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    Ktm imita l'Aprilia: cresce il travarso tra Formula 1 e MotoGP

    TORINO – La ricetta per rendere le due ruote vincenti? Raddoppiare. Prendere tecnologia, uomini e idee dalle quattro ruote. La strada aperta tre anni da dall’Aprilia con l’arrivo di Massimo Rivola, ex direttore sportivo e poi responsabile del cantera Ferrari, è sempre più seguita e continua a crescere il travaso tra MotoGP e la Formula 1, complice la necessità di lavorare sempre di più non solo sul motore, ma anche e soprattutto sull’aerodinamica (e con essa la gestione delle gomme). Fattori chiave nelle quattro ruote, ora anche nelle due, dove la telaistica, così cara (e riuscita) alle Case giapponesi, è di fatto superata. O comunque non basta più, nonna la differenza.Così, riconoscendo a  Rivola la paternità di una nuova filosofia che ha portato grandi frutti all’Aprilia, il gran capo della Ktm, una delle Case più deludenti di questa stagione, dopo aver dato il via libera al trasferimento di Miguel Oliveira e Raul Fernandez proprio a Noale (nel nuovo team satellite di proprietà malese) ha rotto gli indugi e annuncia una svolta. La stessa per altro seguita da Yamaha, che per trattenere Fabio Quartararo ha dovuto ingaggiare Luca Marmorini, l’ex motorista Ferrari che nel 2020 ha sviluppato il motore Aprilia, e dalla Honda, che con meno enfasi (ma ormai è allo sbando e deve fare qualcosa per non perdere Marc Marquez) ha preso tecnici dal proprio (ex) settore F1.«Il nuovo capo dell’Aprilia è molto intelligente, mi piace molto – afferma Stefan Pierer -. Dalla F1 ha portato con sé molta esperienza nel campo dell’aerodinamica. L’anno prossimo aumenteremo il nostro impegno nei confronti del personale proveniente dalla F1. Per fortuna abbiamo un rapporto di lunga data con la Red Bull, che è una squadra vincente, quindi sappiamo a quale porta bussare. La Red Bull ha centinaia di tecnici aerodinamici con molta esperienza. Questa sarà una delle chiavi per il 2023».Una collaborazione che farà piacere anche alla stessa Red Bull, che come tutti i grandi team per rispettare il Budget Cap deve tagliare o ricollocare gli organici. Così il proprio know how non finisce alla concorrenza diretta, per altro. Mentre la Ktm potrà beneficiare del supporto di parte del gruppo di lavoro più ammirato della F1, quello diretto dal genio di Adrian Newey.In tutto questo l’unico costruttore che continua a fare tutto in casa è la Ducati, proprio quello che ha dato il via alla nuova era delle moto-monoposto. Prima con le ali (l’Aprilia recentemente ha introdotto per la prima volta quella posteriore e Borgo Panigale le alette stile dinosauro), poi con altre trovate aerodinamiche e tecniche (abbassatore). Ma non bisogna dimenticare che Ducati in questi anni ha sfruttato il legame con Audi, la Casa che ne ha la proprietà e che rientrerà in F1. LEGGI TUTTO

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    Per Sainz, un'eredità pesante. Per Leclerc, un'impresa difficile

    TORINO – No, non ci sarà il duello dal fondo della griglia tra Charles Leclerc e Max Verstappen. Loro due sono penalizzati per cambio motore (come si sapeva fin dall’inizio), ma giunti a questo momento della stagione sono tanti i piloti in debito di ossigeno. Così i penalizzati diventano sette in totale, la griglia di partenza resta stravolta rispetto alle posizioni realmente ottenute. Leclerc e Verstappen si daranno battaglia a metà gruppo e, almeno nelle prime fasi, sarà dura (specie alla prima curva, dopo che sulla via di fuga è stata riposizionata la ghiaia).

    IL TELAIO – Certo, la Red Bull vista in qualifica mostra una straordinaria superiorità, ci si chiede se sia merito del nuovo telaio alleggerito o semplicemente delle doti di base di una monoposto eccellente. L’auto del campione del mondo ha facilità nel mandare in temperatura le gomme e in qualifica questa qualità è emersa. In gara, se le previsioni meteo sono corrette, farà più caldo e quindi il vantaggio potrebbe essere un po’ meno evidente. Ma, certo, battere questa Red Bull a Spa è un’impresa molto ardua.

    LE PRIME FASI – In ogni caso, nelle prime fasi di gara, la partita sarà nelle mani di Carlos Sainz che ha ereditato (per così dire…) la pole da Verstappen. Ma al fianco ha Sergio Perez, che potrà sfruttare le stesse doti che ha sfruttato Verstappen e anche il vantaggio di avere la scia nel primo giro. La Red Bull mette paura, in teoria può portare due auto sul podio. Ma questa Formula 1, così aperta, ha insegnato a non “blindare” mai alcun pronostico. LEGGI TUTTO

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    Attesa per Spa, le nuove norme freneranno Red Bull e Ferrari?

    TORINO – Tra poco, ormai pochissimo, le monoposto scenderanno in pista a Spa per le prime prove libere valide per il GP del Belgio. Si scoprirà se gli effetti della Direttiva Tecnica 39 freneranno lo slancio delle due squadre più forti (Red Bull e Ferrari, citate in ordine di classifica) oppure se non accadrà nulla. Difficile, a dire il vero, che non accada nulla. Ma possibile (si vedrà quanto probabile) che gli effetti siano minimi. La direttiva in questione stabilisce delle nuove regole per controllare la rigidità dei fondi delle auto (quel “pattino” che un tempo era di legno, ora in materiale composito). Red Bull e Ferrari avrebbero trovato il modo di essere a norma (lo sono sempre state, questo va ricordato) pur usando degli assetti molto bassi che con l’attuale generazione di monoposto sono di importanza capitale.
    LA MERCEDES – Dietro il lungo braccio di ferro sull’introduzione di questa direttiva c’è chi intravvede la longa manus della Mercedes, che un sistema di questo tipo (regolare, va ribadito, ma molto innovativo) non l’ha pensato. Ma è ragionevole credere che le due squadre più forti possano trovarsi improvvisamente in difficoltà? In molti pensano che non succederà. Forse, azzarda qualche osservatore, le nuove norme potrebbero rallentare le quattro monoposto di vertice di un paio di decimi che, su una pista lunga come Spa, sono meno importanti che su piste più corte. Laddove, proporzionalmente, lo svantaggio sarebbe meno sensibile. Dunque, non resta che attendere il responso della pista. E capire se la seconda parte della stagione, a parte gli sviluppi e il recupero della Mercedes, sarà sulla falsariga della prima o se la lotta per vincere diventerà stabilmente aperta anche a Hamilton e Russell. LEGGI TUTTO

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    F1, Perez: “Tutto può succedere, la Ferrari è ancora la più veloce”

    ROMA – LaFormula 1riprende la propria corsa dopo la pausa estiva con il Gran Premio del Belgio e con la Red Bull ancora lì a dominare in entrambe le classifiche. Il campione del mondo in carica, Max Verstappen (258 punti), tiene infatti a distanza Charles Leclerc della Ferrari a quota 178. Alle spalle del duo di testa, c’è però Sergio Perez, che ai microfoni del Circus afferma: “Penso che sia tutto ancora molto aperto, quindi dobbiamo continuare a spingere. La Ferrari è stata un po’ più veloce di noi nelle ultime due gare, quindi dobbiamo solo continuare a spingere forte, ma tutto può succedere”.
    I rimpianti di Perez
    Nella prima metà della stagione sembrava addirittura che il rivale più accreditato di Verstappen fosse proprio Perez, autore di sei podi e una vittoria nelle prime tredici gare. Gli errori e i problemi in Canada e in Austria hanno però gettato alle ortiche il buon inizio del messicano. “Se dovessi classificare questa mia prima parte di 2022 sarebbe molto in alto. I due ritiri hanno ucciso quello che stavo costruendo. Senza quelli, il mio campionato sarebbe stato molto diverso”, ha infatti concluso Perez, con un pizzico di rammarico. LEGGI TUTTO

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    F1, Perez: “Mondiale ancora aperto, può succedere di tutto”

    ROMA – Ci sono ancora nove gare da disputare per questa Formula 1 2022, che vede in testa la Red Bull in entrambe le classifiche. Max Verstappen (258 punti), tiene a distanza Charles Leclerc della Ferrari a quota 178. Alle spalle del duo di testa, c’è Sergio Perez, che ai microfoni del Circus afferma: “Penso che sia tutto ancora molto aperto, quindi dobbiamo continuare a spingere. La Ferrari è stata un po’ più veloce di noi nelle ultime due gare, quindi dobbiamo solo continuare a spingere forte, ma tutto può succedere”.
    Le parole di Perez
    Nella prima metà della stagione sembrava addirittura che il rivale più accreditato di Verstappen fosse proprio Perez, autore di sei podi e una vittoria nelle prime tredici gare. Poi però due zero (Canada e Austria) hanno compromesso questa ambizione: “Se dovessi classificare questa mia prima parte di 2022 sarebbe molto in alto. I due ritiri hanno ucciso quello che stavo costruendo. Senza quelli, il mio campionato sarebbe stato molto diverso”. LEGGI TUTTO

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    F1: attenta Ferrari, la Mercedes torna a far paura

    TORINO – E se tra i due litiganti fosse terzo classicamente a godere? Mentre Mattia Binotto accarezza Charles Leclerc e la Ferrari («dobbiamo voltare pagina e andare in Ungheria per una doppietta») e punge la Red Bull («gestiamo meglio le gomme e abbiamo due grandi piloti, loro uno solo») e Max Verstappen continua a professare un atteggiamento di basso profilo («attenzione, la Ferrari è forte»), la vera forza emergete di questa torrida estate è la Mercedes.Il doppio podio in Francia, che riporta indietro le lancette del tempo al 2021 dell’ottavo titolo mondiale costruttori consecutivo conquistato dalle Frecce d’Argento, è solo la punta di una trend molto evidente. Nelle ultime cinque gare, quelle nelle quali la Ferrari non ha capitalizzato la superiorità tecnica per errori e rivalità dei piloti e problemi di affidabilità, la Mercedes ha conquistato 20 punti in più delle Rosse (136 a 116) e appena 25 in meno della Red Bull (161). Nelle stesso periodo Lewis Hamilton con 77 punti (con quattro podi consecutivi) è secondo solo a Verstappen (108) e George Russell (59) quarto dietro a Carlos Sainz (61), con Leclerc solo (55) quinto appena davanti a Sergio Perez (53). Ma il dato forse più significativo sono quei 10 secondi (appena) di distacco a fine GP di Francia tra Verstappen e Hamilton.«Di gara in gara stanno arrivando sempre più vicini, sempre più vicini» sottolinea infatti Christian Horner, il team principale della Red Bull preoccupata, come la Ferrari, più ancora che dalla Direttiva Tecnica 039 che da Spa, alla ripresa dopo la pausa estiva, metterà dei paletti più rigidi sulla questione anti-saltellamento e sulla flessibilità dei fondi (le armi vincenti delle due scuderie che si stanno giocando il Mondiale), dalle discussioni sulle modifiche 2023. Avvantaggerebbero la Mercedes, permettendole di recuperare il gap di un progetto nato male. O peggio rispetto ai rivali. Si parla addirittura di cause legali. Il vero segno di quanto a Maranello e a Milton Keynes temino il ritorno della Mercedes. Più in casa Ferrari. Perché se il Mondiale quest’anno sembra sempre più indirizzato verso la Red Bull (la verità è che nel Mondiale Costruttori la Mercedes è più vicina alla Ferrari di quanto questa non lo sia alla Red Bull: -74 e -82), perdere il vantaggio tecnico nell’era della “stabilità” in prospettiva sarebbe una tragedia ancora più dura da digerire. LEGGI TUTTO

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    F1: Leclerc campione di onestà, ma così il Mondiale non si vince

    TORINO – La Ferrari ha scelto (giustamente, guardando la classifica, con un gap su Carlos Sainz destinato per altro ad ampliarsi) il suo numero 1, ma Charles Leclerc non è ancora un numero 1. Ovvero, il monegasco è un numero 1 assoluto nel non trovare scuse e ammettere i suoi errori, fin oltre quello che gli si potrebbe chiedere (Mattia Binotto infatti lo difende: «È un campione, non lo mettiamo di sicuro in discussione»). Come ieri, quando poco dopo aver finito al 18° giro la sua corsa verso la vittoria che l’avrebbe riavvicinato a Max Verstappen contro le carriere del Paul Richard, ha dichiarato senza tanti giri di parole: «Ho sbagliato, un errore inaccettabile per uno che vuole vincere il titolo. Ora dobbiamo solo continuare a provarci e fare i conti alla fine. Ma se alla fine perderò il Mondiale per 32 punti sarà solo colpa mia». Quelli persi tra a Imola e Le Castellet, i suoi due errori. Pesantissimi. Due “zeri”, che uniti ai problemi di affidabilità della Ferrari F1-75 dopo 12 GP lo vedono a -63 da Verstappen, che invece di errori non ne commette mai. E capitalizza al massimo i problemi altrui nonostante una Red Bull evidentemente inferiore alla Ferrari. E pure, se non nelle sue mani, alla Mercedes in grande crescita, come dimostra il doppio podio di Lewis Hamilton e George Russell, con duello finale su Sergio Perez.Verstappen più forte di Leclerc? Ora sì. Non è una sentenza assoluta, ma la conseguenza del fatto che, pur coetanei, Max ha una storia molto più lunga e significativa in Formula 1. Anche l’olandese s’è presentato nel Circus arrembante per reclamare un suo posto da leader, predestinato, re. Ed è cresciuto sbagliando, esagerando lottando come un leone contro il migliore di tutti: Lewis Hamilton. E l’hanno corso l’ha battuto. Acquisendo una consapevolezza e una serenità che ora pagano. Tutto quello che Charles non ha, perché è il primo anno che ha una macchina per vincere. Deve imparare anche lui a farlo. Lui e la squadra. Non a caso la lezione più grande gliela rifila in mondovisione Verstappen, nell’intervista post-vittoria in pista. «La lotta con Leclerc? Io penso a fare più punti possibili. A volte devi capire che non puoi attaccare sempre, ma devi aspettare».Max può farlo. E gara dopo gara può farlo ancora di più. Charles no. E deve avere la forza mentale per riuscire ad accettarlo. Nel frattempo domenica in Ungheria dovrà per forza vincere. E per riuscirci dovrà tornare a lottare anche con il compagno di squadra, quel Carlos Sainz che nonostante i problemi al pt stop, porta a casa un eccellente quinto post partendo 19°. Con due sorpassi da fenomeno: all’esterno su Russell, di cattiveria su Perez. Con grande coraggio e talento. E l’aiuto della macchina. Che in Ungheria potrà giocarsi il successo, non pagando più penalità per il cambio motore. E stare certi che a Budapest non aiuterà più Leclerc per la pole, dandogli la scia. LEGGI TUTTO

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    Verso un fine settimana caldo. E le polemiche lo rendono rovente

    TORINO – La temperatura del GP di Francia, domenica sul bellissimo e affascinante circuito del Paul Ricard, salirà più per effetto delle ondate di caldo che scuotono l’Europa o per le frecciate (infuocate anche queste) che le squadre si stanno tirando l’una contro l’altra? Va premesso che niente di significativo cambierà rispetto a quanto si è visto nelle ultime gare, le auto sono le stesse. Ma si sta andando incontro, a grandi falcate, agli effetti dell’ormai più che nota Direttiva Tecnica 39. È quella che è stata emessa dalla Fia e che intende porre un freno al fenomeno del cosiddetto “porpoising”. Si vedrà con quali effetti (comunque a partire dal Belgio, a fine agosto).
    IL FONDO – Ma intanto, siccome verranno utilizzati nuovi strumenti per misurare le oscillazioni e soprattutto la rigidità del fondo sottoscocca, si scatena una battaglia sotterranea. Nel mirino, teoricamente, ci dovrebbero essere Ferrari e Red Bull, che tuttavia ostentano sicurezza. Altri puntano il dito, sostenendo che entrambe dovranno rivedere gli assetti (peggiorandoli) e perdendo parte del vantaggio che hanno. A Maranello fanno spallucce («quel che c’è scritto nella direttiva, sostanzialmente non ci tocca»), alla Red Bull attaccano addirittura la Mercedes, sostenendo che lla loro ala anteriore si piega troppo. Da ricordare che tutte le monoposto sinora sono sempre stata trovate perfettamente regolari alla verifiche tecniche.
    CANADA – Su tutto pesa l’ombra dell’affaire-Canada, quando la Mercedes aveva adottato una soluzione (pure questa anti porpoising) a poche ore da quando era stata permessa. Qualcuno sospetta una fuga di notizia da parte del “sistema federale” altri pensano a una spifferata in piena regola (e hanno anche i nomi pronti dei presunti spifferatori, che tuttavia vengono taciuti o solo sussurrati). Insomma, a parte quanto accadrà in pista, si va verso un fine settimana quantomai acceso. LEGGI TUTTO