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    Australian Open: Berrettini gladiatore! Supera Monfils in cinque set, con un ultimo parziale straordinario. Sfiderà Nadal in semifinale

    Matteo Berrettini in campo a Melbourne

    Straordinario. Non c’è aggettivo migliore per descrivere il Matteo Berrettini di oggi agli Australian Open. Un tennista e uomo straordinario, un gladiatore, capace di ritrovare colpi ed efficacia all’inizio del quinto set contro Gael Monfils dopo aver subito la rimonta, con le gambe pesanti, con il servizio, la sua arma migliore, inceppato. Con il rivale bravissimo a prendersi rischi, ad accelerare i tempi di gioco e spostare la partita dalla sua parte ed aizzare il pubblico, creando quell’arena perfetta per una delle sue rimonte a tanti decibel. Ma stavolta il gladiatore vincente nell’arena è stato Berrettini, rientrato in campo nel quinto set con il piglio del Campione, pronto a lottare su ogni punto, difendere ogni angolo, non concedere nulla per riprendersi quella partita che gli era scivolata via. Matteo è tornato in campo non riposato ma lucidissimo, un fulmine col pensiero nel cogliere ogni spazio e sparare col diritto e pure col rovescio. Una furia agonistica. Si è preso uno e poi due break, ha tramortito il rivale ed è scappato via, chiudendo la partita con un urlo liberatorio e tutto il pubblico in piedi, in delirio. 6-4 6-3 3-6 3-6 6-2 lo score del match a favore dell’azzurro, una partita splendida, da incorniciare, ricca di pathos, momenti di qualità, lotta, tutti gli ingredienti per passare alla storia. Una storia scritta per davvero: è il primo italiano che approda in semifinale degli Australian Open. Una semifinale meritatissima, ma che stava per scappargli via.
    Berrettini aveva condotto la partita fin dall’avvio, con un tennis efficacissimo. Potente, preciso, perfetto nell’andarsi a prendere il break in ogni set al primo spiraglio, al primo momento no del rivale, e quindi altrettanto perfetto nel cancellare tutte le palle break e chance concesse. Sotto di due set, Monfils ha cambiato ritmo, ha intuito che senza spingere a tutta, senza prendersi il massimo dei rischi, non avrebbe avuto possibilità. Ha iniziato a martellare a tutta col diritto, ha alzato il rendimento della prima e soprattutto ha preso una posizione più avanzata in campo, iniziando così ad incidere di più nello scambio e facendo correre Matteo continuamente. Dopo due ore e 10 minuti di tennis in continua spinta, le gambe di Matteo iniziano perdere freschezza e tutto il suo tennis scema. Lotta, ma l’avversario conquista spazio, palle break. Rimonta. Si va al quinto, l’inerzia è tutta dalla parte del francese. Il gioco si è fatto durissimo, la situazione sembra compromessa… non per Berrettini. Braveheart Berrettini. Torna in campo dopo una breve sosta in bagno con ancor più grinta, facendo valere tutta la sua forza mentale, importante quanto la sua prima di servizio. Va prendersi di slancio una partita che pareva persa. L’ennesima dimostrazione di che razza di agonista sia. Il cuore e la testa di un Campione.
    La partita è stata lunga, sofferta, ricca di momenti tecnicamente esaltanti ed altri più caotici, confusi. Alla fine è stata la testa, la grinta, la lucidità di Berrettini a fare la differenza, più di tutto il resto. Perché Monfils ha giocato tutt’altro che male, anche nei primi due set. Però Matteo ha giocato meglio nei momenti importanti, cancellando tutte le palle break (nei primi due set) e sfruttando ogni spiraglio, mettendo dubbi nel gioco del rivale. Ha retto bene anche col rovescio, si è preso bei punti e non ha perso molto campo. Infatti proprio l’abilità dell’azzurro nello spingere abbastanza vicino alla riga di fondo gli ha consentito di prendersi grandi aperture del campo, chiuse poi in sicurezza facendo un passo in avanti. Monfils è stato costretto a prendersi rischi enormi ed accelerare a tutta i tempi di gioco per stare in scia alla potenza di Berrettini, una tattica che non ama perché tende ad avere molti alti e bassi mentali e nell’intensità nel corso di una partita 3 set su 5. Il contrario di Berrettini, che invece è bravissimo nel restare focalizzato e non mollare mai con la testa. Bravo Matteo ad incidere in risposta sulla seconda di servizio del francese, non sempre lunga ed incisiva; bravissimo nel venire avanti a chiudere lo spazio a Monfils, visto che tende a stazionare fin troppo dietro fidandosi delle sue enormi capacità atletiche e difensive.
    Berrettini ha spinto, ha rincorso, ha sofferto. È “morto” ed è rinato, andando a prendersi una vittoria davvero storica che gli apre l’affascinante rivincita Slam contro Nadal. Sarà una partita difficile, difficilissima. Ma questo Berrettini non deve temere nessuno. Grazie per le emozioni, Campione.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita
    Il quarto di finale italo-francese inizia con Monfils alla battuta. Quasi non si scambia, Gael serve bene e muove lo score del match. Berrettini to serve. Si butta avanti ma viene passato dal diritto del francese. Le qualità difensive di Monfils sono un’arma molto pericolosa per l’azzurro. Comanda col diritto Matteo dalla riga di fondo e col primo Ace chiude a 15 il suo game. La prima scossa del match arriva nel quinto game. Inizia male “LaMonf” con un errore col diritto in spinta, poi un doppio fallo. 0-30. Ottimo Matteo, lavora col diritto e chiude in sicurezza di volo. 0-40, tre palle break! Non va la prima del francese, e nemmeno il diritto. Un bel “unforced” che vale a Berrettini il punto del BREAK. 3-2 e servizio, Matteo può fare corsa di testa ora, serve bene, è veloce a fare il passo avanti e chiudere col diritto dopo una botta con la prima. Quattro spallate delle sue e via, consolida il vantaggio sul 4-2 (e parziale di 10 punti a zero). Sul 15 pari arriva un lungo scambio, ricco di variazioni e palle basse… è incredibile come Matteo sia riuscito a tirare una frustrata di polso col diritto, incrociata, velocissima, micidiale! Che colpo… il punto del match finora. Monfils è costretto a prendersi rischi enormi ed accelerare a tutta i tempi di gioco per stare in scia alla potenza di Berrettini, una tattica che non ama. Resta aggrappato al set Gael, a fatica, tanto che sul 3-5 e servizio va di nuovo in difficoltà con un errore in rete per il 15-30. Con la prima si salva di nuovo, martella il rovescio dell’azzurro. 5-4, serve per chiudere il parziale Matteo. Servizio vincente, gran ritmo col diritto, errore col diritto (sarebbe stato vincente), errore col rovescio. 30 pari, la tensione sale al massimo… Gioca bene Matteo, trova l’angolino col diritto, ma Gael fa una magia difensiva, trovando un lungo linea micidiale che sorprende l’azzurro. Palla break Monfils. ACE! Che testa Berrettini… Granitico. Gael instaura un teatrino per rompere il ritmo dell’azzurro, da vecchio attore consumato.. Berrettini respinge al mittente il tentativo con un ACE a 216 km/h. Set Point! La annulla col diritto il francese. C’è lotta nel game più importante del set. Vola via la risposta di Monfils, secondo set point. Seconda carica e diritto lungo linea potente, la difesa del francese scappa lunga. 6-4 Berrettini, molto bene l’azzurro, solido, concreto, ha capitalizzato un passaggio a vuoto del rivale. Incredibile l’86% di punti vinto con la 2a di servizio, ma tutti i numeri dell’azzurro sono eccellenti.
    Secondo set, Monfils scatta alla battuta, e va subito in crisi. Un doppio fallo (terzo del match), un serve and volley errato, un bel ritmo nello scambio con l’errore di rovescio del francese. 15-40, e due palle break immediate per Berrettini. Comanda Gael e le cancella. Non molla niente Matteo: su di una seconda trova un impatto col diritto magistrale, risposta vincente. Altra palla break, ma con un Ace Monfils si salva ancora. Grande lotta ai vantaggi, il livello di gioco è alto. Alla fine un rovescio in rete dell’azzurro vale il game al francese, 1-0 avanti. Nel quarto game Matteo serve 1-2 e arriva il primo momento di difficoltà del match, Un errore col diritto in scambio, quindi una volée in rete su di un passante complicato, per lo 0-30. Un rovescio in rete, classico non forzato, lo condanna al 15-40, due palle break. Sembra un piccolo calo fisico per l’azzurro, più lento nel cercare la palla. Salva la prima lavorando benissimo lo scambio e con una chiusura perentoria col diritto; perfetto Serve & Volley per annullare la seconda, una soluzione che sceglie spesso. Sbaglia poi un diritto, le palle break diventano tre. ACE! Il primo del set, che momento per trovare “l’asso”. È il game più lungo del match, con qualche errore ma anche punti spettacolari, Gael aizza il pubblico per far diventare il match più caotico, condizioni in cui lui “sguazza” come nessun altro. Che fatica… Quasi 20 minuti e 26 punti per portarsi 2 pari, che game!  Urla Matteo, ha sofferto terribilmente, in un gioco in cui non ha trovato punti facili col servizio (solo un Ace). Dopo un game così duro, quello successivo è molto delicato. Inizia alla grande Berrettini in risposta, correndo e trovando un rovescio lungo linea vincente eccellente. Risponde con altrettanta qualità Monfils, si porta avanti 3-2. Sul 3 pari, stavolta è il francese ad andare in difficoltà, 0-30 e 30-40, vola via un diritto di “LaMonf” anche grazie alla risposta profonda di Matteo. Niente prima per difendere la palla break… Spara a tutta col diritto, al centro, ma talmente potente che Gael impatta male e BREAK BERRETTINI! 4-3 e servizio, l’azzurro riesce a spezzare l’equilibrio, di nuovo approfittando di una piccola pausa del rivale. Col terzo Ace del set ed un errore sotto rete di un Monfils “pesante”, probabilmente in un momento di calo fisico, Matteo consolida il vantaggio portandosi 5-3. Serve per chiudere l’azzurro sul 5-4. Spinge ma non si prende troppi rischi, in questa fase Monfils non riesce a reggere la pressione di Matteo, o rispondere preciso. 40-0, Tre Set Point Berrettini! Chiude al primo, affossa in rete col diritto Gael. 6-4 Berrettini, un break, tanta lotta e fatica, ma ora è due set a zero avanti, con il francese che sembra accusare le grandi lotte del parziale. 82% di punti vinti con la prima di servizio, e tre palle break su tre salvate (tutte e 4 finora nel match).
    Terzo set, serve Monfils. Prova a spingere al massimo con la prima, per trovare punti facili. Berrettini ha un primo game laborioso, ma la porta a casa ai vantaggi, 1 pari. Terzo game, sul 30 pari Gael spara a tutta, Matteo contiene con qualità, e alla fine è il francese a sbagliare per primo. Palla Break Berrettini! Si prende rischi enormi il francese, ma si salva. Continua a rischiare tanto Monfils, cancella altre due palle break, lasciando correre il braccio a tutta. Coraggio e spalle al muro, per restare in vita nel match, tanto che anche in risposta gioca “senza rete”. Un forcing che porta a 0-30 in risposta sul 2-1. Un errore banale col diritto di Berrettini, porta una palla break al francese. Bordata col servizio, esterna, imprendibile. 5 PB su 5 cancellate finora nel match. 2 pari. Come nel turno di servizio precedente, anche sul 2-3 Matteo crolla 0-30, sembra leggermente meno fluido l’azzurro, forse un piccolo calo fisico. Termina in corridoio un diritto giocato dal centro con poco equilibrio, un errore che costa a Berrettini due palle break da difendere. Erroraccio di Gael, che affossa a mezza rete una risposta di diritto su di una seconda palla. Doppio fallo sulla seconda chance, il primo del match, gli costa il BREAK. Monfils avanti 4-2 e servizio, è il suo primo allungo della partita. In un attimo siamo 5-2 Monfils. Chiude 6-3 Monfils, un set che si è meritato prendendosi grandi rischi, mentre Berrettini ha pagato il primo calo fisico dell’incontro.
    Quarto set, Berrettini inizia alla battuta, piccolo vantaggio servire per primo. Da 40-0 si va ai vantaggi, spinge molto forte col diritto il francese. Un lungo scambio, chiuso con un diritto lungo linea vincente, porta Monfils a palla break! Martella con la prima esterna Matteo, si salva e si porta 1-0. Gael ha molto aumentato la velocità generale del suo tennis, Matteo ha meno tempo per spostarsi ed aggredire la palla. Si avanza seguendo i turni di servizio, gli scambi sono meno tattici e più diretti, si gioca molto sui colpi di inizio gioco. Sul 2 pari, Matteo va in difficoltà al servizio, affossa pesantemente un diritto in rete, è 0-30. Le gambe non girano più al meglio, manca nel miglior appoggio. Niente prima… tiene duro nello scambio, con grande grinta, e approfitta di due errori col rovescio del francese. Non chiude di volo, alto il tocco di rete e Monfils lo passa. Berrettini non riesce a “spaccare la palla” da fondo, e senza punti col servizio è dura. Gael si prende di lotta il punto e la palla break. Ancora niente aiuto dalla prima palla, e Monfils accelera lungo linea, un rovescio e poi un diritto che resta in campo di un capello. BREAK Monfils, avanti 3-2 e servizio. Molto più attivo ed incisivo il francese in questa fase, mentre il diritto e il servizio di Matteo fanno meno male. Gael ha anche avvicinato la sua posizione alla riga di fondo e questo gli permette di spingere con più incisività. 4-2 per lui in amen, la partita sembra girata, con le gambe dell’azzurro che sono ora rigide. Ritrova un buon game di servizio l’azzurro, non crolla e resta aggrappato sul 3-4. Berrettini torna a servire sotto 3-5, e arriva un altro game sportivamente drammatico. Il romano non molla, ma da 40-15 non riesce a chiudere il game, con “LaMonf” che tira un diritto più incisivo dell’altro, mentre il rovescio di Berrettini non va. Concede e annulla 4 Set Point l’azzurro, prendendosi un rischio assoluto sul primo (rovescio lungo linea spettacolare), con bel serve and volley sul secondo, una mazzata delle sue col diritto sul terzo e un’ottima prima sul quarto. Purtroppo capitola al quinto, un rovescio muore a metà rete, sparato totalmente senza gambe. 6-3 Monfils, purtroppo la partita è totalmente girata, con l’azzurro in palese difficoltà fisica, mentre il francese è nella sua palude preferita…
    Si riparte dopo una breve pausa (Matteo era uscito dal campo), con Gael alla battuta, piccolo vantaggio. Parte fortissimo il francese, anche col rovescio. 30-0. Un paio di errori sono ossigeno purissimo per Matteo, che sul 30 pari gioca un lob STRAORDINARIO col rovescio in back. È improvvisa palla break per Berrettini! Niente prima in campo… Forza col diritto Monfils e si salva. Il cuore di un CAMPIONE chiamato Berrettini: rincorre ogni palla, si difende con le unghie e …sbaglia Monfils! Altra palla break! Riesce a girarsi sul diritto, spinge Matteo e sbaglia ancora Monfils, una palla non impossibile. BREAK BERRETTINI!!! Torna avanti l’azzurro, che ritrova magicamente anche efficacia col servizio e lunghezza di palla nello scambio. Il francese concede qualcosa, è meno sciolto rispetto ai due set precedenti. Con una prima a tutta, Berrettini consolida il vantaggio, 2-0. Il suo sguardo infuocato verso il suo team sottolinea la grinta di Matteo, che ora torna a martellare col diritto come nei primi due set. Ha ritrovato un po’ di energie ma anche fiducia, sensazioni, quelle che ti fanno andare oltre la fatica. 15-30 e poi 15-40, ancora un erroraccio col rovescio di Monfils. Due palle per il doppio break per l’azzurro! Interviene il giudice di sedia per far uscire uno spettatore scalmanato… Si difende Matteo, contiene un diritto a tutta e provoca l’errore del rivale. DOPPIO BREAK! 3-0 e servizio per Berrettini, gladiatorio in questo quinto set. Servizio, diritto potente, quindi avanti a prendersi il punto di volo. Chiude il quarto game con un diritto cross vincente splendido, il suo team è tutto il piedi per il 4-0. Incredibile reazione di Berrettini, tornato in controllo della partita. Gael argina l’ondata, si porta 1-4, ma ora il match è nelle mani di Matteo. Si butta avanti l’azzurro, con grande coraggio, dopo essersi aperto il campo. Berrettini serve per la vittoria sul 5-2. 15-0, 30-0, profondità e potenza. Ace!!! 3 Match Point!!! Non riesce a chiudere subito, errore di rovescio. Lungo un rovescio sul secondo, 40-30, nel resta uno. VINCE!!!! Urla sull’errore di diritto in rete. Grandissima vittoria, con grinta, classe, soffrendo. Un Gigante!!! Si guadagna la sua prima semifinale agli Australian Open, dove troverà Rafael Nadal, come a NY2019.

    GS Australian Open G. Monfils [17]44662 M. Berrettini [7]66336 Vincitore: M. Berrettini ServizioSvolgimentoSet 5M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 40-15 40-302-5 → 2-6G. Monfils 15-0 30-0 40-0 40-151-5 → 2-5M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 40-151-4 → 1-5G. Monfils 0-15 15-15 30-15 40-150-4 → 1-4M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 40-150-3 → 0-4G. Monfils 0-15 15-15 15-30 15-400-2 → 0-3M. Berrettini 15-0 30-0 40-00-1 → 0-2G. Monfils 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 4M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A5-3 → 6-3G. Monfils 15-0 30-0 40-0 40-154-3 → 5-3M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 40-154-2 → 4-3G. Monfils 15-0 30-0 40-0 40-153-2 → 4-2M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A2-2 → 3-2G. Monfils 15-0 30-0 40-01-2 → 2-2M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 40-151-1 → 1-2G. Monfils 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-1 → 1-1M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 3G. Monfils 15-0 30-0 40-0 40-155-3 → 6-3M. Berrettini 15-0 15-15 30-15 40-155-2 → 5-3G. Monfils 15-0 30-0 40-04-2 → 5-2M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 15-40 30-403-2 → 4-2G. Monfils 15-0 30-0 40-02-2 → 3-2M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-402-1 → 2-2G. Monfils 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-401-1 → 2-1M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-401-0 → 1-1G. Monfils 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 2M. Berrettini 15-0 30-0 40-04-5 → 4-6G. Monfils 15-0 30-0 40-03-5 → 4-5M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 40-153-4 → 3-5G. Monfils 0-15 0-30 15-30 30-30 30-403-3 → 3-4M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-153-2 → 3-3G. Monfils 0-15 15-15 30-15 30-30 40-302-2 → 3-2M. Berrettini 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-402-1 → 2-2G. Monfils 0-15 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 40-15 40-301-0 → 1-1G. Monfils 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1M. Berrettini 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-404-5 → 4-6G. Monfils 15-0 15-15 15-30 30-30 40-303-5 → 4-5M. Berrettini 15-0 30-0 40-03-4 → 3-5G. Monfils 0-15 15-15 15-30 30-30 40-302-4 → 3-4M. Berrettini 15-0 30-0 40-02-3 → 2-4G. Monfils 0-15 0-30 0-402-2 → 2-3M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 30-30 40-302-1 → 2-2G. Monfils 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 2-1M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1G. Monfils 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0
    15 Aces 127 Double faults 256 % 76/136 1st serve in 61 % 103/17076 % 58/76 Win 1st serve 74 % 76/10353 % 32/60 Win 2nd serve 51 % 34/6721 % 3/14 Break points won 36 % 4/1174 % 14/19 Net points won 72 % 21/2934 % 58/170 Receiving points won 29 % 39/13648 Winners 511 Return winners 151 Unforced errors 504 Return unforced errors 5150 Total points won 156216 kmh Fastest serve 220 kmh191 kmh 1st Serve Average 192 kmh159 kmh 2nd serve average158 kmh LEGGI TUTTO

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    Australian Open: Sinner regola Johnson in tre set, ottima prestazione per l’azzurro

    Jannik Sinner a Melbourne 2022

    Tutto facile per Jannik Sinner nel secondo turno degli Australian Open. L’azzurro regola Steve Johnson con un perentorio 6-2 6-4 6-3 in un’ora e mezza di gioco, confermando l’ottima forma con la quale ha iniziato la stagione e mostrando ulteriori miglioramenti al servizio. Al prossimo turno se la vedrà contro il nipponico Taro Daniel, giustiziere di uno stanco Andy Murray.
    Sinner partiva nettamente favorito, il campo ha ampiamente confermato il netto gap di qualità tra i due giocatori. Troppo più potente, continuo, veloce ed efficace Jannik, che ha dominato il match in ogni settore. Il tennis muscolare ma con precisi limiti di Johnson è andato a “sbattere” contro il muro Sinner, bravo a tenere alto il ritmo e forzare sul rovescio di Steve, assolutamente non in grado di reggere il confronto sulla diagonale di sinistra o contenere le sfuriate col diritto inside out di Jannik. Johnson ha disputato una partita onesta, ma la palla dell’azzurro gli arrivava costantemente profonda e veloce, lo costringeva a giocare troppo dietro e giocare sopra ritmo per cercare di restare aggrappato agli scambi. Un ritmo insostenibile, che l’ha portato a commettere molti errori forzati. Pochissimi invece gli errori e problemi nel tennis di Jannik oggi. Il servizio ha funzionato bene, con prime solide e seconde palle molto cariche. 11 Ace per Sinner, giocati quasi sempre col punteggio in equilibrio, segno di come senta fiducia con questo colpo. Ha chiuso con oltre l’80% dei punti sulla prima, segno di un netto dominio con la battuta. Il movimento sembra ancor più fluido, corto, con i piedi ben distanziati che danno spinta ed equilibrio.
    Il colpo che ha fatto la differenza tecnica è stata la risposta. Sinner ha risposto con continuità, senza prendersi grandi rischi ma cercando una palla veloce, profonda e centrale, che ha mosso all’indietro l’americano ed ha così cancellato il suo vantaggio al servizio. Potente e sicuro col diritto, molto bene col cross, grazie a cui ha portato spesso Steve a tirare una pallata difensiva troppo complicata da ben fuori dal campo. Benissimo col rovescio, ha condotto tutto il match sulla diagonale “stritolando” letteralmente il rivale, e trovando alcuni lungo linea che hanno portato ampi dividendi. Una soluzione che dovrebbe usare anche più spesso, visto il controllo fantastico con cui riesce a trovare l’apertura di campo improvvisa.
    Tutto bene per Sinner, un “buon allenamento agonistico” in vista di sfide più complicate. Taro non è un avversario impossibile, Tsitsipas anche oggi ha mostrato una forma incerta. Il tabellone di Jannik è molto, molto allettante…
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita.
    Inizia Johnson al servizio ma è immediatamente travolto dal ritmo e della velocità di Sinner. Comanda col diritto Jannik e si porta 0-40. Steve cerca di uscire dallo scambio con un lungo linea di diritto ma gli esce di poco. Break immediato, 1-0 e servizio per l’azzurro. Diventano 8 i punti consecutivi di Sinner, nessun problema nel primo turno di battuta, il suo tennis scorre fluido e preciso in quest’avvio, senza sbavature, per il 2-0. Johnson muove lo score col servizio, ma nello scambio la palla gli arriva così rapida e profonda che è in netta difficoltà ad imbastire il suo gioco. Cancella la palla dello 0-3 spingendo a tutta col diritto, ma Sinner non molla la presa. Con un rovescio lungo linea spettacolare, imprendibile, Jannik si procura la seconda chance di doppio break. Non la trasforma, ma sfrutta la terza, con classe: dalla difesa ribalta lo scambio col rovescio, entra in campo e chiude con un tocco smorzato delizioso. 3-0 Sinner, doppio break, no match in quest’avvio, troppo superiore l’azzurro in ogni settore di gioco, incluso il servizio. Parziale di 16 punti a 4 per Jannik sul 4-0, e un eccellente 0 agli errori non forzati. Finalmente Johnson entra in partita con un paio di buoni turni di servizio, ma Sinner chiude in sicurezza 6-2, set senza storia.
    L’americano inizia il secondo set al servizio. Nonostante la difficoltà nel contenere la risposta profonda di Sinner, trova un paio di ottimi diritti, a tutto rischio, e muove lo score. Si avanza seguendo i turni di servizio, con Jannik molto sicuro nei suoi turni (cede solo un 15 a game). Sul 2 pari, l’azzurro si procura una palla break sul 30 pari arrivando come una fulmine su di un tentativo di smorzata mal giocato a Johnson. Con una buona prima esterna Steve si salva. L’equilibrio non si spezza, molto sicuro l’allievo di Piatti in spinta, più incisivo il californiano col diritto, col quale commette meno errori e sposta Jannik. Per tutto il set c’era la sensazione che l’allungo di Sinner potesse arrivare da un momento all’altro, eccolo finalmente sul 4 pari. Johnson parte bene, 30-0 (anche un Ace da sinistra, il primo del match), quindi un passante dell’azzurro su di uno smash non definitivo e poi una grande difesa, un diritto cross molto stretto. Si va ai vantaggi, con un diritto non forzato Johnson “regala” la prima palla break del set a Jannik, che se la prende costruendo il punto come un architetto: risposta profonda, sposta l’avversario e lo porta a sbagliare un diritto in corsa. Break Sinner, chirurgico, ha scelto alla perfezione come giocarsi i momenti importanti. Chiude in sicurezza 6-4 al secondo set point (servizio vincente). Bene al servizio nel set e pronto ad avanzare per raccogliere i frutti della sua progressione.
    Sotto di due set, Johnson sembra non crederci più, come dimostrato anche nell’ultimo game del secondo, quando è letteralmente uscito dal campo dopo un recupero che l’ha buttato assai largo. Con poche gambe sulla velocità dei colpi di Sinner, l’americano sbaglia col diritto e concede un’immediata palla break sul 30 pari. Niente prima, Sinner risponde nei piedi e forza l’errore del rivale. Break Sinner, 1-0 e servizio, che consolida senza alcun problema volando 2-0. La partita sembra già, di fatto, chiusa. Sul 2-1, Jannik commette un doppio fallo che lo manda a palla break, la prima da difendere nel match. La cancella con forza, facendo il pugno, non voleva assolutamente cedere il servizio “Jan”. Il quarto game è il più lungo e complicato del match per l’azzurro al servizio, ma con grinta e spingendo forte lo porta a casa. Johnson non crolla, continua a spingere col diritto restando aggrappato alla partita, ma in risposta non riesce più ad incidere, nemmeno sulle seconde – molto cariche e sicure – di Jannik. Sul 5-3, Sinner spinge a tutta in risposta e si procura un match point sul 30 pari. Steve spinge con il peso del corpo mal messo col diritto, la palla muore in rete. Game Set Match Sinner, tutto bene per l’azzurro. Ha giocato bene, ha superato brillantemente ogni momento complicato con grinta e calma. Non ha mai ceduto il servizio, non si è mai avuta la sensazione che il match potesse girare. Avanti tutta Jan!

    GS Australian Open S. Johnson243 J. Sinner [11]666 Vincitore: J. Sinner ServizioSvolgimentoSet 3S. Johnson 15-0 15-15 30-15 30-30 30-403-5 → 3-6J. Sinner 15-0 30-0 40-03-4 → 3-5S. Johnson 15-0 30-0 40-02-4 → 3-4J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 40-302-3 → 2-4S. Johnson 15-0 30-0 30-15 40-151-3 → 2-3J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-401-2 → 1-3S. Johnson 0-15 15-15 30-15 40-150-2 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 0-2S. Johnson 15-0 15-15 15-30 30-30 30-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 40-304-5 → 4-6S. Johnson 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A4-4 → 4-5J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-154-3 → 4-4S. Johnson 15-0 30-0 30-15 30-30 40-303-3 → 4-3J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-153-2 → 3-3S. Johnson 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-402-2 → 3-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-152-1 → 2-2S. Johnson 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-1 → 2-1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-151-0 → 1-1S. Johnson 15-0 15-15 30-15 30-30 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-152-5 → 2-6S. Johnson 15-0 30-0 40-0 40-151-5 → 2-5J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-151-4 → 1-5S. Johnson 15-0 30-0 30-15 40-150-4 → 1-4J. Sinner 15-0 30-0 40-00-3 → 0-4S. Johnson 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A0-2 → 0-3J. Sinner 15-0 30-0 40-00-1 → 0-2S. Johnson 0-15 0-30 0-400-0 → 0-1
    5 Aces 111 Double faults 256 % 47/84 1st serve in 63 % 45/7170 % 33/47 Win 1st serve 82 % 37/4541 % 15/37 Win 2nd serve 69 % 18/260 % 0/1 Break points won 63 % 5/877 % 10/13 Net points won 73 % 11/1520 % 14/71 Receiving points won 42 % 35/8423 Winners 300 Return winners 336 Unforced errors 152 Return unforced errors 264 Total points won 91 LEGGI TUTTO

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    Bentornato, Kokk (di Marco Mazzoni)

    Thanasi Kokkinakis

    Non è mai troppo tardi. Per rialzarsi, per lottare, per piangere non di frustrazione ma di gioia. Per vincere. Thanasi Kokkinakis, “The Kokk” per gli amici, ha vinto il torneo ATP 250 Adelaide 2. Visto il talento e tennis dell’aussie, beh, non dovrebbe esserci niente di strano. Un 250 di inizio stagione, pure nella sua città. Invece il successo dell’australiano ha del sorprendente, e del liberatorio. Finalmente questo “cavallino di razza” ha alzato il suo primissimo torneo ATP, a 25 anni suonati, da n. 145 del ranking. Finalmente Thanasi è riuscito ad allenarsi per un discreto periodo di tempo in salute, dopo aver attraversato tempeste e burrasche degne del “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…”.
    Kokkinakis ha vissuto anni da incubo. È stato più volte ad un passo dal gettare la spugna, perché ogni centimetro del suo fisico ha una predisposizione all’infortunio diabolica. Non si è fatto mancare nulla Thanasi, non è praticamente mai riuscito a giocare una stagione intera, o nemmeno 6-7 mesi con continuità senza uno stop grave. Problemi che l’hanno fiaccato nel corpo e nello spirito. Un disastro sportivo per quello che era considerato uno dei talenti migliori della “prima” NextGen. Insieme al suo amicone – di baldorie – Nick Kyrgios, down under pensavano di aver una coppia d’assi insuperabile. Come talento, senz’altro. Purtroppo per loro, Nick si è perso in una spirale autodistruttiva perversa, Kokk si è rotto in continuazione, non riuscendo mai a far esplodere con continuità quel talento che gli aveva consentito di sconfiggere anche un certo Roger Federer qualche tempo fa, e non proprio un Roger dimesso…
    Chi vi scrive, ha sempre creduto in Kokkinakis, da anni. Roland Garros, 2015. Chi ha voglia di andarsi a ripescare dal (cospicuo) archivio di LT, troverà un racconto di un pomeriggio vissuto con il mitico compare di scampagnate parigine Ale Nize sul campo 17, che purtroppo non esiste più, demolito per far spazio ad un’area nuova, bellissima, funzionale, ma più asettica. Un po’ come quei circuiti di F1 costruiti nei paesi arabi, impeccabili ma così “perfettini” da lasciarti insoddisfatto. Sul quel campo, l’ultimissimo dell’impianto, con la rete di fondo che terminava quasi sulla tangenziale, le fronde degli alberi lasciavano passare una luce particolare. Quel giorno ero lì per seguire Bolelli, ma prima sul mio schedule di giornata c’era segnato in rosso Kokkinakis vs. Basilashvili. Due emeriti sconosciuti allora per l’appassionato medio, non per chi segue il tennis nelle sue viscere più interne, quelle dei Challenger e tornei giovanili. Il georgiano entrò in campo con la sua solita maschera impenetrabile, tirando bordate dalla linea di fondo; Kokk, assai poco esperto di terra rossa, pagò inizialmente la velocità e rotazione di Nikoloz (perdendo 6-3 il primo set) ma prese le misure iniziò a sentire la palla, a guadagnare campo, a tenere il ritmo forsennato del rivale e “montargli in testa”. Poche volte ho visto scambi di tale intensità e violenza mista a qualità. Thanasi mi stregò letteralmente, i suoi colpi fluivano sicuri, ma quel che mi colpì fu il suo equilibrio dinamico. Riusciva ad arrivare sulla palla con grande compostezza, riuscendo a gestire la velocità e gli angoli in modo mirabile. Pochissimi i forzati, moltissimi i vincenti. E poi, con quei colpi di inizio gioco, immaginarlo ben presto nei piani alti del ranking era scontato. Alla fine del terzo set, con Thanasi già avanti, udivo dietro di me due persone parlare fitto fitto in una lingua non comprensibile. Girandomi, incrociai lo sguardo di Marian Vajda, che era seduto lì dietro, venuto a scrutare questo ragazzo promettente con l’allora preparatore fisico di Novak, visto che poteva essere l’avversario del campione al terzo turno (e infatti, arrivò al match). Incuriosito, mi spostai più in alto, laterale, per vedere come Vajda osservava Kokk. Appunti, qualche battuta non comprensibile, ma diverse occhiate sbalordite al suo compare dopo i vincenti tirati dell’aussie.
    Ricordo di aver scambiato qualche battuta con lui allora, molto giovane. Acerbo, divertente, con un maledetto accento aussie a volte quasi incomprensibile. Ma quello sguardo fiero trasudava consapevolezza dei propri mezzi ed una certa tristezza, inquietudine. Forse quella propria di colui che sapeva di camminare di un di filo, equilibrista di talento con un fisico di cristallo.
    Appunti e ricordi disordinati, ma la sensazione che mi portai a casa quel giorno fu di un talento vero, uno di quelli che passano ogni tanto. Per arrivare sul trono, servono molte qualità. Le puoi costruire e consolidare solo col tempo, con lavoro e con fatica. Purtroppo Thanasi non ha avuto tempo, o meglio, ne ha avuto fin troppo ma non in campo. La fatica l’ha fatta per cercare a rientrare, a tutti i costi, anche quando i venti erano così impetuosi contro di lui che nessun vascello sarebbe riuscito a prendere il largo. Negli anni i migliori giovani l’hanno superato, lui è caduto nel dimenticatoio. Pure il suo sponsor l’ha mollato, tanto che lo scorso anno, tornato a giocare Challenger, ha dichiarato di aver acquistato le sue divise da gioco in un discount per una manciata di dollari australiani, perché di più non gli era concesso. Ma nonostante tutto, disse di aver imparato che la resilienza è una qualità importantissima nel tennis, e che se gli infortuni l’avessero lasciato in pace, sentiva dentro tanta voglia di provarci ancora, perché quel film bruscamente interrotto non gli andava giù. Si è pure avvalso dei consigli di Mark Philippoussis, un altro che dopo i fasti di una carriera che poteva dargli di più è entrato in tantissimi problemi ed è maturato. Alla fine il consiglio più prezioso che gli ha regalato il bel tenebroso finalista a Wimbledon 2003 è stato “devi crederci, perché se non ci credi tu, nessuno lo farà per te”. Messaggio ricevuto, insieme ad un lavoro svolto insieme al servizio che, in questi ultimi match, pare aver funzionato.
    Thanasi nelle ultime due settimane ha battuto fiori di giocatori, ha ritrovato il suo miglior tennis con una testa più matura e consapevole. Ha dimostrato una potenza nei colpi di inizio gioco e una velocità nel prendersi gli spazi in campo formidabile. Ha vinto molte partite, il suo primo torneo e soprattutto ha lottato. Ha sofferto. Ha annullato anche match point avversi nella strada verso la finale. Ma cosa volete che siano dei “match point” da salvare rispetto all’inferno dal quale è uscito…
    A 26 anni da compiere (10 aprile), Kokkinakis ha tutta una carriera davanti e da lunedì un ranking a ridosso della top 100. Dice di aver lavorato bene, che il corpo sembra funzionare come mai prima. Il suo sguardo è sorpreso, divertito. Felice. Questi giorni nella sua Adelaide sono una ventata di ottimismo per tutti coloro che amano il tennis. È la magia che il Tennis giocato riesce a regalare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Caso Djokovic, nessuna novità. La politica sta ancora valutando il caso

    L’avvicinamento all’Australian Open 2022 continua ad essere a dir poco tribolato. Problemi col sorteggio, ritardato, poi l’annuncio che gli spalti del torneo saranno al 50% per l’esplosione di contagi nel Paese per colpa della variante Omicron del virus, ormai predominante anche “down under”.
    Niente si è mosso anche sul “Caso Djokovic”. Nonostante fosse attesa una decisione per oggi, ancor più dopo l’ammissione di colpa dello stesso Novak che pareva un discreto assist alla politica australiana, il ministro dell’immigrazione Hawke non ha comunicato niente, rimandando tutto a domani.
    Una fonte federale ha confermato poco fa che Hawke sta ancora valutando la questione. In precedenza, il primo ministro Scott Morrison nell’attesissima conferenza stampa – è stato rimandato il sorteggio a dopo la press conference – ha confermato che Hawke sta studiando il caso con attenzione prima di decidere l’annullamento del visto del n.1 del mondo, che al momento è regolarmente in cima al draw degli Australian Open.
    “Farò riferimento alla dichiarazione più recente del ministro Hawke in quanto la posizione non è cambiata” ha affermato il Premier, “questi sono poteri ministeriali personali che possono essere esercitati dal ministro Hawke e non faremo ulteriori commenti in questo momento”. Morrison ha poi insistito sulla necessità di far fronte comune per combattere la diffusione del virus in Australia, e che “i cittadini stranieri non vaccinati non possono entrare senza una valida esenzione medica”.
    Quest’ultima frase, visto quel che sta accadendo e le carte ormai diventate di dominio pubblico, lascia francamente perplessi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Martina Navratilova critica duramente Djokovic: “Vuoi essere un leader? Dai il buon esempio per il bene comune”

    Martina Navratilova

    Martina Navratilova è da sempre paladina delle battaglie sociali, una donna che non ha paura di esporsi e dire la sua, anche con parole scomode. Per questo non si è tirata indietro nel commentare la brutta faccenda di Novak Djokovic in Australia. Parlando al programma Good Morning Britain, la super campionessa ceca ha criticato in modo netto il comportamento di Djokovic, che considera presuntuoso e l’esatto opposto rispetto a quello che dovrebbe tenere chi si considera un leader.
    “Vorrei solamente che Novak fosse vaccinato” dice Martina, “lo ammiro molto e l’ho difeso tante volte, ma non posso difendere la decisione di non essere vaccinato. Se rifiuti il ​​vaccino perché non lo conosci o non ci credi, tuttavia, devi fare un piccolo sacrificio per il benessere di tutti. Se vuoi essere un leader, devi essere un esempio, e quell’esempio si basa sul fare ciò che è bene per te, a vantaggio del bene comune. Tutto questo poteva essere evitato, ma ormai chissà come andrà a finire, tutta la faccenda è come impazzita”.
    “Si crede più forte del virus? Non credo sia quello, lui sembra indistruttibile, ha una forma atletica invidiabile, ma c’è gente che è morta pur essendo in ottima forma. Non direi che è arrogante, ma è un po’ presuntuoso di sicuro. Djokovic è sempre stato molto rigido riguardo alla sua dieta e il suo stile di vita, e lo ammiro perché so cosa serve per impegnarsi così tanto in questo senso. Ma in questo caso, non lo comprando. Io mentre stavo facendo la fila per farmi vaccinare, non vedevo l’ora che arrivasse il mio turno per farlo. Avrei più paura di ammalarmi per non essermi vaccinata che degli effetti collaterali. Il tennis resta uno sport egoistico sì, ma è molto importante essere consapevoli e avere considerazione per gli altri”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Le autorità australiane esigono spiegazioni sul “caso Djokovic”

    Rod Laver Arena, Melbourne

    In Australia il “caso Djokovic” ha scatenato, come prevedibile, un vero e proprio putiferio. Non si contano le reazioni indignate di appassionati e gente comune, che ha puntato il dito contro le autorità che hanno permesso l’esenzione medica al n.1 del mondo, con i social letteralmente intasati da critiche molto pungenti. Arrivano le prime reazioni ufficiali, che vanno nella medesima direzione: serve chiarezza sul perché sia stata concessa l’esenzione medica.
    “L’aspettativa del nostro Governo è che Novak spieghi alla comunità quali sono le circostanze della sua esenzione, nonché i motivi che spiegano tutte le sue azioni volte a venire a competere in Australia“, ha affermato il primo ministro ad interim Jacinta Allan. “Le regole per le quali gli è permesso giocare sono legittime poiché hanno seguito la procedura stabilita, ma la cosa più decente che un tennista possa fare è spiegare tutto quello che è successo”.
    Il deputato liberale Trent Zimmerman è stato assai critico: “È vergognoso, un vero schiaffo in faccia a tutti gli australiani che hanno fatto la cosa giusta e hanno seguito tutte le linee guida. L’esenzione dovrebbe essere revocata se la credibilità del torneo e delle regole stabilite dal governo per entrare nel paese sono da mantenere. È un risultato molto deludente che può generare un’enorme frustrazione nelle persone”.
    Carolyn Broderick, direttore medico di Tennis Australia. “Nessuno dei collegi medici che hanno preso la decisione è stato incaricato di provare la veridicità dei documenti presentati, il loro ruolo non è stato quello di indagine. Tuttavia, hanno chiesto che tutta la documentazione avesse i relativi sigilli ufficiali, sebbene alcuni dei le cose ricevute erano semplici rapporti di laboratorio”. Una dichiarazione che lascia quantomeno perplessi, visto che l’ha pronunciata.
    Craig Tiley, il capo di Tennis Australia, stenta a prendere una posizione chiara, segnale di quanto sia in grave difficoltà. Ha dichiarato infatti: “Non c’è stato alcun trattamento favorevole per Djokovic, alcune esenzioni sono state respinte e siamo stati molto rigorosi quando si trattava di far entrare nel Paese una persona non vaccinata. Siamo empatici con le persone che potrebbero essere arrabbiate con la posizione di Novak sulla vaccinazione, ma è sua responsabilità spiegare tutto e dare i motivi per cui hai ricevuto l’esenzione“. In pratica, Tennis Australia ha dato l’esenzione a Novak, ma solo Novak che può spiegare  perché l’abbia ricevuta.
    La sensazione che siamo solo all’inizio di una vicenda che in ogni caso guasta non poco il primo Slam stagionale.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Roman Safiullin, il “nuovo” Karatsev?

    Roman Safiullin

    Alla mezzanotte gli azzurri scendono in campo a Sydney per continuare la corsa all’ATP Cup (in tv, diretta esclusiva su Supertennis). Un solo risultato possibile: battere la Russia, prendendosi anche la rivincita della finale 2021 persa da Medvedev e compagni. Proprio i compagni del n.2 al mondo sono diversi quest’anno. Niente Rublev e Karatsev (k.o. per il Covid), ma Roman Safiullin, un nome poco noto al grande pubblico ma estremamente interessante. Sarà l’avversario di Jannik Sinner nel primo match, la sfida tra i n.2 di ogni paese.
    Il 24enne il Podolsk ha un passato junior di altissimo livello: ha vinto gli Australian Open junior nel 2015 ed è stato n.2 al mondo di categoria. In patria si pensava che fosse lui il “cavallino” di razza, insieme al Rublev, molto precoce; più di Medvedev, che invece da giovane e nei primi anni sul tour alternava sfuriate di classe pazzesche a momenti di buio totale. Purtroppo per Roman, il passaggio al tennis Pro è stato molto difficile.
    A vederlo in campo questa settimana all’ATP Cup, Safiullin sembra un giocatore maturo, solido, forte, esperto. Sta molto bene in campo, ha un tennis non così appariscente ma molto concreto. La risposta è un colpo temibile, costruita su di un tempo d’impatto splendido, grazie a cui riesce a trovare profondità e precisione. È un giocatore “tattico”, scambia e poi cambia ritmo, trovando angoli interessanti col rovescio e pronto a fare due passi avanti per chiudere col diritto. Palla sicura, leggermente lavorata, non grandi lacune tecniche. Non è velocissimo in campo, ma legge bene il gioco, e con la prima di servizio non trova molti punti diretti. Come mai ha stentato così tanto per affermarsi? Oggi è solo al n. 167 del raking ATP, conquistato faticosamente con risultati al piano di sotto (quarti raggiunti in alcuni Challenger nel 2021 e un paio di main draw negli Slam).
    “Nel tennis junior ero tra i più forti, ma il passaggio al mondo Pro per me è stato difficile” afferma Roman al sito ATP. “È splendido giocare quest’evento con i migliori al mondo e vedere che il mio tennis è a questo livello”.
    “Lavorare con la testa è la cosa più difficile per me. Non so come sarà per gli altri, forse c’è chi lo trova facile. Lavoro molto nel fisico, mentre dal punto di vista mentale ho iniziato a lavorare da poco e, per ora, è il più complicato di tutti. Sto cercando di migliorare alcune cose. Quando perdo la concentrazione, è qualcosa che si vede molto facilmente nei giochi, e mi costa caro”.
    Daniil Medvedev su di lui dice: “Il modo in cui ha reagito dopo un set molto difficile è stato fantastico, irreale, sono felicissimo per lui. Roman è la nostra arma segreta! Da junior era un avversario terribile da superare, quando vedevo che Roman era dalla mia parte di tabellone, tremavo… In realtà abbiamo giocato molte finali, semifinali, molte partite, alcune erano partite di tre ore e tre set, era sempre una battaglia contro di lui, era molto forte. Adesso non abbiamo mai giocato da Pro contro, magari accadrà presto”.
    Safiullin è un grande appassionato di motori e della saga di Harry Potter.” Ogni volta che ho tempo, mi piace guardare i film di nuovo. Quando sono a casa, soprattutto. Li ho già visti tre o quattro volte”. Ama molto il cinema, anche Matrix ed i film fantasy e di fantascienza. Sarà forse per l’incredibile somiglianza con l’attore Jude Low…
    Che Roman possa essere la sorpresa del 2022, come è stato Karatsev nel 2021? Aslan l’anno scorso è decollato dopo un grandissimo Australian Open. Safiullin sta giocando molto bene in ATP Cup, potrebbe essere il torneo che gli regala la definitiva consapevolezza dei propri mezzi, lanciandolo finalmente verso quel tennis di vertice a cui tutti pensavano che fosse destinato. Di sicuro Jannik Sinner dovrà tirar fuori il meglio del suo tennis per portare a casa un punto fondamentale per l’Italia, e far scendere in campo Matteo Berrettini contro Medvedev con meno pressione.
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    Tsitsipas: “Australian Open? Non sono più così sicuro…”

    Stefanos Tsitsipas

    Sguardo sofferente, con il ghiaccio sul gomito destro. Un’istantanea da Sydney di Stefanos Tsitsipas che non lascia affatto tranquilli. Il greco si è operato al gomito subito dopo il ritiro dalle ATP Finals di Torino, per risolvere un problema infiammatorio che lo tormentava da tempo. Si è detto molto fiducioso sul pronto in recupero, in tempo per iniziare al 100% il 2022. Il rientro in campo è stato più duro del previsto, con il gomito che ancora lo tormenta, tanto da mettere in serio dubbio la sua partecipazione all’Australian Open. Ecco le parole di Tsitsipas a riguardo.
    “È stato bello vedermi a un tale livello. non me l’aspettavo (dopo il match in singolare contro Schwartzman, ndr). Le cose hanno funzionato meglio di quanto pensassi. Sono stato in grado di colpire le palle che avevo paura di colpire due settimane fa, quindi sto andando nella giusta direzione. È stata una partita molto combattuta e mi sono divertito, nonostante abbia perso. Mi è piaciuto combattere, ho goduto l’emozione di lottare in campo. Mi è piaciuta l’atmosfera che le persone hanno creato”.
    “Ho un po’ di dolore. È normale. Ho servito più servizi di quanti ne abbia mai serviti nell’ultimo mese. Ho servito vicino a 180 servizi oggi credo. Mi sono allenato, cercando di fare 50, 60 servizi. Ho cercato di evitare il dolore. Ma devo finire la partita in qualche modo. Il mio servizio è molto calato, non ero proprio in grado. Non mi piacciono le scuse, ma non ero al 100% per servire  come volevo. Avrei voluto davvero evitare il dolore e servire meglio, perché mi avrebbe aiutato molto”.
    “Non so quali siano i miei piani futuri per questo torneo. Non sono veramente sicuro. Mi piacerebbe giocare, ma non so davvero come mi sentirò domani. Questa era una delle maggiori preoccupazioni: se giocherò questa partita oggi, come sarà il recupero domani? Era il problema con il doppio di domenica. Ho finito il doppio. Il giorno dopo, non ho potuto servire. non ero in grado. Ho sofferto molto. Quindi spero davvero di poter entrare in campo domani e allenare il servizio senza dolore. Questo è il mio obiettivo più grande in questo momento, aver recuperato al 100% il gomito. Ho fatto molte cose nelle ultime due settimane per cercare di proteggerlo il più possibile e riportarlo al 100%. In questo momento mi concentro sulla mia salute più di ogni altra cosa”.
    Tsitsipas torna all’infortunio e alle aspettative realistiche per l’inizio della stagione: “Il gomito migliora ogni singolo giorno. Il mio servizio mi ha deluso in questo match, ma credo che abbiamo un sacco di tempo prima che inizi l’Australian Open, e penso che se prendo le giuste precauzioni e seguo quello che dice il mio dottore, allora posso essere al 100% all’Australian Open. Sottoponendomi a quell’intervento (il 25 novembre, ndr), anche il dottore non era sicuro se fosse una buona idea giocare all’Australian Open. La mia guarigione è stata molto migliore di quanto si sarebbe aspettato rispetto ad altri giocatori che ha trattato in passato, quindi è rimasto sorpreso. È venuto a Dubai ed è stato sorpreso di vedermi raggiungere quasi il 100%. Probabilmente ho dei buoni geni, DNA, non lo so. È la prima volta che sperimento un recupero del genere, quindi ora non so cosa aspettarmi. Sto meglio, ma l’Australian Open chissà. Ho ancora tempo, ma vediamo come starò nei prossimi giorni”.
    Stefanos ha pertanto chiarito che l’impatto principale del problema al gomito è al servizio, il colpo che maggiormente ha risentito dall’infortunio e ora, in fase di recupero, continua a dargli problemi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO