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Javier Frana: “Sinner oggi è il più forte. La rivalità con Alcaraz renderà entrambi migliori, ma il cambiamento costa”

“Ho parlato di Sinner con Sebastian Gutierrez, coach di Baez, dopo la vittoria dell’italiano contro l’argentino all’Australian Open. Oggi Jannik è il più forte, ha una marcia in più. È come nella Formula 1, quando una macchina compie un giro perfetto e stacca tutti gli altri, con dettagli piccoli in ogni curva che fanno la differenza. Ecco, Sinner è stata quella macchina, la migliore”. Così Javier Frana, argentino ex top30 ATP e oggi apprezzato analista per la versione latina di ESPN, ha parlato dell’azzurro in un’interessante intervista rilasciata a Clay. Era un tennista “diverso” dai suoi connazionali Frana, era un vero attaccante, molto incisivo anche sull’erba, quando a Wimbledon la palla schizzava via bassissima e gli scambi erano rarefatti. Proprio l’aggressività e il gioco offensivo a suo dire sono le parti nelle quali Sinner è migliorato maggiormente, fattori che gli hanno permesso di spiccare il volo.

Di Sinner mi impressiona la fluidità con cui gioca, la naturalezza con cui fa le cose alla massima velocità” continua Frana. “Anche come si difende ha in situazioni impegnative. Difende in maniera incredibile, ha migliorato tantissimo come conduce lo scambio con una palla controllata ma di grande velocità. La sua palla corre molto senza troppi sforzi. È come se non lo vedessi mai sopra a un ritmo di controllo, eppure gioca con ragazzi che lo mettono sotto pressione. Gli altri al suo ritmo sono costretti a correre da una parte all’altra con la marcia al limite e non reggono. Ciò che ha è davvero encomiabile. Un ragazzo che serve forte, risponde bene, difende incredibilmente, attacca bene… Sinner sta facendo tutto bene e lo sta portando avanti con molta forza e stabilità. Il miglioramento nell’aggressività in campo è stato decisivo”.

Per l’argentino la rivalità tra Sinner e Alcaraz segnerà i prossimi anni, e sarà utilissima ad entrambi per alzare il proprio livello di gioco, stimolandosi l’uno con l’altro. “Non sono mai stato bravo a prevedere il futuro. Ovviamente Sinner e Alcaraz sono due di quelli che possono comandare. La rivalità tende a creare una sfida per superare l’avversario diretto, e questo può essere molto interessante tra Sinner e Alcaraz. A volte ti alleni per un’evoluzione generale e talvolta per cose specifiche che puntano alla “rivalità con” o al “superamento”. Lo abbiamo vissuto e lo hanno detto i più grandi, può accadere tra Sinner e Alcaraz. Federer, Nadal e Djokovic in un certo senso hanno dovuto evolversi, l’attenzione era sul perché l’altro li stava superando. Jannik e Carlos finiranno per aiutarsi a vicenda. È come il virus e il sistema immunitario. Se il sistema immunitario non subisce alcuna invasione, finisce per indebolirsi. Così si rafforzano a vicenda, perché è bello avere qualcuno che ti toglie sempre momenti e titoli, ma allo stesso tempo ti dà tanto. Se Nadal e Federer, e anche Djokovic, non fossero stati così simultanei, non so se sarebbero durati così a lungo, o se avrebbero superato così tante volte le loro versioni per così tanto tempo”.

Frana dice la sua sul tema “caldo” sollevato da Andy Roddick, la relativa debolezza del servizio di Alcaraz. “Guarda, penso che tutti abbiano spazio per lavorare e migliorare. Il problema è che è sempre più facile individuare ciò che manca dall’esterno, mentre è difficile aggiustare giorno per giorno il tuo giocatore. Ricordo quando ero con Nico Jarry ed era difficile per lui trovare più consistenza. “Jarry deve tenere di più la palla in campo”, diceva pinco pallino. E sì, era ovvio, pensi che nessuno lo sapesse? Il problema è come ci lavori, come il giocatore lo assimila. Con il livello di eccellenza che hanno oggi i team, non credo ci sia un solo top player ignaro di cosa è carente nel suo tennis. Ma la gestione del cambiamento è cruciale e non sempre facile. Ci sono giocatori che di fronte ai cambiamenti vanno nel panico, perdono il tempismo e iniziano a smarrirsi. Al giorno d’oggi è costoso apportare alcune modifiche. Bisogna scegliere bene il momento e preparare bene il terreno in anticipo” conclude Frana.

Un discorso molto stimolante quello finale, la difficoltà di gestire il cambiamento. Frana ha centrato un punto focale, spesso ignorato quando si parla di tennisti in evoluzione. Il cambiamento “costa”. Se un giovane ha già raggiunto buoni risultati, ma ha bisogno di modificare certe cose, deve prendersi il rischio di cambiare per alzare di nuovo il livello e accettare anche momenti difficili, perché cambiare ti porta a perdere certezze e quasi sicuramente ad affrontare momenti agonistici difficili, magari periodi di sconfitte. E le sconfitte costano care: perdi punti in classifica, attiri critiche, perdi fiducia e magari è dura ritrovarla, restando convinti che cambiare è stata la scelta corretta sul lungo periodo. Nel mondo sportivo di oggi, dove tutto corre ancor più rapido della palla, non c’è tempo per migliorare, è necessario vincere. Ma per vincere si deve migliorare ed è necessario anche prendersi il tempo per sbagliare finalizzato all’apprendimento. Si rischia di entrare in un circolo vizioso dal quale uscire può essere assai scomodo.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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