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    Skylar Fields torna negli USA con le Orlando Valkyries

    La breve e poco fortunata esperienza italiana alla UYBA Volley Busto Arsizio è già alle spalle per Skylar Fields: l’opposta statunitense tornerà in patria per disputare la fase finale del campionato della Pro Volleyball Federation con la maglia delle Orlando Valkyries. Fields, classe 2001, aveva debuttato in Italia con le “Farfalle” dopo la conclusione della stagione NCAA con la USC.

    Le Valkyries al momento sono quarte in classifica, con 6 vittorie e 8 sconfitte, e in lotta con Columbus Fury e San Diego Mojo (la squadra di Valeria Papa) per mantenere la posizione che garantirebbe la qualificazione ai playoff.

    (fonte: Orlando Valkyries) LEGGI TUTTO

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    Michelle Bartsch torna in campo negli USA con le Columbus Fury

    A due stagioni dal suo ritiro Michelle Bartsch torna a calcare i campi di pallavolo e lo fa in patria, nel campionato della Pro Volleyball Federation, con la maglia delle Columbus Fury. La 34enne schiacciatrice americana, campionessa olimpica a Tokyo 2020, si era ritirata al termine della stagione 2021-2022 con il VakifBank; nella sua carriera anche tre stagioni in Italia con Bolzano, Busto Arsizio e Novara (dove vinse la Champions League). Nel frattempo Bartsch ha iniziato una carriera da assistente allenatrice in ambito universitario con Ohio State.

    Insieme all’ex nazionale USA le Fury hanno annunciato come rinforzo anche un’altra conoscenza del nostro volley, l’opposta montenegrina Nikoleta Perovic, lo scorso anno in A2 a San Giovanni in Marignano. Quest’anno l’attaccante classe 1994 ha giocato per la prima parte della stagione in Cina con la maglia dello Shandong. Le due nuove arrivate prenderanno il posto della spagnola Maria Priscilla Schlegel e di Ashley Wenz.

    Il campionato Pro Volleyball Federation è in pieno svolgimento – vi partecipa anche l’italiana Valeria Papa – e sta cercando di accrescere il suo potere attrattivo in vista della prossima stagione: in settimana, infatti, è stato annunciato un incremento delle squadre iscritte (alle 7 partecipanti si uniranno Dallas, Indianapolis e Kansas City) e, soprattutto, un notevole aumento degli stipendi, che partiranno da 60mila dollari all’anno e raggiungeranno i 175mila per le giocatrici di punta, per un totale di oltre 1,3 milioni di dollari a club. Di notevole rilevanza anche i bonus: già quest’anno le giocatrici della squadra che vincerà il campionato si spartiranno un premio aggiuntivo di 1 milione di dollari, e anche i premi individuali saranno abbinati a premi in denaro.

    (fonte: Pro Volleyball Federation) LEGGI TUTTO

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    USA: partenza in salita per Valeria Papa, San Diego ko a Las Vegas

    Inizia con una sconfitta l’avventura di Valeria Papa negli Stati Uniti. Nella notte italiana la schiacciatrice genovese, che aveva iniziato la stagione con la Reale Mutua Fenera Chieri ’76, ha debuttato nel campionato della Pro Volleyball Federation con la maglia delle San Diego Mojo, battute per 3-0 (25-16, 25-15, 25-21) dalle Vegas Thrill. Entrata dal secondo set al posto di Lindsey Vander Weide, Papa ha messo a segno 7 punti con il 35% in attacco e il 43% in ricezione, ma la sua squadra ha confermato le difficoltà soprattutto offensive già mostrate nelle prime due partite stagionali, entrambe perse in due set.

    Dopo quasi un mese di campionato, in vetta alla classifica ci sono le Grand Rapids Rise, uniche ad aver perso solo una gara sulle 4 disputate; a seguire Omaha Supernovas e Atlanta Vibe, che però hanno giocato due incontri in più. La regular season proseguirà fino al 15 maggio, poi le prime 4 classificate accederanno alle semifinali.

    (fonte: Pro Volleyball Federation) LEGGI TUTTO

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    USA e Giappone cambiano il mondo: gli scenari del nuovo mercato

    Si definisce “game changer” quella mossa, innovazione o svolta che cambia radicalmente l’andamento di una partita (o, per estensione, di un qualsiasi evento), influenzandone in modo decisivo il risultato finale. Ecco, se mai c’è stato un “game changer” nel volley mercato, è sicuramente quello che sta avvenendo in questa stagione: la prossima sessione di trasferimenti – in realtà già iniziata da tempo – potrebbe davvero segnare l’inizio di una nuova era per la pallavolo mondiale. Il merito, o la colpa, è di due paesi geograficamente molto lontani dal nostro, ma con una gloriosa tradizione sottorete in comune: gli USA nel settore femminile e il Giappone in quello maschile.

    Riassumendo per sommi capi: gli Stati Uniti sono universalmente noti per la capacità di schierare nazionali fortissime (quella femminile è campione olimpica in carica) ma anche per la cronica assenza di una lega professionistica a livello nazionale. Per questo motivo le decine di grandi talenti sfornati ogni anno dalle università hanno sempre dovuto cercare sbocchi altrove, arricchendo smisuratamente il patrimonio tecnico dei campionati altrui, quello italiano in primis. Adesso però gli USA un campionato femminile ce l’hanno, anzi tecnicamente ne hanno due (quello della Pro Volleyball Federation è già partito, ma il più interessante, quello targato LOVB, prenderà il via a fine anno) e, a differenza degli esperimenti tentati nel passato, stavolta sembrano avere tutti i mezzi e le ambizioni per fare una concorrenza serrata all’Europa e al resto del mondo, come testimonia il prestigio dei primi nomi coinvolti: Kelsey Robinson, Jordan Thompson, Haleigh Washington, Jordyn Poulter (tanto per citarne alcune).

    foto Vero Volley

    Apparentemente meno epocale la svolta che prende origine dal Giappone: le squadre di V-League, il massimo campionato del Sol Levante, hanno “semplicemente” deciso di incrementare gli investimenti e aumentare il numero degli stranieri da 2 a 3 per squadra (di cui uno obbligatoriamente asiatico), oltre a tentare di riportare in patria i giocatori più rappresentativi della nazionale, come Ran Takahashi o Yuki Ishikawa. Tutto qua? Sì, ma in un mercato non proprio traboccante di talenti come quello maschile potrebbero bastare 14 stranieri in più a incidere sulla concorrenza globale. Anche perché, contemporaneamente, la Polonia sta riducendo a 14 il numero delle squadre del suo massimo campionato (dalla stagione 2025-2026) e quelle residue saranno ancora più competitive sul mercato, mentre i club italiani potrebbero essere penalizzati dall’introduzione della riforma del lavoro sportivo e, a breve termine, dalla nuova normativa fiscale che non consente più di applicare agli atleti stranieri le norme del “Decreto Crescita”.

    Abbiamo chiesto l’aiuto degli addetti ai lavori per interpretare meglio il fenomeno, interpellando alcuni degli agenti più attivi sul mercato, a cominciare da Paolo Buongiorno: “Credo che la questione vada differenziata tra il settore femminile e quello maschile – spiega l’esperto procuratore – da una parte avremo un problema di qualità, dall’altra di quantità. Nel femminile le giocatrici italiane a disposizione saranno sempre tante, perché c’è una base notevole e la società fanno un grande lavoro a livello giovanile. È chiaro però che, nel momento in cui si apre un mercato così forte, qualcosa cambia“.

    “La base di giocatrici americane era importante (nel 2022-2023 quelle impegnate nei campionati di Serie A erano ben 35, n.d.r.), ma il problema non sono solo le atlete che non verranno più in Italia: anche Turchia, Francia, Polonia incontreranno le nostre stesse difficoltà, quindi tutti questi mercati diventeranno più concorrenziali e le straniere a disposizione saranno sempre meno. D’altra parte – continua Buongiorno – la pallavolo negli USA non ha concorrenti a livello di sport femminile, ed è evidente che per le giocatrici di college sia un’occasione imperdibile quella di tornare a casa, magari dopo un paio di stagioni in Europa. Con offerte economiche importanti, poi, il mercato americano in futuro potrà diventare molto concorrenziale anche sulle straniere di alto livello. Ma per questo credo che dovremo aspettare qualche anno“.

    foto NCAA

    Nel settore maschile, come accennato, gli argomenti sono differenti: “Non si tratta solo del Giappone – conclude Buongiorno – anche la Polonia sta spingendo tantissimo, e la stessa Turchia sta crescendo a livello di investimenti, in attesa di capire come potranno muoversi i club russi. Per fortuna il mercato americano resta aperto, perché a livello maschile negli USA non c’è un movimento tale da organizzarsi in un campionato strutturato. Però la platea di giocatori da cui pescare è limitata, anche perché alcuni paesi stanno attraversando un momento di involuzione: in Russia, per esempio, da un po’ di tempo non emergono grandissimi talenti, forse anche perché c’è poco ricambio, a differenza del femminile“.

    Un po’ meno ottimista Stefano Bartocci, CEO di Best Sports Management, secondo cui le novità a livello femminile saranno radicali: “La geografia del volley cambierà tantissimo, e questo riguarderà anche le top player. Per le prime due stagioni i club della lega LOVB hanno fissato un salary cap, ma si dice che già dal 2025-2026 possa essere eliminato, e a quel punto le loro offerte diventeranno molto appetibili anche per le straniere di alto livello. È un campionato ovviamente super competitivo dal punto di vista organizzativo, e anche gli allenatori (tra cui il nostro Massimo Barbolini, n.d.r.) garantiscono un alto livello“.

    Quali saranno i riflessi sul nostro campionato? “Ne pagheranno le conseguenze – dice Bartocci – le squadre dal quinto posto in giù, perché le prime 4 hanno la forza per mantenere comunque alto il livello alto: per le altre sarà più difficile pescare giocatrici provenienti dalla NCAA come, per esempio, Avery Skinner o Kendall Kipp, perché atlete come queste saranno più incentivate a rimanere in patria“. Al loro posto però, spiega il procuratore, “sarà difficile vedere più giocatrici italiane, visto che già ora è difficile trovarne di livello alto. Ci sono poche Serie B1 e pochi settori giovanili validi, e proprio per questo il livello della A2 è sceso in maniera vertiginosa. Penso piuttosto che si riallocheranno in Italia altre giocatrici provenienti, ad esempio, dall’Asia, dal Brasile o dall’Argentina, ma anche dalla Francia e dalla Serbia“.

    Foto Fenera Chieri ’76

    Nel settore maschile il discorso è radicalmente diverso, come racconta Luca Novi, uno degli agenti più noti a livello mondiale: “L’ondata del Giappone è già passata, perché il cambiamento delle regole sugli stranieri era nell’aria e i club più lungimiranti si sono mossi già la scorsa estate. Noi agenti abbiamo cominciato a lavorare con le squadre giapponesi a settembre 2023 e forse ancora prima con la Polonia. Quindi sì, c’è – o meglio c’è stata – una battaglia planetaria sugli ingaggi che ci costringerà a rinunciare a qualche top player, ma non è detto che sia un male“.

    “Io credo che la conseguenza di tutto questo non sarà un abbassamento del livello – continua infatti Novi – perché in Italia abbiamo le competenze tecniche e le capacità per far crescere i nostri ragazzi e, perché no, anche gli stessi stranieri. Io la vedo come un’opportunità per i giocatori più giovani, specialmente gli italiani, di avere lo spazio che meritano. Spesso in Italia si è troppo esterofili e si pensa che prendendo giocatori nostrani il livello si abbassi, ma i fatti dimostrano che non è così: basta pensare al caso di Padova, che si è sempre mossa in questo modo, per necessità, e non ha fatto certo peggio di chi ha puntato sul mercato straniero“.

    Foto Pallavolo Padova

    Vedremo quindi una Superlega più italiana? “Io mi auguro di sì – risponde l’agente – in passato gli italiani avevano il problema di essere vincolati dalla burocrazia e da norme anacronistiche. Adesso le cose stanno cambiando, un po’ perché il vincolo è in fase di eliminazione, un po’ perché i contributi rimasti sono diventati meno onerosi e un po’ perché molti hanno preso possesso del loro cartellino, ed è più facile investire sui nostri giocatori. Non a caso oggi gli uomini mercato si chiamano Porro, Gardini, Boninfante. Certo, un ridimensionamento fisiologico ci sarà: magari non sarà più possibile avere roster con 4 top player per ruolo, si punterà di più sui giovani e a quel punto sarà avvantaggiato chi in questi anni ha lavorato meglio sul settore giovanile, invece di puntare esclusivamente sul mercato“.

    L’aspetto che crea qualche preoccupazione a tutti i livelli, invece, è quello della riforma del lavoro sportivo e dei suoi costi: “Stiamo affrontando il discorso – dice Buongiorno – non credo che sui top club inciderà più di tanto, ma probabilmente qualche società di Serie B dovrà fare i conti con un ridimensionamento“. “I giocatori ora sono entrati in una dimensione lavorativa meglio definita – aggiunge Novi – per i club questo è un po’ un vincolo psicologico, servirà del tempo per abituarsi“. Ma Bartocci lancia un allarme: “Il problema della riforma è che non c’è chiarezza. C’è molta confusione sulle norme, i club non sono pronti e corrono il rischio di ricevere delle sanzioni che possono essere fatali: se dal fisco ti arriva una multa di 100mila euro non puoi fare altro che chiudere…“.

    di Eugenio Peralta LEGGI TUTTO

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    Pubblico da record a Omaha per il primo match della Pro Volleyball Federation

    Frantuma subito un record il match inaugurale della Pro Volleyball Federation, una delle due nuove leghe professionistiche femminili degli USA: ad assistere alla sfida tra Omaha Supernovas e Atlanta Vibe al CHI Center di Omaha c’erano ben 11.624 spettatori, un primato per il volley negli Stati Uniti a livello senior. Il precedente record di 10.213 persone era stato stabilito nel 2016 a Lincoln (sempre in Nebraska) in occasione di un match delle qualificazioni olimpiche tra la nazionale a stelle e strisce e la Repubblica Dominicana. Lo straordinario risultato ha entusiasmato anche le autorità: la First Lady del Nebraska Suzanne Pillen ha istituito nella data del 24 gennaio la “Giornata del Volley Professionistico” e il sindaco di Omaha Jean Stothert ha consegnato alla squadra di casa le chiavi della città.

    Per la cronaca, Atlanta si è aggiudicata il match per 3-2, con 29 punti di Leah Edmond (39% in attacco) e ben 16 muri vincenti di squadra; nelle file di Omaha esordio sottotono per Bethania De La Cruz, mentre si attende ancora Hristina Vuchkova (impegnata in Cina). Il campionato, che vede 7 squadre al via, proseguirà già oggi con la sfida tra Columbus Fury e Grand Rapids Rise, mentre già domani (giovedì 26) Atlanta tornerà in campo contro le Orlando Valkyries.

    (fonte: Pro Volleyball Federation) LEGGI TUTTO

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    Dilfer, Hentz, Rosenthal e Stone: primi nomi per la Pro Volleyball Federation

    Di Redazione

    Emergono i primi dettagli sulla Pro Volleyball Federation, la nuova lega professionistica femminile degli USA che prenderà il via a febbraio 2024. L’associazione – che ha tra i suoi testimonial nientemeno che il celebre cantante Jason Derulo – ha annunciato le prime due sedi che ospiteranno la manifestazione, Grand Rapids (Michigan) e Atlanta, e soprattutto alcune delle giocatrici che ne saranno protagoniste in campo. Il primo nome, quello dell’ex palleggiatrice di Perugia Tori Dilfer, non è certo una sorpresa: il padre Trent, per anni quarterback in NFL, è infatti uno dei fondatori della lega.

    Al fianco della regista californiana è già confermata anche la presenza di Morgan Hentz, libero tre volte campione NCAA con Stanford, di Jenna Rosenthal, esperta centrale classe 1995 già vista per due anni a Stoccarda, e dell’altra centrale Ronika Stone, ex Volero Le Cannet. Da notare che tutte e quattro le giocatrici “scritturate” dalla Pro Volleyball Federation hanno militato negli scorsi anni nell’altro campionato “pro” degli Stati Uniti, quello di Athletes Unlimited, che quest’anno si disputerà tra ottobre e novembre (quasi a dividersi tacitamente la scena con i competitor). Rosenthal, tra l’altro, parteciperà anche all’Exhibition Tour di Athletes Unlimited da marzo ad aprile.

    (fonte: Pro Volleyball Federation) LEGGI TUTTO