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    Quanti azzurri “d’oro” alla Scala di Milano per la Giornata della Ricerca

    Di Redazione La pallavolo protagonista nella Giornata della Ricerca 2021 istituita dalla Regione Lombardia e dedicata alla memoria di Umberto Veronesi per valorizzare il contributo della conoscenza scientifica e tecnologica al progresso economico-sociale e al miglioramento della qualità della vita.Questa mattina, al Teatro alla Scala di Milano, sono stati celebrati infatti anche le atlete e gli atleti azzurri, Anna Danesi, Beatrice Parrocchiale, Paolo Porro, Francesco Recine, Gianluca Galassi e Filippo Federici che quest’anno con le rispettive nazionali hanno raggiunto importanti traguardi sportivi e che con le loro storie hanno ispirato i giovani e gli studenti delle scuole superiori di secondo grado presenti in Teatro. LEGGI TUTTO

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    Anna Danesi lancia la sfida all’Imoco: “Anche la Serbia era strafavorita…”

    Di Paolo Cozzi È stata una delle grandi protagoniste dell’estate azzurra, che l’ha vista in prima fila sia nella sfortunata campagna olimpica sia nella cavalcata trionfale ai Campionati Europei, e adesso si appresta ad essere uno dei fari di quella Vero Volley Monza che sembra finalmente pronta per scalare l’ultimo scalino e provare a raggiungere la Finale Scudetto. Anna Danesi, centrale e volto di punta della squadra lombarda, si è raccontata in esclusiva ai nostri microfoni. Prima di guardare al futuro, facciamo un passo indietro e ripensiamo al post-Olimpiade e alla cavalcata trionfale degli Europei… “Siamo state… mooooolto brave, perché alla fine dopo la grande delusione, una grande batosta, ci siamo rialzate subito. Tutti pensano che dopo Tokyo abbiamo avuto grandi confronti, in realtà non è che ci siamo parlate moltissimo… alla fine ci saremo parlate una volta, non ricordo neanche bene quando, direi dopo il primo girone degli Europei. Il resto lo abbiamo fatto in campo, dove conta davvero. Siamo state davvero brave a rialzarci subito e ad incanalare la rabbia agonistica e la pressione mediatica nella giusta direzione“. Foto CEV Quanto vi ha spronato tutta la polemica post-Olimpiade? Mi riferisco ovviamente a quella sull’eccessivo utilizzo dei social. “Tanto, tantissimo. Quando una persona viene punta nell’orgoglio, o si affossa ancora di più oppure reagisce e non permette a nessuno di trattarla così. E noi in questo ci siamo ritrovate per orgoglio personale. Ci siamo dette: siamo comunque le ragazze che hanno vinto l’argento mondiale e il bronzo l’anno prima, non è che siamo ‘sbarellate’ al punto da non sapere più giocare a pallavolo… e infatti poi l’abbiamo dimostrato, soprattutto in finale. Eravamo davvero stufe per le critiche, fin troppo pesanti, e siamo state brave a reagire e a non farci affossare“. E pensando proprio alla finale, non eravate preoccupate di avere davanti la vostra bestia nera? “In realtà pensavamo invece che fosse il momento giusto per sfatare il tabù, davanti a tutti quei serbi. Ne avevamo le scatole piene di quella serie di sconfitte. C’era nell’aria la possibilità di vincere, alla fine loro ci hanno sempre battuto, ma secondo me più forti di noi non lo sono, detto sinceramente. Forse avremo avuto paura di loro inconsciamente, ma a questo giro sapevamo che era ora di dire basta. La differenza secondo me è stata che da loro Boskovic, su cui si basa interamente il loro gioco, è arrivata in finale cotta, mentre noi per tutti gli Europei abbiamo giocato sempre in 7, crescendo partita dopo partita“. Foto CEV Restando agli Europei, tu sei entrata di prepotenza nell’immaginario dei tifosi come Miss Muro per una “fossa” verticale a Boskovic in finale. Ti ci ritrovi? La sensazione è che tu ti senta molto a tuo agio anche in attacco, grazie ad un braccio velocissimo. “Infatti non mi piace quando me lo dicono, lo dicevano anche a Giulia Pisani e le lascio volentieri il soprannome di Miss Murone! Per carità, il muro mi piace, ma forse è il fondamentale che mi riesce meno; quest’anno in attacco sono cresciuta molto, ho cambiato il mio tipo di stacco e riesco a sfruttare meglio il mio braccio veloce. Perciò sì, mi piace essere ricordata per quel muro, però un centrale non deve solo murare e io so che in attacco posso dare molto alla mia squadra. Vorrei diventare un punto di riferimento importante sia in attacco, sia a muro“. In cosa pensi di avere ancora margini di miglioramento e dove ti concentrerai maggiormente per migliorarti ancora? “Secondo me ancora faccio fatica a valutare la traiettoria della ricezione, molte volte mi infilo sotto la palla per anticipare e di conseguenza non ho tutti gli angoli che vorrei da poter utilizzare. Su questo ho margini di miglioramento, devo stare attenta a non schiacciarmi troppo a rete nel tentativo di arrivare veloce“. Foto Vero Volley Monza Guardando al fondamentale del muro, la sensazione è invece che ai centrali sia richiesta sempre più fisicità, che si stia andando in una direzione molto simile al maschile. Che ne pensi? “Sicuramente la palla negli ultimi anni sta viaggiando ad una velocità maggiore, gli attaccanti laterali non giocano più palle morbide ma palle molto tese e veloci. Secondo il mio punto di vista anche nel femminile le partite si vincono con muro e difesa. L’abbiamo visto anche quest’anno, è facile dire che le partite si vincono con l’attacco, ma io trovo che quando una squadra ti tocca a muro e ti difende ti innervosisce un sacco, e direi che il muro sta diventando sempre più importante. Forse ancora non è tanto allenato nel femminile, ma anche solo l’aiuto dei laterali è diventato fondamentale nelle strategie di squadra. Fino a qualche anno fa si giocava uno contro uno e… ciaone! Adesso se i laterali non stanno stretti e ti danno una mano sul gioco centrale si fa fatica“. Quindi tanto lavoro fisico, ma anche mentale? “L’ho detto spesso negli ultimi anni: se finisco una partita devo finirla stanca di testa, perché sono stata dentro la partita a capire il palleggiatore avversario, cosa pensa, come ha preparato la partita, quale strategia vuole usare, e questo richiede tante energie. Gioco molto a lettura perché fisicamente riesco ad arrivare a raddoppiare su quasi ogni tipo di palla, però questo richiede davvero un gran dispendio di energia“. Foto Vero Volley Monza Guardando al presente, a Monza e al campionato che sta per iniziare, come la vedi? Ormai sei al terzo anno monzese, ti senti pronta per sfidare la tua ex squadra Conegliano? “L’obiettivo è quello di arrivare fino in fondo, non fermarci in semifinale. Siamo un ottimo gruppo con tanta voglia di lavorare, raramente ho visto un gruppo con una voglia così importante di stare in palestra. Adesso ovviamente non siamo ancora pronte per mettere in difficoltà Conegliano e Novara, ma stiamo lavorando per esserlo. Sono molto curiosa di vedere durante l’anno come andrà, loro sono ancora una volta strafavorite, ma anche la Serbia era strafavorita… Lo sport è bello perché è fatto anche da sorprese!“. In chiusura di intervista, quale Anna Danesi servirà a questa Monza per sognare in grande? Con quale percentuale di attacco vuoi chiudere la stagione? “Sicuramente una Anna forte a muro e decisa in attacco. Quest’estate sono cresciuta tanto ma posso migliorarmi ancora. L’anno scorso ero sul 50%… quest’anno vorrei avvicinarmi al 53-55% ed essere presente nei momenti importanti della stagione. Con Alessia (Orro, n.d.r.) il feeling è ottimo, ce la possiamo fare!“. LEGGI TUTTO

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    Anna Danesi e Thomas Beretta sono i capitani delle squadre Vero Volley

    Di Redazione Una conferma e una grande novità: sono Thomas Beretta e Anna Danesi i capitani delle due squadre della Vero Volley Monza per la prossima stagione in Superlega maschile e Serie A1 femminile. Per Beretta si tratta di una conferma: il centrale classe 1990 ricopre infatti questo ruolo già della stagione 2018-2019. Nella sua carriera anche una militanza in nazionale ricca di risultati importanti, tra cui l’argento agli Europei 2013, il bronzo alla World League 2013 e il terzo posto alla Grand Championship Cup dello stesso anno. Foto Vero Volley Monza E la maglia azzurra è ovviamente anche il fiore all’occhiello di Anna Danesi, centrale classe 1996 fresca del titolo di campione d’Europa con la nazionale; nel suo palmares ci sono anche l’argento mondiale del 2018 e, a livello di club, due scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppe Italiane e la CEV Cup vinta lo scorso anno proprio con Monza. A lei spetterà il compito di sostituire la collega di ruolo Laura Heyrman, passata all’Eczacibasi. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Monza riabbraccia la campionessa Anna Danesi. E Stysiak si mette al lavoro

    Di Redazione Doppio benvenuto in due giorni all’Arena di Monza: nel primo caso si tratta di un graditissimo ritorno, quello di Anna Danesi, rientrata nel suo palazzetto da campionessa d’Europa dopo la grande impresa di Belgrado. In attesa di riprendere gli allenamenti, la centrale bresciana ha salutato le compagne di squadra e lo staff della Vero Volley Monza, mettendosi a disposizione per le foto di rito. Foto Vero Volley Monza Oggi, invece, è stata la volta di Magdalena Stysiak: l’opposta polacca, arrivata quest’anno a Monza dopo l’esperienza a Scandicci, ha già ricominciato il lavoro in sala pesi. (fonte: Facebook Vero Volley Monza) LEGGI TUTTO

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    Danesi: “Nella medaglia c’è tanto. Solo ad alta voce realizzo, sono Campionessa Europea”

    Di Redazione Un primo posto raggiunto avendo battuto le Campionesse del Mondo, un primo posto conquistato dopo una cocente delusione ai Giochi Olimpici. Anna Danesi ancora stenta a credere che sia successo davvero e che, ora, al suo collo ci sia una medaglia d’oro. “Sinceramente, un po’ per come erano andate sin lì le cose neppure noi ci aspettava­mo una prestazione del genere. Ma già dal primo set ho capito che qualcosa di bello stava succedendo; in fondo però, è proprio questo che succede quando l’Italia gioca bene, anche se dall’altra parte della rete ci sono le campionesse del mondo” dichiara al Giornale di Brescia. La centrale bresciana, in forza al Vero Volley Monza, tira le fila di un percorso che l’ha vista protagonista, soprattutto dopo l’infortunio della compagna Fahr: “In questa medaglia c’è tanto: c’è la rivincita su Tokyo che non cancella completamente quella delusione, ma certo aiuta. Allora eravamo partite con l’obiettivo di fare bene: non è andata, eravamo noi le prime ad essere deluse, e non ci meritavamo tutto quello che ci è stato rovesciato addosso, che ci ha fatto davvero male. Adesso, dopo l’argento mondiale, dopo il bronzo europeo, e dopo solo un mese dall’eliminazione ai Giochi ci siamo prese questo oro: siamo sempre noi e siamo forti”. “E’ anche grazie alla voce affievolitasi dagli spalti che ho capito che qualcosa stava accadendo. Poi, nel quarto set, noi giocavamo bene, loro faticavano. Boskovic non passava più e, sul 15-­6, ho visto gli occhi delle mie compagne in panchina, stavano già piangendo. Lì mi sono detta “sta succedendo davvero?” “Forse dirlo ad alta voce aiuta: sono campionessa d’Europa” chiosa Danesi. LEGGI TUTTO

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    Le pagelle degli Europei: Danesi al top, ma il vero MVP è Mazzanti

    Di Alessandro Garotta Era la stessa estate, erano le stesse squadre, ma è stata tutta un’altra partita. A Belgrado, davanti a oltre 20.000 spettatori, l’Italia ha battuto la Serbia: la nazionale di Davide Mazzanti si è laureata campione d’Europa superando per 3-1 la squadra che aveva sconfitto le azzurre appena un mese fa ai quarti delle Olimpiadi. Era finita fra le lacrime a Tokyo per le ragazze che ora festeggiano il titolo. Una vittoria, figlia del gruppo, che non può essere una compensazione per la delusione olimpica. È invece il primo mattone di una ricostruzione, una ripartenza per una squadra che in questi Europei ha ritrovato una fame e una lucidità che qualche settimana fa sembrano perdute.  Ma veniamo alle pagelle delle singole giocatrici, tenendo conto di tutto il percorso delle azzurre in questa rassegna continentale. Alessia Orro voto 7,5. La sua distribuzione del gioco si adatta perfettamente alle diverse circostanze proposte dal match: quando può utilizzare i centrali lo fa con regolarità; quando la ricezione la fa correre o nei momenti caldi si appoggia alle bocche da fuoco, che tirano la carretta senza preoccuparsi più di tanto. In tutto il torneo si vede anche qualche bella difesa, che caratterizza da sempre le sue prestazioni, e al servizio è affidabile: 6 ace a fronte di 12 errori. Peccato solo per i cali in avvio di terzo set nelle ultime due partite.  Foto CEV Ofelia Malinov voto 7. Sono poche le occasioni in cui Davide Mazzanti deve ricorrere all’alternanza tra le due palleggiatrici. Quando però viene chiamata in causa agli ottavi contro in Belgio e nella finale contro la Serbia, Malinov prende per mano la squadra trovando la chiave che svolta definitivamente queste sfide.  Paola Egonu voto 8. Non è il suo miglior torneo in carriera in termini di statistiche (193 punti con il 49,5% in attacco, 22 ace, 24 blocks, ma anche 67 errori complessivi). Eppure, c’è un motivo per il quale il numero 18 azzurro fa proprio il premio MVP ed è molto semplice: quando la squadra ha bisogno di portare a casa qualche punto importante ci pensa lei, o con il servizio o in attacco. Non importa la qualità della ricezione, la velocità dell’alzata, la posizione da cui attacca, né la possibilità di eseguire o meno la rincorsa. Il risultato è quasi sempre un colpo vincente che passa sopra o al fianco del muro. Non importa neppure la composizione del muro, perché Egonu sa trovare degli angoli indifendibili per potenza e precisione. E probabilmente, dopo i 29 punti della finale, avrà anche la targa da “nemico pubblico numero uno” in qualche piazza serba, da Belgrado a Niš. Foto CEV Elena Pietrini voto 8. Aspettavamo con una certa impazienza la fase ad eliminazione diretta, quale affidabile cartina tornasole per capire la consistenza reale della sua crescita esponenziale, registrata quest’estate. Il campo dà tutte le conferme del caso, non c’è che dire: potenza e tecnica, unite in un’atleta che non perde mai il sorriso quando è in campo, nemmeno nei momenti in cui la tensione è più alta. In attacco sa estrarre dal cilindro bordate sul muro, diagonali stretti, pallonetti e palle piazzate, un intero campionario da banda di livello assoluto (135 punti, il 51,1% in fase offensiva e 9 ace). In ricezione se la cava abbastanza bene (26,2% di perfetta), non perdendo mai lucidità.  Miriam Sylla voto 8. In partite ad alto quoziente di difficoltà come quella di sabato sera non possono mancare qualità tecniche e nervi saldi. Il capitano azzurro dimostra di possedere entrambe le doti mettendo in campo una prova a tutto tondo contro la Serbia. Più che il 54% in attacco, comunque non disprezzabile in una gara con tante azioni lunghe, vanno evidenziati il peso specifico dei suoi 20 punti (con 3 muri e 2 ace), il 54% in ricezione positiva, ma soprattutto la capacità di rispondere sul campo a qualche frettolosa critica, ricevuta dopo una fase a gironi tra alti e bassi. Chiude il torneo con 90 punti, il 42,6% in attacco e il 26,1% di ricezione perfetta (27 errori nei primi tocchi). Foto CEV Alessia Gennari voto 6,5. Ogni volta che entra per il giro dietro o nei (pochi) momenti di appannamento delle schiacciatrici titolari, alza il livello della squadra in ricezione e dà più equilibrio.  Anna Danesi voto 8,5. Essere una buona centrale è possibile, senza dubbio. Essere considerata un’ottima centrale, o di livello mondiale, sembra una sfida un po’ più complessa. Non per Anna, che si conferma autentica protagonista sottorete con una notevole varietà di colpi, destreggiandosi benissimo in primo tempo (56,7% in fase offensiva) e risultando granitica a muro con 23 stampate a referto. Da applausi la sua prova straripante in semifinale: mette a referto 17 punti, imbrigliando completamente le attaccanti olandesi.  Foto CEV Cristina Chirichella voto 7. La centrale partenopea è brava a mettere in campo tanta sostanza e le sue prestazioni sono di grande spessore tecnico. Presente a muro, precisa in attacco (47,7% di efficienza), puntuale sulle fast dove sciorina tutta la sua velocità, riesce a firmare 59 punti complessivi e a tirare fuori tutta la sua “cazzimma”. Non è però decisiva fino in fondo: contro la Serbia appare un po’ sottotono nelle prime due frazioni, sbagliando palloni che di solito andavano giù da soli.  Monica De Gennaro voto 8. Le schiacciate delle nostre bocche da fuoco sono certamente spettacolari ed efficaci. Ma nel trionfo dell’Italia sono altrettanto fondamentali le difese e le ricezioni perfette (47,7%) della numero 10. Acrobata senza paura, capace di leggere il gioco e rispondere alle bordate che arrivano dall’altra parte della rete, ma all’occorrenza anche regalare alzate precise. Per le sue compagne di squadra è indispensabile avere a fianco una giocatrice che trasmette una tale sicurezza: non a caso è il miglior libero al mondo.  Foto CEV Beatrice Parrocchiale voto 6,5. In campo per dare maggiore solidità alla seconda linea in qualche scambio, si fa trovare sempre pronta. Sarah Fahr voto 6,5. La sua uscita di scena così prematura, per il grave infortunio durante il match Italia-Croazia, le impedisce di dare senso compiuto al suo Europeo e quindi di renderla pienamente giudicabile. Comunque, nelle tre partite giocate, la centrale azzurra garantisce un buon rendimento complessivo. Pur trovandosi opposta a blocks non proprio temibili, in attacco è concreta e abile a sfruttare la propria velocità; anche a muro tocca tanti palloni e va a segno per 4 volte, mentre in battuta chiude con 2 ace e 5 errori.  Silvia Nwakalor, Sofia D’Odorico, Sara Bonifacio, Alessia Mazzaro s.v. Foto CEV Davide Mazzanti voto 9. Anche quando le certezze sembravano essersi dissolte dopo la delusione olimpica e gli infortuni occorsi a Bosetti e Fahr, il CT non ha mai smesso di credere nelle qualità delle sue giocatrici. Un gruppo che in questi anni ha guidato, plasmato, responsabilizzato e a cui lasciato libertà di espressione. Dunque enormi complimenti a Mazzanti: la vittoria agli Europei porta davvero la sua firma. LEGGI TUTTO

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    Ofelia Malinov: “Da oggi in poi ci aspettano solo sfide toste”

    Di Redazione Contro un Belgio dimezzato ma comunque combattivo, l’Italia mostra a tratti i muscoli e riesce a conquistare l’obiettivo dei quarti di finale dei Campionati Europei. Con il contributo importante di Ofelia Malinov, entrata al posto di Alessia Orro nel secondo set e poi rimasta in campo fino al termine. “Siamo contente – dice la palleggiatrice azzurra – innanzitutto per aver fatto un altro passo in avanti in questo Europeo. Penso che da oggi in avanti ci attendano solo sfide toste“. “Anche il Belgio – ricorda Malinov – questa sera ha dimostrato che quando ha giocato ha saputo metterci in difficoltà. Mi riferisco a quando ha iniziato a difendere e a rigiocare qualche palla in più. Penso che siamo state brave a ritrovare il nostro gioco e a non concedere loro più niente. Si è visto che eravamo in campo pensando a noi e a tenere l’avversario sotto, quando riusciamo a farlo il nostro valore esce ancora di più“. “Non dobbiamo sottovalutare nessun avversario – conclude la regista – perché in una competizione di questo tipo man mano che vai avanti incontri tutte formazioni che hanno fatto qualcosa per meritarsi il passaggio del turno. Se riusciremo a entrate in campo cercando di divertirci e di esprimere il meglio di noi il resto verrà da sé“. Anche Anna Danesi è soddisfatta: “Quella di oggi è stata una bella partita perché ci siamo finalmente divertite in campo, nonostante il secondo set perso. Abbiamo perso un po’ di concentrazione, ma capita anche alle altre squadre di perdere dei set, siamo comunque riuscite a raggiungere i quarti e questo deve renderci felici“. “Personalmente – prosegue la centrale – non ho vissuto un’emozione speciale, siamo abituate a match dentro-fuori. Questa sera probabilmente, oltre a divertirci di più, eravamo anche più tranquille rispetto alle altre volte. Nelle prossime partite mi aspetto squadre ancora più forti, aspettiamo di scoprire chi incontreremo ai quarti, ma dovremo prima di tutto rimanere concentrate su di noi e su quello che facciamo“. LEGGI TUTTO

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    Anna Danesi: “Loro hanno difeso tantissimo, noi poco ordinate”

    Di Redazione La nazionale femminile incassa la vittoria contro la Slovacchia ai Campionati Europei e chiude con la consapevolezza di aver giocato una partita tutt’altro che soddisfacente. Lo sa bene Anna Danesi, che pure è stata tra le migliori in campo: “Sono contenta di aver potuto dare il mio contributo questa sera, anche per dare un po’ di respiro a Fahr e alle altre centrali. Nel corso della partita c’è stato un passaggio a vuoto e loro hanno difeso tantissimo, noi a muro siamo state poco ordinate rispetto a quello che sappiamo fare. Contro queste squadre è la fase break diventa difficile“. “Dovremo cercare di lavorare su questo aspetto – continua la centrale – che è quello che ci è mancato di più in questa partita. Mercoledì incontreremo la Croazia e sappiamo che sarà il big match di questo girone. Domani abbiamo la possibilità di mettere a posto quello che non è andato stasera e studiare le nostre prossime avversarie“. Per Alessia Gennari la soddisfazione personale non manca: “Sono molto contenta di essere tornata un po’ di più in campo, perché era da tanto che non giocavo più una partita ufficiale, soprattutto con la nazionale. Per me è stata una grandissima emozione e sono contenta del risultato“. Poi però arriva l’analisi: “Ci siamo un po’ complicate la vita, soprattutto nel terzo set. Giocare punto a punto, e avere un avversario che ti mette in difficoltà, è un ottimo banco di prova per le partite che verranno“. “Penso ad esempio – continua Gennari – alla prossima, nel corso della quale affronteremo la Croazia che è una squadra che gioca una pallavolo più simile alla nostra. Proprio per questo penso che mercoledì potremo trovaci maggiormente a nostro agio in certe situazioni di gioco. È chiaro che dovremo metterci qualcosa di più, perché con squadre più fisiche e più strutturate rischiamo di fare fatica. Credo però che abbiamo tutti i numeri per poter fare bene”. Il CT Davide Mazzanti riepiloga: “Questa sera ci è ancora mancato il nostro ritmo, perché abbiamo iniziato il primo set con tanti errori. Poi gli errori sono diminuiti perché si sono ridotti i rischi sia in battuta che in attacco. In quel momento loro hanno avuto più spazio per fare le loro cose e lì la partita si è complicata. È venuto fuori un match di fatica, perché abbiamo perso il filo del discorso nel muro-difesa e abbiamo fatto fatica a mettere palla a terra. Nel quarto set, con uno sforzo enorme, ci siamo rimessi lì palla su palla e, anche se non è stata una partita di qualità come ci saremmo aspettati, è stato un match che ci ha allenato a stare lì, a faticare e soffrire. E quest’ultimo è un aspetto che ha dato un valore alla gara di questa sera“. (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO