Di Roberto Zucca Tommaso Fabi è molte cose. È un concentrato di energia, che mette su ogni pallone, ma è anche un vulcano di vita e di idee. Che mette nero su bianco in un colloquio in cui il centrale spazia e plana su diversi cieli: la sua voglia di vincere con la maglia della Sieco Service Ortona, la sua futura carriera di designer e il suo essere un divoratore di consigli ed esperienze. Che quest’anno arrivano da un suo pari ruolo, Alberto Elia: “Mi fa piacere parlare di lui perché è una persona che si dimostra felice del mio rendimento e non si risparmia mai un consiglio, un suggerimento, una parola in più. Ecco, di persone come Alberto mi piace circondarmi, perché sono persone che ancora mi fanno riflettere, che hanno da insegnarmi molto“. Un giocatore navigato, di esperienza. È così che vorrebbe diventare? “Vorrei arrivare dove è arrivato lui, vorrei giocare in Superlega, vorrei avere sempre di fianco degli allenatori che mi fanno venire fame di miglioramento, di conoscenza, di vittorie. Ma vorrei anche vincere qui, ad Ortona, che è un posto che mi evoca sempre il contesto familiare. Un contesto di fiducia, di affetto, di lealtà“. Foto Lega Pallavolo Serie A Ortona non è partita col piede giusto. Ma il girone di ritorno sembra un’altra storia. “Abbiamo vinto 5 partite su 6, segno che la scossa tanto sperata c’è stata. Siamo partiti un po’ così, forse nessuno di noi si aspettava di incontrare tanta difficoltà nel riuscire a raccogliere punti. Sicuramente sapevamo di essere una squadra che avrebbe dovuto lottare ogni domenica“. Quindi l’obiettivo è ribaltare la classifica? “Forse non riusciremo in questo miracolo, ma sicuramente voglio e vogliamo vincere molto. Lo dobbiamo a questa società e io credo che unendo gli intenti e giocando la pallavolo che abbiamo visto nelle ultime gare, ci si possa riuscire“. Lei è uno che gioca una pallavolo passionale. “Per me la pallavolo è libertà, è impegno, significa sognare in grande. Sono uno di quelli che, se sbaglia un allenamento, la vive ancora come una sconfitta. Quindi è meglio starmi alla larga (ride, n.d.r.). La pallavolo è la mia vita, è vero, e come tale ad essa associo ogni tipo di emozione“. Foto Lega Pallavolo Serie A Oltre la pallavolo, ci sono i suoi studi. Si laurea in design. “Ho respirato l’aria di una famiglia che è sempre stata dentro la moda, dentro l’economia marchigiana fatta di abbigliamento e calzaturifici. Credo che questo mi abbia influenzato anche se poi lo sport ha preso il sopravvento in questa parte della mia vita“. Il futuro dopo la pallavolo cosa è? “Un insieme di cose, che sto cercando di mettere in ordine. Ho maturato una serie di competenze e sto cercando di capire come incanalare le energie e le aspirazioni per il dopo. Ci sono tante cose che mi piacerebbe fare, e tante realtà in cui mi vedrei bene. Mi prendo ancora del tempo per scegliere la strada giusta“. LEGGI TUTTO