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    Ferrero parla di Alcaraz: “Deve migliorare a livello tattico. Non ha fretta di avere una relazione sentimentale, prima o poi arriverà”

    Juan Carlos Ferrero

    Juan Carlos Ferrero, coach di Carlos Alcaraz, afferma di essere estremamente soddisfatto del percorso svolto insieme al suo giovane assistito, con risultati straordinari ottenuti anche prima di quel che poteva immaginare. Non è particolarmente preoccupato per il periodo così così di Carlos, anche se sottolinea la necessità di migliorare dal punto di vista tattico, mentre respinge al mittente le dure critiche che Andy Roddick ha indirizzato al servizio del più giovane n.1 della storia. Questo il sunto di un’intervista che “mosquito” ha concesso al collega Sebastian Fest su Clay alcuni giorni fa. Riportiamo i passaggi più significativi del pensiero del coach, che raccontano molto del suo approccio al lavoro con Alcaraz.
    “È molto giovane, penso che abbia bisogno di continuare a maturare per prendere buone decisioni in campo” afferma Ferrero. “Ha bisogno di crescere a livello tattico, saper leggere un po’ meglio le partite, tutte cose che vengono con l’esperienza, anche conoscere bene i giocatori, sapere su che piede zoppicano o quali sono le loro virtù. Anche sapersi arricchire dai rivali più diretti, di quelli che stanno lassù, come Jannik, Medvedev, Novak, Tsitsipas, Zverev… Prendere le esperienze contro tutti loro per continuare ad alzare il livello, imparare ad allenarti ogni giorno con lucidità e idee per migliorare. Un po’ di tutto, alla fine non si può fermare la progressione di un giocatore di 20 anni. Non importa quanto sia alto in classifica o i risultati, alla sua età può migliorare in tutto”.
    Ecco la critica alle parole di Roddick, che stigmatizzava la debolezza della battuta di Carlos: “Il servizio è qualcosa che Carlos sta già migliorando. Quando aveva 15, 16 anni non serviva bene, abbiamo fatto un cambiamento biomeccanico nel suo servizio. È una delle cose più difficili da migliorare per un ragazzo che non è battitore non naturale. Un giocatore come Roddick, che aveva nel servizio il suo colpo più naturale, può essere molto facile migliorare perché è la sua migliore risorsa. È come se avessi detto a Carlos di migliorare il suo diritto. È semplice farlo, perché è il suo colpo più naturale e quindi è anche più facile affinarlo. Il servizio invece non lo è, quindi è qualcosa che deve essere rifinito poco a poco e così stiamo procedendo. Il servizio di Carlos ha velocità, direzione, stiamo lavorando per ottenere maggiore coerenza con la prima di servizio, ma ci riuscirà poco a poco. Dobbiamo continuare a migliorare. È facile criticarlo quando è la tua migliore virtù e vedi tutto così semplice. L’opinione è rispettabile, ma non la condivido del tutto perché Carlos ha migliorato molto il proprio servizio. Tre anni fa avresti detto ‘Ma come diavolo serve”‘. È qualcosa che migliora poco a poco, non è così facile avere un servizio con molta velocità e molta direzione”.
    Molti commentatori rimproverano ad Alcaraz di esagerare con colpi al limite, cercando troppo lo show e poco la sostanza. Questa la risposta di Ferrero: “Fa parte del suo gioco, gioca in modo naturale con molta intensità, esplosività. E questo rende spettacolari molti dei suoi punti. Non è vero che cerca di fare ogni cosa super spettacolare, ma è anche vero che gli piace far divertire la gente, e a volte si butta in un “hot shot”, ma la consistenza, il giocare tatticamente non lo sono. A causa del suo modo di giocare, succede spesso”.
    Molto per JC dipende dal carattere di Carlos: “È un ragazzo molto estroverso a livello caratteriale, ha molto carisma, lo seguono tantissime persone. E ancora oggi continua a sorprendermi quasi ogni giorno con qualche colpo. L’altro giorno gli ho chiesto di provare una risposta bloccata in smorzata in allenamento, come faceva spesso Federer. Lo ha fatto al primo colpo e gli è venuto alla perfezione, non c’era modo rigiocare la sua palla. Queste sono cose che puoi chiedere alle persone che hanno davvero quelle qualità naturali, che creano situazioni dal nulla. Carlos continua a sorprendermi, è il suo modo naturale di giocare”.
    In Spagna vari commentatori scrivono che in allenamento Alcaraz fa delle giocate impossibili, cose mai viste in campo. Ferrero sorride… “Gli piace inventare colpi, provare cose un po’ strane, e gli riescono. A lui viene naturale fare cose per molti sarebbero difficili anche solo da immaginare”.
    In una recente intervista, Carlos ha affermato che dalla scorsa off-season ha cambiato diverse sue abitudini fuori dal campo per essere più professionale. Un tema molto caro ad un allenatore… “È fondamentale capire il senso della professionalità, quando lavorare davvero, quando riposarsi, quando concentrarsi. Ciò, per i giovani di oggi, è davvero complicato, perché spesso hanno difficoltà a vivere la realtà di ciò che li circonda. Vanno di settimana in settimana, sono trattati molto bene ovunque e non vedono la realtà. Sotto questo aspetto penso che stia migliorando molto, penso che la struttura della squadra che ha intorno lo aiuti a rimanere con i piedi per terra. Non voglio dire con questo che ad un certo punto si sia montato la testa, questo no, perché ha un carattere molto umile. Sta imparando a gestire bene tutti i tipi di situazione per continuare a migliorare mentalmente, a livello tennistico, arrivando in tempo per allenarsi e allenarsi in modo chiaro. Se è puntuale? Assolutamente sì”.
    Fortissimo, vincente, famoso, chissà quante ragazze gli ronzano intorno… Ferrero sull’argomento taglia corto: “Beh, ogni tanto se ne parla nelle conversazioni, ovviamente deve sapere che nella situazione in cui si trova, se è positivo per il suo tennis. In questo momento è tranquillo, è giovane, non ha fretta di avere una relazione. Quando arriverà, arriverà, come è successo a tutti noi ad un certo punto”.
    Interessante la NON risposta di Ferrero su cosa studia di Sinner… “Penso che Djokovic si alleni per continuare a vincere titoli, per continuare a battere record. Lo vedi nella sua professionalità giorno dopo giorno, genera in me il massimo rispetto, adoro guardarlo giocare, allenarsi, come tocca la palla, come si muove, l’attenzione che presta in tutto. In molti modi predo Novak come esempio per Carlos, così come è stato Rafa o lo è anche Sinner. Mi piace dargli esempi di giocatori che vedo fare le cose molto bene in modo che impari un po’ da tutti. Cosa mi colpisce di Sinner per Carlos? No no, niente…. (sorride)“.
    Un po’ seccata la risposta di Ferrero sul tanto discusso tema dell’ingresso dei ricchi sauditi nel tennis: “Non ho un’opinione. Sono entrati nel mondo dello sport con molti soldi, aprendo molte possibilità in molti sport. Sembra che vogliano creare qualcosa di diverso nel tennis. Ci sono molte persone che pensano che sia un Paese che da molto tempo non si comporta bene con le donne e che reprime molto le libertà. Sembra che sia così, ma spero che in futuro possano creare qualcosa nello sport in modo che la situazione possa essere molto più aperta e tutti possano essere più felici. Alla fine è un supporto per uno sport, come il calcio o il golf. Lo sport è sport, penso che sia positivo. Tutto ciò che riguarda il resto della polemica… tutte le argomentazioni sono rispettabili”.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Mensik batte Rublev a Doha, è in semifinale e nuovo top 100, il più giovane

    Jakub Mensik

    Impressionante, davvero impressionante Jakub Mensik. Andrey Rublev non è esattamente la solidità fatta persona… ma il modo in cui il 18enne ceco si è sbarazzato del n.5 del mondo nei quarti di finale dell’ATP 250 di Doha è stato piuttosto impressionante. Il 6-4 7-6 conclusivo che vale al classe 2005 la prima semifinale sul tour maggiore ben racconta la storia di un match tirato, giocato con grande spinta da parte di entrambi, e risolto sui punti decisivi. Qua ha brillato Mensik, pure sotto 3-5 nel tiebreak del secondo set. Ne è venuto fuori con un tennis di una potenza, consistenza e spinta formidabili, facendo tutte scelte giuste e senza dare assolutamente la sensazione di forzare al massimo, di essere vicino al suo limite. Questo ha davvero impressionato di Jabuk, la sensazione di forza abbinata a controllo, con la freddezza del tennista “vero” nel giocare i punti importanti. Non è un caso l’aver chiuso la partita salvando tutte le 6 palle break concesse, con 10 Ace e nessun doppio fallo, il tutto contro un Rublev tutt’altro che dimesso.
    Questo risultato vale a Mensik l’ingresso in top 100 del ranking ATP della prossima settimana, dove sarà il più giovane in assoluto, e segna un dato statistico di un certo rilievo. Infatti era dal successo di Alcaraz su Tsitsipas allo US Open 2021 che un tennista così giovane non batteva un top5 ATP. Il ceco ha raggiunto la semifinale di un torneo ATP alla sua terza presenza in assoluto. Si giocherà l’accesso alla finale contro il vincente dell’ultimo quarto di Doha, ha Humbert e Monfils.

    A new teen on the scene 👏
    18 yr old and world no.116 Jakub Mensik defeats Rublev 6-4 7-6 to secure top 100 debut and reach Doha semi-finals!#QatarExxonMobilOpen pic.twitter.com/jkUp4NlFqy
    — Tennis TV (@TennisTV) February 22, 2024

    L’ottimo risultato di Mensik è particolarmente significativo poiché viene dopo la tremenda maratona vinta contro Murray negli ottavi, e pure un primo turno tutt’altro che facile contro il tosto iberico Davidovich Fokina. Ha passato la cosiddetta “prova del 9”, segnale chiaro dalla forza fisica e mentale di questo ragazzo. Dotato di un fisico notevole, nel suo tennis ritroviamo molti dei canoni della straordinaria scuola tennistica ceca per pulizia d’impatto (servizio e rovescio), armonia del gesto e qualità di avvicinamento alla palla con i piedi. Per la stazza si muove piuttosto bene, è davvero rapido nel ritrovare equilibrio dopo aver colpito in corsa e rientrare nel centro del campo. Il suo rovescio è una bellezza, la palla gli esce pulita dalle corde e molto veloce, precisa, in tutte le direzioni. Il diritto è davvero pesante, anche se meno stabile, mentre col servizio è già molto incisivo con la prima palla, quando prende ritmo può diventare un incubo per gli avversari; meno ficcante la seconda ma vista l’età, è normale che sia così.
    “Mi ispiro a Novak Djokovic, se non fossi per lui non sarei qua” ha confessato Jakub recentemente ai microfoni ATP. “Avevo 4 anni, di fronte a casa c’erano due campi da tennis all’aperto, ho chiesto ai miei genitori di giocare e così tutto è iniziato. Il servizio penso sia il mio miglior colpo. Fuori dal tennis, adoro la pizza, la musica di Eminem, sono un ragazzo tranquillo. Un sogno? Vincere i tornei dello Slam”. Intervistato a caldo in campo, fantastica la sua risposta alla seguente domanda. “C’è una nuova regola ATP Next Gen che dice che i giocatori di età pari o inferiore a 20 anni classificati tra i primi 250 hanno l’opportunità di entrare nel tabellone principale di un ATP 250. Hai scelto Doha. Perché?” Jakub: “Ehm. Perché ho ricevuto un iPhone gratis!”.
    Oltre alla spontaneità, che non guasta mai, Mensik sembra possedere tutto quel che serve per spiccare il volo nel tennis che conta, e forse anche piuttosto in fretta. Continueremo a seguire i progressi del ceco, sottolineando come la nuovissima generazione che si sta affacciando sul tour sembra di ottima, eccellente qualità…
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    Gilles Simon entra nello staff di Medvedev

    Gilles Simon

    Arriva dalla Francia una notizia alquanto curiosa e “stuzzicante”. L’ex top10 Gilles Simon entra nel team di Daniil Medvedev, affiancando Gilles Cervara, storico coach del russo. L’indiscrezione, anticipata da “We Love Tennis”, è confermata anche dall’autorevole quotidiano L’Equipe, secondo il quale un’ipotesi di collaborazione del nativo di Nizza con il moscovita circola da molti mesi, e ora pare si sia finalmente concretizzata.
    Ritiratosi dal tennis Pro nel novembre 2022, Simon non ha mai nascosto la propria totale ammirazione per il gioco del russo, battuto poche settimane fa da Jannik Sinner nella finale di Melbourne e scivolato al n.4 del ranking, vista la decisione di non difendere i titoli conquistati nel 2023 sia a Rotterdam che a Doha. Daniil rientra la prossima settimana a Dubai, dove già è sbarcato per allenarsi con il suo storico coach, e Simon.
    Forse la predilezione di Gilles per il gioco di Daniil deriva da un similare approccio al tennis tra i due, con il francese che era altrettanto bravo per acume tattico e visione di gioco. Simon infatti, nelle sue migliori annate, era un vero “incubo” anche per i migliori avversari, che portava sempre a giocare in posizioni scomode o solleticando i punti di relativa debolezza. Un tennis davvero cerebrale il suo, instancabile per rincorse e tenuta del campo. Non aveva minimamente il servizio e la potenza di Medvedev, ma a livello di gestione del punto e attitudine nello scambio, di punti di contatto tra i due se ne possono trovare molti. È stato per molti anni uno dei quei giocatori considerato una sorta di spartiacque: Simon non ti regalava mai niente, dovevi batterlo, e se ci riuscivi significava che avevi fatto una buonissima prestazione.
    Dopo la vittoria di Medvedev contro Zverev nella semifinale degli Australian Open, Simon ha espresso senza mezzi termini tutta la sua gioia per il successo del russo sul social X, affermando: “Ahaha non sai quanto sono felice. Daniil Medvedev sei un fottuto genio!”.
    Simon inizierà ufficialmente il suo lavoro con Medvedev dalla prossima settimana, al 500 di Dubai. A detta di Cervara, il ruolo dell’ex n.6 del mondo è ancora da definire ma in realtà molto chiaro. “Quale sarà il titolo di Gilles (Simon)? Non lo so. Consulente, co-allenatore, vice allenatore… non mi interessa per niente dare un ruolo preciso” afferma Cervara a L’Equipe. “Ciò che conterà sarà la qualità del lavoro che faremo insieme, l’armonizzazione dei nostri contributi, la buona dinamica di vita tra tutti i membri del team e ovviamente i risultati… Solo questo sarà importante”.
    Cervara rivela che i primi contatti per un possibile lavoro insieme con Simon sono avviati lo scorso autunno: “Tutto è iniziato dal giorno successivo alla finale degli US Open, ho pensato sulla mia necessità di fare meno settimane in giro, saltando alcuni tornei per motivi personali. Dopo discussioni private, l’idea di Gilles Simon è arrivata qualche settimana dopo. Lui può portarci una sua visione molto dettagliata della partita e degli avversari di Daniil, cose nuove e diverse che appartengono alla sua esperienza e alle sue qualità, e sostenere cose che sono già state fatte e dette con Daniil nei sette anni passati insieme. Ritengo sia interessante e arricchente vedere la partita dal punto di vista di un’altra persona così competente sul gioco, un altro sguardo che può aiutare” conclude Cervara.
    Una notizia inattesa, ma assai stimolante. Dopo il ritiro, molti pensavano che Simon potesse facilmente entrare nei ranghi della FFT con un ruolo da tecnico per i migliori giovani o affiancare la crescita di qualche pro nazionale. Invece eccolo riapparire sul tour in un box di grande prestigio. Dalle parole di Cervara, sembra plausibile che Simon possa viaggiare con Daniil nelle settimane “off” dello storico coach del russo, e magari insieme nei maggiori eventi. Dopo l’annuncio di ieri del ritorno di fiamma tra Rune e Mouratoglou, questa novità a livello di coach è altrettanto interessante, forse ancor più.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Rune e Mouratoglou di nuovo insieme!

    Rune e Mouratoglou

    C’eravamo tanto amati… Il titolo del leggendario film di Ettore Scola degli anni ’70 calza a pennello per introdurre una notizia dell’ultima ora, che ha abbastanza dell’incredibile. Il noto coach francese Patrick Mouratoglou annuncia con un post social che sarà di nuovo, e da subito, l’allenatore di Holger Rune.
    “Sono entusiasta di iniziare una nuova collaborazione con Holger Rune” si legge nel post. Ci conosciamo da quando Holger aveva 13 anni e ho sempre creduto nelle sue potenzialità. Ha obiettivi alti e anch’io per lui. È l’inizio di una nuova avventura. Ci vediamo ad Acapulco, Indian Wells e Miami”.

    Anche Holger ha commentato la scelta di ripartire con il francese: “A volte hai bisogno di provare una varietà di cose per capire cosa funziona per te e cosa no. Negli ultimi mesi ho imparato cosa è più importante per me. Con Patrick ho ottenuto alcuni dei miei migliori risultati e credo che lui possa aiutarmi a raggiungere i miei obiettivi”.

    Sometimes you must try a variety of things to find out what works for you and what does not. In the recent months I have learned a lot about what’s important for me. With Patrick I did some of my greatest triumphs and I believe he can help me achieving my goals pic.twitter.com/nkl5vWf25d
    — Holger Rune (@holgerrune2003) February 21, 2024

     La notizia è abbastanza clamorosa visto il tourbillon di cambiamenti attraversati dal team Rune negli ultimi mesi, a dir poco instabili e conditi da risultati scadenti, assai al di sotto del suo potenziale, fino al ritorno all’ovile presso l’allenatore francese.
    Mouratoglou e Rune hanno percorso molti anni assieme, visto che il danese si è allentato fin da giovanissimo presso la sua struttura in Costa Azzurra; poi è diventato per molti mesi il suo allenatore principale nell’estate nel 2022, fino ad un primo addio annunciato ma di fatto che non avvenne e lo portò al picco in carriera nell’autunno di quell’anno, con vittorie importanti e un livello di gioco altissimo, culminato nella vittoria a Parigi Bercy con 5 top 10 battuti nel torneo, record storico. Poi nel 2023 è iniziato un altro tiro e molla, concluso con una separazione tra i due, con comunicati incrociati di reciproca stima, ma addio fu. Seguirono mesi un po’ burrascosi, con un infortunio alla schiena, polemiche di vario tipo con Holger protagonista, l’addio allo storico allenatore danese e quindi l’ingaggio di Boris Becker prima e Severin Luthi poi, rapporti terminati velocemente e in modo brusco. In tutto questo anche il cambio di management e il passo indietro della madre Aneke, onnipresente nella vita del figlio e con un discreto peso anche a livello di scelte di gioco.
    La sensazione è che Rune si sia rivolto a una sorta di porto sicuro, una struttura e una persona che conosce come nessun’altra e che ha sempre creduto in lui. È singolare che Patrick e Holger abbiano rotto più volte in passato – anche se poi la vera separazione è stata una sola – poi poi tornare nuovamente assieme. Non resta che attendere, già dalla prossima settimana ad Acapulco, il ritorno della coppia. Finché durerà…
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    Gasquet: “Abbiamo bisogno del rovescio a una mano, porta varietà al gioco”

    Il rovescio splendido di Gasquet

    La curiosità statistica rilevata lo scorso weekend da TennisTv, ossia l’assenza di un tennista con rovescio a una mano nella top 10 per prima volta nella storia, ha provocato moltissime reazioni nel modo della racchetta e tra gli appassionati. Il mondo cambia, è sempre più veloce e competitivo, e anche il tennis si accoda a questa tendenza. Si colpisce forte e si cerca di giocare con la massima intensità da entrambi i lati, con meno varietà di stile rispetto al passato. Questo ha reso il rovescio bimane soluzione predominante nei ragazzi e quindi di conseguenza anche nel mondo professionistico, dove il livello è massimo e si tende ad esasperare ogni tendenza per arrivare al miglior risultato possibile.
    Uno degli ultimi profeti del rovescio a una mano – e che rovescio – è il francese Richard Gasquet. Nonostante l’età che avanza (classe ’86 come Nadal) e prestazioni ormai lontanissime da quando era un top 10, il nativo di Beziers continua con grinta a restare aggrappato alla sua carriera, tanto da aver finalmente ottenuto il primo successo sul tour maggiore questa settimana a Doha. Scivolato al n.120 nel ranking, Gasquet è consapevole che tornare tra i migliori sarà quasi impossibile, ma il suo obiettivo a breve è quello di riguadagnare una posizione tra i primi cento, in modo da poter disputare la maggior parte dei tornei, 1000 e Slam inclusi. Ormai è tra gli anziani, ma la passione che lo anima è ancora quella di un ragazzino. “Mi sento ancora capace di battere giocatori molto buoni, ma per tornare tra i primi 100 devi giocare molto e vincere altrettanto. Non ho più 25 anni, la top 100 oggi è più forte di prima, ma se sarò bravo riuscirò comunque a vincere partite e superare quella barriera” afferma il francese.
    Interpellato da Tennis Majors, necessariamente ha parlato dell’assenza di un tennista con rovescio a una mano tra i migliori. Secondo Richard è indispensabile che questo colpo tanto elegante quanto affascinante non scompaia ma anzi torni in voga, poiché rende il tennis più interessante grazie alla varietà di schemi che fornisce.
    “È difficile per me dirlo, ma fa tutto parte del gioco attuale. Ci sono molti tennisti che colpiscono forte con entrambe le mani e in modo piuttosto piatto, all’altezza delle spalle, con palle pesanti. È diventato lo stereotipo del giocatore moderno. Spero che in futuro ci saranno più rovesci con una sola mano. Oggi se ne vedono di meno, anche se ci sono Grigor Dimitrov, Stefanos Tsitsipas e Denis Shapovalov, che aveva tutto per riuscire e vincere tanto con il suo stile di gioco davvero aggressivo e potente. Abbiamo bisogno del rovescio a una mano. Non lo dico perché ce l’ho io, ma perché penso che sia un colpo che porta più varietà al gioco, è un tiro più tecnico. Ecco perché ci manca Federer, era straordinario in tutto, rovescio a una mano incluso”.
    È indubbio che gli schemi del tennis attuale, un corri-e-tira di grandissima intensità e potenza, siano predominanti, poiché l’estrema efficacia è quella che naturalmente porta al successo e quindi è perseguita dalla maggior parte dei tecnici. Tuttavia quando un giovane giocatore ha mano, forza e talento, un rovescio a una mano può rappresentare quell’eccezione che lo rende unico e pertanto scomodo da affrontare, visto che quasi nessuno applica schemi diversi. La speranza è che non si perda la scuola di questo colpo, caro moltissimi appassionati. Sarebbe un vero impoverimento, per tutti.
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    Alcaraz deluso dopo il k.o. a Buenos Aires: “Una brutta sconfitta, mi fa male”. Il difficile momento dello spagnolo

    Carlos Alcaraz a Buenos Aires

    Nemmeno l’amata e natia terra battuta ha risvegliato il miglior tennis di Carlos Alcaraz. All’ATP 250 di Buenos Aires non riesce la difesa del titolo 2023 al murciano, estromesso dalla potenza e grande aggressività di un ottimo Nico Jarry. È corretto sottolineare l’ottima prestazione del cileno, che in Sud America alcuni chiamano “piccolo DelPo” vista la discreta somiglianza nella struttura fisica e nella forza col diritto di Nicolas a Juan Martin; tuttavia il tiebreak del primo set e tutto il secondo parziale giocato da Alcaraz ieri a Baires sono stati troppo scadenti rispetto alla sua classe e qualità tecniche. Si è passati dal sintetico di Melbourne alla terra rosa di Baires, ma la sostanza tra la sconfitta vs. Zverev down under a quella patita da Jarry in Argentina non è molto diversa. Carlos in campo è stato nuovamente in balia dell’avversario, della potenza dei suoi colpi e di schemi molto offensivi, senza trovare una reazione tecnica per invertire la rotta. Incertezza e minor furore in campo, meno anticipo, minor profondità dei colpi, intensità più bassa e un tennis così complessivamente spuntato. L’Alcaraz che in campo anticipava tutto ed era una furia nell’aggredire la palla è rimasto alla scorsa estate.
    Lui è un ragazzo candido, non si nasconde dietro a un dito, tanto che ai microfoni dei cronisti nel post partita ha parlato – come a Melbourne – in modo schietto: le cose non vanno, sono dispiaciuto e questa nuova sconfitta fa male.
    “È stata una sconfitta difficile, mi ha fatto molto male” confessa Alcaraz. “Ci sono molte cose da migliorare. Il livello deve alzarsi, ho giocato un buon tennis ma lontano dal mio livello reale. Mi sono preparato bene, fisicamente mi sento bene. Ma queste sconfitte fanno male, bisogna saper leggere meglio le partite e da lì andare avanti, non c’è altra scelta”.

    RED HOT CHILE PEPPER 🌶️🇨🇱
    Nicolas Jarry knocks out world No.2 Alcaraz 7-6(2) 6-3 at @ArgentinaOpen for the biggest win of his career! pic.twitter.com/9MMg6eaTS0
    — Tennis TV (@TennisTV) February 17, 2024

    Tra le molte cose che non vanno, sembra che Carlos affronti con una certe tensione le aspettative su di lui: “Si generano grandi aspettative in me e nei tornei a cui vado, la gente pensa che io debba vincere ogni partita e alla fine questo è il tennis, ci sono tanti giocatori che hanno un livello alto. In questo momento vedo che chi sta lassù, nei momenti decisivi, fa la differenza ed è lì che devo migliorare. E’ un tema che ho in sospeso da tempo, nel cercare di sfruttare certi momenti, sulle palle break e sulle palle break da salvare, sono fasi che devo gestire al meglio. Provo a pensare al mio percorso e a cosa devo migliorare. Ma cerco sempre di pensare al positivo e di metterlo in pratica nei prossimi allenamenti in modo che non accada di nuovo. Oggi mi è mancato saper leggere i momenti come gli 0-30 e le palle break, devo giocare in modo diverso da quello che ho fatto. Queste sono cose che devo migliorare per i prossimi tornei”.
    “Devo continuare a migliorare la concentrazione, non è migliorata rispetto al 2023. È qualcosa che ho in sospeso e non c’è altra opzione. Per me è molto importante e il mio livello di gioco si basa sulla concentrazione e sul livello di attitudine ed energia che ho. E in queste partite ho avuto diversi alti e bassi che non posso permettere” conclude Carlos.
    Queste ultime parole sono il vero nocciolo della questione. L’Alcaraz che ha vinto Wimbledon e molto altro era un tennista capace di sparare colpi al limite e difese clamorose forte di una grande fiducia e concentrazione, che gli consentiva di spingere tantissimo senza pause o incertezze. Carlos non vinceva, stra-vinceva. Un tennis fenomenale ma davvero vicino al limite per intensità abbinato a rischio, che lo rendeva molto complicato da affrontare ma che sta diventato molto complicato anche da replicare con continuità. Le sconfitte patite dopo Wimbledon e un sicuro calo fisico e di intensità l’hanno depresso a tal punto dall’averlo quasi normalizzato. Gli avversari hanno capito come metterlo in difficoltà e nemmeno col servizio riesce a vincere punti decisivi. Questo quadro aumenta in lui pressione e tensione, e con il braccio più rigido è difficile creare quelle traiettorie anticipate fantastiche con le quali ha raggiunto i migliori risultati. E necessario un cambio di passo, ritrovare buone sensazioni e forse anche cercare un nuovo step a livello tecnico tattico. Gli avversari ti studiano, mai restare fermi, evolvere e trovare via alternative è una necessità, ancor più quando le certezze del recente passato non funzionano.
    È una spirale negativa non banale, il momento è negativo e uscirne non sarà una passeggiata. Ha tutti i mezzi per farcela, ma questo nuovo step di maturazione gli sta costando energie e fatica mentale.
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    Sinner doma un coraggioso Griekspoor, è in finale a Rotterdam e si assicura il n.3 nel ranking (il 26/2)

    Jannik Sinner a Rotterdam (foto AbnAmro Open)

    Un primo set stellare, dominato con un tennis di una potenza, aggressività e completezza da super Campione; poi un secondo parziale più sofferto, ma giocato con grandissima testa e tenuta contro un avversario che c’ha provato con coraggio e qualità, ma schiacciato dalla pressione dell’azzurro nel rush finale, dove la forza mentale è decisiva. Questo il Jannik Sinner ammirato nella seconda semifinale dell’ATP 500 di Rotterdam, dove ha sconfitto un ottimo Tallon Griekspoor per 6-2 6-4 in 81 minuti di tennis complessivamente divertenti, con scambi spettacolari e un gioco molto aggressivo da parte di entrambi gli atleti. Fantastica la partenza e tutto il primo set di Sinner: è scappato via velocissimo, una partenza a-la-Bolt… con la quale ha tramortito le ambizioni del baldanzoso avversario, in grandissima forma e fiducia. C’è riuscito Jan servendo discretamente, rispondendo meglio per profondità e precisione, e tenendo tempi di gioco rapidissimi con grande intensità. Una macchina da gioco formidabile, impossibile da scardinare per un tennista “normale” e impreziosita da tagli, palle corte e variazioni che hanno mostrato che razza di campionario tecnico Jannik riesce a gestire. Una dimostrazione quasi esaustiva di quel che si può fare su di un rettangolo di gioco.
    Meno liscio il secondo set, con Griekspoor molto efficace al servizio e super offensivo, ma incapace di strappare un break a Sinner nonostante l’azzurro abbia servito peggio e commesso qualche errore col diritto. La forza e livello straordinario raggiunto e consolidato dall’altoatesino è confermato con certezza matematica da questo lottato secondo set: lo giochi un po’ peggio, la battuta non ti porta punti facili in alcuni game e concedi alcune palle break… ma le cancelli tutte col servizio, senza far giocare l’avversario, dandogli così una mazzata mentale. Precisione da incisore di diamanti. Il vero diamante è Jannik Sinner, in finale per il secondo anno consecutivo a Rotterdam, dove sfida per il titolo Alex De Minaur ed è già sicuro di diventare n.3 al mondo – best ranking e best ranking storico per un tennista italiano – al massimo lunedì 26 febbraio. Se vincerà domani, avrà +5 punti su Medvedev già lunedì prossimo.
    Sinner sta inanellando una serie di prestazioni di un livello così alto che a volte è anche difficile trovare una chiave originale per un commento approfondito. Nella ottima partita di stasera è importante sottolineare quanto abbia alzato il livello rispetto alla prestazione non così buona di ieri contro Raonic, e anche comparato a quella contro Monfils negli ottavi. Si era detto insoddisfatto del proprio tennis, ma del resto non si può sempre spingere a tutta, è umano che qualcosa possa non girare a puntino. Raonic è un giocatore totalmente anomalo da affrontare, e Sinner soffrirà sempre chi non dà alcun ritmo e ti costringe a giocate sporadiche. Pure Monfils è “particolare” in questo, anche se meno estremo del canadese per tempi di gioco. Stasera contro Griekspoor, e sottolineiamo un ottimo Griekspoor, veloce e confidente, Jannik ha ritrovato ritmo, ha colpito molte palle, è tornato a tiranneggiare dalla riga di fondo con quella combinazione di potenza, impatti puliti e in anticipo, profondità di gittata e precisione che alla sua intensità diventano ingestibili.
    La chiave della vittoria è stata l’aver alzato il livello generale, aver respinto ogni momenti di difficoltà con il servizio e colpi davvero “pesanti” e soprattutto brillando in risposta. Griekspoor è tennista che ci prova, ha coraggio e forza nelle gambe per tirare forte e venire a prendersi il punto, da entrambi i lati, e risponde pure bello aggressivo, saltando quasi sulla palla con caviglie esplosive. È il classico avversario che non ti vuoi ritrovare al di là della reta quando sta bene, perché va oltre i suoi stessi limiti. Per questo Sinner è stato bravissimo a partire a razzo, per “abbassare la cresta” a un gallo che voleva menare le danze nella sua “aia” olandese, e mettere subito in chiaro i rapporti di forza. C’è riuscito Jannik rispondendo davvero bene, con grande profondità, tanto che in più occasioni l’orange non è davvero riuscito a trovare un primo colpo dopo la battuta efficace. Ha subito preso campo Sinner, il centro, e da lì ha comandato; ma anche quando è stato spostato negli angoli la sua risposta motoria e tecnica è stata eccellente.
    Dominato il primo set, nel secondo parziale ha servito dopo Tallon è stato costretto a rincorrere. Ha sbagliato qualche diritto di troppo, anche per la notevole profondità ed aggressività del tennista di casa, che c’ha provato a tutta, con veemenza e qualità. Mai s’è scomposto Jannik, ha tenuto il campo da Campione, con grande serenità e facendo anche la faccia cattiva verso il suo angolo dopo aver salvato qualche palla break o grande punto. Quello sguardo infuocato che ci piace tanto, perché è segno di voglia di vincere, di superare gli ostacoli, di prendersi tutto. Aver vinto un secondo set complicato senza mai cedere il game di battuta e facendolo in modo autoritario è ancor più importante della superiorità e dominio mostrato nel primo parziale. Serviva un Sinner migliore di quello ammirato nelle ultime due uscite, è puntualmente arrivato, e per il primo set è stato scintillante.
    Domani c’è De Minaur, altri dolci ricordi, quelli della prima finale 1000 vinta in Canada la scorsa estate. Stavolta c’è in palio “solo” un 500, ma anche il n.3 del mondo e una striscia aperta di vittorie (siamo a 11) che è bellissimo tenere in vita. Un 2024 finora talmente bello che era difficile anche solo sognarlo.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Griekspoor alza la prima palla del match. Super aggressivo, spinge con grande anticipo e cattiveria agonistica buttandosi avanti. Solo due punti, ma già grande spettacolo tra il vincente di Tallon e il passante di Jannik. L’olandese prende rischi enormi, deve farlo per restare al ritmo dell’azzurro, ma commette un doppio fallo sul 30 pari. Annulla la palla break con un servizio meno rapido ma molto preciso. Sinner lo aspetta al varco, risponde con i piedi vicini alla riga, con un tempo d’impatto strepitoso e trovando profondità. Tonnellate di pressione su Griekspoor che perde campo ed è costretto a rincorrere. Jannik strappa il BREAK alla seconda chance, altra ottima risposta e via a comandare con una profondità di palla che manda a gambe all’aria la difesa dell’orange. 1-0 Sinner, e la sua prima battuta è un Ace esterno, nemmeno velocissimo ma flirta con la riga. Domina Jannik, tira forte, continuo, vicino alle righe, e la battuta viaggia che è un piacere. 2-0. Come abbassare la cresta di un rivale bellicoso? Portarlo a un livello estremo, fin dalle prime palle del match. Sinner-docet. Griekspoor trova un ottimo turno di battuta (1-2), ma in risposta è come disarmato dalla potenza e profondità dei colpi dell’italiano, che lo sbatte letteralmente 3-4 metri dietro la riga di fondo, e laggiù c’è tanta nebbia… Poi Sinner serve benissimo, e quando la battuta lo sostiene, il braccio fila via veloce e senza tensione. 3-1 Sinner, prontissimo a pressare con intensità anche nei game di risposta. È in difficoltà Tallon a recuperare equilibrio nel primo colpo dopo la battuta, tanto è aggressiva la risposta di Jannik. 30-40, chance del doppio break per Sinner. Attacca Griekspoor, nemmeno così male, ma l’azzurro ci arriva prima, con grandissimo equilibrio in spaccata col diritto, e tira un passante nemmeno così facile ma che lui fa sembrare facilissimo. DOPPIO BREAK Sinner, 4-1. Monumentale. Concede un paio di palle Jannik, forse tira un attimo il fiato, e Griekspoor con grande rischio trova due risposte vincenti, una sul 30 pari che gli vale una palla break. Sinner è freddo, servizio preciso e via (e in un game nel quale ha servito male). Fantastica la palla corta di Jannik sulla seconda palla break, coraggio ma anche visione, risponde a un taglio con un taglio estremo. Altro tocco clamoroso dell’azzurro per rimettere una volée stoppata ottima di Tallon, davvero grande spettacolo in questa fase di gioco. E con la seconda “smorza”, Jan vola 5-1. Ottimo l’aver salvato un game senza prima palla con classe e mentalità. Un campionario semi-esaustivo di soluzioni tecnico-tattiche, tra bordate in progressione, tocchi vincenti e pure tagli perfetti. Chiude 6-2 il primo set Sinner. Showtime, uno di quei parziali da ricordare, poiché stravinto a tutto campo, pure con un servizio nemmeno così continuo. L’aspetto clamoroso è che Tallon sta facendo tutto tatticamente al meglio, ma è stato dominato su tutta la linea.
    Secondo set, Griekspoor inizia al servizio. Trova il miglior game del suo match, con pure due Ace, è per la prima volta in vantaggio nel match (1-0). Sinner brilla da ogni lato di campo, pure un rovescio vincente lungo linea di una bellezza abbagliante, che ancora mancava nel suo taccuino stasera. 1 pari. Al cambio di campo sul 2-1, l’olandese necessita di un intervento per vescica al piede, e si sfora abbondantemente il tempo consentito. Si è un minimo freddato Jannik, commette due errori per il 15-30. Quindi cerca la smorzata, ma stavolta non passa la rete. 15-40, due palle break da difendere. Annulla la prima con il servizio Jannik; e pure la seconda, Ace esterno perfetto. Come nel primo set, dove non ha nemmeno servito così bene, ha trovato la battuta nel momento opportuno = forza mentale. 4 punti di fila, e 2 pari. Bravo Tallon a reagire ad un pericoloso 15-30 nel quinto game, incluso un paio di diritti di Jannik non esattamente perfetti, ma si gioca a grande velocità e con poco margine (3-2). Anche nel sesto game il diritto dell’azzurro è meno preciso rispetto al primo, monumentale, set. 30 pari. Attacca Griekspoor, arriva anche un urlaccio del pubblico a distrarre un po’ Sinner, che spara in rete col rovescio. 30-40, palla break per l’olandese. ACE! Wow… che freddezza, ancora in un game con poche prime. È in un ottimo momento Griekspoor, rischia tanto dalla risposta e attacca, ottimo punto e altra palla break (sesta del match). Si difende con un buon rovescio lungo linea l’azzurro, e Tallon è sorpreso. Finalmente torna il servizio incisivo da destra, e poi anche da sinistra. 3 pari. Alto il livello di entrambi, Tallon al massimo sforzo – e solidissimo nei suoi game – Sinner ribatte con velocità e intensità. Sul 4 pari Sinner alza ancor più l’asticella, prima vince una schermaglia. poi rispondendo in modo clamoroso. Mette enorme pressione a Griekspoor, che sbaglia. 0-30 e 0-40. Tre palle break per Jannik. Doppio fallo! Disastro per l’orange, si vede al momento clou la difficoltà nel reggere la pressione. BREAK Sinner, può servire per chiudere sul 5-4. L’azzurro ha altra solidità mentale, 30-0 con pochi fronzoli. Cerca un disperato assalto Tallon rischiando il tutto per tutto in risposta, si procura due punti, 30 pari. Momento critico, e Jannik alza il livello: servizio preciso, apre il campo e sposta l’avversario, si prende il punto e il Match Point! Servizio sulla riga, Game Set Match! Chiude 6-4, è la vittoria n. 201 in carriera, torna in finale a Rotterdam e sfida De Minaur con la sicurezza di diventare n.3 del mondo tra 9 giorni. Se vincerà domani, lo sarà già lunedì. Un primo set stellare, un secondo più sofferto ma nel quale non ha mai sbandato e respinto ogni assoluto. Granitico, fortissimo. Campione.

    [1] Jannik Sinner vs Tallon Griekspoor (non prima ore: 19:30)ATP Rotterdam Jannik Sinner [1]66 Tallon Griekspoor24 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 40-305-4 → 6-4T. Griekspoor 0-15 0-30 0-40 df4-4 → 5-4J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-0 ace3-4 → 4-4T. Griekspoor 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4J. Sinner 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 ace 40-A 40-40 A-402-3 → 3-3T. Griekspoor 0-15 15-15 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3J. Sinner 15-0 15-15 15-30 df 15-40 30-40 40-40 ace A-401-2 → 2-2T. Griekspoor 15-0 ace 30-0 40-0 40-151-1 → 1-2J. Sinner 15-0 30-0 40-0 40-15 ace0-1 → 1-1T. Griekspoor 30-0 ace 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1J. Sinner 15-0 30-0 ace 40-05-2 → 6-2T. Griekspoor 0-15 15-15 30-15 40-155-1 → 5-2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-404-1 → 5-1T. Griekspoor 15-0 15-15 30-15 30-30 30-403-1 → 4-1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-152-1 → 3-1T. Griekspoor 15-0 30-0 40-02-0 → 2-1J. Sinner 15-0 ace 30-0 40-0 40-151-0 → 2-0T. Griekspoor 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 df 40-40 40-A0-0 → 1-0

    Sinner (🇮🇹) vs Griekspoor (🇳🇱)
    SERVICE STATS:– Serve Rating: 299 vs 261– Aces: 5 vs 3– Double Faults: 1 vs 1– First Serve: 29/47 (62%) vs 27/42 (64%)– 1st Serve Points Won: 23/29 (79%) vs 21/27 (78%)– 2nd Serve Points Won: 10/18 (56%) vs 7/15 (47%)– Break Points Saved: 6/6 (100%) vs 1/3 (33%)– Service Games Played: 7 vs 7
    RETURN STATS:– Return Rating: 171 vs 65– 1st Serve Return Points Won: 6/27 (22%) vs 6/29 (21%)– 2nd Serve Return Points Won: 8/15 (53%) vs 8/18 (44%)– Break Points Converted: 2/3 (67%) vs 0/6 (0%)– Return Games Played: 7 vs 7
    POINT STATS:– Net Points Won: 1/1 (100%) vs 8/11 (73%)– Winners: 15 vs 17– Unforced Errors: 5 vs 5– Service Points Won: 33/47 (70%) vs 28/42 (67%)– Return Points Won: 14/42 (33%) vs 14/47 (30%)– Total Points Won: 47/89 (53%) vs 42/89 (47%)
    SERVICE SPEED:– Max Speed: 208 km/h (129 mph) vs 212 km/h (131 mph)– 1st Serve Average Speed: 196 km/h (121 mph) vs 199 km/h– 2nd Serve Average Speed: 167 km/h (103 mph) vs 174 km/h LEGGI TUTTO

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    Lunedì prossimo in top10 nessun tennista col rovescio a una mano. Non era mai accaduto

    Stefanos Tsitsipas, uno degli ultimi alfieri del rovescio a una mano

    Laver, Rosewall, Nastase, Ashe, Vilas, Clerc, McEnroe, Noah, Lendl, Leconte, Edberg, Becker, Korda, Sampras, Stich, Federer, Gasquet, Wawrinka… Grandi giocatori nella storia del tennis moderno, accomunati per il loro rovescio ad una mano. E chissà quanti ne omettiamo che meriterebbero di essere in questo club d’eccellenza. Perché ripercorriamo quest’elenco, tanto caro agli appassionati che amano la varietà ed eleganza del gesto dal lato del rovescio eseguito con una sola mano? Lunedì prossimo, con l’uscita di Stefanos Tsitsipas dalla top 10 del ranking mondiale, per la prima volta nella storia non figurerà tra i migliori dieci al mondo un tennista col rovescio a una mano. Una curiosità che riportiamo da TennisTv.

    Is the Single-Handed backhand becoming a lost art form? pic.twitter.com/jZrtHA661L
    — Tennis TV (@TennisTV) February 17, 2024

    In realtà, è ben più di una curiosità, è il segno dei tempi che cambiano, del gioco che è cambiato. Può essere anche frutto di una contingenza, poiché Tsitsipas potrebbe ben presto recuperare la sua posizione tra i top10, e magari vi tornerà l’ottimo Dimitrov ammirato da qualche mese, o tutti noi speriamo che Lorenzo Musetti possa recuperare quel tennis brillante ed efficace ammirato nell’autunno del 2022 che l’aveva poi portato nel 2023 ad arrivare al n.15 e spiccare il volo. Tuttavia è innegabile che il gioco si è spostato pesantemente sul rovescio a due mani, visto che la palla corre sempre più rapida e “pesante”, carica di effetti che, soprattutto  quando si è piccoli, si controllano con maggior facilità con un rovescio bimane.
    Il rovescio ad una mano è per molti l’incarnazione dell’eleganza nel tennis, un colpo tanto bello quanto difficile da applicare nel gioco moderno. È il classico colpo ideale per cambiare ritmo, per tagliare la palla, per scendere a rete con un back che fa saltare la palla molto bassa. La difficoltà vera arriva in risposta, nell’agganciare sul lato sinistro palle veloci e cariche di spin, che saltano alto e diventano difficili da gestire. Il rovescio a una mano è un colpo che pensiamo non sia destinato a scomparire, ma restare una splendida eccezione per giocatori creativi, con forza nel braccio e nelle gambe, e diventare un’arma tattica per cambiare le carte in tavola e stravolgere i più consueti schemi in spinta.
    Scrutando il ranking mondiale attualmente in vigore, i rovesci ad una mano nei top 100 sono davvero pochi, e solo 3 nei primi 30 (Tsitsipas, Dimitrov, Musetti), 5 nei primi 50 (Eubanks ed Evans). Serve talento, ottimo timing d’impatto e grande manualità per giocare nel 2024 ad altissimo livello con il rovescio ad una mano. Probabilmente anche molto coraggio…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO