possa accadere, con la speranza che situazioni come questa, con la ragionevole collaborazione di tutte le parti, possano andare incontro a pronta soluzione“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    AIP: il 50% degli atleti si sente “poco o per niente” rappresentato dalla Fipav

    Di Redazione AIP – Associazione Italiana Pallavolisti ha pubblicato ieri il report “Cresciamo insieme“, un bilancio del primo anno di attività dell’associazione di categoria realizzato attraverso un sondaggio tra 125 giocatori e giocatrici di pallavolo e Beach Volley. Tra i vari temi emersi dalle risposte spicca la sfiducia nei confronti delle istituzioni, in particolare la Federazione Italiana Pallavolo: quasi il 50% degli atleti dichiara di non sentirsi rappresentato dalla Fipav (il 19,5% ha risposto “per niente” e il 29,3% “poco”) e oltre il 77% che la Federazione “non faccia gli interessi degli atleti e delle atlete” (33,3% “per niente” e 44,7% “poco”). Controverso anche il rapporto con i rappresentanti degli atleti in Consiglio Federale, dato che il 66,7% degli intervistati dichiara di non conoscere nemmeno la loro identità; il 76% risponde “assolutamente sì” alla domanda “Ritieni che i rappresentanti atleti debbano mantenere un dialogo costante con AIP?”. Va ancora peggio, se possibile, con le Leghe maschile e femminile: il 36,6% pensa che i due consorzi abbiano “poca cura dei diritti degli atleti e delle atlete” e il 22,8% “per niente”. Un altro tema caldo è quello del professionismo: il 70% degli atleti intervistati considera la pallavolo, il Beach Volley o il Sitting Volley come un vero e proprio lavoro (il 53,7% si dichiara “moltissimo” d’accordo e il 16,3% “molto”) e addirittura l’82% è favorevole al riconoscimento del professionismo. Tra le motivazioni, la presenza di maggiori tutele, il riconoscimento dell’impegno profuso nello sport e l’eguaglianza con altre discipline come calcio e basket. C’è però anche un 18% che dice no perché il cambiamento sarebbe “economicamente insostenibile” e comporterebbe una diminuzione degli stipendi. L’indagine si concentra poi su temi interni all’associazione, evidenziando anche le aree in cui pallavolisti e beachers pensano di avere maggior bisogno di supporto: legale per il 35%, informativo per il 23,2%, economico per il 21,1% e sanitario per il 14,2%. Il report completo è consultabile online sul sito ufficiale dell’Associazione. (fonte: AIP) LEGGI TUTTO

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    Stefano Bellotti è il nuovo segretario generale della Fipav

    Di Redazione La riunione del Consiglio Federale svoltasi oggi nella sede della Federazione Italiana Pallavolo in via Vitorchiano a Roma ha ufficializzato la nomina del nuovo segretario generale: dal 1° aprile l’incarico sarà ricoperto da Stefano Bellotti, già vice segretario della Fipav. Bellotti prenderà il posto di Alberto Rabiti, che dopo una lunghissima carriera in Federazione e 17 anni nel ruolo di segretario andrà in pensione: si fa per dire, visto che il presidente federale Giuseppe Manfredi ha ufficializzato la notizia che Rabiti assumerà un incarico nella nuova società Fipav Servizi (il cui organigramma non è ancora stato annunciato). Ricevuti i ringraziamenti del Consiglio, Rabiti ha ringraziato in un commosso intervento tutte le persone che lo hanno accompagnato nel corso della sua carriera, sottolineando come la Federazione Italiana Pallavolo gli abbia regalato “tante soddisfazioni professionali“. Altrettanto sentito il discorso di Stefano Bellotti, che ha descritto il nuovo incarico come “un sogno che si realizza” e ha concluso con una dedica speciale alla collega Carla Rossi, venuta a mancare prematuramente ad aprile 2021. Tra le altre decisioni del Consiglio Federale ci sono il completamento degli staff delle nazionali azzurre, che verranno comunicato nei prossimi giorni, l’indizione di una nuova manifestazione di Sitting Volley, la Rotary Cup, e l’approvazione del Rapporto di Sostenibilità 2019-2021. Inoltre la Federazione ha comunicato di essere al lavoro per permettere ai bambini provenienti dall’Ucraina, fuggiti dal proprio paese a causa della guerra, di tesserarsi con le società Fipav e praticare attività agonistica. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Incontro Fipav-CEV a Belgrado: Manfredi fa visita a Boricic (e Arena)

    Di Redazione Si è svolto a Belgrado un importante incontro tra Federazione Italiana Pallavolo e CEV: presente, oltre al presidente federale Giuseppe Manfredi e al numero uno europeo Aleksandar Boricic, anche il vicepresidente italiano della Confederazione continentale, Renato Arena. I temi principali dell’incontro sono stati l’organizzazione dei Campionati Europei 2023 (le finali maschili si svolgeranno in Italia), la cooperazione sportiva tra Federazioni e le prospettive strategiche per la crescita della pallavolo europea. Viene da chiedersi se i due leader avranno affrontato anche l’argomento della fase conclusiva di Champions League e le vicende poco trasparenti che hanno riguardato i rinvii di alcune partite – segnatamente quella della Dinamo Mosca femminile – a danno del cammino delle squadre italiane… (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Caso Dalfovo, nuovo ricorso di De Togni al Collegio di Garanzia del CONI

    Di Redazione Ennesimo capitolo nella querelle giudiziaria che oppone Giorgio De Togni, presidente di AIP – Associazione Italiana Pallavolisti, alla Federazione Italiana Pallavolo sul tema dell’eleggibilità di Massimo Dalfovo, attuale consigliere federale in quota atleti. Dopo che per due volte – l’ultima a gennaio – la Corte Federale d’Appello ha confermato l’ammissibilità della candidatura di Dalfovo, De Togni ha presentato nuovamente ricorso al Collegio di Garanzia del CONI, che nella sentenza di luglio 2021 aveva sottolineato come non fosse provata la sussistenza dei requisiti di eleggibilità. Nel ricorso De Togni chiede al Collegio di Garanzia chiede di cassare senza rinvio la pronuncia della Corte d’Appello e, quindi, di dichiarare l’invalidità della presentazione delle candidature e dell’elezione di Dalfovo come rappresentante degli atleti. In subordine, nel caso in cui il Collegio di Garanzia ritenga che nel 2021 sussistessero le condizioni per l’elezione, il ricorso chiede di prendere in considerazione la possibilità della decadenza del consigliere dalla carica, in quanto nella stagione agonistica 2021-2022 Dalfovo non è più tesserato per nessuna squadra (cosa a cui invece aveva provveduto nella stagione precedente, partecipando al campionato di Serie D). (fonte: Coni.it) LEGGI TUTTO

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    Caso Dalfovo, la Corte d’Appello dà ancora ragione al consigliere federale

    Di Redazione Ennesimo capitolo della battaglia a colpi di sentenze tra Federazione Italiana Pallavolo e CONI sull’eleggibilità del consigliere federale Massimo Dalfovo, in carica come rappresentante degli atleti. A luglio 2021 il Collegio di Garanzia del Comitato Olimpico aveva accolto il ricorso di Giorgio De Togni, presidente di AIP – Associazione Italiana Pallavolisti, ritenendo che non fosse provata la sussistenza dei requisiti di eleggibilità e rimandando il giudizio sul caso alla Corte Federale d’Appello. Quest’ultima, lo scorso 22 dicembre, ha nuovamente rigettato il reclamo ritenendo che Dalfovo fosse pienamente candidabile. L’oggetto del contendere è noto: secondo il ricorrente, Dalfovo non può ricoprire la carica essendosi ritirato da molti anni dall’attività agonistica, per poi tesserarsi solo nell’imminenza delle elezioni con una squadra di Serie D, la Pallavolo C9 Arco Riva (che, all’epoca, non poteva scendere in campo per lo stop imposto dalla pandemia). La Corte, previo consulto con la Segreteria Nazionale della Fipav, ritiene che i requisiti siano soddisfatti: Dalfovo si è tesserato il 3 gennaio 2021, dopo aver svolto la visita medica il 24 dicembre 2020 e aver ottenuto il relativo certificato di idoneità, e ha partecipato a due gare di campionato (il 25 aprile e il 22 maggio). Secondo il giudice, non è rilevante la modesta partecipazione da parte del consigliere federale all’attività della sua squadra: “Alla definizione di ‘atleti in attività che partecipano a competizioni almeno di livello regionale’ non risulta associata alcuna precisazione e/o specificazione circa il numero di allenamenti e/o il numero di gare cui l’atleta in attività deve aver partecipato, il numero di minuti in cui deve essere rimasto in campo o quant’altro che possa essere oggetto di conteggio“. Quanto al fatto (pacificamente accertato) che Dalfovo non abbia svolto alcun allenamento prima della presentazione delle candidature, avvenuta a fine 2021, la Corte ritiene che le circostanze di sospensione dei campionati e dell’attività delle squadre di Serie D concretizzino il verificarsi di “comprovate e documentate ragioni di esonero o di incolpevole impossibilità di fatto” e non incidano quindi sulla candidabilità. Nella sentenza si legge inoltre che prendere in considerazione anche gli anni precedenti, come richiesto dal ricorrente, “oltre a sancire una disparità di trattamento tra le varie cariche (…) violerebbe il principio di democrazia e di uguaglianza, perché impedirebbe agli atleti più giovani di età o, comunque, di tesseramento di accedere alle rispettive cariche federali e/o comunque di poter essere rappresentativi della rispettiva categoria“. In sostanza, secondo la Corte, “l’aver ripreso, anche da poco, l’attività di campo, sia pure ai modesti livelli che potrebbero essergli consentiti anche in considerazione dell’età, non significa che egli (Dalfovo) non possa essere un valido rappresentante della categoria“. Va sottolineato inoltre che il collegio giudicante ha rigettato le richieste di ulteriore attività istruttoria da parte dei ricorrenti, che chiedevano tra l’altro di acquisire le testimonianze dei compagni di squadra e di altri tesserati della Pallavolo C9. La vicenda giudiziaria, comunque, non termina qui: quasi certamente vi sarà un ulteriore ricorso al Collegio di Garanzia del CONI che, a quasi un anno dalla candidatura di Dalfovo, sarà nuovamente chiamato a esprimersi sulla vicenda. (fonte: Federvolley.it) LEGGI TUTTO