consigliato per te

  • in

    Gaudenzi: “I tabelloni da 96 su 12 giorni aiutano la salute fisica dei giocatori”. Norman e Wawrinka pensano l’opposto

    Andrea Gaudenzi (foto ATPtour.com)

    Il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi è presente al Masters 1000 di Shanghai, in un’edizione che segna i 25 anni del tennis Pro nella metropoli cinese. Parlando alla stampa (come riportano alcuni portali internazionali), il capo dell’ATP si è detto molto soddisfatto di come il tennis in Asia sia tornato dopo il Covid, con ottimi risultati, e si è anche soffermato sulla prima edizione del 1000 di Shanghai col formato a 96 giocatori e più giorni di partite. A suo dire questo è il miglior format per aiutare la salute dei tennisti.
    “Dal punto di vista della salute fisica e mentale dei giocatori, penso che avere un tabellone da 96 giocatori che si disputa nell’arco di 12 giorni sia una situazione assai migliore rispetto al dover giocare sei partite in sette giorni consecutivi come nel classico tabellone di una settimana, perché è lì che nascono davvero gli infortuni. Con questi tornei più lunghi i giocatori possono prendersi un giorno libero tra una partita e l’altra e questo, a lungo termine, diminuisce le possibilità di avere infortuni” afferma Gaudenzi.
    Di parere opposto invece l’ex n.2 al mondo Magnus Norman, che pochi giorni fa – quando uscì la notizia del giorno in più agli Australian Open 2024 – aveva scritto un tweet preoccupato su come il tennis continui a richiedere sempre più ai giocatori. Commento immediatamente re-twittato da Stan Wawrinka. “Masters da 7 a 10 giorni, Slam da 14 a 15 giorni. Il tennis continua ad aggiungere sempre più. 25 anni fa la questione tra i giocatori erano Indian Wells e Miami per quella lunga swing. È preoccupante per la saluta fisica e mentale dei giocatori.”

    Masters 1000 from 7 to 10 days. Grand Slam from 14 to 15 days. Tennis just adds more and more. 25 years ago topic among players were IW and Miami to long of a swing. Worried for players physical and perhaps even more mental health
    — Magnus Norman (@normansweden) October 3, 2023

    Il dibattito sulla stagione troppo lunga continua. Ma forse, più che sul numero delle partite, dovrebbe anche concentrarsi sulla durezza del gioco, ancor più quando tutti i giocatori ormai si lamentano per le condizioni troppo lente e palle così pesanti da procurare molti fastidi a muscoli e tendini. LEGGI TUTTO

  • in

    ATP lancia la gara per ospitare le NextGen Finals dal 2023 al 2027, che quest’anno dovrebbero svolgersi a dicembre

    Jannik Sinner, uno dei campioni delle NextGen Finals

    A.A.A., nuova sede per le NextGen ATP Finals cercasi. L’ATP attraverso il sito istituzionale ha lanciato oggi la gara per determinare la sede futura delle Next Gen ATP Finals per il periodo 2023 – 2027. Infatti nel calendario ufficiale di questa stagione, inizialmente il “master U21” era stato collocato nella stessa settimana delle Finals di Torino, con sede da determinare, poi è stato rimosso totalmente, in attesa di nuove comunicazioni. A meno di non voler fondere i due eventi in un’unica sede, pareva infatti impossibile che le Finals dei migliori 8 giovani in stagione potesse essere disputata in contemporanea al Master ATP. Gaudenzi rispose ad una domanda in merito lo scorso autunno, mentre assisteva all’ATP 250 di Firenze, e il suo pensiero è stato oggi confermato: ci stiamo muovendo, le edizioni a Milano sono state un grande successo, potrebbero restare a Milano ma apriremo un processo per valutare anche alternative in altri paesi che si sono detti interessanti. Detto fatto, proprio oggi l’ATP ha ufficialmente svelato il bando e quindi aperto la corsa per chi volesse organizzare l’evento.
    Sin dalla sua prima edizione targata 2017, le Next Gen ATP Finals si sono svolte a Milano. Otto degli attuali Top 10 hanno gareggiato all’evento, con Carlos Alcaraz, Stefanos Tsitsipas e Jannik Sinner che hanno alzato il trofeo.
    Il torneo non è solo servito come vetrina per i giovani talenti più interessanti ma anche per testare in modo competitivo alcune innovazioni. Molte delle regole e delle tecnologie provate per la prima volta a Milano sono state poi incorporate nel Tour ATP, inclusi i cronometri dei 24 secondi, le chiamate elettroniche in tempo reale e altro ancora. Si vociferava che il sistema di punteggio No-Adv e i set corti potessero essere introdotti a breve, magari in alcuni ATP 250, ma al momento questa è rimasta solo una ipotesi.
    Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP, ha dichiarato al sito ufficiale: “Questo torneo di fine stagione ha creato un percorso verso la celebrità per i giovani talenti nel nostro sport. Promuove l’innovazione e offre ai fan un’opportunità unica di vedere le stelle di domani che si affrontano testa a testa. Milano e la Federazione Italiana Tennis & Padel (FITP) sono partner eccezionali dal 2017. L’evento ha avuto un innegabile impatto sullo sport e ha suscitato un notevole interesse da parte di potenziali future città ospitanti. Siamo entusiasti di intraprendere questo processo di gara internazionale mentre cerchiamo di costruire su quel successo a partire dal 2023”.
    L’ATP ha scelto lo Sport Business Group di Deloitte per gestire il processo di offerta, che inizia oggi. Il torneo di quest’anno dovrebbe svolgersi a dicembre, con le date esatte da stabilire con chi si aggiudicherà i diritti per i prossimi 5 anni. Il comunicato dell’ATP lascia intravedere un’ulteriore possibilità: il processo di offerta offrirà anche l’opportunità affinché il torneo diventi un evento combinato maschile e femminile nel corso del mandato, in collaborazione con WTA. LEGGI TUTTO

  • in

    L’ATP svela il calendario 2024, confermata la struttura di questa stagione

    L’infografica dell’ATP sul lancio del nuovo calendario

    L’ATP ha svelato una bozza ben definita di quella che sarà la stagione 2024. Non molte le variazioni rispetto a quella in corso: si scatterà come sempre a gennaio con la United Cup, chiusura a novembre con le ATP Finals, alla quarta edizione a Torino. Ancora da confermare la sede per le NextGen ATP Finals, mentre la settimana per il torneo Olimpico a Parigi è la n.31, dal 27 luglio, in contemporanea al 500 di Washington. Saranno 5 i Masters 1000 che saranno disputati su 12 giorni: Indian Wells, Miami, Madrid, Roma e Shanghai.
    Al momento oltre alle Finals l’unico torneo in Italia è il Masters 1000 di Roma. Un possibile spazio per un altro evento nel Belpaese potrebbe arrivare in autunno nella settimana 42 (dal 14 ottobre), visto che il 250 di Mosca risulta ancora “sospeso” per i noti fatti bellici, o in aprile (settimana n.16, dal 15 aprile) visto che l’evento 250 di Banja Luka non è stato confermato. In quella settimana primaverile, oltre al 500 di Barcellona e al 250 di Monaco di Baveria, si giocherà un altro 250 su terra battuta in Europa, da stabilire. Possibilità per Napoli o Firenze, dopo l’esperienze del 2022?
    Complessivamente sono previsti 63 tornei in 29 paesi differenti. Ecco gli spostamenti principali e novità del 2024 rispetto alla stagione in corso:
    –  A gennaio, nella prima settimana di tornei, oltre alla United Cup e al 250 di Pune, è previsto anche un altro 250 in Australia, con sede da definire
    –  L’Abierto de Tenis Mifel di Los Cabos (Messico), è spostato da luglio al 19 febbraio, la settimana precedente al 500 di Acapulco. Sarà disputato la stessa settimana del 250 di Doha e del 500 di Rio de Janeiro
    –  Non si giocherà a Banja Luka, resta libera la casella del 14 aprile per un ATP 250 su terra battuta in Europa
    –  Confermati i sei tornei su erba pre-Wimbledon, a cui seguirà il classico appuntamento di Newport
    –  A settembre torna nella disposizione “classica” la leg asiatica: nella settimana n.38 oltre alla Laver Cup (Berlino), si disputano due 250, uno a Zhuhai e l’altro a Chengdu, ai quali seguiranno i tornei 500 di Pechino e Tokyo (che torna in contemporanea all’evento della capitale cinese) e poi il Masters 1000 di Shanghai su 12 giorni
    –  Non confermato il torneo di Tel Aviv, quest’anno il 5 novembre appena prima delle Finals; si giocherà a Stoccolma il 3 novembre, insieme a Metz (due ATP 250)
    Così Andrea Gaudenzi, Presidente dell’ATP: “Ci sono pochi sport che affascinano i fan tutto l’anno e in così tanti mercati globali come il tennis. Facciamo del nostro meglio nel creare le migliori esperienze possibili per i fan così come i giocatori, dentro e fuori dal campo. Dalla United Cup in Australia alle Nitto ATP Finals di Torino, sarà un’altra stagione feroce e avvincente nell’ATP Tour nel 2024″.
    Ultima nota per la Coppa Davis. Lo scorso autunno ATP e ITF annunciarono una forte collaborazione per migliorare la storica competizione a squadre per nazioni, con un’azione congiunta per rendere prestigio e visibilità al torneo. Poi è arrivata la clamorosa rottura del contratto tra ITF e Kosmos, con l’edizione di quest’anno interamente organizzata dall’ITF sulla falsa riga dell’edizione 2022, vista l’impossibilità di apportare cambiamenti immediati. È stato annunciato un rinnovamento dell’evento, ma a guardare il calendario ATP, non si vedono novità all’orizzonte, almeno come numero di slot a disposizione: settimana n.5 dopo gli Australian Open (insieme al 250 di Montpellier) per i turni di qualificazione; quindi si va alla settimana 37 (dopo US Open) per le Finals Group stage, e la finale alla settimana 47, dopo le ATP Finals di Torino. A giudicare dallo spazio lasciato alla Davis nell’annata 2024, la volontà di “rilanciare” l’evento dando una maggiore visibilità e importanza sembra già archiviata…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Gaudenzi sostiene i tennisti russi: “Non crediamo in una colpa collettiva, non hanno fatto niente di male e devono giocare”

    Andrea Gaudenzi

    Il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi sostiene fermamente la libertà dei tennisti russi e bielorussi di giocare in ogni evento Pro come singoli individui. L’ha ripetuto in un’intervista concessa al media brasiliano Globo, a latere dell’ATP 500 in corso a Rio de Janeiro. La posizione della massima autorità del tennis professionistico viene ribadita in periodo delicato sul piano politico sportivo: sono in corso infatti discussioni con le autorità britanniche, ancora ferme – per volontà del governo di Londra – sulla decisione di non consentire l’accesso nel paese agli sportivi russi e bielorussi anche come individui, e quindi rendendo di fatto impossibile per loro competere a Wimbledon e nei tornei ATP e WTA in preparazione al più storico dei tornei di tennis. Nei giorni scorsi è trapelata anche l’ipotesi più dura, ossia quella di una rottura totale tra ATP (e WTA) e Gran Bretagna, con la perdita dei diritti per i tornei organizzati nel paese, spostati in altre sedi per consentire a tutti i giocatori di partecipare.
    “Voglio ribadire che condanniamo sempre e condanneremo la guerra”, afferma Gaudenzi, “So che è ovvio dirlo, ma è importante ripetere e mandare questo messaggio in modo molto chiaro. Penso che noi (ATP) siamo in linea con la guida del CIO. I nostri giocatori non possono giocare sotto le loro bandiere nelle competizioni a squadre come in qualsiasi altro sport”.
    “Ci sono sport che vietano la partecipazione anche ai singoli giocatori. In generale, non crediamo nella colpa collettiva” continua Gaudenzi, “Questi ragazzi non hanno fatto niente di male. Hanno giocato a tennis per tutta la vita. Riteniamo che, in tutta onestà, abbiano bisogno di avere opportunità, come tutti gli altri. Riteniamo inoltre che debbano essere in grado di competere e avere una voce, dire quello che pensano. Abbiamo visto Rublev scrivere ‘Pace, non guerra’ davanti alla telecamera. Penso che questo sia un messaggio importante. Vogliamo che questi giocatori giochino, che possano esprimere i loro sentimenti, anche perché questo raggiunga la loro gente, il loro paese. Siamo per la giustizia e la libertà, e ovviamente contro la guerra, e continueremo a lottare per questi principi” conclude il Presidente ATP. LEGGI TUTTO

  • in

    ITF, ATP e Kosmos annunciano una partnership per la Davis dal 2023

    Coppa Davis

    ITF, ATP e Kosmos Tennis hanno annunciato attraverso un comunicato sul sito ufficiale ITF di aver siglato un’alleanza a sostegno della Coppa Davis dalla stagione 2023. La nuova partnership è stata stabilita per consentire una collaborazione strategica sulla governance e l’evoluzione della competizione, con l’ATP che ottiene due dei sei seggi del neonato Davis Cup Event Committee insieme a ITF e Kosmos, investitori a lungo termine e promotori della competizione. La partnership riunisce ufficialmente l’ITF e l’ATP nella promozione della Coppa Davis per la prima volta nella storia (122 anni di storia, dalla fondazione nel 1900) in un’azione combinata per massimizzare il successo della storica competizione a squadre come vera Coppa del Mondo di tennis maschile a squadre.
    Le finali della Coppa Davis e le gare di qualificazione diventano dal 2023 parte ufficiale del calendario dell’ATP Tour. Le gare a squadre si svolgeranno nelle settimane 5, 37 e 47, con una maggiore promozione sui canali ATP. Questa integrazione supporterà i giocatori nella pianificazione del loro programma annuale quando verranno selezionati per giocare nella loro squadra nazionale di Coppa Davis. Le finali continueranno nel formato esistente, offrendo $ 15 milioni di premi in denaro per i giocatori nel 2023.
    Andrea Gaudenzi, Presidente dell’ATP, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è sempre quello di creare le migliori esperienze possibili per i nostri tifosi e giocatori. Offrire avvincenti competizioni per squadre internazionali che si adattino al calendario tutto l’anno e continuino a innovare è una parte vitale di questo progetto. La Coppa Davis ha una storia incredibilmente ricca e siamo entusiasti di vedere questa nuova importante alleanza portare avanti l’evento dal 2023”.
    David Haggerty, Presidente ITF, ha dichiarato: “Questo annuncio sigla una nuova importante alleanza tra ITF, Kosmos e ATP che rafforza ulteriormente l’importanza della competizione a squadre e il ruolo unico della Coppa Davis nel tennis professionistico maschile. La Coppa Davis è la più grande competizione sportiva annuale a squadre maschile e l’unica competizione a squadre maschile nel calendario del tennis professionistico in cui le squadre sono ufficialmente selezionate dalla loro nazione. Insieme alla Billie Jean King Cup femminile, mostra il pieno impegno dell’ITF nel fornire tornei spettacolari che i giocatori amano giocare e elettrizzanti battaglie tra nazioni che i tifosi allo stadio e intere nazioni amano stare dietro”.
    Gaudenzi aveva accennato a questa possibilità ai microfoni di Supertennis durante il torneo ATP di Firenze, lasciando intendere che le cose si stavano muovendo in quella direzione, ossia sul trovare un accordo per far sì che l’ATP potesse dire la sua anche sulla Davis, nell’ottica di integrare il torneo a squadre nel fitto calendario di tornei maschili. Vedremo se questa nuova partnership servirà davvero a rilanciare una competizione tanto amata dalla gente quanto “problematica” in un’annata così compressa di tornei individuali. Gaudenzi stesso disse il formato attuale è stato un passo avanti, ma non sufficiente al vero rilancio della Davis. LEGGI TUTTO

  • in

    Gaudenzi: “Un 1000 su erba? Ha un senso, Halle e Queen’s hanno le stesse chance di diventarlo”

    Il centrale di Halle

    Da qualche tempo è tornata prepotente da voglia di tennis su erba. Forse perché il gioco si è fin troppo omologato su schemi ben precisi sui campi in sintetico, forse perché grazie alla più antica delle superfici si assistono ad incontri diversi e caratterizzati da più varietà di gioco. Da qualche anno le settimane di tennis sui prati tra Parigi e Wimbledon sono diventate tre (oltre al classico torneo di Newport dopo i Championships), con la soddisfazione di tutti. Tuttavia c’è una lacuna evidente, soprattutto a chi governa il tour maschile: non c’è un Masters 1000 su erba. Sulla sua nascita molti concordano da tempo. Anche il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi ha parlato del tema, esprimendo un parere assai favorevole, soprattutto perché dal Masters 1000 di Roma a quello che si disputa in Canada corrono oltre due mesi, con due Slam ma nessun evento premium ATP. Ecco le dichiarazioni in merito di Gaudenzi, raccolte da tennishead.
    “Abbiamo da anni tre Masters 1000 sulla terra battuta, cinque sul duro all’aperto e uno sul sintetico indoor. Ci sono tre settimane tra Open di Francia e Wimbledon e l’erba è l’unica superficie su cui non si gioca un torneo Masters 1000. Questo significa che tra la Roma e il Canada Masters in estate, l’ATP non ha contenuti premium da offrire ai tifosi per due mesi. Poiché quasi tutti i giocatori iniziano a metà delle tre settimane sull’erba prima di Wimbledon, un Master sull’erba ha senso”.
    Secondo l’opinione comune, i principali candidati a diventare M1000 sono i due tornei più ricchi e collocati a metà della mini-stagione sui prati: Queen’s di Londra e Halle in Germania. Quale dei due ha più potenziale?
    “I tedeschi amano il tennis e la sua storia”, continua Gaudenzi, “è lo stesso con il mercato del Regno Unito. Ha le stesse possibilità della Germania di diventare un Masters sui prati. Offre il vantaggio che i giocatori sono già a Londra prima di Wimbledon. Ma: Londra ha già Wimbledon. Il nostro piano è che ci saranno dieci tornei ATP Masters 1000 in futuro”.
    Un’affermazione importante, in attesa della trasformazione di Roma e Madrid (e poi di altri tre eventi) in tornei con tabelloni da 96 giocatori e con la durata di 12 giorni.
    Chi potrebbe vincere la “corsa verde” e diventare un 1000? Halle ha un centrale moderno (anche se costruito con delle strutture a dir poco fastidiose per le ombre sul campo), con una copertura mobile ed un’area grande ed attrezzata, praticamente pronta all’upgrade. Il Queen’s vive di un fascino straordinario grazie ad una location senza tempo, ma con limiti strutturali ben precisi, superiori a quelli di Monte Carlo. Una scelta che non sarebbe facile da attuare, ma che potrebbe diventare realtà nel prossimo futuro. A meno di futuri inserimenti di altri tornei interessati alla potenzialità dell’evento, e capaci di far saltare il banco (Tiriac?). LEGGI TUTTO

  • in

    Gaudenzi a Sky: “Stiamo lavorando ad un codice di comportamento condiviso tra ATP, WTA e ITF. Ai miei tempi credo che sul tour ci si divertiva di più”

    Andrea Gaudenzi

    Andrea Gaudenzi prima del match di Sinner a Monte Carlo si è brevemente intrattenuto ai microfoni di Sky Sport. Tra i vari temi trattati, oltre al suo programma in via di approvazione per una diversa suddivisione dei proventi (50 – 50% tra tornei e giocatori sopra il prize money), ha affermato che si sta lavorando anche sul tema “caldo” della condotta dei giocatori. Per il Presidente dell’ATP, è indispensabile che ci sia un codice di comportamento unico e condiviso tra ATP, WTA e ITF, e che venga applicato in modo inequivocabile dai giudici in campo. “Oggi ci sono più realtà diverse, con difformità che dobbiamo superare in modo da aver un unico riferimento. Si esagera in campo? Non è accettabile quando la condotta di un tennista può essere pericolosa per qualcuno, magari quando uno si sfoga con se stesso, senza arrivare ad un eccesso, può essere forse tollerato. Tuttavia non è bene arrivare a reazioni eccessive”.
    Gaudenzi continua a sottolineare come uno dei passi in avanti decisivi per lo sviluppo del tennis è migliorare il prodotto sul lato media, offerta al pubblico.
    Una nota anche sul tennis italiano: “Ci stanno invidiando in tanti, non dico tutti, ma in giro per il mondo ora si parla dei solo nostri ragazzi. Jannik, Lorenzo, Matteo e tutti gli altri, ce li invidiano. Abbiamo altri 4 anni di Finals a Torino. È importante avere tennisti forti in Europa, visto che la metà dell’audience mondiale nel tennis è europea”.
    Le difficoltà politiche per la guerra: “È un momento complesso, c’è l’emotività del momento. Sono in contatto con tennisti come Andrei Medvedev, che è a Kiev. Non c’è risentimento dei tennisti ucraini contro i colleghi russi. Si cerca la pace, ma i tennisti vivono all’estero tutto l’anno, quindi gli stessi russi sono tristi per la situazione. Wimbledon può decidere di non far giocare i tennisti russi, sono indipendenti, dal nostro punto di vista ne parleremo col player council”.
    “Rispetto ai miei tempi i giocatori sono ancor più professionisti, più attenti ai dettagli. Oggi tutti girano con team nutriti, c’è meno amicizia e cameratismo rispetto a quando giocavo io, forse noi ci siamo divertiti un po’ di più, non dico come tennis ma come vita sul tour”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Opelka spara sull’ATP: “Gaudenzi dovrebbe dimettersi. Serve un commissioner non legato al mondo del tennis”

    Reilly Opelka

    Reilly Opelka spara a zero. Non le cannonate micidiali del suo servizio, ma parole al veleno contro l’ATP e la leadership nel mondo del tennis. Per il gigante americano, la gestione dell’ATP è carente, ricca di conflitti di interesse, incapace di valorizzare il prodotto e premiare adeguatamente i giocatori. Ne ha per tutti Reilly in un’intervista a dir poco pirotecnica rilasciata a tennis.com in quel di Indian Wells. Ne riproponiamo i passaggi salienti, che certamente non passeranno inosservati.
    “Oggi sul tour non puoi monetizzare il talento e il nostro tempo è limitato. Guarda Andrey Rublev, per esempio. Rublev avrà 24, 25 o 26 anni solo una volta nella vita e mi dispiace per lui. Quello che ha fatto l’anno scorso è stato impressionante, ma è facile per la gente dire che è un ragazzo fortunato e che sta facendo un sacco di soldi. Quello che fa Rublev è tutt’altro che normale. Lavora a un livello che non ho mai visto fare a nessuno, e lo rispetto moltissimo. So che ha avuto difficoltà, e vedo cosa fa: sei, sette ore di allenamento. È in palestra, colpisce la palla tutto il giorno. Mi sento male nel pensare che non sia ricompensato come dovrebbe. Dovrebbe guadagnare milioni. Dovrebbe guadagnare molto di più di quello che ha, perché si sta “spaccando il culo” per questo. È un peccato. Prendete la MLB (Major League Baseball), è stata in sciopero lottando per una crescita di percentuali molto più piccole di quelle che abbiamo noi complessivamente. Odio la politica, mi piace giocare a tennis. Non mi piace dovermi lamentare, ma questa è la situazione. Non va bene”.
    Le critiche di Opelka vanno direttamente al cuore del funzionamento del sistema, dopo uno scambio polemico di messaggi social con Vallverdù: “Ha fatto su Twitter un commento sulla politica sul conflitto di interessi che è stata approvata dall’ATP la scorsa settimana. Se leggete la posta che ci è pervenuta, afferma che quei conflitti devono essere al di sopra di una certa soglia. La descrizione del sistema è irregolare. Qual è esattamente quella soglia? Permettere a persone come Gavin Forbes, Charles Smith, Herwig Straka, agenti o formatori (come lo stesso Vallverdù) di essere membri del Consiglio (ATP Board)? Dani (Vallverdù) ha recentemente fatto domanda per un posto nel Consiglio, pur essendo anche membro del Consiglio dei giocatori. Il Player Council vota per i membri del Council, è così che funziona il processo, quindi è assolutamente comico. So che è nella natura umana cercare di fare il meglio per se stessi, cercare di avere il più possibile, ma come può il sistema permetterlo? E non incolpo Dani per aver votato per se stesso o altro, ma in pratica non dovrebbe essere in quella posizione”.
    Ecco l’attacco diretto al vertice dell’ATP: “Andrea Gaudenzi deve dimettersi. Abbiamo bisogno di una nuova leadership. Non c’è niente di personale contro di loro. Sono bravi ragazzi. Massimo (Calvelli, amministratore delegato dell’ATP) è un bravo ragazzo. Ma non capisco. Perché scegliamo persone che sono già state nel tennis? Senza offesa per Massimo, non puoi assolutamente passare dall’essere un rappresentante Nike, inviare pacchi o ricevere le giuste scarpe da terra battuta per Rublev, a diventare l’amministratore delegato di uno dei più grandi sport mondiali del mondo. Non succede in nessun altro sport. E non sto solo criticando Massimo, ho detto la stessa cosa di Chris Kermode: era dirigente al Queen’s. Come puoi passare dall’essere un manager al CEO di uno dei più grandi sport del mondo, in un momento in cui hai i tre migliori giocatori nella storia attiva?”
    La soluzione per Opelka, trovare per l’ATP un commissioner di alto profilo, come quelli delle leghe Pro USA, manager che arrivano da alti contesti, non abbiano legami col tennis e siano focalizzati solo al business: “Penso che dovremmo rompere giocattolo e scegliere un visionario. Scegli il braccio destro di Adam Silver (Commissoner NBA), oppure scegli un ragazzo che ha lavorato al fianco di un Adam Silver o di un altro CEO di grande successo, e poi scommetti su di lui, perché il nostro sport non va. Se c’è così tanta trasparenza e tutto va bene, come è possibile che il montepremi ad Acapulco quest’anno sia stato inferiore rispetto al 2019? Hai avuto cinque dei sei migliori giocatori del mondo: Nadal, Zverev, Tsitsipas… un tabellone d’élite, non ci sono limiti di capienza e per di più in un nuovo stadio ancora più grande che si riempie ogni notte. Perché allora stiamo andando indietro? E perché dovremmo scegliere qualcuno al di fuori del regno dell’ATP? Perché l’ATP si comporta come un club chiuso. Dai un’occhiata ai membri del Consiglio: è un club. Qual è l’esperienza di Dani Vallverdú quando si tratta di essere un direttore di torneo? Nessuna. Ma quando un nuovo torneo appare nel calendario ATP, un membro del Players Council, Dani Vallverdú, riesce a essere il direttore di quel torneo (San Diego ATP). Perché lo scelgono? Perché è un club ristretto. E questo deve cambiare, quella cultura deve essere cambiata. Sceglierei qualcuno meno coinvolto nel tennis, perché quando hai qualcuno così vicino a questo, qualcuno abituato al vero pasticcio che è l’ATP, tutto resta com’è, non si faranno mai passi avanti. L’ATP è un circo da molto tempo. Tutti gli altri sport mondiali stanno andando alla grande, ma l’unico che non lo è è il tennis, e penso che sia per colpa della sua leadership.”
    Non è la prima volta che Opelka critica il sistema, ma in quest’intervista è andare dritto al punto, al cuore dei problemi che a suo dire affliggono il mondo del tennis e non gli permettono di generare un giro economico paragonabile a quello di altri sport professionistici. Una presa di posizione netta, che esterna un malumore che cova da tempo tra i giocatori.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO