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    Sinner a Parigi Bercy: l’intervista completa del numero uno del mondo: “Sì, sorteggio molto difficile. Molto, molto difficile il tabellone, soprattutto qui su questi campi”

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    Terza partecipazione per Jannik Sinner al RolexParisMasters. Dopo la sconfitta nel 2021 al primo turno contro Carlos Alcaraz allora 35, mentre Jannik era già in Top-10, quella del 2022 da numero 12 contro lo svizzero Hussler ed il ritiro del 2023 da n.4 del ranking dopo aver battuto Mc Donald nella famosa partita finita alle tre di notte, Jannik Sinner si presenta da numero uno del mondo all’edizione 2024 dell’ultimo Masters 1000 della stagione. Nel tradizionale Media Day il vincitore degli US Open risponde alle domande della stampa. Una stagione lunga giunta quasi alla fine.
    “Sì, è stata una lunga stagione, ma sempre quando arrivi alla fine, tutto può succedere. Sai, alcuni giocatori sono un po’ più freschi; alcuni, sono un po’ più stanchi. Ma personalmente sono felice di essere di nuovo qui. È stato un torneo in cui, si sa, fino ad ora non ero ancora riuscito a trovare il mio miglior tennis. Ma, sai, vediamo cosa posso fare quest’anno. Speriamo che sia bello ma anche molto, molto difficile.”
    Conferma Jannik che commenta così la novità annunciata per il 2025 relativa al coaching “Sì, non avevo letto perfettamente in cosa consiste questo coaching. Gli allenatori restano fuori dal box o possono entrare in campo? (restano fuori nel box) Sì, non penso che cambierà molto. Anche adesso si sono solo alcuni allenatori che, si sa, ogni tanto danno qualche consiglio. Quindi, sai, credo che questo sport sia ancora – come giocatore, sei solo in campo e cerchi di capire da solo qual è la situazione. Ma sai, ci sono già alcuni collegamenti con l’allenatore, e poi capisci con uno solo sguardo di cosa sta parlando e cosa sta suggerendo, quindi non penso che cambierà molto. Non abbiamo visto un grande, grande cambiamento rispetto a quando non c’era il coaching, no? Perché guardi l’allenatore, lo capisci già da anni, e quindi capisci cosa succederà. Quindi vediamo. Ma non penso che sarà un grande, grande cambiamento.”
    Invece il campione degli Open d’Australia non è contento del sorteggio.“Sì, sorteggio molto difficile. Molto, molto difficile il tabellone, soprattutto qui su questi campi. Sai, giocare contro giocatori che servono bene è sempre molto difficile. Sì, è un sorteggio molto, molto difficile. Ma si sa, andiamo giorno per giorno. Allora tutto può succedere. A volte il tabellone può aprirsi o no , sai, non sai mai cosa accadrà. Cerco di prepararmi al meglio per la prima partita del torneo. Sarà molto difficile contro Ben. E’ molto, molto difficile in ogni caso. E contro Felix non ho mai vinto. Quindi, sai, sarà molto dura. Comunque sai, non vedo l’ora. Sono concentrato su me stesso e spero di poter alzare il livello rispetto agli ultimi due anni in cui sono venuto qui, nei quali ho faticato un po’ qui su questo campo. Quindi vediamo.”
    Ed il livello si è alzato e di tanto visto dopo dal 2021 in cui giocarono un primo turno ora lui ed Alcaraz possono sfidarsi solo in finale.“E’ un sogno essere arrivato così velocemente a questi livelli. Tutti gli anni sono importanti e quando si è giovani si fa presto a migliorarsi. Però non ci siamo solo io e Alcaraz ci sono anche tanti altri tennisti che stanno salendo velocemente. Certo guardando questa stagione è andata così ed abbiamo vinto due Slam a testa, ma tutto può cambiare in un attimo. Onestamente non pensavo dopo solo tre anni di essere a questo punto, ma quando mi vedo, vedo che ci sono ancora progressi da fare che devo migliorare qualcosina.”
    Ed il numero uno del mondo la stanchezza non la sente proprio. Anzi pensiero rivolto a Torino per suggellare una stagione che ha fatto la storia del tennis italiano.
    “Sì, sento che abbiamo fatto delle scelte molto, molto buone durante tutto l’anno, cercando di essere pronti anche per la fine dell’anno. Sono stato fortunato anche a non giocare così tanti tornei e ad andare sempre abbastanza lontano nei tornei, il che è stato positivo per me. Il mio livello sembra ok. Sai, a queste domande verrà data risposta in campo, ma, sai, parlando del mio stato mentale generale, va molto bene. Sono felice di essere qui, e ovviamente per me l’evento principale sarà a Torino”.
    Da Parigi il nostro inviato Enrico Milani LEGGI TUTTO

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    Jannik Sinner si confessa: Dal caso doping alla vetta del tennis mondiale

    Jannik Sinner – Foto Getty Images

    In un’intervista a cuore aperto concessa a Sky Italy, in onda oggi 25 ottobre, Jannik Sinner ripercorre gli ultimi mesi della sua carriera: dal caso di positività fino all’assoluzione dell’ITIA. Una vicenda non ancora conclusa, visto il ricorso presentato dalla WADA che intende approfondire ulteriormente il caso. Intanto, il campione altoatesino continua a dominare il circuito, confermandosi come il tennista più forte e costante del momento.
    Essere numero 1Sampras diceva che quando diventi il numero 1 del mondo, ti senti come se avessi un bersaglio sulla schiena e tutti volessero spararti. Quando perdi essendo il N1, si sente diverso perché quando perdi, perdi. Se sei il N10 e perdi contro il N5, è un po’ diverso dato che lui è un po’ più forte di te. Essendo il N1, sarai sempre il più ricercato da tutti. Per questo questo sport è così grande.
    I suoi numeri nei tiebreak in questo 2024Molti parlano del tiebreak, ma dal mio punto di vista, è come arrivo al tiebreak. Faccio molte cose durante il set e sento cosa mi funziona e cosa no. Per esempio, se servo diretto alla T e vinco il punto, e se poi servo aperto e lo perdo, poi, più tardi, durante il tiebreak posso scegliere. L’esperienza è chiave. Sono il tipo di giocatore che, se va 6-5 sopra e il mio avversario serve, metto molta pressione su di lui e divento più aggressivo. Nel tiebreak, poi posso finire al tappeto, perché mi è già successo, ma cerco sempre di capire prima di un momento cruciale cosa funziona e cosa no. Quest’anno, in questo senso, ho fatto un passo avanti.
    Le differenze tra il giovane Jannik e il Jannik N1Credo di non essere cambiato come persona. Quello che mi è successo non ha fatto sì che cambiassi nel modo in cui tratto gli altri o le persone che mi sono vicine. L’unica cosa che cambia è che ora hai meno tempo libero. Sono qualcuno che dedica il maggior tempo possibile al lavoro. Se voglio stare domani a casa, posso farlo, ma non voglio perché la mia carriera è iniziata il giorno in cui ho lasciato casa a 13 anni e mezzo. Ora, a 23 anni, ho raggiunto il posto che ho sempre sognato, essere N1. Ora bisogna continuare a lavorare e migliorare perché il resto dei tennisti vuole seguire i tuoi passi.
    Come si vede nel futuroContinuerò a giocare per altri 15 anni, fino a quando avrò 35-40 anni. Spero che il mio corpo possa resistere. Dicono che 15 anni sono tanti, ma non lo credo. Sono arrivato in questo stesso Hotel, la stessa stanza, e mi sono reso conto che quest’ultimo anno è passato molto velocemente. Faremo tutto il possibile per continuare a giocare il maggior tempo che il mio corpo potrà. Non perderò tempo. È l’equilibrio giusto tra migliorare, lavorare con il desiderio di vincere e avere intorno le persone che ami per aiutarti.
    Divertirsi giocandoDivertirsi è importante perché il divertimento fa sì che, anche se sei stanco, vuoi uscire in campo a giocare. Non sempre senti questo allenandoti, ma desidero sempre uscire a giocare una partita. Mi considero fortunato perché faccio ciò che amo. È iniziato come un hobby e ora è il mio lavoro, ma quando salto in campo lo considero ancora un hobby. Mi sento come un bambino quando gioco a tennis. Il lavoro è il resto: la palestra, andare dal fisio, andare a dormire presto e svegliarmi presto. Questo tipo di cose che mi aiutano a essere migliore come giocatore e persona. Questo lo vedo come qualcosa di positivo e i tifosi ti danno la forza necessaria nei momenti difficili perché io dia loro qualcosa in cambio.
    La notizia della positività prima degli US OpenÈ stato difficile, perché non potevo aprirmi con molta gente. È stato un periodo delicato. All’inizio non sapevo come comportarmi e cosa sarebbe venuto alla luce. Non sapevo nemmeno cosa sarebbe successo con il mio team. Era molto difficile perché, normalmente, ho sempre tutto sotto controllo, ma in quella situazione era facile perdere il controllo. Un giorno, settimane dopo, mi sono svegliato e ho pensato: “Alla fine, non ho fatto nulla di male. Non sapevo nulla”, e questo mi ha fatto cambiare. Quello che il giudice deciderà o quello che succederà alla fine è qualcosa che non posso controllare.
    Il momento più difficileÈ stato quando è uscita la notizia. È successo in un momento molto delicato, proprio prima di un Grand Slam. Volevo allenarmi il mercoledì, ma la notizia è uscita il martedì. Ho deciso di non allenarmi, per evitare il caos che si sarebbe creato nel club. Il giovedì, sono andato ad allenarmi nel pomeriggio, perché sapevamo che molta gente se ne sarebbe già andata. Nonostante ciò, c’erano molte telecamere che mi inseguivano. È stato difficile. Quando ho visto cosa pensavano gli altri giocatori, mi sono posto molte, molte domande.
    Capire molte coseÈ stato difficile per me preparami per gli US Open in quel modo. Sono convinto che tutto accada per un motivo, e forse questo è successo per farmi rendere conto di chi è mio amico e chi no. Ci sono tennisti che pensavo non fossero miei amici o una grande quantità che pensavo lo fossero, e non lo sono. Non dico che questo, alla fine, mi abbia fatto bene, ma mi ha aiutato a capire molte cose.
    Effetti sul suo stato d’animo e fisicoNulla era successo e c’era gente che mi conosceva e mi chiedeva perché fossi così giù di morale. Mi dicevano: “Se hai vinto, perché sei così?”, e io dicevo che andava tutto bene. Ci sono state volte in cui la notte prima non ho dormito. Per esempio, a Wimbledon. La notte prima della partita contro Medvedev non ho dormito e mi sono svegliato male. Ringrazio persone come Darren Cahill o mio padre. Grazie a loro mi sento protetto, al sicuro. Senza di loro, niente di tutto questo sarebbe possibile. Non so come avrei potuto superare tutto questo. Sono felice di come ho gestito tutto.
    Forza mentaleIl mio lavoro era separare il problema dal mio lavoro. Ho sempre cercato di stare bene in campo. Mi sono sempre allenato e mi sono mantenuto mentalmente pronto per giocare bene. Per questo ho avuto successo. La forza mentale è stata l’elemento determinante. Le partite si vincono con la testa. Tutti giocano bene, ma ho vinto partite per la mia forza mentale. Ho capito molte cose quest’anno.
    Per il 2025La prossima stagione sarà diversa perché sono in una posizione in cui so di poter vincere grandi tornei. Quest’anno, l’obiettivo è finire come N1. Quello dell’anno prossimo è imparare molte cose dal lato fisico e mentale perché un piccolo passo mi può aiutare molto. I tornei che voglio vincere me li tengo per me, ma nella mia testa so che posso vincere i migliori tornei del mondo. Questo è un passo importante. Ho vinto due Slam quest’anno, quindi vedremo l’anno prossimo. So che sarà difficile migliorare il 2024, ma vedremo cosa succederà.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Kafelnikov sminuisce Sinner: “È stupidamente progettato per colpire forte, non più di Hrbaty o Johansson”

    Yevgeny Kafelnikov

    Jannik Sinner non rientra nelle grazie di Yevgeny Kafelnikov. L’ex n.1 del mondo russo all’interno del postcad “Best Tennis” ha commentato in modo sprezzante il tennis dell’italiano, sminuendolo a tal punto da definirlo pari a quello di due tennisti della sua epoca, Hrbaty e Johansson, ottimi giocatori ma non esattamente delle “stelle”, mentre considera Alcaraz come unico degno successore della qualità mostrata dai Big Three Djokovic, Federer e Nadal.
    “Djokovic ha tanto talento nel suo tennis, può giocare sia in attacco che in difesa. Sinner invece è unidimensionale” afferma il russo, che poi rincara la dose delle sue critiche. “Sinner è stupidamente progettato per colpire forte la palla. È una versione modificata di giocatori come Hrbaty e Johansson. Una versione più modernizzata“.
    Assai diverso invece il suo parere su Alcaraz: “Penso che in termini di potenziale e di talento Alcaraz non sia affatto inferiore ai Big Three dell’epoca attuale, Djokovic, Nadal e Federer. Sinner è un’altra questione, personalmente la vedo così, Alcaraz gli è di gran lunga superiore”.
    Un giudizio tranciante quello di Kafelnikov che certamente farà discutere non poco gli appassionati, ancor più in un momento nel quale l’azzurro è nettamente n.1 del mondo anche nella considerazione generale degli avversari. Proprio Alcaraz ha recentemente fatto i complimenti a Sinner, applaudendo il suo livello di gioco e continuità che l’hanno portato in cima al ranking mondiale con ampio distacco su tutta la concorrenza.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Taylor Fritz rivela: “Sinner e Alcaraz si muovono lateralmente con la stessa efficacia di Rafa e Novak nei loro momenti migliori, ma la loro palla viaggia circa 10 miglia orarie più veloce”

    Taylor Fritz nella foto – Foto Getty Images

    Si parla sempre più di una nuova era d’oro del tennis grazie al dualismo tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Le loro prestazioni vengono già paragonate a quelle del Big 3, ma quanto sono fondate queste comparazioni? A fornire un’analisi illuminante è Taylor Fritz, uno dei pochi giocatori ad aver affrontato tutti e cinque i campioni nel loro momento migliore.Fritz ha un bilancio eloquente contro il Big 3: 2 vittorie (entrambe contro Nadal) e 14 sconfitte. Nonostante si sia ripetutamente scontrato con quello che lui stesso definisce “il miglior muro della storia”, l’americano è riuscito a evolversi fino a diventare uno dei top player mondiali. Ora però si trova davanti a una nuova sfida: l’ascesa di Sinner e Alcaraz, contro i quali vanta una sola vittoria (contro l’italiano nel 2021) e quattro sconfitte.
    In un’intervista a Tennis Channel, Fritz ha offerto un’analisi dettagliata delle differenze tra le due generazioni: “Ciò che mi impressiona maggiormente di Jannik e Carlos è la loro incredibile capacità difensiva. Ma non si tratta di semplice difesa: quando vengono spinti in un angolo del campo, letteralmente esplodono la palla. In uno scambio di rovescio, so che se provo a passare al diritto, il mio colpo deve essere perfetto. Se non riesco a metterli completamente fuori posizione, la palla successiva mi spazzerà via dal campo.”
    L’esplosività e l’agilità di Sinner e Alcaraz sembrano aver portato il tennis a un livello superiore, soprattutto in termini di potenza e velocità. Fritz evidenzia un aspetto decisivo: “Si muovono lateralmente con la stessa efficacia di Rafa e Novak nei loro momenti migliori, ma la loro palla viaggia circa 10 miglia orarie più veloce.”
    Questa testimonianza di Fritz suggerisce che l’attuale dominio di Sinner e Alcaraz potrebbe non essere un fenomeno passeggero, ma l’inizio di una nuova era del tennis. La loro combinazione unica di atletismo, potenza e velocità sta ridefinendo i parametri del gioco moderno, rendendo sempre più difficile per gli altri contendenti competere ai loro livelli. La sfida che si prospetta per il resto del circuito appare quindi ancora più complessa: non solo devono confrontarsi con due talenti eccezionali, ma con una versione evoluta del tennis, dove la potenza si fonde con l’agilità in modo, forse, mai visto prima.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Parigi-Bercy: l’ultimo Masters dell’anno è servito” Una settimana di tennis per decidere le Finals di Torino

    Jannik Sinner e Carlos Alcaraz nella foto

    Il grande tennis si prepara all’ultima tappa della stagione regolare con il Rolex Paris Masters 2024, in programma dal 28 ottobre al 3 novembre. Quest’edizione, che sarà l’ultima a disputarsi all’Accor Arena, si preannuncia particolarmente intrigante nonostante l’assenza di Novak Djokovic, con Carlos Alcaraz e Jannik Sinner che si presentano come i grandi favoriti.
    Il Calendario e gli OrariIl torneo parigino, uno dei pochi Masters 1000 che si disputa in una sola settimana, vedrà il tabellone principale svolgersi dal lunedì alla domenica. La finale è programmata per le ore 15:00, mentre le semifinali si giocheranno una alle 14:00 e l’altra non prima delle 16:30. Le giornate saranno caratterizzate da una doppia sessione, con quella serale che inizierà alle 19:00 con due incontri in programma.
    Il Montepremi Nonostante il formato compresso in una settimana comporti un montepremi inferiore rispetto agli altri Masters 1000, gli organizzatori hanno aumentato del 3% le cifre rispetto all’edizione precedente. Il vincitore si aggiudicherà 919.075 euro e 1.000 punti ATP, mentre il finalista riceverà 501.880 euro e 650 punti.
    I Protagonisti AttesiIn assenza di Djokovic, che ha deciso di saltare il resto della stagione, i riflettori sono puntati su:– Jannik Sinner, in eccellente stato di forma– Carlos Alcaraz, determinato a chiudere in bellezza la stagione– Daniil Medvedev, a caccia di un titolo che manca da tempo– Alexander Zverev, possibile outsiderParticolare attenzione merita la battaglia per gli ultimi posti disponibili alle ATP Finals di Torino, con giocatori come Casper Ruud, Grigor Dimitrov, Tommy Paul, Alex de Minaur e Stefanos Tsitsipas che cercheranno di raccogliere punti preziosi.
    Il SorteggioIl momento cruciale sarà il sorteggio del tabellone, previsto per venerdì 25 ottobre alle 19:30. Il torneo prevede un tabellone da 64 giocatori, con bye al primo turno solo per le prime otto teste di serie. Sinner e Alcaraz potranno incontrarsi solo in un’eventuale finale, mentre in semifinale potrebbero trovare Medvedev o Zverev.Tra le possibili insidie nei quarti spicca Dimitrov, finalista lo scorso anno e in lotta per un posto a Torino. Gli ottavi di finale potrebbero riservare sfide interessanti contro Rune, Tiafoe, Humbert o il nostro Lorenzo Musetti.
    Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Sinner si è allenato all’Academy di Piatti con un giovane talento indiano

    Jannik Sinner insieme a Manas Dhamne

    Jannik Sinner è tornato all’Academy di Riccardo Piatti a Bordighera per una sessione d’allenamento. Il suo partner è stato il giovane talento indiano Manas Dhamne, 16enne di Satara che sta crescendo nella professione sotto la guida di coach Piatti, colui che ha plasmato il n.1 del mondo dai 13 anni sino alla loro separazione, avvenuta nel febbraio del 2021.
    “Grande allenamento stamattina con Jannik Sinner per Manas Dhamne. Grazie Jannik!” si legge nel breve post social condiviso dal Piatti Tennis Centre.

    Great practice with @janniksin this morning for @DhamneManas 😊
    Thank you Jannik 🙏🏼 pic.twitter.com/q4PZlmrXUP
    — Piatti Tennis Center (@PiattiTennis) October 23, 2024

    Sinner dopo il successo a Shanghai e la ricca esibizione a Riyadh, vincitore in entrambi gli eventi, è rientrato a casa a Monte Carlo per preparare gli ultimi tre grandi appuntamenti della sua stagione: il Masters 1000 di Bercy, le ATP Finals e la Final 8 di Davis Cup. Saranno per Jannik settimane intense, con la possibilità di migliorare ulteriormente gli straordinari risultati del suo 2024 eccezionale e provare a difendere il titolo in Davis, vinto lo scorso anno dal team azzurro trascinato dalle straordinarie prestazioni dell’alto atesino.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Fonseca: “Mi piace il tennis di Sinner, credo di assomigliare a Jannik come tipo di gioco”

    Joao Fonseca in Davis Cup a Bologna

    Joao Fonseca ammira il tennis di Jannik Sinner e si rivede nel gioco aggressivo e di pressione del n.1 del mondo italiano, un modello a cui si ispira dopo aver condiviso il campo con lui lo scorso anno a Torino. Fonseca è uno dei giovani più interessanti del panorama internazionale. Il 18enne di Rio dei Janeiro, attualmente n.154 nel ranking mondiale, è settimo nella Race to Jeddah e molto probabilmente sarà una delle stelle della prossima edizione delle NextGen ATP Finals. Lo scorso anno Joao ha vissuto una grande esperienza a Torino, scelto come sparring per i campioni in competizione nella kermesse ATP di fine anno. Proprio in quell’occasione ha conosciuto Sinner, si è allenato più volte con lui e ha avuto anche l’opportunità di parlarci, ottenendo da Jannik un consiglio per la propria carriera. Ne ha parlato in una breve intervista rilasciata al sito ufficiale ATP.
    “Spero di giocare le prossime NextGen ATP Finals. Molti buoni giocatori hanno vinto il titolo e direi che quello che mi piace davvero guardare, e in cui mi riconosco di più, è Sinner” afferma Fonseca. “Mi piace molto il suo gioco aggressivo. Tecnicamente il modo in cui gioca, la sua pressione in campo, rappresenta proprio il tipo di tennis che prediligo e il mio modo di giocare, il mio modello. Mentalmente, è un po’ più calmo. È un ragazzo timido e mi piace il modo in cui compete. Non è troppo espressivo, quindi è simile a me”.
    Così Fonseca ricorda i momenti passati con il n.1: “È stato alle ATP Finals dell’anno scorso. Ero uno degli sparring partner e ci siamo allenati assieme il primo e il secondo giorno. È un ragazzo davvero simpatico. Ho sempre pensato di voler andare all’università; avevo un impegno preso con l’Università della Virginia, ma Sinner mi ha chiesto, ‘Andrai all’università?’ A quel punto mi ha consigliato ‘Sei già troppo bravo, puoi passare al tennis professionistico’. È stata una cosa carina. Ho pensato che questo ragazzo mi stesse prendendo in giro e mi stesse facendo uno scherzo. Era la prima volta che mi allenavo con lui ed è stato davvero gentile, così come i suoi allenatori”.
    Joao è molto grato alla sua famiglia per il supporto, non solo morale ma anche a fattivo nei suoi primi passi nel tennis Pro: “Mio ​​padre è la mia maggior ispirazione, è un idolo per me. Mi ha aiutato molto nel corso della mia giovane carriera. Sono davvero grato a lui e a mia madre. Mio padre è il mio agente, pensa a tutto. È davvero bello che i miei genitori lavorino anche con me, avere una famiglia così alle mie spalle. Fanno il tifo per me, sento il loro aiuto, mi hanno aiutato con i viaggi, gli sponsor” conclude Fonseca.
    Mario Cecchi LEGGI TUTTO

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    Salomone (consulente del calciatore Palonimo sul caso Clostebol): “Sinner deve essere assolto, non c’è negligenza. I protocolli su quella sostenza sono da rivedere”

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Il “caso Clostebol” che vede coinvolto Jannik Sinner resta una vicenda complessa ed intricata per i suoi aspetti tecnici e legali, quelli che saranno decisivi nell’appello al TAS richiesto dalla WADA, previsto nei prossimi mesi. Per questo è interessante il parere di Alberto Salomone, professore di chimica analitica e tossicologia all’Università di Torino, consulente in un caso analogo che vide coinvolto il calciatore brasiliano Palomino, assolto lo scorso anno. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Salomone è convinto dell’innocenza di Sinner, che il suo non sia stato in nessun modo doping e che nemmeno da parte del n.1 ci sia stata negligenza (quello che ha portato la WADA a presentare appello al TAS). Inoltre l’esperto ritiene che relativamente al Clostebol sarebbe necessaria una revisione dei protocolli anti-doping. Riportiamo i passaggi più salienti del suo pensiero, contributo interessante vista la sua competenza in materia e per l’aver preso parte ad un procedimento analogo.

    “(Nel caso Sinner) Dal punto di vista tecnico, quello di Sinner è un caso come ne ho visti tanti da una decina di anni” racconta Salomone. “Ci troviamo di fronte a un campione di urina positivo per una concentrazione estremamente bassa del prodotto, e in più è stata identificata l’origine della contaminazione. È stato escluso anche dall’International Tennis Integrity Agency che l’uso di Clostebol avesse una finalità anabolizzante. La ricostruzione della contaminazione da Trofodermin (nome commerciale del prodotto) non è in discussione, è la stessa di altri casi: è dimostrato scientificamente che anche una stretta di mano può produrre un risultato positivo in urina, perché il metabolita del farmaco viene rilevato anche a bassissime quantità. La difesa di Sinner è stata chiara. È stato il fisioterapista ferito al dito ad aver trasmesso la sostanza. Neanche la WADA ha fatto obiezioni. Non ci sono dubbi“.
    “L’arbitrato al TAS dovrà discutere sul concetto di negligenza e stabilire fino a che punto un atleta è tenuto a controllare e a sapere tutto ciò che avviene intorno. Mentre per alcune sostanze proibite una situazione di rischio può essere più riconoscibile, come ad esempio l’utilizzo di una siringa, nel caso del Trofodermin e del relativo rischio di contaminazione credo che ci sia più spazio di discussione. Non so fino a che punto un atleta possa essere consapevole di certi elementi, come ad esempio nel caso Clostebol, che esista un elevato assorbimento transdermico. È un problema soprattutto italiano, ma il caso di Palomino e della canoista polacca Borowska possono essere precedenti favorevoli per Sinner”.
    Ecco la richiesta del professore relativamente alla sostanza incriminata: “Sarebbe ora che sul Clostebol si facesse chiarezza una volta per tutte, anche perché il Trofodermin esiste praticamente solo in Italia. Perché la tolleranza zero va bene per certe molecole, ma essere positivo al Clostebol ha un significato diverso che esserlo al Nandrolone. È noto da anni che il Trofodermin causa queste situazioni, al punto che circa il 50% dei casi a livello mondiale di positività al Clostebol riguarda italiani o che si allenano in Italia. In decine di situazioni si riproduce lo stesso scenario. Sarebbe ora che venisse introdotta un’interpretazione diversa, ovvero che, quando le percentuali di sostanza sono così basse non scatti più automaticamente la sospensione, ma vengano eseguiti ulteriori accertamenti, in un sistema codificato e che, quando si dimostri la contaminazione, non si arrivi alla squalifica. Esistono ulteriori strumenti investigativi come il test sul capello, capace di verificare che non ci sia stato un uso continuativo della sostanza e che invece ci sia stata un’esposizione occasionale a piccole quantità”.
    “Il concetto di negligenza è soggetto a libera interpretazione. Ci sono situazioni, come il contatto con altre persone, che non sono sempre controllabili dagli atleti. Il massaggiatore ne è un esempio.C’è da fidarsi degli arbitri, giuristi di spessore. Chi ha il pallino è il presidente che verrà scelto dal TAS: è molto importante perché dipende da come indirizzerà l’udienza, da come interpreterà il codice e come quindi influenzerà l’imparzialità del collegio arbitrale”.
    “In un sistema controverso ed estremamente punitivo, se si squalifica Sinner il doping resta uguale ma per lo sport è una sconfitta. Ciò che conta nell’antidoping è l’equità della competizione e la salute degli atleti. Una cosa sono gli antinfiammatori e antidolorifici, un’altra è il Clostebol che di solito non viene utilizzato come steroide anabolizzante, ma esiste sul mercato come pomata cicatrizzante. Questa sostanza andrebbe eliminata dalla lista delle sostanze proibite, magari inserendola nei programmi di monitoraggio già previsti dalla WADA. Se vogliamo che resti nella lista dei farmaci proibiti, ci siano allora dei criteri di valutazione diversi legati alla concentrazione che viene determinata in urina”.
    Un parere autorevole quello di Salomone, che in conclusione dice “mi auguro che Sinner venga assolto e che si cominci a discutere di nuovi approcci”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO