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    A Julio Velasco il Premio Mecenate Dello Sport “Varaldo Di Pietro” 2024

    Sarà assegnato a Julio Velasco, tecnico della nazionale seniores femminile medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi, il Premio Mecenate Dello Sport – “Varaldo Di Pietro” 2024, giunto alla undicesima edizione.Il premio, promosso dalla “Fondazione Varaldo Di Pietro”, presieduta dal dott. Giovanni Di Pietro, assegna il suo riconoscimento a coloro che, in campo nazionale e internazionale, hanno fornito un contributo essenziale per la crescita dello sport e l’esaltazione dei suoi valori universali, espressi sia nella pratica delle discipline sportive sia in attività di alto valore sociale e solidale.Julio Velasco è una delle più straordinarie figure dello sport italiano e internazionale, simbolo e testimonial dei più alti valori dello sport. Riconoscimenti arrivati per aver insegnato a intere generazioni di atleti e dirigenti ad ottenere il successo sportivo attraverso la coesione e il gioco di squadra, l’impegno e l’applicazione, il rispetto e la lealtà verso i compagni e gli avversari. Un percorso di tecnico e dirigente sportivo che è culminato nella straordinaria vittoria delle Olimpiadi di Parigi 2024 alla guida della nazionale femminile, seconda finale olimpica a distanza di 28 anni da quella di Atlanta 1996 quando era alla guida della nazionale maschile. Un eccezionale palmares sportivo mondiale, che già nel 2019, su iniziativa del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha portato Velasco ad essere insignito del titolo di “Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana”. “Julio Velasco rappresenta un simbolo mondiale dei valori dello sport perché ha saputo ottenere i suoi straordinari successi attraverso l’insegnamento e l’applicazione dei più alti principi e valori sportivi, quali impegno, lealtà, spirito di squadra, collaborazione, condivisione – afferma il presidente della Fondazione Giovanni Di Pietro – Valori e impegno che Velasco ha saputo portare anche oltre lo sport, rafforzandone la portata universale. Abbiamo voluto assegnare a lui il Mecenate dello Sport perché nella sua storia di tecnico e dirigente, nel suo impegno sono racchiusi i grandi valori che fanno dello sport un eccezionale esempio di vita”. La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento, che gode del patrocinio del Coni e dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, si svolgerà il 24 ottobre a Roma, nel Salone d’Onore del Coni al Foro Italico, con inizio alle ore 11,30, alla presenza di prestigiosi ospiti del mondo dello sport e del giornalismo. Ospiti d’onore il Presidente del CONI Giovanni Malagò, e il Ministro dello Sport Andrea Abodi. Alla cerimonia sarà inoltre presente il presidente federale Giuseppe Manfredi. La cerimonia sarà presentata dal giornalista e dirigente sportivo Matteo Marani. Julio Velasco succede nell’albo d’oro del “Mecenate dello Sport” ad altre importanti personalità quali: Massimo Moratti, Nerio Alessandri, Claudio Ranieri, Timothy Shriver Kennedy, Lavinia Biagiotti, Javier Zanetti, Piero Ferrari e Bebe Vio.(fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    L’estate leggendaria di Andrea Giani: “Ho atteso 40 anni per vivere un momento così”

    Con la mente e con il cuore, quando ho visto Andrea Giani incapace di trattenere l’emozione di fronte al traguardo storico della sua prima medaglia d’oro olimpica, sono tornato a quel primo pomeriggio del 1996, quando tutti noi, sintonizzati su Raidue, ricordiamo le lacrime di diversa natura dello stesso Andrea dopo l’ultima palla caduta a favore dell’Olanda e il conseguente argento della nazionale italiana.Il metaverso della vita stavolta ha rovesciato le regole, catapultato le emozioni, tanto che ventiquattro ore dopo il suo maestro, Julio Velasco, che sedeva in panchina per quell’argento olimpico che la nostra generazione, inventrice della nostalgia, difficilmente dimentica, si è aggiudicato la medaglia più ambita della pallavolo femminile.Un dettaglio, da perfetto civis mundi, che trascuro e spero trascuriate anche voi è che Velasco abbia vinto vestendo i colori della nazionale azzurra, mentre Giangio abbia ottenuto la sua prima medaglia da tecnico della Francia. È una sfumatura del racconto, se mi permettete, perché gli eroi veri non hanno nazione, e perché i miti dello sport, come lo è Andrea Giani da quando possiedo memoria (avevo sette anni e quella pagina pubblicitaria che è il suo spot della Maxicono resta uno dei momenti più iconici degli anni ’90), restano tali a prescindere dalla bandiera e dall’appartenenza. Foto WikipediaSono trascorsi due lunghi mesi da quel pomeriggio. Andrea è in Polonia, con la propria famiglia, perché le circostanze della vita (non anticipo troppo) lo hanno portato ad allenare lo Zaksa e proprio nella nazione che ha sconfitto nella finalissima. È il destino, sono gli incroci, è il crossroad della vita, come diciamo io e lui.“Ho atteso quarant’anni per vivere un momento così. Ho rincorso quella medaglia, quel titolo con tutto ciò che avevo e con tutte le risorse che la Francia aveva in corpo. Quando giochi una finale olimpica più volte, indipendentemente dal ruolo, ad intervalli di anni, vivi qualcosa di personale che è difficile spiegare”.Mi rendo conto sia molto difficile toccare certe corde, perché essere colui che gioca l’ultimo punto nel 1996, è stato un fantasma che ha portato dietro tutta la vita. Dopo l’oro conquistato in panchina, si riesce a far pace con quello scheletro nell’armadio?“È difficile, non impossibile, ma è un traguardo. In Italia, rispetto alla Francia, viviamo tutto diversamente. Accumuli sempre quel peso di essere stato colui che non ha messo a terra la palla contro l’Olanda. Posso dire che dopo ventotto anni, salire sul podio con i miei ragazzi è stato certamente liberatorio”.Credo che l’aggettivo ‘personale’ sia il più corretto per descrivere il suo 10 agosto.“Sì, diventa qualcosa di personale per come la viviamo noi. Velasco ha sempre detto che le cose possono arrivare e c’erano le potenzialità affinché noi conquistassimo il titolo, giocato tra l’altro a Parigi e l’Italia femminile riuscisse a vincere l’oro. Ma si doveva compiere un percorso di un certo tipo. La pallavolo mondiale di oggi non pone più solo una favorita contro l’altra. Siamo arrivati a Parigi 2024 con diverse squadre di grande qualità che avrebbero potuto aggiudicarsi il titolo, sia da una parte che dall’altra”.Julio Velasco. Lei ha detto scherzosamente che è riuscito a vincere qualche ora prima di lui.“Quando ero in conferenza stampa dopo la vittoria mi ha mandato un messaggio bellissimo. Ho pensato nei giorni successivi che ci sono stati degli incroci incredibili durante questo percorso che ha portato alla vittoria di entrambi. Abbiamo giocato il terzo girone della VNL a Manila e al ritorno ci siamo incrociato con la squadra di Julio e con Barbolini ci siamo fatti i complimenti e l’in bocca al lupo. Noi da lì ci siamo spostati in Polonia, nazione che poi abbiamo battuto in finale e abbiamo vinto la VNL. Quando mi ha scritto il messaggio, ho pensato subito che il karma ci avrebbe riunito tutti, e ho pensato che anche Julio, Lollo Bernardi e Barbolini ce l’avrebbero fatta il giorno dopo”.foto Volleyball WorldA Velasco è stato attribuito il merito di aver saputo gestire il gruppo. Possiamo dire che Giani ha fatto lo stesso straordinario lavoro nel maschile in Francia?“Lo abbiamo fatto tutti il lavoro, sia a livello personale che a livello tecnico, dove questa squadra ha sovraperformato per il grande sforzo fatto. È un lavoro di staff, è un qualcosa su cui la squadra ha preso coscienza ed è risalita di livello dopo alcuni cambi tecnici che abbiamo fatto. Mi sono preso la responsabilità di Boyer che ha avuto un brutto infortunio e quindi l’ho sostituito, così come ho lavorato sulla presa di coscienza che questo gruppo fosse costituito da tutti i giocatori della stessa importanza. Ho lavorato con Earvin, che era colui a cui avevano affidato tutti la responsabilità di vincere le partite, perché per questa squadra fosse anche altro per la squadra. Sono davvero felice che questa squadra sia riuscita nella sua missione”.Giocare le Olimpiadi in casa per loro, cosa ha significato per Giani?“Bella domanda. È stato difficile per me fare la cerimonia di apertura, stupenda tra l’altro, indossando una maglia diversa da quella azzurra. L’Olimpiade è qualcosa di molto particolare. Lo dico a livello di ciò che rappresenti con una maglia, un colore, un’identità. Me ne rendevo conto quando incrociavo le delegazioni italiane anche di altre discipline, soprattutto perché quando le ho disputate da giocatore io ero dall’altra parte”.L’emozione dei suoi di giocare dinanzi al proprio popolo?“La pressione è dettata dalla qualità del gioco e te la autoattribuisci. Se hai qualità di gioco la gestisci meglio e fai le cose meglio. Per me ha sempre contato molto l’aspetto emotivo. Anche su questo abbiamo lavorato molto con i ragazzi e hanno gestito tutto benissimo”.L’incrocio in semifinale con l’Italia?“Siamo riusciti nel difficile intento di metterli a dura prova tecnicamente. Abbiamo fatto la gara che ci eravamo immaginati. Difficilissima”.“Mi piacerebbe che il nostro straordinario presidente della Repubblica dicesse: ma come mai un italiano così lo mandiamo all’estero e non possiamo averlo in Italia? Nel mondo del lavoro i grandi professionisti hanno più incarichi, invece noi del volley ci rinchiudiamo in noi stessi in questo modo”.ANSA/US/QUIRINALE PAOLO GIANDOTTIDopo quella partita a Flavio Vanetti del Corriere della Sera lei ha parlato della questione del doppio incarico. Cosa c’era in quell’appello Andrea?“Noi viviamo un po’ il paese Italia, dove ci sono club che votano per la femminile in un modo e per la maschile in un altro. Perché? Ho chiesto l’intervento di Mattarella proprio perché nel mondo del lavoro non si ragiona con queste logiche anacronistiche”.Lei cosa propone?“Che si riparta da zero e che questa decisione venga demandata al singolo club. Se una società maschile vuole mettere un allenatore che si occupa di nazionale durante il corso dell’anno, ma che seguirà quella stessa nazione al termine degli impegni del club come accade a me in Polonia, perché non può farlo? Ho fatto l’esempio di Santarelli nel femminile a cui è consentito. Perché non deve, anche per il maschile, essere una decisione della società che sceglie di ingaggiare me o un altro. Arricchire un movimento significa aprire il movimento, non rinchiuderlo dentro sé stesso”.foto @zaksaofficialTorniamo agli incroci della vita. Primi mesi in Polonia, la nazione a cui lei ha sottratto l’oro olimpico. Mi faccia sorridere.“Sembra strano, ma ogni persona che incontro, e la cosa riempie di orgoglio, mi fa i complimenti per la vittoria della Francia. È una bella soddisfazione e mi stupisce parecchio”.Come ha trovato la Polonia del volley?“L’ho trovata con l’entusiasmo e la passione dei nostri anni ’90. Tante persone che affollano i palazzetti, una bella organizzazione del campionato e del club, una televisione presentissima e attenta. Certo, gioco tutta la settimana, avendo un campionato da sedici squadre, ma è un bellissimo livello. Devo migliorare il polacco, ma c’è tempo (ride n.d.r.)”.Ha portato la famiglia con sé. Mi sembra felice Giani.“Sì, vedo loro sereni e sono felice e soddisfatto anche io per la scelta fatta”.Di Roberto Zucca LEGGI TUTTO

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    Tanta Itas Trentino al Festival dello Sport, ma anche Velasco, Perugia, Cacciatori e Piccinini

    Prende il via ufficialmente nella giornata di giovedì 10 ottobre la settima edizione del Festival dello Sport di Trento, organizzato da La Gazzetta dello Sport e da Trentino Marketing, con il patrocinio del Coni e del Comitato italiano paralimpico. Per quattro giorni, sino a domenica 13 ottobre, la città tornerà ad essere la capitale sportiva d’Italia, ospitando oltre centocinquanta eventi e portando in provincia tantissimi campioni ed addetti ai lavori di ogni disciplina.Trentino Volley parteciperà attivamente alla riuscita della manifestazione, unica nel suo genere, che quest’anno ha come argomento principale “Nati per vincere”; il club Campione d’Europa sarà protagonista in due delle quattro giornate dell’evento.Foto CEVGli appuntamenti gialloblù al Festival dello Sport di Trento 2024:Giovedì 10 ottobre i giocatori dell’Itas Trentino maschile e della Nazionale Italiana Daniele Lavia, Gabriele Laurenzano e Riccardo Sbertoli presenzieranno all’inaugurazione della mostra “La magia delle torce olimpiche”, in programma a Palazzo Trentini alle 11.15.Giovedì 10 ottobre le giocatrici dell’Itas Trentino femminile presenzieranno in platea a “La squadra dei sogni” che parlerà principalmente dell’Imoco Prosecco Doc Conegliano e che si terrà alle ore 11.30 all’Auditorium Santa Chiara.Giovedì 10 ottobre il Presidente di Trentino Volley Bruno Da Re presenzierà in platea a “La grande inaugurazione”, in programma alle ore 18 presso il Teatro Sociale.Venerdì 11 ottobre l’allenatore dell’Itas Trentino maschile Fabio Soli presenzierà in platea a “La Dea in paradiso”, che vedrà come ospite l’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini.Sabato 12 ottobre alle ore 11.30 Alessandro Michieletto sarà in Piazza Fiera per il “Meet&Greet” realizzato in collaborazione con Erreà Sport, dal 2006 sponsor tecnico di Trentino Volley.foto Volleyball WorldFra gli appuntamenti dedicati alla pallavolo, si segnalano inoltre l’evento con l’ex capitano della Nazionale Femminile Maurizia Cacciatori (giovedì alle ore 10 al Teatro Sociale), l’incontro con Francesca Piccinini (venerdì alle ore 16 al Sala Depero), l’intervista a Julio Velasco (sabato alle ore 17 al Teatro Sociale) e l’evento dedicato alla Sir Susa Vim Perugia (domenica alle ore 10 all’Auditorium Santa Chiara).QUI il programma completo del Festival dello Sport di Trento.(fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Azzurre d’Oro, Velasco: “Confermarsi sarà difficile, ma questo gruppo è speciale e straordinario”

    Giornata importante per il movimento pallavolistico italiano; una mattinata da ricordare per la nazionale femminile di pallavolo vincitrice della medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Il gruppo azzurro guidato da Julio Velasco dopo esser stato ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (QUI), è poi arrivato a Palazzo Lateranense per celebrare, insieme al mondo del volley italiano, la prima storica medaglia d’oro olimpica (QUI).

    Julio Velasco, Commissario Tecnico della nazionale femminile: “Perché Velasco ha sempre la faccia serena? Il primo anno è sempre così (ride, ndr). Sappiamo che confermarsi sarà difficile, ma questo gruppo è speciale e straordinario e anche se l’ho fatto già più volte, voglio approfittare di questo momento per ringraziare nuovamente anche lo staff; praticamente una squadra che ha diretto un’altra la squadra”.

    “Voglio sottolineare anche il lavoro svolto in questi mesi dai club e dagli allenatori delle società della Lega. Hanno seguito e fatto crescere sempre di più queste ragazze sotto tutti i punti di vista. Dobbiamo crescere tutti insieme per confermare i successi e questa è sicuramente la strada giusta”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Inaugurato a Cagliari l’anno scolastico con le Campionesse Olimpiche: “Abbiamo fatto la storia”

    Si è svolta a Cagliari, ‘Tutti a Scuola’, l’annuale cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico. L’evento, giunto alla XXIV edizione, è stato ospitato dal Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” che ha accolto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e alcune delegazioni di studentesse e studenti, in rappresentanza degli istituti di tutta Italia.

    Alla cerimonia, accompagnati dal Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano Giovanni Malagò e dal Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, hanno partecipato anche alcuni dei campioni olimpici e paralimpici di Parigi 2024. Presenti una rappresentanza delle azzurre dell’Italvolley – composta da Anna Danesi, Paola Egonu, Alessia Orro e Myriam Sylla e guidata dal ct Julio Velasco – e la medaglia d’oro dell’iQFOil (vela) Marta Maggetti. Poi i protagonisti dei Giochi Paralimpici Alberto Amodeo(nuoto), Monica Boggioni (nuoto), Martina Caironi (atletica) e Matteo Parenzan (tennistavolo).

    Il Presidente Malagò, ripercorrendo idealmente i trionfi del movimento nella magica estate parigina, ha indicato la chiave di lettura vincente: “Sono stati tre anni eccezionali. Dopo Tokyo, a Parigi abbiamo confermato risultati entusiasmanti. Queste ragazze sono un modello di riferimento per i bambini, sono eroi moderni. Lo sport sta entrando sempre di più nella vita del nostro Paese come cultura e in modo multidisciplinare”.

    Entusiaste le campionesse di pallavolo: “La medaglia d’oro è sempre stata il nostro sogno. Ci siamo allenate per questo e a Parigi ci siamo concentrate partita dopo partita fino al trionfo. Abbiamo fatto la storia e siamo grate dell’opportunità che ci è stata data. Non sempre si vince, l’importante è l’impegno che ci mettiamo. Ogni volta che si cade bisogna rialzarsi: noi lo abbiamo fatto tante volte”. Illuminante come sempre il ct Velasco: “Noi allenatori siamo come insegnanti. Stare con i giovani è un privilegio straordinario. Fare quello che ci piace è un altro privilegio. Oggi ci sono tanti esempi positivi, ma io noto che spesso tendiamo a giudicare i giovani. Per lavorare con i giovani la prima cosa da fare è credere in loro e cercare che diventino autorevoli e autonomi”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Velasco commosso: “Si sta benissimo dopo aver vinto, forse non ci credo ancora”

    Dopo le lacrime che gli hanno inondato il viso al punto finale, dopo il salto e l’abbraccio a Lorenzo Bernardi, il primo cercato voltandosi verso la panchina, è un Julio Velasco lucido e al contempo ancora ebbro di gioia quello che si presenta dopo la premiazione ai microfoni di Sky Sport: “L’adrenalina ora sta calando, magari ritornerà quando ci ritroveremo tutti in albergo a festeggiare e ubriacarci” dice sorridendo al microfono di Fabio Tavelli.

    “Si sta benissimo dopo aver vinto, forse non ci credo del tutto – aggiunge il ct azzurro –. Una olimpiade così dove abbiamo perso un solo set nella prima partita, è un record storico: quarti, semifinale e finale tutte tre a zero contro squadre forti ed esperte. Gli Usa sono le campionesse olimpiche, ma oggi forse abbiamo fatto la nostra partita migliore. Nel mondo di oggi si contano i “like” e “clic”, se metti Egonu fai molti più “clic”, ma oggi se parliamo di questa squadra fai i “clic” anche se non ci metti Velasco o Egonu. Siamo un team straordinario, un lavoro dove tutto funzionava e ognuno faceva il suo”. 

    foto Fipav/Tarantini

    Poi un pensiero doveroso al suo sul suo staff stellare con Lorenzo Bernardi e Massimo Barboloni: “Io avevo anche uno staff che lavorava per me e mi faceva riposare, ho sempre pensato che gli assistenti del primo allenatore di una nazionale devono essere allenatori di Serie A. Ho sempre fatto così, credo che i collaboratori debbano essere autonomi e autorevoli, così come le giocatrici. Loro sono donne, ero molto curioso di fare un lavoro con loro”. 

    “Mi mancava, avevo fatto una sola stagione con la nazionale femminile, anche se erano altri tempi e un’altra pallavolo. Ai tempi si diceva che era impossibile ma poi hanno vinto un mondiale nel 2002 con Bonitta. Ho sempre creduto nelle donne, sono padre e nonno di donne, loro sono diverse, già nel 1997 usavo i metodi che avevo con i ragazzi ma non funzionava, le donne mi hanno migliorato tantissimo”.

    foto Fipav/Tarantini

    A Parigi, dai quarti in avanti, Velasco aveva prenotato du appartamenti per la sua famiglia, per moglie figlie e nipoti, ora è il momento di festeggiare anche con loro, ma da domani… “sparisco per una settimana, ho bisogno di riposarmi. È giusto che parlino le giocatrici. Abbiamo avuto anche diverse avversità: si sono fatte male Pietrini, Degradi e Bonifacio che potevano essere importanti”.

    “Queste ragazze hanno avuto una grande capacità di cambiamento, le cose proposte sono state subito chiare e sono riuscite a farle. Partendo dalla battuta e dalla ricezione dove abbiamo dedicato molto tempo, soprattutto all’inizio degli allenamenti quando le ragazze sono fresche. Ma anche la difesa, che oggi ha funzionato in maniera straordinaria”. 

    foto Volleyball World

    “Non bisognava sovraccaricare Egonu e andava realizzato un gioco corale, giocando molto in primo tempo, anche su questo abbiamo lavorato molto. Tutte le squadre che sono andate a medaglie hanno giocato molto sui primi tempi, una cosa che nella pallavolo femminile ancora si vede poco. È questo che hanno migliorato velocemente, ma l’hanno fatto perché erano convinte. Poi chiaro che avere Antropova dietro a Egonu dà molta tranquillità”.

    Infine, ai microfoni degli addetti stampa della Federazione, è il tempo dei ringraziamenti: “Permettetemi innanzitutto di ringraziare il CONI e la Federazione perché ci hanno permesso di lavorare in condizioni ottimali, ideali. Noi abbiamo avuto veramente tutte le condizioni che erano necessarie e per questo mi preme davvero dir loro grazie. Onestamente non so quante squadre hanno lavorato nelle nostre condizioni. Mi sarebbe piaciuto avere qui due persone che sono state fondamentali nel mio percorso e cioè Giuseppe Brusi e Leo Novi, davvero a loro devo molto; sono stati due importantissimi dirigenti della pallavolo”.“Futuro? Ora non riesco a pensare a Los Angeles. Abbiamo appena vinto, ma non sono un ragazzo. Non so se sia arrivata l’ora di smettere. Avrò tanto tempo per pensare al mio futuro”.

    Foto Simone Ferraro CONI

    (fonti: Sky Sport e FIPAV) LEGGI TUTTO

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    Azzurre: lo sport di squadra che vince

    La chiusura di un cerchio per Julio Velasco. Lui il creatore della generazione di fenomeni, la squadra che aveva vinto tutto, ma non l’oro olimpico. Oggi si è tolto una grande soddisfazione, la sua squadra ha vinto 17 set di fila mettendosi al collo la medaglia olimpica. Lassù l’Italia femminile non c’era mai stata, aveva sempre sognato di arrivarci, ma non era mai arrivato nemmeno un podio.
    Calmo, riflessivo, geniale, uno stratega sul campo di volley. Alla base di questo risultato storico c’è lui, il suo staff, le sue ragazze. Diciamolo, Julio era arrivato fra lo scetticismo generale, in un momento di polemiche, quelle a queste latitudini non mancano mai. Poche mosse, le ragazze al posto giusto ed un’Olimpiade da oro e da stropicciarsi gli occhi. Oggi alle 14.23 eravamo davanti alla televisione ad esultare. Un momento che difficilmente dimenticheremo. Abbracciamoci idealmente, siamo capaci di vincere.
    Abbracciamoci e siamo orgogliosi del nostro sport, perché difficilmente in altre discipline troverete di avversari ad applaudire chi ha vinto. Questo è il volley. Grazie Julio.
    Grazie ragazze.
    Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa. LEGGI TUTTO

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    Velasco, testa già alla finale: “Gli USA sono una potenza pallavolistica, ma anche noi…”

    Le ragazze di Julio Velasco battono ancora una volta la Turchia con il punteggio di 3-0 (25-22, 25-19, 25-22) e si regalano una notte da favola conquistando per la prima volta nella storia della pallavolo femminile italiana la finale per l’oro che si disputerà domenica 11 agosto alle ore 13.00 contro gli Stati Uniti. 

    JULIO VELASCO: “Inutile dire che è stata una bellissima partita, loro hanno difeso molto e contrattaccato con la Vargas che era molto difficile da fermare. Onestamente oggi abbiamo commesso più errori che in altre partite perché c’era tensione. A volte è stato difficile gestire certe situazioni, ma man mano che il set andava avanti noi siamo migliorati e proprio per questo siamo riusciti a vincerli recuperando, tra l’altro, e questo è importante. Non avevamo mai giocato una partita dove abbiamo dovuto recuperare in tutti e tre i set”.

    “Siamo alla prima delle due partite più importanti, questa ce la siamo portata a casa, ci siamo riusciti vincendo con un altro 3-0, però dobbiamo resettare velocemente perché la finale sarà tutta un’altra partita, potrà succedere di tutto come in tutte le finali, figuriamoci poi squadre fortissime come gli Stati Uniti”.

    foto Fipav/Tarantini

    “Dobbiamo concentrarci sul qua e ora, lo ripeto continuamente alle ragazze, non dobbiamo concentrarci su cosa è successo in passato o pensare a ciò che accadrà in futuro, dobbiamo pensare al presente che stiamo vivendo e che ci stiamo costruendo, giocando palla su palla e basta. Ora ci attendono gli Stati Uniti, una potenza sportiva e pallavolistica, ma lo siamo anche noi”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO