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    Medvedev tra presente e futuro: ‘Sinner il più freddo sotto pressione”

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Antonio Fraioli

    Daniil Medvedev ha rivelato a Tennis Channel le sue scelte sui migliori giocatori delle ATP Finals in diverse categorie. Se per il gioco mentale ha scelto se stesso, ha indicato Carlos Alcaraz come il tennista con la migliore connessione con il pubblico e il tocco più delicato. Per quanto riguarda la freddezza sotto pressione, il russo non ha avuto dubbi: Jannik Sinner.
    Secondo Dinara Safina, ex tennista russa che segue da vicino l’evoluzione del connazionale, Medvedev deve reinventarsi per tornare ai massimi livelli: “L’ho visto molto stanco a Torino e questo influisce molto sul suo stato emotivo”, ha dichiarato a TennisMajors. “Ha bisogno di riposare. Penso che un paio di belle vittorie potrebbero dargli molta fiducia, ma le stelle dovranno allinearsi se vuole vincere un altro Slam. C’è molta competizione”.
    Lo stesso Medvedev, nella sua ultima conferenza stampa, ha ammesso la necessità di reinventarsi per tornare a competere ai massimi livelli, consapevole che il tennis sta vivendo una fase di grande evoluzione con l’ascesa di giovani talenti come Sinner e Alcaraz.
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    Il tennis non si ferma: dal matrimonio Keys-Fratangelo alle Next Gen Finals, tutti gli eventi di dicembre. Zheng senza Riba a Melbourne

    Madison Keys e Bjorn Fratangelo nella foto – Foto Getty Images

    NEXT GEN A JEDDAHSi avvicina il momento delle Next Gen ATP Finals 2024 (18-22 dicembre). Nishesh Basavareddy diventa ufficialmente il settimo qualificato, unendosi ad Arthur Fils, Alex Michelsen, Jakub Mensik, Juncheng Shang, Tien e Luca Van Assche. Il ventenne americano, numero 139 del ranking, ha meritato la qualificazione grazie a un ottimo finale di stagione con due titoli Challenger e due finali. Resta solo un posto da assegnare.
    ZHENG E IL CAMBIO DI COACHQinwen Zheng affronterà l’Australian Open 2025 senza il suo allenatore Pere Riba, che si sottoporrà a un intervento all’anca. L’IMG ha scelto Dante Bottini come sostituto temporaneo per il primo Slam dell’anno, dove la cinese dovrà difendere la finale raggiunta nel 2024. Bottini, che ha lavorato in passato con Nishikori, Jarry e Dimitrov, manterrà una comunicazione quotidiana con Riba.
    IL CALENDARIO DI DICEMBREIl tennis non si ferma nemmeno a dicembre. Dopo le Next Gen Finals a Jeddah, la nuova stagione inizierà il 27 dicembre con la United Cup, seguita il 29 dal torneo di Brisbane (ATP 250 e WTA 500) ed il 30 dicembre partiranno ATP 250 Hong Kong e WTA 250 di Auckland.
    KEYS SPOSA FRATANGELOMadison Keys e Bjorn Fratangelo hanno coronato sette anni di fidanzamento con il matrimonio. Una celebrazione speciale che ha visto la partecipazione di numerosi colleghi del circuito, con Fratangelo ritiratosi nel 2023.
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    Koolhof, l’altro addio di Malaga: ‘La Davis l’ultimo torneo, che gioia la finale. L’immagine virale “Schwartzman e Ronaldo insieme in campo per ‘Fenomenos”

    Come Nadal qualche giorno fa, anche Wesley Koolhof ha ricevuto il suo tributo alla Coppa Davis, che sarà il suo ultimo torneo da professionista. L’olandese si è commosso durante la cerimonia organizzata per celebrare la sua carriera, ringraziando per il supporto e esprimendo la sua gioia per non aver dovuto giocare il doppio contro la […] LEGGI TUTTO

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    Taylor Fritz rivela: “Sinner e Alcaraz si muovono lateralmente con la stessa efficacia di Rafa e Novak nei loro momenti migliori, ma la loro palla viaggia circa 10 miglia orarie più veloce”

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    Si parla sempre più di una nuova era d’oro del tennis grazie al dualismo tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Le loro prestazioni vengono già paragonate a quelle del Big 3, ma quanto sono fondate queste comparazioni? A fornire un’analisi illuminante è Taylor Fritz, uno dei pochi giocatori ad aver affrontato tutti e cinque i campioni nel loro momento migliore.Fritz ha un bilancio eloquente contro il Big 3: 2 vittorie (entrambe contro Nadal) e 14 sconfitte. Nonostante si sia ripetutamente scontrato con quello che lui stesso definisce “il miglior muro della storia”, l’americano è riuscito a evolversi fino a diventare uno dei top player mondiali. Ora però si trova davanti a una nuova sfida: l’ascesa di Sinner e Alcaraz, contro i quali vanta una sola vittoria (contro l’italiano nel 2021) e quattro sconfitte.
    In un’intervista a Tennis Channel, Fritz ha offerto un’analisi dettagliata delle differenze tra le due generazioni: “Ciò che mi impressiona maggiormente di Jannik e Carlos è la loro incredibile capacità difensiva. Ma non si tratta di semplice difesa: quando vengono spinti in un angolo del campo, letteralmente esplodono la palla. In uno scambio di rovescio, so che se provo a passare al diritto, il mio colpo deve essere perfetto. Se non riesco a metterli completamente fuori posizione, la palla successiva mi spazzerà via dal campo.”
    L’esplosività e l’agilità di Sinner e Alcaraz sembrano aver portato il tennis a un livello superiore, soprattutto in termini di potenza e velocità. Fritz evidenzia un aspetto decisivo: “Si muovono lateralmente con la stessa efficacia di Rafa e Novak nei loro momenti migliori, ma la loro palla viaggia circa 10 miglia orarie più veloce.”
    Questa testimonianza di Fritz suggerisce che l’attuale dominio di Sinner e Alcaraz potrebbe non essere un fenomeno passeggero, ma l’inizio di una nuova era del tennis. La loro combinazione unica di atletismo, potenza e velocità sta ridefinendo i parametri del gioco moderno, rendendo sempre più difficile per gli altri contendenti competere ai loro livelli. La sfida che si prospetta per il resto del circuito appare quindi ancora più complessa: non solo devono confrontarsi con due talenti eccezionali, ma con una versione evoluta del tennis, dove la potenza si fonde con l’agilità in modo, forse, mai visto prima.
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    Kyle Edmund, la rinascita di un tennista: “Non ho mai smesso di crederci”

    Kyle Edmund nella foto

    La storia di Kyle Edmund è simile a quella di molti tennisti: un talento in ascesa, un exploit in uno Slam, l’ingresso nell’élite del tennis mondiale, e poi l’infortunio che spegne la luce. A 29 anni, l’ex numero 14 del mondo racconta la sua battaglia per tornare a competere dopo tre operazioni al ginocchio sinistro.
    “Erano giorni difficili quelli in cui non potevo giocare a tennis. Mi svegliavo ogni mattina chiedendomi: per cosa mi sto alzando? L’unico programma della giornata era fare riabilitazione”, confessa Edmund in un’intervista all’ATP. Lontani sono i tempi della semifinale agli Australian Open e del 14° posto nel ranking mondiale. Oggi si trova oltre la 300ª posizione, ma la sua determinazione resta intatta.“È stata una battaglia durissima, a volte emotiva, troppo tempo senza giocare un torneo”, sottolinea il nativo di Johannesburg. “Si arriva a perdere un po’ il senso dello scopo, ti chiedi cosa fare. Ci sono momenti in cui sei completamente depresso, ti commuovi anche. La fortuna è avere accanto famiglia e allenatori, sempre presenti per aiutarti a sfogare quella frustrazione, per ascoltarti quando hai bisogno di ricordare che la situazione è davvero difficile”.
    Tutto procedeva bene per il britannico fino alla fine del 2020, quando è stato costretto al primo intervento chirurgico al ginocchio sinistro. Ne seguiranno altri due: a marzo 2021 e maggio 2022. Come se non bastasse, nel 2023 si è aggiunto un infortunio al polso sinistro. Quattro anni di continue sfide, ma anche di instancabile determinazione nel superarle.“Non mi è mai mancata la motivazione, ed è un aspetto positivo. Ci sono stati momenti in cui non vedevo progressi. Ora è diverso, anche se i miglioramenti sono piccoli, almeno senti che stai andando da qualche parte”, rivela il vincitore di due titoli ATP (Anversa 2018 e New York 2020).La storia di Edmund va oltre le statistiche. Non sarà facile rivederlo nella top 15 mondiale o in una semifinale Slam, ma il suo percorso parla di valori più profondi: la determinazione di non arrendersi mai, l’inseguimento di un sogno, il dare tutto fino all’ultima goccia di sudore.“Nella mia testa sono sempre stato molto testardo, e questa testardaggine mi ha aiutato in molte cose. È una qualità positiva quando si tratta di riabilitazione”, riflette dopo anni di sacrifici. “Sognavo il giorno in cui sarei tornato in campo. Quando stai fuori così a lungo, capisci per cosa stai lottando. Certo, ci sono stati momenti in cui pensavo di mollare e fare altro, ma appena ci riflettevo… rapidamente mi dimostravo che volevo continuare a provarci”.
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    Jelena Ristic: “Novak è il campione della gente comune”

    Novak Djokovic classe 1987 – Foto Getty Images

    In una toccante intervista al quotidiano LA NACIÓN, Jelena Ristic, moglie di Novak Djokovic, ha offerto uno sguardo intimo sulla vita del campione serbo e sul suo impatto ben oltre i confini del tennis. La donna che ha accompagnato Nole dal suo esordio fino alla vetta del tennis mondiale rivela aspetti inediti del 24 volte campione Slam.Al timone della Fondazione Djokovic, Jelena porta avanti una missione chiara: “Vogliamo includere il maggior numero possibile di bambini nell’educazione infantile”, spiega. Il progetto, dedicato ai bambini da 0 a 6 anni, si concentra sull’apertura di asili in Serbia e sulla formazione di insegnanti e genitori. Un impegno che riflette i valori che la coppia trasmette anche ai propri figli, Stefan e Tara, che stanno gradualmente comprendendo l’importanza del lavoro del padre non solo come atleta.
    Nonostante viaggi meno frequentemente per seguire i figli, Jelena rimane un pilastro fondamentale nel team Djokovic: “Se possiamo aiutarlo a restare più tempo [nel circuito], lo faremo”, afferma. La sua emozione è stata palpabile durante la conquista dell’oro olimpico a Parigi: “Ero sugli spalti, in lacrime di gioia, già pensando a quale sarebbe stata la prossima sfida. Novak è un gigante nella capacità mentale e spirituale”.Per Jelena, la carriera di Novak va oltre i numeri e i record: “È stata una favola, un sogno impossibile che lui immaginava da bambino”. Sottolinea come il marito non fosse ossessionato dai risultati materiali, ma avesse trovato uno scopo più profondo che gli ha permesso di superare ogni aspettativa.La riflessione più significativa riguarda il legato di Djokovic: “Mi piace vederlo come un campione della gente comune, non dei ricchi”, afferma Jelena. “Viene da una famiglia semplice e lavoratrice. I suoi fan sono persone normali con lavori normali. Quando cammina per strada, tutti lo fermano, e questo gli dà energia per continuare. La sua più grande vittoria è essere il campione del popolo”.
    Queste parole di Jelena dipingono il ritratto di un campione che, nonostante abbia raggiunto ogni possibile traguardo sportivo, mantiene un legame profondo con le sue origini e con la gente comune che si identifica nella sua storia di successo partito dal basso.
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    Il Risveglio del Gigante: La Cina si Prepara a dominare il Tennis Mondiale?

    Juncheng Shang CHN, 02.02.2005 – Foto Getty Images

    Nel panorama tennistico mondiale, un gigante sta emergendo dal suo lungo letargo: la Cina. Nonostante abbia recentemente ceduto il titolo di paese più popoloso del mondo all’India, il Dragone sta dimostrando un interesse crescente per il tennis, frutto di anni di investimenti mirati e di un benessere socioeconomico in costante ascesa.ATP e WTA hanno da tempo riconosciuto l’enorme potenziale di questo mercato, investendo massicciamente per promuovere il tennis in Cina. Questi sforzi stanno finalmente dando i loro frutti, come dimostrato dai recenti successi dei giocatori cinesi nella prima settimana del tour asiatico.
    Per la prima volta nella storia, tre giocatori cinesi figurano nella top-100 del ranking ATP: Zhizhen Zhang, Juncheng Shang e Bu Yunchaokete. Questo traguardo storico potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il tennis maschile cinese, finora rimasto nell’ombra rispetto al successo di figure femminili come Na Li.
    Particolarmente promettente è il caso di Juncheng Shang, noto come “Jerry” in Florida, dove è cresciuto tennisticamente. Il giovane talento sembra avere tutte le carte in regola per raggiungere vette altissime, incarnando le speranze di milioni di appassionati cinesi che sognano di vedere un loro connazionale lottare per i Grand Slam.L’impatto di Na Li nel tennis femminile è stato enorme, nonostante la sua carriera ai vertici sia stata relativamente breve. Ora, con l’emergere di questi nuovi talenti maschili, si prospetta un futuro radioso per il tennis cinese nel suo complesso.
    La pausa forzata dovuta alla pandemia di COVID-19 sembra aver solo accresciuto l’appetito del pubblico cinese per il tennis. In un momento in cui il circuito ATP è in fermento, con discussioni su possibili cambiamenti strutturali e calendari sempre più congestionati, la Cina potrebbe giocare un ruolo cruciale. Il paese ha il potenziale per migliorare le condizioni economiche dei giocatori emergenti, attrarre tornei di alto livello e persino contrastare le ambizioni dell’Arabia Saudita nel mondo del tennis.
    Le autorità locali sembrano pronte a intensificare il loro sostegno, percependo l’interesse crescente della popolazione. Con risorse finanziarie considerevoli e una volontà politica forte, la Cina potrebbe presto diventare una potenza tennistica a tutti gli effetti.
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    Ion Tiriac propone: “Aumentiamo le dimensioni della palla del 50%”. L’ex tennista rumeno suggerisce una soluzione radicale per rallentare il gioco

    Ion Tiriac nella foto

    In un’intervista esclusiva concessa ad un giornale di Bucarest, Ion Tiriac, ex tennista e noto imprenditore rumeno, ha condiviso le sue opinioni sullo stato attuale del tennis, concentrandosi in particolare sulla velocità del gioco che, a suo avviso, ha raggiunto livelli eccessivi.
    Tiriac, figura influente nel mondo del tennis, ha espresso preoccupazione per l’evoluzione del gioco: “Se dobbiamo parlare del gioco, trovo che sia diventato davvero troppo veloce. Questo è legato all’evoluzione dei materiali e alla condizione fisica dei giocatori.”Per affrontare questo problema, l’ex campione ha proposto una soluzione che lui stesso definisce rivoluzionaria: “È per questo che ho proposto di aumentare le dimensioni della palla del 50%. Capisco che possa sembrare un po’ rivoluzionario, ma rallenterebbe il gioco.”
    Questa proposta audace di Tiriac riflette una crescente preoccupazione nel mondo del tennis riguardo all’equilibrio tra potenza e tattica nel gioco moderno. L’aumento delle dimensioni della palla potrebbe infatti portare a scambi più lunghi e a un gioco più strategico, riducendo l’impatto della pura potenza.
    Tuttavia, una modifica così radicale all’attrezzatura di gioco solleva inevitabilmente domande sulla fattibilità e sull’impatto che potrebbe avere sul tennis professionistico. Come reagirebbero i giocatori? Come influenzerebbe le diverse superfici di gioco? E soprattutto, come verrebbe accolta dai fan e dalle organizzazioni che governano lo sport?
    La proposta di Tiriac, per quanto controversa, apre un importante dibattito sul futuro del tennis e su come lo sport possa evolversi per mantenere l’equilibrio tra spettacolo e tecnica. Resta da vedere se questa idea troverà terreno fertile tra gli addetti ai lavori o se rimarrà solo una provocazione di un personaggio sempre pronto a sfidare lo status quo.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO