consigliato per te

  • in

    Wang Baoquan, il timoniere del Tianjin: “Ho cambiato filosofia, ora sono meno rigido”

    Di Alessandro Garotta
    Esistono parole straniere, intraducibili in italiano, che hanno il potere di riassumere in poche lettere una sensazione, uno stato d’animo, un concetto. Yuanfen, per esempio, è una parola cinese che descrive una relazione dettata dal destino, un’affinità predestinata, due amori nati per incontrarsi. Più precisamente, viene usata per identificare due persone che non sono mai state a conoscenza l’una dell’altra, ma che per una pura coincidenza dovuta al destino finiscono per incontrarsi e fare grandi cose insieme. Yuanfen, in un certo senso, è il magico legame tra l’allenatore – ed ex giocatore della nazionale cinese – Wang Baoquan e il Tianjin, che tanti anni fa si sono presi per mano e non si sono più lasciati. 
    Il suo percorso nel mondo della pallavolo, i segreti dei suoi successi, il bilancio del campionato appena vinto: sono alcuni dei temi affrontati dal coach del Tianjin nel corso di un’intervista esclusiva ai microfoni di Volley NEWS.
    Mr.Wang, per cominciare le chiedo: come si è avvicinato alla pallavolo? 
    “Fin da bambino sono sempre stato un grande appassionato di sport; in particolare praticavo atletica leggera e basket. Non ero abbastanza alto per la pallacanestro ma mi distinguevo per un buon salto, e così venni notato da un coach di pallavolo e chiamato nella sua squadra. Questa scelta si rivelò la migliore perché da lì ebbe inizio la mia carriera da giocatore, che mi ha portato a vestire la maglia del Tianjin per ben 18 anni, diventare capitano della nazionale cinese e vincere un Campionato Asiatico“. 
    Foto Tianjin Bohai Bank
    Com’è nata invece l’idea di allenare? 
    “Per amore della pallavolo. Dopo aver smesso di giocare, sono stato l’assistente di tre grandi commissari tecnici della nazionale cinese, come Lang Ping, Hu Jin e Chen Zhonghe. Grazie a loro ho acquisito un importante bagaglio di conoscenza, che vent’anni fa mi ha permesso di diventare capo allenatore della squadra femminile del Tianjin“.
    Come mai scelsero proprio lei? E che squadra trovò? 
    “Semplicemente perché la dirigenza vide in me la persona giusta per ricoprire il ruolo di allenatore. All’epoca, trovai una squadra già molto forte, con atlete consapevoli di poter raggiungere l’obiettivo del club, che era di giocare le migliori partite possibili. Dentro e fuori dal campo, le ragazze erano molto unite e nulla poteva fermarle“. 
    Sotto la sua guida, il Tianjin è diventata la squadra più forte in Cina. Qual è il segreto dei suoi successi? 
    “Prima di tutto, direi il sostegno degli sponsor e della dirigenza a ogni livello. Ma sono state altrettanto importanti la coesione dello staff tecnico e la dedizione delle giocatrici. Io sono solo un coach e mi limito ad allenare“. 
    Foto Tianjin Bohai Bank
    Com’è cambiato negli anni il suo approccio nel coaching? 
    “All’inizio, la mia filosofia era abbastanza rigorosa: tutte le giocatrici dovevano stare ai miei ordini. Ora è più equilibrata e tranquilla, anche se non mancano delle regole ferree. E nel caso in cui le atlete dovessero essere scontente possono venire a parlare con me dopo l’allenamento“. 
    In questa stagione ha guidato il Tianjin al suo tredicesimo titolo nella SuperLeague cinese. Quali emozioni ha provato dopo la vittoria? 
    “Sensazioni contrastanti. Mi sono venuti alla mente i ricordi del primo campionato vinto e ho pensato con estrema gratitudine alla mia famiglia, a cui devo tanto per questi anni. Allo stesso tempo, però, c’era la consapevolezza che una volta scesi dal podio saremmo ripartiti da zero; quindi, stavo già pensando al futuro e a quale direzione avrebbe preso il club“.
    Qual è stata la chiave per avere la meglio sul Jiangsu in finale? 
    “Nella serie con il Jiangsu abbiamo vinto grazie all’attacco e al muro, giocando ad un livello molto alto e con grande spirito combattivo. La squadra ha dimostrato una grande unità: questa è da sempre la nostra forza“.
    Wang Baoquan con Zhu Ting (Foto Tianjin Bohai Bank)
    Cosa ne pensa della decisione della CVA di disputare il campionato con la formula della “bolla”?
    “Era la prima volta che una Federazione sceglieva questo sistema per giocare un campionato e senza dubbio ai tempi del Covid-19 era la soluzione migliore. Penso che si sia rivelata una sfida per la tenuta fisica della squadra, brava a superare ogni ostacolo, e un test per le giocatrici, specialmente per le più giovani“.
    Quali sono i suoi piani futuri? Sarà lei ad assumere la guida della nazionale femminile cinese dopo le Olimpiadi di Tokyo? 
    “È molto improbabile. Mi sto avvicinando ai 60 anni e la forma fisica non è più delle migliori. In futuro, farò quel che mi sarà possibile, continuando a dare il mio contributo al mondo della pallavolo“. 
    Zhu Ting – che quest’anno ha vestito la maglia del Tianjin – tornerà a giocare in Europa dopo le Olimpiadi? 
    “Al momento non ho modo di confermarlo, anche perché dipende dalla situazione legata all’epidemia“. 
    E per quanto riguarda il futuro di Li Yingying? 
    “Credo che farà le sue valutazioni in base alle esigenze del Tianjin, della nazionale cinese e alla crescita personale“. LEGGI TUTTO

  • in

    Cina: il Tianjin si conferma campione. 3-1 allo Jiangsu in Gara 3

    Di Redazione
    Alla fine i pronostici sono rispettati: è il Tianjin a laurearsi campione di Cina per il secondo anno consecutivo, confermandosi di gran lunga la squadra più titolata nella Superleague femminile (13 vittorie). Ma mai come stavolta Zhu Ting e compagne hanno sudato freddo, aggiudicandosi il trofeo in rimonta sullo Jiangsu dopo aver perso la prima sfida della serie decisiva; e con un aiuto probabilmente determinante fornito dall’assenza della palleggiatrice avversaria Diao Linyu, il cui infortunio alla caviglia in Gara 2 ha cambiato la storia della sfida.
    Lo Jiangsu, peraltro, non si arrende senza lottare: Gara 3 si chiude sul 3-1 (25-16, 23-25, 25-21, 25-21) benché l’allenatore Cai Bin avesse deciso con una mossa coraggiosa (e un po’ folle) di privarsi di una delle sue migliori attaccanti, Gong Xiangyu, spostandola in palleggio al posto dell’infortunata Diao. La scelta in parte ha anche pagato, visto che l’altra bomber Zhang Changning (30 punti con il 45%) è stata discretamente supportata da Xu Ruoya (20).
    Foto CVA
    Il Tianjin però ha fatto meglio delle avversarie a muro, con 12 punti di squadra, e soprattutto in ricezione: praticamente perfette sia Zhu Ting, che chiude con 26 punti, il 60% di perfezione e 4 muri, sia Li Yingying, autrice di 30 punti con il 68% di ricezione perfetta e 3 block. L’unico momento di vera incertezza nel quarto set, quando lo Jiangsu risale dal 20-17 al 20-19, ma non riesce a completare la rimonta: il Tianjin allunga di nuovo e dal 22-20 piazza la fuga decisiva per la vittoria.
    Si conclude così una stagione da record, durata poco più di un mese e interamente disputata nella bolla di Jiangmen: ora le principali protagoniste riprenderanno ad allenarsi con la nazionale in vista dell’ambitissimo traguardo olimpico. Per le pochissime straniere si accende invece l’interesse del mercato: Lippmann interessa alla Lokomotiv Kaliningrad, Rabadzhieva ha offerte da Brasile e Russia, e resta il mistero su Robinson (mentre Larson giocherà nel campionato professionistico USA).
    (fonte: CVA) LEGGI TUTTO

  • in

    Cina: il Tianjin pareggia i conti in finale. Diao Linyu infortunata

    Di Redazione
    Il Tianjin raddrizza la serie decisiva della Superleague femminile e in Gara 2 restituisce allo Jiangsu il 3-1 del giorno precedente: 23-25, 25-19, 25-13, 25-18 i parziali a favore della squadra di Zhu Ting. Ma le brutte notizie per le sfidanti non finiscono qui: nel finale di primo set si infortuna seriamente alla caviglia l’alzatrice della nazionale Diao Linyu, la cui assenza agevola indubbiamente la rimonta delle campionesse in carica e potrebbe indirizzare definitivamente la finale nella loro direzione. Infortunata anche la centrale Wang Chenyue, ma il problema sembra essere di minore entità.
    Senza la sua palleggiatrice titolare lo Jiangsu fatica parecchio in attacco, con Zhang Changning ferma al 23% (13 punti) e Gong Xiangyu al 32% (11); 10 i muri-punto messi a segno dal Tianjin, 4 dei quali della scatenata Zhu Ting, che mette a tabellino 28 punti malgrado una prestazione tutt’altro che impeccabile in ricezione. Come al solito protagonista anche Li Yingying con 24 punti e il 53% di perfezione in seconda linea. Domani mattina, alle 12.30 italiane, la decisiva Gara 3 che assegnerà il titolo.
    (fonte: CVA) LEGGI TUTTO

  • in

    Cina: colpaccio dello Jiangsu in Gara 1 della finale scudetto

    Di Redazione
    La serie decisiva per l’assegnazione della Superleague femminile cinese inizia con una clamorosa sorpresa: lo Jiangsu infligge al Tianjin la prima sconfitta dopo 18 vittorie consecutive, la seconda dell’intero campionato, candidandosi seriamente alla successione delle campionesse in carica. Il successo delle sfidanti per 3-1 (25-18, 30-28, 23-25, 25-19) è figlio di una prestazione stellare di Zhang Changning: con 34 punti personali, il 74% in ricezione, 2 muri e 6 ace, la schiacciatrice della nazionale fa la differenza in una gara per il resto in sostanziale equlibrio.
    Se Li Yingying è la consueta macchina da punti (29), la stella Zhu Ting cala un po’ alla distanza e si ferma al 37% in attacco, siglando comunque 28 punti. E nemmeno la giornata negativa di Gong Xiangyu (27% di efficacia) mette in difficoltà uno Jiangsu praticamente perfetto in seconda linea. Domani la rivincita, che potrebbe già essere decisiva: in caso contrario le due formazioni si ritroveranno di fronte venerdì in Gara 3.
    Intanto lo Shanghai si è assicurato la medaglia di bronzo battendo con un doppio 3-0 il Guangdong Evergrande: più lottata la gara di oggi (25-23, 25-22, 26-24) rispetto al dominio di ieri, ma Louisa Lippmann (23 punti) e Jordan Larson (75% in ricezione) sono state comunque decisive contro una squadra che ancora una volta si è presentata senza Kelsey Robinson, dopo il problema al ginocchio accusato in semifinale.
    (fonte: CVA) LEGGI TUTTO

  • in

    Cina: la finale è Tianjin-Jiangsu. Fuori Guangdong e Shanghai

    Di Redazione
    Saranno Tianjin e Jiangsu ad affrontarsi a Jiangmen, a partire da mercoledì 16 dicembre, nella finale della Superleague femminile cinese. Le due squadre che riuniscono gran parte delle giocatrici della nazionale danno un segnale importante nell’anno delle Olimpiadi, piegando in semifinale le uniche formazioni con due atlete straniere (il Beijing è riuscito a tesserarne solo una, Dixon): rispettivamente Guangdong Evergrande e Shanghai. In entrambi il discorso qualificazione si è chiuso in due gare, con i due successi di ieri ripetuti anche oggi.
    Il match tra Tianjin e Guangdong è stato virtualmente senza storia sin dall’inizio vista l’assenza di Kelsey Robinson, tenuta a riposo dopo un problema fisico accusato in Gara 1 (per evitare problemi con la nazionale USA, secondo l’allenatore Yang Fan). Le campionesse in carica, trascinata da Li Yingying (19 punti con il 63%) e da una Zhu Ting spettacolare in ricezione, hanno così passeggiato in tre set (25-20, 25-11, 25-14).
    Appena più combattuta l’altra semifinale, in cui lo Shanghai ha fallito l’occasione per riaprire la gara sul 23-24 del terzo set, arrendendosi sul 3-0 (25-17, 25-22, 26-24). Stellare, nello Jiangsu, la prova di Zhang Changning con 26 punti, frutto di 4 muri, 3 ace e del 63% in attacco; 20 punti di Louisa Lippmann e 11 di Jordan Larson non sono bastati alle rivali per cambiare la storia della serie.
    Da mercoledì, come detto, si giocheranno la finalissima e la sfida per il terzo posto, entrambe sulla distanza delle tre gare (in tre giorni consecutivi). Il quinto posto è andato invece allo Shandong, che ha bissato oggi il 3-0 di ieri ai danni del Liaoning (25-19, 29-27, 26-24).
    (fonte: CVA) LEGGI TUTTO

  • in

    Cina: Tianjin e Jiangsu a segno nel primo round delle semifinali

    Di Redazione
    Al via senza sorprese in Cina le semifinali della Superleague femminile: le gare di andata sono appannaggio delle squadre meglio classificate nel round precedente, Tianjin e Jiangsu. La squadra campione in carica – giunta alla vittoria numero 18 su 19 partite – fa valere ancora una volta la sua superiorità battendo per 3-0 il Guangdong Evergrande (25-21, 25-18, 25-22): gara mai in discussione se non nel terzo set, quando il punteggio resta in equilibrio fino al 20-19. Zhu Ting assoluta dominatrice con 21 punti, il 47% in attacco e 5 muri sui 10 di squadra, mentre Dobriana Rabadzhieva incappa in una serata buia (29% in attacco) e non bastano i 21 punti di Kelsey Robinson.
    Molto più combattuta la sfida vinta dallo Jiangsu per 3-1 (21-25, 37-35, 25-23, 25-23) sullo Shanghai: Larson e compagne sprecano tre occasioni per andare sullo 0-2 e nel quarto set si fanno rimontare dal 21-23 al 25-23 finale. In una gara caratterizzata dall’assoluto equilibrio, spicca la sfida tra Gong Xiangyu e Louisa Lippmann: entrambe chiudono con 29 punti, ma la tedesca mette a tabellino anche 4 errori e 6 murate subite. Domani si replicano le stesse sfide, mentre l’eventuale Gara 3 è prevista per lunedì 14. Intanto, nella finale di andata per il quinto posto, lo Shandong travolge il Liaoning per 3-0 (25-18, 25-23, 25-15).
    (fonte: CVA) LEGGI TUTTO