Quel cappellino giallo, così particolare, così sbarazzino, simboleggia la differenza tra Holger Vitus Nodskov Rune e tutti gli altri partecipanti del Trofeo FAIP-Perrel (44.820€, Indoor). È presto per dire se vincerà il torneo, ma è chiaro che i Challenger sono una semplice tappa di passaggio in un percorso ben più ampio, ambizioso, importante.
I bergamaschi lo hanno capito e hanno invaso il Pala Agnelli per assistere al suo match contro Filip Horansky, onesto mestierante di categoria. Rune è sceso in campo poche ore dopo aver appreso della qualificazione alle ATP Next Gen Finals: il forfait di Jannik Sinner gli permetterà di giocare all’Allianz Cloud di Milano contro i migliori Under 21 del circuito, compreso quel Carlos Alcaraz che sta facendo sfracelli. La notizia avrebbe potuto avere un doppio effetto sul suo rendimento bergamasco: da una parte poteva stimolarlo a fare bene, giocando più match possibili in condizioni identiche a quelle che troverà a Milano, a meno di 50 km di distanza. Dall’altra, tuttavia, avrebbe potuto demotivarlo. Ma il danese non ha ancora l’età per fare calcoli: per lui, il tennis è sfida, lotta, divertimento. Si esalta nella battaglia. Per questo si è innervosito quando ha rischiato di perdere la partita, e ha cercato una via per uscire dalle sabbie mobili. L’ha trovata e si è imposto col punteggio di 5-7 6-4 6-2, regalando a Bergamo un super quarto di finale contro Damir Dzumhur. Non è stato facile: forse sottovalutando l’avversario, Rune ha giocato un tennis sperimentale per tutto il primo set. Non arretrava mai, giocava quasi di controbalzo e si presentava spesso a rete (laddove deve migliorare parecchio). Risultato: giocava nel territorio preferito del suo avversario. Dal 5-5 ha perso cinque giochi di fila e si è pure innervosito con il giudice di sedia Andrea Mangione per una presunta chiamata sbagliata. Ma le stimmate del campione sono emerse nel momento del bisogno: sotto 7-5 3-0 ha iniziato a giocare con attenzione. Niente più esperimenti, tanta concretezza e una condizione fisica straripante gli hanno permesso di vincere cinque giochi di fila e rovesciare la trama del match. Nel terzo è scappato via già al terzo game e non ha concesso alcun margine a Horansky. Il povero slovacco è rimasto in campo due ore senza alcun punto di riferimento: fino a quando Rune glielo ha permesso ha trovato ottime soluzioni, poi è stato oscurato dal danese, fin quasi a diventare una comparsa. Il torneo conserva dunque la sua stellina e si presenta ai quarti con sei delle otto teste di serie ancora in gara: hanno fallito l’appuntamento soltanto Milojevic e Albot. Senza offesa per gli altri sette, tuttavia, l’interesse è soprattutto su Holger Rune. Le suggestioni che porta con sé sono troppo abbaglianti, proprio come quel cappellino giallo che illumina ancor di più le sue sembianze nordiche.
Secondo Turno Singolare
Dennis Novak (AUT) b. Evgeny Donskoy (RUS) 6-1 2-6 6-1
Cem Ilkel (TUR) b. Radu Albot (MDA) 7-5 6-3
Alex Molcan (SVK) b. Nerman Fatic (BIH) 6-1 6-4
Holger Rune (DAN) b. Filip Horansky (SVK) 5-7 6-4 6-2
Quarti di Finale Doppio
Federico Gaio / Francesco Forti (ITA-ITA) b. Duje Ajdukovic / Pavel Kotov (CRO-RUS) 6-7(6) 7-5 10-6
Zdenek Kolar / Jiri Lehecka (CZE-CZE) b. Romain Arneodo / Sergiy Stakhovsky (MON-UCR) 6-4 2-6 10-6
Lloyd Glasspoll / Harri Heliovaara (GBR-FIN) b. Evgeny Donskoy / Mikhail Kukushkin (RUS-KAZ) 7-6(2) 6-4
Radu Albot / Artem Sitak (MDA-RUS) b. Damir Dzumhur / Nerman Fatic (BIH-BIH) 6-4 7-5