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    Alcaraz potrebbe scalzare Djokovic dalla vetta del ranking a Melbourne. Le varie possibilità

    Carlos Alcaraz in allenamento (foto Australian Open)

    Tra i molti motivi di interesse degli Australian Open 2024, al via lunedì prossimo a Melbourne, c’è anche la corsa per il n.1 del ranking ATP. Infatti l’attuale leader in classifica, Novak Djokovic, è il campione in carica del primo Slam stagionale e pertanto avrà la “cambiale” più pesante (2000 punti) da difendere. Al contrario Carlos Alcaraz, n.2 ATP, lo scorso anno non disputò il torneo per un improvviso problema muscolare sofferto negli ultimi allenamenti in Spagna prima di volare “down under”. Quindi lo spagnolo può solo incrementare il suo bottino di punti, e potrebbe farlo in modo cospicuo qualora vada molto avanti nel torneo, mettendo così potenzialmente a rischio la prima posizione del serbo.
    Attualmente Djokovic ha 11055 punti, Alcaraz 8855. Un bel divario, ma togliendo i 2000 punti di vantaggio a “Nole” la distanza tra i due si riduce drasticamente e quindi le proiezioni del ranking a fine torneo dipendono da come i due campioni avanzeranno negli Australian Open. Questi sono gli scenari possibili per il n.1 del ranking ATP a seconda del risultato ottenuto da Carlos e Novak a Melbourne.
    Alcaraz può tornare n.1 ATP al termine degli Australian Open 2024 se:
    – Vince il torneo, anche se Djokovic arrivasse in finale (Carlos avrebbe 10855 punti, Djokovic al massimo 10355
    – Arriva in finale e la perde, contro un avversario che non sia Djokovic
    – Arriva in semifinale e Djokovic perde nei quarti di finale o in un turno precedente
    – Arriva ai quarti di finale e Djokovic è sconfitto prima dei quarti di finale

    Djokovic manterrà la prima posizione del ranking ATP se:
    – Vince gli Australian Open
    – Arriva in finale e Alcaraz non vince il torneo
    – È sconfitto allo stesso turno di Alcaraz
    – Alcaraz non arriva almeno ai quarti di finale

    Kicking off in Melbourne with Carlitos pic.twitter.com/DyjhoepmZD
    — #AusOpen (@AustralianOpen) January 8, 2024

    Scenari piuttosto interessanti, che renderanno gli AO24 tutti da seguire, ancor più con l’incognita del polso non al 100% del serbo. Non resta che vivere un grande torneo, con un occhio anche al ranking ATP.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Australian Open, cinque domande a una settimana dal via

    Jannik Sinner in allenamento a Melbourne (foto Getty Images)

    L’edizione 2024 degli Australian Open scatterà tra una settimana, per la prima volta di domenica, come Roland Garros, primo Slam ad intraprendere l’avvio anticipato con grande successo. Un giorno in più di grande tennis nel paese a maggior passione tennistica al mondo. L’“Happy Slam”, tutto è bello, colorato, divertente, un po’ più leggero rispetto agli altri major, ma quando le partite scatteranno, si farà davvero sul serio e di voglia di scherzare ce ne sarà pochissima. È lo Slam di “casa-Djokovic”, Nole è campione in carica e tiranneggia da anni sulla Rod Laver Arena, dove non perde dal 2018, quando fu sorpreso dallo sfortunatissimo Chung, primo campione NextGen poi di fatto pensionato da una sequela incredibile di infortuni.
    L’Australian Open è un torneo particolare. Arriva davvero presto, probabilmente fin troppo, con i big meno rodati del solito e con molti outsider pronti a spiccare il volo e sorprendere. A una settimana dall’avvio, ci poniamo cinque domande, per scaldare l’avvicinamento a un torneo estremamente affascinante, che seguiremo come sempre palla dopo palla.

    1 – Come starà Djokovic?Goran Ivanisevic ha affermato “sarà pronto”, ma come si presenterà il n.1 al primo match del torneo? Il problema al polso destro sembra discretamente serio. Su Twitter alcuni colleghi hanno postato foto di allenamenti interrotti da Novak con ripetute sessioni di fisioterapia sulla panchina, ghiaccio e smorfie non esattamente rassicuranti. E pure nel suo ultimo match giocato in United Cup, perso contro De Minaur, è arrivato il medical time out. Lui in press conference ha tagliato corto, pochissimi dettagli e applausi a “Demon”. Forse l’unica nota positiva è che abbia scelto di restare in campo e terminare la partita, se davvero fosse stato malissimo, con gli AO alle porte, avrebbe probabilmente lasciato il campo (anche se la maglia della Serbia per “Nole” è uno stimolo fortissimo a non mollare mai). Novak è l’indiscusso favorito, se vuoi sperare di vincere gli Australian Open devi battere il più forte nel suo torneo. Vederlo in campo nel primo match e valutarne le condizioni sarà decisivo per lui, e per tutti gli altri in gara.

    2 – Sinner non ha giocato alcun match ufficiale, scelta corretta?Non è inusuale presentarsi al via degli Australian Open senza aver disputato alcun incontro, visto che lo Slam di Melbourne arriva dopo sole due settimane di tour. Jannik Sinner è attesissimo, in Italia e non solo. Il suo finale di 2023 è stato strabiliante, probabilmente decisivo nell’incetta di premi ATP di fine anno, incluso il prestigiosissimo Fans’ Favorite, che sempre più lo rende personaggio globale. Come si presenterà Jannik? Avrà bisogno di smaltire un filo di ruggine viste le 7 settimane di inattività? Oppure riuscirà a superare di slancio i primi turni? Sinner ha dimostrato un livello di gioco spaziale, ma le condizioni down under saranno molto diverse. Giocherà l’esibizione di Kooyong, ma sarà sufficiente per trovare ritmo e buone sensazioni? Jannik non deve temere nessuno, ma forse sarebbe bene pescare un primo turno non particolarmente insidioso, per non complicarsi la vita fin da subito e prendere un po’ di misure. Anche Medvedev e Alcaraz tra i big non hanno giocato alcun match pre Australian Open.

    Melbourne
    Power is there
    : SoTennis via Youtube pic.twitter.com/qTT5ntGKMq
    — Janniksin_Updates (@JannikSinner_Up) January 5, 2024

    3 – Altri problemi con le palle?Il tema “palle” è sempre più caldo sul tour. Sui social sono girate alcune foto, scattate da Millman e altri, con una palla del torneo nuovissima, e poi uno scatto comparativo dopo 10 minuti di scambi. La povera sfera gialla sembrava esser stata maltrattata per giorni e giorni… Kyrgios ha sparato a zero, puntando il dito sulle palle anche per l’infortunio di Djokovic, ma il serbo non ha parlato. Vedremo se nel corso del torneo i tennisti parleranno ancora di questi problemi, sperando che nessuno sia costretto a gettare la spugna dopo aver accusato un dolore tendineo. Sicuramente è tempo che la questione sia affrontata in modo definitivo. Attendere oltre sarebbe delittuoso.

    4 – Il meteo potrà essere un fattore?Al momento su Melbourne il caldo è contenuto, tempo è variabile con un po’ di nubi, e nella prossima decina le condizioni dovrebbero restare così, senza eventi estremi. Più volte il primo Slam della stagione è stato pesantemente condizionato da ondate di calore terribili sullo stato di Victoria, che hanno addirittura costretto gli organizzatori a fermare i match sui campi laterali e accedere l’aria condizionata su quelli coperti. Con l’aggravante di improvvisi cali termici nelle partite serali che cambiano repentinamente le condizioni (velocità della palla, rimbalzo) e le carte in tavola. Sapersi adattare alle mutabili condizioni di Melbourne è un’altra delle qualità richieste a chi vuol eccellere nel torneo, e che lo rendono difficile e spesso imprevedibile. Una delle grandissime doti di Djokovic infatti è sempre stata il saper mediare tra il suo tennis e il contesto.

    5 – Quali i possibili outsider?Gli Australian Open quasi ogni anno hanno riservato una grande sorpresa, un tennista inatteso che sale di livello e vola nelle fasi decisive del torneo, portandosi a casa scalpi prestigiosi. Lo scorso anno è stato Tommy Paul a volare in semifinale (stoppato da Djokovic), nel 2021 il russo Karatsev arrivò tra i migliori quattro con una potenza e consistenza a tratti irresistibile. Ci sono stati finalisti venuti quasi dal nulla, come in passato Baghdatis o Schuttler. Chi potrebbe essere la sorpresa nel 2024? Non è mai facile azzeccare un pronostico, ma… mi piace puntare sull’“usato sicuro di qualità”, Mr. Grigor Dimitrov. Il bulgaro è appena tornato a vincere un torneo, battendo Holger Rune nella finale di Brisbane, alzando il nono trofeo in carriera, il primo dalle ATP Finals 2017. Un periodo davvero esageratamente lungo per un talento così cristallino, tennista che lo vedi giocare e ti incanta, ma che troppe volte è mancato in carriera in qualcosa per restare al vertice. Il suo ex coach Bottini recentemente ha raccontato di problemi di autostima per il bulgaro, la difficoltà nel superare incertezze che hanno finito per incancrenirsi e buttarlo ancor più giù. Grigor ha chiuso il 2023 con grandi risultati, la finale a Bercy e vittorie contro gente come Medvedev, Hurkacz, Alcaraz. A Melbourne ha già disputato una semifinale nel 2017. Chissà…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ivanisevic sull’infortunio di Djokovic: “Abbiamo qualche giorno di riposo, tra dieci giorni sarà pronto”

    Ivanisevic con Djokovic

    È ottimista Goran Ivanisevic in merito all’infortunio del suo assistito, il n.1 del mondo Novak Djokovic, a pochi giorni dall’Australian Open. Il serbo ha iniziato il 2024 in United Cup con qualche problema al polso, che comunque non gli ha impedito di concludere i suoi match, pur sconfitto dall’australiano Alex De Minaur, battuta d’arresto che è costata la sconfitta della Serbia nell’evento.
    Interpellato dal media serbo B92, Ivanisevic ha rassicurato sulle condizioni di Djokovic, affermando che i giorni che mancano all’avvio del primo Slam della stagione – di cui Novak è campione in carica – dovrebbero essere sufficienti per sanare l’articolazione infiammata.
    “Penso che Alex abbia giocato davvero bene” commenta Goran sulla sconfitta patita dal suo assistito contro De Minaur, “è tatticamente un tennista intelligente. C’è questo problema al polso, ma la cosa più importante è che sarà pronto in 10-11 giorni”.
    Secondo il croato, la United Cup è stata una buona preparazione per Novak all’inizio della stagione. “Avremo qualche giorno di riposo, poi inizieremo ad allenarci con calma. Non è un grosso problema. Siamo venuti qui per giocare qualche partita, ha giocato tre buone partite. Sicuramente è stata una buona preparazione ed era quello di cui aveva bisogno”, conclude Ivanisevic.
    Non è la prima volta che Djokovic arriva all’Australian Open in non perfette condizioni, ma nonostante tutto il torneo di Melbourne resta l’evento a lui più favorevole. A meno che l’infortunio non si riveli più serio del previsto o si aggravi con i primi incontri, Novak resta l’uomo da battere sulla Rod Laver Arena.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Djokovic conquista un solo punto sulla prima di servizio di De Minaur: Una statistica rivelatrice

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    In un incontro che sarà sicuramente ricordato quest’anno, Alex De Minaur ha ottenuto una vittoria memorabile contro Novak Djokovic sul suolo australiano. Questa vittoria assume un significato particolare nella carriera del giovane australiano, ma è avvolta da circostanze che meritano una riflessione approfondita.
    Djokovic, uno dei più grandi nomi nel mondo del tennis, è entrato in campo con una condizione fisica non ottimale, afflitto da problemi al polso che hanno inevitabilmente influenzato la sua prestazione. Questo dettaglio non è trascurabile, considerando l’alto livello a cui siamo abituati a vedere il serbo competere.
    Un dato statistico emerge con prepotenza per sottolineare l’impatto della condizione fisica del serbo sulla partita: Djokovic è riuscito a vincere soltanto uno dei 34 punti giocati sul primo servizio di De Minaur. Questa è, senza dubbio, la statistica più negativa in tutta la carriera di Novak per quanto riguarda la risposta, un aspetto del gioco in cui normalmente eccelle. In poche parole, Novak ha vinto il 2,9% dei punti in risposta sulla prima di servizio dell’avversario, e ciò è avvenuto nell’ultimo gioco della partita. Questa è la percentuale più bassa nei suoi 1303 incontri in carriera.
    Nonostante le difficoltà, Djokovic ha mostrato la sua indomita resistenza, rimanendo in partita fino all’ultimo momento, lottando ad ogni scambio. Questo aspetto mette in luce la sua ineguagliabile grinta e il suo spirito di combattente, caratteristiche che lo hanno reso uno dei più grandi campioni del tennis.
    D’altro canto, la prestazione di De Minaur non deve essere oscurata. L’australiano ha giocato con una determinazione e qualità notevoli, sfruttando ogni opportunità concessa dall’avversario e mostrando un tennis di alto livello. La sua vittoria, sebbene sia avvenuta in circostanze particolari, rimane un traguardo importante nella sua carriera.
    Mentre questa vittoria sarà sempre un punto di riferimento nella carriera di De Minaur, è essenziale riconoscere il contesto in cui è stata conseguita. La tenacia di Djokovic, nonostante le sfide fisiche, e la brillante esecuzione di De Minaur sono gli elementi che hanno definito questo incontro.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Djokovic dopo la sconfitta vs. De Minaur: “Il polso andava meglio prima del match, poi è peggiorato”

    Novak Djokovic in United Cup (foto Getty Images)

    C’era grande attesa per le parole di Novak Djokovic dopo la sconfitta patita da Alex de Minaur in United Cup, soprattutto per conoscere lo stato del suo polso, trattato dal medico anche oggi in campo. Il n.1 del mondo ha tagliato corto, non accampando scuse per la battuta d’arresto, ma confermando che nel corso del match odierno lo stato dell’articolazione è peggiorato.
    “Congratulazioni a De Minaur” esordisce Djokovic. “Era molto solido fin dall’inizio. Ha semplicemente giocato una grande partita. Meritava di vincere. Io non ero al mio livello ma, sai, è stata una di quelle giornate in cui non ti senti al meglio in campo, e il tuo avversario gioca molto bene. Questo è tutto quello che posso dire. Ho tutto il tempo per… penso di aver abbastanza tempo per mettermi nella giusta forma per gli Australian Open, e questo è ciò che conta di più a questo punto”.
    Ecco il passaggio della press conference in cui Novak parla del problema al polso destro: “Penso che starò bene. Il problema ha avuto un certo impatto, soprattutto sul diritto e sul servizio. Ancora una volta, non voglio perdere troppo tempo a parlarne e a togliere il merito alla vittoria di De Minaur. Voglio dire, era semplicemente molto solido. Congratulazioni a lui, alla squadra australiana. Immagino che andremo avanti, il mio focus ora è su Melbourne. La discussione col medico? Ho chiesto il Medical timeout, ma mi hanno detto che non potevo averlo. Si può ottenere un trattamento al cambio di campo se l’infortunio è già esistente. Non ho capito bene cosa significhi. Ho detto che stava migliorando prima della partita, ma poi con l’avanzare del match ieri e oggi in particolare stava peggiorando, quindi avevo bisogno di cure. Questo è tutto. Non c’è molto altro che posso dire. Sapevo che probabilmente non sarei stato al 100% fisicamente, emotivamente e mentalmente in termini di gioco nella settimana di apertura della stagione. Nemmeno me lo aspettavo. Nemmeno io lo volevo, a dire il vero. Fa tutto parte della preparazione per gli Australian Open, dove voglio dare il meglio. Non è mai bello perdere una partita, ovviamente, ma non ci penserò più di tanto”.
    Questi i prossimi passi di Novak in vista degli Australian Open, dove è campione in carica. “Devo cercare di recuperare, prima di tutto, con il polso e tutto ciò con cui ho lottato negli ultimi due giorni. Sto seguendo la routine di recupero, allenamento e messa a punto della forma per gli Australian Open. Il processo non mi è strano. Non è inusuale. Mi sono trovato in questo tipo di situazione così tante volte e so cosa devo fare insieme alla mia squadra per prepararmi. Naturalmente non si sa mai cosa può succedere. Negli ultimi due anni mi sono infortunato poco prima degli Australian Open, e sono riuscito a vincere entrambi i tornei. Lavoreremo per riportare il mio corpo nella giusta forma, in uno stato ottimale, in modo da poter esibirmi ad alto livello per tutto l’Australian Open” conclude il serbo.
    Mancano 10 giorni all’avvio degli Australian Open, torneo che Novak in passato ha già affrontato e vinto con alcuni infortuni muscolari. Tuttavia il polso è un elemento molto particolare per il tennista: sostiene l’impatto con la palla, fornisce le sensazioni in ogni esecuzione, quindi una sua lesione è assai temuta da ogni giocatore.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Sei anni dopo Novak Djokovic perde un match in Australia. Il serbo soffre di un problema al polso destro

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    Sei anni dopo, Novak Djokovic ha subito una sconfitta in Australia. Ma più che la sconfitta, il numero uno al mondo esce dal confronto con Alex de Minaur con un carico di preoccupazioni, dato che il dolore al polso destro è aumentato e le sofferenze sono peggiorate man mano che il match procedeva. L’australiano ne ha approfittato, offrendo una performance tatticamente vicina alla perfezione e confermando la vittoria più importante della sua carriera, dando il vantaggio all’Australia nei quarti di finale della United Cup.
    Con il punteggio di 6-4, 6-4, il ‘Demon’ ha infranto quella serie di vittorie di Djokovic che durava da incredibili 43 partite sul suolo australiano. L’ultima volta che aveva perso era stata nei ottavi di finale dell’Australian Open contro Hyeon Chung nel 2018, ma De Minaur ha offerto una performance impeccabile, sfruttando le opportunità per fare la differenza. Il tennista locale si è lasciato scappare un 40-0 nell’ultimo gioco di servizio, ma ha dissipato i dubbi al quarto match point. Gli allarmi suonano definitivamente per Novak Djokovic. Con l’Australian Open a meno di due settimane di distanza, il numero uno al mondo aveva già espresso preoccupazioni per il dolore provato al polso destro durante il match con Jiri Lehecka, nella United Cup, e ora ha rinnovato questi dubbi in modo ancora più significativo.
    Quando era già sotto per 5-4 contro Alex de Minaur nei quarti di finale della competizione per squadre, Djokovic ha ricevuto la visita del fisioterapista dell’ATP, che si sarebbe rifiutato di concedere il medical time out perché si trattava di un problema ricorrente. Di fronte a questa situazione, Nole è andato via in modo incredulo andando a rispondere.‘Quello che ho detto era che mi sentivo meglio durante il riscaldamento. Ma ora questo sta peggiorando man mano che gioco di più’, ha detto il serbo, non riuscendo a nascondere l’espressione di dolore ogni volta che veniva massaggiato in quella zona del braccio destro.”
    ATP United Cup Alex de Minaur [15]66 Novak Djokovic [13]44 Vincitore: de Minaur ServizioSvolgimentoSet 2A. de Minaur 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 A-405-4 → 6-4N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 30-30 40-305-3 → 5-4A. de Minaur 15-0 ace 30-0 40-0 ace4-3 → 5-3N. Djokovic 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 40-A df3-3 → 4-3A. de Minaur 15-0 30-0 ace 40-02-3 → 3-3N. Djokovic 0-15 15-15 30-15 30-30 40-302-2 → 2-3A. de Minaur 15-0 30-0 40-0 ace1-2 → 2-2N. Djokovic 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-1 → 1-2A. de Minaur0-1 → 1-1ServizioSvolgimentoSet 1
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Notizie dal Mondo (29 Dicembre 2023). Rafael Nadal batte Thiem per 6-3 in allenamento. Interessanti dichiarazioni di Noval Djokovic, Rafael Nadal e Carlos Alcaraz

    Novak Djokovic e Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Carlos Alcaraz attende con entusiasmo e motivazione l’inizio di una nuova stagione. Il tennista di Murcia affronta il 2024 con un obiettivo ben chiaro: consolidarsi nell’élite mondiale e ritornare a competere per i titoli più importanti. Al termine dell’esibizione contro Roberto Bautista, Alcaraz è stato interrogato sui suoi principali obiettivi per il 2024 e la sua risposta è stata molto chiara. Qual è la sua più grande aspirazione? “Il mio obiettivo per il 2024 è vincere un altro Grande Slam e una medaglia ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Se dovessi scegliere solo uno, opterei per la medaglia d’oro a Parigi”, ha affermato Carlos, visibilmente entusiasta della sua prima partecipazione ai Giochi.
    Novak Djokovic, profondo conoscitore del proprio corpo e di ciò di cui ha bisogno in preparazione per la nuova stagione, sta combinando perfettamente allenamenti intensi e condizionamento fisico con momenti di relax e distacco a Perth. Tanto è vero che è stato visto trascorrere del tempo in spiaggia, pochi giorni prima dell’inizio della sua stagione, debuttando contro Zheng nella United Cup 2024.In un’intervista rilasciata al quotidiano L’Equipe, Novak Djokovic poi ha condiviso alcuni frammenti molto interessanti. Uno di questi riguarda il stretto rapporto che il tennista serbo aveva con Kobe Bryant, leggenda del basket scomparso quasi tre anni fa. “È sempre stato lì quando ne avevo più bisogno. Ho passato momenti molto difficili quando mi sono operato al gomito, ho persino pensato di ritirarmi dal tennis. Lui mi ha incoraggiato a continuare, mi ha aiutato a superare quel momento difficile, condividendo la sua esperienza e dandomi ottimi consigli”, ha commentato.
    Rafael Nadal ha avuto una sessione di allenamento molto speciale questo venerdì a Brisbane, poche ore prima di conoscere il suo programma nel torneo australiano. Lo spagnolo si è confrontato con Dominic Thiem, che ha bisogno di ritrovare il ritmo presto essendo impegnato nelle qualificazioni dell’evento. Entrambi hanno mostrato scambi di grande intensità e qualità, con il risultato finale favorevole a Nadal, per 6-3. Sarà interessante seguire l’evoluzione di entrambiParole forti quelle emerse dall’intervista di Rafael Nadal a ElPais Semanal che verrà pubblicata domenica prossima, 31 dicembre. Il supplemento domenicale del giornale più importante di Spagna ha tenuto una conversazione con lo spagnolo e la frase usata per promuovere l’intervista preannuncia riflessioni molto interessanti e funge da richiamo efficace per i lettori. Rafa ritiene che il tennis sia evoluto verso uno stile basato sulla potenza, in cui la tattica ha perso molta rilevanza e tutti i tennisti hanno uno stile omogeneo. Tanto è vero che Rafa afferma di non gradire l’attuale tennis.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    10 sogni per un 2024 indimenticabile

    Jannik Sinner, n.4 al mondo (foto Getty Images)

    Ci siamo, il countdown per la stagione 2024 si è concluso. Con la United Cup sono scattati i primi match del nuovo anno, anche se il calendario è ancora quello “vecchio”, ancora per poco. Dopo un 2023 scoppiettante, con un finale di stagione a fortissime tinte azzurre grazie a un Jannik Sinner stellare, l’attesa per la nuova stagione è enorme. Aspettative? Altissime. Speranze? Altrettante. Speranza di vincere, soprattutto di passare ore e ore di puro godimento ammirando e cavalcando la nostra viscerale passione per il tennis. Meglio se dal vivo nelle Arene più affascinanti al mondo. Ci lanciamo in alcuni sogni per il 2024, giusto una decina. Badate bene, non previsioni, sogni. Arditi, sì, ma tanto sognare non costa nulla. E del resto, come scriveva Arthur Schopenhauer, “La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”.
    1) Jannik Sinner vince i Championships di WimbledonSe sognare non costa nulla, allora puntiamo al massimo possibile. Vincere sulla sacra erba – anche se un po’ sbiadita rispetto ai tempi d’oro del S&V – di Wimbledon è l’impresa massima dello sport, quella che ti consacra all’immortalità, quella che praticamente tutti sognano. Jannik ha fatto semifinale nel 2023; il tennis mostrato dall’azzurro negli ultimi tre mesi dell’anno che sta per chiudersi sembra proiettato ad eccellere sull’erba, con un servizio più efficace, una risposta clamorosa, tempi di gioco più rapidi, una maggior propensione a venire avanti. Vengono i brividi anche solo a pensarlo, ma vedere Sinner alzare LA coppa del tennis ormai non è più solo una Chimera…
    2) Un nuovo calendario più “razionale e funzionale”Amiamo il tennis come poche altre cose, ma la struttura della stagione è ormai incancrenita da anni e non funziona. Sappiamo che ci sono in ballo mille problemi, interessi e via dicendo. Qua siamo quasi al miracolo, ma se mai il prossimo anno – magari anche grazie all’intervento dei tanto famigerati fondi sauditi… – si riuscisse a provocare una vera rivoluzione, dando un colpo di spugna alle tante storture del calendario e costruire un’annata con più qualità, magari meno tornei ma con un posizionamento più logico e che aiuti i giocatori a presentarsi al meglio, sarebbe un passo in avanti gigantesco. A volte, per costruire è necessario prima abbattere.
    3) Musetti in Top10Lorenzo viene da un 2023 a tinte grigie, è inutile girarci intorno. E valutate le tante cose che gli sono accadute in campo e fuori, il ’24 rischia di essere una stagione di passaggio, speriamo non di delusioni. Il sogno è che la prossima paternità possa rappresentare una scossa positiva, un qualcosa che lo renda più consapevole e maturo, facendo così esplodere il potenziale enorme del suo gioco e ritrovare quel tennis che nell’autunno del 2022 aveva esaltato tutti. È già stato n.15, adesso è un po’ sceso. Per arrivare tra i 10, è necessario eccellere, sul rosso e non solo. Magari vincendo un 1000 su terra, e fare bene anche altrove. Il suo bel tennis merita di stare tra i migliori.
    4) 12 mesi di Berrettini “sano”Non chiedo titoli o grandissimi risultati, ma solo, semplicemente, banalmente, dodici mesi di salute e continuità di prestazioni in campo per Berrettini. Il “Matteo-Nazionale” ha dimostrato ampiamente, anche allo scorso Wimbledon, che quando può giocare libero da infortuni ha ancora la dinamite nel braccio e la testa da grande giocatore. Che gli Dei del tennis lo tengano al riparo da infortuni, il resto verrebbe da solo.
    5) Un Masters 1000 su erbaAlla fine è una postilla del punto 2, il calendario. L’avvicinamento ideale agli Slam sarebbe: 250, 500, 250, 1000, 250, Slam. Dopo il periodo “nero” dei super battitori dei ’90s che avevano reso quasi disumano il gioco sui prati, ora si è rallentato tutto a tal punto che il tennis su erba è diventato il più interessante della stagione (insieme a quello indoor). Se è molto complicato distanziare molto RG e Wimbledon, almeno un’altra settimana di spazio per poter disputare un M1000 sulla superficie più antica sarebbe molto, molto intrigante…
    6) Davis Cup di nuovo centrale dell’annataNon è solo perché l’abbiamo riportata a casa dopo 47 anni, grazie a tutti i nostri ragazzi trascinati da un Sinner incredibile. La Coppa Davis alla fine intriga, affascina e coinvolge gli appassionati come poche cose. Una meravigliosa e un filo anacronistica competizione nata nel 1900 che, nonostante mille crepe, meriterebbe altro rispetto, formula e valore. La soluzione ci sarebbe, basta volerlo: darle spazio, rimetterla al centro dell’annata, con una formula che ripresenti le sfide casa-trasferta (almeno fino alle semifinali) e regali agli appassionati qualche settimana di magia. Yes, we can.
    7) Qualche altro torneo in ItaliaIl Masters 1000 di Roma è da anni un torneo favoloso, e abbiamo il gioiello delle Finals, che speriamo possano restare a Torino per altri 5 anni. Ma quanto è piaciuto il 250 di Firenze 2022, e pure quello di Napoli se fosse stato organizzato un filo meglio… Almeno altri due tornei (un indoor e magari uno su terra) sarebbero un premio al nostro movimento, all’apice nella storia della disciplina. AAA imprenditori cercasi…
    8) Fognini vince la DavisPersonalmente mi è spiaciuto molto che Fabio Fognini non abbia partecipato vittoriosa alla campagna Davis a Malaga. Non è mia intenzione ritornare su polemiche inutili, ma umanamente “Fogna” meritava il premio di esser parte del team, visto che per anni ha tirato la carretta della maglia azzurra, in stagioni complicatissime, e l’ha fatto sempre a testa alta e senza farsi pregare. Per questo, sogno un Fabio che alza l’Insalatiera, sarebbe un gran premio alla carriera.
    9) Un prepotente ritorno del Serve and VolleyPalle più leggere, corde che magari aiutano meno in risposta, superfici che premiano lo slice e quindi gli attacchi a rete. Ritrovare le mitiche schermaglie tra chi attacca e chi cerca il passante, tra chi gioca la “prima” (sic) volée e chi tocca un lob millimetrico. Ormai questo vive solo in polverose VHS… rivederlo in campo, almeno in una parte di stagione, sarebbe l’apoteosi…
    10) Djokovic e Nadal lasciano spazio ai giovaniQuesto sogno non piacerà a molti, ma… pur inchinandomi di fronte alla grandezza di Novak e Rafa, i giovani hanno ampiamente dimostrato che hanno talento, carattere e personalità per non far rimpiangere i grandissimi campioni dell’epoca attuale. I fan a livello globale hanno scelto Jannik come tennista preferito, e tutti attendono nuovi capitoli della saga Alcaraz-Sinner. Il nuovo è giusto che si prenda definitivamente la scena.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO