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    Attesa per Spa, le nuove norme freneranno Red Bull e Ferrari?

    TORINO – Tra poco, ormai pochissimo, le monoposto scenderanno in pista a Spa per le prime prove libere valide per il GP del Belgio. Si scoprirà se gli effetti della Direttiva Tecnica 39 freneranno lo slancio delle due squadre più forti (Red Bull e Ferrari, citate in ordine di classifica) oppure se non accadrà nulla. Difficile, a dire il vero, che non accada nulla. Ma possibile (si vedrà quanto probabile) che gli effetti siano minimi. La direttiva in questione stabilisce delle nuove regole per controllare la rigidità dei fondi delle auto (quel “pattino” che un tempo era di legno, ora in materiale composito). Red Bull e Ferrari avrebbero trovato il modo di essere a norma (lo sono sempre state, questo va ricordato) pur usando degli assetti molto bassi che con l’attuale generazione di monoposto sono di importanza capitale.
    LA MERCEDES – Dietro il lungo braccio di ferro sull’introduzione di questa direttiva c’è chi intravvede la longa manus della Mercedes, che un sistema di questo tipo (regolare, va ribadito, ma molto innovativo) non l’ha pensato. Ma è ragionevole credere che le due squadre più forti possano trovarsi improvvisamente in difficoltà? In molti pensano che non succederà. Forse, azzarda qualche osservatore, le nuove norme potrebbero rallentare le quattro monoposto di vertice di un paio di decimi che, su una pista lunga come Spa, sono meno importanti che su piste più corte. Laddove, proporzionalmente, lo svantaggio sarebbe meno sensibile. Dunque, non resta che attendere il responso della pista. E capire se la seconda parte della stagione, a parte gli sviluppi e il recupero della Mercedes, sarà sulla falsariga della prima o se la lotta per vincere diventerà stabilmente aperta anche a Hamilton e Russell. LEGGI TUTTO

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    F1, Perez: “Tutto può succedere, la Ferrari è ancora la più veloce”

    ROMA – LaFormula 1riprende la propria corsa dopo la pausa estiva con il Gran Premio del Belgio e con la Red Bull ancora lì a dominare in entrambe le classifiche. Il campione del mondo in carica, Max Verstappen (258 punti), tiene infatti a distanza Charles Leclerc della Ferrari a quota 178. Alle spalle del duo di testa, c’è però Sergio Perez, che ai microfoni del Circus afferma: “Penso che sia tutto ancora molto aperto, quindi dobbiamo continuare a spingere. La Ferrari è stata un po’ più veloce di noi nelle ultime due gare, quindi dobbiamo solo continuare a spingere forte, ma tutto può succedere”.
    I rimpianti di Perez
    Nella prima metà della stagione sembrava addirittura che il rivale più accreditato di Verstappen fosse proprio Perez, autore di sei podi e una vittoria nelle prime tredici gare. Gli errori e i problemi in Canada e in Austria hanno però gettato alle ortiche il buon inizio del messicano. “Se dovessi classificare questa mia prima parte di 2022 sarebbe molto in alto. I due ritiri hanno ucciso quello che stavo costruendo. Senza quelli, il mio campionato sarebbe stato molto diverso”, ha infatti concluso Perez, con un pizzico di rammarico. LEGGI TUTTO

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    F1, Perez: “Mondiale ancora aperto, può succedere di tutto”

    ROMA – Ci sono ancora nove gare da disputare per questa Formula 1 2022, che vede in testa la Red Bull in entrambe le classifiche. Max Verstappen (258 punti), tiene a distanza Charles Leclerc della Ferrari a quota 178. Alle spalle del duo di testa, c’è Sergio Perez, che ai microfoni del Circus afferma: “Penso che sia tutto ancora molto aperto, quindi dobbiamo continuare a spingere. La Ferrari è stata un po’ più veloce di noi nelle ultime due gare, quindi dobbiamo solo continuare a spingere forte, ma tutto può succedere”.
    Le parole di Perez
    Nella prima metà della stagione sembrava addirittura che il rivale più accreditato di Verstappen fosse proprio Perez, autore di sei podi e una vittoria nelle prime tredici gare. Poi però due zero (Canada e Austria) hanno compromesso questa ambizione: “Se dovessi classificare questa mia prima parte di 2022 sarebbe molto in alto. I due ritiri hanno ucciso quello che stavo costruendo. Senza quelli, il mio campionato sarebbe stato molto diverso”. LEGGI TUTTO

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    F1: attenta Ferrari, la Mercedes torna a far paura

    TORINO – E se tra i due litiganti fosse terzo classicamente a godere? Mentre Mattia Binotto accarezza Charles Leclerc e la Ferrari («dobbiamo voltare pagina e andare in Ungheria per una doppietta») e punge la Red Bull («gestiamo meglio le gomme e abbiamo due grandi piloti, loro uno solo») e Max Verstappen continua a professare un atteggiamento di basso profilo («attenzione, la Ferrari è forte»), la vera forza emergete di questa torrida estate è la Mercedes.Il doppio podio in Francia, che riporta indietro le lancette del tempo al 2021 dell’ottavo titolo mondiale costruttori consecutivo conquistato dalle Frecce d’Argento, è solo la punta di una trend molto evidente. Nelle ultime cinque gare, quelle nelle quali la Ferrari non ha capitalizzato la superiorità tecnica per errori e rivalità dei piloti e problemi di affidabilità, la Mercedes ha conquistato 20 punti in più delle Rosse (136 a 116) e appena 25 in meno della Red Bull (161). Nelle stesso periodo Lewis Hamilton con 77 punti (con quattro podi consecutivi) è secondo solo a Verstappen (108) e George Russell (59) quarto dietro a Carlos Sainz (61), con Leclerc solo (55) quinto appena davanti a Sergio Perez (53). Ma il dato forse più significativo sono quei 10 secondi (appena) di distacco a fine GP di Francia tra Verstappen e Hamilton.«Di gara in gara stanno arrivando sempre più vicini, sempre più vicini» sottolinea infatti Christian Horner, il team principale della Red Bull preoccupata, come la Ferrari, più ancora che dalla Direttiva Tecnica 039 che da Spa, alla ripresa dopo la pausa estiva, metterà dei paletti più rigidi sulla questione anti-saltellamento e sulla flessibilità dei fondi (le armi vincenti delle due scuderie che si stanno giocando il Mondiale), dalle discussioni sulle modifiche 2023. Avvantaggerebbero la Mercedes, permettendole di recuperare il gap di un progetto nato male. O peggio rispetto ai rivali. Si parla addirittura di cause legali. Il vero segno di quanto a Maranello e a Milton Keynes temino il ritorno della Mercedes. Più in casa Ferrari. Perché se il Mondiale quest’anno sembra sempre più indirizzato verso la Red Bull (la verità è che nel Mondiale Costruttori la Mercedes è più vicina alla Ferrari di quanto questa non lo sia alla Red Bull: -74 e -82), perdere il vantaggio tecnico nell’era della “stabilità” in prospettiva sarebbe una tragedia ancora più dura da digerire. LEGGI TUTTO

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    F1: Leclerc campione di onestà, ma così il Mondiale non si vince

    TORINO – La Ferrari ha scelto (giustamente, guardando la classifica, con un gap su Carlos Sainz destinato per altro ad ampliarsi) il suo numero 1, ma Charles Leclerc non è ancora un numero 1. Ovvero, il monegasco è un numero 1 assoluto nel non trovare scuse e ammettere i suoi errori, fin oltre quello che gli si potrebbe chiedere (Mattia Binotto infatti lo difende: «È un campione, non lo mettiamo di sicuro in discussione»). Come ieri, quando poco dopo aver finito al 18° giro la sua corsa verso la vittoria che l’avrebbe riavvicinato a Max Verstappen contro le carriere del Paul Richard, ha dichiarato senza tanti giri di parole: «Ho sbagliato, un errore inaccettabile per uno che vuole vincere il titolo. Ora dobbiamo solo continuare a provarci e fare i conti alla fine. Ma se alla fine perderò il Mondiale per 32 punti sarà solo colpa mia». Quelli persi tra a Imola e Le Castellet, i suoi due errori. Pesantissimi. Due “zeri”, che uniti ai problemi di affidabilità della Ferrari F1-75 dopo 12 GP lo vedono a -63 da Verstappen, che invece di errori non ne commette mai. E capitalizza al massimo i problemi altrui nonostante una Red Bull evidentemente inferiore alla Ferrari. E pure, se non nelle sue mani, alla Mercedes in grande crescita, come dimostra il doppio podio di Lewis Hamilton e George Russell, con duello finale su Sergio Perez.Verstappen più forte di Leclerc? Ora sì. Non è una sentenza assoluta, ma la conseguenza del fatto che, pur coetanei, Max ha una storia molto più lunga e significativa in Formula 1. Anche l’olandese s’è presentato nel Circus arrembante per reclamare un suo posto da leader, predestinato, re. Ed è cresciuto sbagliando, esagerando lottando come un leone contro il migliore di tutti: Lewis Hamilton. E l’hanno corso l’ha battuto. Acquisendo una consapevolezza e una serenità che ora pagano. Tutto quello che Charles non ha, perché è il primo anno che ha una macchina per vincere. Deve imparare anche lui a farlo. Lui e la squadra. Non a caso la lezione più grande gliela rifila in mondovisione Verstappen, nell’intervista post-vittoria in pista. «La lotta con Leclerc? Io penso a fare più punti possibili. A volte devi capire che non puoi attaccare sempre, ma devi aspettare».Max può farlo. E gara dopo gara può farlo ancora di più. Charles no. E deve avere la forza mentale per riuscire ad accettarlo. Nel frattempo domenica in Ungheria dovrà per forza vincere. E per riuscirci dovrà tornare a lottare anche con il compagno di squadra, quel Carlos Sainz che nonostante i problemi al pt stop, porta a casa un eccellente quinto post partendo 19°. Con due sorpassi da fenomeno: all’esterno su Russell, di cattiveria su Perez. Con grande coraggio e talento. E l’aiuto della macchina. Che in Ungheria potrà giocarsi il successo, non pagando più penalità per il cambio motore. E stare certi che a Budapest non aiuterà più Leclerc per la pole, dandogli la scia. LEGGI TUTTO

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    Verso un fine settimana caldo. E le polemiche lo rendono rovente

    TORINO – La temperatura del GP di Francia, domenica sul bellissimo e affascinante circuito del Paul Ricard, salirà più per effetto delle ondate di caldo che scuotono l’Europa o per le frecciate (infuocate anche queste) che le squadre si stanno tirando l’una contro l’altra? Va premesso che niente di significativo cambierà rispetto a quanto si è visto nelle ultime gare, le auto sono le stesse. Ma si sta andando incontro, a grandi falcate, agli effetti dell’ormai più che nota Direttiva Tecnica 39. È quella che è stata emessa dalla Fia e che intende porre un freno al fenomeno del cosiddetto “porpoising”. Si vedrà con quali effetti (comunque a partire dal Belgio, a fine agosto).
    IL FONDO – Ma intanto, siccome verranno utilizzati nuovi strumenti per misurare le oscillazioni e soprattutto la rigidità del fondo sottoscocca, si scatena una battaglia sotterranea. Nel mirino, teoricamente, ci dovrebbero essere Ferrari e Red Bull, che tuttavia ostentano sicurezza. Altri puntano il dito, sostenendo che entrambe dovranno rivedere gli assetti (peggiorandoli) e perdendo parte del vantaggio che hanno. A Maranello fanno spallucce («quel che c’è scritto nella direttiva, sostanzialmente non ci tocca»), alla Red Bull attaccano addirittura la Mercedes, sostenendo che lla loro ala anteriore si piega troppo. Da ricordare che tutte le monoposto sinora sono sempre stata trovate perfettamente regolari alla verifiche tecniche.
    CANADA – Su tutto pesa l’ombra dell’affaire-Canada, quando la Mercedes aveva adottato una soluzione (pure questa anti porpoising) a poche ore da quando era stata permessa. Qualcuno sospetta una fuga di notizia da parte del “sistema federale” altri pensano a una spifferata in piena regola (e hanno anche i nomi pronti dei presunti spifferatori, che tuttavia vengono taciuti o solo sussurrati). Insomma, a parte quanto accadrà in pista, si va verso un fine settimana quantomai acceso. LEGGI TUTTO

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    Formula 1, che fine ha fatto il budget cap?

    TORINO – «Sarà una battaglia di sviluppi» hanno detti alcuni dei protagonisti del Mondiale di Formula 1, in piena ebollizione in questo torrido mese di luglio (quattro gare in programma). Da una parte viene da dire: logico che sia così, è sempre accaduto che gli sviluppi siano stati decisivi, non c’è niente di nuovo. Anzi, in passato spesso la differenza l’hanno fatta proprio gli sviluppi, che hanno premiato le squadre più dinamiche e innovative e punito quelle più conservative. Dall’altra parte, invece, viene da chiedersi: ma che fine ha fatto il budget cap?
    ANGOLO – Improvvisamente, quello che doveva essere il tema centrale della stagione, sembra essere stato messo in un angolo. La Red Bull ha sviluppato molto la sua auto e non ha smesso di farlo nemmeno dopo un primo, decisivo step. La Ferrari ha proseguito nell’affinare la sua già ottima monoposto, anche se è stata costretta a pensare principalmente all’affidabilità (e anche questo costa). La Mercedes sta tornando nelle zone alte della classifica grazie a interventi profondi sulla sua auto (e ha già lasciato intendere che altri arriveranno). Qualcuno (tra gli avversari) ha provato a gettare il sasso nello stagno: «Ma come faranno con i limiti alle spese?». Già, come faranno?
    INTERROGATIVO – Tempo fa, Mattia Binotto aveva pubblicamente posto un interrogativo non di importanza marginale: il regolamento finanziario, che è entrato pienamente in vigore, stabilisce quanti soldi (145 milioni) si possano spendere e come li si possa spendere. Ma non dice che cosa accadrà alla squadra che, eventualmente fosse trovata in difetto. Una multa? Una penalità nel mondiale costruttori? Non si sa. E intanto si spende, anche perché l’adeguamento all’inflazione (leggasi i soldi che arrivano da Liberty Media) prima o poi ci sarà e taciterà i malumori. Magari il bubbone scoppierà in autunno. O semplicemente non se ne farà nulla, secondo copione già visto… LEGGI TUTTO

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    F1, Antonio Perez alla conquista del Messico: il padre del pilota Red Bull si è candidato per il 2024

    ROMA – Il padre di Sergio Perez, Antonio Perez Garibay, scende in campo per le prossime presidenziali del Messico come candidato. Conosciuto in pit-lane per aver accompagnato suo figlio in ogni fase della sua carriera, ora Toño si prepara alla campagna presidenziale, che però si preannuncia già in salita. Anche Checo Perez, grazie agli ultimi successi con la casa di Milton Keynes in Formula 1, è diventato un vero e proprio beniamino nazionale. Circostanza che, spera suo padre, possa contribuire alla sua elezione.
    Primo ostacolo
    Qualcosa però nel lancio della candidatura non è andato nel verso giusto. La costituzione messicana, infatti, proibisce chiaramente l’utilizzo della fascia presidenziale in campagna elettorale. Nonostante questo, il padre del pilota messicano ha postato una foto dove già indossa il simbolo tricolore. La scelta del 63enne imprenditore e parlamentare ha scatenato gli attacchi agli oppositori del suo partito Movimento di Rigenerazione Nazionale (MORENA), che spera con Perez senior di conquistare la presidenza nel 2024. LEGGI TUTTO