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    Caso Travica: il Tribunale Federale sospende per 7 giorni Earvin Ngapeth

    Di Redazione

    A distanza di quasi un anno dai fatti, arriva la sentenza del Tribunale Federale nei confronti di Earvin Ngapeth per le accuse pubblicate su Instagram contro Dragan Travica (dopo la furibonda lite verificatasi con Yoandy Leal durante la semifinale scudetto). Ed è una sentenza che non fa certo piacere alla Valsa Group Modena: lo schiacciatore è stato infatti sospeso dall’attività per 7 giorni (a partire da lunedì 27) e dunque dovrà saltare la prossima partita di campionato, in programma domenica 5 marzo al PalaPanini contro la Vero Volley Monza.

    La società puntualizza che la sanzione scadrà il giorno successivo e dunque il giocatore potrà essere regolarmente impiegato nella semifinale di andata di CEV Cup, in programma mercoledì 8 marzo contro lo Skra Belchatow. La nota prosegue annunciando che “nel rispetto del provvedimento la società e il giocatore, patrocinato dall’avvocato Benazzi Piani del Foro di Modena, comunicano che non rilasceranno ulteriori dichiarazioni in merito alla vicenda“.

    Secondo il Tribunale Federale i commenti pubblicati sui social network da Ngapeth (e poi rimossi) sono “oggettivamente ingiuriosi” nei confronti di Travica, che in seguito ha anche querelato il francese e lo stesso Leal per le accuse di razzismo. La Procura Federale aveva chiesto inizialmente una sospensione di 3 mesi, riducendo la richiesta a un mese al termine della fase istruttoria (nella quale sono stati ascoltati anche Leal e il dg Andrea Sartoretti).

    La sentenza rileva che “accusare di essere uomini ‘piccoli’, ‘razzisti’ e ‘traditori’ all’interno di una collettività dove in maniera commendevole si contrasta a tutto campo l’odioso fenomeno del razzismo e dove la lealtà viene considerata, a ben vedere, un primario valore non solo di carattere sportivo, configura un comportamento antiregolamentare“. Ngapeth si era difeso imputando il suo comportamento a “una presa d’atto circa l’esistenza del razzismo nello sport in generale e nella pallavolo in particolare“, avendo lui stesso “aver dovuto fare i conti a sfondo razziale“.

    Secondo il Tribunale, però, questa giustificazione è poco credibile perché contraddetta dall’immediata rimozione dei post: non si è trattato, quindi di una “battaglia contro il razzismo – che si sarebbe combattuta nel giro di un solo giorno“, ma di “offese – benché rimosse (quasi nell’immediatezza) rivolte a un altro tesserato“. Tuttavia, proprio la cancellazione dei post, nonché le parole di Ngapeth che ha ammesso di aver compiuto “un gesto istintivo” e di non aver voluto offendere Travica, hanno portato il giudice a ridurre la sanzione a una sola settimana.

    Vale la pena ricordare, infine, che il procedimento intentato nei confronti di Travica per le presunte offese razziste si era concluso con l’archiviazione da parte della Procura Federale.

    (fonte: Comunicato stampa, Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    Dragan Travica: “Ogni cosa nella mia vita è arrivata al momento giusto”

    Di Roberto Zucca

    Quando squilla il telefono, Milo riposa. È mattino ad Atene, e a rispondermi non è il solito Dragan Travica, con cui abbiamo condiviso anni di chiacchierate su qualsiasi argomento, ma soprattutto sulla pallavolo nostrana. È il Travica dei 36 anni, quello che condivide la sua nuova vita greca con Giulia e il loro primogenito Milo, mentre veste i panni dell’uomo d’esperienza nell’Olympiacos Pireo di Alberto Giuliani:

    “Mi rendo conto che ogni cosa nella mia vita è arrivata nel momento giusto. Mia sorella mi aveva detto, nei miei anni da scapolo, che quando anche sarebbe arrivato l’amore della mia vita, avrei bruciato le tappe. Con Giulia ci conoscevamo da un po’ di anni. Ho capito di essermi innamorato di lei un anno e mezzo fa e anche Milo è arrivato subito, perché era qualcosa che desideravamo fortemente entrambi“.

    L’avventura greca l’avete scelta assieme?

    “Beh, sono cose che si decidono in due. Devo dire che all’inizio non è tutto semplicissimo, anche perché io e Giulia siamo arrivati qui da soli. Senza i nonni, o senza il pediatra di fiducia, all’inizio ti devi adattare. Ma con Atene è stato amore a prima vista. Quando a dicembre ad esempio, riesci a ritagliarti un pranzo al mare nel weekend, col sole e non con i tre gradi di Padova, rivaluti tutto. Poi la gente è molto gentile, presente, se vogliamo un po’ italiana. Ritrovi anche un po’ di casino come nelle nostre grandi città, o anche quel fare un po’ da Sud Italia. Quindi ti senti a casa“.

    Foto CEV

    Al primo posto della classifica e con Alberto Giuliani alla guida. Voleva questo?

    “Inevitabilmente siamo una squadra costruita per fare il meglio possibile. È un campionato lungo, una stagione fatta da moltissime partite, tra cui quelle della Challenge e quelle della Coppa di Lega, che qui è un torneo in più rispetto al campionato italiano. Quindi è bello impegnativo. L’obiettivo è di certo quello di vincere“.

    Vacanze di Natale italiane?

    “Giulia e Milo sono rimasti in Italia fino ai primi giorni di gennaio, io a Santo Stefano ero già in palestra. Trascorso i giorni precedenti al Natale con mia sorella, Sava e mia nipote, e il Natale con la famiglia di Giulia, abbiamo festeggiato il pensionamento del nostro professore di educazione fisica, il professor Roberto Devivo, al quale abbiamo fatto una sorpresa con una reunion dei compagni di scuola. È un regalo che mi sono voluto fare anche io. Forse è il tempo che passa a rimettere in fila le priorità“.

    L’Italia della pallavolo le manca?

    “Seguo quando posso, e ho visto che Perugia sta facendo davvero un campionato di altissimo livello. È una squadra che si è rinforzata ancor di più, io la conosco bene, e non nascondo che è sempre bello giocarsi certe partite come la finale del Mondiale. Io, proprio per il forte desiderio di continuare a giocare, ho detto di no al rinnovo. Detto questo, sono molto felice per loro perché è una squadra che tengo nel cuore, così come a livello umano, ho lasciato lì delle persone alle quali rimango legato“.

    Foto CEV

    Come a Padova?

    “Padova è casa mia. Resta la mia estate, il mio porto sicuro, e la mia seconda vita che è lo Spazio 21. A Padova e alla Kioene sono legati alcuni dei rapporti umani che ritrovo ogni estate, e che vorrei fossero parte della quotidianità. Parlo di Randazzo, Sperandio, Polo, Lazzaretto, Zorzi. Gente con cui ho giocato una parte della mia carriera importante“.

    Lei la carriera la vorrebbe chiudere lì?

    “(ride, n.d.r.) Questo non dipende da me, ma sarebbe bello. Certamente vorrei avere più tempo per stare con i miei amici e la mia famiglia. Non che qui non stia bene, anzi, sto benissimo. Ecco, posso dirle che non amo pensare alle cose in termini di ‘sliding doors’. Credo che aver condiviso il campo con quelli che sono diventati i miei amici, ma ce ne sono anche altri, sia un’esperienza irripetibile. È stato un bellissimo momento, ed è giusto che resti un ricordo. Anche perché ognuno ha preso delle strade differenti“. LEGGI TUTTO

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    Dragan Travica è diventato papà: è nato il piccolo Milo

    Di Redazione

    È un giorno speciale per Dragan Travica: l’ex palleggiatore della nazionale – come aveva rivelato in anteprima in un’intervista esclusiva a Volley NEWS – è diventato papà! Dragan e la compagna Giulia festeggiano la nascita del piccolo Milo, annunciata da un post su Instagram con la semplice didascalia “La Vita“. Innumerevoli i messaggi di congratulazioni, tra cui quelli della sua ormai ex squadra, la Sir Safety Perugia (il prossimo anno Travica giocherà in Grecia nell’Olympiacos), e degli amici Marko Podrascanin, Filippo Lanza e Jan Zimmermann, che scherza: “Occhio mondo, arriva un altro Drago!“.

    A tutta la famiglia vanno naturalmente le congratulazioni e gli auguri della redazione di Volley NEWS!

    (fonte: Instagram Dragan Travica) LEGGI TUTTO

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    Ufficiale: Dragan Travica all’Olympiacos Pireo

    Di Redazione Arriva l’annuncio ufficiale da parte dell’Olympiacos Pireo: Dragan Travica è un nuovo giocatore della squadra ellenica. “Sono molto felice di entrare a far parte dell’Olympiakos – ha dichiarato l’alzatore, ex Perugia – . Sono entusiasta di far parte di un club con così tanti sport, tutti ai massimi livelli: è una cosa unica, che mi motiva. Giocare in un campionato nuovo è una sfida per me. Mio padre (s.s. Ljubo Travica) è stato allenatore qui e mi ha parlato del campionato. La Grecia è un paese incredibile, così come Atene è una città eccellente. Ho trascorso le vacanze in Grecia e ricordo molte cose belle, ecco perché sono felice di vivere qui. Mi divertirò“. E aggiunge: “È una sfida per me, perché l’Olympiacos è un club che vuole sempre essere protagonista, raggiungere i suoi obiettivi, essere al top ogni anno. Lotteremo per vincere tutte le competizioni, cioè il meglio per un atleta, per giocare sempre per la vittoria. Non sarà facile, il campionato ha buone squadre, ma questo è lo sport. Dovremo lavorare molto inizialmente, dato che siamo una nuova squadra. Sono orgoglioso di incontrare i nostri tifosi, conosco l’atmosfera che creano allo stadio! Sono un giocatore che dà tutto in campo ed è incredibile giocare in un’atmosfera del genere“. (fonte: Olympiacossfp.gr) LEGGI TUTTO

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    Caso Leal, la Procura scagiona Travica dalle accuse di razzismo “ritenute del tutto infondate”

    Di Redazione Gara 1 di semifinale playoff di Superlega dello scorso 13 aprile: Modena espugna il PalaBarton battendo Perugia per 3-1, ma poi accade l’imponderabile. Leal perde la testa e scalcia Travica, colpevole, secondo lui, di avergli rivolto offese razziste. Il giudice sportivo lo punisce con quattro giornate di squalifica, poi ridotte a due, ma contro Travica si scatena subito una campagna mediatica diffamatoria, alimentata anche da altri giocatori di Modena, su tutti Ervin Ngapeth che sui suoi social definisce Travica “traditore e razzista”, post poi prontamente rimosso ma non così velocemente da non essere ripreso dagli organi di stampa e dai tifosi umbri. La Sir si schiera subito in difesa del proprio giocatore con un comunicato ufficiale in cui definisce “strumentali, gravissime e fantasiose accuse di ‘provocazioni razziste’ rivolte da alcuni tesserati della Società Modena Volley, in diverse sedi, nei confronti del Campione Dragan Travica” ed esprime “la massima solidarietà al proprio giocatore“. Archiviata la serie di semifinale, vinta poi da Perugia per 3 gare a 2, Travica scrisse una lunga lettera alla stampa sottolineando ancora una volta di essere completamente estraneo ai fatti, ovvero di non aver pronunciato mai alcuna offesa razzista: “Credo che se Leal avesse davvero sentito, da parte mia o di chiunque altro, insulti a sfondo razziale lo avrebbe urlato in quel momento stesso, a me, agli arbitri che erano a mezzo metro da noi, a tutto il palazzetto. Lo avrebbe detto al mio capitano, che lo ha portato di peso nel suo spogliatoio. Invece no, c’è stato solo un gran calcio“. Il palleggiatore lasciò anche capire di avere tutte le intenzioni di ricorrere alle vie legali: “Inizierà un percorso che ha come scopo la giustizia, la questione si discuterà nelle sedi opportune. Quando si sbaglia, e nemmeno si chiede scusa, si deve pagare. Non posso e non voglio lasciar perdere. (…) Ieri ha vinto Perugia. Vincerà anche la Giustizia“. Ebbene, la giustizia ha fatto il suo corso e lo ha completamente scagionato dalle accuse. Di seguito riportiamo integralmente il comunicato con cui la Sir Safety perugia ne dà notizia. “La Sir Safety Perugia, in relazione al procedimento disciplinare incardinato dalla Procura Federale Fipav nei confronti dell’atleta Dragan Travica e, per responsabilità indiretta, della stessa Società, a seguito delle dichiarazioni rese dall’atleta Yoandy Leal in sede di audizione innanzi alla Corte Sportiva d’Appello per la riduzione della squalifica inflitta dal Giudice Sportivo dopo l’episodio verificatosi alla fine di gara 1 di semifinale playoff, comunica che la posizione dell’atleta Dragan Travica e dello stesso sodalizio, assistito nell’occasione dall’Avv. Vincenzo Maccarone del Foro di Perugia, è stata integralmente archiviata, con provvedimento del Procuratore Federale del 14 giugno 2022, dopo l’esame delle rispettive memorie difensive  e l’ascolto dell’atleta, ritenendo del tutto infondate le accuse avanzate dall’atleta Yoandy Leal quale destinatario di presunte frasi a sfondo razzista”.  (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Ljubo Travica: “Ecco perché non alleno più in Italia”

    Di Roberto Zucca La notizia del terzo titolo consecutivo in Tunisia, con la squadra dell’Espérance Sportive de Tunis, l’ha celebrata con uno dei suoi pochi post su Instagram. A testimonianza di quanto conti per il grande Ljubo Travica, che da campione in campo e da allenatore in panchina ha costruito in Italia la sua decennale carriera, il lavoro avviato all’estero: “È stata una bella soddisfazione, anche perché ho lavorato duramente con questo gruppo di ragazzi e non è stato semplice confermare questi risultati da un anno all’altro, specie in un periodo come questo“. Tre scudetti consecutivi. Il rinnovo sarà cosa certa? “No, nella mia carriera di allenatore non ho mai dato nulla per scontato. Devo ancora incontrarmi con la società e capire se ci sono i presupposti per fare un’altra stagione con questa squadra. Vorrei migliorare alcuni aspetti e far crescere la squadra. Vedremo“. Foto Instagram Ljubo Travica Mi risponda con sincerità: perché Ljubo Travica non allena più in Italia? “È una bella domanda, che presuppone una risposta che tocca tante variabili. Credo di non averne mai parlato, ma su di me per molto tempo è pesato una sorta di pregiudizio, ossia che fossi un allenatore difficile, pretenzioso. In realtà sono un allenatore che ha sempre cercato di svolgere il suo lavoro con professionalità. Superati questi primi anni, in cui sicuramente le offerte dall’estero erano più interessanti sia per chi andavo ad allenare, sia per le categorie che mi ritrovavo a gestire, ultimamente qualche telefonata è arrivata, ma avevo sempre già dato la mia disponibilità altrove“. Tornerebbe a lavorare nel nostro paese, quindi? “Dipende dal progetto e dalle condizioni. Alla mia età non si accetta la prima proposta che arriva, tanto per esserci. Però tendenzialmente, perché no“. Non ha mai voglia di un po’ di tranquillità, senza valigie e traslochi? “Con Mara, mia moglie, diciamo che tra qualche anno prenderemo una casetta in campagna, e coltiveremo il nostro orto. Magari in Croazia, magari in Italia, chi lo sa. Per adesso non mi pesa allenare e lavorare. Sono sempre stato così. Infatti in estate non stacco praticamente mai e mi dedico al mio camp“. Che riparte. Ho saputo che allenerà per la prima volta sua nipote Mia, nata dal matrimonio di sua figlia Mihaela e Cristian Savani. “In realtà sarà la seconda volta, perché l’ho già allenata lo scorso anno ed è diventata la mascotte del camp di Porec“. Le piacerebbe che i suoi nipoti continuassero la tradizione nel volley? “Non sono uno di quei nonni che vogliono a tutti i costi vedere i propri nipoti giocare a pallavolo. L’importante è che scelgano lo sport, che lo pratichino, perché qualsiasi sport è prezioso nella vita di un essere umano. Poi non mi vedrà di certo applaudire o fare il tifo sfegatato per i miei nipoti in un palazzetto. A quello ha sempre pensato mia moglie, io sono uno che sta sempre defilato in tribuna (ride, n.d.r.)”. Mi dica quanto è rimasto colpito dalle accuse di razzismo mosse a suo figlio Dragan qualche settimana fa. “Mi hanno colpito, sì, perché se c’è una cosa che è lontana anni luce da mio figlio è l’essere tacciato di essere razzista. Ha ricevuto un’educazione, è sempre stato una persona corretta in campo e fuori dal campo. Magari ha una personalità forte, ma mai in grado di sconfinare in episodi di quel tipo“. Cosa si dice in quei momenti? “Sono con lui, sempre. Con i miei figli e la mia famiglia ci sono sempre stato, nonostante la lontananza. Basta questo“. Non ha mai parlato del fatto di suo figlio e del suo non essere più parte della nazionale nel dopo Berruto. È il momento di farlo? “Non voglio scoperchiare nessun vaso di Pandora. Dico solo che ha pagato più degli altri, questo è oggettivamente vero. Non è stato più convocato. Poi non ne faccio una questione di merito. Ma credo che abbia pagato troppo e più di tutti. Va bene così, non aggiungo altro“. LEGGI TUTTO

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    Dragan Travica saluta Perugia. Il suo futuro è all’Olympiacos?

    Di Redazione Alla scadenza del suo contratto, Dragan Travica ha salutato la Sir Safety Conad Perugia con un post su Instagram: dopo gli attriti dello scorso anno, quando il palleggiatore fece di tutto per rimanere – anche contro la volontà della società – nonostante l’arrivo di Simone Giannelli, il congedo è stato più che amichevole. “Dopo due anni intensi – ha scritto Travica – è giunta l’ora di salutare Perugia. Ho conosciuto persone speciali che hanno reso quest’avventura unica. Grazie alla società per avermi dato l’opportunità. Grazie ai miei compagni di squadra: solo noi sappiamo il legame che abbiamo creato dentro quello spogliatoio, ce lo porteremo dentro per sempre. Grazie a tutti i tifosi. Con la vostra presenza, la vostra carica, la vostra sensibilità avete dato dimostrazione della vostra grandezza. Non vi dimenticherò mai!“. Secondo i rumors che circolano già da diverse settimane, l’ex palleggiatore della nazionale approderà nella prossima stagione all’Olympiacos Pireo, alla corte del connazionale Alberto Giuliani. La squadra biancorossa sta allestendo un roster ambizioso: l’altro nome “caldo” è quello di Toncek Stern, ma FOS Online parla anche di Salvador Hidalgo, schiacciatore cubano del Fenerbahce. Per il momento, comunque, l’unico innesto ufficiale è quello del giovane schiacciatore Spyros Chandrinos dall’AONS Milon, dove tornerà il veterano Andreas Andreadis. (fonte: Instagram Dragan Travica) LEGGI TUTTO