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    Nicolò Bassanello e il sogno di San Donà: “Spero di arrivare in fondo”

    Tutti pronti a vedere dove potrà arrivare questa armata chiamata Personal Time San Donà. Che ha dapprima respinto l’assalto dell’isolana Cus Cagliari, già battuta in regular season, poi ha eliminato la Rinascita Lagonegro e infine espugnato Mantova in Gara 1 delle semifinali dei Play Off Promozione. A reprimere l’entusiasmo delle avversarie un espertissimo del ruolo come Nicolò Bassanello, veterano della Serie A e reduce da una stagione in cui si è distinto come uno dei migliori della categoria:

    “Direi che aver centrato la semifinale ci fa vivere un momento della stagione molto positivo. Speravo di arrivare così in fondo e continuare, anche perché dall’inizio dell’anno mi sono reso conto che era una bella squadra e con la quale si poteva fare qualcosa di buono“.

    Foto Volley Team Club

    Domenica la prima gara con Mantova si è conclusa nel migliore dei modi.

    “Siamo partiti con l’atteggiamento giusto, concentrati e aggressivi fin da subito. Ci abbiamo messo il cuore e sismo riusciti a portarla a casa anche se Mantova vende sempre cara la pelle e non molla. Ora il focus è sulla seconda gara in casa“.

    Una squadra forte in ogni reparto. Con l’uomo in più, cioè Giannotti.

    “Una squadra che ha un allenatore come Moretti che ha lavorato tanto con ognuno di noi ed è molto attento ai giovani. Ovviamente se lei nomina ‘Gianno’, che è stato il mio capitano e compagno di squadra a Padova non posso che dire quanto sia felice di averlo in squadra. È il bomber, la punta dell’iceberg di un organico che ha davvero lavorato benissimo. Con lui ci capiamo sempre, abbiamo una sintonia migliorata nel tempo e in campo basta uno sguardo o una parola per darci carica a vicenda“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    È indubbio che l’impronta di Padova si noti subito, sia per lei che per Giannotti.

    “Padova è certamente stata una grande scuola per tutti sin dalle giovanili. È anche un periodo della mia vita in cui mi è stato permesso di assaporare la serie A1, con sei stagioni di cui ho dei bellissimi ricordi perché ho avverato il sogno di giocare come libero nella massima serie per tanti anni“.

    San Donà cosa rappresenta per la sua carriera?

    “Sono due parti della mia vita. Una scelta certamente fatta col cuore anche per coniugare il lavoro, che la società mi permette di fare e ringrazio per questo. Padova è stata la crescita, San Donà il luogo in cui ho cercato e cerco di esprimere la maturità o meglio l’esperienza pallavolistica acquisita“.

    È una società che cresce stagione dopo stagione.

    “È una società che permette anche ai giovani di avere la giusta pressione e di potersi creare un percorso“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Le piacerebbe una finalissima tra venete? Belluno contro San Donà?

    “Eh sì, sarebbe proprio bella come cosa!“.

    Curiosità. Laureato in Management alla Cà Foscari, lei lavora ora per una società londinese.

    “Sì, lavoro come analista per un’azienda che si occupa di sostenibilità. Lavoro da remoto e questo mi permette di conciliare questa nuova professione alla pallavolo. Da Londra apprezzano tanto il fatto che io sia uno sportivo professionista e forse questa cosa incuriosisce“.

    di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Fabio Bisi: “Il progetto di Belluno mi è piaciuto dal primo istante”

    Forse non è mai esistito momento migliore per proporre un’intervista a Fabio Bisi, che del Belluno Volley è capitano, senatore, trascinatore e tutti gli aggettivi che più vi aggradano, con i suffissi che vi piacciono. È il momento di una scelta importante, quella di ripartire dalla Serie A3, dopo un anno di quelli che ti cambiano le prospettive della vita. È la stagione in cui Fabio torna nel volley per divertirsi e per dire “rieccomi“, e non poteva che essere un contesto familiare, cioè Belluno, quello in cui oggi capitan Bisi si sta giocando i Play Off Promozione:

    “Sono ripartito da qui, da un anno difficile pallavolisticamente a causa di un infortunio, ma se vogliamo bellissimo sotto altri punti di vista, perché ho sposato Isabella, la donna della mia vita, e mi sono laureato in Economia e Finanza. C’è stato molto nella mia vita, e ora posso dire che anche con il volley il bilancio è decisamente buono“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Siete alla semifinale. Contro di voi è caduta persino Palmi in casa.

    “Veniamo da un bellissimo exploit. È stata una partita molto bella. Giocare in un palazzetto pienissimo e caldissimo dal punto di vista del tifo è stato incredibile. Siamo stati bravi a restare con il fiato sul collo di Palmi e a dimostrarci molto forti dal punto di vista psicologico. Con una squadra che quest’anno ha davvero vinto tanto come loro, era difficilissimo. Siamo carichi davvero in vista delle semifinali“.

    Belluno arriva in generale da una seconda parte di campionato importante.

    “Sì, viene da una serie di successi che ci hanno portato ai Play Off e al passaggio del primo turno contro Acqui Terme. È venuta fuori una squadra con giocatori di alto livello, nella quale si è creato anche un ottimo equilibrio con tutti i componenti, che vengono chiamati in causa oltre il classico sestetto di base. Siamo forgiati mentalmente da una prima parte di campionato in cui siamo caduti e ci siamo rialzati e ripresi“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Lei sembra rinato.

    “Mi sento più che altro al centro di un progetto importante e mi sento a casa, in un contesto che profuma di famiglia, e nel quale fare il capitano è per me un grande piacere“.

    La sua storia pallavolistica ha sicuramente una società che sovrasta le altre, ossia Brescia.

    “Anni importantissimi, nei quali ho iniziato la mia carriera. Non dimenticherò mai la fiducia che mi è stata data, perché con loro ho debuttato dopo la fine delle giovanili a Modena. Sono molto grato a Brescia e agli amici con cui ho condiviso questi anni molto belli“.

    Foto di Belluno Volley

    Perché ha scelto la A3? Debbo fare l’avvocato del diavolo.

    “Ovviamente un infortunio come il mio ti porta un po’ fuori dal mercato, e le proposte che mi sono state fatte per la A2 non soddisfacevano alcuni parametri, che invece mi sono stati proposti da Belluno. Ho accettato quindi un progetto che, al di là della serie in cui andavo a giocare, mi è piaciuto sin dal primo istante. E ne sono molto felice“.

    Trent’anni a luglio. Le passa davanti una vita quest’anno?

    “Ho cominciato questo sport dall’età di otto anni. Sicuramente ho cambiato le prospettive e adesso gli obiettivi non sono tanto legati alla pallavolo, ma alla vita. Dopo tanti anni mi sento di pensare ad esempio a fare una famiglia con Isabella. Quello è il mio vero progetto, anche perché mia moglie è la favola della mia vita“.

    foto Belluno Volley

    Per la carriera?

    “Posto che sono soddisfatto di ciò che ho avuto, mi piacerebbe magari vincere qualcosa. Ma più di questo passare gli anni che vanno verso la fine della carriera in serenità, conoscendo belle persone e costruendo rapporti che poi si portano anche fuori dal campo“.

    Lei appare un romantico del volley. Quante facce ha la medaglia di Bisi?

    “Sono uno che cerca sicuramente di divertirsi e portare il sorriso e il buonumore in campo, anche perché i momenti bui in carriera mi hanno segnato. Poi però c’è sicuramente la parte più professionale, per cui tutto questo è un lavoro che faccio sempre con il massimo impegno. Non riesco a non viverlo così“.

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    Mauro Sacripanti: “Nei Play Out Bologna si è unita e ha dimenticato gli alibi”

    Uno skipper della serie A3, che ha combattuto fino all’ultima giornata, quella dei Play Out e del ruggito che ha sancito la salvezza della Geetit Bologna. Mauro Sacripanti ha riportato la barca in porto, dopo una stagione non certo semplice dal punto di vista dei risultati, ma sicuramente proficua sotto il profilo individuale:

    “Dico subito che a livello personale non sono dispiaciuto per la stagione disputata. Certo, dal punto di vista dell’anno appena trascorso, lo definirei intensamente emotivo“.

    Spieghiamola, Sacripanti.

    “Sono arrivato a Bologna in una squadra che partiva con obiettivi ottimi e dichiarati, forse non facendo i conti con le avversarie, che oltre ad esprimere un’ottima pallavolo, hanno creato un sistema che funziona. Penso a Mantova, che ha giocato un campionato pazzesco, o alla stagione di San Donà. Squadre che hanno costruito una bellissima chimica e a cui forse non si era dato il giusto peso. È stato un inizio entusiasmante, che presto si è trasformato nell’incubo della retrocessione con il cambio allenatore. Per me è stato emotivamente tutto nuovo. Ho dovuto riavvolgere il nastro, pensare di giocare con una pressione diversa e lontano dalla zona di comfort della salvezza certa“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    La barca ha navigato in tempesta. Arrivando in porto. Uso un parallelismo.

    “Lei mi prenderà per pazzo, ma affrontare la pressione dei Play Out mi è piaciuto e mi è anche servito. Ho visto la squadra unirsi e affrontare la serie di spareggi senza gli alibi con cui abbiamo affrontato tutta la stagione, anche se è doveroso dire che siamo tutti stati a turno vittima di infortunio. Siamo stati in grado di giocare delle ottime gare. Quando non hai più chance puoi arrivare ad unire le forze in una maniera eccezionale. Abbiamo raccolto il lavoro migliore fatto negli ultimi mesi e affrontato Mirandola con lo spirito giusto“.

    Mirandola arrivava da un discreto seguito di buoni risultati.

    “Infatti stava giocando molto bene, e noi siamo stati in grado di rompere quella continuità e di terminare con un 6-0 netto la sfida per la salvezza. È stata una vittoria importantissima“.

    Un alibi lo concediamo. Una formazione mai uguale a se stessa.

    “Ho calcolato di aver giocato con almeno dodici formazioni diverse. Quando succede questo i risultati e la continuità che ne consegue finisci col non trovarli. Abbiamo affrontato dei momenti difficili tra di noi, ma abbiamo saputo guardare dentro noi stessi e tirare fuori il meglio. Mi creda, sono molto soddisfatto“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Sacripanti elemento ottimo di Serie A3. Guardando alla A2 che pensiero si è fatto?

    “La A2 mi piacerebbe, anche la Superlega sarebbe un sogno. La A3 per ora è il mio campionato. Guardare oltre? Non lo so, è troppo presto“.

    Lei è noto per la doppia stagione che gioca tra indoor e Beach Volley. Cosa vogliamo dire dell’estate?

    “Che dopo tanti anni sarò a Roma, perché papà spero sarà impegnato a livello olimpico ed è giusto che sia io quest’anno ad essere a casa e a prendermi l’impegno di stare vicino alla famiglia. Di papà siamo orgogliosissimi e quest’anno sarà lui a viaggiare di più (ride, n.d.r.)! Per quello che riguarda il beach, giocherò con Giacomo Titta, un amico fraterno“.

    Nuova coppia, quindi.

    “Sì, saremo allenati da Nicolangelo Antonicelli. La cosa più importante sarà divertirsi e lavorare sodo. So che in un anno gli obiettivi da raggiungere dovranno essere parametrati al fatto che giocheremo assieme per la prima volta. Vorremo giocare tanto e conquistare punti“.

    Lei sta anche lavorando su una tesi di laurea che ha come argomento il marketing del campionato italiano.

    “Marketing e sostenibilità. Discuterò a luglio e poi mi piacerebbe proseguire un confronto bello che ho creato con l’organizzazione del Campionato Italiano perché sto imparando tante cose“.

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    Ultima volta al PalaPanini per Bruno: “Modena mi ha cambiato la vita”

    Ora che la notizia è ufficiale, e che i cuori dei tifosi carioca e italioti come me sono definitivamente distrutti, possiamo parlare di questi anni modenesi di Bruno Rezende col tono di quelli della mia generazione che hanno inventato la nostalgia. Una volta un palleggiatore mi disse che a Modena ci sarà un “Avanti Bruno” e un “Dopo Bruno”, un’analogia che per un regista che ha costituito la religione della pallavolo in Emilia negli ultimi anni va decisamente sulla strada giusta. Per Bruno si aprono le porte del Brasile e di un ritorno a casa che, dopo anni, appare quantomeno doveroso:

    “Aprile sarà il mio ultimo mese a Modena. Certe emozioni cerco di viverle senza pensare al futuro. Ora si sta chiudendo un ciclo, mancano davvero poche partite e sto cercando di godermi gli ultimi momenti qui in compagnia di tutti. Ci sono molte persone da ringraziare in tutti questi anni, tutte amicizie o rapporti che ho creato. Non lo vivo come un addio ma come un arrivederci ad altre occasioni, magari non da giocatore, ma certamente da persona che questa città la ama e la amerà sempre“.

    foto Modena Volley

    Cosa ha significato vivere Modena a Modena?

    “Vincere, conoscere persone meravigliose. Vivere anni molto belli della mia vita“.

    Si vince per rimanere eterni qui, Bruno.

    “Quando crei dei legami così, anche con una società, non puoi non tornare ogni tanto. Sono contento, più che per il tema dell’eternità, di aver lasciato un ricordo bello nelle domeniche dei nostri tifosi“.

    Perché il ritorno in Brasile proprio ora?

    “Per me è una scelta di vita. Io sono un giocatore che ha fatto una carriera totalitaria, ponendo la pallavolo come assoluta priorità della vita. Questo ha significato consumare tante energie, sacrificando del tempo e togliendolo alle priorità che hanno avuto altri miei coetanei. Io sono sempre stato un ‘workaholic’. Ora è il momento in cui iniziare a ridiscutere alcune priorità della vita“.

    foto Lega Volley

    Posso chiederle di più?

    “Ad esempio, ho una sorella che non ho visto crescere e con cui mi piacerebbe recuperare del tempo. O anche lo stare con mia madre e i miei amici. Vorrei fare cose che non ho mai fatto, come passare la domenica della partita o il dopopartita con i miei cari. Sembrano cose relative per chi le ha sempre fatte, ma io sono stato sempre lontano da casa. Adesso ho scelto di andare a giocare nella città in cui vive mia madre“.

    Prima abbiamo Parigi 2024.

    “Sarà sicuramente la mia ultima Olimpiade, quindi ci tengo particolarmente a fare bene e a chiudere nel migliore dei modi. Non sarà facile, ci affacciamo a una competizione che quest’anno ci porterà a giocare contro squadre davvero fortissime“.

    Il futuro dentro o fuori dallo sport?

    “Dentro lo sport sicuramente“.

    Foto Modena Volley

    Cosa le mancherà di questa città?

    “Tutto è sufficiente come risposta? (ride, n.d.r.). Le domeniche, l’affetto e le persone che me lo hanno trasmesso in tutti questi anni. Modena mi ha cambiato la vita“.

    Lei l’ha cambiata ai modenesi. Così si dice.

    “Questa cosa mi emoziona molto“.

    Bruno è insostituibile. Altra cosa che si dice di lei. Dobbiamo mettere insieme tutto questo oggi.

    “Non è scontato ed è una grande lusinga per me. Quando sono arrivato qui non pensavo di vivere emozioni di tale livello e non sapevo si potesse creare tutto questo“.

    foto Lega Volley

    Le persone della sua Modena?

    “Troppe. Fabrizio Schedoni. Lui ha dato il mio numero a Bruno Da Re quando cercava un palleggiatore. Ogni volta che ho incontrato una persona si è creato qualcosa di speciale“.

    Nel suo libro racconta dell’incontro con Earvin Ngapeth. Insieme avete fatto qualcosa di unico qui.

    “Ma anche Totò, Catia. Earvin è mio fratello. Mancava un personaggio qui ed è stato bellissimo“.

    Un arrivederci. Lo promette?

    “Sarà solo e sempre un arrivederci“.

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    Tommaso Barotto: “Porto Viro c’è, non abbiamo perso la testa”

    Il curriculum, a prima vista, non è quello di uno che deve ancora compiere diciannove anni. Scudetti, titoli da miglior giocatore, e non ultimo, domenica scorsa, una partita da quasi 20 punti che ha sancito la prima vittima eccellente dei Play Off Promozione di A2, ovvero Cuneo. Tommaso Barotto, classe 2005, è uno dei protagonisti dell’armata della Delta Group Porto Viro, che ora sta affrontando la semifinale con Siena, un’altra grande ambiziosa del campionato:

    “È certamente un momento di grandi gioie per me. Giocarsi una semifinale Play Off a 18 anni è bellissimo ed è una conquista, fatta assieme ad una squadra che ha disputato un girone di ritorno davvero incredibile“.

    Siena è in vantaggio dopo Gara 1.

    “Giovedì sera abbiamo perso, ma non abbiamo perso la testa e la concentrazione che ci serve per giocare Gara 2 perché è ancora tutto aperto“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Che aria si respira dopo Gara 1?

    “L’aria di chi vuole arrivare in fondo. Di chi non ha tanto voluto pensare a guardarsi indietro o a festeggiare troppo un primo tassello, ma a focalizzarsi subito sull’obiettivo successivo“.

    Perché Porto Viro ha eliminato Cuneo ai quarti?

    “Perché ha saputo fare un cammino all’interno delle prime tre partite di Play Off, in cui è stata in grado di superarsi e di giocare una grande pallavolo. Siamo riusciti a vincere per ben due volte su un campo difficilissimo, come è quello di Cuneo, esprimendo un bel gioco fatto di combattimenti, bei break che ci hanno fatto raggiungere questo importante risultato“.

    Durante i Play off ha giocato alcune delle gare più importanti della sua carriera?

    “Sicuramente Gara 3 dei quarti entra di diritto nelle prime tre, dopo la finale dell’Europeo Under 19 disputata con la nazionale e la semifinale scudetto Under 17 che ho disputato con Brugherio contro il Vero Volley“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Porto Viro come Brugherio. Il colore rosa, un po’ l’atmosfera dei diavoli.

    “Sicuramente è famiglia, ed è una squadra in cui capisci che i risultati non si antepongono alla persona e al giocatore. Come ai Diavoli Rosa, periodo bellissimo della mia vita da giocatore e non solo, mi sono ambientato subito ed è davvero un’esperienza positiva. Trovarsi in una società con una squadra così mi aiuta tanto per il percorso che sto facendo“.

    Lei va via di casa che non aveva finito nemmeno le medie.

    “A 13 anni ho lasciato casa. Sono stato disposto a lasciare il Veneto, che ho ritrovato quest’anno e che per me ha quel qualcosa in più che forse è proprio l’ambiente familiare, ma è anche una regione nella quale ci sono davvero tante ottime realtà pallavolistiche nel quale poter crescere“.

    foto Delta Volley Porto Viro

    Ora che lo ha ritrovato, ha paura di rimanerne stregato?

    “No, sono consapevole del fatto che la vita potrà ancora portarmi lontano da casa e dalla mia famiglia. Ne siamo tutti consapevoli perché quando un giocatore fa una scelta come la mia, la lontananza è un fattore che devi prendere in considerazione. Sono nato a Rovigo e casa mia è a Stienta, un paesino di 3000 abitanti. Lei capisce bene che se non considero normale dovermi allontanare, mi prendono per pazzo (ride, n.d.r.)!“.

    Pensa tanto al suo futuro ora che tutti parlano di lei?

    “Sono molto capace di disinteressarmi a tutto ciò che si dice di me. La determinazione e l’ambizione ci sono, ma non ci penso troppo e sono bravo a non prendere per oro colato tutto ciò che viene detto, nel bene e nel male. Passo per passo. Ragiono così“.

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    Claudio Cattaneo: “Il pubblico di Grottazzolina meriterebbe la Superlega”

    Nella scalata della Yuasa Battery Grottazzolina verso un campionato vissuto da eterna capolista ci sono alcune delle sue zampate migliori. Non è un caso che, dopo le prove di collaudo di una A2 da protagonista, cominciate a Motta di Livenza e proseguite a Castellana Grotte, nel suo terzo anno nella seconda serie nazionale Claudio Cattaneo appare nella stagione di grazia. Le misure sono prese, le conferme sono arrivate settimana dopo settimana. Ora lo schiacciatore si avvia verso un finale di campionato inedito e i progetti e le ambizioni sembrano essere tante:

    “Sapevo cosa andavo a firmare qui a Grottazzolina, nel senso che gli ottimi presupposti c’erano sin dall’estate. Una bella squadra composta da ottimi elementi, una società ottima che aveva degli obiettivi chiari. Sapevo anche cosa avrei trovato in A2 durante questo terzo anno consecutivo, perché il livello cresce stagione dopo stagione. Non pensavo, tuttavia, di restare primo per tutta la stagione“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Due anni di rodaggio. Ora Cattaneo è una certezza della serie A2.

    “In Serie A bisogna fare un po’ di stagioni ad alto livello per farti notare e per far capire che ci sei anche tu. Io sono passato da Motta a Castellana con tre schiacciatori e sono arrivato qui con l’obiettivo di continuare a crescere e di costruirmi una bella continuità di gioco e di risultato. Credo di poter affermare che quest’anno ho aggiunto un tassello importante al mio percorso come giocatore“.

    Agli italiani si chiede sempre tanta gavetta, altrimenti forse lei sarebbe più in alto.

    “Diciamo che tutta la gavetta è stata snervante da un lato, ma dall’altra è servita per maturare consapevolezze. Quando penso alla Superlega vedo sempre i soliti nomi circolare, quando basta vedere chi gioca in A2 per capire che ci sono degli ottimi elementi su cui appoggiarsi“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Si pesca troppo dall’estero?

    “Penso con onestà che spesso si tende a scommettere su alcuni giocatori che poi devi adattare ad un contesto come la pallavolo italiana, quando magari potresti dare più occasioni a giocatori che hai la possibilità di vedere la domenica vicino a casa. Per me è stato doppiamente difficile perché non avevo il cosiddetto pedigree, nel senso che non provenivo da un settore giovanile importante e conosciuto. La pallavolo per me è iniziata a Finale Ligure. Quindi ho cominciato la salita partendo dal primo gradino“.

    Ha avuto meno chance. Ma le poche se le è giocate benissimo.

    “Dal mio primo allenatore a Finale ho imparato a giocarmi le possibilità che mi venivano presentate. Ho cercato di coglierle ed eccomi qui a giocare una bella stagione con una squadra davvero fantastica“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Se le dico Superlega, lei è in grado di continuare?

    “È un obiettivo nostro e di altrettante ottime squadre. Penso proprio a Ravenna, la nostra avversaria, che si è anche rinforzata in vista della seconda fase. Non possiamo nasconderci e dire che Grottazzolina non punterà a giocarsela. Però, lei saprà bene che la scaramanzia c’è sempre. Io ad esempio sono molto scaramantico“.

    Perché Grottazzolina la meriterebbe?

    “Non voglio parlare di squadra, ma di mille persone che affollano il palazzetto, e quando succede diventa una bolgia e diventa soprattutto qualcosa di magico. Ecco, quei tifosi che ci seguono con così tanto affetto meriterebbero qualcosa di importante“.

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    Marco Novello verso lo spareggio: “Ci prepariamo con grande serenità”

    Quando ti sintonizzi sulla sua stessa lunghezza d’onda, Marco Novello cala subito il velo e viene fuori come l’uomo spogliatoio che da più fonti mi è stato descritto. Pallavolista sui generis, attorniato da un mondo curiosamente freak, Novello è una bella rivelazione di quella Gabbiano Mantova che quest’anno è stata in grado di stupire tutti e di vincere contro quasi tutti. 14 punti sulla seconda in classifica, 21 vittorie in regular season e un’avanzata inarrestabile verso lo Spareggio Promozione che giocherà dal 7 aprile contro Macerata. Se non è la continuazione di un sogno partito lo scorso anno dalla serie B per la società lombarda, cosa è?

    “È la continuazione di un progetto, quello della Gabbiano Mantova, che come diceva lei, parte lo scorso anno ed è stata una bellissima cavalcata, della quale io ho avuto il piacere di fare parte da questa stagione“.

    C’è l’emozione da spareggio?

    “Sì, c’è l’emozione dei Play Off e la voglia di dare il 100%. Diciamo che ad inizio stagione non pensavamo di fare così bene, quindi alla gioia per la stagione che è stata c’è la soddisfazione per il modo in cui tutta la squadra l’ha condotta“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Ha detto bene. Una squadra. Ed una società grata per il punto in cui si è arrivati.

    “Un bellissimo gruppo, dico sul serio. La società all’inizio dell’anno ci ha chiesto una bella e tranquilla salvezza. Una volta che gli obiettivi sono diventati quelli che sono oggi, ossia giocarsi uno spareggio, la stiamo vivendo con la grande serenità di viverci e goderci il momento, dandoci la possibilità di giocarcela e di fare bene. Cerchiamo di restare con i piedi per terra su quello che c’è oltre questa possibilità di spareggio“.

    Scaramantico?

    “(ride, n.d.r.) Moltissimo!“.

    Però negli spogliatoio qualche battuta si farà?

    “La battuta ci sta sempre. Ma, più che il clima felice, c’è la serenità con cui ci stiamo preparando, dando tutti l’anima durante queste settimane di preparazione alla sfida“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Cosa diciamo di Macerata?

    “Conosco molto poco, a parte Lazzaretto con cui mi sono sfidato qualche anno fa. Sarà sicuramente motivante trovarseli davanti ed è una bella sfida, perché anche loro hanno fatto una bella stagione ed arriveranno a questo appuntamento molto agguerriti“.

    Novello è un altro veneto doc, cresciuto nelle giovanili di Treviso.

    “Un bellissimo momento della mia carriera“.

    In generale so che è molto attaccato alla sua terra.

    “Ho sempre cercato di rimanere vicino a casa. In Veneto ho sempre giocato una bella pallavolo. Poi le scelte della carriera possono portarti lontano. Nel mio caso, se arriveranno, sono pronto a sacrificarmi. Per ora, a parità di condizioni, mi piace restare vicino o approssimativamente vicino alla mia famiglia, agli amici e a Treviso“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Viene sempre fuori una grande nostalgia di quella società.

    “Sarebbe bello tornasse la grande pallavolo in città. Spero ce ne sarà la possibilità in futuro. Siamo in tanti a sperarlo“.

    Da bravo veneto, lei ha studiato agraria.

    “Ed ho proseguito in scienze ambientali alla Ca’ Foscari a Venezia. Mi piacerebbe lavorare nel settore della trasformazione dei prodotti“.

    Nella pallavolo invece, vuole investire? Ha ancora 21 anni.

    “Certamente. Sono qui per questo“.

    Superlega?

    “Magari. Passo dopo passo spero un giorno di giocarmi anche quella pallavolo“.

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    Enrico Lazzaretto: “Sono uno che vuole vincere sempre, anche alla Playstation…”

    Quanto tempo è passato da quando, sbarbatello e con la convinzione di chi si sarebbe ritagliato uno spazio all’interno della Serie A, Enrico Lazzaretto esordiva a 20 anni con la maglia dell’allora Tonazzo Padova. Quasi dieci anni in cui Enrico ha girato in lungo e in largo i campionati nazionali, lasciando una traccia importante nelle società, Porto Viro su tutte, che come la Banca Macerata gli hanno dato la possibilità di essere qualcosa di importante. Da primo in classifica, in una compagine che ha dominato il Girone Blu della A3, ora “Lazza” si ritrova in procinto di giocarsi uno Spareggio Promozione contro la Gabbiano Mantova:

    “Dalla prima giornata siamo sempre stati al comando della classifica. Solo nell’ultimo periodo abbiamo forse accusato un calo di rendimento, con risultati altalenanti. Capisco che sia stato un mesetto in cui la stanchezza generale di una stagione può emergere all’improvviso, il tutto condito da qualche infortunio di troppo. Nell’ultima gara contro Modica siamo tornati ad avere un buon ritmo, e sicuramente ci ha aiutato moralmente parlando“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Terzo anno a Macerata. Forse la sua miglior stagione.

    “La cosa che mi ha colpito sin dai primi giorni è stata il fatto che sembriamo una squadra che gioca assieme da una vita. È un ottimo organico che nella fase di Play Off dovrà mantenere la consapevolezza di squadra maturata e le individualità che devono affermarsi nelle fasi importanti. Penso ad uno come Bara Fall, che quando è in palla può essere devastante“.

    C’è un fattore individuale e anche affettivo, ovvero il ritorno di Nicolò Casaro come compagno di squadra.

    “(ride, n.d.r.) Siamo anche coinquilini quest’anno! Sì, Nicolò è un elemento che ha portato certamente un bel valore alla squadra. Con lui e Gozzo a Padova si è costruito un rapporto di amicizia e una fiducia importante. Certamente tornare a giocare assieme, oltre a divertirmi perché rivivo quei momenti trascorsi assieme dalle giovanili, è molto bello“.

    Foto Mauro Pianesi/Pallavolo Macerata

    Macerata ha costruito una squadra di esperienza, ma anche una società che merita di salire.

    “Da un po’ di anni si è costituita una delle migliori società della Serie A3. Lavorano molto, e non lo dico perché ormai sono qui da tre anni, ma perché ho trovato una bella organizzazione e un bel progetto nel quale mi ha fatto piacere essere confermato. Sulla questione del merito, credo anche io che questa piazza si meriti la A2“.

    Il suo rendimento è apparso decisivo in questa stagione. Un po’ come quello dell’anno della promozione a Porto Viro.

    “Speriamo che possa indirizzarsi verso quell’obiettivo finale. Diciamo che a Porto Viro mi sentivo una specie di profeta, arrivato per portare la squadra in una serie superiore assieme a tanti amici. Quest’anno a Macerata mi sento parte di un gruppo in cui ognuno ha le proprie responsabilità e ognuno sa bene cosa deve fare“.

    Foto Lega Pallavolo Serie A

    Sente la pressione dello spareggio contro Mantova?

    “Mi piace essere al massimo della concentrazione. Castellano ci tiene a bada e ci tiene focalizzati sull’obiettivo. Io, in un contesto nel quale c’è tanta competitività, riesco a fare meglio. Quindi la pressione mi fa solo bene perché sono uno che vorrebbe vincere sempre anche quando sta giocando con la Playstation!“.

    Sta anche giocando molto bene. È uno dei migliori nel suo ruolo.

    “Sono soddisfatto, è vero. Sto giocando un buon campionato sotto tutti gli aspetti, anche in ricezione“.

    Foto Pallavolo Macerata

    Il prossimo anno compirà 30 anni. Si sente il richiamo del Veneto?

    “Qui sto molto bene. Mi manca solo Livia, la mia compagna. Può scrivere che sarebbe ora che si trasferisse qui con me?“.

    Ci proviamo, Lazzaretto. Quindi possiamo dire che la quarta a Macerata vorrebbe farla.

    “Sì, mi piacerebbe restare, e mi piacerebbe terminare il campionato nel migliore dei modi“.

    di Roberto Zucca LEGGI TUTTO