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    Milano in viaggio verso Ljubljana, Lavarini: “Contro il Calcit ci sarà da stare attenti”

    Continua l’intenso periodo in campo per la Numia Vero Volley Milano, pronta per la prima trasferta stagionale in CEV Champions League 24/25. La squadra guidata da Stefano Lavarini, infatti, dopo la doppia vittoria nel giro di pochi giorni tra Europa e Campionato, è partita questa mattina alla volta di Ljubljana (Slovenia) dove, martedì 12 novembre alle ore 18:00 affronterà la formazione di casa del Calcit Kamnik nella seconda giornata di andata della massima competizione continentale per club.

    Orro e compagne, attualmente in testa alla Pool C, hanno come obiettivo di replicare il bel risultato della prima partita contro l’FC Porto così da mettere ancora più margine sulle altre avversarie del girone. Il Calcit è, invece, alla ricerca del riscatto dopo che nella Leg 1 si è dovuta arrendere al VakifBank Istanbul, strappando però alle turche un set.

    Stefano Lavarini, allenatore Numia Vero Volley Milano: “Cerchiamo di recuperare un po’ di energie perché dobbiamo approcciarci nel migliore dei modi a questa gara. C’è da stare molto attenti visto che il Calcit ha già dimostrato col Vakifbank di poter essere competitivo. Conosco molto bene questa squadra: è una partita da preparare con il massimo dell’attenzione possibile”.

    Anna Danesi, centrale Numia Vero Volley Milano: “Credo sia fondamentale in Champions League vincere senza perdere set qua e là. Giovedì scorso contro il Porto siamo state brave in questo senso, proveremo a ripeterci domani in Slovenia. Il periodo è molto complesso, fatto di tanti impegni, ma adesso inizia il bello”.

    I precedenti – Le due formazioni si sono già affrontate in passato, ma mai in Champions League. Il primo incontro risale, infatti, ai quarti di finale della CEV Challenge Cup 2018-19, edizione vinta poi proprio da Milano (che all’epoca si chiamava Saugella Monza). In quell’occasione la prima squadra femminile del Consorzio si impose 3-0 all’andata e 1-3 al ritorno, conquistando così il pass per le semifinali. Una curiosità: entrambe le squadre, femminile e maschile, di Vero Volley si sono confrontate con la formazione slovena nella stessa fase e competizione. Anche la MINT Vero Volley Monza, infatti, è scesa in campo, sempre nella Challenge Cup 2018-19, contro il Kamnik aggiudicandosi sia la sfida in casa che quella in trasferta.Le avversarie – Quarta partecipazione – la seconda consecutiva – in Champions League per la squadra slovena, che tuttavia non ha mai vinto nessuna delle 18 partite finora disputate nella fase a gironi della competizione europea più prestigiosa. Il Calcit Kamnik, Campione di Slovenia per il quinto anno di fila, sta cercando anche di diventare la prima squadra nazionale a vincere una partita in Europa, poiché loro e l’altra squadra connazionale, il Nova KBM Branik Maribor, hanno perso tutte le 32 partite giocate complessivamente.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Il successo per Mazzaro “non era scontato”; secondo Danesi “l’obiettivo è avere più continuità”

    Terza giornata di campionato e quarta partita in serie A1 per la Numia Vero Volley Milano, considerando l’anticipo della sfida del tredicesimo turno con Chieri andato in scena in settimana. Ospite all’Allianz Cloud è un’altra delle grandi pretendenti a un ruolo da protagonista nel corso della stagione: la Igor Gorgonzola Novara di coach Bernardi. A sorridere, alla fine, è stata proprio la formazione piemontese, che dopo 2 ore e 45 minuti di intensa partita ha chiuso a proprio favore la sfida al quinto set, infliggendo la prima sconfitta stagionale in Serie A1 Tigotà alle padrone di casa dopo tre successi consecutivi. Anna Danesi (Numia Vero Volley Milano): “Rispetto alle partite precedenti abbiamo fatto tanti errori, ma non voglio guardare solo gli aspetti negativi di queste 2 ore e 45 minuti di partita. Dobbiamo limare qualche dettaglio in battuta e in attacco, il nostro obiettivo deve essere anche di avere più continuità durante tutta la partita”.Alessia Mazzaro (Igor Gorgonzola Novara): “Sono contenta di aver potuto dare un contributo importante alla squadra, credo che per noi sia una vittoria pesante e importante. Abbiamo messo in campo una prestazione molto positiva, ci può stare il rammarico per non essere uscite dal campo con i tre punti ma affrontavamo una squadra fortissima e fare quel che abbiamo fatto non era affatto scontato”.Lorenzo Bernardi (allenatore Igor Gorgonzola Novara): “Dobbiamo essere orgogliosi di quanto fatto, abbiamo ottenuto una grandissima vittoria contro un avversario che è il principale candidato, assieme a Conegliano, per vincere lo Scudetto. Si poteva vincere da tre punti? Credo sia da presuntuosi leggere la partita in questo modo e noi non possiamo e non dobbiamo esserlo.Complimenti alle ragazze per quanto messo in campo, anche dal punto di vista del carattere: per come si era messa dopo il secondo set, questa partita poteva anche girare completamente e invece non l’abbiamo fatto accadere”.(fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Le quattro campionesse olimpiche del Vero Volley premiate in Villa Reale a Monza

    Ad Alessia Orro, Myriam Sylla, Anna Danesi e Paola Egonu l’Amministrazione comunale di Monza ha consegnato martedì 8 ottobre, nella splendida cornice della Villa Reale, quattro riproduzioni in scala della Corona Ferrea di Monza, quale riconoscimento dei meriti sportivi per i risultati ottenuti con la Nazionale italiana alle Olimpiadi di Parigi 2024.Alla premiazione hanno preso parte il Sindaco Paolo Pilotto e l’Assessore allo Sport Viviana Guidetti; presenti anche il Presidente regionale Fipav, Piero Cezza, il Presidente del Comitato Territoriale di Milano-Monza-Lecco della Fipav, Massimo Sala e il Presidente del Consorzio Vero Volley, Alessandra Marzari.Un momento dell’incontro con le atlete è stato dedicato alle domande degli studenti delle classi dei licei scientifici a indirizzo sportivo Mapelli e San Giuseppe, occasione per confrontarsi con la genuinità e la vivacità delle atlete presenti.“È con grande soddisfazione – afferma l’Assessore allo Sport Viviana Guidetti – che abbiamo consegnato oggi la Corona Ferrea alle quattro campionesse della pallavolo olimpica che hanno realizzato il loro sogno e che sono uno sprone per i nostri ragazzi a coltivare sempre le loro ambizioni. Sono atlete che incarnano i valori che lo sport, ad ogni livello, può trasmettere a chi lo pratica: dedizione, grinta e lavoro di squadra”.“Le atlete che abbiamo premiato oggi – osserva il Sindaco Paolo Pilotto – oltre ad essere testimoni autentiche della bellezza e del valore dell’impegno sportivo confermano l’importanza dello sport per la città di Monza, come dimostra anche il raggiungimento del dodicesimo posto della nostra città e della nostra provincia nell’indice di sportività 2024 del Sole 24 Ore relativo alla diffusione dello sport sul territorio e ai risultati sportivi”.Anche la Provincia di Monza e della Brianza ha voluto celebrare l’eccellenza dello sport brianzolo conferendo un encomio di merito alla Nazionale Italiana di Pallavolo Femminile, rappresentata dalle atlete del Vero Volley. Il Presidente Luca Santambrogio commenta: “I successi sportivi internazionali ottenuti dal team che ha trionfato alle Olimpiadi 2024 ci raccontano di valori che ci stanno molto a cuore: coraggio, forza, determinazione, abnegazione, ma anche lavoro di squadra e altruismo. Sono queste le virtù che resteranno impresse nel cuore di tutti, soprattutto delle giovani generazioni, e ci è sembrato giusto riconoscerlo”.(fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Danesi e Manfredi regalano al Presidente Mattarella medaglia e pallone della finale olimpica

    Si chiude un percorso emozionante, travolgente e ricco di soddisfazioni per una squadra che è già entrata nella storia dello sport italiano.

    Il Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale, a Roma, ha ospitato la cerimonia di riconsegna della bandiera italiana da parte degli alfieri azzurri di Parigi 2024 al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

    Arianna Errigo e Gianmarco Tamberi per i Giochi Olimpici, Ambra Sabatini per i Giochi Paralimpici. Sono stati loro a guidare la folta truppa di atleti composta dai medagliati di Parigi e da coloro che hanno chiuso la rispettiva gara al quarto posto, per la prima volta invitati alla Cerimonia per volontà del Capo dello Stato. Presenti i vertici dello sport tricolore: Giovanni Malagò, Presidente del CONI, Luca Pancalli, Presidente del CIP, il Segretario Generale del CONI e Capo Missione azzurro a Parigi Carlo Mornati, le Vice Presidenti del CONI Silvia Salis e Claudia Giordani, numerosi presidenti federali e i tecnici che hanno costruito con atlete ed atleti i successi parigini.

    Nella capitale francese l’Italia Team ha firmato il miglior medagliere della sua storia ai Giochi Olimpici: 40 medaglie (12 ori, 13 argenti e 15 bronzi), lo stesso numero del record stabilito a Tokyo tre anni fa ma con due ori (12 a 10) e tre argenti (13 a 10) in più. Il nono posto nel medagliere conferma il nostro Paese nel gotha sportivo mondiale (settimo posto in generale per numero di podi, il terzo a livello europeo alle spalle della Gran Bretagna e dei padroni di casa della Francia). Dagli ultimi quattro giorni di Rio 2016 l’Italia non è mai scesa dal podio olimpico. Una striscia che è proseguita anche a Tokyo e a Parigi raggiungendo 36 giorni consecutivi e rimanendo aperta in vista del prossimo grande obiettivo: Los Angeles 2028.

    “Signor Presidente, grazie – il discorso di Malagò rivolto in particolare a Mattarella –. La riconsegna della bandiera è un rito, ma ogni volta che il mondo dello sport viene qui, nella casa degli italiani, c’è sempre grande emozione, c’è sempre gratitudine. Lei è il nostro primo tifoso. Siamo partiti promettendo di fare meglio di Tokyo e ci siamo riusciti. Due ori in più, un piazzamento migliore, seconda nazione dell’Unione Europea dietro i padroni di casa della Francia. Il merito è delle atlete e degli atleti: sono stati tutti gladiatori. Merito di tecnici, dirigenti, Preparazione Olimpica del CONI, federazioni. Dal 18 agosto 2016 andiamo ogni giorno a medaglia durante i Giochi Olimpici, serie ininterrotta. Nessun Paese al mondo ci è riuscito. E poi ci sono i quarti posti, che con la sua straordinaria sensibilità ha invitato. Abbiamo vinto questa classifica, che ci fa onore. E abbiamo vinto anche la classifica dei quinti posti: fa riflettere su forza e quantità della squadra, oltre alla qualità. Di solito mi telefonava, stavolta è stato con noi. A Parigi ha superato anche le avverse condizioni meteorologiche, ha onorato la squadra, ne siamo stati molto orgogliosi. Inoltre è venuto al Villaggio Olimpico e a Casa Italia, ha assistito alla prima medaglia, quella di Filippo Ganna, alla seconda, quella di Gigi Samele. Sempre tifando come noi e dimostrando di essere uno di voi. Lei è stata la nostra prima medaglia d’oro in tutto e per tutto. Ci ha dato la spinta per fare questo risultato straordinario. Abbiamo compiuto una missione, abbiamo fatto bella figura e abbiamo regalato al nostro Paese un’emozione unica. Il senso di una nazione è correlato all’importanza dei risultati sportivi: siamo tutti felici di essere italiani quando sentiamo l’inno che suona al vertice di una competizione. Da domani mancheranno 500 giorni alla prossima Olimpiade, Milano Cortina 2026. Prometto che continueremo a far sì che l’Italia rimanga un’eccellenza nel mondo dello sport”.

    A questo punto Capitan Anna Danesi e il Presidente della Federazione Italiana Pallavolo, Giuseppe Manfredi, hanno consegnato al Presidente della Repubblica una maglia della Nazionale di volley e il pallone della finale olimpica vinta contro gli Stati Uniti, mentre Rigivan Ganeshamoorthy gli ha regalato il disco con cui ha conquistato l’oro paralimpico e firmato tre record del mondo.

    “È davvero un grande piacere per me incontrarvi qui – le parole di Mattarella, che ha consegnato una medaglia celebrativa a tutti gli atleti presenti –. Questo incontro intende prolungare la festa dello sport iniziata con la consegna delle bandiere e sviluppata a Parigi. Vorrebbe riprenderne lo spirito coinvolgente ed emozionante che avete bene interpretato e fatto vivere ai Giochi. Complimenti per aver fatto meglio di Tokyo: era difficile. Colpisce che l’Italia abbia raccolto ogni giorno almeno una medaglia. Siamo l’unico Paese con questa caratteristica, è grande motivo di soddisfazione. Di questi successi ci sono stati segni premonitori di carattere sportivo ma anche di altro genere. Si dice che la pioggia porti fortuna: ne abbiamo presa tanta quel 26 luglio. Potremmo fare un bilancio di questi momenti straordinari di sport che abbiamo vissuto: ne risalta l’eccellente stato di salute dello sport italiano. È emersa la qualità delle nostre due squadre. E le soddisfazioni continuano, come ai Mondiali di ciclismo di questi giorni. I quarti posti rappresentano gli atleti che pur senza salire sul podio hanno brillantemente partecipato: è lo spirito olimpico. Sono presenti qui per rappresentare la solidità del nostro movimento sportivo. Le medaglie non sono dovute a singoli campioni isolati, ma a un movimento in salute e in crescita costante, crescita da sostenere in ogni modo. Tutti ricordiamo i momenti entusiasmanti vissuti, i successi rinnovati, i momenti difficili: dico a Gianmarco Tamberi ed Ambra Sabatini che le medaglie le hanno conquistate con la loro generosa partecipazione e l’affetto di tutti. Sarei stato lieto di seguire le vostre gare in presenza: è stato possibile solo per poche, ma vi assicuro che ne ho seguite moltissime in tv. Grazie a tutti: avete vissuto giorni entusiasmanti, un’esperienza che è un grande traguardo raggiunto, ma so quanto vi sia costato. Grazie per il vostro comportamento che ha indotto i ragazzi ad impegnarsi nello sport. Complimenti sinceri a tutti. E adesso Milano Cortina 2026”.

    (fonte: coni.it LEGGI TUTTO

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    Inaugurato a Cagliari l’anno scolastico con le Campionesse Olimpiche: “Abbiamo fatto la storia”

    Si è svolta a Cagliari, ‘Tutti a Scuola’, l’annuale cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico. L’evento, giunto alla XXIV edizione, è stato ospitato dal Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” che ha accolto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e alcune delegazioni di studentesse e studenti, in rappresentanza degli istituti di tutta Italia.

    Alla cerimonia, accompagnati dal Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano Giovanni Malagò e dal Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, hanno partecipato anche alcuni dei campioni olimpici e paralimpici di Parigi 2024. Presenti una rappresentanza delle azzurre dell’Italvolley – composta da Anna Danesi, Paola Egonu, Alessia Orro e Myriam Sylla e guidata dal ct Julio Velasco – e la medaglia d’oro dell’iQFOil (vela) Marta Maggetti. Poi i protagonisti dei Giochi Paralimpici Alberto Amodeo(nuoto), Monica Boggioni (nuoto), Martina Caironi (atletica) e Matteo Parenzan (tennistavolo).

    Il Presidente Malagò, ripercorrendo idealmente i trionfi del movimento nella magica estate parigina, ha indicato la chiave di lettura vincente: “Sono stati tre anni eccezionali. Dopo Tokyo, a Parigi abbiamo confermato risultati entusiasmanti. Queste ragazze sono un modello di riferimento per i bambini, sono eroi moderni. Lo sport sta entrando sempre di più nella vita del nostro Paese come cultura e in modo multidisciplinare”.

    Entusiaste le campionesse di pallavolo: “La medaglia d’oro è sempre stata il nostro sogno. Ci siamo allenate per questo e a Parigi ci siamo concentrate partita dopo partita fino al trionfo. Abbiamo fatto la storia e siamo grate dell’opportunità che ci è stata data. Non sempre si vince, l’importante è l’impegno che ci mettiamo. Ogni volta che si cade bisogna rialzarsi: noi lo abbiamo fatto tante volte”. Illuminante come sempre il ct Velasco: “Noi allenatori siamo come insegnanti. Stare con i giovani è un privilegio straordinario. Fare quello che ci piace è un altro privilegio. Oggi ci sono tanti esempi positivi, ma io noto che spesso tendiamo a giudicare i giovani. Per lavorare con i giovani la prima cosa da fare è credere in loro e cercare che diventino autorevoli e autonomi”.

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Azzurre d’oro, un mese dopo: aneddoti, ricordi, emozioni, parla la famiglia Danesi

    L’11 agosto la Nazionale femminile ha conquistato il primo oro olimpico della storia della pallavolo italiana. Una giornata memorabile, una finale che ha appassionato l’Italia intera, una squadra che ha fatto innamorare chiunque di sé ma anche di questo sport.

    A un mese esatto di distanza noi di VolleyNews abbiamo pensato di celebrare ancora quella impresa e vivere ancora quelle emozioni. Abbiamo pensato di farlo, però, da un punto di vista diverso: il racconto di una famiglia, quella del capitano azzurro Anna Danesi.

    Come molti, forse tutti gli altri parenti delle giocatrici azzurre, papà Giuliano, mamma Marta e Federica, la sorella maggiore di Anna, per scaramanzia aspettano a fare i biglietti per Parigi fino ai quarti. Battuta la Serbia prenotano tutto la sera stessa. Per la semifinale contro la Turchia vogliono essere vicini ad Anna ad ogni costo. I genitori si imbarcano da Milano, volo Air France. Federica, più grande di cinque anni, parte da Copenhagen, dove vive con il marito norvegese e il figlio, ma le cancellano il volo. Non sarà questo a fermarla, prende quello successivo e parte due ore dopo per poi incontrare i genitori a Parigi in albergo.

    “Fortunatamente ne abbiamo trovato uno vicino al palazzetto – ci racconta Federica – Mamma e papà non stavano nella pelle, siamo arrivati ai cancelli con così largo anticipo che era ancora tutto chiuso. Una volta entrati ci siamo dovuti dividere: io e mamma da una parte, insieme alla sorella di Alessia Orro, la mamma e il fratello di Charly Cambi e la mamma di Kate Antropova. Il mio papà dalla parte opposta con il fidanzato di Anna“.

    “Quando le ragazze sono entrate in campo per il riscaldamento ci siamo sbracciate per farci vedere da Anna, volevamo che sapesse che fossimo lì con lei. Se non ci avesse visti avrebbe potuto preoccuparsi pensando che qualcosa nel viaggio fosse andato storto e questo non doveva accadere. I nostri sguardi si sono incrociati subito, ora la sua e la nostra partita poteva iniziare”.

    (foto famiglia Danesi per VolleyNews.it)

    “Durante la semifinale con le altre famiglie non ci siamo detti molto, bastavano gli sguardi, guardarsi negli occhi per capire che tutti stavamo provando le stesse emozioni. Poi alla fine della partita ci siamo abbracci tutti e siamo scoppiati tutti a piangere. Quel momento è stato bellissimo – spiega ancora Federica Danesi –. A noi non importava del risultato, noi dovevamo essere lì per Anna e supportarla sia nella vittoria che nella sconfitta“.

    “Dopo la partita tutte le famiglie si sono ritrovate e ricongiunte in una sorta di ‘family aerea’ e anche lì è stato molto emozionante perché aspettavamo che le ragazze uscissero dagli spogliatoi per salutarci ed è stato bello vedere la gioia di Anna così come di tutte le altre. Anche lì lacrime a secchiate… Ricordo d’aver visto la sorella di Orro in altre occasioni, ma non ci conoscevamo benissimo, quel giorno invece non so quante volte ci siamo abbracciate. Condividere tutto questo con lei e le altre famiglie è un qualcosa che non dimenticheremo mai“.

    L’abbraccio tra le sorelle Danesi al termine della semifinale olimpica (foto famiglia Danesi per VolleyNews.it)

    È giovedì 8 agosto, alla finale olimpica mancano meno di tre giorni. La famiglia Danesi riesce a incontrare Anna nell’hotel della nazionale il giorno dopo per un altro veloce saluto. Di pallavolo non si parla, questa è la regola tra loro. Si parla però di Parigi, dell’atmosfera olimpica.

    “In quei giorni davanti ai miei occhi ho visto la pace del mondo, e il mondo in pace – ci racconta papà Giuliano – . Una città bloccata, traffico assente, dove tutti erano liberi di circolare, serenamente. A Parigi in quei giorni abbiamo incontrato persone di qualunque nazionalità, persone felici di stare insieme, ognuno sempre con indosso una maglietta, un cappellino, un qualcosa che identificasse il suo Paese. Una festa di colori, di emozioni, di sorrisi. Immagini che porterò sempre con me. Non so perché ma avevo portato con me una maglietta con la scritta Pace ricevuta una volta ad una partita a Monza. Sono stato fiero e felice di indossarla per le vie di Parigi”.

    Federica, Marta, Giuliano Danesi (foto famiglia Danesi per VolleyNews.it)

    Federica, invece, tra venerdì e sabato racconta di aver visto più gare che poteva, di qualsiasi sport, compresa la finale per il bronzo tra Turchia e Brasile giocata sabato 10. “L’Olimpiade è davvero qualcosa di unico, per me è stata un’esperienza così forte che la prossima volta che i Giochi si disputeranno in Europa farò di tutto per andarci con mio marito e mio figlio”.

    Insomma, tra la semifinale e la finale i Danesi cercano di distrarsi in tutti i modi, facendo anche i turisti, ma poi le ore passano, passano quei due giorni e arriva la finale per l’oro.

    Giuliano, Federica e Marta Danesi (foto famiglia Danesi per VolleyNews.it)

    “Io – ammette papà Danesi – non sono scaramantico, però questa ve la devo raccontare. In semifinale avevo la maglietta che prima delle Olimpiadi il Comune di Roncadelle, il nostro paesino, aveva regalato ai suoi tre atleti. La mattina della finale mi son detto: qua non c’è bisogno di essere scaramantici, queste cose non funzionano. Alla fine però – ride, ndr – mi sono rivestito di tutto punto esattamente con le stesse cose che avevo indossato alla semifinale”.

    “Il giorno prima, passeggiando in centro, siamo capitati davanti a una vetrina che esponeva tutte e tre le medaglie. Mi son detto, male che vada è argento, va bene lo stesso. Poi però ho fissato intensamente la medaglia d’oro. Lì per lì non ci diedi troppa importanza, ma ora, a distanza di un mese, quel ricordo ce l’ho stampato in mente come se fosse ieri”.

    (foto famiglia Danesi per VolleyNews.it)

    Se per la semifinale i Danesi si erano presentati ai cancelli due ore prima, questa volta per la finale hanno pensato bene di farlo… tre ore prima. Una volta dentro riescono a sedersi tutti e tre uno vicino all’altro. “Io alle partite non sono molto partecipativo, mi isolo, mi chiudo in me stesso, i miei occhi sono solo sul campo. Mia moglie e mia figlia invece…” Loro invece il tifo lo fanno eccome, insieme a tutte le altre famiglie. Domenica 11 agosto, poi, gli riesce benissimo perché non c’è da soffrire, c’è solo da gioire dal primo all’ultimo punto.

    “Tra di noi, e con le altre famiglie, ci guardavamo increduli – racconta ancora Federica –. Sta succedendo davvero, stanno vincendo. Vorrei spiegare a parole cosa stavamo provando tutti ma è una cosa impossibile. Caduta l’ultima palla ho preso per mano mamma e papà, ci siamo fatti largo tra la gente e ci siamo fiondati a bordo campo. Anna è corsa da noi gridando ‘ho vinto, ho vinto’. Ci siamo abbracci tutti insieme e siamo scoppiati a piangere. Non ricordo se ci siamo detti altro, ricordo solo quel lungo abbraccio e lo ricorderò per sempre”.

    foto Fipav/Tarantini

    Se Anna Danesi gioca a pallavolo la ‘colpa’, per così dire, è proprio di sua sorella Federica. Lei, che era più grande, ha iniziato prima a giocare e quando Anna era solo una bambina giocavano insieme nel vialetto di casa. Lì è cominciata la storia di Anna. Due righe tracciate a terra con un gessetto, una corda tesa tra due ringhiere, Federica da una parte, Anna e papà Giuliano dall’altra.

    “Ricordo – racconta ancora Federica – che la prima volta che è andata via di casa, aveva 14 anni, scrivemmo tra di noi un contratto. Nel contratto c’era scritto che se un giorno fosse diventata una giocatrice di Serie A mi avrebbe regalato un pomeriggio di shopping nel quadrilatero della moda a Milano. Ancora non l’ha fatto con la scusa che quel contratto non si trova più, ma per me è a casa e prima o poi lo trovo…”.

    Federica Piccinini ai tempi della Foppapedretti Bergamo con una giovanissima Anna Danesi (foto famiglia Danesi per VolleyNews.it)

    La nostra chiacchierata ‘in famiglia’ si conclude così con i ricordi di papà Giuliano. Ricordi, momenti, emozioni che a Parigi, mentre la sua Anna diventava campionessa olimpica, gli sono tornati tutti alla mente, come un film.

    “Anna e Federica hanno sempre vissuto con noi, i momenti di lontananza sono stati davvero pochi. Pensi che anche la scuola media è a pochi metri da casa nostra, così vicina che io potevo vederle in classe dalla finestra e loro vedevano noi quando uscivamo. Poi nel giro di un anno Anna va via per giocare a Orano e Federica in Erasmus. Anna però aveva solo 14 anni e per me e sua mamma non fu affatto facile. Quando poi iniziò ad essere chiamata per le selezioni regionali, una volta in un palazzetto mi fermai a guadare un poster della nazionale. Mi si avvicinò un dirigente e mi disse: preparati perché la tua Anna la perderai. Loro avevano già capito la carriera che avrebbe fatto, ma per noi era la nostra bambina. La gente non immagina quanti sacrifici fanno queste ragazze e le loro famiglie. Le sensazioni di quel distacco le sento vive ancora oggi. Ora d’estate ha solo 15 giorni di vacanza e quando viene a casa per noi è sempre una festa”.

    foto Fipav/Tarantini

    “Tante di queste giocatrici della nazionale noi le abbiamo conosciute che erano solo delle bambine e tante di loro devono tutto a Giuseppe Bosetti. Mi piacerebbe vedere una partita della nazionale insieme a lui oggi per sentire cosa dice”.

    “A Orano Anna ha diviso la stanza con Myriam Sylla per tre anni, io e il suo papà ci davamo appuntamento al casello sulla bergamasca quando andavamo a prenderle e le riportavamo. Vederle ora con quella medaglia al collo è un qualcosa che ci rende felici per loro, ripeto per i tanti sacrifici che hanno dovuto fare per arrivare sin qui. E noi con loro. Questa vittoria devo dire che se la sono meritata proprio tutta. Questa era una squadra che aveva una fame di vittoria enorme, credo che il segreto sia stato Velasco e la sua bravura di tirarla fuori e canalizzarla poi in campo nel modo giusto”.

    Giuliano Danesi con Julio Velasco (foto famiglia Danesi per VolleyNews.it)

    “Ho solo un rimpianto – conclude il signor Giuliano – Avrei voluto che anche i nonni vivessero questa avventura, purtroppo ci hanno lasciato prima. Mio suocero, nonno Piero, quando Anna vinceva correva a raccontarlo a tutto il paese. Mia madre, nonna Gina, invece, soffriva sempre in silenzio davanti alla Tv. Le nostre lacrime di gioia, quelle di Anna, sono anche per loro”.

    Ora la commozione e le emozioni della famiglia Danesi sono diventate anche le nostre. Grazie alla loro testimonianza abbiamo capito, davvero, che la vittoria e la sconfitta per uno sportivo sono solo risultati, ma dietro c’è molto, molto altro. Ancora grazie a questa squadra, dalla prima all’ultima giocatrice. È passato un mese, eppure sembra oggi. Impossibile dimenticarlo. Impossibile dimenticarle.

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    Danesi: “Il Qui e Ora è stato il nostro mantra per tutta l’Olimpiade”

    È una Italia che ha demolito tutte le sue avversarie a questi Giochi di Parigi 2024, un gruppo straordinario capitanato da una ragazza straordinaria: Anna Danesi, nostra regina del muro.

    “Sono felice perché oggi abbiamo scritto la storia della pallavolo in Italia; lavoriamo tutte insieme per questa medaglia dal 2018 con questo gruppo e oggi abbiamo realizzato il nostro grande sogno. Il QUI E ORA è stato il nostro mantra per tutta l’Olimpiade ed è qualcosa che probabilmente non riesco a descrivere in questo momento perché mi voglio godere tutte le emozioni che mi stanno arrivando addosso da finita la partita. La giornata odierna è un qualcosa che probabilmente ci porteremo dentro per tutta la vita. Voglio godermi tutto di questa giornata fantastica, mi ritengo davvero una persona fortunata”.

    Come se già non bastasse vederle l’ sul gradino più alto del podio, con l’Inno di mameli cantato a squarciagola da tutti, anche da casa, ad aggiungere commozione alla commozione ha contribuito pesantemente anche un gesto di una poesia sportiva disarmante: Anna Danesi e Myriam Sylla che si scambiano le medaglie, mettendole una al collo dell’altra, in lacrime. E noi in lacrime con loro.

    “Io e Myriam siamo all’esatto opposto. Io sono molto tranquilla e pacata, lei è costantemente in modalità Sylla, sempre a 3000. In questo ci compensiamo” ride. Una delle immagini di questa Olimpiade che non dimenticheremo mai.

    (fonte: FIPAV) LEGGI TUTTO

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    Parigi 2024: Egonu MVP, premi individuali anche a Orro, Sylla, De Gennaro e Danesi

    La storia è stata scritta: le Azzurre hanno vinto la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, battuti gli Stati Uniti 3-0 (25-18, 25-20, 25-17). Un’impresa mai riuscita prima ad alcuna squadra azzurra del volley (per la nazionale femminile si tratta della settima partecipazione ai Giochi).

    Alla fine sono anche ben sei premi individuali su otto che le azzurre si portano a casa. Paola Egonu eletta MVP e miglior opposto: 110 punti in totale, 22 in finale, 7 ace totali (migliore dell’intero torneo). E ancora Orro miglior palleggiatrice, Sylla miglior schiacciatrice, Danesi miglior centrale, l’eterna De Gennaro miglio libero.

    PREMI INDIVIDUALI TORNEO OLIMPICO FEMMINILE

    MVP: Paola Egonu (Italia)Miglior palleggiatrice: Alessia Orro (Italia)Miglior opposto: Paola Egonu (Italia)Migliori schiacciatrici: Myriam Sylla (Italia) e Gabi (Brasile)Migliori centrali: Anna Danesi (Italia) e Chiaka Ogbogu (USA)Miglior Libero: Monica De Gennaro (Italia)

    Di Redazione LEGGI TUTTO