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Trento scende in A2, coach Bertini: “Devo ancora metabolizzare la cosa”

Di Redazione

Per quanto la condanna stesse bussando alla porta della Delta Despar ormai da diverse settimane, il risveglio il giorno dopo la retrocessione, da ultima della classe, ma non per distacco, è stato ugualmente scioccante per Trento. “Devo ancora metabolizzare la cosa” dichiara coach Bertini nella lunga intervista rilasciata al collega Guido Pasqualini per l’Adige.

“Eravamo in una situazione molto complicata, dovevamo vincere con Monza, una squadra forte e tranquilla a livello mentale perché già sicura del suo terzo posto”. Vero, come è però vero che giocarsi le ultime chance all’ultima partita è sempre un rischio enorme, che il più delle volte si finisce per pagare, come poi successo a Trento. L’alibi che coach Bertini cerca di trovare è quello di un campionato “difficile dall’inizio alla fine e molto equilibrato nella parte bassa della classifica, dove ogni domenica lo scenario cambiava e una serie di risultati imprevedibili ha sancito la nostra retrocessione”.

E dire che la passata stagione la squadra, da neopromossa e guidata sempre da Bertini, era salita addirittura sul treno playoff. Impresa mai alla portata, invece, in questo campionato. “Quello fu un miracolo sportivo senza precedenti, una cosa senza senso se si considera che la squadra era la stessa della A2 – racconta il coach -. Quest’anno invece, nonostante avessimo a disposizione giocatrici più forti, non siamo riusciti a ripeterci per vari motivi”. Tra cui, a detta del coach, in cima alla lista ci sarebbero, come detto, i risultati contro pronostico di alcune rivali dirette “brave a sfruttare le defezioni dei team più forti. Penso per esempio alla vittoria di Casalmaggiore su Scandicci alla prima giornata, a quella di Vallefoglia ancora contro Scandicci oppure la vittoria di Bergamo su Firenze. Noi, invece, non siamo riusciti a fare altrettanto”. E poi aggiunge: “Negli scontri diretti di bassa classifica abbiamo conquistato 16 punti su 19, ma solo 3 contro le squadre più forti”.

Rimpianti tanti, dunque, ai quali ora si aggiunge il peso di un futuro tutto da decifrare, anche per lo stesso allenatore. “Offerte ufficiali non ne ho – conclude – ma c’è incertezza. Devo parlare con i dirigenti, capire le loro idee e come si sviluppano le cose a Trento”.

(fonte: L’Adige)


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