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Coach Arbino: “Sonego è sempre stato un uomo squadra, è pronto”

Lorenzo Sonego è stato chiamato a Malaga da capitan Volandri viste le defezioni di Sinner prima e Berrettini poi. Il coach del torinese, Gipo Arbino, ha rilasciato un’intervista a Cristian Sonzogni pubblicata su Supertennis, in cui racconta come il suo assistito si stia allenando molto bene e, a suo dire, si farà trovare pronto e migliorato nella sfida contro gli USA in programma domani in Spagna. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista.

“Non ci aspettavamo i forfait di Jannik e Matteo e infatti avevamo organizzato un periodo di allenamento molto intenso proprio in queste settimane” racconta Arbino. “Lorenzo era addirittura andato in vacanza, perché ne aveva estremo bisogno. Così abbiamo dovuto cambiare tutto in poco tempo, nell’arco di pochi giorni abbiamo dovuto rigiocare quando pensavamo di puntare sulla preparazione atletica. Si è velocizzato il processo, all’inizio non è stato facile ma adesso sta andando tutto secondo i piani”.

“Lorenzo sta giocando molto bene già da qualche settimana, e anche qui in allenamento con Musetti entrambi hanno espresso un tennis di alto livello, per quel che possono contare le sfide non ufficiali. Mi sono piaciuti perché hanno servito e risposto bene, tenendo un ritmo molto alto. Sono senza dubbio in forma, quindi questo mi lascia tranquillo”.

Sonego ha senza dubbio pagato le deludenti sconfitte in Davis patite contro la Croazia e Slovacchia. Quella contro Horansky dello scorso marzo, arrivata come “strascico” per la battuta d’arresto contro Gojo, poteva costare carissima al team azzurro. Nonostante queste sconfitte in nazionale, Arbino difende Sonego ed è certo di una sua pronta ripresa anche con la maglia azzurra. “Nel 2021 a Torino, per lui era la prima volta in Davis, e non bisogna dimenticare che i primi due giorni aveva vinto con Opelka e con Mejia: anche grazie alle sue vittorie siamo arrivati lì a giocarci la sfida con la Croazia. Dopo la sconfitta con Gojo, si è sentito sulle spalle tutta la responsabilità della squadra, una sensazione amplificata dal fatto di trovarsi a Torino, davanti agli amici e alla famiglia. Sembrava un match senza storia in suo favore, poi qualcosa è cambiato e lui ha avvertito una tensione forte, ma era una situazione particolare ed era agli inizi. Una circostanza che per fortuna è irripetibile. Lorenzo peraltro è sempre stato un uomo squadra. Fin dai tornei nazionali i compagni lo adoravano per la sua capacità di lottare, di saper ribaltare le partite. Dopo quella sconfitta con la Croazia, sia Lorenzo Beltrame (il mental coach, ndr) che io gli abbiamo parlato a lungo. Ma per risanare quella ferita ci è voluto del tempo e l’inizio del 2022 un po’ titubante è stato figlio anche di quella situazione”.

Per Arbino, Lorenzo ha di fronte a se una grande opportunità: “Lorenzo sa di essere il quarto uomo, sa di dover sempre farsi trovare pronto, anche se quest’anno pensavamo proprio che lui non fosse coinvolto. Da questa stagione, abbiamo capito tante cose. In primis, che lui deve essere gestito in maniera particolare, diversa da quanto si può fare con altri giocatori. Anche se sta giocando bene, ci deve essere un momento in cui stacca, non dobbiamo essere ingordi di risultati e non può fare un torneo dopo l’altro, perché ha bisogno di un recupero mentale. Lorenzo non vive di tennis 365 giorni l’anno”.

“Nel 2022 – continua Arbino – per la prima volta ha perso classifica, altrimenti era sempre salito, da quando era numero 200 e fino al numero 21. Piccoli passi a volte, ma fino ad arrivare a un ranking molto importante. Per una serie di situazioni, ha perso 500 punti in estate, tra Wimbledon e Eastbourne, dove tra l’altro aveva male al polso e poteva giocare solo il rovescio in slice. Lui ha un carattere forte, in grado di reagire. Inoltre è migliorato nei punti deboli e ha ottimizzato i punti forti. Oggi posso dire che è più forte di prima. Il tennis per fortuna ogni settimana ti dà la possibilità di rimediare, di ricominciare daccapo. A Metz ha battuto tanti giocatori forti con cui aveva sempre faticato. Hurkacz, Bublik in finale, ma anche Korda, Simon, Karatsev. Tutti risultati per niente banali contro avversari di qualità altissima. Poi è successo che sono arrivati sorteggi non semplici, per le caratteristiche degli avversari. Ma se giochi bene prima o poi la chance arriva”.


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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