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    Clima? Superficie? I tennisti tra Indian Wells e Miami continuano a criticare le palle

    Il Miami Open

    L’ormai celeberrimo “Sunshine Double” porta i tennisti a una svolta repentina. Dal deserto della California al caldo umido della primavera in Florida c’è ben più di qualche ora di volo, è un vero e proprio abisso a livello di condizioni di gioco. Ci si sposta dalla sponda ovest a quella est del continente nordamericano, e i giocatori trovano due tornei e due mondi diversi. Mai come quest’anno le condizioni sono radicalmente differenti, ma il dilemma dei tennisti, sbarcati e già in campo Miami nonostante la pioggia, non è tanto sulla differenza tra l’aria secca di IW, che fa scappare la palla, o al campo davvero abrasivo rispetto all’umidità opprimenti della Florida e i suoi campi più lisci, ma quanto le palle siano differenti, creando condizioni di gioco diversissime. Si cambia regione, clima, fuso orario, superficie. Tutto. Ma il vero fattore X, quello che scontenta tutti, resta la palla da gioco. Ne hanno parlato in diversi al media statunitense Tennis Channel, riportiamo alcuni dei pareri più interessanti.
    “Ad essere onesti, è il cambio delle palle che può influenzarci più del cambio di campo stesso”, ha detto alla stampa a Miami Taylor Fritz. La scorsa settimana a Indian Wells, i giocatori hanno gareggiato utilizzando palle Penn, fatto che ha ricevuto un’accoglienza fredda da parte di giocatori come Stan Wawrinka, che ha condiviso un post sui social media mostrando quanto velocemente la superficie del campo le ha distrutte, mentre a Miami si gareggia con palle Dunlop, la palla più utilizzata sul tour. Per Fritz, le differenze tra i due sono così nette che, quando gli è stato chiesto di confrontare le condizioni con la vicina Delray Beach, dove ha vinto il settimo titolo ATP a febbraio, ha detto che era “impossibile” confrontare i due, nonostante Delray (Penn) sia a solo un’ora di macchina a nord di Miami (Dunlop). “Sono palle diverse, quindi è la differenza è come tra il giorno e la notte. È impossibile paragonare un torneo all’altro, perché se le palle sono diverse non è proprio paragonabile”.
    “Le condizioni sono molto diverse a Indian Wells rispetto a Miami”, ha detto Emma Raducanu. “È molto umido. Le palle sono molto pesanti. Sono diverse, il che non credo sia ottimo per i polsi di nessuno dei giocatori, ma soprattutto per il mio. Onestamente penso che sia davvero brutto per noi il modo in cui dobbiamo cambiare palla ogni settimana e soprattutto dopo aver subito interventi chirurgici. Conosco anche molti giocatori che hanno problemi al polso, quando si arriva a un evento con palle diverse subito lo accusiamo. Non capisco perché tutti gli altri sport siano più o meno uguali, mentre nel tennis è diverso di settimana in settimana”.
    Per Jessica Pegula la sfida è trovare il correttivo: “Le condizioni sono come il giorno e notte, e dover ora usare una palla completamente diversa quando sei già costretta a cambiare la tensione e tutte queste cose in più… Non è l’ideale”, ha detto alla stampa la testa di serie numero 5 a Miami. “Ho sperimentato circa 20 tensioni delle corde durante gli allenamenti. Proviamo tutti la stessa cosa, è sconcertante come di punto in bianco ci tocca ripartire da capo e ritrovare le misure”.
    Daniil Medvedev ha  sottolineato il costo mentale che tanti cambiamenti possono avere sui giocatori: “Ogni piccolo dettaglio può avere un grande impatto, a volte sul tuo corpo, a volte sulla tua mente o sul tuo tennis. Inizi a farti domande: queste palle, questo campo… È vero che dobbiamo essere pronti ad adattarci, ma non potete capire quanto il cambiamento sia grande riguardo alle palle”.
    Con i singoli tornei che negoziano i propri accordi con i produttori di palle e gli sponsor delle attrezzature, l’unico modo per cambiare questo status quo che nessuno gradisce è una decisione che parta dall’alto. Andrea Gaudenzi ha affermato qualche settimana fa che l’ATP è consapevole del problema e che conta “quanto prima” di poter intervenire, con uno studio in corso della palla per così dire “ideale”. Resta da vedere quanto tempo ci vorrà, e cosa accadrà agli accordi commerciali già in essere, che ovviamente ogni produttore cercherà di difendere…
    “Preferirei semplicemente avere una palla coerente… perché non puoi mantenere tutti i campi uguali, è impossibile“, afferma Pegula. “Se potessimo almeno mantenere la stessa palla ogni settimana, allora potremmo almeno gestire quella variabile. Ci sono altre variabili che cambiano che possiamo semplicemente lasciare andare o che sappiamo essere impossibile da controllare, come il tempo. Ma quando si cambia costantemente con tutte, diventa davvero difficile. A logica, la palla dovrebbe essere l’elemento più facile da gestire…”.
    Una considerazione corretta quella di Pegula. La palla passa all’ATP e WTA. In tutti i sensi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Michael Russell: L’architetto dietro il successo di Taylor Fritz

    Michael Russell nella foto

    Negli ultimi anni, Taylor Fritz si è imposto come uno dei volti più riconoscibili del circuito ATP, ma dietro al suo successo c’è una figura meno esposta ai riflettori: il suo allenatore, Michael Russell. Oggi vogliamo scoprire di più sull’uomo che ha guidato Fritz all’elite del tennis mondiale.
    Michael Russell, 45 anni, ha calcato i campi da tennis come professionista dal 1998 al 2015, raggiungendo la top 60 del ranking ATP senza tuttavia conquistare titoli individuali. La sua statura non particolarmente imponente, sotto l’1.75m, non ha facilitato il suo percorso. Come coach, ha lavorato con atleti del calibro di Frances Tiafoe, Ryan Harrison, Tennys Sandgren, Sam Querrey e Mackenzie McDonald, prima di diventare l’allenatore di Taylor Fritz, trasformandolo nel miglior tennista statunitense del momento. In una recente intervista con Tennis.com, Russell ha condiviso alcuni spunti sulla sua attuale attività e sulle sue origini.
    Una Fama di ImperturbabilitàRussell affronta con humor la reputazione di essere un allenatore inespressivo e imperturbabile. “Letteralmente, non mostro alcuna espressione,” ammette il nativo di Detroit. Questa caratteristica, spesso oggetto di scherzi tra i giocatori, si contrappone alla necessità di alcuni atleti di ricevere una motivazione aggiuntiva dall’esterno. “La motivazione di Taylor è sempre alta, quindi preferisco offrirgli un atteggiamento positivo e controllato,” spiega Russell, rimanendo fedele ai suoi principi.
    Dall’Era del Giocatore al CoachingRiflettendo sulla sua carriera da giocatore, Russell riconosce che le sue umili origini differiscono molto dall’attuale panorama tennistico. La solitudine lo ha costretto a sviluppare una forte mentalità e a sfruttare al meglio le opportunità, un approccio che ora applica nell’aiutare Fritz. “Ero solo la maggior parte del tempo… Quando ho deciso di ritirarmi, il mio fisico stava già cedendo. Fu in quel momento che realizzai quanto mi piacesse aiutare gli altri a migliorare,” ricorda con affetto Russell, che raggiunse gli ottavi di finale al Roland Garros 2001, sfiorando l’impresa contro Gustavo Kuerten.
    Coaching e Comunicazione sul CampoSebbene spesso resti nell’ombra rispetto a Paul Annacone, l’altro coach di Fritz, Russell ha sempre svolto un ruolo cruciale senza cercare la ribalta. L’introduzione del coaching in partita nel circuito professionistico ha sollevato dibattiti, ma non ha causato le catastrofi temute. Fritz, noto per la sua riservatezza verso questa pratica, trova in Russell un partner discreto ma efficace. “Anche se Taylor ha espresso più volte la sua antipatia per il coaching in partita, comunichiamo per scambiarci indicazioni chiave,” conclude Russell, sottolineando l’importanza di una comunicazione mirata per mantenere la concentrazione del giocatore.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Arnaldi è la stella della notte di Acapulco! Batte Fritz all’ATP 500 messicano con una prestazione eccellente

    Matteo Arnaldi ad Acapulco

    Difesa e contrattacco, cambi di ritmo e accelerazioni vincenti, condite da palle corte e risposte ficcanti. Questo e tanto altro ancora ha mostrato in campo uno splendido Matteo Arnaldi all’esordio nell’ATP 500 di Acapulco, una sinfonia tennistica che gli vale una vittoria meravigliosa contro Taylor Fritz (n.10 ATP), 6-4 4-6 6-3 lo score conclusivo che lo porta al secondo turno del torneo messicano, dove lo aspetta un’altra partita affascinante e difficile contro Ben Shelton. Arnaldi ha giocato una partita stellare, tatticamente sublime. È riuscito a mettere in crisi la potenza dell’americano, in giornata buona ma non eccezionale al servizio, facendolo giocare su ritmi sempre diversi, difendendosi in modo straordinario e contrattaccando con precisione. Fritz può massacrarti quando prende il miglior ritmo al servizio e attacca forte con il diritto, aprendosi l’angolo. Matteo è riuscito a neutralizzare lo schema preferito del californiano rispondendo tanto e facendolo con palle di qualità, mai una uguale all’altra. Spesso ha risposto con palle basse e profonde, che il diritto molto ampio di Fritz non è riuscito ad aggredire con agio.
    Impressionante la copertura del campo di Matteo, la velocità con la quale è arrivato sulle palle dell’americano, con grande controllo del corpo e in ottimo equilibrio, tirando accelerazioni lungo linea vincenti che hanno tramortito più volte il rivale. Non solo difesa: Arnaldi è stato lucidissimo nel colpire un paio di colpi da fondo campo con palle piuttosto cariche di spin e profonde, che hanno allontano Fritz dalla riga di fondo, e quindi pronto a tagliare il campo con il rovescio, alternando continuamente cross stretti, lungo linea aggressivi e pure molti back lenti difficili da spingere. Questa continuo tourbillon di variazioni, incluse molte palle corte ben eseguite, hanno portato Fritz a correre tanto, ha perso riferimenti e pure la pazienza, forzando via pallate per riprendere il controllo del gioco.
    Il capolavoro di Arnaldi è stato proprio nel controllare maggiormente i tempi di gioco gestendo sapientemente tutte le sue frecce, forte anche di una condizione fisica eccellente e di una lucidità totale nella gestione di molte fasi decisive del match. Era consapevole che lasciando a Fritz il pallino del gioco sarebbe stato costretto a difese estreme e spesso subirne le bordate; per questo oltre a reggere in difesa è stato bravissimo nel rischiare, alternando continuamente soluzioni, angoli, palle fortissime ad altre lente, per spezzare il ritmo e governarlo. Ha servito discretamente, 57% di prime in campo, ma ottimo il 78% di punti vinti con la prima e anche un buon 47% con la seconda. Ma più di ogni numero, la vittoria di Matteo è arrivata con la gestione, con la lucidità delle giocate, con la continuità con la quale ha tenuto il campo e proposto palle complicate a Fritz. Quando Arnaldi ha comandato in campo lo legge bene dai 39 vincenti e soli 16 errori, foto esatta di una partita condotta con difese ottime e attacchi altrettanto ficcanti. Nel terzo set poi Matteo ha davvero comandato, si è preso tutto con una potenza e aggressività clamorosa.

    Otra sorpresa en el #AMT2024, cortesía de Matteo Arnaldi, quien venció a Taylor Fritz 6-4, 4-6, 6-3. 🚨pic.twitter.com/o1CrLunUjl
    — Abierto Mexicano (@AbiertoTelcel) February 27, 2024

    La partita inizia con Arnaldi alla battuta. È subito costretto a salvare una palla break sotto le risposte aggressive dell’americano, e cede il secondo turno di battuta da 15-40, alla seconda chance. Fritz subisce un immediato contro break al termine un game molto combattuto, alla terza palla break. Il servizio non porta al californiano molti punti, mentre è assai incisivo l’azzurro con i suoi lungo linea e anche con la palla corta, che Taylor non legge e rimette a fatica. Si appoggia bene Matteo sulle palle dello statunitense, un po’ falloso in spinta, tanto che il set gira dalla parte del ligure nella parte conclusiva. Fritz serve sotto 5-4 e si ritrova 0-40, tra le ottime risposte di Arnaldi e suoi errori. Matteo chiude il parziale a suo favore per 6-4 al secondo set point. 55% di prime palle di servizio in campo per Fritz, contro il 67% di Arnaldi, ma è nello scambio per l’azzurro ha comandato, più vivace e attivo in spinta, come dimostrano i 12 vincenti (e solo 6 errori) contro il 5/5 di Taylor. Il set l’ha “fatto” Arnaldi, e vinto meritatamente,
    Fritz prova a cambiare la rotta del match nelle fasi iniziali del secondo parziale: scappa avanti nel terzo game, sfruttando la seconda palla break (dal 15-40), ma il suo vantaggio dura poco. Arriva infatti per l’americano un game complicatissimo servendo sul 3-2, scivola sotto 0-40, con Arnaldi che non riesce a sfruttare ben 6 palle break in totale. Su alcune ottimo Fritz al servizio, ma un paio Matteo le spreca (un diritto d’attacco sparato lungo sulla seconda, e un rovescio sulla quinta, dopo aver sbattuto in difesa Fritz con diritto dall’angolo). È nervoso Taylor, mentre Matteo risponde e fa colpire il rivale, che alla fine cede alla settima palla break con un diritto affossato in rete che rimette il set in equilibrio sul 3 pari. Il match è in bagarre, l’azzurro con un doppio fallo sul 30 pari concede una palla break, e un rovescio lungo linea di poco fuori gli costa un nuovo break, per il 4-3 Fritz. L’americano serve per set sul 5-4, ma si ritrova sotto 0-30 sotto gli ottimi affondi in lungo linea di Matteo, che ci prova e rischia, ma un diritto gli scappa via sul 15-30 dopo un Ace di Taylor. Esagera purtroppo Arnaldi in risposta col diritto, Fritz ha il set point sul 40-30, lo sfrutta con un diritto vincente imprendibile. È salito Taylor al servizio nel parziale, ma rimpianti per Arnaldi per qualche errore di troppo in momenti decisivi.
    Arnaldi scatta alla battuta nel terzo set, e trova subito una magia in recupero col polso. Commette un doppio fallo, ma con un’ottima prima di servizio al centro vince il game, può fare corsa di testa. Solido al servizio Fritz, 1 pari. Tecnicamente è forte il miglior momento del match, entrambi giocano un buon tennis, e come funziona bene la palla corta dell’azzurro, imprendibile. Nel quarto game chance per Arnaldi: sul 30 pari Fritz sparacchia via un diritto di metri, prima palla break del set. Cerca ancora la smorzata l’azzurro, ci stava perché Taylor era un po” dietro, ma la palla sbatte sotto il nastro. Non molla il sanremese, continua a spingere con lucidità e coraggio passando da difesa ad attacco. Il break per Matteo arriva alla seconda chance, attacca l’americano ma la volée bassa (non facile) non passa la rete, per il 3-1 Arnaldi. Fantastico come l’azzurro riesca a reggere gli affondi del rivale e infilarlo dopo averlo mandato fuori posizione, come il punto splendido del 30-0 che esalta il (poco) pubblico di Acapulco. Complicato consolidare il vantaggio, qualche errore in spinta per Matteo, ma vincendo l’ennesimo punto orchestrato con la palla corta l’azzurro si porta 4-1. Il californiano soffre, non riesce a vincere molti punti facili col servizio e sfondando col diritto successivo, troppo bravo Matteo in difesa. Fritz è frustrato, sbaglia ancora col diritto su di un drive profondo e carico di spin dell’azzurro, errore che gli costa il 30-40. Stavolta la bordata col diritto inside out di Taylor è imprendibile (4-2). Arnaldi controlla con sicurezza i suoi  ultimi due turni di battuta, bravo a rallentare e poi accelerare. Con un gran servizio al centro, lo score segna 5-3 40-0, tre match point! Qua sente la tensione, doppio fallo sul primo, rovescio in rete sul secondo. Chiude con un diritto prepotente al terzo, bordata lungo linea imprendibile. Che vittoria, seconda contro un top10 dopo Ruud a Madrid. C’è Shelton al secondo turno, sarà grande spettacolo.
    Marco Mazzoni

    Matteo Arnaldi vs [4] Taylor Fritz ATP Acapulco Matteo Arnaldi646 Taylor Fritz [4]463 Vincitore: Arnaldi ServizioSvolgimentoSet 3M. Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-15 40-305-3 → 6-3T. Fritz 15-0 30-0 40-0 ace 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-405-2 → 5-3M. Arnaldi 15-0 30-0 40-0 ace4-2 → 5-2T. Fritz 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-404-1 → 4-2M. Arnaldi 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-403-1 → 4-1T. Fritz 15-0 ace 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A2-1 → 3-1M. Arnaldi 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-301-1 → 2-1T. Fritz 15-0 ace 30-0 40-01-0 → 1-1M. Arnaldi 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 40-30 df0-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2T. Fritz 0-15 0-30 15-30 ace 30-30 40-304-5 → 4-6M. Arnaldi 0-15 15-15 30-15 40-153-5 → 4-5T. Fritz 15-0 30-0 ace 30-15 df 40-15 40-303-4 → 3-5M. Arnaldi 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 df3-3 → 3-4T. Fritz 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 ace A-40 40-40 df 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A2-3 → 3-3M. Arnaldi 15-0 15-15 30-15 40-15 40-301-3 → 2-3T. Fritz 15-0 15-15 30-15 40-15 ace1-2 → 1-3M. Arnaldi 0-15 15-15 15-30 15-40 30-401-1 → 1-2T. Fritz 0-15 15-15 30-15 40-15 ace1-0 → 1-1M. Arnaldi 15-0 30-0 40-00-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1T. Fritz 0-15 0-30 0-40 15-405-4 → 6-4M. Arnaldi 15-0 30-0 40-0 40-154-4 → 5-4T. Fritz 0-15 15-15 30-15 40-154-3 → 4-4M. Arnaldi 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 ace3-3 → 4-3T. Fritz 15-0 15-15 df 30-15 40-15 40-303-2 → 3-3M. Arnaldi2-2 → 3-2T. Fritz 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 ace 40-40 40-A1-2 → 2-2M. Arnaldi 15-0 15-15 15-30 15-40 30-401-1 → 1-2T. Fritz 0-15 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1M. Arnaldi 0-15 15-15 30-15 30-30 df 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace0-0 → 1-0

    Arnaldi (🇮🇹) vs Fritz (🇺🇸)SERVICE STATS:– Serve Rating: 264 vs 248– Aces: 8 vs 9– Double Faults: 4 vs 3– First Serve: 51/89 (57%) vs 61/101 (60%)– 1st Serve Points Won: 40/51 (78%) vs 39/61 (64%)– 2nd Serve Points Won: 18/38 (47%) vs 20/40 (50%)– Break Points Saved: 3/6 (50%) vs 11/15 (73%)– Service Games Played: 15 vs 14
    RETURN STATS:– 1st Serve Return Points Won: 22/61 (36%) vs 11/51 (22%)– 2nd Serve Return Points Won: 20/40 (50%) vs 20/38 (53%)– Break Points Converted: 4/15 (27%) vs 3/6 (50%)– Return Games Played: 14 vs 15
    POINT STATS:– Net Points Won: 19/24 (79%) vs 14/34 (41%)– Winners: 39 vs 22– Unforced Errors: 16 vs 16– Service Points Won: 58/89 (65%) vs 59/101 (58%)– Return Points Won: 42/101 (42%) vs 31/89 (35%)– Total Points Won: 100/190 (53%) vs 90/190 (47%)
    SERVICE SPEED:– Max Speed: 208 km/h (129 mph) vs 223 km/h (138 mph)– 1st Serve Average Speed: 182 km/h (113 mph) vs 201 km/h (124 mph)– 2nd Serve Average Speed: 147 km/h (91 mph) vs 145 km/h (90 mph) LEGGI TUTTO

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    Fritz e Pegula chiedono cambiamenti nel Tennis Olimpico

    Taylor Fritz e Jessica Pegula nella foto – Foto Getty Images

    Taylor Fritz e Jessica Pegula, stelle del tennis statunitense, sono pronti a difendere il titolo conquistato l’anno scorso negli Stati Uniti alla United Cup. Tuttavia, la loro conferenza stampa pre-torneo ha sollevato alcune questioni importanti riguardo alla complessità del calendario tennistico in un anno olimpico, esprimendo malcontento per alcune norme esistenti e suggerendo cambiamenti sostanziali per le future edizioni.
    I tennisti professionisti di oggi si trovano ad affrontare un calendario sempre più fitto di impegni, che si traduce in una crescente frustrazione dovuta alla frequente sovrapposizione di eventi. Nonostante i miglioramenti nella prevenzione e nel trattamento delle lesioni, la quantità di partite, unita ai frequenti cambi di superficie, rappresenta una sfida ardua per qualsiasi atleta d’élite. La stagione 2024 vede l’aggiunta dei Giochi Olimpici, che intensificano ulteriormente la già fitta agenda dei migliori giocatori del mondo, costringendoli a effettuare transizioni straordinariamente rapide tra diverse superfici di gioco.
    Fritz Contesta una Regola e Propone Cambiamenti nel RankingTaylor Fritz ha espresso particolare insoddisfazione per una regola che lo obbliga a partecipare a una fase di Coppa Davis per qualificarsi alle Olimpiadi di Parigi 2024. “Questa norma influisce notevolmente sulla mia pianificazione. Dopo l’Open d’Australia, mi recherò in Lituania solo per rispettare questa regola. È un sacrificio che faccio per vivere l’esperienza olimpica, che considero cruciale in questa fase della mia carriera”, ha spiegato Fritz, con l’occhio lungo alla conquista di una medaglia olimpica, soprattutto in vista di Los Angeles 2028. Ha inoltre proposto che i punti ranking ATP vengano assegnati anche per le prestazioni nei Giochi Olimpici, sottolineando la perdita di opportunità di guadagnare punti in altri tornei durante quel periodo.
    Pegula Sostiene l’Idea di un Torneo Olimpico a Squadre NazionaliJessica Pegula ha espresso un’opinione ancora più radicale. Con l’intenzione di partecipare sia nel doppio femminile che nel misto a Parigi, Pegula ha proposto che i Giochi Olimpici dovrebbero essere trasformati in un torneo per squadre nazionali. “Trovo frustrante dover affrontare un’altra giocatrice del mio stesso paese. Amo lo spirito di squadra e il supporto reciproco tra compatrioti. Forse si potrebbe considerare qualcosa di simile a questa United Cup per i Giochi Olimpici”, ha dichiarato Pegula, sottolineando la sua preferenza per un approccio di squadra che rifletta maggiormente lo spirito olimpico.
    Fritz e Pegula hanno aperto un dibattito importante sulle regole attuali e sul formato dei tornei, specialmente in un anno così intenso come quello olimpico, sollevando questioni che potrebbero portare a cambiamenti significativi nel tennis professionistico.Francesco Paolo VIllarico LEGGI TUTTO

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    Un nuovo nircuito potrebbe rivoluzionare il panorama del tennis mondiale. Taylor Fritz è a favore di questo cambiamento

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    In un mondo del tennis sempre più in fermento, è emersa la suggestiva ipotesi di un nuovo circuito che potrebbe rivoluzionare l’attuale schema dei tornei. La voce di corridoio, ancora non ufficializzata, parla di un possibile circuito parallelo che ingloberebbe i tornei del Grand Slam e i Masters 1000. La proposta ha già trovato un sostenitore d’eccezione: Taylor Fritz, attuale numero 10 della classifica ATP.
    Durante un’intervento riportato da tennishead, Fritz ha espresso un parere decisamente positivo: “È un’ottima idea. Dovremmo avere circuiti separati. Chi gioca nel circuito principale dovrebbe essere pronto ad affrontare tutti i grandi appuntamenti. Tutti questi eventi dovrebbero avere un tabellone leggermente più ampio per permettere la partecipazione di quasi tutti i giocatori tra i primi 100 del mondo. Onestamente, questi sono gli unici tornei che dovremmo giocare”.
    Fritz immagina quindi un calendario semplificato, composto da soli 14 tornei principali. “Questo renderebbe il tennis più semplice da seguire per i fan, che dovrebbero concentrarsi solo su questi eventi. Non ci sarebbero giocatori che accumulano punti in tornei minori come i 250 o i 500 e, soprattutto, non ci sarebbe un calendario folle per noi giocatori”.
    L’idea di un circuito ristretto ma di alta qualità trova consensi anche tra gli addetti ai lavori. Craig Tiley, direttore dell’Open di Australia, ha accolto con favore il concetto: “La visione di una ‘tour premium’ per il futuro dello sport è stata discussa per anni. È un’opportunità fantastica per il tennis di offrire un prodotto più coordinato e di qualità superiore”.
    Nonostante non vi sia ancora nulla di concreto, e le fonti ufficiali non abbiano rilasciato dichiarazioni in merito, il fermento è palpabile. Gli Slam, col loro fascino e la loro storia, hanno sempre rappresentato l’apice della visibilità e del guadagno per i tennisti. Un nuovo circuito, più snello e focalizzato, potrebbe non solo mantenere questo status ma anche elevare il livello generale del tennis mondiale. Sarà questo il futuro del tennis? Saranno i giocatori, con il loro supporto, a determinare l’evoluzione di questo sport tanto amato.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Fritz si ritira da Bercy per un infortunio muscolare, addio al sogno Finals

    Taylor Fritz, attualmente n.10 nella Race to Torino

    Brutte notizie per Taylor Fritz. L’americano nel corso del suo match di primo turno al Masters 1000 di Parigi Bercy contro l’argentino Sebastian Baez ha accusato un problema muscolare all’addome. È riuscito a completare e vincere l’incontro, anche grazie ad un trattamento del medico in campo, ma oggi si è sottoposto ad accertamenti e il responso per lui è stato davvero negativo. L’infortunio alla muscolatura – i famigerati obliqui che tanto hanno fatto penare Matteo Berrettini – lo costringono a gettare la spugna per non aggravare la situazione. È un brutto colpo, non solo per il torneo: il californiano era ancora pienamente in corsa per un posto alle ATP Finals di Torino, che a questo punto svaniscono essendo attualmente nella Race al decimo posto dietro a Rune e Hurkacz.
    “Sono affranto per dovermi ritirare con così tanto in gioco”, ha scritto Fritz sui social media. “Tutto quello che volevo era la possibilità di lottare per un posto a Torino, ma dopo aver fatto oggi una risonanza al mio obliquo, semplicemente non mi è possibile giocare. È tempo di riabilitazione e spero di tornare in campo il prima possibile”.

    Get well soon, Taylor 👍@Taylor_Fritz97 has withdrawn from the #RolexParisMasters due to an abdominal injury. pic.twitter.com/iDlqyUYiUM
    — ATP Tour (@atptour) October 31, 2023

    Ipoteticamente c’è ancora una chance per Fritz: segue Holger Rune, ottavo in classifica, per 190 punti nella Race To Torino. L’americano è comunque iscritto al Sofia Open della prossima settimana, dove in caso di vittoria potrebbe intascare 250 punti. Ma oltre alle sue condizioni fisiche, che probabilmente non gli permetteranno di giocare in Bulgaria, ormai il suo destino non più nelle sue mani. Infatti se Rune riuscirà a sconfiggere Thiem al secondo turno di Parigi Bercy, Fritz verrebbe eliminato matematicamente dalla corsa alle Finals di Torino. LEGGI TUTTO

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    Djokovic: “Il silenzio dell’ATP sul tema delle palle è inammissibile”. I tennisti chiedono a gran voce un intervento

    Novak Djokovic (foto Getty Images)

    La parole al “veleno” di Pablo Carreno riportate ieri non hanno fatto altro che buttare benzina sul fuoco sulle accese polemiche per le palle adottate nei tornei del tour Pro. Per l’ex top10 iberico il suo infortunio al gomito è strettamente connesso alle palle utilizzate, cambiate di continuo e soprattutto troppo dure, pesanti e poco durevoli, tanto da costringere i giocatori a uno sforzo eccessivo per farle correre e sottoponendo così tendini e muscoli a stress eccessivi. Quella di Carreno è stata l’esternazione più dura, ma solo l’ultima di una lunghissima serie di lamentele, accese già nei primi mesi dell’anno e acuite di recente.
    “Queste palle fanno schifo” aveva detto più volte Medvedev, e pure Tsitsipas ha legato i propri problemi alla spalla ai difetti delle palle. Stan Wawrinka (uno dei più attenti a difendere le condizioni per i giocatori) aveva fatto da cassa di risonanza alla denuncia del belga Zizou Bergs, che, infortunatosi ai tendini, aveva detto: “Sono tanti i giocatori che soffrono di problemi al polso, che potrebbero essere prevenuti non cambiando palle continuamente e usando palle diverse”. Immediata la risposta di Taylor Fritz, che ha commentato stizzito: “Sto accusando dolori al polso dall’inizio della US Open series per colpa dei cambi di palle, 3 tipi diversi in 3 settimane”.

    Have been dealing w wrist issues since beginning of USO series cause of ball changes✌🏻we went 3 different balls in 3 weeks https://t.co/018jWjFPTC
    — Taylor Fritz (@Taylor_Fritz97) September 30, 2023

    Queste solo alcune delle lamentele, fino alle accuse vere e proprie. Il portoghese Gastao Elias è andato giù pesante: “Esigo che l’ATP paghi tutta la fisioterapia che mi servirà dopo aver giocato con queste palle con cui ci fanno giocare. Sono sul tour da molti anni e non ho mai visto niente del genere. QUESTO È IUMANO!“. Tennys Sandgren conferma, “Mai visto niente del genere” e pure le donne non se la passano affatto meglio. Lauren Davis scrive “Sono d’accordo, mi sono spezzata una spalla per colpa di queste palle” e Paula Badosa rincara la dose: “Non è problema solo dell’ATP, anche nei tornei WTA abbiamo gli stessi problemi, dobbiamo cambiare tutto e in entrambi i circuiti”.

    I demand @atptour to pay for all the physiotherapy I will need after playing with these balls they are making us play with. I’ve been on tour for many years and I’ve never seen anything like this.THIS IS INHUMANE!
    — Gastão Elias (@GastaoElias) October 9, 2023

    Una situazione pesante, che stiamo riportando da mesi ma per la quale al momento non si intravede una soluzione poiché dalla cabina di regia (ATP, Slam, ITF) niente trapela a proposito di qualche cambiamento. Proprio su questo punta il dito il più forte, il n.1 Novak Djokovic, che sposa in pieno la battaglia dei colleghi affermando in un’intervista al media Sporcle che il silenzio dell’ATP sulla questione è “inammissibile”.
    “C’è sicuramente una connessione tra i frequenti infortuni al polso, al gomito e alla spalla con i cambi di palla“, afferma Djokovic. “Sono assolutamente favorevole alla scelta di una palla con cui giocare tutti i tornei ATP. Dobbiamo semplicemente trovare un modo per unirci, in modo che in ogni evento dell’ATP Tour abbia una sola palla con cui giocare, a seconda della superficie. A volte il cambio di palle avviene tre volte in tre settimane a seconda di dove giochiamo, e influisce sulla salute dei giocatori e sulle articolazioni stesse”.
    Ecco la stoccata di Djokovic all’ATP su questo tema assai rilevante: “Sostengo i giocatori che si lamentano e chiedono all’ATP di trovare un modo per risolvere la questione. Devono trovare una soluzione. Non ho visto alcun comunicato dell’ATP in merito alle lamentele dei giocatori e queste sono cose per me incomprensibili. Non è ammissibile che non ci sia una sola parola. Quando i giocatori, anche quelli di alto livello che hanno più risonanza, cercano di contattarti in pubblico e ti dicono ‘Ehi, parliamo di quell’argomento’, devi fare una dichiarazione, rivolgerti a loro e dire ‘Ok, capiamo, sediamoci al tavolo, parliamo.’ Non capisco perché da parte loro c’è silenzio.“
    “Spero che capiscano che deve esserci semplicemente una comunicazione diretta. Allo stesso modo, bisognerebbe annunciare pubblicamente che hanno ricevuto queste informazioni e che ci stanno lavorando per trovare una soluzione accettabile. Il silenzio non cambierà nulla” conclude Djokovic.
    Tra i tanti tempi “caldi” sul tour, dal calendario alla Davis, passando per montepremi, stress mentale e quant’altro, quello della salute dei giocatori deve essere prioritario. E con la parola “salute” possiamo anche intendere in modo allargato “forma e condizione”. Se andiamo a guardare quest’annata 2023, sono pochissimi i giocatori che sono riusciti a brillare e dare il meglio del proprio gioco e prestazione per lunghi periodi di tempo. Djokovic, il più forte e vincente, ha centellinato – da campione – le proprie apparizioni trovando il picco nei Majors, dove ha raggiunto 4 finali vincendone 3. Top. Ma gli altri? Eccetto Medvedev nei primi mesi dell’anno, quando ha trovato una fantastica striscia vincente, tutti hanno sofferto di momenti di appannamento e pesanti alti e bassi dovuti quasi sempre ad acciacchi e problemi fisici. Anche giocatori di 24, 22, 20 anni. Moltissimi i problemi a tendini e articolazioni. Questo dovrebbe essere IL tema sul tavolo, perché la salute dei giocatori deve essere la priorità, e pure se vogliamo guardare la questione in modo più “freddo”, considerando il tutto a livello di “prodotto” inteso come entertainment. Che prodotto offre una disciplina quando i suoi interpreti più in vista sono spesso acciaccati, rotti o scontenti? In tutto questo le palle sono uno dei problemi, a detta dei giocatori uno dei più importanti.
    Chiunque ha disputato tornei quest’anno, ma potremmo dire da un bel po’ di tempo, conferma che il gioco è terribilmente duro e stressante, per colpa di condizioni generali che hanno rallentato eccessivamente la velocità media. Palle soprattutto, ma anche superfici. Devi spingere a tutta per trovare un punto vincente, a meno di non voler spostare la disciplina su maratone lentissime e infinite degne delle paludi del rosso anni ’70… Per spingere devi fare sforzi enormi perché ‘ste palle sono pesanti, dure, perdono tono ed elasticità. Non vanno. Ogni botta che tiri è un contraccolpo pesante a polso, gomito, braccio, spalla. E per dare spinta stressi al massimo tronco, anche, ginocchia. Kaput. Il giovane più forte al mondo, Carlos Alcaraz, è spesso vittima di problemi, eppure ha un fisico spaziale. Tutto questo dovrebbe far scattare non un campanello d’allarme ma una vera e propria sirena, all’attenzione di tutti coloro che governano la disciplina, ITF e Slam inclusi. È così difficile capire le richieste dei giocatori, intervenire sulle palle (e magari anche sulle superfici) per offrire un prodotto diverso? Creare delle condizioni differenti grazie alle quali i giocatori possono produrre un gioco più veloce e offensivo, meno duro e impattante sul fisico, con scambi più brevi e così stressare meno il corpo? Non sembra una via difficile da prendere. Se la si vuol prendere. 
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Fritz estromette il campione in carica Tsitsipas. Il botta e risposta sulle firme in campo

    I polemici saluti dei due tennisti

    Con una prestazione di grandissimo livello, Taylor Fritz ha estromesso il campione in carica del Masters 1000 di Monte Carlo Stefanos Tsitsipas, un 6-2 6-4 piuttosto eloquente, che non lascia dubbi su chi sia stato il migliore giocatore in campo nel secondo quarto di finale.
    È un successo assai rilevante quello del californiano: è la sua prima semifinale nel torneo in un torneo M1000 su terra battuta, e la prima a questo livello di tornei al di fuori da Indian Wells (torneo che ha vinto nel 2022). È la prima semifinale di un tennista statunitense a Monte Carlo dopo 20 anni, l’ultimo a riuscirci fu Vince Spadea, poi sconfitto in “semi” dal futuro campione Juan Carlos Ferrero.

    TAYLOR-MADE 🇺🇸@Taylor_Fritz97 takes down two-time Monte Carlo defending champion Tsitsipas 6-2 6-4 in emphatic fashion!#RolexMonteCarloMasters pic.twitter.com/udP9oeiIFU
    — Tennis TV (@TennisTV) April 14, 2023

    Questo successo riporta in auge un tennista statunitense sul rosso dopo Reilly Opelka, che clamorosamente si issò tra i migliori quattro dell’edizione 2021 degli Internazionali d’Italia, e prima di allora è necessario tornare piuttosto indietro per ritrovare altre prestazioni simili.
    Curioso e polemico a fine partita il classico saluto firmato sulla telecamera a bordo campo. Fritz infatti ha scritto “USA Clay????”, in polemica proprio contro Tsitsipas, che in precedenza aveva scritto dopo il suo successo “Un campo in terra negli USA è come un unicorno su di un skateboard”.
    In semifinale Fritz sfiderà Rublev, tennista con risultati migliori sul rosso, ma i confronti diretti segnano un 4-2 a favore dell’americano. LEGGI TUTTO