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    Korda, quando la purezza di gioco (ancora) non basta

    Sebastian Korda (foto ATP site)

    Colpi di eleganza superiore, accelerazioni che lasciano senza fiato per pulizia d’impatto e precisione. Poi…, quando meno te l’aspetti… “clic”, interruttore si sposta sull’off. Capita che si spegne la luce, spesso in fasi calde degli incontri, e Sebastian Korda resta ancora un diamante tanto splendente quanto incompiuto. Il talentoso figlio d’arte del grande Petr ha vissuto forse le due migliori settimane in carriera, con la vittoria all’ATP 500 Washington e poi la cavalcata a Montreal, con la bellissima vittoria nei quarti contro uno Zverev tutt’altro che dimesso. Ma, arrivato ad un passo dallo sbarcare per la prima volta in finale in un 1000, forte di una forma tecnica eccezionale e grande fiducia, è incappato in una sconfitta “evitabile” contro Popyrin. Niente finale, niente avvicinamento concreto alla top10, dove per qualità di gioco potrebbe ampiamente starci. L’australiano ha giocato una bellissima partita, concreta e offensiva, ma la sensazione dal campo è stata che Sebastian abbia giocato con più qualità, che fosse più forte del rivale, ma.. alla fine ha perso.
    Korda ha sprecato per due volte un break di vantaggio nel primo set, gravissimo quello 6-5  restituito con un turno di battuta povero, difensivo, chiuso con un doppio fallo terribile alla seconda chance concessa al rivale. Ancor più grave come è entrato nel tiebreak, con il macigno dell’occasione sprecata che ha fatto diventare i suoi piedi due blocchi di cemento, e il braccio teso come una corda di violino. Alexei è andato a prendersi il primo punto con coraggio a rete (e un pizzico di buona sorte nella rocambolesca schermaglia) e poi ha continuato a spingere con precisione e coprire bene il campo, senza fare niente di incredibile, solo un tennis lineare, prevedibile ma ben eseguito. Per questo è stata troppo flebile la risposta agonistica dello statunitense, incapace di trovare una reazione veemente, di rabbia, e riportarsi avanti. Al contrario ha giocato sette punti uno più dimesso dell’altro, come il diritto malamente sparacchiato via e poi un back di rovescio pessimo, regali che hanno permesso a Popyrin di vincere il “decider” addirittura per 7 punti a 0. Per come era andato il parziale, ai punti l’aveva condotto Sebastian, più efficace in risposta e maggiormente in controllo dei tempi di gioco ma alla fine… gli è andata male. Molto male. Korda ha subito un break immediato all’avvio del secondo set, la sua partita di fatto è terminata lì. Enorme il gap di consistenza, intensità e “fuoco” rispetto all’australiano, bravo a continuare a spingere con il suo diritto pesante e servire bene. Un successo alla fine meritato per Popyrin, ma quanti rimpianti per Korda.
    Questa partita è lo specchio dei motivi che ancora impediscono a Sebastian di spiccare il volo e far fruttare un talento tecnico troppo importante per restare impantanato nelle posizioni di rincalzo. Non sono molti i tennisti capace di impattare la palla tanto bene quanto “Sebi”, e senza grandi difetti tecnici. Al servizio può prendere ritmo e sparare Ace, prime e seconde palle precise con ogni angolo e taglio; il diritto è un colpo assolutamente di livello, movimento composto e preciso, impatto in anticipo ben davanti al corpo e la palla gli esce dalle corde come telecomandata, spesso a flirtare con le righe, imprendibile. Il rovescio è di una bellezza disarmante, impatto sontuoso talmente corto che non riesci minimamente a capire dove tira. La super coppia Agassi – Graf l’ha spesso ospitato a casa loro a Las Vegas per delle sessioni di allenamento insieme, e più volte Andre ha raccontato di esser rimasto basito per la velocità dei colpi del figlio d’arte, e la sensazione di disarmo quando non capisci dove te la piazzerà. Korda è un tennista costruito benissimo fin da piccolo, ha un gioco naturale veramente bello, è forse il tennista più elegante su piazza. Ma… qualcosa manca. Eccome se manca.
    In carriera ha subito già alcuni stop importanti per infortunio, e la flessibilità delle gambe non esattamente quella di Sinner o dei migliori corridori del tour. È molto alto, e può apparire lento con le sue movenze; in realtà legge piuttosto bene il gioco e parte con il tempo giusto, pur restando assai più forte quando comanda rispetto a quando è costretto a difendere. La tecnica è sopraffina, la parte atletica è in miglioramento. Gli manca forse un po’ di gioco con spin di controllo quando di pura accelerazione non riesce a prendersi il punto, ci si può lavorare. Quel che ancora lo penalizza duramente è l’aspetto agonistico, un mix di carenza d’impeto e autostima. “Sebi” non sarà mai l’Alcaraz che sprizza energia da tutti i pori, ma in certe fasi dell’incontro, quelle più dure, è indispensabile che Korda tiri fuori altra energia, per il suo gioco ma anche per dare un messaggio all’avversario. Popyrin ieri notte, e tanti altri competitor, vengono messi sotto dai suoi colpi, mai dalla sua intensità ed agonismo. Se vuoi issarti nella top10 e restarci, battagliando ad armi pari non solo a furia di accelerazioni balisticamente sopraffine, serve altro piglio, una vivacità e pugnacità che oggi manca a Sebastian. Magari dentro la sente, ma fa ancora enorme fatica a tirarla fuori e portarla nei suoi colpi. Anzi, troppe volte tira i remi in barca per quei 10 minuti decisivi, finendo in balia delle ondate rivali.
    La sensazione è che giochi il primo punto del match come quello sul 5 pari 40 pari allo stesso modo, sia per energia che schemi, e nel tennis di vertice non funziona affatto così. Il tennis è un bellissimo e maledetto sport di situazione, spesso non vince quello con colpi migliori ma il giocatore più abile nel fare giocare male l’altro, portandolo in posizione scomoda o capace di alzare l’asticella oltre i suoi limiti, con qualche sorpresa. Korda sembra ancora fin troppo ancorato a un tennis raffinato, elegante e se vogliamo fuori dal tempo, ma poco flessibile e incapace di far un salto di qualità nei momenti cruciali. Ha bisogno di un lavoro importante nell’autostima, nella visione dei momenti, nella flessibilità di scelte e colpi. Solo riuscendo a gestire con più determinazione quest’impostori, solo aizzando i tizzoni del suo fuoco interiore potrà fare un salto di qualità importante. Navratilova poco più di un anno fa scrisse che Korda sarà il prossimo tennista statunitense a vincere uno Slam. Come tennis, è una previsione assolutamente condivisibile. Ma la mitica Martina sa benissimo che per alzare un Major non bastano colpi dal centro del campo mortali quanto una cartella dell’agenzia delle entrate… serve una mentalità e durezza che Korda fa fatica ad esplodere. Ci riuscirà?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Korda vince ma denuncia il comportamento del pubblico romano

    Sebastian Korda nella foto – Foto Getty Images

    Dopo una difficile battaglia, Sebastian Korda è riuscito a prevalere sul tennista di casa Flavio Cobolli nel torneo di Roma. Nonostante la soddisfazione per la vittoria, l’americano ha espresso il suo disappunto per l’atteggiamento di una parte del pubblico durante il match.Attraverso i suoi profili social, Korda ha infatti denunciato il comportamento scorretto di alcuni spettatori presenti sugli spalti: “Un saluto ai tifosi che erano dietro di me e che hanno parlato in modo inappropriato della mia fidanzata, della mia famiglia e del mio team per 2 ore e mezza. Grazie per la motivazione extra”.
    Queste parole mettono in luce un episodio spiacevole che ha caratterizzato l’incontro, con una frangia del pubblico romano che avrebbe oltrepassato i limiti del tifo sportivo, rivolgendo commenti offensivi e irrispettosi nei confronti dell’entourage di Korda.

    Shoutout to the fans behind me for talking inappropriately about my girlfriend, family and team for 2.5hrs. Thank you for the extra motivation 🙏💪
    Still love yall🇮🇹❤️ https://t.co/sJxT2KmsT1
    — Sebastian Korda (@SebiKorda) May 10, 2024

    Il tennista statunitense, pur rammaricato per l’accaduto, ha saputo trasformare questa situazione negativa in uno stimolo ulteriore per portare a casa la vittoria. Un atteggiamento maturo e professionale che dimostra la sua capacità di concentrarsi sul gioco nonostante le difficoltà ambientali.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sebastian Korda, un torneo di Monte Carlo da dimenticare: derubato del suo orologio di lusso

    Sebastian Korda nella foto – Foto Getty Images

    Il tennista americano Sebastian Korda ha vissuto un ATP 1000 di Monte Carlo da incubo, e non solo per la pesante sconfitta subita al secondo turno contro Jannik Sinner. Secondo quanto riportato da France Blue, Korda è stato vittima di una rapina a pochi metri dal club, dove due uomini in moto lo hanno avvicinato e derubato.L’episodio si è verificato a pochi giorni dall’inizio del primo Masters 1000 della stagione, e i rapinatori si sono impossessati dell’orologio che Korda portava al polso, il cui valore si aggira intorno ai 300.000 euro (era un Rolex).
    Questa spiacevole vicenda dimostra come, nonostante Monte Carlo sia una delle città più lussuose d’Europa, nemmeno qui si sia al riparo dalla criminalità. Un’esperienza sicuramente da dimenticare per Korda, che oltre alla delusione per la sconfitta nel torneo, si trova ora a fare i conti con la perdita di un oggetto di grande valore, sia economico che affettivo.
    Resta da capire se le autorità locali riusciranno a individuare i responsabili della rapina e a recuperare l’orologio sottratto al giovane tennista americano. Nel frattempo, Korda dovrà cercare di lasciarsi alle spalle questa spiacevole disavventura e concentrarsi sui prossimi impegni sportivi, sperando in un pronto riscatto sul campo.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Korda e i problemi al polso: “Ho passato mesi duri, è come se avessi dovuto imparare di nuovo a giocare”

    Sebastian Korda (foto Getty Images)

    Gli infortuni sono lo spauracchio di ogni atleta, ancor più in un’epoca in cui il tennis è diventato estremamente fisico e assai dipendente dalla condizione. Se chiedi a un tennista quale sia il problema che più teme e che si augura di evitare assolutamente, questo è l’infortunio al polso. È un’articolazione molto complessa, che in caso di un “crack” o anche infiammazione necessita di totale attenzione e un lungo recupero. Ma l’influenza più nefasta è quella tecnica, sul gioco. Col polso accompagni l’impatto, dosi la forza, l’angolo e rotazione che imprimi sulla palla, è l’anello di congiunzione tra l’attrezzo e il braccio. Quando perdi la totale sicurezza e libertà nell’uso del polso, il gioco ne risente terribilmente. Il recupero può essere un vero calvario anche perché rischi di portarti dietro per molto tempo scorie e incertezze, fino al rischio di perdere i riferimenti acquisiti in anni di lavoro. Ne sa qualcosa Sebastian Korda, che ha attraversato una prima parte del 2023 complicatissima per un problema al polso che l’ha prima bloccato per alcuni mesi dopo un promettente Australian Open (aveva demolito Medvedev, prima di andare k.o.), quindi costretto ad un rientro incerto, con dolore persistente e risultati scadenti.
    Korda sta entusiasmando al Masters 1000 di Shanghai, dove il suo gioco elegante, geometrico e offensivo l’ha portato in semifinale. Con accelerazioni straordinarie ha ribaltato la partita contro il connazionale Ben Shelton, prima volta di una sfida che potrebbe diventare un classico. Dopo questa bella vittoria ha parlato alla stampa, soffermandosi sui mesi bui nei quali ha sofferto tanto.

    “One of the cleanest returns he’s hit all afternoon” 😚
    Korda with the SWEETEST winner off Shelton’s 222kmh serve 🚀#RolexShanghaiMasters pic.twitter.com/jQdb8zsWW8
    — Tennis TV (@TennisTV) October 12, 2023

    “Il mio infortunio in realtà è iniziato alla fine dell’anno scorso, probabilmente in questo periodo dodici mesi fa” racconta Korda. “Avevo difficoltà con il polso, ma in certi momenti sembrava tutto a posto quindi non mi sono allarmato; poi è peggiorato sempre di più, soprattutto durante gli allenamenti prima degli Australian Open. Ho giocato ad Adelaide, tutto sembrava ok. Quando ho iniziato a giocare partite al meglio dei cinque set a Melbourne, partite contro grandi servitori che cercavano principalmente il mio diritto, ha iniziato a farmi molto male. Da allora è stata una strada molto lunga e faticosa. Sono stato fermo totalmente per tre mesi: praticamente ho dovuto reimparare tutto quello che facevo prima, soprattutto a livello del polso. In ogni allenamento, ogni volta che colpivo un dritto, praticamente pregavo che il polso non mi facesse più male… e invece non smetteva di farmi male. Ad oggi ho ancora qualche problema occasionalmente. Come avete visto è con il diritto che ho fallito al tie-break, non ho ancora la sicurezza che vorrei con in colpi da quel lato, il diritto, la risposta, la volée di diritto. È qualcosa che tornerà man mano che giocherò, più sessioni di allenamento mi aiuteranno e spero che tutto torni presto alla normalità”.
    “Ho perso tre mesi di circuito, ma oggi posso dire che aver perso altri quattro mesi mentre mi adattavo di nuovo a tutto, mentre imparavo di nuovo a fare tutto. Quest’anno è stato orribile, sì, ma in questo momento ho ritrovato fiducia in me stesso per giocare ad alto livello, e confido che i risultati saranno di nuovo con me.”
    Sebastian afferma di non sentire affatto la pressione di aver un padre così importante, anzi reputa la sua famiglia uno dei suoi punti di forza, decisiva nella sua crescita da giovane ma anche nel quotidiano. “Una delle cose più belle che ti dà avere un padre come lui è che ti aiuta a capire come comportarti in certi momenti. Mi hanno insegnato a credere sempre in me stesso, a farcela, qualunque sia la situazione. Pressioni? Nessuna. In fin dei conti, tutti facciamo ciò che amiamo. Adoro giocare a tennis, amo questo sport, se non gioco passo tutto il giorno a guardare il tennis, e la stessa cosa succede con le mie sorelle. Fanno ciò che amano. Non credo che ci sia pressione, anche se, ovviamente, mi piacerebbe superare mio padre. Il mio obiettivo più grande in questo sport è vincere due Slam, uno in più di lui” conclude l’americano.
    Tra Korda e la prima finale in un Masters 1000 c’è l’ostacolo Hurkacz. Gli head to head recitano una vittoria a testa, con l’ultimo scontro avvenuto all’Australian Open dello scorso gennaio, terminato con la vittoria di “Sebi” al super tiebreak del quinto set. Ci sono tutti gli ingredienti per assistere ad un’altra grande partita.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Adrian Mannarino conquista Astana: la stagione dorata del Tennista Francese prosegue con un altro titolo ATP

    Adrian Mannarino nella foto

    Adrian Mannarino, 34 anni, continua a vivere la miglior stagione della sua carriera in una fase già avanzata di età. Il francese, attualmente al 34° posto nel ranking mondiale ma con un’ascesa garantita di 11 posizioni da dopodomani, ha conquistato questo martedì il quarto titolo della carriera e il secondo della sua stagione nell’ATP 250 di Astana, in Kazakistan.
    Il tennista francese si è imposto in finale sull’americano Sebastian Korda, 28° del ranking mondiale, con il punteggio di 4-6, 6-3 6-2, recuperando da uno svantaggio di un set e break nel secondo parziale.
    Mannarino è riuscito a “rompere” il gioco dell’americano con il suo tennis astuto, confermando l’ottimo momento che sta vivendo. Nonostante la sconfitta, anche Korda salirà nel ranking, raggiungendo la 26° posizione mondiale.
    ATP 250 Astana (Kazakistan) – Finali, cemento (al coperto)

    Center Court – Ora italiana: 09:00 (ora locale: 1:00 pm)1. [4] Mate Pavic / John Peers vs [2] Nathaniel Lammons / Jackson Withrow ATP Astana Mate Pavic / John Peers [4]66 Nathaniel Lammons / Jackson Withrow [2]77 Vincitore: Lammons / Withrow ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0*-0 0-1* 0-2* 1*-2 2*-2 3-2* 3-3* 4*-3 df 4*-4 4-5* 4-6* 5*-6 6*-6 7-6* 7-7* 7*-86-6 → 6-7N. Lammons / Withrow 15-0 30-0 40-06-5 → 6-6M. Pavic / Peers 15-0 15-15 30-15 40-15 ace 40-30 ace5-5 → 6-5N. Lammons / Withrow 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-405-4 → 5-5M. Pavic / Peers 15-0 30-0 40-04-4 → 5-4N. Lammons / Withrow 15-0 30-0 40-0 ace4-3 → 4-4M. Pavic / Peers 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-3 → 4-3N. Lammons / Withrow30-40 15-0 30-0 30-15 40-153-2 → 3-3M. Pavic / Peers 15-0 15-30 df 30-30 40-302-2 → 3-2N. Lammons / Withrow 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 df2-1 → 2-2M. Pavic / Peers 0-15 15-30 30-30 40-30 40-401-1 → 2-1N. Lammons / Withrow 0-15 15-15 30-15 ace 40-151-0 → 1-1M. Pavic / Peers 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 1-2* 1-3* 1*-4 2*-4 3-4* 3-5* 3*-6 4*-66-6 → 6-7M. Pavic / Peers 15-0 15-15 30-15 40-15 40-305-6 → 6-6N. Lammons / Withrow 15-0 30-0 40-0 40-155-5 → 5-6M. Pavic / Peers 15-0 30-0 40-04-5 → 5-5N. Lammons / Withrow 0-15 15-15 40-154-4 → 4-5M. Pavic / Peers 0-15 df 0-30 15-30 30-30 ace3-4 → 4-4N. Lammons / Withrow 0-15 15-15 15-30 30-30 40-303-3 → 3-4M. Pavic / Peers 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 ace2-3 → 3-3N. Lammons / Withrow 15-0 30-0 40-0 ace2-2 → 2-3M. Pavic / Peers 15-0 30-0 40-0 40-15 df1-2 → 2-2N. Lammons / Withrow 15-0 30-0 30-15 40-151-1 → 1-2M. Pavic / Peers0-1 → 1-1N. Lammons / Withrow 0-15 df 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1

    2. [5] Sebastian Korda vs [6] Adrian Mannarino (non prima ore: 11:30)ATP Astana Sebastian Korda [5]632 Adrian Mannarino [6]466 Vincitore: Mannarino ServizioSvolgimentoSet 3A. Mannarino 0-15 df 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-402-5 → 2-6S. Korda 0-15 0-30 15-302-4 → 2-5A. Mannarino 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 df2-3 → 2-4S. Korda 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 ace 40-40 A-40 ace1-3 → 2-3A. Mannarino 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-301-2 → 1-3S. Korda 0-15 0-30 0-401-1 → 1-2A. Mannarino 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 ace1-0 → 1-1S. Korda 0-15 0-30 df 15-30 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2A. Mannarino 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-5 → 3-6S. Korda 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 df 40-A3-4 → 3-5A. Mannarino 0-15 15-15 30-15 40-153-3 → 3-4S. Korda 0-15 0-30 15-40 30-403-2 → 3-3A. Mannarino 0-15 15-15 30-15 40-153-1 → 3-2S. Korda 15-0 15-15 30-15 40-15 ace2-1 → 3-1A. Mannarino 15-0 15-15 30-15 30-30 df 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 df 40-A df1-1 → 2-1S. Korda 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1A. Mannarino 15-0 30-0 40-0 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1S. Korda 15-0 30-0 30-15 40-155-4 → 6-4A. Mannarino 0-15 0-30 15-30 15-404-4 → 5-4S. Korda 30-0 40-0 ace3-4 → 4-4A. Mannarino 15-0 30-0 40-0 ace 40-153-3 → 3-4S. Korda 0-15 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3A. Mannarino 15-0 30-0 30-15 40-152-2 → 2-3S. Korda 15-0 ace 15-15 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2A. Mannarino 15-0 15-15 df 30-15 30-30 40-301-1 → 1-2S. Korda 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 ace 40-40 A-400-1 → 1-1A. Mannarino 15-0 30-0 30-15 df 30-30 40-30 ace0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    La lunga assenza di Sebastian Korda dal circuito ATP continua, salta anche l’ATP 250 dell’Estoril

    Sebastian Korda nella foto – Foto Getty Images

    Nel mese di gennaio, il tennista statunitense Sebastian Korda aveva entusiasmato con delle bellissime prestazioni. Dopo essere arrivato in finale ad Adelaida, mettendo in difficoltà il grande Novak Djokovic e raggiungendo i quarti di finale degli Australian Open 2023, dove ha sconfitto con autorità Daniil Medvedev, Korda ha subito una brutta battuta d’arresto a causa di un infortunio al polso.
    A distanza di oltre due mesi dall’ultimo torneo ATP disputato, la situazione del giovane tennista americano continua a preoccupare gli appassionati. Nonostante le aspettative, Korda non sarà presente neanche al prossimo torneo ATP Estoril 2023, dove era considerato uno dei principali protagonisti e dove avrebbe dovuto fare il suo ritorno in campo sul rosso.
    Al momento, il prossimo appuntamento in programma per Korda è il prestigioso Masters 1000 di Montecarlo, ma il suo ritorno alle competizioni sembra ancora incerto. Prima dell’infortunio, l’americano si era affermato come una delle principali minacce del circuito, grazie alle sue ottime prestazioni e alla sua grinta in campo. LEGGI TUTTO

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    David Goffin resterà fermo per tutto l’intero mese di Marzo. Ritorno in campo all’inizio della stagione su terra. Anche Sebastian Korda dovrà saltare dei tornei

    David Goffin nella foto – Foto Getty Images

    Cattive notizie per David Goffin e l’infortunio subito nel suo ultimo torneo, l’ATP 250 di Marsiglia. Lì non è stato in grado di competere nei quarti di finale contro Mikael Ymer, lasciando una sensazione di preoccupazione per il suo ginocchio sinistro.Infine, oggi abbiamo appreso che la sua riabilitazione lo farà perdere l’intero mese di marzo, fissando la sua data di ritorno per l’inizio della stagione su terra battuta, in primavera.
    Sebastián Korda sta attraversando un momento complicato. Dopo un magnifico Open d’Australia che si è concluso nel peggiore dei modi per lui, con il ritiro durante i quarti di finale contro Karen Khachanov a causa di problemi al polso destro, l’americano continua a non riprendersi e ha dovuto rinunciare anche ai tornei di Acapulco e Indian Wells. Nonostante ciò, Korda ha l’obiettivo di partecipare al torneo di Miami e, secondo il giornalista Ben Rothenberg, sta svolgendo un duro lavoro di allenamento fisico per sfruttare al meglio questo periodo in cui non ha potuto utilizzare la racchetta. LEGGI TUTTO

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    La diversità dei tennisti USA. Gilbert: “I nuovi giovani sono tutti diversi. Finalmente…”

    Sebastian Korda a Melbourne (foto Getty Images)

    La novità più interessante degli ultimi Australian Open è stata certamente il ritorno del tennis a stelle strisce. Alla fine il titolo è andato al più forte, Novak Djokovic, ma è indubbio che gli statunitensi dopo anni di vacche magrissime sono tornati protagonisti. Tommy Paul è giunto in semifinale, due giovani come Korda e il sorprendente Shelton nei quarti. Nonostante il deludente torneo di Taylor Fritz, considerato da molti alla vigilia uno dei possibili “underdog”, i tennisti americani hanno confermato la crescita generale del loro movimento che, anche a livello di quantità, è tornato ad essere importante. Nel ranking ATP di questa settimana infatti c’è un top10 (Fritz), altri due top20 (Tiafoe e Paul) e in totale ben 10 nei primi 50. Ancor più interessante il dato se rapportato all’età dei top50: eccetto il super veterano Isner (37 anni), gli altri sono tutti al massimo 25enni. 
    Oltre all’ottimo numero di giocatori a stelle e strisce nei piani alti della classifica, quello che è interessante sottolineare è la diversità degli stessi giocatori. Tutti tennisti piuttosto offensivi, dotati di un tennis aggressivo alla ricerca del punto vincente, ma con caratteristiche tecniche e peculiarità assai diversificate. Si va infatti dal gioco a tutto campo di Fritz a quello più estemporaneo di Tiafoe, continuando con la progressione di Paul, pulizia d’impatto ed eleganti geometrie di Korda, la continue variazioni “sotto ritmo” di Brooksby, la potenza dirompente di Shelton, la fantasia di Wolf, il super servizio di Opelka, la capacità difensiva e pressing di Nakashima. C’è davvero un po’ di tutto e questo non è affatto scontato per il tennis USA. Uno dei principali “problemi” che ha afflitto le ultime generazioni di giocatori statunitensi è stato proprio la mancanza di diversità, l’aver perseguito un solo modello di gioco: gran fisico, servizio potente e diritto pesante su palla alta. Stop. Un idealtipo che ha certamente funzionato qualche lustro addietro, quando il tennis si stava spostando verso un gioco sempre più aggressivo e di pressione da fondo campo, ma non più sufficiente dal nuovo millennio, quando i migliori giocatori al mondo sono diventati via via sempre più completi, rapidi, flessibili e pronti a passare da difesa ad attacco con un bagaglio tecnico mediamente piuttosto evoluto. Non è un caso da molti anni il tennis di vertice è Europa-centrico: tennisti cresciuti con scuole più reattive al cambiamento, con l’ausilio del tennis sul “rosso” che permette da giovanissimi di affinare meglio la tecnica dovendo affrontare situazioni di gioco meno uguali rispetto ai campi rapidi; con maestri e accademie che hanno maggiormente assecondato le peculiarità di ogni ragazzo, invece di forzarne la direzione tecnica verso un solo modello. Tutti tendono all’efficacia più che alla fantasia, ma lasciando comunque spazio alla differenziazione. Del resto, è la differenza e l’unicità che creano un crack. Un vantaggio competitivo.
    Proprio questo ha parlato Brad Gilbert, ex top10 poi coach e oggi stimato analista di tennistv. Il californiano ha confermato le parole di Shelton in merito alla sua capacità di giocare molto bene anche su terra battuta, e che mediamente i giovani tennisti statunitensi arrivati nei piani alti del ranking hanno un tennis più completo, moderno e soprattutto vario tra di loro.
    “Dopo molti anni, credo che nel 2023 e da qua in avanti potremo (tennis statunitense) fare bene anche in Europa in primavera sulla terra battuta. Prendiamo per esempio Ben: con quel servizio esplosivo, la sua forza nelle gambe e il suo movimento eccellente da fondo campo, Shelton potrebbe essere molto interessante sulla terra battuta”. afferma Gilbert.
    “Sono sicuro di una cosa, e non da oggi: i tennisti americani non sarebbero tornati ai vertici della disciplina finché non fossero diventati abbastanza bravi sulla terra battuta. Non è un discorso di vincere i tornei lì, ma per la qualità del gioco espresso. Troppi dei nostri ragazzi erano solo un servizio e un dritto. Da anni questo non basta più. Ora molti dei nostri ragazzi sono più atletici, quindi possono fare più cose. La cosa bella dei giocatori USA attuali è che giocano tutti in modo diverso. Non sono lo stesso tipo di giocatore, ed è interessante osservarli”.
    “Abbiamo avuto un lungo periodo in cui i nostri ragazzi hanno saltato quasi del tutto la stagione sulla terra battuta”, conclude Brad. “Diversi anni fa avevi forse uno o due ragazzi nei tabelloni dei maggiori tornei in Europa, erano exploit isolati. Credo che nessuno di loro si sentirà solo quest’anno, avrà altri connazionali in gara”.
    Un punto di vista interessante che conferma in pieno la nostra visione. Il tennis si è spostato sempre più verso atleti migliori, con poche debolezze importanti e capaci di rendere lungo tutto l’arco dell’anno. Per tornare ai vertici, anche il “gigante” USA ha dovuto rimboccarsi le maniche e studiare il lavoro fatto (bene) in Spagna, Italia, Francia, nelle migliori accademie e centri di allenamento di alto livello europei. Vedremo se in questa nuova generazione a stelle e strisce ci sarà finalmente un campione Slam, manca da venti anni (Andy Roddick – US Open 2003). Oltre a Fritz, è molto probabile che già alla fine di questa stagione altri tennisti statunitensi siano in top10 o a ridosso, e soprattutto protagonisti nei massimi appuntamenti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO