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    Caso Dalfovo, il CONI: “Non è provata la sussistenza dei requisiti di eleggibilità”

    Di Redazione Il Collegio di Garanzia del CONI ha pubblicato il testo integrale della decisione con la quale, lo scorso 5 luglio, ha rinviato alla Corte d’Appello della Federazione Italiana Pallavolo la decisione sull’eleggibilità di Massimo Dalfovo, attuale rappresentante degli atleti in Consiglio Federale. Fin dal momento della presentazione della candidatura, Giorgio De Togni, presidente di AIP-Associazione Italiana Pallavolisti e a sua volta candidato per la stessa carica, ne aveva contestato la legittimità, ritenendo che Dalfovo non fosse in possesso dei requisiti previsti (in particolare, aver partecipato a competizioni di livello almeno regionale per almeno due stagioni sportive negli ultimi 10 anni). Il Tribunale Federale e, in seguito, la Corte Federale d’Appello avevano rigettato il ricorso di De Togni, ma il Collegio di Garanzia ha ribaltato la decisione: “(…) Affinché la piena regolarità delle condizioni di eleggibilità del sig. Dalfovo sia effettivamente tale – spiega la sentenza – è necessario che essa venga indagata, non soltanto alla luce della singola disciplina federale, ma attraverso un attento e integrato confronto con il compendio complessivo delle regole e dei principi di rango primario e costituzionale che vengono in rilievo nella fattispecie“. Il CONI si richiama, in particolare, ai “principi costituzionali di democrazia, uguaglianza e parità di trattamento“, ricordando che “presenza e attualità dei requisiti specifici, che connotano la funzione per la quale avviene la candidatura e la successiva elezione in seno agli organi direttivi dell’ente, costituiscono un momento indefettibile di estrinsecazione della rappresentatività all’interno dell’ordinamento federale“. Scendendo nel dettaglio, la sentenza rileva poi che “l’art. 22 dello Statuto FIPAV (…) richiede, oltre al mero ‘tesseramento’, degli elementi ulteriori, e nello specifico: l’essere ‘in attività’ e partecipare alle competizioni di livello quantomeno regionale ovvero, per i soli atleti ‘non più in attività’, che quest’ultimi abbiano partecipato alle medesime competizioni per almeno due stagioni nell’arco dell’ultimo decennio“. Nel caso di specie, invece, “emerge che la posizione del sig. Dalfovo non sia adeguatamente corredata da alcuna prova in ordine alla sua attività nel contesto agonistico di riferimento, al di là del mero tesseramento preceduto da visita medica“. “Le norme – insiste il CONI – chiariscono come quello dell’atleta non sia uno status permanente, che si acquisisce una volta e per sempre, essendo strettamente dipendente dall’attualità e della concretezza dello svolgimento dell’attività sportiva agonistica, per un lasso di tempo anteriore alla candidatura tale da consentirne un’apprezzabilità in termini di effettiva preparazione e presenza alle competizioni nazionali o regionali“. Mentre per Dalfovo “non pare affatto incontroverso né provato (…) che i requisiti della candidabilità in qualità di atleta ‘attivo’ sussistessero nella fattispecie concreta. Anzi, pare che il pressoché nullo lasso di tempo intercorrente tra tesseramento e candidatura, a fronte della precedente comprovata inattività del resistente, confermino il contrario“. La sentenza prosegue parlando di “convergenti circostanze temporali e ambientali nel senso di ritenere che il sig. Dalfovo abbia artificiosamente precostituito le condizioni affinché, non potendo più candidarsi come atleta ‘non in attività’, per aver terminato la carriera oltre il decennio precedente, potesse giovarsi dei requisiti per l’eleggibilità come atleta di nuovo ‘in gioco’“. Ancora più severa la conclusione: “Il tesseramento e la relativa iscrizione dell’atleta nel campionato, al solo fine di conseguire l’elezione in Consiglio Federale, non supportata nei fatti da alcuna volontà di prendere parte all’attività o da alcuna forma di partecipazione concreta alla preparazione atletica, non solo rappresentano un vulnus per gli altri concorrenti candidati e per l’intera categoria che si intende rappresentare, ma costituiscono altresì una potenziale turbativa al corretto funzionamento e alla regolare organizzazione delle competizioni sportive. Che detta evenienza fosse da escludersi senza ombra di dubbio nella fattispecie concreta, il giudice del merito non ha fornito logico e puntuale riscontro in motivazione“. La decisione finale è quindi rinviata nuovamente alla Corte d’Appello, che (in diversa composizione) dovrà decidere nuovamente sulla candidabilità di Dalfovo. (fonte: AIP) LEGGI TUTTO

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    La Corte d’Appello Fipav ribadisce la squalifica di Franco Brasili

    Di Redazione Ennesimo capitolo della surreale vicenda giudiziaria che coinvolge Franco Brasili, ex presidente – per ben 45 anni – della Fipav Marche, e che ha dato luogo a un kafkiano braccio di ferro tra la Federazione Italiana Pallavolo e il CONI. Ormai quasi due anni fa, a dicembre 2019, Brasili e 4 dei suoi ex consiglieri regionali erano stati squalificati rispettivamente per 18 e 16 mesi, pena poi ridotta a 15 e 13 mesi dalla Corte Federale d’Appello a febbraio 2020: tra le accuse c’era quella di aver alterato il bilancio del Comitato. Gli ex dirigenti hanno presentato ricorso al Collegio di Garanzia del CONI, che a luglio 2020 ha dato loro ragione, ritenendo fondati i reclami in merito alla violazione del diritto di difesa (non erano state ammesse le deposizioni dei testimoni proposti dagli incolpati), e al difetto di motivazione, soprattutto considerando che la sanzione irrogata – in quanto superiore ai 12 mesi – ha impedito a Brasili e agli altri componenti del Consiglio di candidarsi alle successive elezioni federali. Il Collegio di Garanzia aveva quindi rinviato la decisione alla Corte Federale d’Appello, che a ottobre 2020, dopo aver riascoltato tutti i ricorrenti e i testimoni, aveva ribadito la sanzione di 15 mesi per i 5 incolpati. Nuovo ricorso al CONI e nuova pronuncia favorevole (a marzo 2021): stavolta il Collegio ha giudicato infondate le obiezioni sulla motivazione della sentenza, ma ha ritenuto che la corte non abbia adeguatamente motivato l’entità della sanzione, soprattutto considerando la sproporzione con quella di soli due mesi comminata all’altro ex consigliere Gianluca Sorcinelli. Si arriva così al 2 settembre, quando la vicenda è tornata per la terza volta davanti alla Corte d’Appello, che anche in questo caso non ha fatto altro che confermare il verdetto: 15 mesi di sospensione per Brasili e tutti i consiglieri. La gravità della sanzione è – stavolta – motivata dalla “personalità dei reclamanti” e dal “ruolo di particolare responsabilità dagli stessi ricoperto all’interno della Fipav“, i quali “hanno fatto sì che i loro comportamenti avessero forte risonanza in ambito Fipav, con notevole danno all’immagine della Federazione stessa“. È davvero finita qui? A questo punto è difficile scommetterci… (fonte: Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    Caso Dalfovo: il CONI accoglie il ricorso di Giorgio De Togni

    Di Redazione Nuovo capitolo nella vicenda giudiziaria che coinvolge Massimo Dalfovo, consigliere federale della Fipav eletto alle ultime elezioni come rappresentante degli atleti. Il Collegio di Garanzia del CONI, nell’udienza di oggi, ha accolto il ricorso di Giorgio De Togni, presidente di AIP – Associazione Italiana Pallavolisti, contro la sentenza della Corte Federale d’Appello che aveva confermato la candidabilità del dirigente trentino, pur chiedendo maggiore chiarezza sulle norme di ammissione alle elezioni. Il CONI ha dunque rinviato il procedimento alla Corte d’Appello, che dovrà nuovamente pronunciarsi sui fatti. De Togni, a sua volta candidato per la stessa carica, aveva presentato ricorso sostenendo che Dalfovo non fosse in possesso del requisito principale, quello di aver partecipato a competizioni di livello almeno regionale per almeno due stagioni sportive negli ultimi 10 anni. A favore del neo-consigliere si erano però espressi sia il Tribunale Federale, sia appunto la Corte d’Appello. Nel frattempo Dalfovo era tornato in campo nel corso della Coppa Italia di Serie D con la squadra per la quale è tesserato, la Pallavolo C9 Arco Riva. (fonte: Coni.it) LEGGI TUTTO

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    AIP: il Collegio di Garanzia del CONI rigetta il ricorso di De Togni

    Di Redazione Il Collegio di Garanzia del CONI ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Giorgio De Togni, presidente di AIP – Associazione Italiana Pallavolisti, contro la sentenza della Corte d’Appello Federale che aveva confermato la precedente decisione del Tribunale Federale della Fipav, infliggendogli un mese di squalifica per la pubblicazione, sulla pagina Facebook dell’associazione, di un post ritenuto denigratorio nei confronti della Polisportiva Frascolla Taranto e del suo presidente. AIP parla di “decisione che ci sorprende, ma di cui si prende atto, e per la quale si auspica che le somme indicate (le spese processuali di 1200 euro da corrispondere alla Fipav, n.d.r.) vengano destinate a favore di progetti a sostegno degli atleti“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Giorgio De Togni ricorre al CONI contro le decisioni della Corte d’Appello Fipav

    Di Redazione Lo scontro istituzionale tra AIP – Associazione Italiana Pallavolisti e Federazione Italiana Pallavolo riprende dopo la breve tregua post-elettorale: il presidente dell’associazione di categoria dei giocatori, Giorgio De Togni, ha presentato due ricorsi al Collegio di Garanzia del CONI contro le decisioni assunte dalla Corte Federale d’Appello della Fipav. Il primo ricorso riguarda la sospensione di un mese inflitta a De Togni dal Tribunale Federale, e confermata in appello, per aver pubblicato sulla pagina Facebook di AIP un post lesivo della Polisportiva Frascolla Taranto e del suo presidente. Il secondo ricorso verte invece sulla candidatura alle elezioni federali di Massimo Dalfovo, poi eletto come rappresentante degli atleti: De Togni e AIP ne avevano chiesto l’annullamento per la mancanza dei requisiti specifici (l’ex presidente del CR Trentino non ha svolto attività agonistica negli ultimi 10 anni), ma il ricorso era stato rigettato dal Tribunale Federale e poi dalla stessa Corte d’Appello, che pure aveva auspicato un intervento del legislatore per rendere più chiare le norme. Ora l’associazione chiede di annullare l’accettazione della candidatura e dunque la nomina di Dalfovo. (fonte: Coni.it) LEGGI TUTTO

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    La Sir Safety Perugia prepara il ricorso al Tar contro la decisione del Coni

    Di Redazione
    La Sir Safety Perugia non molla. La società umbra è convinta di avere la ragione dalla sua parte nella battaglia per non vedere convalidata la classifica finale di Superlega e, quindi, ribaltare la composizione dei sorteggi dei gironi di Champions League. Secondo il Corriere dell’Umbria, il club è pronto a fare ricorso al Tar, ultimo grado di giudizio possibile: per procedere si attende soltanto che vengano rese note le motivazioni della sentenza con cui il Collegio di Garanzia del Coni ha rigettato il ricorso dei perugini.
    (fonte: Corriere dell’Umbria) LEGGI TUTTO

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    Il Coni respinge il ricorso: Perugia resta in quarta fascia

    Di Redazione
    Il Collegio di Garanzia del Coni ha respinto il ricorso della Sir Safety Perugia contro la delibera della Federazione Italiana Pallavolo che ha approvato la classifica definitiva del campionato di Superlega maschile. La Sir – a meno di ulteriori procedimenti giudiziari – resta quindi al terzo posto in graduatoria, dietro a Modena (pur con una partita in meno), e di conseguenza verrà inserita in quarta fascia nel sorteggio dei gironi di Champions League. La società di Gino Sirci e la Lube Volley, a sua volta notificata nel ricorso, dovranno anche risarcire la Fipav per le spese legali: 3000 euro ciascuna.
    Le motivazioni del provvedimento non sono state pubblicate.
    (fonte: Coni.it) LEGGI TUTTO

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    Caso Champions: Perugia ricorre al Coni per annullare la classifica di Superlega

    Di Redazione
    La Sir Safety Perugia ha presentato ricorso al Collegio di Garanzia del Coni contro la Federazione Italiana Pallavolo, chiedendo di annullare la delibera del presidente federale dell’8 aprile 2020 che “dichiara definitive le classifiche di tutti i campionati all’odierna data di conclusione dell’attività agonistica“.
    L’oggetto del contendere è la posizione nella classifica di Superlega della squadra umbra, che al momento della sospensione si trovava al terzo posto, ma con una partita disputata in meno rispetto a Modena, seconda in graduatoria. Dall’approvazione della classifica finale è derivato l’inserimento di Perugia in quarta fascia nel sorteggio della Champions League 2020-2021: tra le teste di serie possono entrare infatti soltanto due squadre dello stesso paese, che per l’Italia sono appunto le prime due classificate del campionato, Civitanova e Modena.
    (fonte: Coni.it) LEGGI TUTTO