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    Rischio squalifica per i giocatori che si sfideranno nell’esibizione King Slam (ma c’è un escamotage). Al vincitore andranno 6 milioni di dollari

    In una mossa che promette di scuotere il mondo del tennis, l’Arabia Saudita ha annunciato l’organizzazione di un torneo di esibizione che vedrà la partecipazione di alcune delle più grandi stelle del circuito internazionale. Tra questi, Novak Djokovic, Rafael Nadal, Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Daniil Medvedev e Holger Rune si daranno battaglia sui campi di Riad nel mese di ottobre 2024, in un evento che si prospetta non solo spettacolare ma anche controverso.Il torneo, come riportato dal ‘Daily Telegraph’, sembra navigare in acque turbolente con le regole dell’ATP Tour. La normativa vigente vieta infatti ai giocatori di partecipare a competizioni parallele agli eventi ATP per tre giorni consecutivi mentre sono in corso tornei ufficiali. L’organizzazione saudita ha però escogitato un piano astuto per aggirare questa restrizione, proponendo un formato unico: due giorni di gare seguiti da un giorno di riposo, in un ciclo che si ripeterà per tutta la durata dell’evento, prevista tra i 7 e i 9 giorni.
    L’aspetto economico di questa iniziativa è altrettanto impressionante. Ogni giocatore riceverà 1,5 milioni di dollari semplicemente per partecipare, mentre il vincitore potrà aggiungere al proprio conto bancario la cifra strabiliante di 6 milioni di dollari, più del doppio del premio in denaro riservato ai campioni dei tornei del Grand Slam. Questo generoso montepremi sottolinea l’ambizione dell’Arabia Saudita di posizionarsi come un nuovo epicentro del tennis mondiale, attraendo le maggiori leggende dello sport nel regno.
    Tuttavia, nonostante il potenziale per uno spettacolo di tennis di altissimo livello e l’indubbio appeal finanziario per i giocatori, l’evento solleva questioni importanti riguardo la conformità alle regole dell’ATP e l’equilibrio tra gli impegni del tour ufficiale e gli eventi di esibizione. La scelta di organizzare un torneo di tale portata durante la stagione regolare dell’ATP potrebbe infatti aprire un dibattito sul futuro delle competizioni e sulla libertà dei giocatori di partecipare a eventi paralleli.
    Mentre il tennis si prepara a questo appuntamento con grande attesa, rimangono da vedere le reazioni dell’ATP e la possibile evoluzione delle regole per accomodare o contrastare iniziative simili in futuro. Una cosa è certa: l’evento in Arabia Saudita promette di essere uno dei momenti più discussi e memorabili della stagione tennistica 2024.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Un futuro da collaboratore del Milan per Djokovic?

    Djokovic insieme a Ibrahimovic

    Novak Djokovic ha nel sangue lo sci, da grande appassionato della montagna, ma ama anche il calcio. È nota la sua passione per il Milan, squadra che segue con interesse quando si trova a Milano e via streaming nelle sue continue trasferte per il mondo. Chissà che tra qualche anno il n.1 del tennis, una volta appesa la racchetta al chiodo, non possa unire l’utile al dilettevole, diventando un collaboratore della squadra rossonera. L’ipotesi è riportata dal media russo Campionat, secondo il quale il proprietario del Milan, Jerry Cardinale, qualche mese fa avrebbe preso seriamente in considerazione la possibilità di invitare Novak Djokovic a dare un contributo nel club con il ruolo di motivatore per i giocatori. Questo pare sia successo in un momento di crisi di risultati della sua squadra, che attribuiva in parte anche alla motivazione dei calciatori.
    Cardinale sarebbe rimasto impressionato dalla forza mentale di Djokovic, e ne ha parlato con Zlatan Ibrahimovic, grande amico di Novak. Il proprietario del club era attratto dall’idea che una stretta comunicazione di Novak con i suoi giocatori, ancor più nei momenti di crisi, potesse smuoverli. Per questo Cardinale ha immaginato un Djokovic “motivatore”, a sostenere la squadra con discorsi motivazionali. Secondo il media russo, il tennista avrebbe ricevuto la proposta attraverso canali non ufficiali, probabilmente proprio attraverso Ibrahimovic, ma non c’è stata una vera trattativa, anche perché il serbo è ancora nel pieno della sua carriera.
    Al momento la situazione resta solo un’ipotesi, ma non detto che non possa diventare realtà in futuro. Per una serie di fattori. Intanto Djokovic è un tifoso rossonero di lunga data. “Sono un grande tifoso del Milan e lo sarò sempre. Per me il calcio viene dopo il tennis. Mio padre era un calciatore professionista. A casa guardiamo le partite del Milan e supportiamo attivamente la squadra. Auguro sempre loro di vincere il titolo di Serie A”, aveva raccontato Djokovic in un’intervista rilasciata dopo la sua ultima presenza a San Siro. Inoltre il legame con l’ex attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic, oggi consigliere le club rossonero, potrebbe essere un fattore decisivo.  “Sono amico di Zlatan” aveva dichiarato Novak, “Abbiamo parlato spesso della mia situazione soprattutto dopo l’espulsione dall’Australia nel 2022. Mi ha sostenuto pubblicamente, cosa che apprezzo molto”.
    Tra le competenze di Zlatan c’è lo sviluppo dei calciatori, la promozione del marchio Milan e il sostegno a progetti di importanza strategica. Invitare Djokovic a lavorare nel club come collaboratore potrebbe far parte di questa visione. Ma non oggi.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    6 Kings Slam: l’Arabia Saudita sfoggia le stelle del tennis in un torneo di esibizione senza precedenti

    Ci sarà anche il nostro Jannik Sinner

    L’Arabia Saudita non sta affatto scherzando per quanto riguarda il tennis. Si parla molto della creazione di un super circuito o, almeno, dell’assegnazione di un evento di categoria 1000 ai sauditi ma, mentre ciò non avviene, ci sono indicatori molto forti dell’impegno nella disciplina della pallina gialla. L’ultimo in ordine di tempo è la creazione del 6 Kings Slam, un torneo di esibizione di lusso come non se ne vedevano da tempo.
    In effetti, in ottobre, questa competizione che si svolgerà a Riad vedrà la partecipazione di nientemeno che Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Jannik Sinner, Holger Rune e Rafael Nadal. Tra tutti i giocatori sommano 50 Grand Slam, con i top 4 presenti, il numero sette (Rune) e il campionissimo Nadal.
    enza che si conoscano ancora il formato della competizione o ulteriori dettagli, l’unica cosa certa è che questi sei saranno presenti in un evento che promette di far molto discutere. Tutti e sei si sono mostrati entusiasti, sia per tornare a competere che per debuttare in Arabia Saudita.
    In una nota stampa, infatti, diffusa da Turki Alalshikh, i giocatori che gareggeranno in Arabia hanno espresso il loro desiderio e la loro felicità di competere a Riad. “Sono emozionato di tornare a Riad e competere davanti ai miei fan sauditi”, ha affermato Djokovic, mentre Nadal ha mostrato anche lui entusiasmo per competere nel primo grande evento in Arabia da quando il suo ruolo come ambasciatore del tennis saudita è stato confermato. “Dopo che altri giocatori lo hanno fatto, non vedo l’ora di giocare per la prima volta a Riad”.
    Carlos Alcaraz ha commentato la sua presenza in questo torneo, affermando di essere “felice” di tornare nella città saudita per giocare al suo “miglior livello”. Per Sinner e Rune sarà la loro prima volta nel Regno, mentre Medvedev torna dopo aver partecipato alla Diriyah Tennis Cup nel 2019. Quella competizione fu il primo embrione di una creatura che sta assumendo una forma sempre più definita: sebbene ancora non conosciamo molti dettagli di questo evento (durata, date precise, formato…), l’Arabia ha già “ingaggiato” i migliori in un periodo che di solito non è di riposo. Sarà questione di tempo prima che inizino a riempire più settimane del calendario e vedremo se con il supporto dell’ATP. Cosa ne pensate di questa notizia?
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic alla prova del tempo: La sfida della nuova generazione

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    La sconfitta di Novak Djokovic agli Australian Open 2024 contro Jannik Sinner ha scosso il mondo del tennis, sollevando interrogativi sul futuro immediato del campione serbo. Nonostante una prestazione sotto le aspettative, Djokovic rimane una figura dominante nello sport, ma come sottolinea Andy Roddick, il tempo non gioca a suo favore.
    In una recente puntata del suo podcast “Served with Andy Roddick”, l’ex numero uno del mondo ha espresso preoccupazione per Djokovic, evidenziando come l’avanzare dell’età e l’emergere di nuovi talenti possano rappresentare ostacoli sempre più significativi. “Djokovic ha inciampato in questo torneo… ma resta il migliore al mondo. Tuttavia, la nuova generazione, guidata da Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, sa di poter vincere e non si arrenderà facilmente”, ha affermato Roddick.
    Questi giovani talenti, consapevoli delle proprie possibilità, stanno mettendo in discussione il dominio di Djokovic, instillando la convinzione che possano effettivamente superarlo. “La questione sarà legata all’acume mentale e al suo sviluppo. Per dieci anni, la presenza di Djokovic a Indian Wells, Miami o qualsiasi altro torneo su superficie dura non ha destato preoccupazioni. Ma ora, sono curioso di vedere come reagirà alle pressioni dopo la sconfitta nei grand slam”, riflette Roddick.
    Djokovic e la sua straordinaria capacità di motivarsi di fronte alle difficoltà saranno cruciali nei prossimi mesi. “Di solito, è bravo a trovare un rivale contro cui combattere e utilizzarlo come stimolo. Questa capacità di auto-motivarsi è quasi un superpotere”, aggiunge Roddick, sottolineando come Djokovic debba sfruttare questa qualità per mantenere il suo status di favorito e tenere a bada la nuova generazione.
    La sconfitta a Melbourne non segna la fine dell’era Djokovic, ma apre un capitolo entusiasmante nel tennis mondiale, dove la nuova generazione si affaccia con determinazione e talento, pronta a sfidare i giganti dello sport. Djokovic, con la sua esperienza, non è estraneo alle sfide. La sua risposta nei prossimi tornei sarà un indicatore chiave del futuro del tennis, in un momento di passaggio generazionale che promette grandi emozioni e rivalità accese.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Dalla Serbia: Novak Djokovic aveva avuto la febbre la notte prima delle semifinale contro Jannik Sinner a Melbourne

    Novak Djokovic e Jannik Sinner nella foto – Foto Getty Images

    La recente partita tra Jannik Sinner e Novak Djokovic agli Australian Open è stata definita da molti come una “finale anticipata”, un incontro che ha tenuto gli appassionati di tennis con il fiato sospeso. Sebbene Sinner abbia affrontato una finale complicata contro Medvedev, la sua prestazione contro Djokovic è stata indiscutibilmente eccezionale.
    Novak Djokovic, noto per la sua resistenza e prestazioni costanti, è sembrato insolitamente sotto tono nei primi due set contro Sinner. Solo a distanza di giorni, grazie alle rivelazioni di Luka Nikolic in un popolare podcast serbo, è stato reso noto che Djokovic ha dovuto combattere contro la febbre la notte prima della semifinale. Questa condizione, paragonabile a quella che aveva afflitto Alexander Zverev, ha chiaramente influenzato la sua performance.Nonostante le sue condizioni fisiche, Djokovic ha scelto di non cercare scuse per la sua performance. Ha evitato di rendere pubblica la sua condizione per non apparire come se stesse cercando alibi. Questa scelta ha dimostrato un’incredibile forza di carattere. In effetti, durante il match, Djokovic è apparso spaesato in alcuni momenti.
    Nonostante la sconfitta, Djokovic ha mantenuto un comportamento impeccabile. Ha espresso il suo stupore per la propria prestazione, riconoscendo allo stesso tempo il talento e l’abilità di Sinner. In seguito, è stato proprio Djokovic a congratularsi per primo con Sinner per la sua vittoria agli Australian Open, inviandogli un caloroso messaggio in italiano.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Clement: “Oggi i primi 4 al mondo sono molto distanti dagli altri. La visione che abbiamo di Djokovic è messa in discussione”

    Jannik Sinner a Melbourne (foto Getty Images)

    Arnaud Clement è stato buon profeta. L’ex finalista (2001) degli Australian Open prima dell’avvio del torneo sulle colonne de L’Equipe aveva scommesso su Jannik Sinner come vincitore del primo Slam della stagione. Troppo dominante e intenso il tennis mostrato dall’azzurro nel finale del 2023, e la serie di top player battuti confermava quanto Jannik fosse pronto ad alzare la coppa di un Major. Così è stato, con una cavalcata spettacolare, una nuova vittoria contro Djokovic e una finale epica, rimontando due set a Medvedev.
    Il quotidiano sportivo parigino è tornato a parlare con Clement, per analizzare la vittoria di Sinner e la situazione del tennis maschile in questo momento. Per l’ex top10 francese, i primi quattro in classifica – Djokovic, Alcaraz, Medvedev e Sinner – hanno scavato un solco importante, profondo, con tutti gli avversari, tanto che a suo dire sarà quasi impossibile che uno dei giocatori appena dietro riesca a vincere un major quest’anno e in futuro chissà. Riportiamo alcuni passaggi dell’interessante pensiero di Clement.
    “Il successo di Jannik Sinner agli Australian Open non mi ha sorpreso. Mi sono detto che se c’era qualcuno capace di creare una piccola sorpresa quello era lui” afferma Arnaud. “Dato il suo livello nel 2023 e visti i suoi progressi, abbiamo constatato che non era più nella stessa categoria di prima, era arrivato al top. A fine anno è entrato chiaramente nel clan dei quattro top, con Novak Djokovic, Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev. Quando ho visto i suoi risultati di fine stagione, il suo successo in Coppa Davis, le sue due vittorie su Djokovic, ho pensato: è “on fire!”, che livello!”.
    “C’è una top 4 ben definita ed è ben al di sopra rispetto al resto degli altri giocatori al mondo. Questo ha senso quando si vedono i progressi e il tennis praticato da loro, molto superiore a quello degli altri. Prenderò ad esempio quello di Andrey Rublev, che è 5° al mondo. Sappiamo quanto sia forte da fondo campo, ma il suo tennis non ha subito alcuna evoluzione. Ha ancora gli stessi difetti: il servizio, il fatto che non arriva quasi mai a rete, dove può essere goffo… Niente a che vedere con Sinner”.
    Questi per Clement i punti di forza di Sinner: “Come colpisce la palla da entrambi lati. Di fronte a lui non puoi scegliere se giocare di diritto o di rovescio. Ad una certa velocità vieni distrutto. Per battere i migliori devi essere completo, lui lo è molto più di prima. Un anno fa era evidente che poteva progredire anche sulla seconda di servizio, ce l’ha fatta. Ha modificato questo movimento, è più compatto. Poi il fisico, prima poteva pagare fisicamente nelle partite difficili. Oggi regge e con intensità. Abbiamo anche visto, soprattutto al Masters, che riesce a venire di più a rete. Non metto più Stefanos Tsitsipas, Alexander Zverev o Rublev nella sua stessa categoria. Questi ragazzi, non li vedo ancora in grado di sollevare un trofeo del Grande Slam”.
    Secondo il francese, il dominio totale di Djokovic è ormai a rischio vista l’ascesa di Alcaraz prima e di Sinner oggi: “Avere un Sinner così forte è un punto di svolta. Ci siamo sempre chiesti chi potesse battere Djokovic sul cemento e sull’erba. Ecco Sinner, un giocatore lo ha appena battuto tre volte sul cemento. La visione che abbiamo di Djokovic è un po’ messa in discussione. Per la prima volta, a Melbourne, ci siamo detti che dimostrava la sua età.  È chiaro che adesso ci sono due o tre ragazzi che possono sgambettarlo nei tornei del Grande Slam, perché sono capaci di tenergli testa nei momenti importanti. Ovviamente Djokovic è capace di rimettere le cose a posto. Ma se scattiamo una foto di fine 2023-inizio 2024, Sinner lo ha battuto in partite che contano davvero, sia in Coppa Davis che a Melbourne. Ora che lo ha battuto in un match da cinque set, sa di poterlo fare ancora”.
    Per Clement, Medvedev è più di un quarto incomodo… “Attenzione, non dobbiamo dimenticare Medvedev! Non ne parliamo oggi perché ha perso la finale, ma è ancora lì. Un anno fa abbiamo focalizzato solo la rivalità Djokovic-Alcaraz. Non è più così. La cosa bella è che c’è anche una rivalità Alcaraz-Sinner, e lo sarà per molto tempo! È fantastico, ci aspettano sfide spettacolari” conclude Arnaud.
    Sono considerazioni molto interessanti, che commentiamo volentieri. In effetti, se ci mettiamo nei panni di un rivale di Sinner, dell’ultimo Sinner, …dove lo attacchi? Sul rovescio è fortissimo, ma ormai anche sul diritto non perde più il controllo come in passato e può fulminarti con un’accelerazione cross ancor più stretta e veloce, o uno di quei cambi in lungo linea che hanno tramortito sia Djokovic che Medvedev (vedi l’indimenticabile match point a Melbourne in finale, solo citarne uno ormai iconico). Inoltre il fatto che che Sinner negli ultimi mesi ha battuto tutti i più forti, cedendo solo nella finale di Torino, è la conferma che nelle grandi occasioni l’azzurro è diventato un leader. Quello da battere. “Djokovic può rimettere le cose a posto”, afferma Clement, ed è quello che tutti si aspettano. Come “Nole” ha rilanciato con ancor più cattiveria agonistica la scorsa estate dopo la sconfitta a Wimbledon, tutto lascia pensare che già nel prossimo Sunshine Double il serbo arriverà con la voglia matta di riaffermare il suo ruolo di leader. La sensazione è che ne vedremo delle belle…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Caroline Garcia e l’ipocrisia del mondo social dopo la sconfitta di Novak Djokovic

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo – Foto Getty Images

    La sconfitta di Novak Djokovic agli Australian Open ha nuovamente scatenato un’ondata di commenti sul suo presunto declino e sulle sue ridotte possibilità di vincere ancora un Grande Slam. Tutti questi commenti hanno spinto Caroline Garcia a esprimersi sui social network, poiché non riesce a capire il cambiamento così radicale di opinione di alcuni a causa di una sola partita.
    “Stavo navigando un po’ e fondamentalmente, Djokovic era considerato il GOAT fino a due settimane fa, era ancora molto giovane, superava la sua età e cercava di conquistare un altro Slam, una vera ispirazione. E ora è troppo vecchio, siamo in un’epoca completamente nuova ed è finito con il tennis, questo è davvero divertente”, ha commentato sul suo account X.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Tutto il meglio del Gioco

    Jannik Sinner e Novak Djokovic nella foto – Foto Getty Images

    Qual è il messaggio più alto che possiamo trarre dai recenti successi tennistici nostrani? Mentre dovunque dilaga la “sinnermania”, forse è il momento giusto per un richiamo a dare valore ai veri valori educativi e culturali dello sport: comprensione, accettazione delle diversità, spirito di amicizia, solidarietà e fair play.
    I giornalisti sportivi hanno la responsabilità di indicare ai lettori i valori dello sport, di non instillare odio trattando gli eventi sportivi come fossero battaglie militari e, parallelamente, di non presentare carneficine come fossero match sportivi, additando protagonisti per cui tifare, come troppo spesso accade nelle pagine dei quotidiani. Questa confusione non fa bene allo sport e lo snatura, spogliandolo di quello che meglio rappresenta. Mentre ci approssimiamo alle Olimpiadi di Parigi 2024, fa bene rileggere la Carta Olimpica che considera “lo sport al servizio dello sviluppo armonico dell’uomo, per favorire l’avvento di una società pacifica, impegnata a difendere la dignità umana” (principio fondamentale 3) e propone uno stile di vita basato sulla gioia dello sforzo, sul valore educativo del buon esempio e sul rispetto dei principi etici fondamentali universali (principio 2). Dall’Olimpismo moderno nasce il Movimento Olimpico che ha come scopo quello di “contribuire alla costruzione di un mondo migliore e più pacifico educando la gioventù per mezzo dello sport”(principio fondamentale n. 6).
    Per un ritorno ai veri valori olimpici basti prendere esempio da alcuni noti atleti, campioni del bellissimo gioco del tennis, che sono di ispirazione per un mondo migliore, non solo sportivo.
    -In primis il nostro Jannik Sinner, così solido ed equilibrato nella sua mente, umile e schivo come può esserlo un ragazzo cresciuto in un rifugio dolomitico chiamato Talschlusshütte, ovvero “capanna di fondovalle”, restio ad esporsi troppo al rumore della notorietà e che ha scelto un team che è una famiglia; con la sua tensione volta al miglioramento mentale oltre che fisico, che persegue in modo ossessivo. Un ventiduenne che nel discorso di premiazione agli AO rivolge il suo pensiero ai giovani, a cui augura di avere la libertà di scegliere senza pressioni;
    -Novak Djokovic, che alla fine di ogni partita, prima di tutto, con grande rispetto, riconosce il merito all’avversario sia nelle vittorie che nelle sconfitte, evidenziandone largamente gli aspetti positivi;
    -Daniil Medvedev, che non molla e dà tutto e di più, fino allo sfinimento, per potersi sentire orgoglioso di sé;
    -Victoria Azarenka, che recentemente non ha esitato ad esporsi per criticare l’introduzione di nuove insensate regole, anche rispetto ai comportamenti degli spettatori, che stanno cambiando il tennis;
    -Casper Ruud, sempre leale e corretto nel suo gioco, calmo, educato e signorile anche con gli avversari più “scomposti”;
    -Andrey Rublev, “l’adolescente” che si rammarica di non riuscire ancora a controllare le emozioni, nella speranza di “rendere il nostro mondo un po’ migliore” crea un suo marchio, Rublo, il cui ricavato è interamente destinato ai bambini bisognosi. Il ragazzo russo che gentilmente, con le sue mani, mette in salvo la temeraria cavalletta volata sul campo di Melbourne, è lo stesso che agli ATP Finals di Torino del 2022, mentre infuria la guerra russo-ucraina, scrive sulla telecamera il grido, già petrarchesco, “peace peace peace dimostrando che anche il tennis può farsi ambasciatore di pace nel mondo, perché solo la pace è il fine dell’umanità.
    Rattrista pertanto che il normale gesto sportivo di fair-play di una sedicenne tennista ucraina di stringere la mano all’atleta avversaria russa abbia scatenato una bufera di proteste in patria, con l’intervento del ministro dello Sport del governo di Kiev, al punto da indurre il padre della ragazza a fare pubblicamente ammenda e professione di patriottismo. Dalla fine della seconda guerra mondiale in poi ci hanno sempre ripetuto che lo sport supera tutte le barriere e che non solo le Olimpiadi, ma ogni evento sportivo dove si confrontano atleti di diverse nazioni, può favorire l’apertura di nuove vie per la pace e l’unità tra popoli che vivono conflitti che hanno come causa, ma anche come conseguenza, la violazione dei diritti umani.
    Molti, soprattutto giovani, in questi giorni metteranno per la prima volta piede in un campo da tennis e proveranno sulla loro pelle quanto sia bello questo sport, molti scopriranno di avere una passione che forse li accompagnerà per tutta la vita: un “dritto al cuore”, partito dalla racchetta di Sinner, che speriamo faccia emergere la migliore versione di loro stessi. Per questo, sull’onda della rinnovata passione tennistica, dobbiamo aiutarli non solo investendo nella costruzione di nuovi impianti e in una -tante volte annunciata- copertura del Centrale del nostro Foro Italico, ma soprattutto favorendo con ogni mezzo lo sviluppo e la diffusione dei valori olimpici negli sport e nella società.
    Ce n’è tanto bisogno. Per volare alto anche noi, come Sinner!Gisella Bellantone LEGGI TUTTO