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- in Tennis
Doping: si aggrava la posizione di Majchrzak
Kamil Majchrzak
Brutte notizie dalla Polonia per Kamil Majchrzak. Il 26enne tennista polacco (n.77 del ranking ATP) è stato sospeso dalla ITIA per esser risultato positivo ad alcuni test antidoping condotti nei tornei autunnali da ui disputati a Sofia, Giappone e Corea del Sud. Tre le sostanze vietate trovate nei campioni del test. Sui social si era dichiarato innocente, incredulo e preoccupato, certo di non aver assunto alcuna sostanza proibita, attendendo altri esami. Pare che nuovi test condotti in patria abbiano aggravato la sua posizione.
Infatti secondo quanto riportato da alcuni media nazionali, Kamil è risultato positivo ad un primo controllo effettuato in Polonia. Ma non solo: un canale tv del suo paese ha annunciato che nell’analisi a cui si è sottoposto sia stata rivelata una quarta sostanza proibita. Attendiamo l’ufficialità della notizia che, se confermata, peggiorerà il quadro a carico di Majchrzak. LEGGI TUTTO - in Tennis
Sospeso Kamil Majchrzak: è risultato positivo a tre controlli antidoping tra settembre e ottobre
Kamil Majchrzak
L’ITIA (International Tennis Integrity Agency) conferma l’indiscrezione uscita ieri sera: il polacco Kamil Majchrzak è stato sospeso in via precauzionale ai sensi dell’articolo 7.12.1 del programma antidoping. Il 26enne di Piotrków Trybunalski, attualmente n.77 del ranking ATP, è stato testato al Sofia Open lo scorso settembre, al Japan Open e al FILA Open Seoul Challenger in ottobre. “I campioni di ciascuno di questi test sono stati suddivisi in campioni A e B e la successiva analisi dei campioni A ha rilevato la presenza di SARM S-22 e un metabolita di LGD-4033; due campioni contenevano SARM S-22 e metaboliti di un agonista PPARδ. Gli agonisti SARM S-22, LGD-4033 e PPARδ sono tutte sostanze non specificate elencate nell’elenco delle sostanze proibite dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA) del 2022. Risultati analitici avversi per sostanze non specificate comportano una sospensione provvisoria obbligatoria”, così riporta il sito ufficiale ITIA.
Majchrzak chiederà le contro analisi, per verificare la correttezza dei primi test (è suo diritto procedurale), ma nel caso in cui queste diano risultati concordanti, scatterà la sanzione prevista dal codice anti doping. Le sostanze rilevate sono steroidi, utilizzati per carenze muscolari, e un recettore dell’ormone nucleare 1.
Immediata la reazione del tennista, comunicata attraverso un comunicato social nel quale afferma: “Ho una brutta notizia difficile da condividere con tutti voi. Sono risultato positivo ad alcuni controlli antidoping effettuati nei mesi di ottobre e novembre 2022. Innanzitutto voglio affermare di non aver mai preso consapevolmente alcuna sostanza proibita. In questo momento non ho idea di cosa sia successo e per me questa notizia è uno terribile shock. Inizio adesso la battaglia più difficile della mia vita: quella per provare la mia innocenza e ritornare a praticare lo sport che amo”.
La sospensione costerà al polacco la trasferta in Australia, dove era prevista la sua presenza alla neonata United Cup oltre, ovviamente, all’Australian Open. LEGGI TUTTO - in Tennis
Millman: “Se vuoi doparti, ottieni una TUE”. Il “problema” delle esenzioni mediche
John Millman
L’australiano John Millman ha espresso un parere molto deciso in merito alla discussione scatenata dal “caso Verdasco”. Il veterano iberico ha ricevuto una sospensione di due mesi per essersi dimenticato di rinnovare la sua TUE (esenzione medica a fini terapeutici) all’Adderall, farmaco che aiuta una persona in caso di deficit cognitivo e difficoltà di concentrazione.
Moltissime sono state le reazioni, da quella sprezzante di Kyrgios a quella dirompente di Reilly Opelka raccontata alcuni giorni fa, ripresa poi da altri ex pro e giornalisti, che confermano come ci sia il forte sospetto di una zona d’ombra attraverso cui si possa operare assumendo farmaci potenzialmente dopanti sotto l’ombrello di una necessità terapeutica.
Stanotte è arrivato il commento di John Millman, esperto tennista australiano, che conferma perplessità non tanto su quello che è accaduto a Verdasco quanto sul sistema, a suo dire poco chiaro.
“In generale, non mi piacciono le TUE nello sport professionistico” afferma Millman, “aprono troppe scappatoie per un “doping legale” – situazione molto sfortunata per coloro che hanno esigenze legittime, come è probabilmente il caso (Verdasco, ndr). Tuttavia, è noto da tempo che se vuoi doparti, ottieni un TUE“.
Continua l’australiano, andando sull’altro caso scottante delle ultime settimane, la positività di Simona Halep: “In aggiunta a questo, è uno dei motivi per cui credo che Simona Halep sia innocente. Se voleva davvero migliorare le sue prestazioni con una sostanza, avrebbe potuto seguire il percorso TUE. Credo davvero che sia innocente e spero che torni presto in campo!”. Rispondendo ad un commento di una fan, Millman chiarisce ulteriormente: “Non è che non debbano esserci delle esenzioni mediche, ma deve esserci molta più regolamentazione su come ottenere una TUE al momento. Perché posso dirti che finora ne è stato abusato“.
A rafforzare la tesi di Millman, la risposta dell’ex pro Aussie Paul McNamee: “Esatto… le TUE sono “l’elefante nella stanza”… se prendi farmaci che migliorano le prestazioni per qualsiasi motivo medico, dovresti metterti in disparte… non dovresti ottenere alcun vantaggio dalla diagnosi e dalle prescrizioni del tuo medico… ci sono sempre rimedi alternativi”.
Quello delle esenzioni mediche & doping è un tema decisamente scottante e delicato. Potrebbe esserci anche una scelta politica netta: nessuna esenzione medica consentita, come in caso di un infortunio (per assurdo, se hai una gamba rotta, non puoi giocare). È sport professionistico, con milioni di dollari in palio, se non sei in grado di competere, “fai altro”. Questo eliminerebbe alla base il problema. Tuttavia una posizione del genere va contro al sentore comune secondo cui la medicina deve aiutare le persone, e quindi che un soggetto che soffre di una malattia conclamata e certificata è giusto che possa continuare l’attività sportiva professionale attraverso l’ausilio di farmaci. Tuttavia, come è ben noto, molti farmaci creati per curare una malattia hanno anche effetto su altri sistemi del corpo e possono finire per accrescere la forza, resistenza, la reattività, ecc, e in qualche modo aiutare la prestazione.
Secondo dati della Gazzetta dello Sport, un rapporto del 2015 affermava che in Spagna in quell’anno furono richieste ben 409 TUE, di cui 179 approvate; in Gran Bretagna 88, negli Stati Uniti 136. Alcuni hackers rivelarono allora una lista di campioni che avevano richiesto e ottenuto l’esenzione (che ricordiamo è concessa dalla federazione internazionale della disciplina, non dal proprio paese), tra questi figuravano anche n.1 delle discipline, tennis incluso. L’ITF in quell’anno ebbe un centinaio di richieste, ne furono approvate la metà.
Il tema è scottante, di difficile soluzione. ITF, ATP, WTA e tutti gli organi preposti all’attività professionistica dovrebbero lavorare per trovare un sistema netto che faccia l’impossibile per eliminare quelle “zone d’ombra” citate da Millman. Non è affatto facile, ma è indispensabile impiegare tutte le risorse possibili.
Marco Mazzoni LEGGI TUTTO - in Tennis
Opelka si scaglia contro Verdasco e l’uso dell’Adderall: “Doping legale”
Reilly Opelka
Reilly Opelka è da sempre uno dei giocatori “senza peli sulla lingua”, pronto a difendere le proprie idee, spesso fuori dal coro. Non fa eccezione il suo tweet e successivi commenti sul caso Verdasco. Lo spagnolo ha ricevuto una sospensione per non aver rinnovato la richiesta di uso terapeutico per una sostanza considerata dopante, l’Adderall. Questo farmaco è utilizzato nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione/iperattività e della narcolessia. Il farmaco, stimolatore cognitivo, aiuta il mantenimento della concentrazione agendo sul sistema nervoso. Il gigante USA ha tuonato rispondendo alla notizia su Verdasco riportata da una giornalista con questo messaggio: “Uno dei maggiori problemi nel tennis. Perché ci sono colleghi che prendono l’Adderall per la prima volta nella loro vita da adulti? Doping legale”.
One of the biggest issues in tennis.. why are guys taking adderall for the first time in their life as adults? Legal doping https://t.co/EOWcqa6p6E
— Reilly Opelka (@ReillyOpelka) November 30, 2022A buttare benzina sul fuoco ci ha pensato anche Pam Shriver. L’ex top10 statunitense infatti ha scritto a chiare lettere: “Attraverso i corridoi del tennis professionistico, ho sentito che molti giocatori assumono farmaci per l’ADHD per aiutare ad affinare il proprio focus e la concentrazione in un modo che solleva domande sull’integrità. I farmaci per l’ADHD sono il meldonium per il cervello? Mi chiedo quanti giocatori attuali abbiano recentemente chiesto una TUE (un’esenzione per scopi medici, ndr) per l’ADHD?”.
Through grape vines of pro tennis, I hear that many players are on ADHD meds to help sharpen focus and concentration in a manner that brings up integrity questions. Are ADHD meds the meldonium for the brain? Wonder how many current players have asked for a TUE for ADHD recently? pic.twitter.com/6HiDN0pzMG
— Pam Shriver (@PHShriver) November 30, 2022A questa polemica si aggiungono anche le parole del giornalista statunitense Ben Rothenberg (vicino a molti tennisti), che commentando la faccenda scrive: “Capisco perfettamente che l’ADHD e altri problemi sono reali e possono essere aiutati dagli stimolanti se usati terapeuticamente. Quello che ho sentito dai giocatori ATP, nel contesto del suo utilizzosul tour, è che c’è la percezione che vengano utilizzati specificamente per ottenere un vantaggio in partita. Un giocatore ATP mi ha detto oggi che stima che “la metà dei primi 100 ne faccia uso … forse di più”. E non perché hanno difficoltà a concentrarsi mentre fanno i loro lavoro. Molto cinismo sul sistema TUE all’interno degli spogliatoi”. LEGGI TUTTO