consigliato per te

  • in

    Fritz: “Alcaraz ha tutti i colpi, trova il vincente in ogni modo e si adatta all’avversario. Ha un ritmo insostenibile”

    Fritz si congratula con Alcaraz

    Taylor Fritz la scorsa notte è stato battuto nettamente dal giovane n.1 Carlos Alcaraz nei quarti di finale del Miami Open. Se lo ricorderà a lungo il californiano questo primo confronto contro il “fenomeno” del tennis moderno, un giocatore che l’ha impressionato per velocità, ritmo, capacità di trovare il punto vincente con ogni soluzione possibile e tenendo un ritmo impossibile da sostenere. Nel dopo partita, Fritz ha parlato in modo lucido del match appena conclusao, tracciando un’analisi molto interessante della forza di Alcaraz, che ben spiega quanto sia difficile affrontarlo. A suo dire, in rapporto alla giovane età, Carlos possiede un tennis quasi perfetto, superiore ad ogni avversario da lui incontrato.
    “Ero pronto per il suo ritmo” afferma Fritz. “All’inizio, quando incontri qualcuno per la prima volta, cerchi di capire quali colpi ti daranno più punti, con quali soluzioni lui può metterti in difficoltà e quali no… Purtroppo ho giocato il primo game al servizio in modo troppo prudente, non volevo commettere errori ma lui così mi ha punito. Subito. In quel momento ho capito che dovevo dare più velocità alla palla. Si trattava di trovarla, e penso di averla trovata dal secondo gioco in poi. Penso che il mio secondo turno di servizio sia stato il gioco di livello più alto dell’intera partita. Carlos stava trovando vincenti da tutte le parti, anche andando sopra ai miei colpi aggressivi … Sentivo che se quello fosse stato il livello dell’intera partita, sarebbe stata davvero dura reggere. Ha iniziato la partita alla grande, con molti punti a suo favore, ma da quel momento in poi ho trovato il mio ritmo. Ci sono stati molti scambi nei quali pensavo di poterlo contrastare e superare, invece mi ha fatto il punto”.
    Continua Taylor l’analisi del match: “Carlos difficilmente ti dà punti gratis, devi lavorare sodo per vincere praticamente ogni scambio. Ha giocato i punti importanti in modo sorprendente. Per quanto riguarda il mio tennis, non puoi permetterti di perdere il turno di servizio all’inizio di entrambi i set. Volevo davvero iniziare il secondo set alla grande: a volte entri in campo e senti di non esserti adattato alla velocità con cui verrà giocato l’incontro, è successo a me nel primo set e questo mi è costato il break, ma dopo ho sentito che stavo giocando molto bene. Non aveva avuto più opportunità di brekkarmi, quindi ho sentito che nel secondo set avrei avuto una grande opportunità. Invece ho buttato via di nuovo il mio primo game di servizio, quel momento è stato demoralizzante, ancora una volta dovevo rimontare. Se giochi contro il miglior giocatore del mondo, non puoi perdere il servizio all’inizio di ogni set”.
    Ecco il passaggio in cui Taylor parla della differenza di Alcaraz rispetto al resto degli avversari, quello che rende fortissimo e davvero difficile da controbattere: “Non si tratta di quello che ho provato oggi sulla mia pelle, ma di quello che abbiamo visto tutti da un po’ di tempo. L’ho detto già un anno fa, per quanto è giovane, Carlos ha tutti i colpi e può fare quel che vuole. Può andare a rete, può farti la palla corta, ti supera a rete con un lob, è incredibilmente veloce, è molto forte fisicamente, il suo diritto è ottimo e anche il suo rovescio. È assurdo vedere un tennis così sviluppato e completo in qualcuno così giovane, sentire che non avrebbe quasi bisogno di svilupparlo oltre. Può giocarti in così tanti modi, può decidere e variare la sua tattica a seconda degli avversari che ha di fronte perché possiede tutte le armi possibili. Parlando della partita di oggi, ho sentito che il livello dei primi tre game era assolutamente insopportabile. Ha tirato delle risposte vincenti impattando la palla in modo pulito a 177 km/h quando gli servito al corpo. Io entro e spacco la palla con dei rovesci incrociati a tutta, e in cambio lui ottiene dei vincenti in lungo la linea come se niente fosse. È evidente che ha quel livello”.
    Scontato il paragone con i “big three” dell’epoca moderna. Il parere di Fritz: “Direi che è qualcosa che nessuno di questi ragazzi (Federer, Djokovic, Nadal) aveva in così giovane età. Quando ho giocato contro di loro, mi sembrava di avere più tempo per respirare rispetto al match di oggi contro Alcaraz. Sono stili di gioco diversi. Novak produce scambi lunghi, spostandoti poco a poco fuori posizione e superandoti, ma senti di poter reggere quegli scambi per un periodo di tempo più lungo e magari trovi un’opportunità per attaccare. Lui oggi è stato molto più offensivo e mi ha imposto una pressione insostenibile“.
    Dichiarazioni davvero “forti”, quelle di qualcuno che si è sentito come investito da un treno in corsa… Il treno che corre a velocità folle è quello di Alcaraz. Sinner stanotte (non prima dell’1) avrà di fronte la possibilità di prendersi la rivincita dopo la sconfitta patita pochi giorni fa a Indian Wells. Sarà un’altra sfida molto intrigante ma davvero difficile. Entrambi sono in grande forma, non resta che preparare il popcorn (o meglio il caffè…!) e godersi lo spettacolo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Fritz: “Con Federer, Djokovic e Nadal in campo, vincere un grande torneo era improbabile, ora abbiamo una mentalità diversa”

    Taylor Fritz

    Taylor Fritz dopo la sua vittoria a Miami contro Emilio Nava ha parlato alla stampa in modo assai franco. Pur essendo un top10, vincitore a Indian Wells lo scorso anno, ha ammesso che oggi la situazione è cambiata e ci sono vari tennisti che possono puntare a vincere uno dei maggiori tornei, vista l’essenza dei famosi “Big Three” (Federer, Djokovic e Nadal). A detta del californiano infatti, la presenza dei super campioni dell’epoca recente rendeva la vita degli altri molto molto difficile, anche proprio dal punto di vista mentale e dell’approccio agli stessi tornei.
    “Lo dico da un po’ di tempo. È molto stimolante adesso partecipare a questi tornei, poiché c’è la sensazione che chiunque possa vincere. Ci sono circa 10 o 15 candidati reali per la vittoria. Chi sta giocando meglio in quella settimana, se la prende. Potrebbe essere la settimana della tua vita, e penso che sia davvero emozionante. Molte cose sono cambiate per me nell’ultimo anno e mezzo. Ho sempre voluto vincere i tornei, ma la maggior parte delle volte sentivo che era molto improbabile che accadesse con Federer, Djokovic e Nadal in tabellone, vista la loro invincibilità. È fantastico avere la sensazione di poter arrivare ai tornei con la possibilità di vincerlo, come molti altri tennisti. C’è una diversa mentalità e lo si vede anche in campo per come approcciamo le partite“.
    Fritz crede che la generazione attuale di tennisti USA sia molto più presente anche al di fuori dal campo, cercando di coinvolgere maggiormente i giovani connazionali e spingendoli a seguire e praticare il tennis: “La generazione precedente alla nostra pensava solo a giocare. Non credo che a loro importasse molto della loro popolarità e di promuovere il gioco. Non c’è niente di sbagliato in questo. Non c’è niente di sbagliato nel voler giocare a tennis e avere la propria vita e basta. Ma penso che questo gruppo, Frances Tiafoe, Tommy Paul o io, ci preoccupiamo di far crescere lo sport al di fuori del tennis nel nostro paese, convincere più fan a guardarlo e raggiungere il livello di popolarità negli Stati Uniti che hanno altri sport”. LEGGI TUTTO

  • in

    Nadal rinuncia alla ricca esibizione a Las Vegas contro Alcaraz

    Il momento dell’infortunio di Nadal a Melbourne

    Dopo il forfait ai tornei di Doha e Dubai, Rafa Nadal ha confermato che non prenderà parte nemmeno alla ricca esibizione programmata per il prossimo 5 marzo a Las Vegas, dove avrebbe dovuto affrontare Carlos Alcaraz nell’arena del MGM Grand Garden, teatro di alcuni dei più grandi match di pugilato e concerti. Lo spagnolo è ancora alle prese con la riabilitazione dall’infortunio patito alla gamba sinistra all’Australian Open, dove  da campione in carica perse al secondo turno contro l’americano Mackenzie McDonald.
    “Purtroppo, il tempo della mia guarigione mi rende impossibile essere pronto per giocare. Sono sicuro che troveremo un’altra data per celebrare questo evento e divertirci”, ha annunciato Nadal in una nota. L’organizzazione dell’evento è corsa ai ripari, invitando i due migliori tennisti statunitensi del momento, Frances Tiafoe e Taylor Fritz, che si sfideranno tra loro e il vincente quindi affronterà Alcaraz.

    🎾 Big News! 🎾Taylor Fritz and Frances Tiafoe are joining MGM Rewards The Slam! On March 5th at the MGM Grand Garden Arena, @Taylor_Fritz97 will face @FTiafoe with the winner going toe-to-toe against World No.1 @carlosalcaraz.
    Learn more at https://t.co/nvagAAhIhl pic.twitter.com/p9RxV8jnvf
    — MGM Grand Hotel (@MGMGrand) February 17, 2023 LEGGI TUTTO

  • in

    La diversità dei tennisti USA. Gilbert: “I nuovi giovani sono tutti diversi. Finalmente…”

    Sebastian Korda a Melbourne (foto Getty Images)

    La novità più interessante degli ultimi Australian Open è stata certamente il ritorno del tennis a stelle strisce. Alla fine il titolo è andato al più forte, Novak Djokovic, ma è indubbio che gli statunitensi dopo anni di vacche magrissime sono tornati protagonisti. Tommy Paul è giunto in semifinale, due giovani come Korda e il sorprendente Shelton nei quarti. Nonostante il deludente torneo di Taylor Fritz, considerato da molti alla vigilia uno dei possibili “underdog”, i tennisti americani hanno confermato la crescita generale del loro movimento che, anche a livello di quantità, è tornato ad essere importante. Nel ranking ATP di questa settimana infatti c’è un top10 (Fritz), altri due top20 (Tiafoe e Paul) e in totale ben 10 nei primi 50. Ancor più interessante il dato se rapportato all’età dei top50: eccetto il super veterano Isner (37 anni), gli altri sono tutti al massimo 25enni. 
    Oltre all’ottimo numero di giocatori a stelle e strisce nei piani alti della classifica, quello che è interessante sottolineare è la diversità degli stessi giocatori. Tutti tennisti piuttosto offensivi, dotati di un tennis aggressivo alla ricerca del punto vincente, ma con caratteristiche tecniche e peculiarità assai diversificate. Si va infatti dal gioco a tutto campo di Fritz a quello più estemporaneo di Tiafoe, continuando con la progressione di Paul, pulizia d’impatto ed eleganti geometrie di Korda, la continue variazioni “sotto ritmo” di Brooksby, la potenza dirompente di Shelton, la fantasia di Wolf, il super servizio di Opelka, la capacità difensiva e pressing di Nakashima. C’è davvero un po’ di tutto e questo non è affatto scontato per il tennis USA. Uno dei principali “problemi” che ha afflitto le ultime generazioni di giocatori statunitensi è stato proprio la mancanza di diversità, l’aver perseguito un solo modello di gioco: gran fisico, servizio potente e diritto pesante su palla alta. Stop. Un idealtipo che ha certamente funzionato qualche lustro addietro, quando il tennis si stava spostando verso un gioco sempre più aggressivo e di pressione da fondo campo, ma non più sufficiente dal nuovo millennio, quando i migliori giocatori al mondo sono diventati via via sempre più completi, rapidi, flessibili e pronti a passare da difesa ad attacco con un bagaglio tecnico mediamente piuttosto evoluto. Non è un caso da molti anni il tennis di vertice è Europa-centrico: tennisti cresciuti con scuole più reattive al cambiamento, con l’ausilio del tennis sul “rosso” che permette da giovanissimi di affinare meglio la tecnica dovendo affrontare situazioni di gioco meno uguali rispetto ai campi rapidi; con maestri e accademie che hanno maggiormente assecondato le peculiarità di ogni ragazzo, invece di forzarne la direzione tecnica verso un solo modello. Tutti tendono all’efficacia più che alla fantasia, ma lasciando comunque spazio alla differenziazione. Del resto, è la differenza e l’unicità che creano un crack. Un vantaggio competitivo.
    Proprio questo ha parlato Brad Gilbert, ex top10 poi coach e oggi stimato analista di tennistv. Il californiano ha confermato le parole di Shelton in merito alla sua capacità di giocare molto bene anche su terra battuta, e che mediamente i giovani tennisti statunitensi arrivati nei piani alti del ranking hanno un tennis più completo, moderno e soprattutto vario tra di loro.
    “Dopo molti anni, credo che nel 2023 e da qua in avanti potremo (tennis statunitense) fare bene anche in Europa in primavera sulla terra battuta. Prendiamo per esempio Ben: con quel servizio esplosivo, la sua forza nelle gambe e il suo movimento eccellente da fondo campo, Shelton potrebbe essere molto interessante sulla terra battuta”. afferma Gilbert.
    “Sono sicuro di una cosa, e non da oggi: i tennisti americani non sarebbero tornati ai vertici della disciplina finché non fossero diventati abbastanza bravi sulla terra battuta. Non è un discorso di vincere i tornei lì, ma per la qualità del gioco espresso. Troppi dei nostri ragazzi erano solo un servizio e un dritto. Da anni questo non basta più. Ora molti dei nostri ragazzi sono più atletici, quindi possono fare più cose. La cosa bella dei giocatori USA attuali è che giocano tutti in modo diverso. Non sono lo stesso tipo di giocatore, ed è interessante osservarli”.
    “Abbiamo avuto un lungo periodo in cui i nostri ragazzi hanno saltato quasi del tutto la stagione sulla terra battuta”, conclude Brad. “Diversi anni fa avevi forse uno o due ragazzi nei tabelloni dei maggiori tornei in Europa, erano exploit isolati. Credo che nessuno di loro si sentirà solo quest’anno, avrà altri connazionali in gara”.
    Un punto di vista interessante che conferma in pieno la nostra visione. Il tennis si è spostato sempre più verso atleti migliori, con poche debolezze importanti e capaci di rendere lungo tutto l’arco dell’anno. Per tornare ai vertici, anche il “gigante” USA ha dovuto rimboccarsi le maniche e studiare il lavoro fatto (bene) in Spagna, Italia, Francia, nelle migliori accademie e centri di allenamento di alto livello europei. Vedremo se in questa nuova generazione a stelle e strisce ci sarà finalmente un campione Slam, manca da venti anni (Andy Roddick – US Open 2003). Oltre a Fritz, è molto probabile che già alla fine di questa stagione altri tennisti statunitensi siano in top10 o a ridosso, e soprattutto protagonisti nei massimi appuntamenti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Australian Open: Djokovic è “l’uomo solo al comando”

    Novak con la coppa degli AO21

    “Un uomo solo al comando; la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi”. Con questa storica frase il giornalista Mario Ferretti aprì la sua radiocronaca della Cuneo-Pinerolo, terz’ultima tappa del Giro d’Italia del 1949. Un’affermazione diventata leggendaria, che rubiamo e trasformiamo in salsa tennistica in “Un tennista è nettamente favorito per gli Australian Open; la sua t-shirt è quella del coccodrillo, il suo nome è Novak Djokovic”. Inutile girarci intorno: nonostante “Nole” abbia accusato qualche fastidio alla gamba, è lui il grande, grandissimo favorito per il primo Slam del 2023. Tanti, troppi i motivi che lo issano a futuro campione del torneo a lui più caro. Punta alla decima coppa, mai nessuno si è spinto tanto in avanti nel primo Slam dell’anno. Il suo tennis, un mix superbo di difesa e attacco, a tratti meccanicamente perfetto, è ideale per le condizioni del sintetico australiano. Dal 2008, anno del suo primo successo Slam, proprio a Melbourne, le sue sconfitte si contano sulle dita di una mano: 2009 (ritiro vs. Roddick), 2010 (l. Tsonga, nel suo anno difficile per i tanti cambiamenti tecnici oltre all’attrezzo), 2014 (l. Wawrinka, stellare il torneo di Stan), 2017 (l. Istomin al secondo turno, ma era palesemente in difficoltà) e 2018 (l. Chung, netto in tre set). Poi solo vittorie, battendo soprattutto Andy Murray ma anche Nadal, Medvedev, Thiem, e per la strada anche Federer e tutti i più forti avversari.
    Quando Djokovic arriva in Australia in salute, praticamente non lo batti. Questa è una sentenza, un po’ come Nadal a Parigi. Djokovic quest’anno è ancor più un uomo in missione. Vuole vincere lo Slam n.22, per poi puntare in stagione al ventitreesimo (incredibile a pensarci solo un lustro fa…) Major in carriera. Vuole tornare a vincere soprattutto per riprendersi quel trono da cui è stato scalzato non in campo ma da altro. Riaffermare la propria forza, forte di un finale di stagione scorsa clamoroso, quasi immacolato. Da n.1. Con buona pace di Alcaraz, e nonostante le dichiarazioni di facciata, tutti sanno che il vero n.1 del tennis oggi è ancora lui, Novak Djokovic. “Nole” vuole riprendersi tutto, nel suo torneo, vittoria, coppa, n.1. Tutto. E tutto lascia pensare che nessuno lo fermerà. Tuttavia… nessuno o quasi ipotizzava che potesse perdere allo US21, quando arrivò ad un passo dalla storia con la S grande, quel Grande Slam stagionale scappatogli di mano per troppa tensione. Sta a Novak stavolta esser più tosto di tutto e di tutti. Il suo tabellone è discreto: Dimitrov al terzo turno (Grigor ha giocato spesso molto bene a Melbourne), quindi probabilmente Carreno Busta e nei quarti uno tra Rublev, Rune o Kyrgios. Nick a casa sua può essere minaccioso, forse più un Rune per ora così così. Ma ripeto ancora: dipende da Novak. Se gioca al suo top, lo vedremo dritto in finale tra due settimane. 
    Contro chi? La parte alta è assai interessante, e di non facile pronostico. Rafa Nadal per una volta non ha fatto mani-avantismo, dicendosi felice della sua forma anche se non ha ancora vinto un singolo match nel 2023. Per assurdo il match più tosto è quello d’esordio: Jack Draper è uno dei giovani più migliorati nel 2022, è mancino, ha servizio, sta bene in campo e lotta. Tira forte e non soffrirà la diagonale col diritto mancino di Rafa. Ovviamente Nadal è favorito, ma è un match da prendere subito con il massimo dell’attenzione. Se il maiorchino passa, poi l’ostacolo potrebbe essere Khachanov o più verosimilmente Medvedev nei quarti. Re-match della finale 2022. Ma Daniil ha tanto da dimostrare, perché da mesi soffre e ha sempre pagato in tutti i match duri, punto su punto, con tiebreak e fasi tirate. Ancora nella sua testa aleggiano maligni i fantasmi della finale 2022, che ha un po’ “regalato” proprio a Nadal rimettendolo in pista quando l’iberico era aggrappato al match con l’ultima unghia del mignolo, sospeso nel precipizio della sconfitta.
    È assai più complicato e di difficile pronostico l’altro quarto di finale della parte alta, con Tsitsipas, Auger-Aliassime, Sinner, Norrie, Coric e Cerundolo. Proprio il croato e il britannico potrebbero essere due sorprese e lottare seriamente per un posto in SF contro Nadal. Speriamo possa arrivarci Sinner (o Musetti) ma è certamente lo slot di tabellone più complicato e meno prevedibile. Spesso nel primo Slam dell’anno c’è una grande sorpresa almeno in semifinale, pertanto consigliamo di monitorare attentamente quest’area. Tsitsipas è avvertito…
    Possibili outsider? Non è mai facile puntare su qualche underdog, ancor più nel primo Slam in stagione, con i tennisti ancora da verificare per condizione. Sarebbe bello vedere Zverev in grande ripresa, dopo aver patito un terribile infortunio in campo contro Nadal a Parigi. Nella parte bassa attenzione anche a Fritz, che in United Cup ha confermato di esser ormai un tennista pronto al grande risultato anche negli Slam. Finora il californiano ha raggiunto i quarti solo a Wimbledon 2022; il suo obiettivo sarà cercare la semifinale, affrontando probabilmente Ruud o Matteo Berrettini.
    Degli italiani abbiamo già trattato in altro articolo. Qua solo ricordiamo che Berrettini difende la semifinale 2022, ha un discreto tabellone ma deve stare attento al “solito” ottimo Bautista Agut di inizio stagione, e poi a Ruud, che per ora ha convinto ben poco nei primi match ma in uno Slam, tre su cinque, la musica cambia. Casper ormai è tennista di grande livello, ha disputato due finali Slam nel 2022 e quindi sarà uno dei giocatori da seguire. La speranza è che magari sia proprio un italiano, il vincitore dell’auspicabile derby Sinner – Musetti, ad essere la sorpresa del torneo, e portarsi molto molto avanti. Un sogno, ma con occhi ben aperti, se i due nostri saranno al 100% fisicamente. Ahi, quanto pesa questo fisico così delicato sotto il tricolore…
    Buon Australian Open a tutti
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Davis Cup Finals: Musetti cede in due set a Fritz, 1 pari tra Italia e USA, si va al doppio decisivo

    Lorenzo Musetti – Foto Sposito

    Lorenzo Musetti non bissa l’impresa di Lorenzo Sonego nei quarti di finale di Coppa Davis a Malaga. Nel secondo singolare di Italia vs. USA, il toscano disputa una buona partita, soprattutto nel primo set, ma cede per 7-6 6-3 a Taylor Fritz in poco più di un’ora e mezza di gioco. Lorenzo ha giocato alla pari il primo set, lottassimo, terminato al fotofinish del tiebreak. Un tiebreak in cui è stato avanti 5-3 e nel quale ha avuto due set point. Ha giocato il primo, rischiando in risposta sulla seconda palla, ma ha sparato lungo; ingiocabile il servizio di Taylor sul secondo, bravo chiudere la rete sul punto decisivo. All’avvio del secondo parziale Lorenzo ha avuto tre palle break nel primo game, ma Fritz è stato impressionante col servizio, non s’è di fatto giocato, e quindi l’americano ha compiuto l’allungo decisivo a metà parziale. Fino al break, l’incontro è stato davvero equilibrato e combattuto.
    Fritz ha meritato il successo: ha servito benissimo, ha condotto la maggior parte degli scambi tenendo una posizione avanzata e spingendo fortissimo col diritto. Ha fatto sentire in campo la sua presenza, non è mai stato passivo a costo di sbagliare. In pratica non ha mai lasciato che l’azzurro potesse imbastire i suoi scambi e spostarlo. Una tattica perfetta che ha impedito a Lorenzo di governare i ritmi e lavorare la palla, come ama fare per mettere in difficoltà i rivali con la sua fantasia e bagaglio tecnico. Giocando con quella velocità e intensità, il toscano è stato costretto perlopiù a rincorrere, ad adattarsi, ad accelerare a sua volta i tempi di gioco, muovendosi in un terreno che non ama, nonostante sia diventato molto più rapido nel prendere l’iniziativa negli ultimi mesi.
    Musetti è stato bravo a reggere, a correre, a cambiare ritmo quando possibile e produrre molti punti vincenti, sia col servizio che con ottime accelerazioni. Rispetto alle sue ultime ottime prestazioni ha sbagliato qualcosa di più col diritto. Inoltre ha giocato troppo conservativo col rovescio: poche le accelerazioni lungo linea, quelle con cui è solito cambiare ritmo e “spezzare le gambe” al rivale, e rari anche i back di rovescio per spostare l’avversario dalla sua piazzola di tiro ideale. Ma col ritmo imposto dal californiano, non era affatto facile imporre i suoi schemi.
    Ha servito piuttosto bene Lorenzo (due prime in campo su tre e 70% di punti vinti con la prima), la differenza è venuta soprattutto dalla qualità in risposta, spesso molto incisiva quella dell’americano, meno quella dell’azzurro, ma soprattutto per la grande qualità del rivale al servizio (12 Ace, 87% di punti vinti con la prima). Esce dal campo con una sconfitta Musetti, ma anche con la conferma di aver consolidato un livello di gioco pari a quello dei migliori, non ci dimentichiamo che Fritz è un top10 e ha appena giocato le Finals a Torino. Se avesse sfruttato uno dei due set point nel primo set, chissà… La qualificazione in semifinale si decide col doppio, tra poco in campo.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    La seconda partita di quarti di finale Italia vs USA inizia con Fritz al servizio. Con due Ace, muove lo score del match. Più complicato il primo game di Musetti. L’americano è molto aggressivo col diritto e gioca quasi con i piedi in campo, spinge e sposta l’azzurro ben dietro in difesa. Sul 40 pari una risposta violenta di Taylor costa a Lorenzo la prima palla break da difendere. Si salva con una seconda di servizio sulla riga, un grande rischio. 1 pari. È Fritz a condurre il gioco in quest’avvio, anche se commette alcuni errori per troppa spinta. Più agevole il secondo turno di servizio per il toscano, con una prima esterna perfetta si porta 2 pari, è entrato “meglio” in partita. Il set scorre sui turni di battuta, più complicati quelli dell’azzurro, ma il suo diritto ha preso ritmo e trova affondi ottimi, col quello vincente dal centro che gli vale il punto del 3 pari. Nell’ottavo game Taylor punge in risposta (splendido un rovescio inside out), quindi Lorenzo sbaglia malamente un rovescio di contro balzo che gli costa una palla break sul 30-40. Servizio e via avanti a chiudere con lo smash, bravo “Muso” in un momento delicato. Con un nastro “mortale” Lorenzo vince il punto del 4 pari. Fritz capitalizza una posizione più avanzata e colpi mediamente te più incisivi, soprattutto la botta col diritto dal centro; Musetti corre di più e lavora maggiormente il punto, ma è salito di livello e velocità dei colpi. L’equilibrio non si rompe, Fritz si porta avanti 6-5. Sbaglia uno smash Lorenzo (poco equilibrio), ma la prima palla funziona, e anche la smorzata col diritto, 40-15. Un attacco a rete e quindi una bella risposta portano Fritz ai vantaggi. È a due punti dal set l’americano. Un doppio fallo in rete costa a Musetti il Set Point per Fritz. CHE PUNTO! Lo scambio più lungo e intenso del match, da attacco crolla in difesa l’azzurro e ne esce con un diritto cross che pizzica la riga. Ancora è premiata la difesa di Lorenzo, tanta fatica in questa fase (con la prima palla che non va), con il californiano che comanda col diritto, a tratti incontenibile. Con un Ace l’azzurro si guadagna il tiebreak. Ace immediato per Taylor (quinto del match), i suoi punti durano la metà. Ace anche per Musetti, ha assolutamente bisogno dell’aiuto del servizio. Rischia la palla corta col diritto, è millimetrica, 2-1 avanti (e per la prima volta nel match). Sbaglia un diritto d’attacco dopo una splendida risposta Lorenzo, occasione sprecata, 2 pari e quindi 3-2 Fritz. Vince un grande scambio l’azzurro, ha lavorato benissimo col diritto dopo aver avanzato la posizione grazie ad un’accelerazione di rovescio lungo linea (soluzione che forse ha usato troppo poco finora). Si gira 3 pari. Ace Musetti, il secondo del TB, per il 4-3. Sbaglia malamente un diritto Fritz, pigro con i piedi nel cercare la palla, 5-3 avanti Musetti! Serve sul 5-4 il toscano, spinge col rovescio ma finisce lungo. 5 pari. Botta con la prima al centro, 6-5 e primo Set Point per Lorenzo, 59 minuti di gioco. Niente prima palla in campo… rischia la risposta col diritto, ma la palla decolla. Si gira 6 pari. Servizio e diritto Fritz, 7-6 avanti e secondo Set Point per l’americano. Attacca con coraggio”Muso”, è largo il passante. 7 pari. Ottimo prima alice, 8-7 e secondo Set Point Italia. Ace esterno, 8 pari. Ancora servizio imprendibile e smash a campo vuoto. 9-8 Fritz. NO! Esce il tocco sotto rete di Lorenzo, 10-8 Fritz, chiude al terzo set point. Un set oggettivamente meritato, l’americano ha condotto maggiormente il gioco, ma l’azzurro è salito molto arrivando a set point nel tiebreak.
    Secondo set, Musetti inizia alla battuta. Doppio fallo, quindi spinge con decisione e muove lo score. Altrettanto deciso in risposta, impone un gran ritmo e con un diritto splendido dal centro vola 0-40, tre palle break, le prime di tutto l’incontro. Supera il momento difficile Fritz grazie al servizio, allarga le braccia Lorenzo dopo aver incassato l’ennesimo Ace del rivale. Con cinque punti di fila, lo score è 1 pari. Sul 2 pari, 30 pari, Musetti è sbattuto dietro da una serie di diritti sempre più aggressivi e profondi dell’americano, che chiude con un bel contro piede. È palla break. Ancora una bella risposta, lungo col diritto Musetti. BREAK Fritz, è il primo del match, a favore dell’americano, che dopo aver salvato quelle tre palle break iniziali ha alzato il ritmo da fondo campo e ha preso sempre più possesso del campo. Serve avanti 3-2 il californiano. Con altri 2 Ace l’americano consolida il vantaggio sul 4-2. Corre via veloce il set, troppo sui turni di servizio dell’americano per Lorenzo, troppo efficace con la prima palla e dirompente col diritto. Col 12esimo Ace e nessuna tensione, Fritz sale 5-3, a un passo dalla vittoria. Affretta i tempi di gioco l’azzurro, rischia troppo e sbaglia. Sul 15-40 arrivano due Match Point per Fritz. Cancella il primo con un Ace (sesto del match); doppio fallo sul secondo. Cala il sipario dopo 1 ora e 35 minuti. Un primo set eccellente dell’azzurro, ha avuto anche due set point in un lottassimo tiebreak. Esce sconfitto dal campo Lorenzo, ma con l’ennesima conferma di aver raggiunto un livello di gioco pari a quello dei migliori avversari.

    ITF Finals L. Musetti63 T. Fritz76 Vincitore: T. Fritz ServizioSvolgimentoSet 2L. Musetti 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 ace3-5 → 3-6T. Fritz 15-0 15-15 30-15 40-15 ace ace3-4 → 3-5L. Musetti 15-0 30-0 40-02-4 → 3-4T. Fritz 15-0 ace 15-15 30-15 ace 30-30 40-302-3 → 2-4L. Musetti 0-15 15-15 ace 30-15 30-30 30-402-2 → 2-3T. Fritz 15-0 ace 40-02-1 → 2-2L. Musetti 15-0 30-0 40-01-1 → 2-1T. Fritz 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 ace1-0 → 1-1L. Musetti 0-15 df 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 0*-1 ace 1*-1 ace 2-1* 2-2* 2*-3 3*-3 4-3* ace 5-3* 5*-4 5*-5 6-5* 6-6* 6*-7 7*-7 8-7* 8-8* ace 8*-96-6 → 6-7L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A df 40-40 A-40 40-40 A-40 ace5-6 → 6-6T. Fritz 15-0 30-0 40-0 40-155-5 → 5-6L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-154-5 → 5-5T. Fritz 15-0 15-15 30-15 40-154-4 → 4-5L. Musetti 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-403-4 → 4-4T. Fritz 15-0 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-302-3 → 3-3T. Fritz 15-0 ace 15-15 30-15 40-15 ace2-2 → 2-3L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace 40-151-2 → 2-2T. Fritz 15-0 30-0 30-15 40-151-1 → 1-2L. Musetti 0-15 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-400-1 → 1-1T. Fritz 15-0 30-0 ace 30-15 40-15 ace0-0 → 0-1
    Musetti, Lorenzo Fritz, Taylor6 12 ACES3 0 DOUBLE FAULTS53/81 (65%)38/62 (61%) 1ST SERVE IN 37/53 (70%)33/38 (87%)1ST SERVE PTS. WON 25/28 (89%)24/24 (100%)2ND SERVE IN 16/28 (57%)16/24 (67%)2ND SERVE PTS. WON 0/3 (0%)2/6 (33%)BREAK POINTS WON 6677TOTAL POINTS WON 1611TOTAL WINNERS 13 7FOREHAND WINNERS 3 3BACKHAND WINNERS 28 24FORCED ERRORS 22 20UNFORCED ERRORS 5 5MAX POINTS IN A ROW 9 1353/81 (65%) 49/62 (79%) SERVICE POINTS WON13/62 (21%)28/81 (35%) RECEIVER POINTS WON9/11 (82%)10/10 (100%) SERVICE GAMES WON LEGGI TUTTO

  • in

    ATP Finals 2022: un’edizione equilibrata (o forse no…)

    Il Pala Alpitour a Torino

    Nadal, Ruud, Auger-Aliassime e Fritz nel gruppo verde. Tsitsipas, Medvedev, Rublev e Djokovic in quello rosso. Questi i “magnifici otto” delle ATP Finals 2022, al via oggi al Pala Alpitour di Torino, seconda edizione del Master di fine stagione in Italia. L’anno scorso andò in scena un’ottima edizione, storica per molti versi, soprattutto per il nostro tennis che riuscì a portare in campo due azzurri, lo sfortunatissimo Matteo Berrettini e il subentrante Jannik Sinner, bravo a regalare spettacolo contro Hurkacz e Medvedev. Quest’anno di azzurro ci sarà solo il campo di gioco, troppi gli intoppi e difficoltà per i nostri in stagione. E siamo anche onesti: è bellissimo abituarsi a vincere e primeggiare, speriamo tutti che il 2023 possa essere l’anno “buono” per alzare finalmente uno Slam al maschile dopo oltre 40 anni da Panatta ’76 a Parigi, ma l’aver vissuto le gesta di 2 italiani alle Finals è stata una splendida eccezione, non la regola. Speriamo lo possa diventare.
    Tornando all’edizione che sta per scattare con Ruud vs. Auger-Aliassime nella sessione pomeridiana, che torneo sarà? I vari protagonisti sono assai cauti. Nessuno si sbilancia, anche per il fatto che molti dei protagonisti al via arrivano in questo finale di stagione così così, o almeno con qualche dubbio sulla propria condizione. “Tutti possono vincere, mai come quest’anno” afferma Medvedev. Ha ragione? Sì, perché nessuno parte battuto, e quando arrivi tra i migliori otto vuol dire che qualcosa di importante in stagione l’hai assolutamente combinato. Tuttavia, andando ad analizzare come i vari protagonisti si presentano al via a Torino, si può tracciare un’ipotesi plausibile di che quel andremo a vedere, aspettando le conferme (o smentite) del campo, e la sensazione è che di equilibrio, in realtà, ce ne sarà assai di meno di quel che i protagonisti dicono.
    Auger-Aliassime è il n.3 del gruppo verde, ma è assolutamente il più “lanciato” e in forma dei quattro protagonisti. La sua striscia incredibile di vittorie in quest’autunno ha scritto una piccola pagina di storia, ha spazzato via dalla sua “bio” quell’alone di perdente nelle finali e l’ha issato con pieno merito tra i migliori del mondo. Migliorato al servizio, più continuo e incisivo in risposta, Felix è diventato un tennista tosto e completo, con un gioco non così brillante ma terribilmente lineare ed efficace. Pochi punti deboli, tanta sostanza e intensità. A-la-Nadal, il mantra che Zio Toni è riuscito ad inculcare nel classe 2000 canadese. È forse azzardato dire che dominerà il gruppo, ma è certamente più in forma di Ruud e di Nadal. Contro il norvegese parte nettamente favorito; contro Rafa sarà da valutare come il suo tennis pulito impatterà le palle arrotate e complesse del fortissimo rivale. Potrebbe pagare lo scotto dell’esordio, ma sembra ormai maturo e pronto a vincere anche in un torneo del genere.
    Ruud è calato vistosamente dopo mesi e mesi grandissime prestazioni. Un martello. Classico che sia arrivato a novembre con le pile scariche dopo cotanta sostanza. Ha dimostrato più volte di essere competitivo contro i grandi, ma faccio fatica vederlo vincente nel torneo, e pure nel girone. Possibile che si giochi un successo contro Fritz, l’altro esordiente nel torneo del girone verde. Fritz non ha niente da perdere, un grande servizio ma anche precisi limiti caratteriali che l’hanno fatto crollare più volte in grandi occasioni. Gli auguriamo di tirare fuori gli artigli e sorprendere, ma è plausibile che si giocherà con Ruud l’unica possibile partita da vincere nel gruppo.
    Nadal… è Nadal. Campionissimo, immortale, anche nel mettere le mani avanti. Vero che questo torneo non l’ha mai vinto, per vari motivi. Vero che non ci arriva ovviamente in forma, ma prima di darlo per morto è sempre bene pensarci mille volte. Indoor gli altri hanno più chance di batterlo, le sue arrotate fanno meno male. Il fisico non è più quello dei bei tempi, ma la testa lo accompagnerà sino all’ultima palla della sua carriera. Possibile che arrivi primo o secondo nel girone, e in semifinale si vedrà il suo destino. Se troverà Medvedev o Djokovic, allora il suo torneo potrebbe finire lì.
    Nel gruppo rosso c’è un trio in piena corsa e un “vaso di coccio”. Rublev è evidentemente l’anello debole, difficilmente vincerà un match. Nell’anno che sta terminando è tra le delusioni stagionali, non tanto per i risultati ma per la netta difficoltà di evolvere e completare il suo gioco. Ormai tutti hanno capito come scardinare il suo pressing, troppo monocorde e mono dimensionale per essere davvero vincente. Sembra difficile vederlo battere Medvedev, Tsitsipas o addirittura un Djokovic tanto silente quanto fortissimo. Già, Djokovic.
    Novak è rientrato in autunno e ha vinto subito. Convincendo. È arrivato ad un passo dal terminare imbattuto il suo rientro sul tour, rimontato da un Rune indomabile a Parigi. Bravissimo Holger, un vero martello in condizioni psicofisiche strepitose, ma non  capita tutti i giorni che “Nole” conceda il fianco alla rimonta. La sensazione è che Djokovic, a meno di problemi fisici, sia il più forte in gara e il favorito del torneo. Non sarebbe affatto un sorpresa vederlo in finale contro Medvedev, tanto che la sfida tra i due nel girone potrebbe essere decisiva per capire chi lo chiuderà da n.1 e chi da n.2. Tsitsipas permettendo.
    Il greco indoor gioca bene, potrebbe essere il fattore che scombina i pronostici. Se imbrocca una grande giornata al servizio, riuscirà a difendere il lato sinistro e chiudere molti punti di volo dopo un sostanzioso attacco col diritto, Stef potrebbe battere sia Novak che Daniil, o almeno uno dei due e quindi essere totalmente in gara per la semifinale. Daniil indoor è fortissimo, ma quest’anno ha sofferto più volte dei cali mentali e fisici che gli sono costati carissimo. Come non ricordare la finale degli Australian Open, “gentilmente” rimessa in discussione e quindi persa grazie a un indomabile Nadal ma anche con tanta, tantissima complicità del russo, perso dentro i meandri della sua psiche complessa e tendente all’auto distruzione. Se Daniil trova ritmo al servizio, potrebbe far calare il sipario sul gruppo, e sul torneo.
    Il gruppo rosso è indubbiamente il più tosto e competitivo. Potrebbe essere decisivo il passare da n.1 o n.2, per i soliti complicati incroci di questo evento. Le combinazioni sul tavolo sono tante, e complesse. Tsitsipas vs. Djokovic e Djokovic vs. Medvedev saranno le partite chiave. A meno che il “Djoker” non cali l’asso, giochi al suo massimo e metta tutti d’accordo. Buone Finals a tutti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Taylor Fritz prende il posto di Alcaraz alle ATP Finals

    Taylor Fritz nella foto

    Taylor Fritz, nono nella Race dell’ATP, ha ricevuto la notizia che farà il suo debutto alle ATP Finals, dopo il ritiro di Carlos Alcaraz, numero uno del mondo, a causa di un infortunio agli addominali che lo costringerà a uno stop di almeno sei settimane.
    L’americano, campione dell’ATP Masters 1000 di Indian Wells, dell’ATP 500 di Tokyo e dell’ATP 250 di Eastbourne, riceve un premio nella migliore stagione della sua carriera, in cui ha vinto il suo primo Masters 1000 e ha debuttato nella top 10 mondiale, all’inizio di ottobre.
    Al momento, Hubert Hurkacz e Holger Rune occupano la prima e la seconda posizione tra gli alternates, ma il danese supererà il polacco se domenica lascerà Parigi da campione. LEGGI TUTTO